La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Teoria dell’immagine Clementina Gily Università di Napoli Federico II Numeri e armonie dell’arte nel quotidiano, musica e parole in Collingwood mito in.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Teoria dell’immagine Clementina Gily Università di Napoli Federico II Numeri e armonie dell’arte nel quotidiano, musica e parole in Collingwood mito in."— Transcript della presentazione:

1 Teoria dell’immagine Clementina Gily Università di Napoli Federico II Numeri e armonie dell’arte nel quotidiano, musica e parole in Collingwood mito in Gioberti, pragma in Dewey

2 Cosa scrive l’immagine: un gesto L’irrompere del quotidiano nell’arte suscita lo sciopero degli eventi (Baudrillard) Ne deriva l’anestetico (Dewey), la confusione del progetto ideale senza capacità di vederlo per convogliare in esso azione – la banalità si confonde con l’abbozzo È una nuova trascendenza, la parola/logos perde la sua potenza di chiarezza perché non trova nuovi spunti nell’immagine Il confine delimita, suggerisce, avvalora – perdere la bellezza/bruttezza nell’arte la svuota Gambardella, il protagonista di Sorrentino, spiega il suo silenzio dicendo «La Grande Bellezza è dell’altrove: e io non mi occupo dell’altrove»: mentre chi sa le radici sa come si parla alla natura – che è anche umana Non basta dire il significato, Warhol trasfigura il banale oltrepassandolo col gesto TURNER

3 TURNER L’OCCHIO CHE VEDE LONTANO

4 L’azione dell’arte cerca l’enargheia con l’energheia – l’oltre parola – Sé Entusiasmo e partecipazione diventano mimesi, imitazione del dettaglio – ma la natura dell’artista vale quanto il paesaggio, ne copia il sublime, lo stupore dotato di argos, splendore, ricorda Heidegger Danto infatti vede contraddizione tra rappresentazione ed apparenza, tra scienza e coscienza: ma è una sola via quella che va dalla superficie al profondo: è la via dello specchio dell’arte L’atto dell’arte formula un’ipotesi nella lingua muta del bello (che prevede parola e silenzio, senso e partecipazione, mimesi e metessi) La via dell’estetica è quindi la fenomenologia della vita – la risposta che si cercava

5 Collingwood hegeliano e allievo di Ruskin Come diceva Goethe, l’artista non scrive sistemi ma opere, indagare l’apparenza è la fenomenologia di un altro Hegel, quello di Spaventa e del divenire La vita dello spirito è moto unitario, corpo e mente vivono unità e dettaglio come nel monologo di Joyce Collingwood scrive lo Speculum Speculi una mappa con cui si circoscrive e si ripete il vero bello bene con il circolo Ermeneutico necessario alla storia come alla vita per avvicinare l’uno La fenomenologia speculare è filosofia e scienza: Speculum non è Mirror Né Looking Glass – è vetrino e forcipe Speculum mentis in latino, richiama lo specchio nel suo senso vero: lo specchio dell’arte è ragione e scienza

6 Ruskin gli ha mostrato lo sguardo presbite e il dettaglio Sono le due vie del bello/brutto la lingua dell’arte comunica l’incanto Ruskin giovane difende l’occhio presbite, vecchio i preraffaeliti che senza cadere nel neo gotico vivono nel loro tempo il dettaglio del conforme, del decoro, del pregio comunicativo che l’arte segue per far capire L’arte è liturgia della comunità Lo sguardo di sé e dell’altro sono il segreto dell’universalità dell’arte È bello quel che giudico nell’universale dell’arte, il compiacimento, disse Kant IL GUSTO

7 Il gusto i capolavori Il vedere dell’arte è una OPSIS IDEA, un’ottica che edifica la scena dove sinestesia e ritmo sono la danza che lega profondo e superficie con il bello, la lingua dell’arte l’altrimenti mostra che il blu è non l’ovvio - ma il risveglio - il sublime il bello è la lingua che assicura il passaggio dall’autore al lettore per celebrare l’epifania del possibile L’arte di ragionare procede per circoli approfondendo capolavori: le opere che determinano il panorama (Flavio Caroli) bello e brutto l’arte non può mancare di definire – altrimenti vivranno fuori cornice, nelle Watt Towers e nel design, l’uomo sempre si riappropria del suo diritto al bello Watt Towers Los Angeles Simon Rodia

8 Non sono tramontati il bello, il gusto, i capolavori… Gardner scrive Verità, Bellezza, Bontà nel 2011 per dire che i valori si rimeditano e che il nichilismo è finito L’arte afferma con chiarezza il suo mondo, dove il quotidiano non ha valore né d’urto né di celebrazione Il quotidiano vive nell’arte e nella vita con semplicità

9 L’Arte è Un’Esperienza Il quotidiano nell’arte non irrompe, c’è, è la prassi del cuoco e della danza, dice Dewey nel ‘32, è ovunque si presenti la viva partecipazione alla comunità, è una liturgia del sacro Sacro è un altro valore da rimeditare, nel tempo della plastinazione di Von Hagen

10 Comunità del riconoscimento, quotidianità dell’esperienza d’arte: basta una danza «Ho fatto un’esperienza»: si dice di una unità L’esperienza d’arte è sociale, comunitaria e rituale L’esperienza è un’interazione, l’epidermide separa me e il mondo, ma non so bene dove la scienza aggredisce e definisce L’estetica vive e assapora questa conoscenza attiva che si proietta nella futura memoria o azione Ma non tutto è arte 1.l’esperienza estetica implica ‘un’organizzazione dinamica’, cioè un turbamento, una tensione, un impulso a rispondere e ritrovare l’equilibrio Mondrian-Broadway-boogie-woogie

11 Sentimento? 2. ‘rivissuto in tranquillità’ disse Wordsworth, non è ’emissione istantanea’ perché non avrebbe ‘l’intenzione guida’ che caratterizza l’espressione estetica che differenzia l’estetico dall’anestetico

12 3. L’espressione diventa forma grazie al suo ‘perfezionamento che è il momento in cui si ricomincia’ la chiusura operativa che Maturana e Varela introducono in biologia per identificare il passaggio da una specie all’altra – quando tutto cambia e occorrono nuove categorie Ogni storia ha una trama e una fine, trasporta il lettore come una filastrocca che trasmette il sentimento – e la storia può ricominciare Il lettore ha capito perché l’oggetto era così interessante – e se lo racconta fra sé L’esperienza estetica consegue dalla forma conclusa con enargheia

13 4.Come si opera la conquista della forma: la competenza dei linguaggi fa del sublime il bello W.Blake: “tutto il sublime è fondato nella Descrizione minuziosa” Locke: la percezione non è necessaria: si vede quel che si sa: “La parola blu non significa la sensazione ma il potere di produrla “ È conoscenza come “risveglio di un pensiero”, “riceviamo un’idea di verità quando ne avvertiamo l’affidabilità come unico attributo” Mostra la “percezione esaltante riverente e riconoscente”,ch’è frutto del “contemplare amorevolmente” Ci vuole la passione, ma scrivere non è uno sfogo, è la conquista della competenza del linguaggio scelto e la capacità di mettere in forma l’emozione Klee La via alla cittadella Salvator Rosa Verso la città

14 La musica è cifra della compiutezza PHYSIS Jaspers parla di Leonardo: la physis si rispecchia nelle forme e suggerisce il riflesso dell’Essere nello specchio Gardner: s’intende nella musica perché che scrive solo se stessa Gioberti: è il primum estetico: esalta la comunità del riconoscimento che con la musica lega autore interprete strumento pubblico danza – è il PRESENTE ETERNO L’ESTETICA è METAFISICA DELLE SOMIGLIANZE: CREA MIMI COMPIUTI ED ESATTI CHE PARTECIPANO DEL MISTERO COSMICO E SONO LA PROFEZIA DEL FUTURO, INCIVILIMENTO MIMETICO Il sublime è percezione creativa che passa al bello la tensione e trasmette forma e linguaggio alla comunità del gusto Agisce come il FERVERO della teologia iraniana, un demone demiurgo che, tra sensibile e intelligibile, realizza il possibile

15 LA MUSICA MANIFESTA IL PIACERE BELLO - inconfondibile col ‘mi piace’ È numero e immagine - figura con la lira di Orfeo e il flauto di Dioniso La comunità danza l’armonia e la disarmonia - i pianoforti a rumore il piano di Cage tendono il bello all’ascolto Nel tempo autonomo che è cronotopo vive il parallelismo di musica e parole – un gioco degli specchi, dice Collingwood, che disegna l’infinito, come la lettura ad alta voce fa del sentimento il tono che cerca l’applauso Col copyng, il senso della comunità, con lo pseudo copyng (le fughe di Bach): un running up and down, come l’allegoria barocca e il jazz Il copyng condivide il sentimento estetico - comunità lo pesudocopyng il gruppo - comunità La stecca del copyng diventa originalità nello pseudocopyng È SEMPRE ARTE, MA SAPERE LA DIFFERENZA EVITA DI CONFONDERE LA TRACCIA CON LA TRAPPOLA DEL NARCISISMO


Scaricare ppt "Teoria dell’immagine Clementina Gily Università di Napoli Federico II Numeri e armonie dell’arte nel quotidiano, musica e parole in Collingwood mito in."

Presentazioni simili


Annunci Google