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9 giugno 2016 Dott.ssa Silvia Pizzarotti.

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Presentazione sul tema: "9 giugno 2016 Dott.ssa Silvia Pizzarotti."— Transcript della presentazione:

1 9 giugno 2016 Dott.ssa Silvia Pizzarotti

2 ORARI DI LAVORO PARTICOLARI

3 COMPORTAMENTI CONTRARI ALLA SALUTE
FUMARE BERE ALCOOL MANGIARE TROPPO E MALE

4 LAVORARE A ORARI STRANI E’ UN COMPORTAMENTO CONTRARIO ALLA SALUTE

5 Il Lavoro a Turni significa:
Deprivazione perché si dorme MENO 1) turno di notte 2) turno del mattino 3) turno pomeridiano) Deprivazione perché si dorme MALE (sonno diurno, ansia per la reperibilità, ansia per il risveglio precoce)

6 (ALTERAZIONE DEI RITMI FISIOLOGICI)
IL LAVORO A TURNI PUO’ CAUSARE IMPORTANTI PROBLEMI DI SALUTE Perché si dorme POCO E MALE (DEPRIVAZIONE DI SONNO) Ancora peggio SINDROME DEL TURNISTA (ALTERAZIONE DEI RITMI FISIOLOGICI)

7 Sindrome da Jet-Lag Sindrome del Turnista
Riflettono una risposta normale del funzionamento circadiano del cervello nel contesto di modifiche dell’orologio esterno

8 SINDROME DA JET- LAG Disturbo del ritmo circadiano secondario a cause esterne
il nostro organismo non riesce a regolare immediatamente L’orologio interno sul nuovo orario, quindi continua a funzionare secondo l’orario del luogo di partenza conseguenza del brusco cambiamento di orario che si ha quando si attraversano rapidamente almeno due fusi orari

9 SINTOMI DEL JET- LAG - Sono transitori
compaiono immediatamente dopo il viaggio durano tanto più quanti più fusi orari sono stati attraversati in media tendono a risolversi gradualmente entro 4-6 giorni, quando il viaggiatore si è resettato sugli orari locali occorre circa un giorno per ogni ora di fuso attraversato per aggiustare i ritmi dato che riusciamo ad adattarci con uno shift di minuti al giorno, a seconda della direzione del viaggio

10 SHIFT-WORK SYNDROME Un Jet-Lag senza viaggio aereo

11 SHIFT-WORK SYNDROME Nuova classificazione dei disturbi del sonno (ICSD 3): (Devono essere soddisfatti i criteri A e D) A. Il paziente lamenta insonnia e/o eccessiva sonnolenza, con riduzione del tempo totale di sonno, associate temporalmente a turni di lavoro che si sovrappongono periodicamente agli abituali orari di sonno. B. I sintomi devono essere presenti in rapporto col turno di lavoro per almeno tre mesi C. Il diario del sonno (insieme al monitoraggio con l’actigrafo, se possibile eseguirlo, e meglio se associato alla valutazione della esposizione alla luce) tenuto per almeno 14 giorni (comprendenti periodi di lavoro e di riposo) dimostra una perturbazione del ritmo circadiano sonno-veglia; D. I disturbi della vigilanza non sono giustificati da un'altra patologia del sonno concomitante, né da patologie mediche, neurologiche o psichiatriche, né da uso di farmaci o di droghe. International classification of sleep disorders, ed 3, Darien, IL, 2014, American Academy of Sleep Medicine.

12 La maggior parte dei lavoratori orari di lavoro diversificati
In Europa Normale orario “giornaliero”: 27% dei dipendenti 8% degli autonomi La maggior parte dei lavoratori è impiegata in orari di lavoro diversificati

13 Gli orari di lavoro possono variare notevolmente
Ore/gg settimanali di lavoro Presenza dei turni Durata del turno Presenza di lavoro notturno Ora di inizio e fine turno Periodo di riposo tra i turni Regolarità dello schema orario

14 Presenza di lavoro notturno
Gli orari di lavoro possono variare notevolmente Presenza di lavoro notturno In Italia 17.3 % (lavoratori) 7.6 % (lavoratrici) (Dati Eurostat 2004)

15 Orari di lavoro Anomali
ANOMALI PER DURATA ANOMALI PER COLLOCAZIONE ORARIA

16 Orari di lavoro Anomali
Turni Tipici (con o senza notte)

17 Orari di lavoro Anomali
Orari Prolungati!!

18 Orari di lavoro Anomali
Notte Fissa

19 Orari di lavoro Anomali Lavoro Serale/Notturno Fisso

20 Orari di lavoro Anomali Lavoro Notturno/Mattutino Fisso

21 1) Disturbi della vigilanza
Il sonno è la funzione maggiormente compromessa

22 1) Disturbi della vigilanza
DI GIORNO Il sonno diurno di recupero è breve, frammentato e poco ristoratore Importante è la sonnolenza diurna, che diventa fattore di rischio (calo dell’efficienza, ridotta sicurezza sul lavoro e alla guida))

23 1) Disturbi della vigilanza
DI NOTTE - Il livello di vigilanza durante il turno di notte è molto ridotto rispetto alla norma: ulteriore fattore di rischio accidentale (errori, infortuni, incidenti!) - Può comparire insonnia

24 1) Disturbi della vigilanza
Lavoratori notturni 3 su 4 lamentano insonnia (Akerstedt T, Occup Med, 2003)

25 Possibile Conseguenza
cronicizzazione dei disturbi del sonno

26 (ulteriore incremento nelle successive notti consecutive
I PROBLEMI DEL TURNISTA Rischio di errori, incidenti e infortuni durante il turno (rispetto al turno del mattino) > 18.3% nel turno pomeridiano > 30.4% nel turno notturno (ulteriore incremento nelle successive notti consecutive del 6%, 17% e 36%) (Folkard S, Occup Med, 2003)

27 2) Disturbi organici Gastro-enterici
(dalla pirosi, all’alvo irregolare, alla dispepsia, fino alla ulcera duodenale conclamata)

28 2) Disturbi organici Cardiocircolatori
(importante la possibile presenza di disturbi sul fronte cardiovascolare, soprattutto di ipertensione arteriosa e di cardiopatia ischemica)

29 2) Disturbi organici Dismetabolici

30 ( Zimberg IZ, 2012). “Metabolic impact of shift work”
Shift-Work come fattore di rischio per sovrappeso e obesità, insulino-resistenza e diabete di tipo II, dislipidemia, sindrome metabolica Meccanismi: deprivazione di sonno, desincronizzazione dei ritmi circadiani, oltre ad aspetti ambientali e comportamentali

31 Rispetto ai volontari in sola deprivazione parziale,
(Leproult R, 2014) “Circadian misalignment augments markers of insulin resistance and inflammation, independently of sleep loss” Rispetto ai volontari in sola deprivazione parziale, i volontari in deprivazione parziale e misallineamento circadiano hanno presentato un incremento della insulino-resistenza pari al doppio

32 2) Disturbi organici Aumentata carcinogenesi nel turnista?
Il potere carcinogenico del lavoro a turni rappresenta un argomento tuttora estremamente controverso

33 ----------ma anche-------------
SHIFT-WORK Deprivazione di sonno (e sue conseguenze sul sistema immunitario) ma anche Desincronizzazione dei ritmi fisiologici di per sé (e sue conseguenze) (ad es alterati livelli circolanti di estrogeni: > endometriosi, > k mammario) Inibizione della melatonina per esposizione notturna alla luce: > rischio k? Deregulation dei geni che controllano sia la carcinogenesi che i ritmi circadiani ( ex gene Per2, Per3)

34 evidenziato in lavoratrici dopo
La soppressione della secrezione di melatonina può accelerare la crescita tumorale Aumento del rischio evidenziato in lavoratrici dopo oltre 20 anni di turni.

35 La soppressione della secrezione di melatonina può accelerare la crescita tumorale
Prevenzione? Ridurre gli anni di lavoro a turni Ridurre il numero delle notti consecutive (stravolge meno il ritmo della melatonina)

36 La soppressione della secrezione di melatonina può accelerare la crescita tumorale
Le lavoratrici con un tumore al seno in atto o anche nella storia passata dovrebbero essere esonerate dai turni di notte “Work at night and breast cancer – report on evidence based options for preventive actions” Scand J Work Environ Health, 2012

37 International Agency for Research on Cancer (IARC) IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans (Vol 98, 2010) “il lavoro a turni che comporta una disorganizzazione circadiana ha PROBABILMENTE un effetto carcinogenico sull’uomo (Gruppo 2 A)” positività limitata sull’uomo positività sufficiente sull’animale sperimentale (light)

38 mancano ancora studi epidemiologici certi
Still open question: “does shift-work cause cancer?” (Erren T.C., Neuro Endocrinol Lett, 2010) Nesso ipotizzato tra SW e cancro nell’uomo (plausibile visti i dati sull’animale) MA mancano ancora studi epidemiologici certi

39 3) Disturbi neuropsichiatrici
Sindromi ansioso-depressive Aumentata irritabilità (da deprivazione, da conflitto tra sonnolenza ed esigenza di attività sociali) Ritiro sociale progressivo Depressione reattiva alla disgregazione dei rapporti sociali e familiari

40 (Uso/abuso di farmaci e/o alcool)
Per favorire il sonno Per migliorare la qualità della veglia Per gestire i disturbi psichiatrici eventuali

41 I PROBLEMI DEL TURNISTA
Aumentato rischio tossicologico (le sostanze tossiche sono più o meno dannose a seconda dell’ora in cui avviene l’esposizione) Compromissione dei rapporti socio- familiari

42 I PROBLEMI DEL TURNISTA
INCIDENTI IN ITINERE specie dopo fine turno di notte

43 SE IL TURNISTA E’ DONNA > irregolarità del ciclo
> disturbi mestruali < gravidanze e parti regolari > aborti > rischio di tumore al seno e all’endometrio (ipotesi) > rischio endometriosi

44 SE IL TURNISTA E’ DONNA Più alto livello di stress
Più difficile recupero diurno

45 Lavoro a turni = Costo Sociale
Questi disturbi psico-fisici e di vigilanza causano complessivamente: Aumentato assenteismo Aumentata spesa sanitaria Aumentato rischio accidentale Aumentato rischio di errori sul lavoro Lavoro a turni = Costo Sociale

46 QUANDO SI LAVORA DI NOTTE
SI VA CONTRO LA NATURALE PREDISPOSIZIONE DEL CERVELLO A DORMIRE NELLE ORE NOTTUNE

47 QUANDO SI LAVORA DI NOTTE SI SBAGLIA PIU’ FACILMENTE
SI RENDE MENO SI SBAGLIA PIU’ FACILMENTE SI RISCHIA DI PIU’

48 OCCORRE FARE I CONTI CON LA REALTA’
DETTO QUESTO OCCORRE FARE I CONTI CON LA REALTA’ IL LAVORO A TURNI E’ SPESSO INEVITABILE

49 LAVORARE SULLA INTERFACCIA TRA PERSONA E TURNO

50 Organizzazione del lavoro e dei turni
RISPETTARE IL BENESSERE DEL SOGGETTO MIGLIORA LE PRESTAZIONI LAVORATIVE (vantaggio per l’impresa e per il lavoratore)

51 Non esiste un sistema di turnazione ottimale

52 ESISTONO DUE MODI DI ORGANIZZARE I TURNI
MODO PIU’ CORRETTO MODO PIU’ SCORRETTO

53 ESISTONO DUE MODI DI ORGANIZZARE I TURNI
MODO PIU’ CORRETTO Permette di: Ridurne l’impatto sulla salute del lavoratore - Ridurre il più possibile assenteismo e rischio di errori ed incidenti lavorativi Ridurre il più possibile il rischio di incidenti extralavorativi

54 CRITERI ERGONOMICI PER L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO A TURNI (“decalogo”)

55 CRITERI ERGONOMICI PER L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO A TURNI (“decalogo”)
Rotazione rapida (<< notti consecutive) Rotazione in “ritardo di fase” Non iniziare troppo presto il turno del mattino Interporre almeno 11 ore tra due turni Inserire i riposi dopo il turno di notte Regolare la lunghezza del turno in base alla gravosità del lavoro Inserire pause durante il turno (nap, piccoli pasti) Pianificare i turni con buon anticipo Concedere anche fine settimana liberi Consentire scambi di turno

56 Per interferire il meno possibile
CRITERI ERGONOMICI PER L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO A TURNI (“decalogo”) Rotazione rapida (ridurre le notti consecutive) Per interferire il meno possibile sui ritmi circadiani

57 CRITERI ERGONOMICI PER L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO A TURNI (“decalogo”)
5 NOTTI CONSECUTIVE NO

58 Rotazione in “ritardo di fase” (senso ANTEROGRADO)ù
CRITERI ERGONOMICI PER L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO A TURNI (“decalogo”) Rotazione in “ritardo di fase” (senso ANTEROGRADO)ù Per assecondare il naturale periodismo dei ritmi biologici circadiani, soprattutto in chi lavora a ciclo continuo

59 CRITERI ERGONOMICI PER L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO A TURNI (“decalogo”)
P M N P M N P M N P M N NO

60 CRITERI ERGONOMICI PER L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO A TURNI (“decalogo”)
M P N M P N M P N

61 Non iniziare troppo presto il turno del mattino
CRITERI ERGONOMICI PER L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO A TURNI (“decalogo”) Non iniziare troppo presto il turno del mattino Per limitare la perdita di ore di sonno, specie le ultime ore di sonno, ricche di sonno REM (che è importante soprattutto per la memoria)

62 ESEMPIO DI TURNI IN UNA AZIENDA DI PARMA
(mattino??) (pomeriggio) (notte)

63 Interporre almeno 11 ore tra due turni e
CRITERI ERGONOMICI PER L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO A TURNI (“decalogo”) Interporre almeno 11 ore tra due turni e Inserire i riposi dopo il turno di notte Per consentire un maggior recupero del deficit di sonno e della fatica

64 Regolare la lunghezza del turno in base alla gravosità del lavoro
CRITERI ERGONOMICI PER L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO A TURNI (“decalogo”) Regolare la lunghezza del turno in base alla gravosità del lavoro Consentire turni di 9-12 ore solo in casi particolari (lavori leggeri, pause adeguate, non esposizione a sostanze tossiche)

65 In Sintesi Il turno 3 x 8 - offre meno possibilità di recupero
- in senso retrogrado è il peggiore di tutti, perchè può capitare di fare mattino e notte nello stesso giorno Il turno 12 x 2 in senso anterogrado (meglio se con pause in turno) è il migliore anche perchè si hanno 24 ore di sosta tra i turni e si recupera meglio - ha un impatto minore sui lavoratori “ a rischio” di sviluppare problemi di sonno (soggetti mattutini, soggetti più sensibili alla deprivazione, lavoratori anziani) rispetto al turno3 x 8 (Costa G, 2014)

66 Inserire pause durante il turno
CRITERI ERGONOMICI PER L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO A TURNI (“decalogo”) Inserire pause durante il turno (nap, piccoli pasti) Per mantenere il timing dei pasti e (specie nel turno di notte) consentire un recupero con brevi pisolini

67 DI SCARICARE LA STANCHEZZA
NAP PISOLINO PROGRAMMATO che permette DI SCARICARE LA STANCHEZZA

68 Consentire scambi di turno
CRITERI ERGONOMICI PER L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO A TURNI (“decalogo”) Rotazione rapida (<< notti consecutive) Rotazione in “ritardo di fase” Non iniziare troppo presto il turno del mattino Interporre almeno 11 ore tra due turni Inserire i riposi dopo il turno di notte Regolare la lunghezza del turno in base alla gravosità del lavoro Inserire pause durante il turno (nap, piccoli pasti) Pianificare i turni con buon anticipo Concedere anche fine settimana liberi Consentire scambi di turno

69 - DISGREGAZIONE DEI RAPPORTI FAMILIARI E SOCIALI
ORGANIZZAZIONE DELLA VITA SOCIALE E FAMILIARE - RITIRO SOCIALE - DISGREGAZIONE DEI RAPPORTI FAMILIARI E SOCIALI PSICOFARMACI

70 MODO PIU’ CORRETTO (Turnazione Sensata)
SENSO ANTEROGRADO (m-p-n-m-p-n- m) TURNAZIONE RAPIDA INIZIARE NON TROPPO PRESTO IL TURNO DEL MATTINO INTERPORRE ALMENO 11 ORE TRA DUE TURNI

71 MODO PIU’ SCORRETTO (Turnazione Insensata)
SENSO RETROGRADO (m-n-p-m-n-p-m) TURNAZIONE LENTA con MOLTE NOTTI CONSECUTIVE INIZIARE TROPPO PRESTO IL TURNO DEL MATTINO

72 PREVENZIONE E CURA DEI DISTURBI DI VIGILANZA NEI LAVORATORI
La necessità di buona parte delle aziende di impostare il lavoro sui turni è oggi indiscutibile. Occorre cercare di ridurre l’impatto della turnazione e degli orari di lavoro non convenzionali sulla salute dei lavoratori.

73 IL NOSTRO CERVELLO E’ PROGRAMMATO PER IL RIPOSO NOTTURNO
OROLOGIO INTERNO IL NOSTRO CERVELLO E’ PROGRAMMATO PER IL RIPOSO NOTTURNO

74 SE L’OROLOGIO INTERNO E’ MAL REGOLATO RISPETTO ALL’ORARIO ESTERNO
ALLODOLA (soggetto mattutino) GUFO (soggetto notturno)

75 S. DA ANTICIPATA ESTREMIZZAZIONE S. DA RITARDATA FASE DI SONNO

76 DIVERSA TOLLERANZA AI TURNI (“personalizzazione” del turno)
Età Sesso Cronotipo Ipnotipo Rigidità-flessibilità negli orari di sonno Capacità di “vincere la sonnolenza” e di fare pisolini Vulnerabilità cognitiva Abitudine al pisolino Comorbilità Fattori socio-ambientali (condizioni abitative) Tipo di organizzazione del lavoro e dei turni

77 DIVERSA TOLLERANZA AI TURNI (“personalizzazione” del turno)
variabilità individuale nella resistenza alla deprivazione e alla fatica sia per quanto riguarda la sonnolenza secondaria sia per quanto riguarda le conseguenze cognitive

78 DIVERSA TOLLERANZA AI TURNI (“personalizzazione” del turno)
identificare i soggetti particolarmente vulnerabili da questo punto di vista potrebbe essere utile nella prevenzione degli errori (anche forieri di gravi conseguenze) dovuti a ridotte performance

79 DIVERSA TOLLERANZA AI TURNI (“personalizzazione” del turno)
Si sta lavorando per perfezionare le metodiche di valutazione del rischio (accidentale, produttivo) secondario a questa vulnerabilità alla stanchezza sui luoghi di lavoro “Individual differences in cognitive vulnerability to fatigue in the laboratory and in the workplace” (Van Dongen HP et al, 2011)

80 circa il 38% di incidenti in meno
CONTROMISURE PRATICHE Garbarino et al, Sleep 2004 Indagati i comportamenti di tutti gli autisti della Polizia Stradale italiana per alcuni anni in rapporto al turno di lavoro l’85% degli operatori fa un sonnellino in media di novanta minuti prima del turno notturno (01-07) (strategia preventiva spontaneamente adottata) permette di affrontare il turno di notte con un livello di sonnolenza significativamente inferiore a quello prevedibile senza sonnellino circa il 38% di incidenti in meno (incidenti avvenuti rispetto a quelli prevedibili senza sonnellino) (modello matematico)


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