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UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL SACRO CUORE Sede di BRESCIA CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIa IL TIROCINIO Percorso formativo tra Università.

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Presentazione sul tema: "UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL SACRO CUORE Sede di BRESCIA CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIa IL TIROCINIO Percorso formativo tra Università."— Transcript della presentazione:

1 UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL SACRO CUORE Sede di BRESCIA CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIa IL TIROCINIO Percorso formativo tra Università Scuole Territorio

2 UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL SACRO CUORE Sede di BRESCIA Cosa presuppone la normativa

3 FINALITA’ Sviluppare e consolidare - le competenze previste dalle norme europee e nazionali e contemplate nel Piano di Studi del corso di laurea relative al profilo professionale del docente: psico-pedagogiche metodologico-didattiche organizzative relazionali di ricerca di inquadramento normo-giuridico - la consapevolezza della complessità che il ruolo docente implica

4 FINALITA’ o integrare dimensioni teoriche e pratiche relative all’esperienza scolastica; o sperimentare in forma simulata e diretta situazioni tipiche della professionalità docente; o riflettere e confrontarsi sulle attività di insegnamento-apprendimento.

5 Prevede attività di  osservazione  lavoro in situazione guidata  progettazione e realizzazione in autonomia - è accompagnato da insegnanti Tutor - si conclude con un elaborato finale inserito nella tesi di laurea Abilita all’insegnamento sia nella scuola dell’infanzia sia nella scuola primaria.

6 UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL SACRO CUORE Sede di BRESCIA Il CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIa Dalla normativa Alla realizzazione

7 LA STRUTTURA QUADRIENNALE 7 600 Ore complessive 600 24 CFU (Crediti Formativi Universitari) ASPETTI ORGANIZZATIVI

8 1° anno 2° anno TIROCINIO 1 3° anno TIROCINIO 2 4° anno TIROCINIO 3 5° anno TIROCINIO 4 125 ore 5 CFU 125 ore 5 CFU 175 ore 7 CFU 175 ore 7 CFU TIROCINIO INDIRETTO 3 CFU 75 ORE TIROCINIO DIRETTO 2 CFU 50 ORE TIROCINIO INDIRETTO 2 CFU 50 ORE TIROCINIO DIRETTO 3 CFU 75 ORE TIROCINIO INDIRETTO CFU ORE TIROCINIO DIRETTO CFU ORE TIROCINIO INDIRETTO CFU ORE TIROCINIO DIRETTO CFU ORE DISTRIBUZIONE MONTE ORE E CFU 8 STUDENTI LAVORATORI Gli STUDENTI LAVORATORI possono usufruire di uno specifico percorso

9 LE FORME DEL TIROCINIO TIROCINIO INDIRETTO In presenza: nelle sedi universitarie (di venerdì) A distanza: nelle aule decentrate (musei, fattorie didattiche, biblioteche, centri per l’infanzia, enti, associazioni, convegni, seminari) On line (forum, Blackboard, …) Ha carattere formativo/orientativo TIROCINIO DIRETTO Presso “scuole polo”: dell’infanzia primaria convenzionate con l’università. Si sviluppa sottoforma di Unità Formative Intensive di durata settimanale (dicembre e febbraio) e di venerdì Ha carattere osservativo/sperimentale

10 LA STRUTTURA QUADRIENNALE 10 DIMENSIONE FORMATIVA

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12 A cosa ci riferiamo quando parliamo di … 12

13 COMPETENZA capacitàE’ la capacità di attivare e coordinare consapevolmente le proprie risorse interne intese come conoscenze, abilità, disposizioni personali (stabili) e valoriali e quelle esterne disponibili, in una dimensione olistica del soggetto. processoÈ’ un processo in divenire. trasferibileE’ trasferibile a situazioni e contesti diversi con la cognizione delle procedure utilizzate. sviluppare livelli di padronanzaConsente al soggetto, attraverso un atteggiamento flessibile e in interazione con gli altri, di sviluppare livelli di padronanza in risposta a problemi e/o bisogni. 13

14 Il concetto di competenza sposta l’attenzione  DAL LAVORO DEL SOGGETTO  apprendere e saper fare come capacità di esecuzione di procedure e di schemi di azione prestabiliti  AL SOGGETTO CHE LAVORA  saper agire, dare senso, interpretare la situazione da affrontare, prendere decisioni pertinenti, saper progettare e portare a termine in maniera efficace azioni che rispondano ad una situazione autentica DAL “SAPER FARE” AL “SAPER AGIRE” 14

15 Pratiche riflessive nella formazione RIFLESSIVITA’ DI PRIMO GRADO RIFLESSIVITA’ DI PRIMO GRADO (reflecting in action + on action) Sviluppare un pensiero sull’esperienza (utilizzare memoria, associazioni dati visivi, cognitivi, dato anomalo, imprevisto strategico) Induce a mettere in discussione il dato e a creare un nuovo punto di vista RIFLESSIVITA’ DI SECONDO GRADO RIFLESSIVITA’ DI SECONDO GRADO (meta-cognition) Sviluppare un pensiero sul nostro modo di conoscere e interpretare la realtà Porta a relativizzare il proprio sapere e a farlo dipendere dal contesto ma in modo consapevole (Schön, 2006) 15

16 CURA Una pratica riflessiva: la CURA L'ambito della cura non si esaurisce nell’accudimento, ma è anche fondamento delle relazioni e riguarda dunque il processo di apprendimento – insegnamento. La pratica del PRENDER-SI CURA rimanda anche all’atto del pensare, dunque è educazione al pensiero e al pensare: un circolo virtuoso si attiva tra cura, riflessività e azione. L’attenzione e l’empatia sono parti fondamentali della cura. 16

17 I PROCESSI APPRENDIMENTO CENTRATO SULL’ESPERIENZA (Honey e Mumford -1986) Processo a spirale scandito da 4 passaggi, per evidenziarne l’aspetto costruttivo: 1. l’esperienza ( contatto diretto con una specifica situazione) 2. La riflessione (rivisitare mentalmente l’esperienza analizzandone portata e impatto) 3. La valutazione (arrivare a una determinata conclusione) 4. La pianificazione (identificare una nuova azione intesa come esperienza che permetta di utilizzare quanto appreso) Questi 4 passaggi non sono sempre ben definiti. Ogni persona ne predilige uno o più a seconda delle sue modalità di apprendimento: STILE ATTIVO STILE RIFLESSIVO STILE TEORICO STILE PRAGMATICO 17

18 LA STRUTTURA QUADRIENNALE 18 DIMENSIONE FORMATIVA L’ASSETTO DELLE COMPETENZE SPECIFICHE

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20 Tirocinio 1Tirocinio 2Tirocinio 3Tirocinio 4 SCUOLA dell’INFANZIASCUOLA PRIMARIA TEMATICHE LE PERSONE “ POSIZIONAMENTI ” o Tirocinanti o Bambini o Insegnanti o Personale scolastico o Famiglie o Personale extrascolastico CONTESTI e STRUMENTI “CONNESSIONI” o Spazio/tempo o Gruppo classe/plesso o Istituzione o Territorio o Saperi o Metodologie/strategie/stili... o Sussidi – tecnologie- … o Normativa o Documentazione I PERCORSI “ L ’ OFFICINA ” Dalla individuazione dei bisogni formativi Attraverso la progettazione e l ’ azione Alla valutazione e riprogettazione OBIETTIVI FORMATIVI  Lavorare in gruppo perseguendo un fine comune  Interagire in modo costruttivo con tutti gli attori dell ’ educazione  Operare scelte educative in relazione al contesto  Scegliere metodologie diverse in relazione alla situazione  Avvalersi della normativa come risorsa finalizzata al raggiungimento dei traguardi formativi;  Operare scelte educative in relazione al contesto (T2-T3)  Scegliere metodologie diverse in relazione alla situazione (T2-T3)  Far interagire armonicamente le esperienze con la struttura cognitiva dei bambini che apprendono (T2)  Far interagire armonicamente la realtà con i linguaggi delle discipline e la struttura cognitiva dei bambini che apprendono (T3)  Articolare i contenuti delle discipline in funzione dei livelli e dell’età (T3)  Trasformare le proprie conoscenze e abilità in saperi per la vita attraverso la riflessione (T2-T3)  Documentare, monitorare, valutare i processi e i prodotti di esperienze formative (T2-T3)  Progettare e realizzare ambienti di apprendimento (T2-T3)  Avvalersi della normativa come risorsa finalizzata al raggiungimento dei traguardi formativi (T2-T3)  Progettare e realizzare ambienti e situazioni di apprendimento  Scegliere diverse metodologie in relazione alla situazione  Avvalersi della normativa come risorsa finalizzata al raggiungimento dei traguardi formativi  Interagire in modo costruttivo con tutti gli attori dell ’ educazione  Articolare i contenuti delle discipline in funzione dei livelli e dell ’ et à  Elaborare i processi attraverso i quali trasformare le conoscenze e le abilit à in saperi per la vita  Documentare, monitorare, valutare i processi e i prodotti dell ’ attivit à formativa

21 LA VALUTAZIONE Cosa valutare valutazione di prodotto (esiti finali, risultati, livelli raggiunti, standard rispettati) valutazione di processo (meccanismi di funzionamento, problemi risolti, attitudini createsi durante lo svolgimento delle attività, ecc.). Valutare... Il punto di arrivo del tirocinante Il percorso di cambiamento del tirocinante Il contributo specifico dell’esperienza di tirocinio Gli effetti diretti/indiretti dell’organizzazione del tirocinio Fonte: Colombo-Varani 21

22 IL TIROCINIO NELLE ATTIVITA’ DIDATTICHE AGGIUNTIVE PER L’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI DISABILI (VECCHIO ORDINAMENTO UNIVERSITARIO) 22 OBIETTIVI: MATURARE MOTIVAZIONI ALL’AUTO APPRENDIMANTO E ALLA FORMAZIONE CONTINUA RISPETTO ALL’EDUCAZIONE INCLUSIVA DEGLI ALUNNI DISABILI APPRENDERE ED AGIRE NELLE CLASSI A DIRETTO CONTATTO CON I BAMBINI COLLEGANDO LA PRATICA CON LE TEORIE EDUCATIVE DI RIFERIMENTO. PRENDERE CONSAPEVOLEZZA DELLA PROPRIA SCELTA PROFESSIONALE ATTIVANDO ATTEGGIAMENTI RIFLESSIVI E METACOGNITIVI.

23 ORGANIZZAZIONE DEL TIROCINIO DELLE ATTIVITA’ AGGIUNTIVE TIROCINIO INDIRETTO 23 80 ORE COSI’ RIPARTITE: 58 ORE DI PRESENZA IN AULA (UNIVERSITA’) 14 ORE DI RICERCHE, ATTIVITA’ INDIVIDUALI, RIELABORAZIONI DI GRUPPO, ELABORATO FINALE. 4 ORE DI SUPERVISIONE INDIVIDUALE 4 ORE DI PARTECIPAZIONE A CONVEGNI

24 MODULI FORMATIVI 24 LA PROFESSIONALITA’ DELL’INSEGNANTE DI SOSTEGNO: MOTIVAZIONE E NORMATIVA LA DOCUMENTAZIONE: DALLA DIAGNOSI ALLA PROGETTUALITA’ DIDATTICA L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO «ESPERTO DI RELAZIONI» L’OSSERVAZIONE: GLI STRUMENTI NEL CONTESTO DELLA DISABILITA’ LA PERSONALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO EDUCATIVO- DIDATTICO TIPOLOGIE DELLA DISABILITA’:MODALITA’ DI INTERVENTO LABORATORI 2 SUPERVISIONI DI GRUPPO

25 TIROCINIO DIRETTO 25 80 ORE IN SCUOLE DI BASE (SCELTE DALLO STUDENTE TIROCINANTE) IN CLASSI CON ALUNNI IN POSSESSO DELLA CERTIFICAZIONE DI HANDICAP CON LA PRESENZA DI UN INSEGNANTE TUTOR SPECIALIZZATO

26 TIROCINIO DIRETTO 26 OBIETTIVI DEL TIROCINIO DIRETTO OSSERVARE I PROCESSI DI INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’ NEL CONTESTO DELLA REALTA’ SCOLASTICA, A PARTIRE DALLE SCELTE E DALLE STRATEGIE DELLA SCUOLA (PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA) OSSERVARE L’ATTUAZIONE DEL «PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO» NEL CONTESTO DEL GRUPPO CLASSE: METODOLOGIE E STRATEGIE ATTUATE, PROCEDURE DI VALUTAZIONE, IN COLLABORAZIONE CON LE ISTITUZIONI SOCIO-SANITARIE E CON I GENITORI.

27 DISABILITA’ E SCUOLA 27 ESCLUSIONE 1971 INSERIMENTO SCOLASTICO 1971 1991 INTEGRAZIONE SOCIALE INCLUSIONE 1991 Ad oggi Dal 2005


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