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LA COMUNICAZIONE TEORIE E TECNICHE DEL LINGUAGGIO.

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Presentazione sul tema: "LA COMUNICAZIONE TEORIE E TECNICHE DEL LINGUAGGIO."— Transcript della presentazione:

1 LA COMUNICAZIONE TEORIE E TECNICHE DEL LINGUAGGIO

2 O BIETTIVI DEL CORSO : Acquisire familiarità con gli strumenti più comuni che rendono la comunicazione efficace (ascolto attivo, consapevolezza del linguaggio non verbale, toni di voce) Capire l’importanza dei colloqui e abituarsi a seguire una strategia comunicativa per renderli più efficaci

3 Valutare la propria leadership e trovare gli strumenti comunicativi per rafforzarla Prendere coscienza degli strumenti e delle tecniche per rendere le riunioni più efficaci Rendere più efficaci le riunioni di lavoro tramite una migliore pianificazione e conduzione.

4 S TRUMENTI : Lezione frontale in aula Confronto dialettico Slides Filmati Esercitazioni

5 L A COMUNICAZIONE

6 “non è possibile non comunicare” Paul Watzlawick

7 NON SI PUO’ NON COMUNICARE OGNI COMPORTAMENTO E’ COMUNICAZIONE OGNI COMUNICAZIONE INFLUENZA IL COMPORTAMENTO

8 D EFINIZIONE Comunicare, dal latino communis = che appartiene a tutti, significa propriamente condividere, "mettere qualcosa in comune con gli altri". L'atto della comunicazione ha infatti lo scopo di trasmettere a qualcuno informazioni e messaggi.

9 Quando comunichiamo, incrementiamo la nostra conoscenza condivisa, cioè il “senso comune”, la precondizione essenziale per l’esistenza di qualsiasi comunità. Rosengren

10 B ISOGNA FARE ATTENZIONE A DISTINGUERE : Comportamento Informazione Interazione Comunicazione

11 COMPORTAMENTO il comportamento corrisponde ad una qualsiasi azione motoria messa in atto da un individuo, per svariate ragioni anche di natura riflessa, e percepibile da un altro.

12 I NFORMAZIONE l’informazione è un processo di acquisizione di conoscenze, inferite autonomamente da chi le elabora, in base alla sua capacità, rispetto un certo oggetto o soggetto.

13 I NTERAZIONE L’interazione è quel contatto, anche involontario, tra individui che va a modificare la situazione preesistente delle cose tra loro.

14 C OMUNICAZIONE uno scambio interattivo osservabile fra due o più partecipanti, dotato di intenzionalità reciproca e di un certo livello di consapevolezza, in grado di far condividere un determinato significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali di significazione e di segnalazione secondo la cultura di riferimento.

15 la comunicazione implica un’idea di partecipazione, un progetto nel quale gli interlocutori hanno lo stesso peso e i destinatari possono agire anche come emittenti.

16 E LEMENTI PER UNA COMUNICAZIONE EFFICACE Caratterizzazione aperta o bidirezionale (a volte pluridirezionale) dello scambio; Possibilità di inversione dei ruoli fra emittente e destinatario; Valorizzazione dell’attività partecipativa del destinatario, anche nei casi in cui ricopra il semplice ruolo di ricettore; Attenzione agli effetti dell’azione comunicativa; Disponibilità a considerare il rapporto di comunicazione come un’interazione paritetica e, quindi, come una forma di conversazione almeno potenziale.

17 D ISCUSSIONE :

18 Si ha discussione quando due o più parlanti si contrappongono partendo da diverse visioni della realtà, e su questa differenziazione si installa un coinvolgimento emotivo che induce a esibire queste differenze

19 L IVELLI DELLA COMUNICAZIONE : Contenuto che riguarda il “cosa diciamo” Relazione che riguarda il “come lo diciamo” Watzlawick

20 M ATRICE CONTENUTO - RELAZIONE

21 L’ ORIENTAMENTO AL CONTENUTO FAVORISCE LA QUALITÀ DELLA COMUNICAZIONE PERCHÉ : Favorisce la comprensione; Privilegia l’efficienza; Coinvolge abilità e conoscenze; Utilizza la logica.

22 L’ ORIENTAMENTO ALLA RELAZIONE FAVORISCE IL GRADO DI CONSENSO ATTORNO ALLA COMUNICAZIONE PERCHÉ : Favorisce il ricordo e la motivazione; Privilegia l’efficacia; Sensibilizza; Coinvolge opinioni e atteggiamenti; Usa la drammatizzazione.

23 Non tenere conto di questi aspetti può rendere problematica la possibilità di risolvere, in modo efficace, una situazione conflittuale sul piano della comunicazione.

24 I DIVERSI APPROCCI ALLO STUDIO DELLA COMUNICAZIONE : L’approccio matematico-cibernetico L’approccio semiotico L’approccio ermeneutico L’approccio pragmatico L’approccio semio-pragmatico L’approccio pragmatico relazionale L’approccio psicologico relazionale L’approccio sociologico

25 Il Modello Telefonico codifica emittentemessaggiocanalemessaggioricevente decodifica rumori codice L’ APPROCCIO MATEMATICO - CIBERNETICO

26 La mappa non é il territorio Il modello I vincoli creano la nostra personale visione del mondo: la nostra “mappa”

27 La mappa non é il territorio Il modello Vincoli neurologici Vincoli sociali Vincoli individuali

28 I L MONDO CONDIVISO Leonardo da VinciMassimo Troisi

29 Le credenze Positive Negative Aprono risorse Chiudono risorse L’ insieme di tutto ciò che crediamo essere vero o falso, fattibile o non fattibile, possibile o impossibile. La mappa non é il territorio

30 Per apportare cambiamenti alla tua vita la ripetizione di affermazioni positive rappresenta una soluzione semplice e alla portata di tutti. Il concetto di base è molto semplice. Si tratta di sostituire consapevolmente le proprie credenze negative e le proprie idee limitanti interiorizzate nel corso degli anni con credenze positive che affermano ciò che vogliamo fare, avere o diventare.

31 L A COMUNICAZIONE NELLE ORGANIZZAZIONI Secondo Pettigiani e Sica (1993) possiamo definire l’ organizzazione come “un sistema complesso composto di individui e gruppi di individui in reciproca interazione e con obiettivi produttivi comuni”, nonché come “un sistema aperto, cioè in continua interazione con l’ambiente circostante e con altre organizzazioni”.

32 I gruppi che formano l’organizzazione possono essere classificati in: gruppi omogenei, i cui membri hanno una formazione e svolgono dei compiti similari, gruppi eterogenei, i cui membri lavorano quotidianamente insieme, pur differenziandosi a livello gerarchico e funzionale per la natura del compito svolto, gruppi trasversali, che si formano in occasioni di iniziative o riunioni, messe in atto per concordare piani, strategie e obiettivi comuni.

33 La mancanza di informazioni genera normalmente dipendenza nei confronti di chi ha più informazioni e di miglior qualità. Le reti formalizzate sono necessarie alla circolazione delle informazioni, che consente all’organizzazione di mantenere la sua efficacia.

34 LA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE Possiamo distinguere tre aspetti della comunicazione interpersonale: La comunicazione verbale La comunicazione paraverbale La comunicazione non verbale

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36 I TRE MODELLI DI COMUNICAZIONE Livello verbale (ciò che si dice) Non più del 15% di influenza rispetto al messaggio globale Livello paraverbale Tono e altezza della voce, ritmo, esitazioni, pause Fino al 35% di influenza rispetto al messaggio globale Livello extraverbale (o non verbale) Espressione corporea (mimica facciale, gestualità, postura, sguardo, distanza e comportamento spaziale (vedi E.T. Hall) Anche oltre il 50% di influenza rispetto al messaggio globale

37 L A COMUNICAZIONE VERBALE Riguarda i contenuti che trasmettiamo agli altri. Alcuni fattori critici per una buona comunicazione verbale: La chiarezza dei contenuti trasmessi La condivisione del contesto comunicativo La condivisione del codice comunicativo L’accertamento della comprensione del contenuto Le condizioni degli interlocutori

38 LA COMUNICAZIONE PARAVERBALE Riguarda aspetti di contorno del processo comunicativo Alcuni elementi componenti della comunicazione paraverbale: Il tono della voce Il timbro Alcuni effetti vocali (ad es. tremolìo…) Alcune espressioni paraverbali (“ehmm…, uhmm…”)

39 LA COMUNICAZIONE NON VERBALE Riguarda gli aspetti non contenutistici della comunicazione. Alcuni elementi componenti della comunicazione non verbale: Le espressioni del volto Lo sguardo La postura L’orientamento spaziale La distanza interpersonale I movimenti del corpo e la gestualità L’aspetto esteriore

40 L’ ASCOLTO ATTIVO

41 A SCOLTARE : DIFFICILE QUANTO PARLARE Deriva dalla parola Ascultare che significa sentire con delicatezza e cura Ascoltare: – Aver cura dell’altro – Cercare la verità dell’altro – Essere disposti a scoprire che non siamo nel vero – Ascoltare qualcuno diverso da noi – Aprirsi all’altro come atto di fiducia

42 A SCOLTO ATTIVO Significa essere attenti e presenti,riconoscere e rispondere, non lasciarsi distrarre, fare attenzione all’intera comunicazione di chi parla, essere aperti al messaggio che l’altro ci sta portando.

43 “Se abbiamo due orecchie ed una sola bocca significa che dobbiamo ascoltare il doppio di quanto parliamo” ZENONE

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