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Principi di Oncologia Corso di Laurea Scienze Infermieristiche Prof.ssa Silvia Mezi.

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Presentazione sul tema: "Principi di Oncologia Corso di Laurea Scienze Infermieristiche Prof.ssa Silvia Mezi."— Transcript della presentazione:

1 Principi di Oncologia Corso di Laurea Scienze Infermieristiche Prof.ssa Silvia Mezi

2 I tumori sono costituiti da una popolazione di cellule dell’organismo che derivano dalla progenie di una sola cellula -ORIGINE MONOCLONALE- che ha subito una serie di modificazioni genetiche a cui si dà il nome di TRASFORMAZIONE NEOPLASTICA

3 Le cellule tumorali presentano una caratteristica generale comune: ACQUISIZIONE DELLA CAPACITA’ ALLA PROLIFERAZIONE AUTONOMA PROLIFERAZIONE NEOPLASTICA: illimitata  legata alla perdita di dipendenza cellulare dei meccanismi che controllano la moltiplicazione a cui sono sottoposte tutte le cellule dell’organismo

4 Oncologia: concetti generali

5 ACCRESCIMENTO FISIOLOGICO: ipertofie Iperplasie CARATTERIZZATO da: Distrettualità Reversibilità (quando cessa lo stimolo)

6 ACCRESCIMENTO NEOPLASTICO Irreversibile Indefinito teoricamente nel tempo e nello spazio INFILTRANTE Vitro  immortalizzazione Vivo  coinvolgimento sistemico

7 PRINCIPI DI CINETICA CELLULARE I farmaci uccidono una frazione costante, non un numero costante, di cellule (LOG CELL KILL o principio di distruzione cellulare frazionata ) Su cellule di leucemia murina L1210 Skipper : Le cellule neoplastiche mostrano una crescita di tipo esponenziale con tempo di raddoppiamento costante es. 10 h affinchè 102 cell diventino 2x102 o 107 diventino 2x107 Istotipi neoplastici differenti hanno un’elevata variabilità di tempi di raddoppiamento (ad esempio 5h anziché 10h) e, di conseguenza, di chemiosensibilità. MODELLO DI CRESCITA ESPONENZIALE

8 La cinetica di Skipper (esponenziale) vale in situazioni particolari La maggior parte dei tumori segue una cinetica di crescita meglio identificabile con quella di Gompertz La frazione di accrescimento tumorale non è costante (inizialmente esponenziale e poi più lenta anche se di dimensioni più grandi) Velocità di crescita bassa in tumori molto grandi PRINCIPI DI CINETICA CELLULARE MODELLO DI CRESCITA CELLULARE GOMPERTZIANA

9 Le caratteristiche dei tumori maligni sono: 1.invasività: infiltrazione da parte delle cellule tumorali dei tessuti circostanti 2.metastatizzazione: passaggio delle cellule tumorali nel circolo ematico a causa dell’invasione dei vasi sanguigni con conseguente localizzazione delle cellule tumorali in siti lontani (sito secondario o metastatico o metastasi) da quello di origine (sito o tumore primario). Le cellule tumorali aggregate quando rimangono sospese nel sangue o nella linfa danno origine al fenomeno noto come embolia neoplastica (ad es. polmonare, o dei grossi e piccoli vasi, della vena cava, degli arti inferiori..o del linfedema per ostruzione del flusso linfatico) Il termine cancro dal latino “cancer” = granchio, fa riferimento al fatto che le cellule neoplastiche nel corso della loro moltiplicazione avvinghiano e infiltrano le aree circostanti, così come il crostaceo nei confronti della preda Oncologia: concetti generali

10 CLASSIFICAZIONE Istogenetico: Tessuto d’origine Comportamento biologico

11 Tumori del tessuto epiteliale: Epitelio di rivestimento: epidermide -mucose Epitelio ghiandolare

12 Figura 19.3 - Disegno schematico illustrante alcune caratteristiche che contraddistinguono l'aspetto microscopico di alcuni tumori epiteliali e l'aspetto macroscopico di quelli maligni. Polipo: tumore a forma di clava che origina –o ciondola- da una superficie attaccato ad uno stelo. Papilloma: escrescenza su una superficie epiteliale che presenta lunghe e sottili digitazioni –papille Papilloma ha superficie maggiore a parità di volume > si replica in modo più attivo > progressione più frequente

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15 Carcinomi: Aspetto irregolare Margini mal definiti Infiltrano i tessuti Fenomeni emorragici e di necrosi Carcinomi: papillari, multifocali, nodulari, ulcerato, diffuso e stenosante

16 Tumori dell’epitelio ghiandolare Benigni: adenomi mantengono la struttura delle ghiandole: tiroide: crescono formando dei follicoli: ADENOMA FOLLICOLARE: ma possono assumere l’aspetto della tiroide fetale e embrionale Fibradenoma della mammella: contemporaneo sviluppo dell’epiteio connettivale e ghiandolare

17 Tumori dell’epitelio ghiandolare Maligni Carcinomi: costituiti da isole di cellule neoplastiche atipiche nel tessuto connetivo; Adenocarcinoma: se differenziato verso l’epitelio ghiandolare

18 Tumori del tessuto connettivo Indicati col suffisso -OMA se benigni La struttura ricorda quella del tessuto d’origine sia per la struttura della cellula che per la sostanza intercellulare prodotta

19 Tumori maligni Sarcomi blastici: discretamente differenziati Sarcoma anaplastici: sarcoma ad alto grado di malignità biologica e clinica

20 Tumori del Sistema Melanoforo BENIGNI: nevi nevi nevocellulare: accumulo di melanociti Sinciziale: accumulo di melanociti che presentano alterazione della giunzione dermo-epidermica Intradermico: agglomerati cellulari nel derma MALIGNI: MELANOMI possono insorgere su nevi e ex novo e hanno composizione citologica varia Neoplasie fortemente maligne a rapida diffusione metastatica

21 Tumori del tessuto emolinfopoietico: leucemie Linfomi

22 Tumori di origine placentare e embrionale Originano da citotipi che non sono presenti nell’individuo adulto Placenta: mola vescicolare corionepitelioma Teratomi: originano da tessuti che non sono presenti nel sito dove origina il tumore Ovaio: cisti dermoide: vi si possono trovare strutture cartilaginee, ossee, capelli, elementi dentari, tessuto nervoso.

23 Tumori del sistema nervoso Tumori delle cell neuroepiteliali: Astrocitomi Ependimomi Gliomi Tumori neuronali Tumori embrionali (medulloblastoma, glioblastoma) Tumori delle guaine nervose: neurinomi

24 Tumori delle meningi Meningiomi sarcomi meningei Benigni o maligni: I – II – III – IV GRADO (es.glioma IV grado: glioblastoma)

25 Adattamenti cellulari della crescita e del differenziamento Un organo può andare incontro a: a) variazioni positive o negative delle sue dimensioni: iperplasia: aumento del numero delle cellule; ipertrofia: aumento delle dimensioni delle cellule; queste modificazioni riguardano solo e soltanto le cellule parenchimali (no: stasi, edema, infiammazione) atrofia (ipoplasia e ipotrofia): diminuzione delle dimensioni, del numero e della funzione cellulare; b) alterazioni del differenziamento: metaplasia; anaplasia; (displasia)

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33 La gradazione (grading) G Identificazione del grado di malignità di un tumore rilevabile all’esame istologico sulla base di atipie citologiche delle cellule tumorali, che sono indici del grado di differenziazione. La gradazione rappresenta un giudizio diagnostico, e anche prognostico, di gravità che va combinato con altri (TNM, etc) Grado I tumori costituiti da cellule ben differenziate Grado IItumori costituiti da cellule con differenziazione di medio grado Grado IIItumori costituiti da cellule indifferenziate Grado IV tumori costituiti da cellule il cui grado di differenziazione non è definibile

34 La stadiazione (TNM) Prende in considerazione l’entità della diffusione del tumore in termini di invasività nei tessuti vicini, invasione dei linfonodi e di formazione di metastasi. In particolare: 1) dimensioni del tumore primario in cm (T =tumore) T1-T4 2) Stato dei linfonodi regionali (N = linfonodo) N0-N3 3) Assenza o presenza di metastasi (M = metastasi) M0/M1

35 Possibili destini evolutivi di una cellula

36 Dogma centrale della biologia molecolare: un GENE…una PROTEINA

37 EVENTI GENEALI ALLA BASE DELLA CARCINOGENESI

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