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Gestione alimentare dell’asino

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Presentazione sul tema: "Gestione alimentare dell’asino"— Transcript della presentazione:

1 Gestione alimentare dell’asino
Origini dell'asino Tipologie e gestione degli allevamenti in Italia Alimentazione dell’asino Patologie da disordini alimentari Alimentazione e qualità del latte d’asina

2 Introduzione Dal giorno della sua domesticazione (5000 anni a.C.), l’asino ha svolto il ruolo di mezzo di trasporto di prodotti agricoli e artigianali e, contemporaneamente, di macchina da lavoro. Un ruolo, apparentemente del tutto secondario, è stato quello della produzione di latte, ma sin dai tempi più antichi era noto come esso fosse il più simile al latte materno. Oggi l’asino è tornato prepotentemente alla ribalta per produzione del latte che oggi riveste un notevole interesse pratico ed economico nell’alimentazione umana, nell’industria farmaceutica e dei cosmetici onoterapia, che tende a sperimentare modalità di promozione della salute umana attraverso strumenti operativi accessibili ad ampie fasce di popolazione onoturismo attività che riesce a valorizzare le risorse del territorio creando sinergie e con le realtà territoriali.

3 Gli asini, si caratterizzano per
L’esigenza principale dei medici veterinari chiamati in causa per tutelare la salute dell’asino, è quella di cercare quanto più materiale possibile sulla gestione di questa “nuova” specie. Gli asini, si caratterizzano per rusticità, frugalità e resistenza alle malattie maggiore tolleranza alla disidratazione e rapida re-idratazione rispetto ad altri animali buona capacità di utilizzazione degli alimenti grossolani.

4 Consistenza capi allevati
In molti Paesi del sud Europa, come l’Italia, storicamente la popolazione di asini è sempre stata elevata. L’asino veniva utilizzato unicamente come animale da lavoro (basto, soma, tiro) ed era considerato indispensabile nel mondo rurale; l’industrializzazione e la diffusione di macchine agricole hanno reso l’asino sempre meno “utile” cosicché, anche in nazioni come l’Italia questo animale ha rischiato l’estinzione. In Italia negli anni ‘40 erano presenti circa asini la consistenza decrebbe del 96% con solo capi censiti nel 1996 a partire dal 2000 si è avuta una inversione di tendenza con un rapido e costante aumento del numero di asini che ha permesso di salvare dall'estinzione diverse razze asinine italiane negli ultimi cinque anni, si è avuto un aumento di circa il 30% del numero di asini e oggi, se ne contano più di capi.

5 Da circa un decennio quindi, l’asino sta vivendo una nuova popolarità grazie alla cultura volta alla salvaguardia dell’ambiente, alla riscoperta di vecchie tradizioni, al bisogno di un contatto sempre più diretto con la natura Sono sempre più numerosi i campi di utilizzo dell’asino, come la terapia assistita con gli animali (onoterapia) e nel settore del turismo (onoturismo) con il trekking someggiato con la costituzione di onovie.

6 Il principale interesse oggi è rivolto alla produzione di latte da utilizzare nel settore della cosmesi e per l’alimentazione umana, in particolare dei bambini intolleranti al latte vaccino. Questa riscoperta dell’asino ha determinato la nascita di veri e propri “allevamenti di asini” in diverse parti d’Italia, trasformando questo animale in una specie prettamente “zootecnica” inclusa negli equidi DPA (Destinato alla Produzione di Alimenti per il consumo umano).

7 Origini dell’asino L’antenato da cui l’asino discende (lo stesso del cavallo) è l’Eohippus o Hyracoterium, compare sulla terra in Nord America milioni di anni fa. Era assimilabile a un gatto, alto circa cm al garrese, dotato di barre (lo spazio di gengiva privo di denti che separa gli incisivi dai molari) appena accennate e munito di quattro dita sull’arto anteriore e tre sul posteriore, con unghia solo sul terzo dito. L’habitat in cui viveva era quello delle paludi primordiali, pertanto era necessaria una zampa fornita di dita per fare presa e potersi muovere agilmente su suolo molle ed umido. L’animale era presumibilmente un onnivoro, data la sua dentatura con molari corti e arrotondati. Man mano che il territorio diventò più secco, e cominciarono ad apparire le steppe, e con loro numerosi predatori delle terre asciutte, l’Eohippus fu spinto ad acquisire una maggiore velocità per sopravvivere.

8 Contemporaneamente la dentatura subì un cambiamento: il tipo originale di dente onnivoro, con molari corti e arrotondati, caratteristico dei primi momenti della linea evolutiva, si trasformò progressivamente nei denti comunemente osservati negli erbivori, con molari allungati (fino ai 100 mm), a sezione pressoché quadrata, e una superficie masticatoria piatta. Il collo relativamente corto si allungò, parallelamente all’allungamento delle gambe, in modo da risultare più idoneo a procurarsi il cibo brucando nelle praterie, e anche il resto del corpo crebbe in dimensioni. Tra i 2 e i 4 milioni di anni fa le linee evolutive di cavallo e asino si separano.

9 Il progenitore dell’asino si spost nella parte meridionale dell’Asia, colonizzando le attuali regioni settentrionali di India e Tibet, e dell’Africa settentrionale. L’asino si è sviluppato in territori poco facili per correre, più duri, più rocciosi, più scomodi anche per individuare un potenziale pericolo: pertanto l’adattamento ambientale lo ha dotato di un fisico più minuto, con falcata meno ampia e più lenta, che gli permettesse diarrampicarsi e di muoversi in agilità su terreni difficili. Il branco non poteva vivere riunito, dato che lo spazio era esiguo e il cibo non facilmente reperibile. Pertanto i progenitori asinini si organizzarono socialmente in gruppi di tre quattro soggetti, sparpagliati nell’ambiente e mimetizzati. Questo comportamento è tutt’ora facilmente distinguibile negli asini che vivono allo stato brado. Gli antenati asinini svilupparono psicologicamente la capacità di analizzare e rispondere in modo obiettivo e diverso all’emergenza, anche restando semplicemente fermi, qualora non fosse stata possibile la fuga. Per questa sua natura “cogitabonda” l’asino non impara come il cavallo, ma tende a pensare indipendentemente dal resto del branco e ad analizzare singolarmente ogni nuova situazione.

10 Classificazione VERTEBRATO MAMMIFERO PERISSODATTILO EQUINO
Asino Cavallo Zebra Emione Onagro Mulo Bardotto VERTEBRATO MAMMIFERO PERISSODATTILO EQUINO Erbivoro monogastrico

11 Mulo e bardotto Ibridi nati dall’incrocio: asino maschio con cavalla (mulo) e cavallo maschio con asina (bardotto). Appositamente creati dall’uomo per mescolare le doti di resistenza e rusticità dell’asino con quelle della velocità del cavallo. Morfologicamente Mulo: testa pesante, orecchie lunghe, coda asinina Bardotto: testa leggera, orecchie piccole, coda cavallina, ridotte dimensioni e scarsa resistenza alla fatica. I maschi sono sterili, mentre le femmine possono a volte partorire. Spariti dalla circolazione con la loro “dismissione” dagli eserciti sono tornati in auge con l’introduzione delle zone parco in Italia dove specialmente i muli, vengono allevati ed utilizzati per raccogliere la legna in zone impervie della montagna, inaccessibili ai mezzi meccanici.

12 Razze allevate in Italia
Amiata (52 allevamenti per un totale di 984 animali) Ragusano (195 allevamenti per 2008 animali) Sardo (10 allevamenti per 1132 animali) Romagnolo (50 allevamenti per 364 animali) Asinara (6 allevamenti14 per animali) Pantesco (2 allevamenti per 64 animali) Martina Franca (86 allevamenti per 660 animali)

13 Asini, Muli e Bardotti allevati in Italia dal 2003 al 2008
REGIONI 2003 2008 DIFFERENZA (%) Lombardia 1983 4533 +129 Campania 4547 4500 -1 Lazio 2560 4330 +69 Abruzzo 2866 3155 +10 Sicilia 1723 2855 +66 Veneto 736 2628 +257 Piemonte 1831 2547 +39 Emilia Romagna 1743 2420 Puglia 1145 1891 +56 Toscana 1275 1848 +45 Marche 802 954 +19 Sardegna 4159 941 -77 Basilicata 680 840 +24 Liguria 490 733 +50 Trentino A. Adige 222 615 +177 Calabria 603 517 -14 Umbria 440 507 +15 Friuli V. Giulia 167 189 -47 Molise 335 166 -50 Valle D'Aosta 200 70 -65

14 Tipologie e gestione degli allevamenti
Le modalità di stabulazione dell’asino possono variare molto a seconda del fine per il quale viene allevato. L’asino è un animale rustico, ben adattato a convivere con l’ambiente esterno, a patto che non vi sia un’eccessiva umidità, e pertanto ha bisogno di poter stare diverse ore all’aperto. Riprodurre in allevamento un ambiente naturale è impossibile, ma adottare una serie di accorgimenti che rispettano e non mortificano il comportamento naturale è possibile e addirittura rende più facile la gestione degli animali. L’asino è per natura un animale gregario, forma gruppi al cui interno vengono definite gerarchie che sono fondamentali per la stabilità del gruppo stesso; in natura è una preda e come tale di fronte al pericolo reagisce con la fuga e difficilmente ha comportamenti aggressivi, tranne in sporadici casi in cui vengono percepiti pericoli esterni (es. molto spiccato il senso di protezione madre-figlio e stallone-gruppo).

15 I sistemi di allevamento della specie asinina possono essere diversi ma per una buona salute dello stesso il più utilizzato è quello a stabulazione libera, infatti l’asino è un animale che soffre molto lo stress, che si manifesta frequentemente nel caso in cui rimanga chiuso in box per più di un giorno ha bisogno del contatto sociale ha bisogno di movimento. Il pascolo ideale è senza dubbio un ambiente boschivo con vegetazione molto folta; nel bosco l’animale può trovare un riparo dalle intemperie e un’alimentazione sufficiente fino all’arrivo della prossima primavera. Al contrario del cavallo, l’asino riesce a mordere e a nutrirsi di materiale legnoso fino a un diametro di mm. L'acqua viene distribuita o con abbeveratoi molto grandi a riciclo continuo, o con beverini a pressione che ne garantiscono pulizia e freschezza.

16 Il fabbisogno di un asino è di circa 2 ettari di terreno incolto o, in alternativa, di mezzo ettaro di prato stabile; è importante suddividere il campo in più appezzamenti, con delle recinzioni, per poter spostare gli animali da un campo all'altro in maniera da permettere all'erba di rigenerarsi. È necessario attrezzare l'ambiente con ricoveri per la notte che garantiscano all'animale un buon riparo dall'umidità, verso la quale è particolarmente sensibile . Qualora il sistema di allevamento prevede la realizzazione di paddock, essi devono essere in numero sufficiente alla realizzazione di gruppi stabili. Gli asini essendo animali rustici necessitano, all’interno dei paddock, di semplici ricoveri, che li proteggano dal gelo o dai venti di scirocco in funzione dei fattori climatici limitanti del territorio di allevamento. La possibilità di usufruire di pascolo o di altri spazi aperti è sempre auspicabile per il benessere degli animali.

17 La divisione degli spazi in azienda deve essere funzionale alla vita sociale, riproduttiva e produttiva dell’animale e, la realizzazione di altri spazi dipende dalle finalità dello stesso. In Italia, l'asino viene allevato per tre finalità: attività tipo riabilitativo-educativo, ludico-didattiche (per es. fattorie didattiche, agriturismo) e terapeutiche assistite dagli animali (onoterapia) turismo eco-compatibile (onoturismo) reddito con produzione di latte (anche per uso cosmetico) e carne.

18 Caratteristiche riproduttive dell'asina
Le femmine d'asino raggiungono la maturità sessuale ad un'età variabile tra gli 8 e i 24 mesi, a causa dell'influenza di diversi fattori (fotoperiodo, ambiente, temperatura, alimentazione), fattori che rendono variabile anche la stagionalità riproduttiva. La gravidanza dura in media tra i 365 e i 376 giorni La lattazione dura dai 4 ai 6 mesi e, nel primo mese successivo al parto, l'asina produce una quantità di latte pari al 2,5% del proprio peso. Tra il secondo e il terzo mese, questa quantità aumenta fino al 3,5% del peso, per poi diminuire nuovamente tra il quarto e il quinto mese ad una produzione del 2% del peso.

19 Il latte di asina è un prodotto antico, utilizzato da sempre
Allevamento da latte Il latte di asina è un prodotto antico, utilizzato da sempre Attualmente la comunità scientifica eredita dalla tradizione storica l’importanza del latte di asina come sostituto del latte umano, studiandone le potenzialità, al fine di utilizzarlo con giusto metodo. L’impiego del latte di asina, nel senso più generico, è stato per certi versi condizionato da alcuni aspetti quali: nel collettivo immaginario utilizzare, per l’alimentazione, un latte diverso da quello vaccino, provoca molte perplessità non tutti conoscono le qualità e l’impiego possibile del latte di asina il latte di asina è difficile da reperire la mancata commercializzazione su larga scala, del latte di asina, penalizza questo prodotto su più aspetti un prezzo piuttosto elevato (10 euro/litro).

20 I fattori più importanti sono:
L’utilizzo del latte di asina nell’immediato futuro, con la risoluzione di questi punti e soprattutto con l’apporto di un quadro legislativo efficace, si ipotizza possa migliorare. Per la produzione di latte d’asina non esistono indicazioni specifiche riguardanti le caratteristiche che l’allevamento dovrebbe avere per aspirare a diventare un'attività zootecnica efficiente ed economicamente sostenibile e in più, anche a livello normativo, esistono ancora aspetti che necessitano di ulteriori ricerche e approfondimenti. I fattori più importanti sono: il contesto ambientale in cui l'allevamento è inserito l'attenta gestione dell'allevatore la riproduzione l'alimentazione L'obiettivo è quello di avere una produzione costante per tutto l'anno e quindi, dal punto di vista riproduttivo, avere parti e lattazioni altrettanto distribuite.

21 Per quanto riguarda gli spazi dedicati alle attività svolte nell'allevamento da latte, normalmente si prevedono: la zona per la produzione del latte, che comprende: sala d'attesa e di uscita dalla mungitura, sala di mungitura vera e propria e locale per la raccolta del latte, munito di sistema di refrigerazione ed eventuale pastorizzazione del latte; la zona per la riproduzione, che comprende: zona monte, zona visite, zona di stabulazione dei riproduttori, zona pre-parto e parto e zona allattamento; la zona svezzamento e allevamento della rimonta, con un accesso all'esterno (o un ricovero nel caso in cui fosse situata all'esterno); le zone funzionali alla gestione tecnica, che comprendono: magazzino attrezzature e stoccaggio degli alimenti e zone e strutture di stoccaggio delle deiezioni, entrambe poste al riparo dalle intemperie e dai parassiti; le zone funzionali alla sicurezza sanitaria, che comprendono: box infermeria e zona di quarantena, separate fisicamente dal resto della mandria per evitare il diffondersi di eventuali infezioni.

22 Per quanto riguarda la mungitura vengono praticate, per la maggior parte mungiture manuali o adattati impianti usati per gli allevamenti ovi – caprini (a carrello o a secchio). Subito dopo la mungitura, il latte deve essere immediatamente filtrato, imbottigliato e refrigerato a temperature comprese tra 0 e 4 C°, al fine di migliorare la conservabilità del prodotto ed evitare possibili alterazioni. La quantità media di latte ottenuta dall'asina può variare da 300 a 750 ml per mungitura, con picchi di 1500 ml in base alla mole dell'animale. o la sera. Per ottenere una buona qualità del latte (grassi e lattosio) si preferisce effettuare mungiture ogni 3 ore, simulando l'allattamento naturale. I contenuti in grasso e lattosio, aumentano significativamente nelle mungiture effettuate durante il pomeriggio o la sera.

23 Onoterapia L'Ippoterapia è la più antica pratica terapeutica (3000 a.C.) che utilizza gli animali; conosciuta e praticata per curare insonnia, paralisi o epilessia. In questi ultimi anni, con il notevole sviluppo della pet-therapy, si è giunti anche all'onoterapia (utilizzo degli asini), grazie ai risultati ottenuti soprattutto dallo studio etologico dell'animale, che ha permesso la conoscenza dei suoi comportamenti, delle sue reazioni e della sua indole. L'asino è un animale versatile, con un'ottima cavalcatura, che si lascia attaccare al carro e agli attrezzi da lavoro senza difficoltà e si mostra sempre disponibile alla fatica. È un animale ideale per i bambini, in quanto è lento, sicuro e non ha reazioni nevrili; è socievole, curioso e paziente. I ragazzi sono gli addestratori migliori per l'asino, che al contrario del cavallo, non ha bisogno della “doma”. Altre caratteristiche a favore di quest'animale sono le dimensioni (vi sono razze di appena 90 cm al garrese) la prudenza, in quanto l'asino aggira gli ostacoli e in situazioni di pericolo il carattere abitudinario, che gli consente di memorizzare alla perfezione movimenti e comportamenti.

24 Queste sue caratteristiche lo rendono particolarmente adatto al lavoro terapeutico – relazionale, offrendo il massimo della sicurezza. In ogni caso, la scelta dei soggetti va fatta sempre da personale esperto, evitando l'utilizzo di maschi interi, che in presenza di un'asina, potrebbero risultare pericolosi. In base alle caratteristiche sopra descritte, l'asino risulta particolarmente adatto per quei disturbi che hanno alla base una difficoltà nella sfera dell'emotività, ossia bambini iper-cinetici depressi aggressivi bulimici o anoressici affetti da “Sindrome di Down” con disturbi del sonno e dell'attenzione.

25 Onoturismo (o trekking someggiato)
Ha il sapore di altri tempi, quando spostarsi da un posto ad un altro con carichi di vario genere non era un passatempo ma faceva parte della normale vita quotidiana. È un modo nuovo, quanto antico, di passeggiare nella lentezza dei movimenti del corpo e del pensiero e, oggi come allora, l'asino, compagno di viaggio, porta carichi alleviando le fatiche dell'uomo. Camminare con l'asino vuol dire rallentare... Passeggiate di gruppo che coinvolgono tutta la famiglia insieme su sentieri di campagna per avere l'opportunità di riscoprire il bisogno che abbiamo di relazioni umane. A passo d'asino significa passo lento, nel rispetto dei ritmi della natura e dell’ambiente, per riscoprire il territorio.

26 Alimentazione dell’asino
Comportamento alimentare Anatomia e fisiologia dell'apparato digerente Processi digestivi fisici e chimici Fabbisogni nutrizionali dell’asino Razionamento pratico Body Condition Score (BCS) Asini Anziani Coprofagia

27 L'asino è un animale particolarmente frugale, può essere definito un buon “trasformatore biologico”, può cioè utilizzare alimenti fibrosi, poveri in sostanze nutritive, e trasformarli in prodotti (latte e carne) di ottima qualità e a basso costo  può rappresentare una fonte di reddito per gli allevatori. L'asino costituisce un ruolo importante nella gestione e manutenzione del territorio essendo in grado di sfruttare pascoli poveri di alta collina e di montagna, non utilizzabili da altre specie animali e quindi destinati all'abbandono e al degrado.

28 L’alimentazione dell’asino subisce notevoli differenze a seconda delle modalità di allevamento, tuttavia non bisogna mai dimenticare che l’asino è un animale parco, che non abbisogna di integrazioni eccessive nella sua dieta, che è in grado di sostentarsi semplicemente con paglia e fieno, anzi che ne ha bisogno per il corretto funzionamento della sua flora intestinale; si è sviluppato in un ambiente desertico, dove la vegetazione disponibile è secca e sparsa, e pertanto si è adattato ad ingerire grandi quantità di fibra e a camminare anche a lungo alla ricerca del cibo. Per questo motivo l’asino che non fa attività e non è libero di muoversi ingrassa facilmente e altrettanto facilmente può manifestare patologie legate all’accumulo di eccessi dei fattori nutritivi. L'alimentazione è un aspetto fondamentale nella gestione di un allevamento di asini e per poter effettuare un corretto razionamento è necessario conoscere il comportamento alimentare e le esigenze nutrizionali degli animali.

29 Comportamento alimentare dell’asino
L'asino, a differenza del cavallo, ha il muso stretto e le labbra sottili e quindi riesce a selezionare meglio gli alimenti, massimizzando la qualità piuttosto che la quantità. La strategia selettiva dell'asino consiste proprio nel cercare foraggi di alta qualità, quando si alimenta su pascoli eterogenei, e cambiare modalità di assunzione, se si alimenta su pascoli omogenei. Gli asini pascolano in maniera proficua anche quando piove, mantenendo una buona condizione corporea, ma quando lavorano, non hanno tempo sufficiente per il pascolo (sono necessarie almeno 6 – 7 ore al giorno), e quindi bisogna fornire loro cibo in giusta quantità.

30 È stato osservato che gli asini, in caso di necessità, quali tempi limitati, insufficiente spazio per mangiare o competizione con altri animali, assumono alimento molto più velocemente . L'aspetto svantaggioso di questo cambiamento di ingestione, è la masticazione incompleta dell'alimento, che a lungo andare può portare ad ostruzione esofagea. La masticazione, infatti, rappresenta un aspetto importantissimo dell'alimentazione dell'asino che, a differenza dei ruminanti che effettuano la ruminazione, ha una sola occasione per completare la trasformazione fisica degli alimenti. Il tempo che l'asino dedica alla masticazione è influenzato da diversi fattori: stato fisiologico assunzione di sostanza secca quantità di fibra contenuta nell'alimento forma fisica del mangime stato di salute

31 Anatomia e fisiologia dell'apparato digerente
L’asino è un “erbivoro monogastrico”, con stomaco piuttosto ridotto (circa il 10% dell’intero tratto gastroenterico) e con intestino cieco di notevoli dimensioni e capacità. Si è sempre fatto un paragone tra intestino cieco dell’equino e rumine dei poligastrici ed ancora adesso si sostiene che come il primo dei quattro stomaci dei bovini, anche il cieco è un complesso e particolare organo capace di trasformare e digerire la cellulosa dei foraggi Le specie più affini all'asino sono il cavallo, per struttura fisica e anatomica, e i ruminanti, per la modalità di utilizzare i nutrienti. La struttura e la funzionalità dell'apparato gastro-intestinale dell'asino, non differisce in maniera significativa da quello del cavallo: complessivamente è lungo circa 24 metri e ha una capacità massima di circa 160 litri, anche se il volume totale del contenuto intestinale supera raramente un terzo della sua capacità massima.

32 A partire dalla bocca, l'alimento ingerito, passa attraverso l'esofago, lo stomaco (che rappresenta circa il 9% della capacità totale dell'intestino); successivamente passa all'intestino tenue (30% della capacità totale dell'intestino), poi al cieco (6%) e infine al retto (7%) da dove, poi, viene evacuato sotto forma di feci. L’ambiente gastrico presenta valori di pH intorno a 6 nella regione del fondo e di pH 2,6 nella regione pilorica. Perciò nella valutazione degli alimenti da destinare all’asino, occorre non soltanto considerare le caratteristiche chimiche ma anche quelle fisiche, come ad esempio la dimensione delle particelle e il loro ingombro, e quelle fisico-chimiche, come, la naturale azione tamponante dovuta alla capacità di scambio cationico, che può influire in modo considerevole sulla digestione e l’assorbimento dei principi nutritivi I costituenti digeribili del contenuto cellulare sono per la maggior parte attaccati dagli enzimi delle secrezioni digestive nello stomaco e nell’intestino tenue, mentre la frazione digeribile dei polisaccaridi parietali (cellulosa, emicellulose) e delle sostanze pectiche è quasi esclusivamente degradata, grazie agli intensi processi di fermentazione microbica che si realizzano nella parte posteriore del digerente (cieco, e colon), quando gli alimenti hanno già subito l’attacco enzimatico in sede gastrica ed enterica. Da quanto detto si evince che la dieta gioca un ruolo rilevante sulla produzione e la qualità del latte degli equidi, in quanto l’assorbimento dei nutrienti precede, come già evidenziato, la fermentazione cieco-colica.

33 All'asino viene attribuita una buona capacità di utilizzare alimenti grossolani è e di adattarsi a diete ad alto contenuto in fibra (come ad esempio la paglia); il motivo di tale comportamento è da ricercarsi nella sua maggiore attitudine a degradarne le pareti cellulari e nella capacità di sfruttare al massimo l'intestino crasso, permettendo al foraggio di essere mantenuto in questa sede più a lungo ed essere digerito, quindi, in modo più approfondito. Confrontando dal punto di vista fisiologico l'attività del tratto gastro-intestinale, nell'asino e nei ruminanti, non vi sono differenze evidenti, nonostante le ovvie diversità anatomiche. In particolare nell'asino, come nel cavallo, la digestione microbica avviene nel cieco e nel colon, mentre nei ruminanti si svolge nel rumine; in definitiva si può affermare che, anche se con volumi e capacità diverse, lo stomaco dei ruminanti e l'intestino dell'asino, sono funzionalmente simili. In uno studio realizzato in vitro è stato riportano che, per una dieta costituita da paglia, avena e fieno (proteine grezze: 8.9 % s.s.; NDF: 57.3 % s.s.) la degradabilità della sostanza organica (dSO) e le cinetiche di fermentazione appaiono simili tra asino e cavallo (dSO: 61.5 vs %, nel cavallo e nell’asino, rispettivamente).

34 Processi digestivi fisici e chimici
Il processo fisico che prepara il cibo alla digestione vera e propria è la masticazione. Ogni kg di fieno che l'asino ingerisce deve essere sminuzzato con più di duemila atti masticatori, per ridurlo a frammenti di circa 1,6 mm di lunghezza, più facilmente digeribili. È di fondamentale importanza, quindi, la salute dentale dell'asino; per avere sempre una buona tavola dentaria è bene effettuare controlli periodici e, ove necessario, limare i denti, in special modo dopo i 5 anni d'età. Inoltre, è buona norma verificare costantemente la presenza di eventuali particelle di fibra lunga nelle feci e di parti di cibo semi-masticato, segni inequivocabili di problemi di masticazione. I processi chimici, possono essere definiti digestione, nel quale gli enzimi prodotti dai tessuti animali degradano l’alimento, e fermentazione, processo in cui gli enzimi prodotti dai batteri, ricavano dall’alimento i nutrienti (acidi grassi volatili) che vengono poi utilizzati dall'animale a scopo energerico. Vi è, quindi, un rapporto simbiotico tra batteri e animali: l'animale fornisce ai microrganismi principi nutritivi e i microrganismi ricambiano fornendo all’animale ospite l'energia che ricavano dagli alimenti ricchi in fibra, che altrimenti non potrebbe essere da loro utilizzata.

35 Fabbisogni nutrizionali dell'asino
Acqua L'acqua è un elemento fondamentale per l'asino, come d'altronde per tutti gli animali, e la sua privazione comporta inappetenza con conseguente riduzione di assunzione delle sostanze nutritive essenziali. Gli asini si sono evoluti in ambienti semi aridi per cui sono particolarmente adatti a far fronte a lunghi periodi di siccità; essi, infatti, sono in grado di tollerare e recuperare perdite d'acqua fino al 30% del loro peso corporeo e possono bere fino a 30 litri d'acqua in 5 minuti, senza effetti negativi. Nonostante questo, quando gli asini vengono usati per il lavoro, bisogna dare loro la possibilità di bere ad libitum

36 Energia Gli asini ricavano l'energia necessaria al mantenimento, all'accrescimento, alla riproduzione e alla lattazione, dai carboidrati non strutturali (amido) e da quelli non strutturali (fibra). I cereali (es. avena, orzo e frumento) ricchi di amido, forniscono glucosio, mentre la fibra fornisce acidi grassi volatili (AGV). Sia il glucosio che gli AGV, vengono utilizzati dall'asino per produrre energia, conservando gli eventuali eccessi, sottoforma di grasso. Per formulare una corretta razione, è fondamentale stimare la quantità di sostanza secca (S.S.), che un asino può ingerire ogni giorno; tale parametro, come per gli altri animali di interesse zootecnico, può essere stimato in base al peso vivo (PV) L'asino assume S.S. in quantità maggiore rispetto agli altri erbivori; in generale, un asino dovrebbe essere alimentato ogni giorno con paglia o fieno pari 5% del suo PV. Il limite minimo di assunzione di sostanza secca, per un asino di 100 kg di P.V. equivale all' 1,5% del PV dell'animale ed è par ad 1,5 kg di S.S.,

37 Densità di Energia richiesta nella dieta
Fabbisogno in energia digeribile, assunzione di S.S. e densità energetica necessaria nella dieta per asini di differente peso corporeo Peso Vivo dell'asino (kg) Richiesta giornaliera di Energia Digeribile (MJ/giorno) Assunzione di Sostanza Secca (kg/giorno)* Densità di Energia richiesta nella dieta 150 12 – 14 2.3 5.5 – 6.5 175 14 – 17 2.6 200 16 – 19 3 225 18 – 22 3.4 250 20 – 24 3.8

38 I fabbisogni energetici vengono espressi in ED e sono pari a circa 80 – 95 kJ/kg/d.
I fattori ambientali (es. temperatura, disponibilità di alimento, ecc.) e lo stato fisiologico dell'animale (es. gravidanza, accrescimento, ecc.) possono modificare tali valori; in inverno, bisognerebbe aumentare le razioni di fieno dal 33 al 50 – 75%, e diminuire quelle di paglia, dal 70 – 75 al 25 – 30%. Considerando poi, che gli asini preferiscono il fieno, basta aumentare quest'ultimo e fornire paglia ad libitum, integrando con cereali e sottoprodotti (miglio, sorgo o mais) La corretta copertura dei fabbisogni energetici, è fondamentale per evitare che gli asini presentino un BCS (Body Condition Score) inferiore o superiore a 3 (punteggio ideale)

39 Gli asini in accrescimento
devono ricevere quantità di energia in grado di consentire una crescita costante; una crescita accelerata, dovuta ad eccessi di proteine, Ca e P, può creare problemi alle ossa. I piccoli asini in allevamento, potrebbero avere problemi durante lo svezzamento, o nel primo inverno, quindi è bene somministrare sempre mangimi concentrati ad integrazione. I piccoli asini al pascolo, al contrario, non dovrebbero ricevere supplementi energetici, ma è importante fornire loro, pietre da leccare per integrare i minerali. Le asine in gravidanza richiedono maggiori quantità di energia, solo negli ultimi tre mesi di gravidanza, quindi il fabbisogno va aumentato dell'11% nel decimo mese, del 13% nell'undicesimo mese e del 20% nel dodicesimo mese. Un'ulteriore perdita energetica, può avvenire durante l'allattamento, ma questo può essere prevenuto, portando l'animale al parto con un BCS ottimale (punteggio tra 3 e 4). Nella gestione aziendale l’asino sembra avere un costo energetico più basso, rispetto ad altri animali che sono comunemente utilizzati per il lavoro e la produzione di latte: a riposo il loro metabolismo è di circa il 20% inferiore a quello dei cavalli.

40 Proteine Il fabbisogno proteico dell'asino, è influenzato dallo stato fisiologico dell'animale e dal tipo di lavoro che deve eseguire. I giovani asini in accrescimento, le asine in gravidanza e in lattazione, hanno ovviamente, un fabbisogno maggiore rispetto ai soggetti maturi e non gravidi. Ricerche svolte presso il Donkey Sanctuary hanno dimostrato che l'asino non riesce ad immagazzinare gli aminoacidi essenziali (EAA), e quindi ha bisogno di una costante integrazione, che può essere fornita con i legumi piuttosto che con erba e paglia. Una buona integrazione proteica è essenziale se si vuole garantire un buon accrescimento e una migliore resistenza alle malattie. La quantità di proteine digeribili per soddisfare il fabbisogno di mantenimento dell'asino è circa 26 ± 1,3 g /100 kg di P.V. al giorno, ed è abbondantemente soddisfatta nelle diete formulate solitamente per gli asini.

41 Grassi Gli alimenti che vengono utilizzati di solito per gli asini, sono poveri di grassi, tuttavia questi animali, riescono a ricavare i grassi necessari ai fabbisogni; la dieta viene integrata con alimenti contenenti oli estratti dai semi di cotone, lino, colza e girasole. Nel Regno Unito, la regolare aggiunta di questi tipi di alimenti, ha provocato l'insorgere di forme di obesità grave nella popolazione asinina locale, tuttavia, nei paesi poveri i grassi, possono rappresentare un modo conveniente per incrementare l'apporto energetico per gli asini da lavoro. Gli asini hanno un'esigenza specifica di particolari acidi grassi essenziali come l'acido linoleico e α-linoleico e, poiché questi acidi sono sufficientemente contenuti nella maggior parte dei comuni foraggi, la loro carenza, in realtà, è altamente improbabile.

42 Vitamine Le vitamine, sono molto abbondanti nei foraggi verdi e quindi gli asini al pascolo, o quelli alimentati con foraggio fresco, difficilmente ne soffrono la carenza. Gli animali nutriti con foraggi conservati o concentrati, possono invece andare incontro a carenze, in particolare verso la fine dell'inverno, quando i livelli di vitamina negli alimenti sono più bassi. Un'altra situazione particolare, nella quale può insorgere una carenza vitaminica acuta, è nel caso in cui gli asini abbiano ingerito una grossa quantità di felci; le felci contengono un enzima chiamato tiaminasi, che distrugge la vitamina B1, provocando nell'animale, sintomi neurologici acuti quali movimenti in cerchio, cecità o tremori muscolari. Il modo migliore per evitare carenze, è fornire sempre una quantità, anche piccola, di foraggio fresco (evitando le felci) ed effettuando controlli frequenti alle coltivazioni.

43 Minerali Nei giovani asini si possiamo avere malattie ortopediche dovute a carenze di minerali, con conseguenti deformità delle ossee permanenti. Un eccesso di P nella dieta, può interferire con l'assorbimento del Ca e questo può accadere di frequente negli asini, poiché elevati livelli di P sono presenti nella crusca e nei semi di cotone Per evitare squilibri Ca/P è bene fornire sempre agli asini un buon quantitativo di pietre da leccare. Con il sudore, vengono persi ioni Na e Cl e quindi gli asini da lavoro hanno un fabbisogno più alto di questi elementi minerali. Per integrare correttamente la dieta con minerali, bisogna offrire agli asini da lavoro del sale, preferibilmente in maniera separata dagli alimenti, per non influenzare negativamente l'appetibilità degli stessi.

44 Razionamento pratico Una razione per l’asino necessita di fieno, paglia ed eventualmente alimenti in grani, con rapporti variabili tra loro ed integrazioni a seconda dello stato fisiologico e dell’attività dell’animale. Una menzione importante va data all’acqua: fresca, pulita, sempre disponibile e possibilmente non stagnante, è l’elemento da cui dipende il corretto funzionamento di tutti gli altri apparati. Il miglior alimento per l’asino è l'erba fresca, integrata con altri foraggi e concentrati secondo il fabbisogno; è buona norma, inoltre, fornire rulli o pietre per l'integrazione salina.

45 La quantità di concentrati per un asino si aggira intorno ai 3
La quantità di concentrati per un asino si aggira intorno ai 3.0 kg/d, suddivisa in due razioni giornaliere; solitamente i concentrati sono di produzione aziendale (favino, orzo, avena, mais), ma spesso se questi vengono a mancare si ricorre all'acquisto di mangimi veri e propri (anche pellettati). Gli asini hanno bisogno di un concentrato che non sia macinato in maniera troppo fine per consentire una maggiore assimilazione a livello nutritivo; generalmente viene usato un concentrato semplicemente schiacciato chiamato Mix 4 e composto da mais, orzo, fava e carruba. L'asino è diverso dal cavallo e dai ruminanti e non può essere alimentato allo stesso modo (es. l'urea, può essere velenosa e quindi se gli asini hanno accesso a zone frequentate dal bestiame, bisogna fare attenzione).

46 Lo stallone, viene alimentato diversamente a seconda dei fabbisogni:
In un soggetto in produzione, la razione di concentrato aumenta, variando dai 5.0 ai 6.0 kg/d, con un buon foraggio molto proteico e una quantità di paglia abbondante, che deve essere somministrata preferibilmente la sera, in maniera tale che l'asino possa nutrirsi fino alla mattina successiva. Lo stallone, viene alimentato diversamente a seconda dei fabbisogni: Mantenimento: come le asine non in produzione Durante il periodo di monta: alimentazione specifica più energetica e proteica, con un apporto di avena. I redi vengono alimentati già a partire dal 2° mese di vita, con piccole quantità di foraggio e concentrato; vengono svezzati al 5° mese, ma nelle asine da latte si svezza all‘8° mese, per prolungare la produzione lattea. Lavoro: un asino di circa 200 – 400 kg, che trasporta dai 25 ai 70 kg di carico ad una velocità di 4 km/ora per sei ore al giorno, la dieta dovrebbe consistere di 500 g. di cereali, (mais macinato grossolanamente o sorgo) e 2,5 kg. di fagiolo o gusci di arachidi (la crusca può essere sostituita con fieno o paglia). Gli asini a mantenimento, richiedono poco più di una limitata quantità di fieno, libero accesso alla paglia, un apporto bilanciato di minerali e vitamine e abbondante acqua pulita. Gli allevatori dovrebbero evitare di sovraccaricare la dieta dell'asino, con l'aggiunta di miscele varie poiché, la maggior parte dei mangimi supplementari, hanno un alto valore energetico e dunque potrebbero superare il fabbisogno energetico con conseguenti effetti negativi sulla condizione corporea.

47 In caso di stabulazione libera all’aperto va posta attenzione alle piante tossiche.
Anche se gli asini sembrano essere degli attenti conoscitori di ciò che vanno ad ingerire (molto più dei cavalli) situazioni di penuria di cibo possono costringerli a nutrirsi erroneamente anche di queste piante. Molte possono semplicemente causare qualche disturbo intestinale (diarrea, coliche), altre vere e proprie intossicazioni anche letali; dipende dalla quantità ingerita e dalla frequenza di tale ingestione; alcune piante, anche se ingerite in piccole quantità ma ripetutamente, possono causare serie gastropatie. Nelle zone aride e semi aride, gli asini si nutrono di una grande varietà di alimenti; pascolando, mangiano erba, arbusti e, in alcuni casi, anche la corteccia degli alberi. Nonostante questo, sono animali altamente selettivi, e prima di ingerire il foraggio grossolano, passano la maggior parte del tempo alla ricerca di specie vegetali appetibili.

48 Alcune semplici indicazioni pratiche per alimentare correttamente un asino:
fornire ogni giorno adeguate quantità di acqua fresca e pulita garantire ogni giorno lo stesso orario e metodologia di somministrazione dell’alimento; alimentare gli asini in maniera intermittente, con poco alimento per volta allo scopo di evitare il rischio di disturbi digestivi; fornire gli alimenti privi di materiali estranei, pericolosi per l'animale; un asino che lavora regolarmente e ha un tempo di pascolamento inadeguato, dovrebbe integrare la sua dieta con alimenti concentrati a base di crusca; all'asino va sempre concesso un periodo di riposo dopo un pasto molto abbondante; se necessario, gli asini possono essere dotati di corda con presa al muso, per impedire loro di mangiare quando stanno lavorando; agli asini dovrebbe essere consentito di riposare durante le lunghe ore di lavoro, e durante il riposo, dovrebbero essere offerti loro acqua e cibo (in piccola quantità). gli asini dovrebbero essere alimentati in maniera tale da mantenere ottimale la condizione corporea (BCS), piuttosto che recuperarla, in quanto una volta persa è difficilmente recuperabile

49 Body Condition Score (BCS)
Come per gli altri animali di interesse zootecnico, allo scopo di formulare diete corrette per gli animali allevati, è fondamentale monitorare, almeno una volta al mese, il BCS (Body Condition Score), ossia la condizione corporea dell'animale. Presso il Donkey Sanctuary (Smith et al., 2008), è stato sviluppato un sistema di monitoraggio dello stato corporeo degli asini che utilizza una scala a 5 punteggi. Il BCS può aiutare ad identificare stati di denutrizione degli asini o di obesità che possono essere corretti modificando adeguatamente la dieta degli animali.

50 Tavola dei punteggi BCS nell’asino

51 Spina dorsale del garrese prominente e facilmente palpabile
Body Condition Score Collo e Spalle Garrese Costole e Ventre Groppa e Lombi Quarti Posteriori 1 MAGRO Collo sottile, ossa facilmente palpabili, non c'è strato muscolare dove il collo incontra la spalla Spina dorsale del garrese prominente e facilmente palpabile Ogni costola è visibile e palpabile, il ventre è retratto Ossa dorsali prominenti e costole facilmente palpabili Anca visibile e palpabile e attaccatura della coda prominente 2 DISCRETO Osso palpabile, leggero strato muscolare al passaggio del collo sulla scapola Leggera copertura muscolare sul garrese dorsale palpabile ma non prominente Costole non visibili ma facilmente palpabili Sottile strato muscolare sui processi trasversi e processi spinosi facilmente palpabili Anca prominente 3 IDEALE Buono sviluppo muscolare, ossa palpabili al dì sotto di una leggera copertura di muscolo – grasso. Il collo fluisce nella scapola che è arrotondata Buona copertura di muscolo – grasso al dì sopra dei processi della spina dorsale del garrese, che fluisce dolcemente con la schiena. Le costole sono appena ricoperte da un leggero strato di grasso – muscolo e possono essere palpate con una leggera pressione. Ventre sodo con buon tono muscolare e profilo piano. Processi spinali o trasversi non palpabili singolarmente, sviluppo muscolare buono da entrambi i lati della linea mediana. Buona copertura muscolare posteriore con anca arrotondata. 4 GRASSO Grasso depositato lungo il collo Cuscinetto di grasso sul garrese Grasso soffice sopra e tra le costole, ventre sovrasviluppato Leggera piega lungo la linea mediana Quarti posteriori arrotondati. Depositi di grasso uniformemente distribuiti 5 OBESO Grasso sporgente depositato lungo il collo Garrese ampio con ossa non palpabili Abbondanti e spesso irregolari depositi di grasso,ricoprono le costole e il ventre, che risulta pendulo e ampio. Abbondante grasso lungo la linea mediana sporgente da entrambi i lati Ossa dell'anca non palpabili e grasso sporgente sulle anche e sull'attaccatura della coda.

52 Asini anziani Particolare attenzione, va riservata agli asini anziani, che necessitano di alcuni accorgimenti essenziali per garantire loro una corretta alimentazione. Dovrebbero essere alimentati separatamente dagli animali giovani e da quelli con ridotto bisogno calorico. Durante tutto l'anno, bisogna integrare la dieta con fibra e zuccheri con l'impiego di erba medica, fieno e miscele di foraggio. È importante non effettuare improvvisi cambiamenti di dieta e assicurarsi che il foraggio non sia grossolano, poiché gli asini anziani non sono più in grado di masticare la fibra lunga, a causa dei probabili problemi alla tavola dentaria. Un asino anziano (o anche ammalato), ha bisogno di essere stimolato con bocconi appetitosi, quali carote, mele o biscotti.

53 Coprofagia La coprofagia, si verifica solitamente negli asini giovani, che spesso mangiano le feci delle loro madri. Questo fenomeno è considerato come un modo per i piccoli redi di ingerire una flora microbica capace di degradare la cellulosa, che si ritrova abbondante nelle feci. Gli asini adulti, non praticano normalmente la coprofagia, che si verifica solo in asini annoiati o stressati a causa di rifugi troppo isolati, mancanza di cibo o assenza di attività stimolanti.

54 Patologie da disordini alimentari nell'asino
Coliche Molti casi di colica negli equini, sono difficili da classificare, in quanto spesso si risolvono in maniera facile e veloce senza poterne identificare le cause. Le cause più frequenti di coliche nell'asino in: alterazioni della dieta predisposizione anatomica alterazioni della motilità intestinale infezioni e parassiti ulcere intestinali Sintomo principale: inappetenza, accompagnata da dolore addominale. Le più frequenti (58% dei casi), sono quelle da occlusione  blocco del transito intestinale; a volte sono risolvibili solo con un intervento chirurgico. In questi casi, l'alimentazione deve essere sospesa fino a fine intervento, al fine di mantenere un bilancio energetico positivo ed evitare lo sviluppo dell'iperlipemia. Se l'asino malato mostra appetenza, sono presenti dei normali gorgoglii intestinali e buona espulsione fecale, possono essere somministrate piccole quantità di alimenti ipercalorici con alto contenuto in acqua. L'erba fresca può favorire il passaggio del fecaloma occlusivo e, a volte, evitare l'intervento; bisognerebbe sospenderne la somministrazione di paglia e fieno, fino al completo ristabilimento del transito intestinale, e reinserirli nella dieta, in maniera graduale.

55 Alopecia La maggior parte delle alopecie negli asini, sono il risultato di una negligenza alimentare, associata ad una lesione da trauma. Un asino mal nutrito è particolarmente soggetto all'attacco da parte dei parassiti (pulci o acari) e a tutte le infezioni batteriche che creano il giusto substrato per l'instaurarsi e il diffondersi delle alopecie. Laminite Malattia che causa seri danni allo zoccolo le cui cause negli asini sono simili a quelle per gli altri equidi, ossia: pascolo ricco di carboidrati solubili sovraccarico alimentare dovuto a pasti abbondanti, soprattutto di cereali obesità traumi malattie sistemiche (es. sindrome di Cushing). Sintomi visibili: riluttanza nel movimento, dolori ai piedi, aumento della pressione arteriosa. Per prevenire la laminite bisogna intervenire sul regime alimentare dell'animale, limitando i carboidrati solubili (es. cereali) e monitorando costantemente il BCS.

56 Iperlipemia Malattia mortale, verso la quale gli asini sono particolarmente sensibili. Si verifica nel momento in cui gli animali mobilitano i trigliceridi dalle riserve di grasso, in risposta ad un bilancio energetico negativo, raggiungendo elevati livelli di trigliceridi plasmatici. Il risultato è l'accumulo di questi lipidi nel fegato e nei reni con conseguente mal funzionamento dei suddetti organi. I segni clinici sono inizialmente poco visibili e in mancanza di un trattamento preventivo, la malattia progredisce velocemente, con un tasso di mortalità molto alto.

57 I principali fattori di rischio sono:
Elevato BCS: la malattia è più diffusa tra gli animali obesi per la maggiore quantità di grasso accumulata nei tessuti di deposito; Stress: un animale stressato è facilmente predisposto all'inappetenza e quindi al bilancio energetico negativo; Età: gli animali giovani sono meno soggetti alla malattia rispetto a quelli anziani; Sesso: le femmine hanno maggiore possibilità di contrarre la malattia, in quanto sono soggette a squilibri energetici fisiologici; Gravidanza e lattazione: laddove il fabbisogno energetico non viene soddisfatto; Sindrome di Cushing: poiché il cortisolo antagonizza gli effetti dell'insulina provocando lipomobilizzazione; Laminite; Patologie concomitanti: in grado di provocare squilibri energetici (es. insufficienza renale, patologie gastrointestinali, epatopatie, malattie dentali o neoplasie); Chirurgia: digiuno pre-operatorio e inappetenza post-operatoria.

58 Tra i segni clinici evidenti, si possono riscontrare: ottusità e depressione, inappetenza e anoressi, alitosi, feci secche e ricoperte di muco, atassia, tachicardia e dolore addominale evidente. L'indicatore principale è comunque il comportamento alimentare dell'animale: un asino malato rifiuta il cibo e quindi per intervenire in tempo ed evitare la morte per iperlipemia, bisogna assicurarsi sempre che l'asino sia appetente e che il cibo sia effettivamente consumato dall'animale. Il trattamento, oltre all'utilizzo dei farmaci (FANS e Antibiotici), prevede l'utilizzo di complessi multivitaminici e supporti nutrizionali per mantenere positivo il bilancio energetico. Contemporaneamente è necessario il monitoraggio e lo stimolo all'assunzione volontaria di cibo, per prevenire condizioni di anoressia.

59 Alimentazione e qualità del latte
Nell’ottica di valorizzare il ruolo zootecnico dell’asino, per quanto riguarda le potenzialità produttive e, alla luce del valore e dell’importanza dell’utilizzazione del latte di asina per l’alimentazione degli infanti, la messa a punto di protocolli alimentari è importante non solo per la valutazione del profilo nutrizionale della fattrice e del puledro, ma anche nell’ottica dell’ottimizzazione delle rese produttive: crescita, gestazione, lattazione. Non bisogna, inoltre, trascurare le caratteristiche funzionali (quantità e qualità del latte prodotto, durata lattazione, ecc.) per evitare la comparsa di disordini sanitari (coliche, miopatie, podoflemmatiti, infertilità) ricordando che gli asini, in relazione alle peculiarità del digerente, rappresentano una specie versatile a basso costo di manutenzione.

60 molto prossimo al latte umano.
L’importanza del latte d’asina come il più adatto all’alimentazione dei neonati in quanto è il più vicino al latte umano: il suo alto potere nutritivo una grande digeribilità le qualità dietetiche Il vero punto di forza del latte di asina, è il suo profilo biochimico, molto prossimo al latte umano. Tra le caratteristiche più importanti si evidenzia il tasso di lattosio, il profilo proteico, idoneo alle condizioni di un lattante e un quantitativo in ceneri, pertinente alle nozioni riportate in letteratura con riferimento al latte umano. Altre componenti presenti nel latte d’asina sono Lisozima Acidi grassi della serie omega-3 e omega-6 Lattosio

61 Confronto tra latte di asina e latte di donna
S.S. (Sostanza Secca) 8.0 – 11,7 % 11.0 – 12.9 % Proteine 1.5 – 1.8 % 0.9 – 1.7% Grasso 0.3 – 1.8 % 3.5 – 4.0 % Lattosio 5.8 – 7.4 % 6.3 – 7.0 % Ceneri 0.3 – 0.5 % 0.2 – 0.3 % pH 7.0 – 7.2 7.0 – 7.5

62 Le intolleranze alle proteine del latte vaccino (APLV), rappresentano la più frequente forma di allergia alimentare nell'età pediatrica con un'incidenza variabile tra lo 0,3 e il 7% Il trattamento per le allergie alimentari, prevede la somministrazione di alimenti ipoallergenici, tra cui troviamo i prodotti a base di soia e di idrolisati proteici; spesso però, questi prodotti presentano uno sgradevole odore “di cotto” conseguente agli elevati trattamenti termici subiti e, inoltre, provocano reazioni allergiche crociate nei soggetti particolarmente sensibili. In questi casi, si ricorre all'utilizzo di proteine animali, quali il latte di capra e di equidi. Tuttavia , i neonati affetti da APLV, possono presentare reazioni allergiche anche alle proteine del latte di capra (circa il 25-30%) e, per questo motivo, sono state condotte alcune sperimentazioni che prevedono il trattamento con il latte di asina. Le virtù attribuite al latte di asina, potrebbero essere ricondotte, almeno in parte, alla presenza di fattori di crescita, di immunoglobuline e di composti azotati ad azione antibatterica e immunomodulatrice. Oltre a questo, tra gli aspetti degni di maggiore attenzione, è da ricordare la composizione e, in particolar modo, il contenuto medio di caseina e sieroproteine del latte d'asina (Tabelle 6 e 7) è simile a quello del latte umano. Altri composti bioattivi, presenti nel latte d'asina e dotati di particolari attività probiotiche, sono i lipidi.

63 Recenti studi hanno dimostrato che il latte di asina non rappresenta solo una fonte di antigeni ma anche di fattori protettivi che, attraverso il loro contributo nella regolazione del sistema immuno-infiammatorio, possono intervenire nello stress ossidativo riducendo la risposta infiammatoria in patologie su base allergica. L'elevato ed equilibrato contenuto in acido linoleico e linolenico (Acidi Grassi Essenziali, EFA), precursori degli acidi grassi polinsaturi della serie omega-3 e omega-6, unitamente al basso contenuto in acidi grassi saturi e ai bassi indici aterogenico (AI) e trombogenico (TI), sottolineano le proprietà immunomodulatrici di questo prodotto. Un altro aspetto interessante del latte di asina è il contenuto di lisozima in quantità superiori al latte umano; questo peptide ha un'intensa azione battericida e si ritiene sia questo composto, a conferire al latte di asina la peculiarità di conservare, anche per lungo tempo, le proprie caratteristiche organolettiche e microbiologiche.

64 Considerazioni conclusive
Attualmente, salvo alcuni rari casi, nell'allevamento dell'asino ancora non si adottano dei piani alimentari ben definiti, ma si ricorre quasi esclusivamente al pascolo. In alcune situazioni, impiegando le informazioni scaturite da studi sui cavalli, si operano integrazione con alimenti concentrati in proteine ed energia, senza conoscere esattamente i fabbisogni delle diverse categorie di animali né considerare le diverse tipologie di allevamento. Dai pochi studi di settore emerge che, come per le altre specie interesse zootecnico, anche per l'asino la dieta gioca un ruolo rilevante sulla produzione quanti-qualitativa di latte.

65 L’allevamento dell’asino aiuta a salvaguardare
La variabilità della produzione quanti-qualitativa di latte di asina, impone l’approfondimento delle conoscenze sui diversi fattori di influenza che potranno contribuire alla definizione di una corretta tecnica di allevamento. In futuro indagini scientifiche dovrebbero verificare gli effetti di diversi piani alimentari anche sui soggetti allevati per altre finalità in modo da salvaguardare la salute dell’animale evitando quelle patologie che riconoscono una causa alimentare. L’asino ha capacità di vivere, produrre e riprodursi, laddove altre popolazioni animali “più aristocratiche” e anche più produttive incontrano difficoltà non compatibili con le loro potenzialità genetiche. L’allevamento dell’asino aiuta a salvaguardare ambiente, soprattutto se sviluppato, in accordo con i metodi tradizionali.

66 Materiale consultato Attività Di Mediazione Con L’asino. Eugenio Milonis. Fondazione Iniziative Zooprofilattiche E Zootecniche Brescia ( Un Asino Per Amico. Onoterapia Ovvero Attività Assistita Con L'asino. Eugenio Milonis. Ed. Lupetti. 2004


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