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1di 27Pag. La Strada Europea della Pace da Lubecca a Roma Liceo Scientifico “G. Marconi” - Pesaro.

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Presentazione sul tema: "1di 27Pag. La Strada Europea della Pace da Lubecca a Roma Liceo Scientifico “G. Marconi” - Pesaro."— Transcript della presentazione:

1 1di 27Pag. La Strada Europea della Pace da Lubecca a Roma Liceo Scientifico “G. Marconi” - Pesaro

2 2di 27Pag. Liceo Scientifico “G. Marconi”, Pesaro La Strada Europea della Pace, da Lubecca a Roma Presentazione del progetto Il progetto La Strada europea della Pace, da Lubecca a Roma nasce dal forte desiderio di capire e di comunicare il ricco patrimonio culturale del nostro territorio, di conoscere avvenimenti storici, eventi spirituali e artistici legati al tracciato che collega la Germania con l’Italia, le Marche a Roma. Finalità/obiettiviPromuovere e diffondere l’educazione al patrimonio culturale, alla sua tutela e alla sua valorizzazione Sensibilizzare le giovani generazioni al patrimonio culturale sviluppando la coscienza della propria identità culturale e nel contempo favorendo la scoperta e il riconoscimento della diversità, in una prospettiva interculturale Costruire il senso di appartenenza culturale e nel contempo la formazione del “cittadino del mondo” Favorire la didattica laboratoriale come una modalità ideale per permettere, nella costruzione dell’apprendimento, il coesistere dell’aspetto prettamente cognitivo con gli aspetti etici e valoriali, affettivi e relazionali Rendere accessibili alla didattica anche le raccolte museali, le testimonianze sul territorio, scientifiche ed artistiche, comprese quelle conservate nelle scuole, in particolare la Galleria d’Arte nel nostro Liceo “G. Marconi” di Pesaro Sviluppare collaborazioni con gli Enti Locali ed altri soggetti pubblici operanti nell’area dei beni culturali per rendere la Scuola luogo di interazione tra le agenzie culturali locali Conoscere le vicende e i personaggi che hanno contribuito nei secoli alla costruzione di un mondo migliore, attraverso la cultura, l’arte, la santità di vita Maturare atteggiamenti di rispetto e di accoglienza e stimolare nei giovani la convinzione che solo insieme è possibile realizzare una comune Casa Europa. Soggetti coinvoltiProvincia e Comune di Pesaro-Urbino, Comuni di Pesaro Acqualagna, Cantiano. L’associazione Italo-Tedesca di Lubecca. Staff di progettoCoordinatori responsabili del progetto: Marco De Carolis (Religione) e Smiljanka Maristella Palac (Religione); docenti coinvolti nel progetto: Enrico Capodoglio (Filosofia e Storia), Patrizia Martelli (Lettere); Michele Paolini (Lettere) e altri insegnanti dei rispettivi Consigli di classe (il progetto si è articolato in diverse unità di lavoro, per lo più a carattere trasversale: sono stati pertanto interessati ad esso insegnanti di varie discipline, chiamati ad individuare l’apporto specifico della propria materia). Destinatari/attoriIn tutto 170 studenti di 6 classi del Liceo Scientifico, seguiti nel loro percorso formativo e didattico da insegnanti titolari di discipline diverse. In particolare dai docenti di Italiano, Storia, Storia dell’Arte, Scienze, Religione. MetodologiaL’attività di ricerca è stata realizzata in orario curriculare ed extracurriculare. Nell’ambito del progetto sono stati effettuati viaggi di istruzione e visite didattiche, incontri con esperti e studiosi di settore. Di particolare interesse e utilità sono stati i percorsi naturalistici per guardare, vedere, cogliere, nel loro intreccio, storia, arte, natura. Operatori esterni coinvolti Incontro con esperti di storia locale e con i responsabili delle istituzioni preposte alla salvaguardia e alla conservazione dei beni storici e paesaggistici della nostra zona e dei diversi luoghi visitati.

3 3di 27Pag. Fasi di lavoro e tempi d’attuazione La durata del progetto è stata triennale: a.s. 2005/2006 Con S. Francesco pellegrini nella Terra delle Stelle:  Il paesaggio naturale che ha favorito il sorgere degli eremi e dei conventi  Natura e religiosità  La natura: la percezione del pellegrino, il pellegrinaggio come viaggio interiore  Natura e scienza medica: piante e rimedi del pellegrino medievale (ospedali, ospizi…)  Visita ai luoghi francescani (eremi e luoghi francescani del tratto marchigiano della Strada della Pace) a.s. 2006/2007 Percorso ideale della Strada della Pace: Pesaro, Candelara, Fano, Acqualagna, Cagli, Cantiano:  Incontro con il territorio di Candelara e Novilara e approfondimento storico e religioso attraverso il confronto culturale  Abbazia di Monte Giove (incontro di testimonianza con i monaci)  Città di Cantiano (incontro con il Sindaco e l’Assessore alla Cultura). a.s. 2007/2008 Percorrere l’itinerario della Strada Europea della Pace da Pesaro a Lubecca: nell’aprile 2008 sessanta studenti delle classi 3G, 4I e 4C sono partiti alla volta della città di Lubecca attraversando l’intera Germania. Tappe del percorso: Monaco, Amburgo, Lubecca e Fussen con la visita al patrimonio artistico (musei e architetture), spirituale (chiese e luoghi di incontro religiosi), naturale (paesaggi incontaminati e quelli trasformati dal genio umano) e luoghi di memoria (Campo di Concentramento di Dachau). Significativo l’incontro con il Presidente della città di Lubecca che ha ricevuto gli studenti nella sala dei Ricevimenti e con l’Associazione Italo Tedesca “Dante Alighieri” della Città, che ha dato un prezioso contributo nell’ organizzazione del percorso e nei contatti con le Istituzioni locali. ProdottoCortometraggio che racconta la bellezza di una scoperta attraverso lo sguardo giovane. Il filmato contiene la sintesi di circa 12 ore di girato ad opera delle diverse classi e in relazione alle diverse esperienze. Il prodotto visuale è stato mostrato ai genitori degli alunni e ad altre componenti della scuola (22 maggio 2008, h. 21.00 presso l’Aula Magna del Liceo Scientifico “G. Marconi” di Pesaro). Impatto sul territorio La realizzazione del progetto ha generato l’opportunità di un confronto tra le realtà scolastiche e le differenti istituzioni, Enti territoriali e famiglie; ha favorito un’educazione interculturale e interetnica quale base indispensabile per l’apertura agli scambi culturali che hanno permesso la riflessione sul patrimonio comune in prospettiva di una “casa comune europea”, fondata sulla pace e sulla solidarietà. AutovalutazioneUna proposta didattico-formativa che ha favorito la crescita umana e sociale degli alunni e ha sviluppato un dialogo più incisivo e costruttivo tra docenti e alunni. Il progetto, realizzato in collaborazione con enti locali preposti alla cura del patrimonio culturale, ha costituito un momento importante di approfondimento culturale e insieme di maturazione nella consapevolezza della propria identità e appartenenza: un effettivo passo in avanti per sviluppare la coscienza delle comuni radici europee e per divenire soggetti attivi nella costruzione di un futuro di pace. L’esperienza è stata molto positiva per i 170 alunni che sono entrati in contatto con questo progetto: nei luoghi e negli spazi attraversati dal viaggio hanno compreso concretamente, con le loro macchine fotografiche e con le loro telecamere, come la storia, la religiosità e la cultura possano influire sul territorio e sui cambiamenti del territorio. InnovazioneL’idea guida del progetto può essere estesa ad esperienze analoghe, con particolare riferimento all’ ambito provinciale e regionale, per la sensibilizzazione e la conoscenza del patrimonio culturale, storico ed artistico che ha nella pace il suo fine ultimo.

4 4di 27Pag. IL NOSTRO PERCORSO NELLA CULTURA DEL DIALOGO 1.LUBECCA La partenza del viaggio Nell’aprile 2008 sessanta studenti delle classi 3G, 4I e 4C sono partiti alla volta della città di Lubecca attraversando l’intera Germania. Tappe del percorso: Monaco, Amburgo, Lubecca e Fussen con la visita al patrimonio artistico (musei e architetture), spirituale (chiese e luoghi di incontro religiosi), naturale (paesaggi incontaminati e quelli trasformati dal genio umano) e luoghi di memoria (Campo di Concentramento di Dachau). Significativo l’incontro con il Presidente della città di Lubecca che ha ricevuto gli studenti nella sala dei Ricevimenti e con l’Associazione Italo-Tedesca “Dante Alighieri” della Città, che ha dato un prezioso contributo nella organizzazione del percorso e nei contatti con le Istituzioni locali.

5 5di 27Pag. 2. Le MARCHE Con Francesco nella terra delle Stelle “La terra delle Stelle” è il titolo dato alle Marche a motivo di vita di tanti Francescani e Francescane, che lungo i secoli hanno costellato questo territorio con la loro santità. Con Francesco nella terra delle Stelle è il percorso che si inserisce nel contesto del progetto Il pellegrinaggio nel tratto marchigiano della Strada europea della Pace da Lubecca a Roma. Esso nasce dal forte desiderio di conoscere, di capire e di comunicare il patrimonio culturale del territorio nel percorso scelto nella nostra Regione, finalizzato alla diffusione del patrimonio comune quale veicolo di pace in Europa e ancor prima come elemento fondante e di consolidamento della propria appartenenza. Alle evidenti finalità pedagogiche e didattiche, dirette alla conoscenza della figura di San Francesco e del Francescanesimo nelle Marche e dell’incidenza dei suoi valori nel tessuto della cultura europea, si unisce lo scopo di far conoscere agli studenti, attraverso l’esperienza concreta, attraverso il percorso dei sentieri del silenzio degli eremi e la visita dei monasteri, la presenza francescana viva oggi nelle Marche. Punto di partenza è stata la città di Assisi, luogo di nascita di Francesco, che abbiamo scelto come “Uomo di Pace” per eccellenza. Con cinquanta alunni delle classi 3I e 3A nel maggio 2007 siamo andati a scoprire la ricchezza marchigiana dei luoghi che sorgono lungo la “strada della pace”. Partiti da Assisi siamo poi passati nei luoghi di esperienze di vita monastica con le Sorelle Povere di Santa Chiara del monastero di San Severino Marche e all’eremo francescano di Santa Maria di Valdisasso in Valleremita incontrando i Frati Minori, testimoni viventi da più di otto secoli in questi luoghi dello spirito francescano di fratellanza, semplicità e pace. In tale occasione particolarmente interessanti sono stati la visita all’Aula Botanica sorta accanto all’eremo e un approfondimento dell’opera artistica di Gentile da Fabriano, di cui si conserva una copia della famosa Pala dell’Incoronazione della Vergine.

6 6di 27Pag. 3. PESARO – CANTIANO Sulla rotta dei Pellegrini attraversando la Vecchia Via Flaminia Nell’entroterra della nostra Provincia abbiamo percorso un tratto della vecchia Via Romea, passando all’interno da Pesaro verso Cantiano. Una giornata di percorso a tappe: Candelara, con i suoi castelli e l’antica Pieve, una volta importante luogo di sosta per i pellegrini verso Roma. Poi Monte Giove, eremo Camaldolese, dove ancora vive e opera la comunità che si ispira alla regola di San Benedetto patrono d’Europa. Chiamato così perché è stato prezioso contributo del Monachesimo Benedettino nella formazione del tessuto culturale Europeo. Restaurata e molto funzionale ancora oggi la Foresteria, luogo di sosta di pellegrini di ieri e di oggi. Incontro con i monaci per conoscerne la vita e la storia. Successiva tappa: la Gola del Furlo, per ammirare il paesaggio incontaminato, ricco di flora e fauna. Una sosta al Santuario di Pelingo per un’esperienza di condivisione e di riflessione. In ultimo Cantiano, la città del “pane”: incontro con le istituzioni e con la cittadinanza. Un’accoglienza squisita, da parte del Sindaco e degli assessori nella sala consiliare, dove ci hanno illustrato le bellezze e le risorse del territorio e lo sforzo che fanno le istituzioni e i cittadini stessi nel conservare viva la città con le sue risorse, le arti, i mestieri. 4.ROMA, CULLA DELLA CULTURA, DELL’ARTE E DELLA FEDE L’arrivo del percorso Due classi, 3L e 2I (quaranta alunni in tutto), hanno approfondito la tematica dell’homo viator e le motivazioni che spingono l’uomo a cercare il senso e il significato dell’esistere. A Roma i nostri alunni si sono soffermati in un’attenta visita della Basilica di San Pietro, luogo che custodisce la tomba dell’Apostolo e che da sempre è stato la meta di pellegrinaggi e di percorsi di fede. Di grande suggestione è stata poi la visita alle catacombe, simbolo delle prime esperienze e testimonianze di Roma Cristiana. Il lavoro didattico è stato coordinato sotto il profilo storico e artistico dagli insegnanti titolari delle specifiche discipline. In collaborazione con le docenti di Filosofia e Lettere abbiamo approfondito il tema della ricerca dell’uomo pellegrino e del rapporto tra l’uomo e l’eternità nelle religioni monoteiste, nella filosofia greca e nella letteratura del Quattrocento. Con l’insegnante di Storia si è condotto un percorso su Roma Antica e sulla diffusione del Cristianesimo. Uno snodo importante, con il contributo di testimoni, ha riguardato la presenza e il ruolo che hanno avuto la comunità ebraica a Roma e gli ebrei romani, soprattutto nella prima metà del secolo appena conclusosi. Il viaggio a Roma prevedeva anche un approccio interconfessionale attraverso la conoscenza delle tre religioni monoteistiche e l’incontro con i responsabili delle tre confessioni religiose. Riteniamo infatti che il dialogo interreligioso oggi sia una componente essenziale per costruire la pace in un’Europa senza confini, un sogno che le giovani generazioni devono coltivare e fare il possibile affinché diventi realtà. Il dialogo per noi diventa la nuova strada della Pace nell’ Europa di domani.

7 7di 27Pag. I docenti accompagnatori e referenti del progetto a Lubecca sotto la porta della Pace dalla quale partivano le rotte dei pellegrini

8 8di 27Pag. Le classi a Lubecca incontrano il Sindaco che ringrazia e consegna loro un attestato per il percorso della pace che li ha visti viandanti da Roma

9 9di 27Pag. I ragazzi visitano il campo di sterminio di Dachau dove fanno memoria delle violenze dell’uomo nel Novecento e dell’accanimento del genere umano contro una cultura di pace

10 10di 27Pag. L’Università di Monaco, tra storia e film: i ragazzi visitano i luoghi di ambientazione storica e cinematografica del film La rosa bianca (2005) di S. Scholl

11 11di 27Pag. Sulla strada l’attenzione viene posta anche all’arte: ad Amburgo (Kunstalle Museum) vediamo in tutta la sua bellezza uno dei dipinti che meglio rappresenta la riflessione e la scelta di infinito dell’uomo, C. D. Friederich, Il viandante sul mare di nebbia (1817)

12 12di 27Pag. Visita al Castello di Neuenstein in Germania, altra tappa del nostro viaggio

13 13di 27Pag. Roma : punto di arrivo per la strada di ogni pellegrino in cammino verso la Tomba di Pietro e Paolo

14 14di 27Pag. Roma, cuore della cultura

15 15di 27Pag. Un altro gruppo di studenti impegnati nel progetto di fronte alla Basilica di San Pietro

16 16di 27Pag. L’incontro con i fratelli maggiori ebrei nella grande Sinagoga di Roma

17 17di 27Pag. Testimonianze degli studenti VIAGGIO A LUBECCA (5-11 APRILE 2008) Sarà decisamente difficile riuscire a cancellare dalla mente un ricordo così grande e profondo come quello del viaggio che ho vissuto a Lubecca. Esso ha rappresentato infatti per me un arricchimento globale e universale, perché ha coinvolto tantissimi aspetti della mia vita, da quello culturale a quello sociale, riguardante quindi i rapporti umani con docenti e compagni. Le emozioni sono state molteplici ed è un vero piacere per me scavare tra i ricordi ancora vivi e passarle in rassegna una dopo l’altra. Ma procediamo per ordine. Dopo un viaggio abbastanza estenuante iniziato nella prima mattinata siamo giunti solo nel pomeriggio a destinazione: il campo di concentramento di Dachau. Questa prima visita è stata molto forte dal punto di vista emotivo. Di fronte a una distesa enorme e vastissima di campi e spazi pianeggianti la sola immaginazione di decine e decine di baracche disposte una accanto all’altra era davvero tremenda e inquietante. Grazie alla spiegazione dettagliata della guida di quella che doveva essere la vita quotidiana all’interno del campo mi sono chiesta come la crudeltà e la spietatezza degli uomini abbia potuto toccare livelli tanto alti da spingere a commettere tanto male verso i loro simili. E poi i forni crematori e le docce, persone soffocate dal gas che si accatastavano le une sulle altre cercando disperatamente di respirare. L’orrore di un massacro, un genocidio che non riesco a spiegare razionalmente. Uscendo dal campo un forte magone, come un blocco allo stomaco, mi ha preso di soppiatto. È stato un segnale tramite il quale ho capito che ad attendermi non ci sarebbe stata un semplice gita, ma qualcosa di più coinvolgente e impegnativo.

18 18di 27Pag. Ci siamo sistemati a Monaco poiché il giorno seguente l’avremmo trascorso esclusivamente alla visita di questa città, che mi è parsa particolarmente ricca e caratterizzata da un elevato tenore di vita. Il museo della Scienza più grande del mondo è stato davvero fantastico. C’erano sezioni che trattavano gli argomenti più impensabili e originali e mi sono davvero divertita a esplorarlo in ogni angolo senza tralasciare nessun dettaglio, ovviamente nei limiti del possibile. Mi hanno affascinato molto soprattutto gli aerei e le navi, ma anche la sezione astronomica e quella musicale si sono rivelate interessanti, perché ho scoperto quanto ogni branca della scienza sia vastissima e complicata da esaminare. La visita ha suscitato in me tanta curiosità di conoscere e di scoprire nuove realtà. Nel pomeriggio abbiamo visitato una pinacoteca nella quale erano esposti quadri appartenenti alla pittura classica. Questa esperienza è stata per me una assoluta novità, poiché non avevo mai osservato così attentamente dei dipinti. Attraverso l’audioguida ho condiviso anche con parte dei miei compagni il piacere di soffermarsi a fondo sui vari quadri che ci interessavano maggiormente. Ho preso consapevolezza del mio interesse verso la pittura, che intendo continuare a coltivare. (…) Prima di partire per Lubecca la mattina successiva abbiamo effettuato una visita panoramica di Monaco e osservato quella grandissima piazza in cui Hitler sfilava con le sue truppe, mentre gli altoparlanti trasmettevano a tutto volume i Carmina Burana, suscitando così timore tra gli abitanti. Rievocare questi momenti è stato impressionante e suggestivo. Il ricordo più vivo che mi rimarrà impresso di questa città è l’importanza che rivestono cultura, scienza e arte, che fanno di Monaco una città certamente ricca e moderna con le sue auto lussuosissime, ma anche storica e classica con gli edifici in stile ellenico che risaltano il suo affascinante aspetto antico e monumentale. In serata siamo giunti presso l’albergo, situato in aperta campagna, che era adibito in passato a carcere ma ora è in fase di ristrutturazione.

19 19di 27Pag. (...) Amburgo mi è apparsa come una città stupenda, dalla struttura e conformazione totalmente diverse rispetto alle nostre città. Benché non si trovi sul mare, possiede uno dei porti più grandi d’Europa e il commercio marittimo è l’attività economica principale. La popolazione ha un tenore di vita più basso rispetto alla parte meridionale della Germania e solo da questo punto di vista sembra accomunarsi a noi. Gli amburghesi sono molto orgogliosi della loro città e mi ha stupito il modo con cui la nostra guida ne parlava, con entusiasmo, soddisfazione e amore per essa. Gli spazi verdi sono inoltre curati e tutelati con grande attenzione, poiché i cittadini possiedono un grande spirito ecologista. Bellissimo è il parco situato vicino al lago, nei pressi del quale è possibile praticare jogging o passeggiare tranquillamente, dimenticandosi di trovarsi in una metropoli, cosa quasi impossibile per noi. Le case, così diverse dalle nostre, sono perlopiù villette indipendenti, ognuna con la propria particolarità e originalità, che ci hanno fatto rimanere a bocca aperta ed estasiati. Chiaramente esse fanno parte dei quartieri più abbienti e sono di proprietà di famiglie benestanti, ma sono una delle caratteristiche che mi sono saltate più all’occhio. Amburgo non è inoltre una città antica, anzi è moderna, ma non eccessivamente. L’edificio più maestoso è sicuramente il municipio, che per un attimo ho scambiato per chiesa, ricordandomi poi che la Germania è un paese di fede protestante. Le chiese luterane non mi hanno colpito più di tanto. Sono talmente diverse dalle nostre che non mi sono sembrate dei luoghi di culto. Innanzitutto non è rispettato quel silenzio dal quale le chiese dovrebbero essere pervase. Inoltre non sono abbellite con pitture o ornamenti, forse per la loro recente costruzione. Ciò che mi ha impressionato è stato l’organo imponente e monumentale posto in alto di fronte all’altare, presente in tutte le chiese. Abbiamo anche ammirato degli splendidi quadri appartenenti all’arte moderna esposti all’interno di una famosa pinacoteca della città. Qui, grazie all’aiuto del prof. Capodaglio, mi sono lanciata nell’analisi dei vari dipinti e nel tentativo di interpretarli.

20 20di 27Pag. Sono riuscita così, insieme ai miei amici, a dare a ciascuna opera un tocco di personalità e originalità, scoprendo di avere uno spiccato talento per la critica pittorica. Infatti era la prima che affrontavo questo tipo di approccio con l’arte ed ogni quadro era in grado di darmi un’ emozione diversa e di suscitare in me le più svariate emozioni. In particolare sono rimasta incantata da un dipinto di Friederich, dove è rappresentato un uomo borghese di spalle situato sulla cima di una vetta, oltre la quale vi è una veduta incontaminata, che protende chiunque la osservi verso l’infinito. L’osservatore è dunque libero di immaginare spazi fantastici e dalle mille sfaccettature ed è proprio questo che personalizza quella tela in relazione allo sguardo di chi la contempla. In una sola giornata Amburgo ha saputo comunicarmi un fascino davvero strepitoso, che mi ha suscitato la voglia di tornare in visita in futuro. Nella serata ci siamo spostati a Lubecca per ammirarla di notte nell’oscurità. È una città silenziosa di sera, non movimentata. Anche il centro è pressoché deserto e le saracinesche sono tutte abbassate. Non c’è traccia di locali o osterie. (...) Lubecca mi è apparsa come una cittadina davvero singolare, situata tra stretti canali e caratterizzata da edifici tipici. La veduta panoramica mette in risalto le principali strutture simbolo della città: le sue sette chiese, che si stagliano imponenti verso l’alto e sembrano sovrastare le altre abitazioni. Ciò lascia intendere quanto la religione sia fondamentale per i lubecchesi. Le case sono state costruite mantenendo un’altezza modesta e si tratta perlopiù di villette, tra le quali mi hanno colpito maggiormente quelle che costeggiano i canali. In mattinata ha avuto luogo anche l’incontro con il sindaco della città, a compimento del progetto che è stato motore del nostro viaggio. La sala in cui siamo stati ricevuti, anticamente un tribunale, era meravigliosa, con i suoi lampadari massicci e lucenti e le decorazioni alle pareti raffiguranti le virtù umane. Il sindaco e la sua assistente traduttrice Dorotea ci hanno accolto con calore e presentato Lubecca e le sue tradizioni, offrendoci anche il marzapane, il dolce tipico che viene prodotto artigianalmente nella cittadina.

21 21di 27Pag. Dopo lo scambio dei regali, che ho avuto l’onore di donare personalmente al sindaco, e le foto di routine, si è verificato un momento molto coinvolgente. Accompagnati da Giacomo al pianoforte, Leonardo e Nicole hanno cantato stupendamente e ci hanno trasmesso tante emozioni intense. Poi abbiamo cantato tutti insieme sollecitati dai prof e dal sindaco. È stato sicuramente uno degli episodi più stimolanti emotivamente e in cui mi sono sentita più partecipe. Per il pranzo Dorotea ci ha fatto assaggiare le specialità e i piatti tipici, che però non ci hanno entusiasmato particolarmente. (...) Il pomeriggio è proseguito con un piacevole giro in barca, da cui si muta la prospettiva della città. Passando tra i canaletti, ho notato le casette dei lubecchesi semplici e spoglie, usate nei periodi più caldi dell’anno per la villeggiatura. Le antiche imbarcazioni ancorate in prossimità del porto richiamavano i galeoni o le caravelle del passato periodo coloniale. Una passeggiata per il centro, affollato durante il giorno, ha impresso in me l’immagine di una Lubecca attiva e ospitale, con i suoi negozietti e boutique per i souvenir e i chioschetti con gelato, marzapane e dolcetti, dai quali poter gustare leccornie e acquistare i ricordini della città. Lubecca, con la sua semplicità e naturalezza, si è dimostrata ricca però di sorprese e stupefacenti singolarità. Pace, equilibrio e armonia ne sono padrone e fanno di essa una della cittadine europee più originali e soprattutto uniche. (...) Infine l’ultimo giorno del nostro viaggio ci ha portati a toccare la cittadina di Fussen, che mi ha ricordato tanto i tipici paesini di montagna: il paesaggio, con gli ampi prati nei quali si scorgevano le caratteristiche casette di legno e le vette innevate che si stagliavano in lontananza; l’odore del bestiame al pascolo e il profumo del pane appena sfornato e dell’aria fresca e pura che entra nei polmoni; i negozietti tipici per gli acquisti dell’ultima ora, con le statuette di fate e gnomi del bosco e utensili in legno fabbricati artigianalmente. Il passaggio dalle caotiche città metropolitane ai tranquilli borghi di montagna è stato un vero sollievo.

22 22di 27Pag. Ci siamo poi spostati per fare l’ultima visita programmata al castello di Ludwig II, quella imponente costruzione che ha ispirato la casa cinematografica Walt Disney per il suo logo principale ed ha costituito il modello di tutte le regge delle principesse dei loro cartoni animati. La sua visione da lontano è assai più suggestiva rispetto a quella che si ha avvicinandosi. Si erge tra le montagne, nel cuore del bosco, in un punto in cui la sua imponente presenza domina sul paesaggio sottostante e dà un’atmosfera fiabesca e incantata. Al vederlo mi sono emozionata, perché il mio sogno si era finalmente avverato, poter ammirare la residenza delle principesse le cui avventure avevano accompagnato la mia infanzia. L’interno del castello era qualcosa di surreale e inimmaginabile. Stanze decorate e allestite con dipinti maestosi e altari dorati, lampadari di cristallo incastonati di smeraldi, una vera bellezza, che purtroppo non venne mai utilizzata. Mi sembrava di essere entrata in un’altra dimensione, quella fantastica e magica di un mondo incantato, soprattutto quando mi sono ritrovata dentro una grotta, provvista addirittura di stalattiti, fatta costruire all’interno dello stesso castello. Ho capito il motivo di tanto lusso e fastosità solo quando ho scoperto che il re che aveva ordinato la costruzione della dimora venne ritenuto malato mentale e fatto ricoverare perché uscito di senno. Solamente un pazzo avrebbe potuto infatti desiderare tanto. Nonostante questo ha però realizzato una vera opera d’arte, degna di essere adibita a museo e custodita preziosamente come reliquia del periodo. Il ritorno, tra sintomi di stanchezza e desiderio di prolungare il soggiorno, è stato rapido e in tarda serata siamo giunti a Pesaro. Tanto altro si potrebbe scrivere di questo viaggio ma, nonostante abbia cercato di contenermi e riassumere le parti essenziali, non ho saputo resistere alla tentazione di lasciarmi andare. Spero un giorno di poter rileggere queste pagine e ricordare piacevolmente una delle esperienze che lasceranno un segno profondo nel mio cuore. (Martina Tombari)

23 23di 27Pag. CON FRANCESCO NELLA TERRA DELLE STELLE (maggio 2007) «Un viaggio di due giorni intenso sui sentieri di San Francesco, nei luoghi della sua memoria e nelle comunità che a distanza di otto secoli incarnano il suo ideale di vita. Siamo partiti dalla sua città natale, Assisi, bellissima anche sotto la pioggia. La prima tappa: visita alle carceri, luogo particolarmente suggestivo, carico di silenzio, che favorisce la contemplazione e la preghiera. Per me è stata un’esperienza toccante, da brivido stare davanti alla tomba di San Francesco. Mi commuovo solo al pensiero che in quel sarcofago che mi stava davanti, sono racchiusi i resti di un uomo che ha segnato con la santità della sua vita, otto secoli di storia. Meravigliosa visuale della spianata di Santa Maria degli Angeli che abbiamo potuto ammirare dal porticato del Sacro Convento. Poi l’incontro con le monache di clausura che avevo sempre immaginato come delle “sepolte vive”, è stato sorprendente, intenso e carico di emozione. Credevo di trovarmi di fronte a delle persone tristi. Invece mi ha stupito la gioia impressa nei loro volti luminosi e la felicità che si rispecchiava nel loro sguardo». (Daniele, 3A) «La visita all’eremo di Santa Maria in Val di Sasso per me è stata particolarmente carica di emozioni. Fra’ Enrico, dopo una breve presentazione della vita dei frati nell’eremo, sia al tempo di San Francesco, che oggi, ha ceduto la parola a Fra’ Alessandro il quale parlando dei punti più importanti del Cristianesimo, con una straordinaria semplicità e chiarezza e usando esempi molto concreti, è riuscito a catturare la nostra attenzione. Il suo discorso mi ha entusiasmato perché parlava soprattutto di come affrontare la vita ogni giorno, una vita che non esclude sacrificio e che deve essere improntata su un amore vero e alimentata dalla preghiera personale e comunitaria. Infatti i giovani frati, in questo eremo si ritrovano ogni fine settimana per ristorare lo spirito facendo l’esperienza di Marta e Maria». (Francesca, 3A) «Tutte le creature che sono sotto il cielo, ciascuna secondo la sua natura, servono, conoscono e obbediscono al loro creatore meglio di te, o uomo” (San Francesco). Stando sotto gli alberi secolari nell’Aula Verde, ascoltando il cinguettio degli uccelli e ammirando poi l’immensa vallata verde, ho sentito più che mai vere queste parole di Francesco e ho percepito in me il desiderio forte di fare della mia vita qualcosa di grande». (Rinaldo, 3 I) «Signore fa di me uno strumento della tua pace» (San Francesco).

24 24di 27Pag. CHIAMATI A REALIZZARE IL DIALOGO E L’ACCOGLIENZA RECIPROCA «Il pluralismo religioso è oggi una sfida per tutte le grandi religioni, soprattutto per quelle che si definiscono come vie universali e definitive di salvezza […]. Se non si vuole giungere a nuovi scontri, occorrerà promuovere con forza un serio e corretto dialogo interreligioso». L’affermazione del Card. Martini sottolinea la sfida a cui sono chiamate non solo le grandi religioni, ma anche le varie componenti della società civile, soprattutto la scuola, che ha il compito di formare le nuove generazioni e quindi il futuro. Dialogare significa prendere atto della diversità dell’altro e allo stesso tempo trovare con l’altro un terreno comune di condivisione. Il dialogo autentico è quello che si pone su un piano paritario, presuppone un sincero rispetto per il credo dell’altro, insieme a tanta pazienza e umiltà; ma non rinuncia alla propria capacità critica e fa della diversità un valore autentico di crescita reciproca. Noi ragazzi delle classi 3LF e 2I del Liceo Scientifico “G. Marconi” ci abbiamo provato. Abbiamo, prima di tutto cercato di capire che «occorre creare una educazione e una cultura di rispetto per l’altro. Non è possibile rispettare chi non si conosce, non è possibile condividere un tratto di cammino umano alla ricerca di un senso se non si nutre desiderio di apprendere ciò che brucia nel cuore dell’altro, ciò che lo fa soffrire o gioire. Le convinzioni talmente vitali per lui da condurlo a dare la vita per esse». Questo brano di Enzo Bianchi racchiude, in sintesi, il significato del progetto, a cui abbiamo preso parte. Guidati dai nostri professori di religione : Prof.ssa Suor Maria Stella e Prof. Marco De Carolis, nella prima fase del Progetto abbiamo cercato di conoscere la storia, le idee di fondo, la cultura e le tradizioni delle religioni monoteistiche: l’ebraismo e l’islamismo, nel confronto con il cristianesimo.

25 25di 27Pag. Ci siamo proposti di: Conoscere e scoprire gli elementi culturali, storici, artistici che caratterizzano queste religioni. Conoscere gli elementi essenziali della religione ebraica e islamica, per confrontarli con la religione cristiana. Conoscere elementi comuni e profonde differenze che esistono tra queste religioni. Essere consapevoli delle nostre radici cristiane, dell’identità religiosa, culturale e storica del nostro paese perché l’incontro con le altre religioni sia vissuto alla luce di un orizzonte di condivisione e di autentica solidarietà. Durante le ore di lezione abbiamo approfondito la nostra conoscenza studiando, con l’aiuto dei professori, la storia, la cultura di queste tre religioni. La seconda fase del nostro lavoro prevedeva il viaggio di istruzione a Roma, per visitare i diversi luoghi di culto e per incontrare i responsabili delle rispettive comunità delle tre religioni : per la religione cristiana: la Basilica di S. Pietro per la religione ebraica: la sinagoga per la religione islamica: la moschea. La bella esperienza romana ha avuto tre momenti significativi, tre tappe importanti, che è difficile riassumere in poche righe, ma ci proviamo. La prima tappa: la visita alla grande moschea di Roma, dove siamo stati accolti da una guida, delegata dall’Imam, solo per noi. La moschea ci si è presentata come un edificio imponente. Prima di varcare la soglia del cancello, le ragazze hanno dovuto coprirsi il capo con un foulard o con una sciarpa, come segno di rispetto nei confronti del luogo di culto dove stavamo per entrare. Un particolare che ci ha colpito molto è stata l’assenza di panche o di altri mobili da arredamento e la mancanza di raffigurazioni. Infatti, per la religione islamica, è vietato rappresentare l’immagine di Dio, perché anche se il Dio è unico, non gli si può dare un volto o una iconografia ben precisa. Le uniche scritte che compaiono, rappresentanti versi del Corano, incorniciano tutto il perimetro della moschea. Sull’intera area si estendono dei tappeti azzurri con delle linee gialle, sui quali i fedeli recitano le loro preghiere ogni venerdì. La moschea è divisa in due parti; nella parte centrale si ergono delle colonne formate da cinque rami, che rappresentano i cinque pilastri fondamentali su cui è basato l’islam e questa zona centrale è riservata agli uomini mentre nella parte di sopra pregano le donne e i bambini.

26 26di 27Pag. La seconda tappa è stata la visita alla sinagoga, dove per delega di Rabbino, ci ha accolto una guida e ci ha fatto visitare anche il museo, annesso alla sinagoga. La sinagoga ci è sembrata molto simile alla chiesa cristiana, ma, prima di entrare, tutti gli uomini hanno dovuto indossare una Kippah, un berretto che sta a indicare la loro uguaglianza di fronte a Dio. Al centro e ai lati della struttura vi sono delle panche, con rispettivi cassetti, dove vengono conservati i libri di preghiera. In questo luogo non vi sono raffigurazioni; solo il soffitto è decorato, con un immenso cielo stellato e un grande arcobaleno, simbolo della libertà e della pace. Sopra una porta della sinagoga, c’è la stella di David, emblema principale della comunità ebraica. Un altro simbolo spesso presente nella sinagoga è la Menorah, un candelabro formato da sette bracci. Al centro della struttura, domina un grande altare, vengono conservate le pergamene sacre nei rotoli. Esse, in quanto sacre, non possono essere toccate da nessuno ed è per questo che sono arrotolate su appositi bastoni in legno che vengono aperti dal rabbino nelle celebrazioni. Dopo il loro utilizzo, vengono riposti in un contenitore, su cui viene deposta una corona. Abbiamo anche avuto modo di sentire nel centro di cultura ebraica la testimonianza di un deportato dai campi di concentramento.

27 27di 27Pag. La terza tappa del nostro itinerario è stata la bellissima e grandiosa basilica di S. Pietro, dove la guida ci ha spiegato la storia della basilica e il significato profondo della tomba dell’apostolo Pietro per la fede di tutti i cristiani cattolici. Qui abbiamo vissuto momenti di stupore, anche perché per diversi di noi era la prima volta che entravamo a San Pietro. Abbiamo poi avuto la fortuna e l’ emozione di vedere da vicino il S. Padre Benedetto XVI e molti di noi gli hanno dato la mano. Grazie al lavoro svolto nelle diverse fasi, abbiamo approfondito le nostre conoscenze, e ampliato i nostri orizzonti. Siamo ora più consapevoli della ricchezza e della specificità delle varie religioni monoteistiche e abbiamo anche capito che esistono molti elementi che ci uniscono e su cui possiamo lavorare per costruire un mondo più giusto e percorrere nuove vie della pace. Le parole del Papa Giovanni Paolo II, rivolte ai giovani a Toronto rimangono per noi sollecitazione ed impegno: «Quello che voi erediterete è un mondo che ha un disperato bisogno di un rinnovato senso di fratellanza e di solidarietà umana. È un mondo che necessita di essere toccato e guarito dalla bellezza e dalla ricchezza dell’amore di Dio. Il mondo odierno ha bisogno di testimoni di quell’amore». Il viaggio a Roma poi è stato occasione per maturare la consapevolezza delle nostre radici cristiane, dell’identità religiosa, culturale e storica del nostro paese. Perché solo conoscendo la propria identità è possibile mettersi in dialogo rispettoso e insieme individuare nel nuovo millennio le vie della pace, della collaborazione fruttuosa, della fattiva amicizia e della solidarietà vera. (Michelle e Petra )


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