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Lezione 1 Obiettivo della lezione Individuare le problematiche relative al rapporto tra potere e responsabilità e concomitante ampliamento dell’organizzazione.

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1 Lezione 1 Obiettivo della lezione Individuare le problematiche relative al rapporto tra potere e responsabilità e concomitante ampliamento dell’organizzazione aziendale con nuovi gruppi interlocutori Struttura della lezione - il governo dell’impresa - condizioni attuali nel mondo delle imprese - responsabilità sociale - governance della grande impresa - teoria dell’agenzia - stakeholder theory - teoria dell’amministrazione - stakeholder management Il modello di Governance e la Stakeholder Theory

2 Alternativa EconomiaEtica Doppio piano (ordine logico e ordine morale) Complessità della gestione economica “L’economia senza l’etica … non ha un contenuto prescrittivo” (A. Sen) Etica ed Economia

3 L’etica comprende (Aristotele): - la dottrina della prassi domestica - Economia - la dottrina della polis - Politica Etica = filosofia pratica Si riferisce all’agire dell’individuo all’interno della struttura sociale che lo comprende (contesto di riferimento). (J. Rohls)

4 Per “Governance” s’intende … A.Struttura di governo dell’impresa B.Relazioni interne a tale struttura La Corporate governance riguarda (Molteni): 1.Problemi di distribuzione di poteri e responsabilità ai livelli più elevati dell’organizzazione 2.Le modalità di selezione e retribuzione degli alti dirigenti 3.La trasparenza degli atti di governo e i controlli interni La corporate governance

5 … problema di fondo: I poteri e le responsabilità come si distribuiscono nel governo dell’impresa? Condizioni attuali nel mondo delle imprese: - crescente potere della grande impresa (globalizzata e ipercompetitiva) - ampliarsi del ruolo sociale dell’impresa - allargarsi del numero dei soggetti che influenzano le strategie aziendali La corporate governance

6 A fronte di questi cambiamenti nel mondo delle imprese sono nate, in particolare due esigenze: - quella di regolare il profilo delle responsabilità degli amministratori - quella di amministrare, da parte dell’azienda, gruppi interni ed esterni per la condivisione di una finalità comune Emergere della “responsabilità sociale” La responsabilità sociale dell’impresa

7 La governance complessa della grande impresa - public company Caratteristiche: - proprietà frazionata ed assente dal governo - dissociazione tra proprietà e management Problematiche: - Sistema di valori da condividere (controllo della delega) - Equilibrio degli interessi ed i poteri dei vari protagonisti della vita aziendale La governance nella public company

8 La “teoria dell’agenzia” (‘70) (Williamson, Jensen-Meckling) Proprietà (principal) Manager (agent) - il manager deve agire nell’interesse della proprietà (responsabilità) - massimizzazione del ritorno economico Mandato fiduciario La teoria dell’agenzia

9 Critiche principali alla “teoria dell’agenzia”: - concentrazione delle cure del management sui diritti dei soli azionisti - il riconoscimento di una motivazione esclusivamente economica La teoria dell’agenzia

10 La “stakeholder theory” (Berle, Means) Né gli interessi dei proprietari, né quelli del gruppo di controllo debbono prevalere sugli interessi della comunità “Chi governa l’impresa deve prendere in considerazione i diritti, gli interessi e le aspettative di tutti coloro che possono essere influenzati dalle decisioni manageriali e che, per converso, possono esercitare la loro influenza sui risultati di tali decisioni” (V. Freeman) la Stakeholder Theory

11 Fattore distintivo tra le due teorie La teoria dell’agenzia La stakeholder theory Agent titolare di un rapporto Agent titolare di un fiduciario esclusivo con rapporto multifiduciario la proprietàcon tutti gli stakeholder Modelli di governance a confronto

12 E’ realistico un trattamento egualitario di tutti gli stakeholder? No, perché: a.Impossibilità oggettiva di trattare tutti in modo egualitario b.Impossibilità di trattare un rapporto multifiduciario Non tutti gli st. hanno lo stesso potere d’influenza La distribuzione del potere d’influenza tende a variare in base alle contingenze La rilevanza degli st. si basa su (Mitchell, Aigle e Wood): - legittimazione - potere - urgenza la Stakeholder Theory

13 La teoria degli stakeholder deve essere interpretata in modo dinamico: - possono mutare i rapporti di importanza tra i vari partecipanti - possono sorgere nuovi stakeholder I rapporti tra gli st. non sono sempre bilaterali, ovvero indipendenti gli uni dagli altri (es. decisione outsourcing manutenzione) la Stakeholder Theory

14 Come dovrà essere esercitata l’azione di governo? - individuare gli st. - valutarne il peso rispetto allo sviluppo futuro della gestione - adottare la strategia idonea a creare comunanza di interessi Int. Restrittiva: - st. è chi intrattiene rapporti contrattuali con l’impresa Int. Estensiva: - st. sono tutti i gruppi che possono influenzare o essere influenzati la Stakeholder Theory

15 Sulla base dell’interpretazione più estensiva si determina la distinzione tra: - Stakeholder primari - Stakeholder secondari la Stakeholder Theory

16 Se l’imprenditore è proprietario cosa accade? - non è uno st., ma l’interlocutore degli st. - dovrà trovare un giusto equilibrio tra l’interesse personale e quello degli altri interlocutori dell’impresa I concorrenti sono stakeholder? La dottrina non appare concorde. - è improprio, perché non è possibile la ripartizione dei proventi (principio solidaristico) - occorre considerare però altre situazioni: accordi e collaborazioni tra competitori, adozione di comuni programmi di ricerca, azioni consortili di commercializzazione dei prodotti con effetti rilevanti sui risultati della gestione la Stakeholder Theory

17 IMPRESA Proprietari Dipendenti ClientiFornitori Comunità locale GRP di consumatori Concorrenti Sindacati Stak. secondari Mappa degli stakeholder Stak. primari la Stakeholder Theory

18 Criticità principali sulla “teoria degli stakeholder”: sul piano normativo: - l’esigenza di trattare in modo equo tutti gli st. (teoria etica, che richiama valori e principi di natura morale) - è realizzabile? Due scuole di pensiero: a.Scuola Etica : la teoria degli st. ha carattere normativo e si fonda su assunti morali b.Scienza sociale: la teoria ha carattere strumentale e descrittivo la Stakeholder Theory

19 Criticità principali sulla “teoria degli stakeholder”: - non operatività della teoria, mancanza di criteri di scelta nelle decisioni che deve assumere il manager. (Jensen) - la molteplicità degli obiettivi ch’essa sostiene (curare tutti gli st.) finisce, difatti, per non dare nessuna guida sul come pervenire a questo risultato - teoria illuminata della massimizzazione del valore, che tenga conto dell’importanza degli stakeholder per la sopravvivenza dell’impresa (teoria illuminata degli stakeholder) la Stakeholder Theory

20 Criticità principali sulla “teoria degli stakeholder”: Sono premesse utili per l’introduzione di criteri etici: - L’allagamento della platea dei protagonisti della vita aziendale e l’opportunità di un - bilanciamento di interessi Ma … la loro applicazione non porta automaticamente ad un “governo etico” la Stakeholder Theory

21 Criticità principali sulla “teoria degli stakeholder”: Goodpaster osserva come la “stakeholder analisys” riguardi le prime fasi del processo decisorio (raccolta informazioni, posizioni dei singoli interlocutori) ma non … una sintesi scelta etica La teoria degli stakeholder non assicura che dei valori siano applicati nelle decisioni (Goodpaster) la Stakeholder Theory

22 Stakeholder theory e processo decisorio St. Analysis: - Individuare in generale gli st. - identificare gli st. aziendali - Analizzare gli interessi degli st. St. Synthesis: - valutare le interrelazioni tra gli st. - Decidere eticamente: - equilibrio tra finalità economiche e sociali - equilibrio tra st. forti e deboli Goodpaster sostiene il “paradosso” della “stakeholder analisys” perché ritiene impossibile l’estensione del mandato fiduciario a tutti gli stakeholder ed irrealistica la situazione di egualitarismo tra i diversi partecipanti la Stakeholder Theory

23 Goodpaster sostiene in conclusione che: Mentre la teoria dell’agenzia è costruita su un rapporto fiduciario tra management ed azionariato la teoria degli stakeholder non si basa, in nessun caso su rapporti fiduciari Inoltre … posto che non sia possibile l’estensione del mandato fiduciario a tutti gli stakeholder … … i postulati della teoria dell’agenzia non sono conciliabili con l’imparzialità che lo stesso agent dovrebbe avere verso tutti gli stakeholder la Stakeholder Theory

24 Considerazione conclusiva sulla teoria degli stakeholder: La teoria ha sicuramente un ampio valore descrittivo e strumentale, ma un ridotto valore normativo la Stakeholder Theory

25 Stessi Obiettivi dell’organizzazione: sopravvivenza e successo dell’impresa Stessi Obiettivi dell’organizzazione: sopravvivenza e successo dell’impresa La “teoria dell’amministrazione” (stewardship theory) Manager o stewardPrincipal Allineamento degli interessi tra: La teoria dell’amministrazione Principi di carattere cooperativo e collettivo

26 La “teoria dell’amministrazione” (stewardship theory) Si basa su principi di carattere cooperativo e collettivo, in quanto è tipico dello steward di puntare ad ottenere gli obiettivi dell’organizzazione e non quelli prettamente individualistici come invece accade nella teoria dell’agenzia l’aspetto motivazionale e situazionale diventano elementi discriminanti nel governo aziendale La teoria dell’amministrazione

27 Punti fermi La stakeholder theory risponde meglio alle caratteristiche della governance nella public company La stewardship theory presenta una più ampia visione delle motivazioni aziendali Entrambe si basano su un orientamento per un governo cooperativo fondato sulla fiducia e proiettato nel tempo lungo. - E’ possibile conciliare le posizioni conflittuali esistenti nell’org.ne? - il mgmnt ha la capacità di individuare e gestire in modo etico le istanze dei diversi interlocutori? interrogativi Stakeholder Theory e Stewardship Theory

28 Come chi governa deve tener conto degli stakeholders? Tuttavia … per giungere a questo obiettivo dobbiamo primariamente individuare poi, classificare e gestire i differenti interlocutori aziendali Stakeholder management

29 Obiettivo: bilanciamento degli interessi pervenire ad un giusto equilibrio rispetto alle attese dei vari stakeholder Tuttavia … per giungere a questo obiettivo dobbiamo primariamente individuare poi, classificare e gestire i differenti interlocutori aziendali Stakeholder management

30 Come chi governa deve tener conto degli stakeholders? Tuttavia … per giungere a questo obiettivo dobbiamo primariamente individuare poi, classificare e gestire i differenti interlocutori aziendali Stakeholder management

31 Mappa degli stakeholder secondo Phillips: normativi, derivati e non stakeholder. Stakeholder management Attivisti Media Non stakeholder Concorrenti Clienti Finanziatori Dipendenti Fornitori Comunità Impresa

32 ClarksonMitchell- Agle-Wood Werther- Chandler PhillipsSciarelli Primari: -azionisti -investitori -dipendenti -consumatori -fornitori -Stato -comunità Secondari: -gruppi di opinione -media -sindacati -partiti politici Latenti -passivi -discrezionali -esigenti In Attesa -dominanti -pericolosi -dipendenti Definitivi Interni -dipendenti -dirigenti -azionisti -rappresentanze sindacali Contrattuali -clienti -finanziatori -fornitori -distributori Pubblici -comunità locale e nazionale Authority -ambientalisti -aziende del terzo settore Contrattuali -dipendenti -clienti -finanziatori -fornitori -comunità Derivati -concorrenti -media -attivisti Contrattuali interni -azionisti -management -dipendenti Contrattuali esterni -clienti -fornitori -finanziatori Regolatori -pubblica amministrazione -authority -comunità locale -concorrenti Di opinione -attivisti -Media - grp di opinione Alcune classificazioni degli stakeholder Stakeholder management

33 La regolazione dei rapporti con i vari interlocutori non può seguire criteri di egualitarismo, ma deve orientarsi in funzione dei “meriti” attribuibili a ciascuno stakeholder nell’ottenimento dei risultati aziendali Stakeholder management

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35 Gli interlocutori aziendali si prestano ad essere inquadrati in quattro gruppi: 1)Stakeholder amichevoli (supportive) dai quali si può ottenere un sostegno decisivo per l’attività dell’impresa 2)Stakeholder avversari (non supportive) dai quali si genereranno difficoltà sostanziali per l’attività aziendale 3)Stakeholder non orientati (mixed blessing), da cui si potrà avere, a seconda dei casi, un sostegno o un atteggiamento negativo 4)Stakeholder marginali (marginal), il cui peso nei confronti dell’impresa risulta del tutto modesto Stakeholder management

36 Il raggruppamento tra i diversi tipi di interlocutori è utile per definire la strategia che l’impresa dovrà adottare per amministrare efficacemente le relazioni con gli stessi: 1)Stakeholder amichevoli - strategia di coinvolgimento 2)Stakeholder avversari – strategia di difesa 3)Stakeholder non orientati – strategia di collaborazione 4)Stakeholder marginali – strategia di monitoraggio Stakeholder management

37 Tipologia di relazioni con gli stakeholder L’impresa è esposta a subire condizionamenti diretti ed indiretti rispetto ai quali deve poter reagire modificando i propri comportamenti. La relazione con ciascuno stakeholder può essere amministrata con differenti livelli di impegno che può crescere attraverso quattro stadi: 1)Gli st. sono solo informati dall’impresa (stato passivo) 2)Gli st. sono consultati prima dell’assunzione di decisioni (stato di ascolto) 3)Gli st. sono coinvolti nel processo di informazione delle decisioni (stato del rapporto bilaterale) 4)Il management è guidato dagli st. (stato proattivo) Stakeholder management

38 Tipologia di relazioni con gli stakeholder (G. Zhang) Livello di impegno Num.di st. considerati Stakeholder management Gli st. sono semplicemen te informati Gli st. sono consultati Gli st. dialogano con l’impresa Il management è guidato dagli stakeholder PASSIVOASCOLTOPROCESSO BILATERALE PROATTIVO Ampio gruppo di st. operanti nel contesto interno St. selezionati dall’impresa Numero limitato di st. critici Numero molto ristretto di st. rappresentativi

39 In conclusione… Si possono conciliare le posizioni conflittuali? Il management ha la capacità di comportarsi come uno steward, accogliendo e diffondendo i principi dell’etica nell’assunzione delle decisioni strategiche? La risposta non sta nella classificazione o nella graduazione di importanza di ciascuno stakeholder, che è dinamica e mutevole, ma nell’individuazione di un obiettivo superiore rispondente agli interessi di tutti. Stakeholder management

40 In conclusione… L’unica finalità che può vedere accomunati i partecipanti interni ed esterni alla vita dell’impresa, è quella della continuità dell’organizzazione, ovvero della sopravvivenza e dello sviluppo in funzione dell’evoluzione dell’ambiente esterno. Ma: - non vale per alcuni st. esterni - è necessario che si crei un robusto meccanismo di fiducia Stakeholder management

41 I diritti di proprietà degli azionisti non sono assoluti e gli st. hanno il diritto di partecipare alla direzione futura dell’impresa (Evan, Freeman) Identificare e valutare l’importanza dei vari stakeholder, trovare la sintesi più corretta delle attese di ciascuno di essi, conservare e rafforzare gli elementi di cooperazione e ridurre quelli di conflitto, sapere fare comprendere i giusti valori nella conduzione aziendale, sono quindi le esigenze che un moderno management deve poter soddisfare. Stakeholder management

42 L’etica, in quanto dottrina e pratica in grado di aiutare a scegliere fra il giusto e l’ingiusto, tra il bene ed il male, tra gli interessi forti e quelli da tutelare perché più deboli costituisce un completamento della stakeholder analysis e rappresenta una risposta necessaria alle esigenze di governo delle imprese. Stakeholder management


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