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LA COMUNICAZIONE La comunicazione è al centro della nostra esistenza, è l’elemento costitutivo della trama dei rapporti tra le persone.

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Presentazione sul tema: "LA COMUNICAZIONE La comunicazione è al centro della nostra esistenza, è l’elemento costitutivo della trama dei rapporti tra le persone."— Transcript della presentazione:

1 LA COMUNICAZIONE La comunicazione è al centro della nostra esistenza, è l’elemento costitutivo della trama dei rapporti tra le persone.

2 LA COMUNICAZIONE La comunicazione è il solo modo mediante il quale impariamo chi siamo.

3 LA COMUNICAZIONE La comunicazione richiede lo scambio continuo di vari messaggi, che si realizza tramite il linguaggio verbale e non verbale.

4 LA COMUNICAZIONE Tutti gli individui, in quanto membri di una comunità linguistica e sociale, possiedono capacità di produrre e capire messaggi e quindi di interagire con altri soggetti.

5 LA COMUNICAZIONE La competenza comunicativa.
Si riferisce all’insieme delle presupposizioni reciproche, delle conoscenze e delle regole che rendono possibile uno scambio comunicativo.

6 LA COMUNICAZIONE Le maggiori abilità di una competenza comunicativa:
produrre e interpretare segni verbali; produrre e interpretare elementi che modulano la comunicazione: enfasi, cadenza nella pronuncia, le risate, le esclamazioni etc.;

7 LA COMUNICAZIONE Segue:
realizzare la comunicazione anche mediante gesti; usare intenzionalmente un atto linguistico per realizzare gli scopi della comunicazione;

8 LA COMUNICAZIONE Segue:
usare i segni linguistici e non linguistici in maniera adeguata e funzionale alla situazione e ai propri scopi; interpretare correttamente le situazioni sociali, i rapporti di ruoli e gli elementi che caratterizzano una cultura.

9 LA COMUNICAZIONE Le quattro regole d’oro (consentono ai soggetti di interpretare correttamente la conversazione a cui prendono parte): la quantità di informazioni necessarie per la comprensione del messaggio (né ridondanti né superflue), la qualità delle informazioni da dare (devono essere vere),

10 LA COMUNICAZIONE Segue:
la relazione di queste informazioni con lo scambio comunicativo (sii pertinente), il modo con cui il contenuto della comunicazione viene espresso, che deve essere comprensibile, evitare la mancanza di chiarezza, deve dare una organizzazione ordinata e concisa.

11 LA COMUNICAZIONE La comunicazione non verbale
Ci si esprime più chiaramente con il movimento che non con le parole. Ma non solo! In ogni gesto il corpo parla un linguaggio che anticipa l’espressione verbale. ?

12 LA COMUNICAZIONE NON VERBALE
Cosa dico: 7% (peso delle parole); Come lo dico: 93% (convinzione, tono di voce, linguaggio non verbale).

13 LA COMUNICAZIONE La comunicazione non verbale ha diverse funzioni: esprimere emozioni, comunicare gli atteggiamenti interpersonali, partecipare alla presentazione di sé, completare, sostenere, modificare, sostituire il discorso.

14 LA COMUNICAZIONE I segnali non verbali possiedono rispetto al linguaggio, una maggiore efficacia comunicativa e veridicità (nonostante i tentativi di controllo o di simulazione delle emozioni).

15 PARLARE IN PUBBLICO “Parlare in pubblico” è la situazione comunicativa di maggiore impegno.

16 PARLARE IN PUBBLICO Chi riesce a comunicare efficacemente nella comunicazione a due avrà difficilmente problemi di fronte a un gruppo di persone.

17 PARLARE IN PUBBLICO “TESTO e INTERPRETAZIONE a beneficio della relazione ”

18 “COMUNICARE SIGNIFICA FAR CAPIRE AD ALTRI IL NOSTRO MESSAGGIO”
PARLARE IN PUBBLICO “COMUNICARE SIGNIFICA FAR CAPIRE AD ALTRI IL NOSTRO MESSAGGIO”

19 PARLARE IN PUBBLICO Quindi:
“tutte le volte che il mio interlocutore non mi capisce la colpa è mia”.

20 PARLARE IN PUBBLICO “Sono io infatti che ho la responsabilità di mettermi in sintonia con gli altri semplificando la terminologia, usando il linguaggio non verbale, ma soprattutto verificando che il messaggio arrivi a destinazione e sia correttamente interpretato”.

21 “PARLARE NON SIGNIFICA NECESSARIAMENTE COMUNICARE”
PARLARE IN PUBBLICO “PARLARE NON SIGNIFICA NECESSARIAMENTE COMUNICARE”

22 PARLARE IN PUBBLICO La comunicazione,infatti, a differenza del semplice parlare, si pone sempre un obiettivo: “far prendere conoscenza di un certo messaggio all’interlocutore; fargli intraprendere un’azione”.

23 PARLARE IN PUBBLICO Dobbiamo farci capire, entrare in sintonia.

24 PARLARE IN PUBBLICO “Il processo di comunicazione è, a tutti gli effetti, un processo di vendita”.

25 PARLARE IN PUBBLICO Come nella vendita, anche nella comunicazione è fondamentale conoscere le aspettative del proprio interlocutore. Il messaggio, quindi, deve essere pianificato e sviluppato in funzione del profilo di chi ascolta.

26 PARLARE IN PUBBLICO Prima della presentazione è opportuno porci alcune
domande: chi sono i miei interlocutori chiave, se io fossi al loro posto, cosa stimolerebbe il mio interesse, quali sono le loro aree di interesse, quali sono i benefici che potrebbero attendersi dalla mia proposta?

27 PARLARE IN PUBBLICO Abilità di comunicazione: convinzione,
metabolizzare positivamente il contenuto della relazione, prendere coscienza che l’abilità di comunicazione risponde a regole ben precise che possono essere acquisite e applicate, fare pratica, pratica, pratica.

28 LA COMUNICAZIONE PARAVERBALE
Elementi che qualificano il modo di parlare: ritmo, intensità, tono, tempo, timbro, volume.

29 PARLARE IN PUBBLICO IL RITMO
E’ dato dalla velocità e accentrazione tonica delle parole. bla

30 PARLARE IN PUBBLICO L’INTENSITA’
E’ la forza e il vigore dell’espressione.

31 PARLARE IN PUBBLICO IL TONO E’ l’altezza della voce (alto, basso).

32 PARLARE IN PUBBLICO IL TEMPO
E’ il tempo generale di esposizione di una parola, una frase, una battuta.

33 PARLARE IN PUBBLICO IL TIMBRO
E’ la particolare caratteristica della voce, ciascuno ha il suo.

34 PARLARE IN PUBBLICO IL VOLUME E’ la quantità di voce emessa.

35 PARLARE IN PUBBLICO Aspetti che contribuiscono a rafforzare la
comunicazione: contatto visivo gestualità posizione e movimenti volume e tono di voce linguaggio - pause abbigliamento personalità, humor ed entusiasmo gestione dello stress

36 COMUNICARE Conclusioni
“se volete che il vostro messaggio sia ricordato, prima dite cosa state per dire; poi ditelo; infine dite che cosa avete detto”. B. Shaw

37 Le Riunioni Per ogni buona gestione sono necessarie riunioni anche se l’opinione diffusa su di esse è spesso “ è stata una gran perdita di tempo”. Dopo una riunione avrete probabilmente sentito o fatto commenti del tipo: Non a tutti è stata offerta la possibilità di dare il proprio contributo “Facevo prima a non venire” “Non c’entravo niente” Alcune persone si sono sentite escluse dalle decisioni formulate “Tutte le mie opinioni venivano criticate” Alcune opinioni hanno suscitato scarso interesse “Ero lì giusto per far numero” Il risultato era già scontato

38 Le Riunioni Verbalizzare ciò che si è deciso
Affinché le riunioni siano efficaci è necessario dirigerle bene. Chi presiede dovrà: I partecipanti non si irriteranno e non considereranno la riunione una perdita di tempo Attenersi all’ordine del giorno e portare a conclusione i lavori In modo da dare a tutti l’opportunità di esprimere le proprie opinioni senza sentirsi esclusi Incoraggiare i punti di vista In modo da avere il tempo necessario per considerare i diversi punti di vista. Controllare la discussione Terminare la discussione con un riassunto adeguato In modo che la conclusione sia chiara Verbalizzare ciò che si è deciso

39 Utilità delle Riunioni
Le riunioni sono un mezzo per ottenere uno scopo di per sé. La conclusione di una riunione di solito coincide con l’inizio di altre attività. Considerare le riunioni un metodo costruttivo di prendere decisioni vi renderà più facile indirizzare i vostri sforzi Le riunioni sono un mezzo per ottenere uno scopo di per sé. Aumenta la probabilità di raggiungere lo scopo per il quale è stato organizzato l’incontro

40 Cosa succede durante le riunioni?
1. Lo stadio costruttivo I partecipanti elaborano le loro posizioni e cercano di capire (cortesemente) quelle degli altri. Tentando di conoscere l’atteggiamento e i punti di vista degli altri e cercando di capire le regole del gioco ? ? ? ? ? ? ?

41 Cosa succede durante le riunioni?
2. Lo stadio bellicoso Una volta a proprio agio,le persone cominciano a mettere le carte in tavola. Possono lasciarsi andare a piccole schermaglie verbali. E’ qui che la gente si sfida ed esamina le proprie impressioni, rafforzandole se necessario.

42 Cosa succede durante le riunioni?
3. Lo stadio produttivo Con il procedere della riunione si sviluppano idee e si raggiungono compromessi e accordi affinché la situazione si evolva.

43 Cosa succede durante le riunioni?
4. Lo stadio risolutivo In questo stadio finale le persone creano consenso e producono soluzioni poiché vogliono giungere ad una conclusione.

44 Le dinamiche di gruppo Le decisioni prese da un gruppo di persone in genere sono diverse da quelle che ciascun partecipante avrebbe preso individualmente. Ciò avviene in virtù di una sorta di istinto del branco che induce a seguire le spinte prevalenti. Il fenomeno influisce sul dibattito e quindi sulla decisione stessa.

45 La Pressione del gruppo sul dibattito
1.Le persone che esprimono dubbi vengono forzati ad accettarla. Nel gruppo gli individui temono le figuracce. Spesso non modificano quello che pensano o cominciano a dubitare di quello che pensano. La pressione del gruppo può avere i seguenti effetti: 2.Le persone che prendono una posizione avranno l’impressione di fare una brutta figura se tornano sulle loro idee. 3. Le persone incapaci di esprimere i loro punti di vista in modo adeguato finiranno con l’essere d’accordo “per gettare la spugna”. 4. Le persone che hanno dubbi o opinioni diverse resteranno in silenzio per non essere considerate “devianti”.

46 L’ordine del giorno determina l’andamento della riunione
Di Cosa Discutere Ogni riunione dovrebbe avere un ordine del giorno = documento di lavoro che funge da bussola per mantenere tutti quanti su una determinata rotta. Il suo scopo è evitare che l’argomento meno importante occupi la maggior parte del tempo 1. Scopo, data, ora e luogo della riunione 2.Nominativi dei partecipanti 3. Argomenti base da discutere 4. Varie ed eventuali L’ordine del giorno determina l’andamento della riunione Dovrà essere studiato in modo da iniziare con gli argomenti più semplici ed arrivare agli aspetti più difficili

47 Organizzare i tempi Per dirigere efficacemente una riunione è importante, nella fase di preparazione dell’ordine del giorno, suddividere il tempo per argomenti e tenerne conto durante la riunione.

48 Dirigere la Discussione
1) Attenersi all’ordine del giorno 2) Ricondurre la riunione ai suoi obiettivi 3) Notare segni di stanchezza 4) Usare le competenze 5) Dare suggerimenti 6)Sostenere le opinioni

49 Gestire i Comportamenti turbolenti È assolutamente necessario
Non sempre le riunioni procedono in maniera ordinata. A volte il comportamento di alcuni può impedire i progressi e le battute rancorose possono produrre scontri frontali. È assolutamente necessario Dichiarare che non si tollerano attacchi personali reagire al disaccordo chiedendo suggerimenti costruttivi Ricordare gli obiettivi della riunione

50 Concretizzare l’accordo
Ad un certo punto della riunione occorre fare un passo avanti e cercare di raggiungere un consenso generale sull’argomento discusso. Per arrivare ad una conclusione potete: Definire i punti d’accordo e di disaccordo Fare domande per accertarvi di aver capito bene Riassumere le conclusioni


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