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Corso Musicoterapia ad indirizzo relazionale Psicologia Generale: Linguaggio, Pensiero ed intelligenza.

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Presentazione sul tema: "Corso Musicoterapia ad indirizzo relazionale Psicologia Generale: Linguaggio, Pensiero ed intelligenza."— Transcript della presentazione:

1 Corso Musicoterapia ad indirizzo relazionale Psicologia Generale: Linguaggio, Pensiero ed intelligenza

2 Il linguaggio La comunicazione umana è strettamente legata ai processi di pensiero, è inscindibile dalla rete di significati ed è creativa; La comunicazione animale serve a trasmettere informazioni necessarie per la sopravvivenza.

3 PROCESSI COGNITIVI L’insieme di funzioni che consentono all’individuo di ricercare e ottenere informazioni dall’ambiente, di trasformarle, di immagazzinarle, in modo da poterle utilizzare in momenti successivi nella propria attività. Comprende la percezione, la memoria, il pensiero, il ragionamento, la concettualizzazione, l’intelligenza. I prodotti dell’attività cognitiva sono le rappresentazioni mentali. Le conoscenze sono contenute nelle rappresentazioni mentali. Le conoscenze vengono costruite attraverso l’interazione con la realtà.

4 Linguaggio: Alcune definizioni.... LINGUAGGIO “sistema simbolico di comunicazione; facoltà di comunicare simbolicamente; capacità cognitiva che ci permette di usare una lingua”COMUNICAZIONE “fitta rete di scambi di informazioni e di relazioni sociali che coinvolgono ogni essere vivente nella vita quotidiana”

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6 Assiomi nella Pragmatica della Comunicazione Umana.

7 Il linguaggio secondo il comportamentismo Ad esempio, secondo Skinner (1957) il linguaggio è un insieme complesso di risposte operanti determinate in un bambino da genitori, insegnanti etc. Il bambino impara a riconoscere e nominare le classi di oggetti (p.es. gatti) perché quando il bambino vede un gatto e dice “gatto” il comportamento viene rinforzato dai genitori, mentre quando dice “cane” i genitori correggono il bambino e non rinforzano questo comportamento verbale. La costruzione delle frasi, l’acquisizione delle regole grammaticali avviene, invece, per osservazione ed imitazione del modello dell’adulto.

8 Grammatica Generativa Noam Chomsky figlia dello strutturalismo; scopo: SPIEGAZIONE e non solo CLASSIFICAZIONE dei fenomeni studiati si considera una branca della psicologia cognitiva: il suo oggetto di studio non è un corpus di testi da analizzare, identificandone strutture e configurazioni, ma…la ‘competenza’ dei parlanti, una facoltà mentale che consente di produrre e riconoscere frasi grammaticali, un aspetto innato, ereditario, caratteristico della specie umana.

9 Perchè generativo-trasformazionale? Perchè le frasi sono GENERATE da un insieme inconscio di procedure, o regole. Un insieme sostanziale di tali regole è di tipo trasformazionale cioè creative. Si parla così di predisposizione genetica al linguaggio, attraverso il LAD (Language Acquisition Device) che permette di cogliere la struttura del linguaggio.

10 struttura superficiale e struttura profonda la vecchia porta la sbarra la vecchia legge la regola significati diversi struttura superficiale sequenza di suoni o grafemi che può essere segmentata in parole forma finale di una frase struttura profonda contiene le informazioni necessarie alla trasmissione del significato

11 F SN + SV riscrivi Frase come Sintagma Nominale + Sintagma Verbale SN Art + N (+ Agg) riscrivi Sintagma Nominale come Articolo + Nome + Agg SV V + SN riscrivi Sintagma Verbale come Verbo + Sintagma Nominale V suona, mangia, dorme …. N bambino, flauto, cane …. Art il, una, le …. F SN SV ArtN V SN ArtN ilbambinosuonail flauto regole di riscrittura frasi con struttura identica possono avere diverso significato il cane raspa la terra Andrea suona la batteria

12 regole trasformazionali F SN SV ArtN V SN ArtN ilbambinosuonail flauto ilflautosuonatodalbambinoè Sintagma Nominale Sintagma Verbale Sintagma Preposizionale frasi con identico significato possono avere struttura sintagmatica differente T- passivo

13 IL LINGUAGGIO: ASPETTI STRUTTURALI ASPETTIFONEMICI MORFO-SINTASSI LESSICO REGOLEFONOLOGICHE PRODUZIONE COMPRENSIONE LIVELLOSEMANTICO O CONCETTUALE

14 Comprensione 1. Percettiva ; Varie teorie la più recente riguarda la selezione lessicale: i primi suoni attiverebbero rappresentazioni ipotetiche che sono verificate con i suoni successivi fino all’individuazione di un’unica parola. 2. Sintattica; Posizionamento delle parole; Costruzione del significato della frase durante l’ascolto; 3. Semantica; Comprensione del significato attraverso il lessico mentale; Valutazione delle componenti del discorso in base alla relazione ascoltatore/parlante.

15 L’accesso lessicale Modelli ad attivazione (vs. a ricerca seriale) Il lessico mentale come una rete di nodi lessicali con diversi gradi di attivazione (priming = preatti-vazione; frequenza -> maggior facilità di attivazione) L’attivazione si diffonde da un nodo a quelli collegati (priming semantico: ‘bug’ preattiva sia ‘insect’ che ‘spy’; dislessia profonda) Si ha selezione per competizione tra i nodi attivati (cf. errori di sostituzione, blend)

16 Lessico mentale Insieme di indicazioni sulle parole che include informazioni: 1. Semantiche; 2. Sintattiche; 3. Dettagli formali. La comprensione di significato è organizzato per reti associative in cui le parole rappresentano nodi concettuali; La forza delle connessioni e la distanza tra i nodi sono determinate dalle relazioni associative; Le parole più usate sono più facilmente disponibili.

17 L’accesso lessicale leoneleopardo /le'one/ criniera felino predatore LEONE:N,m. Livello concettuale Livello del lemma Livello del lessema

18 -Pianificare il discorso (decidere, ad esempio, se si vuole raccontare una storia o chiedere perdono a qualcuno); - Pianificare la frase (decidere: (a) il contenuto proposizionale, ossia il significato; (b) il contenuto illocutorio, la forza; (c) la struttura tema-rema; noto- ignoto); - Pianificare i costituenti (unità che sono meno di una frase e più di una parola, ossia costituenti, i sintagmi); Produzione: Pianificazione

19 Produzione 1. Macro-programmazione; Organizzazione gerarchica degli obiettivi comunicativi nell’ordine più funzionale. 2. Micro-programmazione; Organizzazione sintattica funzionale agli obiettivi; 3. Contenuto preposizionale; I concetti che si vogliono esprimere attraverso le unità di significato; 4. Programmazione fonetica ed articolatoria.

20 Linguaggio ed emozione “la mia esperienza di osservazione dei bambini mi ha convinto che persino le capacità generalmente innate come apprendere il linguaggio, devono avere una base emotiva per acquisire scopo e funzione. In un bambino incapace di emettere ricevere segnali sociali ed emotivi, anche la capacità di usare il linguaggio si svilupperà in maniera scarsa e spesso frammentaria. L’esperienza mi ha insegnato che, prima di arrivare a collegare in maniera appropriata le parole il bambino deve collegare un senso di finalità di intenzione emozionale al proprio comportamento.” S. I. Greenspan

21 Linguaggio e musica Come è innata la predisposizione al linguaggio è naturale la predisposizione ad acquisire competenza musicale; Musica e linguaggio condividono funzione e strutture formali; Entrambi usano dei simboli per arrivare a frasi ed utilizzano una punteggiatura, un ritmo.

22 Linguaggio e Pensiero.

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24 Pensiero: la Formazione dei concetti Il pensiero è la facoltà di conoscere e comprendere gli aspetti generali e universali delle cose, senza dipendere immediatamente, e di volta in volta, dalle singole cose e dagli aspetti isolati con cui esse ci appaiono. Si tratta cioè della capacità di cogliere il reale per "astrazione La formazione di concetti è un’attività psichica che ci aiuta a semplificare il mondo, in quanto permette di considerare singoli stimoli separati come appartenenti a classi o categorie attraverso i processi di astrazione e generalizzazione; L’operazione di categorizzazione può essere immediata o frutto di una ricerca attiva; Il processo di classificazione può avvenire in base a caratteristiche: Formali; Funzionali; Affettive; Relazionali.

25 Greenspan, categorizzazione e reti neuronali Lavorando con bambini con vari problemi, che conoscevano i numeri e sapevano fare i conti, ha riscontrato che numeri e calcolo non avevano significato a meno che non venissero create esperienze emotive relative alla quantità. La registrazione in doppio codice, per cui ogni esperienza sensoriale viene etichettata: per le sue proprietà fisiche (luminosità, grandezza, forza, levigatezza…) per le qualità emotive (può essere recepita come confortevole o fastidiosa, rassicurante o innervosente) permette di archiviare e categorizzare le innumerevoli esperienze in un archivio crociato, una specie di catalogo mentale di fenomeni e sentimenti che vengono, all’occorrenza, richiamati. Ogni poppata ad esempio, inserita sia alla voce “mangiare” sia a “stare vicino alla mamma”, si somma ad altre esperienze per formare una descrizione ricca e dettagliata, ma intrinsecamente soggettiva e personale, dei mondi sensoriali ed emozionali del bambino. Questo catalogo interiore: etichetta, organizza, archivia, recupera e, soprattutto, dà senso alle esperienze e guida nelle successive, funzionando come un organo sensoriale che vaglia, organizza e produce idee sulle esperienze fatte, ancora prima che sia possibile rappresentarle per mezzo di parole e simboli. Persino la capacità di astrazione, il senso di causalità e di logica, si radicano nelle emozioni. L’astrazione si produce con la capacità di fondere diverse esperienze emotive in un unico concetto integrato.

26 Problem Solving: Stato iniziale Come si presenta la situazione nel momento in cui il problema è denunciato Stato finale Il risultato che desideriamo ottenere Operazioni L’insieme delle azioni che possono essere applicate allo spazio del problema al fine di condurlo dallo stato iniziale a quello finale Vincoli Gli ostacoli che rendono difficile la trasformazione dello stato iniziale in quello finale

27 Perché il pensiero creativo raggiunga una soluzione efficace e praticabile, la dinamica del pensiero divergente e convergente deve articolarsi come una successione di fasi: FASE 1. Pensiero divergente FASE 2. Pensiero convergente Numero di idee prodotte

28 OSTACOLI AL PENSIERO DIVERGENTE 1. Fissità funzionale Tendenza a impiegare gli elementi del problema secondo il loro uso comune, mentre la soluzione richiede che tali elementi vengano impiegati in modo insolito. Quando si supera una situazione di fissità funzionale avviene quello che viene definito il ricentramento: l’oggetto assume una nuova funzione. 2. Meccanizzazione del pensiero Consiste nel ripetere la medesima strategia già attuata con successo nel passato.

29 INTELLIGENZA E’… (secondo la mentalità comune) Capacità di pensiero logico, di astrazione e abilità verbale di astrazione e abilità verbale Essere cauti e prudenti nelle relazioni sociali relazioni sociali Rispetto delle tradizioni, leggi e divieti e divieti Risolutezza nelle scelte, buon profitto scolastico e calligrafia profitto scolastico e calligrafia In Europa e USA In Zimbawe In Niger In Giappone

30 Intelligenza Capacità di adattarsi all’ambiente Modificare l’ambiente per adattarlo L’intelligenza è unitaria (fattore G) E' fatta da molte capacità (fattori) Ci sono molte intelligenze a pari merito Intelligenti si nasce/si diventa.

31 Teorie scientifiche esplicite 2 approcci allo studio dell’intelligenza Unitario Teorie strutturaliste di tipo psicometrico (test QI) Teorie UNITARIE-GLOBALI MATURATIVE : La Teoria Piagetiana (J. Piaget, Cognitivismo) Teorie fattoriali Multiplo Teoria delle Intelligenze Multiple (H. Gardner) Teoria Triarchica dell’intelligenza (R. Sternberg)

32 Teorie fattoriali dell’intelligenza: Spearman (1904) In qualsiasi prestazione cognitiva intervengono due fattori: un fattore g, generale, che interviene in tutte le più diverse prestazioni cognitive; un fattore s, specifico di una particolare abilità cognitiva. La performance è data dall’intervento di una capacità mentale generale (g) e di un’attitudine mentale specifica (s)

33 Teorie fattoriali dell’intelligenza: Thurstone (1938) Riteneva il fattore g di Spearman troppo riduttivo e propose una teoria multifattoriale dell’intelligenza secondo cui la prestazione ad un test dipende da un certo numero di abilità primarie che si combinano tra loro e generano le più differenti attività di pensiero. Le 7 abilità primarie individuate, in teoria, sono indipendenti e non riconducibili ad una dimensione unitaria: 1) Visualizzazione di figure geometriche in diverse posizioni dello spazio (S); 2) Rapidità nel calcolo numerico (N); 3) Rapidità nella percezione dei dettegli (P); 4) Capacità di cogliere idee e significati (V); 5) Fluidità verbale (W); 6) Memoria di parole, lettere e numeri (M); 7) Abilità intuitiva (I )

34 Teorie fattoriali dell’intelligenza: Guilford Ipotizza l’esistenza di 120 fattori di base o abilità primarie. In particolare, la struttura dell’intelletto è vista come il prodotto dell’interazione di tre processi, dalla cui combinazione derivano le diverse abilità. La combinazione delle categorie dei tre processi (5x4x6) dà luogo alle 120 abilità primarie.

35 Guilford: i processi 1. Operazioni intellettuali: riguardano la gestione e l’elaborazione che le nuove informazioni e conoscenze subiscono e sono 5: cognizione, memoria, produzione convergente, produzione divergente, valutazione; 2. Contenuti: si riferiscono al particolare tipo di informazione elaborata dalle operazioni e abbracciano 4 categorie: figurale, semantica, simbolica, comportamentale; 3. Prodotti: rappresentano il risultato finale, l’output dell’individuo e riguardano 6 categorie: unità, classi, relazioni, sistemi, trasformazioni, implicazioni.

36 Gardner: la teoria delle Intelligenze Multiple 1) Lo psicologo H. E. Gardner ha elaborato un modello fondato sull’idea che esistano una pluralità di intelligenze, relativamente indipendenti l’una dall’altra, per cui un individuo può essere particolarmente dotato in una di queste e povero in un’altra. 2) Definisce l’intelligenza come un “potenziale psicobiologico volto a risolvere problemi o a dar forma a prodotti che hanno valore in almeno un contesto culturale”. 3) Inizialmente, non vi sono differenze particolari tra le persone, seguire percorsi evolutivi diversi determinerà differenze anche in rapporto a competenze intellettive.

37 Gardner: Le 8 qualità dell’intelligenza 1) Intelligenza linguistica (es. scrittori e poeti); 2) Intelligenza musicale (es. musicisti e compositori); 3) Intelligenza logico-matematica, usata nelle scienze, nella matematica e filosofia; 4) Intelligenza spaziale, essenziale per l’arte, la navigazione. 5) Intelligenza corporea cinestesica, propria di danzatori, atleti, artigiani; 6) Intelligenza interpersonale, la sensibilità nei riguardi degli altri; 7) Intelligenza intrapersonale, la conoscenza e la consapevolezza di sé. 8) L’ intelligenza naturalistica che consiste nella capacità di riconoscere gli oggetti della natura: esseri viventi, rocce, nuvole o i diversi tipi di tempo atmosferico. Le persone possiedono in misura diversa tutti questi tipi di intelligenza, perciò non ci sono due persone di intelligenza uguale.

38 Teoria tripartita dell’intelligenza (Sternberg, 1985) analitica pratica creativa Analizza- confronta- valuta Applica-usa- utilizza Crea-progetta - inventa

39 La misura dell’intelligenza La Scala Binet – Terman permette di definire il Q.I. attraverso il rapporto tra età mentale ed età cronologica per 100; D. Wechsler ha elaborato un nuovo tipo di test da cui sono derivati il WAIS per gli adulti e il WISC per bambini ed adolescenti, che prevedono test verbali e di esecuzione.

40 Binet: L’età mentale Binet introdusse il concetto di età mentale. Infatti, aveva osservato che vi è un normale incremento delle capacità mentali associato all’età. L’idea alla base del test creato da Binet era che un bambino di 5 anni “medio” sarà in grado di risolvere problemi idonei a quella fascia d’età, ma non quelli adeguati ad un bambino di 7 anni. Se il bambino ha un’EM superiore a quella cronologica sarà più intelligente dei bambini della sua stessa età, se l’EM è inferiore avrà dei deficit intellettivi. Critica: L’EM ha sempre lo stesso significato, cioè è possibile che bambini di età diverse abbiano la stessa EM (per es. un bambino di 5 anni con EM 7 e un bambino di 10 anni con EM 7), ma dire che hanno lo stesso tipo di intelligenza è assai improbabile!

41 Il QI di rapporto Il QI o Quoziente intellettivo fu introdotto per superare i problemi legati al concetto di EM. In questo modo era possibile specificare l’esatta collocazione di un individuo rispetto ai soggetti della stessa età. QI= 8/7*100=114 QI = EM / EC * 100

42 Critica al QI di rapporto Il QI di rapporto permette di esplicitare in maniera chiara il rapporto tra età mentale ed età cronologica, si tratta di un punteggio su scala ordinale ed esprime la posizione del soggetto rispetto alla media di un campione ritenuto rappresentativo della popolazione di riferimento. Ma il QI di rapporto è strettamente legato al tipo di test che viene somministrato, in realtà nessun tipo di test riesce ad esplorare tutti gli aspetti del complesso costrutto che noi chiamiamo intelligenza. Il QI di rapporto va sempre rapportato alle singole prove che costituiscono il test.

43 QI di deviazione  Tutti i punteggi delle diverse scale che compongono il test vengono trasformati in misure con la stessa x e la stessa ds, consentendo di confrontare sia i punteggi di soggetti di età differente, sia i punteggi ottenuti nei test differenti, ovviando così ai limiti evidenziati dal QI di rapporto.  Originariamente, QI = EM/EC x 100  QI di deviazione = punteggio su scala normalizzata, con M = 100 e DS = 15 Viene calcolato sulla deviazione standard dalla media e venne introdotto da Wechsler nel 1939 con la pubblicazione della prima scala Wechsler-Bellevue. I QI di deviazione viene calcolato con punti standard con media (x) 100 e deviazione standard (ds) 15.

44 Le scale di intelligenza di Wechsler  Wechsler definisce l’intelligenza come “La capacità generale di un soggetto di capire e far fronte al mondo circostante”.  Egli concepisce l’intelligenza come entità globale, un’entità multideterminata e multisfaccettata.  L’intelligenza viene dedotta dal modo in cui abilità come il ragionamento, la memoria, la fluidità verbale si manifestano nelle diverse condizioni.  WAIS (Wechsler Adult Intelligent Scale)  WISC (Wechsler Intelligence Scale for Children)  WPPSI (Wechsler Preschool and Prymary scale of intelligence)

45 Test Verbali: 1) Informazioni 3) Somiglianze 5) Aritmetica 7) Vocabolario 9) Comprensione 11)Memoria di cifre Test di Performance: 2) Completamento di figure 4) Storie figurate 6) Disegno con i cubi 8) Ricostruzione di oggetti 10) Cifrario 12) Labirinti

46 L’intelligenza del cuore. L’intelligenza è la capacità di creare idee da esperienze emotive vissute e di riflettervi e di capirle in un contesto di altre informazioni. “I concetti non possono essermi semplicemente presentati, essi devono essere intrecciati dentro la struttura del mio essere e questo può essere fatto solo attraverso la mia stessa attività.” Mary P. Follett


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