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Andreoli Mi limito a considerare che l’educazione è un sistema di interventi che devono portare le nuove generazioni a vivere secondo i criteri stabiliti.

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Presentazione sul tema: "Andreoli Mi limito a considerare che l’educazione è un sistema di interventi che devono portare le nuove generazioni a vivere secondo i criteri stabiliti."— Transcript della presentazione:

1 Andreoli Mi limito a considerare che l’educazione è un sistema di interventi che devono portare le nuove generazioni a vivere secondo i criteri stabiliti dai padri, dalle leggi vigenti e dalle tradizioni non scritte. Per essere più espliciti l’educazione insegna a vivere seguendo le convinzioni del padre e rispettando le leggi di una società, leggi che tendono a conservare l’esistente, impedendone ogni variazione

2 Obbedienza al padre: per questo la scuola dell’obbligo (termine orrendo) è da mettere nel pacchetto degli strumenti di difesa del potere stabilito… Basti dire che continua a imperare l’obbligo alla bocciatura, e dunque alla sanzione, che colpisce il ragazzo e nello stesso tempo le famiglie

3 Una scuola che costringa un adolescente a ricevere giudizi negativi, confronti frustranti con i coetanei e bocciature, è un sistema raffinato di tortura. E va contro non solo ai principi di libertà, ma a tutte le odierne concezioni psicologiche e sociali in tema di educazione

4 Bisogna considerare che all’interno della famiglia e della scuola esistono proibizioni sostanziali e altre invece che vengono inserite per testare l’accettazione dell’autorità. Non bisogna alzarsi dal banco durante le ore di lezione, mostrarsi disattenti mentre l’insegnante spiega, tenere la cartella sul banco e così via, con una serie di molti altri divieti che finiscono per essere test di una tendenza asociale

5 Per capire meglio la sovrabbondanza e l’inutilità sul piano sostanziale di moltissime proibizioni può essere utilie riferirsi al servizio militare…

6 La mia condanna alla bocciatura all’interno della scuola dell’obbligo non vuooe assolutamente assecondare una linea destinata ad appiattire la valutazione degli studenti. Ritengo anzi che la scuola abbia il dovere di aiutare a capire le propensioni e i talenti e quindi debba considerare in maniera distinta ciascun allievo.

7 Ma non raggiungerà questo obiettivo ricorrendo alla bocciatura, una decisione violenta che nnon esprime soltanto un giudizio sul rendimento scolastico, ma estende la condanna al giovane stesso come persona. Un evento a cui possono seguire comportamenti o di abbandono scolastico o antisociali

8 La violenza in una società va contenuta, ma è la società intera per prima che va educata a non ricorrere alla violenza

9 Andreoli Livello pre-diagnostico (per chi non si adegua) Maleducato Trasgressivo Oppositivo immaturo

10 Colombo Regola / punizione Regole viene confusa con punizione: non è così “La regola consiste in una indicazione, indotta “dalla reale o presunta costanza dei fenomeni” La sua trasgressione può avere come conseguenza la punizione, ma ciò è del tutto eventuale Di solito alla violazione della regola seguenil mancato conseguimento dello scopo

11 La regola…è appunto lo strumento che crea affidamento nelle relazioni fra persone, perché propone quel che si può o si deve fare in una situazione determinata La cultura, il modo di pensare influenzano le regole dello stare insieme al punto da diventarne sovente il contenuto Le regole dello stare insieme, invece, sono create dagli esseri umani, che quindi possono inserirvi qualsiasi contenuto, praticamente tutto e il contrario di tutto

12 Alle mutazioni della cultura muta il senso di giustizia, cambia l’accettabilità del contenuto delle regole e, di conseguenza, queste vengono modificate

13 La durezza non può che indurire, la retribuzione del male con il male non può che educare al male Rischio che la sanzione si trasformi invece che in strumento di recupero e riconciliazione, di risociaizzazione, in de socializzazione

14 L’idea retribuzionista della pena è fondata sull’idea che sia giusta l’esclusione Si può retribuire il male con il male solamente se si ritiene che l’espulsione dalla relazione con l’altro sia umanamente (e metafisicamente e teologicamente) non solo ammissibile, ma anche positiva al verificarsi di certe condizioni

15 Il modello funziona pressappoco così: poiché hai rotto la relazione affettiva con me (con la comunità, Dio) meriti che io (la comunità, Dio) rompa la relazione affettiva con te..

16 Altra idea: che la frattura della relazione possa portare all’esclusione educherebbe anche altri membri della comunità a evitare di compierla, per timore che l’esclusione possa essere applicata anche a loro

17 L’obbedienza obbliga ma non convince e se una regola è osservata non per convinzione ma per obbligo, il suo rispetto dipende dal controllo dell’applicazione: chi è obbligato a seguire una regola lo fa appunto perché teme di essere controllato e che la sua trasgressione venga scoperta. Chi osserva la regola per convinzione non ha bisogno di controllo perché è lui stesso il primo controllore della sua condotta

18 Alternativa: non retribuzione ma riconciliazione Il primo modello crea emarginazione, discriminazione, contrasto e al di là delle apparenze, insicurezza; è una conseguenza ovvia del disconoscimento (esclusione) dell’altro

19 Le vittime non si risarciscono con la punizione, perché dalla punizione non ricevono riparazione La relazione fra chi ha subito e chi ha prevaricato deve essere aiutata. La comunità ha un ruolo decisivo nel prestare l’aiuto che consenta la ricomposizione

20 “GIUSTIZIA RIPARATIVA COME STRUMENTO DI INTERVENTO NELL’INCLUSIONE SOCIALE DI MINORI AUTORI DI REATO E COME MODELLO DI INTERVENTO PER LA GESTIONE DI EPISODI DI BULLISMO NELLE SCUOLE”

21 PATRIZIA PATRIZI (a cura di) ANNA BUSSU VERA CUZZOCREA GIAN LUIGI LEPRI FRANCESCA VITALE

22 Secondo una definizione ampiamente riconosciuta, la giustizia riparativa è quel procedimento nel quale la vittima, il reo e se appropriato ogni altro individuo o membro della comunità lesi da un reato partecipano insieme attivamente alla risoluzione delle questioni sorte dall’illecito penale, generalmente con l’aiuto di un facilitatore”

23 Pensando al nostro Paese, molti sono i luoghi dove provare a pensare in un’ottica riparativa: la scuola, la famiglia, i condomini, le aziende, le comunità di tipo familiare (Patrizi, Lepri, 2011)

24 Il modello riparativo di gestione dei conflitti è oggi oggetto di particolare interesse, sia quando si tratta di azioni che hanno violato le norme penali sia quando le norme violate sono quelle della convivenza comunitaria (ne è esempio il bullismo nella scuola).

25 Il modello riparativo nasce negli anni settanta con lo strumento della mediazione tra vittima e autore del reato, per poi svilupparsi negli anni novanta in un vero e proprio paradigma, che include l’intera comunità nella gestione del reato, con riguardo alle sue conseguenze e alla riparazione del danno: la base del modello è squisitamente relazionale

26 Se il reato, infatti, rappresenta la violazione di una norma, il danno prodotto include le sofferenze della vittima e la delusione delle aspettative sociali. Una frattura nei rapporti interpersonali che deve essere sanata per ripristinare fiducia reciproca e nei confronti della giustizia. Una giustizia che si possa definire riparativa prevederà una riparazione anche simbolica che contempli vittime e comunità sociale (Patrizi, De Gregorio, 2009).

27 Le due indagini sono state pensate in un’ottica di intervento multiagency basato su catene di responsabilità fra tutti gli attori coinvolti: adolescenti, famiglie, agenzie della socializzazione e dell’educazione, sanitarie, della giustizia, comunità allargata

28 Si può intendere la responsabilità come reciprocità d’impegno fra gli attori sociali e i loro sistemi, come funzione del rapporto fra l’individuo, le sue azioni e le capacità soggettive di rispondere di quelle stesse azioni ai sistemi di aspettative formali e informali

29 Il paradigma riparativo – come abbiamo visto, originariamente applicato alla giustizia e ai protagonisti di un crimine – viene successivamente esteso al contesto scolastico. Questi i potenziali vantaggi:

30 aumentare il senso di autoefficacia personale e collettiva; avere dei luoghi maggiormente sicuri, supportivi e attenti alle relazioni; migliorare l’apprendimento; ridurre il bullismo e tutte le forme di conflitto interpersonale; rendere i/le ragazzi/e maggiormente consapevoli dell’importanza delle relazioni e gratificati dall’apprezzamento da parte dei coetanei e degli adulti significativi di riferimento (personale scolastico e famiglie); sviluppare un senso di appartenenza; enfatizzare le risposte di contrasto alle condotte inadeguate; aumentare la capacità di assunzione delle responsabilità.

31 … basano il loro intervento sul presupposto fondamentale che per risolvere un conflitto debbano avere un ruolo attivo le persone coinvolte nel conflitto poiché le soluzioni imposte dall’alto, non condivise e non agite direttamente, risultano meno efficaci.

32 Queste strategie possono costituire un valido supporto per aiutare le scuole a fronteggiare le difficoltà. Ma quali sono gli step operativi e gli strumenti utilizzati nell’ambito della strategia riparativa? L’approccio riparativo applicato al contesto scolastico può essere efficace di fronte a varie tipologie di difficoltà: conflitti interpersonali (tra studenti, tra studenti e insegnanti, tra insegnanti e genitori, tra dirigenti e insegnanti etc.), infrazioni (vandalismo, teppismo, reati o comportamenti devianti di altro tipo), difficoltà o assenza di comunicazione tra scuola e famiglia, demotivazione del personale scolastico,

33 Propedeutico agli interventi potrebbe essere un corso di formazione centrato, da una parte, sull’approfondimento dei contenuti specifici dell’approccio riparativo, ma anche e soprattutto, sull’acquisizione di abilità personali e collettive (saper essere). Sulla base di queste direttrici operative si costruisce l’intervento che è considerato – a detta di chi lo applica – come un puzzle composto da diverse tipologie di azioni e momenti operativi (Cuzzocrea, 2010a):

34 indagine riparativa (restorative enquiry) discussione riparativa (restorative discussion): mediazione (mediation): cerchi/gruppi (circles) conferenza riparativa (restorative conference): ……

35 Cosa fare Idea di “cosa mi viene tolto” (quale diritto: ricreazione, attività…) “cosa mi viene aggiunto” : la sanzione Come riparo Quali attività da condurre insieme (con docenti..)

36 Presentazione al collegio Presentazione nei consigli allargati alle famiglie Consiglio istituto Assemblea Progetto fondazione per formazione/mediazione prossimo anno


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