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Ricerca/intervento per la prevenzione nutrizionale dell’obesità infantile Convegno 6 dicembre2006 Progettazione e valutazione della promozione della salute.

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Presentazione sul tema: "Ricerca/intervento per la prevenzione nutrizionale dell’obesità infantile Convegno 6 dicembre2006 Progettazione e valutazione della promozione della salute."— Transcript della presentazione:

1 Ricerca/intervento per la prevenzione nutrizionale dell’obesità infantile Convegno 6 dicembre2006 Progettazione e valutazione della promozione della salute nella scuola di Cardigliano Isabella Dip. Scienze di Sanità Pubblica

2 Dal report sulla salute del 2002…. “….L’obesità infantile è in continuo aumento e, in molti Paesi europei, un bambino su cinque è affetto da obesità o sovrappeso. Un preoccupante dato di fatto è rappresentato dalla persistenza dell’obesità infantile nell’età adulta, con conseguente aumento dei rischi per la salute. Un altro aspetto del problema è quello delle ripercussioni psicologiche: infatti, l’obesità infantile comporta spesso una diminuzione dell’auto-stima e persino l’insorgenze di sindromi depressive”. (Organizzazione Mondiale della Sanità )

3 I risultati italiani… I dati riportati dall’Istat nel 2002, frutto di uno studio in collaborazione con Istituto Superiore della Sanità, non sono più incoraggianti! La ricerca, svolta nell’anno 1999-2000, ha analizzato bambini ed adolescenti di età compresa tra i 6 ed i 17 anni ed ha evidenziato come :  circa il 20% del campione considerato raggiunge la categoria dei soggetti in sovrappeso;  e il 4% rientra nella quota degli obesi.

4 Il problema interessa soprattutto la fascia di età 6-13 anni, e“predilige” i maschi rispetto alle coetanee del“gentil sesso”

5 Le conseguenze dell’obesità infantile Aumentato carico meccanico Mal di schiena Disturbi ortopedici Apnee del sonno e disturbi respiratori Scarsa tolleranza all’esercizio fisico Psico-sociali Bassa autostima Depressione Disturbi alimentari Gastrointestinali Calcolosi biliare Steatoepatite

6 Conseguenze tardive Influenza sullo sviluppo puberale Policistosi ovarica Ipogonadismo Compromissione della fertilità Dislipidemie Diabete non insulino dipendente Ipertensione Morbilità e Mortalità cardiovascolare Rischio aumentato per alcune neoplasie Persistenza dell’obesità

7 Importanza della prevenzione  La terapia migliore all’obesità è la prevenzione all’obesità stessa. La prevenzione che deve iniziare nei soggetti a rischio fin dall’età evolutiva con un’educazione che attraversa i vari aspetti della loro quotidianità.  L’obesità è una patologia causata, laddove non sia attribuibile ad altri motivi, da comportamenti e abitudini di vita scorretti: contrastarla significa diffondere la consapevolezza dei danni alla salute causati da cattive abitudini.

8 … non basta informare!  Gli interventi di prevenzione dell’obesità focalizzati esclusivamente sulla riduzione del consumo di cibi ipercalorici e della inattività fisica hanno avuto un efficacia limitata.  La promozione della salute riconosce il bisogno di consultare e contattare gli individui all’interno delle loro comunità di riferimento, per attivare metodologie di intervento centrate sullo sviluppo di abilità e di atteggiamenti che rendano il soggetto in grado di realizzare scelte di salute sane.

9 Ricerca/intervento La presente indagine si inserisce all’interno di un più ampio disegno di ricerca, che ha l’obiettivo di accrescere l’efficacia dei programmi di prevenzione dell'obesità infantile, partendo dall’ascolto delle osservazioni del target coinvolto. Obiettivo generale : sollecitare le opinioni dei bambini sui corretti stili di vita, accogliendo le proprie convinzioni, percezioni e credenze sul concetto di “sana alimentazione”.

10 Obiettivi specifici  Indagare la presenza di una possibile correlazione tra l’obesità infantile e l’attività sedentaria  Analizzare la consapevolezza dei danni alla salute provocata da una scorretta alimentazione, e da attività sedentarie.  Valutare l’esattezza delle conoscenze acquisite in correlazione all’età del bambino coinvolto  Promuovere il racconto delle proprie abitudini alimentari  Favorire una comunicazione circolare

11 Metodologia Focus group semi-strutturati, per : - promuovere la discussione partendo da foto-stimolo suggerite dal ricercatore - incoraggiare un dibattito spontaneo “tra pari”, in cui il ricercatore assume solo il ruolo dell’osservatore e del facilitatore. - utilizzare una strategia educativa che rendesse i bambini partecipanti attivi dell’intervento

12 Strumenti della ricerca 1/4  18 foto di alimenti: - 9 di cibi sani (ad es. frutta, latte, pesce, carne verdura...)

13 Strumenti della ricerca 2/4 - 9 foto di cibi non sani (ad es. hamburger, patatine fritte, bibite gassate….)

14 Strumenti della ricerca 3/4  14 foto di attività : - 7 attività sedentarie (ad es. guadare la tv, giocare alla play station, utilizzare il pc)

15 Strumenti della ricerca 4/4 - 7 attività non sedentarie (ad es. nuoto, calcio, corsa, Pallavolo, danza…)

16 In particolare, lo spazio di discussione previsto è stato suddiviso in tre momenti: 1. stilare una graduatoria tra le foto di cibi sani e quelli cibi non sani. 2. creare una nuova graduatoria tra i cibi preferiti e maggiormente scelti e quelli considerati meno appetibili. 3. scegliere tra le foto di attività sedentarie e quelle non sedentarie.

17 Domande di apertura …  Cosa fanno di un cibo un alimento sano? E uno non sano?  Che cosa succede quando mangiamo cibi non sani?  Perché ti piacciono alcuni cibi?  Perché non mangiamo sempre cibi sani?  Quali tipi di cibi dovreste mangiare di più?  Perché alcune attività sono più sane degli altri?  In una settimana normale, quanti giorni fate attività fisica, per almeno 60 minuti al giorno?  Nel tuo tempo libero, quante ore al giorno guardi la televisione (dvd compresi)?  Nel tuo tempo libero, quante ore al giorno passi davanti al computer?

18 Il campione della ricerca Sono stati realizzati 6 Focus group, ciascuno composto da 8 bambini, suddivisi in : - 3 focus con bambini della terza elementare (di età compresa tra 8 e 9 anni) - 3 focus con bambini della quinta elementare (di età compresa tra 10 e 11 anni)

19 Risultati  Analisi qualitativa Temi emersi Temi emersi:  Informazione e consapevolezza  Contraddizione tra conoscenza e comportamento  Stile di vita  Messaggi contradditori  Ruolo della scuola

20 Informazione e consapevolezza  I bambini erano ben informati sulla qualità dei diversi cibi fotografati sani e non sani, e risultavano consapevoli dei nutrienti che rendevano un cibo più o meno sano, compreso il peso determinato dal tipo di cottura (“perdi peso se è privo di grasso, il calcio rende le tue ossa forti, la frutta contiene le vitamine, il fritto fa male …)  Identificavano i passatempi fisicamente attivi e mettevano in relazione la quantità di movimento richiesta da un’attività con i benefici che apportava.  Comprensione del modello ingresso calorie- dispendio energetico

21 Contraddizioni tra conoscenza e comportamento La maggior parte dei bambini riportava di mangiare regolarmente cibi non sani e di passare frequentemente il tempo libero in attività sedentarie! La preferenza esibita verso il cibo non sano veniva giustificato attraverso: - il “piacere” del gusto - le abitudini acquisite nella propria infanzia - l’incapacità di tollerare momenti di noia o di sedentarietà.

22 Messaggi contradditori Dall’analisi dei focus group, del campione esaminato, emerge la presenza di comportamenti che alterano la capacità di percepire i segnali di fame e di sazietà!  In famiglia il cibo viene utilizzato come strumento educativo, veicolato da strategie di premi e di punizioni

23 Falsi miti I bambini credevano che :  I cibi etichettati come dietetici fossero tutti sani  I cibi derivanti da prodotti naturali fossero sani, nonostante il contenuto finale (“ il succo di frutta è sano, perché la frutta si raccoglie dall’albero”)  Una limitata attività fisica potesse bilanciare i danni provocati dal cibo non sano

24 Conclusioni La scoperta che i bambini ritengano che tutto ciò che è permesso a scuola sia automaticamente sano, formalizza l’importanza delle scuole nella promozione di stili di vita adeguati. Bisogna comunque applicare un approccio multidisciplinare, che sia in grado, coinvolgendo i genitori e le comunità sociali, di modificare il comportamento individuale e ed eliminare le barriere sociali che si oppongono a scelte di vita salutari.


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