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LA PERSONA IN SITUAZIONE DI HANDICAP

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Presentazione sul tema: "LA PERSONA IN SITUAZIONE DI HANDICAP"— Transcript della presentazione:

1 LA PERSONA IN SITUAZIONE DI HANDICAP

2 CHI È?

3 DEFINIZIONE DELL’HANDICAP DA PARTE DELL’ O. N. U
DEFINIZIONE DELL’HANDICAP DA PARTE DELL’ O.N.U. “La disabilità è una difficoltà nel funzionamento del corpo, una difficoltà della persona e della propria socialità in uno o più contesti della vita.”

4 Definizione secondo la legge italiana (legge 104/92)
“È persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da terminare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.

5 L’handicap grave (legge 104/92)
Qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la situazione assume connotazione di gravità.”

6 DIRITTO ALL’EDUCAZIONE E ALL’ISTRUZIONE
La persona portatrice di handicap ha il diritto di frequentare le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. (art. 12, LEGGE 104/92)

7 LA SCUOLA È DI TUTTI!

8 INSERIMENTO O INTEGRAZIONE
L’integrazione è una scelta irreversibile. La scuola è solo una fase della vita, ma di fondamentale importanza. (legge 104, art. 12 – 17).

9 L’integrazione deve basarsi sul rispetto e la valorizzazione della diversità della persona; persona non solo portatrice di bisogni ma anche di risorse positive.

10 Integrazione vuol dire partecipare alla vita di classe, alla vita della scuola tenendo conto della particolare situazione in cui l’alunno si trova. Devono essere messi a disposizione tutti gli ausili di cui l’alunno necessita, l’insegnante di sostegno, l’assistente e/o l’educatore.

11 L’INTEGRAZIONE SI BASA:
SUI BISOGNI, SULLE RISORSE, I DESIDERI, LE POTENZIALITÁ DELL’APPRENDIMENTO, DELLA COMUNICAZIONE E DELLE RELAZIONI.

12 Ci si deve chiedere sempre: c’è almeno 1 cosa fra le tante previste che può essere svolta anche dall’alunno in situazione di handicap? C’è almeno 1 cosa per l’handicap che può essere proposta a tutta la classe?

13 LE RISORSE UMANE PER L’INTEGRAZIONE
GLI INSEGNANTI LA “RISORSA COMPAGNI”

14 PROGETTARE E CONDURRE INSIEME IL LAVORO CONDIVIDERE GLI OBIETTIVI
GLI INSEGNANTI PROGETTARE E CONDURRE INSIEME IL LAVORO CONDIVIDERE GLI OBIETTIVI CONDIVIDERE LE METODOLOGIE DA APPLICARE

15 APPRENDIMENTO COOPERATIVO
“RISORSA COMPAGNI” APPRENDIMENTO COOPERATIVO TUTORING – attiva rete di collaborazione di aiuto e di scambio

16 IL BAMBINO AUTISTICO

17 IL DISTURBO DELLO SVILUPPO È CARATTERIZZATO DA:
Compromissione qualitativa di origine precoce dell’INTERAZIONE SOCIALE (grave compromissione di entrare in relazione con gli altri), della COMUNICAZIONE, del REPERTORIO COMPORTAMENTALE.

18 LA COMPROMISSIONE QUALITATIVA DELL’INTERAZIONE SOCIALE:
NON SVILUPPA RELAZIONI CON COETANEI, NON CONDIVIDE GIOIA, INTERESSI, OBIETTIVI, COMPROMISSIONE DI COMPORTAMENTI NON VERBALI (sguardo diretto, espressione mimica,…), NON C’È RECIPROCITÀ SOCIALE ED EMOTIVA.

19 COMPROMISSIONE DELLA COMUNICAZIONE SOCIALE:
MANCANZA O RITARDO DELLO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO PARLATO, NON INIZIA O SOSTIENE UNA CONVERSAZIONE, LINGUAGGIO ACCENTRICO O STEREOTIPO, MANCANZA DI GIOCHI DI SIMULAZIONE O DI IMITAZIONE.

20 REPERTORIO COMPORTAMENTALE:
COMPORTAMENTI, INTERESSI, ATTIVITÀ RIPETITIVI E STEREOTIPATI, DEDIZIONE PER ATTIVITÀ O INTERESSI STEREOTIPATI, INTENSI E FOCALIZZATI, SOTTOMISSIONE RIGIDA AD ABITUDINI INUTILI O RITUALI SPECIFICI PERSISTENZA E ECCESSIVO INTERESSE PER PARTI DI OGGETTI.

21 Aspetti metodologici e didattici
L’integrazione scolastica del bambino autistico, come l’integrazione di portatori di qualsiasi handicap, è un obiettivo irrinunciabile.

22 Vivere in relazione con coetanei normodotati costituisce un occasione quasi unica per comprendere meglio il mondo con le sue regole, per ricercare apprendimenti funzionali, … .

23 L’integrazione va perseguita nella scuola di TUTTI, anche se l’alunno presenta rilevanti problematiche cognitive, relazionali e comportamentali.

24 Non devono esistere EMARGINAZIONE ed ISOLAMENTO che sono INACCETTABILI e non rispettano la dignità della persona ed il suo diritto di vedere accettata e valorizzata la diversità.

25 Il comportamento e le sue problematiche
Osservazione sistematica – descrizione oggettiva, frequenza, durata, intensità Il perché – cosa ci vuole comunicare ed in quale situazione (storia ed evoluzione dei comportamenti)

26 Le linee di intervento Strategie d’aiuto di comunicazione facilitata
Stimolazione sensoriale Forme di apprendimento imitativo Gratificazione Se è presente un deficit cognitivo è importante una precisa organizzazione didattica. L’organizzazione dell’ambiente fisico

27 L’organizzazione dell’ambiente fisico
Schemi visivi per strutturare la nozione del tempo suddivisione dei programmi organizzazione dei della giornata compiti e dei materiali

28 Comunicazione facilitata per grave disabilità verbale
Indicazione di figure, lettere, parole. Flashcard e Pecs. Programmi per il PC – software particolari, meno elaborati (per non creare confusione nel decodificare) – contenuti in forma sequenziale, statica. Creazione di mappe concettuali. Registrazione audio del testo proposto sul libro.

29 STRATEGIE per L’INTERVENTO EDUCATIVO-RIABILITATIVO
L’intervento segue due direttrici: Acquisizione di comportamenti adeguati (attenzione al compagno di gioco, comprendere regole, costruire giocattoli, …). Eliminazione di comportamenti non adeguati (aggressione, stereotipie,…)

30 Tecniche di intervento
Le tecniche che seguono possono essere, secondo il caso, applicate a quasi tutti gli alunni portatori di handicap.

31 Tecniche per l’insegnamento di comportamenti funzionali
Tecniche semplici (per incrementare l’attenzione, la discriminazione tra lettere simili, ecc.). Rinforzo Prompting Fading Modeling

32 Tecniche complesse: Shaping Chaining

33 Il Rinforzo Rinforzo positivo → somministrare un oggetto gradito se il bambino ha dimostrato il comportamento desiderato. Rinforzo negativo → per evitare una conseguenza spiacevole (p. e.:mettere a posto per evitare una punizione). Attenzione! Spesso è un meccanismo che genera e mantiene comportamenti inadeguati! ( do qualcosa pur di farlo smettere …).

34 RINFORZI Rinforzo estrinseco → rinforzo introdotto dall’esterno.
Rinforzo intrinseco → il piacere di aver svolto il compito correttamente Rinforzi naturali → lodi a scuola Rinforzi artificiali → il biscotto, la caramella. Rinforzi incondizionati Rinforzo condizionato

35 Il Prompting – il suggerimento
Prompting verbale → diretto (accende il gioco sonoro). → indiretto (ti ricordi,…). Prompting gestuale → indicano movimenti da compiere Prompting figurali → figure che indicano i vari posti, le sequenze dei lavori, … . Prompting fisici → guida fisica – aiuto nel movimento.

36 Il fading Si utilizza per facilitare la discriminazione tra stimoli simili (“b”, “d”,…)

37 Il modeling Funzione acquisitiva → apprendere osservando.
Funzione facilitativa→ imparare a dare risposte comportamentali corrette con maggior frequenza, anche in modo parziale. Funzione disinibitrice → osservare dei comportamenti inibiti (nelle fobie). Si deve promuovere l’autocontrollo.

38 Le tecniche complesse Lo shaping: serve a modellare progressivamente il comportamento desiderato partendo da un comportamento semplice da eseguire.

39 Lo chaining Chaining anterogrado: risalire progressivamente ● → ● → ● → ●. Chaining retrogrado: dall’ultimo a quello precedente ●← ● ←● ← ●.

40 Tecniche per l’eliminazione dei comportamenti disfunzionali
Le tecniche eversive sono interventi disagevoli per il ragazzo.

41 L’estinzione: elimina i rinforzi che derivano da comportamenti problematici L’obiettivo è di ignorare il bambino. Il rinforzo arriva se questo si comporta in modo corretto.

42 La saziazione: se il soggetto mostra interesse verso uno stimolo non adeguato, darlo tanto finché si stufa!

43 La pratica negativa: Somiglia alla precedente, ma è più difficile
La pratica negativa: Somiglia alla precedente, ma è più difficile. Si deve far fare al bambino un’azione non adeguata (sempre di più senza fermarsi alla prima resistenza o quando si vede che è stanco).

44 L’ipercorrezione: aumentare il costo da riparare – azione diventa indesiderata.

45 La costrizione fisica: il blocco fisico del soggetto – in caso di autolesionismo.

46 La generalizzazione ed il mantenimento delle abilità acquisite

47 ● Generalizzazione sul compito ● Generalizzazione sul contesto ● Generalizzazione sulle persone

48 L’apprendimento e il mantenimento dipendono dall’età, dal livello di deficit, dall’efficacia del programma educativo e dall’ambiente di vita.

49 Dentro e fuori dell’integrazione
La difficile presenza dell’alunno con autismo in classe

50 4 parole chiave: Programmazione Organizzazione Didattica speciale
Compagni

51 In aula e fuori: 3 aspetti
programmazione congiunta tra insegnanti e insegnante di sostegno alla ricerca di punti di contatto possibilità di avvicinare gli obiettivi e partecipare alla “cultura del compito” prospettiva di svolgere attività personalizzate all’interno ed esterno della classe.

52 L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO
Dare informazioni per quanto riguarda il tipo di handicap Coordinare i rapporti scuola – famiglia Aiutare e sostenere l’alunno in situazione di handicap in aula e fuori Informare in modo adeguato i compagni

53 Favorire l’integrazione
Dare consigli per quanto riguarda le metodologie speciali d’applicare Elaborare congiuntamente il P.E.I. e P.D.F. Dare sicurezza

54 La collaborazione tra scuola e famiglia, tra scuola ed équipe multidisciplinare

55 La collaborazione proficua tra le varie componenti che lavorano con il soggetto in situazione di gravità è un altro aspetto fondamentale per ottenere dei buoni risultati nella la vita scolastica, sociale e fisica.

56 La collaborazione tra scuola e famiglia
Scambio giornaliero d’informazioni attraverso il “DIARIO DI BORDO” – è SCAMBIO RECIPROCO!

57 La collaborazione tra scuola ed equipe multidisciplinare
La collaborazione tra l’equipe multidisciplinare è necessaria per stilare il PDF ed il PEI. Le attività da proporre devono essere frutto di un programma condiviso.

58 SCUOLA – EQUIPE - FAMIGLIA
INSEGNANTE DI SOSTEGNO E TUTTI GLI INSEGNANTE DI CLASSE P.E.I. e P.D.F. EQUIPE MEDICA FAMIGLIA ASSISTENTE SOCIALE

59 L’ASSISTENTE O L’EDUCATORE A SCUOLA
INFORMAZIONE SUL PROGRAMMA COLLABORAZIONE RECIPROCA CONDIVISIONE DEI COMPITI

60 LA STIMOLAZIONE SENSORIALE

61 la comunicazione non verbale e quella alternativa
… serve ad aumentare la percezione sensoriale per migliorare la capacità grossa e fine motoria relazionale la comunicazione non verbale e quella alternativa ad esprimere il gradimento e il non gradimento ad esprimere l’accettazione o il rifiuto

62 a conoscere secondo le proprie capacità il mondo circostante
ad acquisire maggiore autonomia per trarre maggiore benessere ed una migliore qualità della propria vita.

63 IL TATTO IL MATERIALE MATERIALE STRUTTURATO MATERIALE AMORFO

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65 Materiali non strutturati si prestano molto bene a qualsiasi attività:
stimolano in primis il tatto, ma anche l’udito, la vista, e l’olfatto.

66 MATERIALI Carta Fili, stoffa
Sassi, fagioli, lenticchie, piselli, ghiaia, sabbia, conchiglie,…. Acqua

67 Polvere di caffè, tè, cacao, riso, pasta, farine varie, … .
Palle di varie dimensioni e con superficie diverse. Didò, pongo, colori, pennelli, rulli, spugne, timbri… .

68 LA GUIDA FISICA

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72 Regole fondamentale da osservare
Non proporre troppi materiali Non lavorare costantemente con l’alunno in situazione di gravità concedere il tempo necessario ad intraprendere un’azione

73 Non è l’alunno che si deve adattare ai nostri tempi, bensì è l’insegnante che si deve adattare ai tempi di apprendimento dell’alunno.

74 LA MOTRICITÀ Motricità grossa Motricità fine

75 Il controllo del movimento della testa
Attraverso il movimento della testa l’alunno allarga il campo visivo. Il controllo del movimento del capo è necessario per la percezione, l’osservazione, la conoscenza dello spazio circostante, la reazione a stimoli acustici ed ottici e la motricità della bocca.

76 L’UDITO E L’ASCOLTO Esercizi per rafforzare e manipolare la percezione uditiva giochi sonori palla sonora musica di ogni tipo e genere strumenti musicali materiale non strutturato

77 L’ascolto Va giornalmente allenato e sollecitato.
L’alunno deve imparare ad ascoltare brevi e precise consegne. Quando si parla, mantenere il contatto oculare con l’alunno.

78 L’UDITO E LA VISTA S’intersecano.
Dovrebbero essere analizzati insieme. La stimolazione sensoriale di questi due sensi va di pari passo, tranne quando uno di questi è compromesso così tanto da non fornire nessun residuo percettivo.

79 LA VISTA E LA COMUNICAZIONE NON VERBALE
IL PC Programmi particolari in commercio Programmi creati per l’alunno (con Power Point) Per mantenere e migliorare il contatto oculare e per svegliare l’interesse e la curiosità.

80 Flashcard Per effettuare una scelta
Per indicare ciò che si desidera (persona, oggetto, fame, sete, …).

81 I PECS Picture exchange comunication system – sistema di comunicazione aumentativa /alternativa. Per bambini non verbali. Utilizzo d’immagini per comunicare. Per poter comunicare ed esprimere i propri bisogni. Il materiale è facilmente realizzabile. Si può portare ovunque.

82 Il materiale è facilmente realizzabile.
Si può potare ovunque. Ulteriori informazioni:

83 L’esplorazione sensoriale gustativa-olfattiva
IL GUSTO E L’OLFATTO L’esplorazione sensoriale gustativa-olfattiva Kit olfattivi Alimenti

84 IL GUSTO E L’OLFATTO Questi due sensi non vengono quasi mai compromessi e permettono assieme al tatto una grande varietà di stimolazioni ed esplorazioni sensoriali.

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86 L’albero magico

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89 I QUADERNI Quaderni costruiti appositamente per raccogliere i lavori realizzati. I quaderni mostrano quali materiali si hanno manipolato. Si può scrivere un commento sul lavoro svolto, sulla partecipazione, la voglia o il non gradimento dell’alunno, … .

90 Anche l’alunno in situazione di handicap grave ha il diritto di portare a casa dei lavoretti ben raccolti e curati. I genitori vedono cosa si ha fatto, i materiali utilizzati, cosa gradisce il proprio figlio, cosa no.

91 IL MERITATO RIPOSO Alternare fasi di lavoro e fasi di riposo.
Finita un’attività dare la possibilità di fare qualcosa in autonomia.

92 Bibliografia Dispense dei professori Cottini, Fedele, Morello, legge 104/92, dichiarazione dell’O.N.U., relazione dell’anno di prova (Gisser). Per i Pecs:

93 Grazie a tutti per la partecipazione!
Un grazie di cuore a Laura per il suo supporto tecnico e per avermi sempre sostenuta! Mille grazie agli insegnanti della Scuola Primaria di Osoppo di aver permesso un’integrazione a 360°.

94 Indirizzo


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