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Linee Guida SIMLII sulla Movimentazione Manuale di Carichi

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Presentazione sul tema: "Linee Guida SIMLII sulla Movimentazione Manuale di Carichi"— Transcript della presentazione:

1 Linee Guida SIMLII sulla Movimentazione Manuale di Carichi
Francesco S. Violante Università di Bologna Coordinatore del gruppo di lavoro per la revisione delle Linee Guida SIMLII sulla Movimentazione Manuale di Carichi

2 Linee Guida MMC: dal 2004 ad oggi
Prima edizione pubblicata nel maggio 2004 Da allora: - pubblicate numerose linee guida attinenti da parte di diverse organizzazioni (ACOEM 2011) - pubblicati numerosi studi sulle patologie lombari - pubblicato il D. Lgs. 81/2008 (ed il D. Lgs. 106/2009) - aggiornata la tabella delle “malattie professionali” (Decreto 9 aprile 2008) - aggiornato l’elenco delle malattie soggette a denuncia (Decreto 11 dicembre 2009)

3 Oggetto delle Linee Guida MMC 2011
Secondo l’Agenzia di Bilbao, i disturbi muscoloscheletrici da MMC possono essere distinti in: patologie dell’arto superiore e del rachide cervicale; patologie dell’arto inferiore; lombalgia e patologie del rachide lombare. Le LG, avendo accennato a tutti i possibili effetti della MMC sulla salute dei lavoratori, si focalizzano sui disturbi e le patologie del rachide lombare. Le LG sono relative alla movimentazione di carichi (di qualsiasi genere), con l’eccezione della movimentazione dei pazienti, per la quale si fa riferimento alle LG prodotte dalla SIMLII nel 2008.

4 MMC: definizione La European Agency for Safety and Health at Work di Bilbao definisce MMC “una delle seguenti azioni svolte da uno o più lavoratori: sollevare, tenere, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico pesante. Il carico può essere animato (una persona persone o un animale) o inanimato (un oggetto).”

5 Percentuale di lavoratori esposti ad alcuni fattori di rischio per almeno un quarto dell’orario di lavoro 20% 80% 60% 40% Movimentazione manuale carichi Lavoro al videoterminale Posture incongrue Movimenti ripetitivi Stazione eretta prolungata Vibrazioni Movimentazione manuale pazienti Fondazione di Dublino - Quarta indagine della European Foundation for the Improvement of Living and Working Conditions (2005)

6 Percentuale di lavoratori esposti a MMC per almeno un quarto dell’orario di lavoro (classificazione ISCO-88 ad 1 cifra) 0% 20% 40% 60% 80% 6 7 8 9 Professioni non qualificate Forze armate 5 Addetti dei servizi 4 Impiegati 3 Professioni tecniche 2 Professioni intellettuali 1.3 Gestori di piccole imprese 1.1 Legislatori e 1.2 Dirigenti Agricoltori Artigiani Operai Fondazione di Dublino - Quarta indagine della European Foundation for the Improvement of Living and Working Conditions (2005)

7 Prevalenza riferita di mal di schiena per settore lavorativo (classificazione ISCO-88 ad 1 cifra)
0% 10% 20% 30% 40% 50% 6 7 8 9 Professioni non qualificate Forze armate 5 Addetti dei servizi 4 Impiegati 3 Professioni tecniche 2 Professioni intellettuali 1.3 Gestori di piccole imprese 1.1 Legislatori e 1.2 Dirigenti Agricoltori Artigiani Operai Fondazione di Dublino - Quarta indagine della European Foundation for the Improvement of Living and Working Conditions (2005)

8 Relazione tra MMC (pazienti esclusi
Relazione tra MMC (pazienti esclusi!) e mal di schiena: distribuzione per gruppo occupazionale ISCO-88

9 I problemi aperti Effetti sulla salute: - lombalgia aspecifica - patologie discali - altre patologie Metodi di valutazione delle diverse componenti del rischio (sollevamento, trasporto, spinta/traino, eccetera) Limiti di esposizione Giudizi di idoneità (limitazioni)

10 Effetti sulla salute e MMC
La maggior parte degli studi relativi agli effetti sulla salute della MMC ha usato come outcome la lombalgia non altrimenti definita (sintomo) o un mix di questa con discopatie, ernie del disco ed altre patologie. La diversità degli outcome usati nei diversi studi (oltre che la complessità dei fattori che caratterizzano la MMC) è alla base delle incertezze che circondano la relazione esposizione-effetto.

11 MMC: forma della relazione dose/risposta

12 Effetti sulla salute – Evidenze di letteratura
La ricerca, condotta su PubMed è stata effettuata separatamente per i principali gruppi di disturbi e patologie. Uso di stringhe composte da quattro sezioni: possibile eziologia professionale limite della ricerca a revisioni/meta-analisi esposizione a MMC patologie/disturbi Mattioli et al. Search strings for the study of putative occupational determinants of disease. Occup Environ Med. 2010;67:

13 MMC e lombalgia (1): evidenze di letteratura
Lötters et al. 2003, meta-analisi: - OR pooled 1,5 (IC95% 1,3–1,7), ottenuto però da 35 studi trasversali e soli 5 longitudinali. Bakker et al. 2010, revisione sistematica di 18 studi di coorte: - evidenze contrastanti, basate però solo sul conteggio degli studi con risultati statisticamente significativi.

14 MMC e lombalgia (2): evidenze di letteratura
The Spine Journal 2010, ciclo di 8 revisioni sistematiche (stesso gruppo di autori): 1) eseguire flessioni e torsioni del busto [Way et al, 2010a]; 2) mantenere posture incongrue [Roffey et al, 2010a]; 3) mantenere la stazione assisa [Roffey et al, 2010b]; 4) mantenere la stazione eretta e camminare [Roffey et al, 2010c]; 5) trasportare carichi [Way et al, 2010b]; 6) spingere o tirare carichi [Roffey et al, 2010d]; 7) sollevare carichi [Way et al, 2010c]; 8) movimentare pazienti [Roffey et al, 2010e]. secondo gli autori nessuno dei fattori di rischio indagati può essere considerato un fattore di rischio indipendente per la lombalgia i compiti lavorativi, anche quelli dei singoli studi compresi nelle revisioni, sono però caratterizzati da più fattori di rischio interagenti nessuna stima quantitativa è stata riportata dagli autori, non è stata eseguita una metanalisi conclusioni basate su applicazione (corretta?) dei criteri di Bradford-Hill ai singoli studi inclusi nelle revisioni [Hill, 1963]

15 MMC e discopatie: evidenze di letteratura (1)
Assenza di revisioni sistematiche. Seidler et al. 2003, studio caso-controllo: aumento del rischio di ernia del disco lombare (ED) in rachide con processi degenerativi; nessun aumento del rischio in assenza di questi. Seidler et al. 2009, studio caso-controllo: OR 2,0 (IC95% 1,2–3,5) per ED e OR 2,4 (IC95% 1,2–4,6) per riduzione dello spessore del disco.

16 MMC e discopatie: evidenze di letteratura (2)
“The Twin Spine Study” di Battié, Videman et al: studio delle patologie discali in una coorte di gemelli finlandesi. Follow-up del 2008: ruolo di primaria importanza nella genesi delle degenerazioni discali lombari (salvo i bulging posteriori), per fattori genetici ed ambientali implicitamente condivisi dalle coppie di gemelli (infanzia ed adolescenza nella stessa famiglia, con le stesse abitudini ed esposizioni); MMC rilevanza significativa, ma inferiore; buona parte della variabilità non spiegata da fattori genetici, ambientali e occupazionali; difficile interpretazione: sono state incluse nello studio coppie di gemelli discordanti almeno per fumo o obesità o MMC o vibrazioni al corpo intero; quindi, non è detto che le coppie di gemelli studiate siano discordanti per MMC.

17 Esempi di gemelli con presenza/assenza di esposizione a MMC
Battié MC et al. The Twin Spine Study: contributions to a changing view of disc degeneration. Spine J. 2009;9:47-59.

18 Esempi di gemelli che discordano per il tipo di fattore di rischio cui sono esposti (MMC e WBV)
Battié MC et al. The Twin Spine Study: contributions to a changing view of disc degeneration. Spine J. 2009;9:47-59.

19 MMC e artrosi vertebrale: evidenze di letteratura
Assenza di revisioni della letteratura. Seidler et al. 2001, studio caso-controllo: un trend significativo è stato individuato al crescere dell’esposizione (OR per i soggetti altamente esposti pari a 8,5 - P per il trend <0,0005). i risultati non presentavano modifiche sostanziali: escludendo i casi in cui era presente anche una erniazione del disco oppure usando come dati di esposizione quelli dei controlli che facevano lo stesso tipo di lavoro.

20 MMC e altre patologie del rachide: evidenze di letteratura
Sciatica: assenti revisioni e studi caso-controllo; Miranda 2002, coorte di lavoratori dell’industria forestale con follow-up di un anno (senza gruppo di controllo), bassa potenza. Dorsalgia: conoscenze scarse (Briggs 2009).

21 MMC e altre patologie muscoloscheletriche: evidenze di letteratura
Patologie della spalla: revisione di van Rijn 2010, probabile associazione con sollevare 20 kg per 10 volte o più al giorno. Coxartrosi e Gonartrosi: 2 revisioni di Jensen 2008, associazione moderata/forte in entrambi i casi.

22 MMC e altre patologie: evidenze di letteratura
Distacco di retina: caso-controllo di Mattioli 2008, associazione positiva per alta esposizione. Ernia inguinale: revisione di Hendry 2008, associazione positiva ma scarsità di evidenze, fattori genetici? Gravidanza: revisione di Bonzini 2007, assenza di solide evidenze.

23 Metodi di valutazione del rischio (1)
I metodi di valutazione del rischio da fattori biomeccanici più in uso al momento attuale sono di tipo osservazionale. Mentre a livello di ricerca scientifica possono essere utilizzati anche metodi che impieghino misure fisiche (forza, postura, pressione, ecc.), negli ambienti di lavoro, sia per scopi preventivi che di valutazione di conformità a norme di legge, i metodi osservazionali sono di fatto gli unici ad essere impiegati.

24 Metodi di valutazione del rischio (2)
Recentemente questi metodi sono stati oggetto di due valutazioni: Takala et al. Systematic evaluation of observational methods assessing biomechanical exposures at work. Scand J Work Environ Health Jan;36(1):3-24. Russell et al. Comparing the results of five lifting analysis tools. Appl Ergon Jan;38(1):91-7. Affinché un metodo osservazionale possa fornire una solida base per l’assunzione di decisioni, la valutazione che ne risulta dovrebbe essere valida e riproducibile. Valida significa, in questo caso, “capace di stimare accuratamente il rischio”.

25 Metodi di valutazione del rischio (3)
È opinione corrente dei ricercatori che operano in questo campo che nessuno dei metodi oggi in uso possieda queste caratteristiche. Più precisamente si ritiene che i metodi di valutazione del rischio oggi disponibili consentano di individuare accuratamente le situazioni nelle quali il rischio può essere considerato estremamente elevato o, al contrario, virtualmente assente. Tra questi due estremi esiste una ampia “zona grigia” di incertezza, derivante dal fatto che i dati sulla relazione dose-effetto necessari per determinare i valori limite non sono disponibili. (Fallentin N. Regulatory actions to prevent work-related musculoskeletal disorders – the use of research-based exposure limits. Scand J Work Environ Health. 2003; 29(4): ).

26 I limiti di esposizione
I dati necessari a costruire una affidabile curva dose-effetto per i fattori di rischio biomeccanico non sono disponibili, per cui i limiti di esposizione proposti per i diversi fattori vanno interpretati con grande cautela. Ciò è vero anche per il fattore più studiato (il sollevamento) come indicato dagli stessi autori. (Waters TR, Putz-Anderson V, Garg A, Fine LJ. Revised NIOSH equation for the design and evaluation of manual lifting tasks. Ergonomics Jul; 36(7):749-76).

27 Criteri su cui si basa l’equazione del NIOSH
Tipo di studio Criterio Valore limite Biomeccanico Massima forza di compressione sul disco 3400 N Fisiologico Massimo dispendio energetico 2,2 – 4,7 kcal/min Psicofisico Massimo peso accettabile Accettabile per il 75% della popolazione lavorativa femminile e per il 99% di quella maschile

28 Modello del NIOSH: limiti per sollevamento pavimento-spalla (Kim 1990)
Limiti fisiologici Limiti psicofisici Limiti biomeccanici Area della formula del modello NIOSH Kim, Development of a model for combined ergonomic approaches in manual materials handling tasks. Unpublished Ph.D. dissertation, Texas Tech University, Lubbock, TX.

29 Criterio biomeccanico
Contributo di ciascun criterio alla definizione dello specifico fattore di demoltiplicazione Fattore di demoltiplicazione Criterio biomeccanico Criterio fisiologico Criterio psicofisico Distanza carico-corpo +++ - + Altezza delle mani da terra ++ Dislocazione verticale Dislocazione angolare Presa del carico Frequenza e durata del compito di sollevamento

30 Metodi di valutazione MMC: Takala et al. 2010
Takala et al. Systematic evaluation of observational methods assessing biomechanical exposures at work. Scand J Work Environ Health Jan;36(1):3-24.

31 Metodi di valutazione MMC: Russell et al. 2007
The revised 1991 National Institute of Occupational Safety and Health lifting equation (NIOSH) (Waters et al., 1993); The American Conference of Governmental Industrial Hygienists lifting threshold limit values (ACGIH TLV) (ACGIH, 2005); The Liberty Mutual ‘‘Snook’’ Lifting Tables (Snook)(Snook and Ciriello, 1991); The University of Michigan 3D static strength prediction program (3DSSPP) (University of Michigan, 2001); The Washington State ergonomics rule lifting calculator (WA L&I) (WAC, 2000a, b). Russell et al. Comparing the results of five lifting analysis tools. Appl Ergon Jan;38(1):91-7.

32 Norme ISO 11228 Ergonomics – Manual handling
Part 1: Lifting and carrying (2003). Part 2: Pushing and pulling (2007). Part 3: Handling of low loads at high frequency (2007).

33 Come condurre una valutazione della MMC (1)
Esaminare la mansione in questione per riconoscere gli elementi che comportano MMC. Il medico del lavoro deve riconoscere tutte le operazioni che comportino: Sollevamento/abbassamento di un carico (peso, frequenza e durata nel turno) Spinta/traino di un carico (peso e distanza percorsa) Trasporto di un carico (peso e distanza percorsa)

34 Come condurre una valutazione della MMC (2)
Esaminare i compiti in questione con strumenti di screening Questa seconda tappa del processo di valutazione ha lo scopo di riconoscere la presenza (assenza) di un carico biomeccanico da movimentazione manuale che debba essere oggetto di valutazioni più approfondite. Nel caso in cui il giudizio escluda un possibile sovraccarico biomeccanico il processo di valutazione si conclude.

35 Come condurre una valutazione della MMC (3)
Esaminare i compiti potenzialmente a rischio con strumenti di secondo livello e integrare i dati ottenuti. Una volta che la valutazione di primo livello abbia condotto alla conclusione dell’esistenza di un potenziale rischio, è dovere del medico del lavoro procedere ad una valutazione analitica con uno strumento di secondo livello adeguato (gli strumenti dei quali esiste un minimo di revisione sotto il profilo scientifico sono stati descritti in precedenza).

36 Sorveglianza sanitaria
Screening iniziale: Questionario Nordico Standardizzato (Standardised Nordic questionnaires) (Kuorinka I et al. 1987; Gobba F. 2008) Valutazione clinica: triage diagnostico e classificazione della lombalgia (COST B13 Working Group on Guidelines for the management of low back pain, ACOEM 2011)

37 Sorveglianza sanitaria
Valutazione della disabilità Intensità del dolore: scala VAS (Visual Analogue Scale) (Scott et al.1976) Roland Morris Disability Questionnaire (RMDQ) (Roland and Morris, 1983) Oswestry Disability Index (ODI) (Fairbank et al., 1980) Disabilities of the Arm, Shoulder and Hand (DASH) Outcome Measure (QuickDASH) (Hudak P et al., 1996) Valutazione della capacità funzionale

38 Valutazione clinica Lombalgia classificazione
“Diagnostic triage”: Patologie severe del rachide Compressione radicolare (o irritazione) Lombalgia non specifica La valutazione secondo il triage diagnostico è indicata nella prima valutazione del paziente con lombalgia (episodio acuto) e questa valutazione va nuovamente condotta nel paziente con lombalgia cronica. I casi di lombalgia dovrebbero essere classificati sulla base di pochi e semplici criteri clinici e suddivisi in tre gruppi: 1. lombalgia aspecifica 2. compressione radicolare o irritazione 3. possibile grave patologia spinale (meno dell'1% di tutti i casi di lombalgia). Nonostante una scarsa evidenza scientifica circa l’efficacia di questo sistema di classificazione, esiste un generale consenso su questo approccio tanto da essere incluso nelle linee guida internazionali sull’argomento. Scarsa o limitata evidenza scientifica Classificazione proposta in tutte le linee guida e accettata a livello internazionale

39 Raccomandazioni diagnostiche
Anamnesi e breve esame obiettivo Esame neurologico più approfondito in presenza di “red flags”, indicativi di patologie del rachide (spinal) o radicolari Diagnostica per immagini (RX, TC, RMN) non indicata di routine per lombalgia acuta non specifica Valutazione dei fattori psicosociali “yellow flags” e revisione più approfondita degli stessi in assenza di un miglioramento Valutazione del “Diagnostic Triage” per la scelta del managment Riesame dei pazienti che non migliorano entro poche settimane dalla prima visita o che hanno un decorso peggiorativo

40 “Red flags” Età di insorgenza della lombalgia (low back pain, LBP) <20 anni o >55 anni Trauma violento recente Dolore costante e progressivo (senza beneficio dal riposo a letto) Dolore toracico Storia pregressa di tumori maligni Uso prolungato di corticosteroidi Abuso di farmaci, immunosopressione, HIV Malattie sistemiche Calo ponderale inspiegato Sintomi neurologici estesi (inclusa la sindrome della cauda equina) Deformità strutturali Febbre

41 “Yellow flags” Erronei atteggiamenti e convinzioni sul proprio dolore (ad esempio, percepito come pericoloso o severamente disabilitante) Comportamenti erronei a causa del dolore (es. ridurre il livello di attività) Problemi correlati al lavoro o questioni medico legali (es. scarsa soddisfazione sul lavoro) Problemi emotivi (es. depressione, ansia, stress)

42 Raccomandazioni terapeutiche
Obiettivi: Ridurre il dolore Migliorare la funzionalità Prevenire ricadute e cronicizzazione

43 Raccomandazioni terapeutiche
Adeguata informazione e rassicurazione del paziente Non indicato prescrivere il riposo a letto Consigliare di continuare le normali attività giornaliere, incluso il lavoro se è possibile Terapia farmacologica: prima scelta paracetamolo, seconda scelta FANS Se mancato controllo del dolore, indicazione per l’uso di miorillassanti (da soli o in associazione con FANS) Manipolazione spinale per pazienti che non riescono a rientrare a lavoro Nel contesto lavorativo un programma di trattamento multidisciplinare può essere indicato nei casi di LBP subacuto o assenza per malattia per più di 4-8 settimane

44 Gestione del LBP in Medicina del Lavoro
Non esiste evidenza che una selezione all’atto dell’inserimento al lavoro riduca l’incidenza di LBP Non sono disponibili interventi preventivi di sicura efficacia, gli interventi ergonomici potrebbero essere utili: episodi di LBP in un contesto lavorativo sono inevitabili Adeguata informazione e formazione sull’utilità di un approccio aziendale che favorisca il reinserimento precoce al lavoro in caso di lavoratori affetti da LBP Progettare un percorso per il lavoratore con LBP che includa eventuali modificazioni del compito e il precoce reinserimento Un programma di riabilitazione può essere indicato nei casi di LBP con assenza per più di 4 settimane

45 Gestione del LBP in Medicina del Lavoro
Esiste accordo sui seguenti aspetti: Rassicurare il lavoratore e fornire un’adeguata informazione sulla natura autolimitante e benigna del LBP Incoraggiare e supportare il lavoratore nel continuare le normali attività lavorative Favorire il rientro a lavoro il più rapidamente possibile (anche in presenza di una non completa risoluzione della sintomatologia algica ) Modificare temporaneamente, solo quando è necessario, l’attività lavorativa (orario/compiti) There is general agreement on advice that LBP is a self limiting condition and that remaining at work or an early (gradual) return to work, if necessary with modified duties, should be encouraged and supported In general the assessment recommendations in the guidelines consisted of diagnostic triage, screening for "red flags" and neurological problems, and the identification of potential psychosocial and workplace barriers for recovery Reassure the worker and provide adequate information about the self limiting nature and good prognosis of LBP Advise the worker to continue ordinary activities and working or to return to normal activity and work as soon as possible, even if there is still some pain

46 Gestione del LBP in Medicina del Lavoro
Indicazioni nel caso di mancato rientro a lavoro entro 2-12 settimane : Indirizzare il lavoratore a un graduale incremento del programma di esercizi Indirizzare il lavoratore ad un approccio riabilitativo multidisciplinare (esercizi, educazione, rassicurazione, e gestione del dolore seguendo i principi della terapia comportamentale) Inserire l’approccio multidisciplinare nel contesto occupazionale When a worker fails to return to work within 2–12 weeks (there is considerable variation in the time scale in different guidelines), refer them to a gradually increasing exercise programme, or multidisciplinary rehabilitation (exercises, education, reassurance, and pain management following behavioural principles). These rehabilitation programmes should be embedded in an occupational setting

47 American College of Occupational and Environmental Medicine (ACOEM)
LBP e attività lavorativa Data l’inefficacia del riposo assoluto e l’andamento ricorrente del LBP Continuare o riprendere al più presto l’attività lavorativa (anche in caso di non completa scomparsa del dolore) Eventuali modificazioni dell’attività al fine di evitare compiti in grado di esacerbare il sintomo (ridurre attività di sollevamento carichi, evitare posture incongrue prolungate, alternare postura eretta e seduta)

48 American College of Occupational and Environmental Medicine (ACOEM)
Patologia Modificazioni dell’attività lavorativa Raccomandazioni sulla durata della limitazione Classificazione delle attività lavorative (Dictionary of Occupational Titles) Modificazioni attività possibili Modificazioni attività non possibili Lombalgia non specifica compresa quella da sforzo Evitare attività che tendono ad aggravare il disturbo (es: sollevamenti pesanti, flessioni del rachide ripetute e prolungate, mantenimento per lungo tempo di una postura inclusa quella seduta) fino a quando non sia possibile riprendere l’attività o al massimo per 90 giorni Sedentario Leggero Moderato Pesante Molto pesante Da 0 a 1 giorno Da 0 a 3 giorni Da 0 a 14 giorni Da 3 a 28 giorni Da 3 a 42 giorni Fino a 14 giorni Fino a 56 giorni Fino a 84 giorni

49 American College of Occupational and Environmental Medicine (ACOEM)
Patologia Modificazioni dell’attività lavorativa Raccomandazioni sulla durata della limitazione Classificazione delle attività lavorative (Dictionary of Occupational Titles) Modificazioni attività possibili Modificazioni attività non possibili Protrusione discale con radicolopatia (incluso sciatica) Evitare attività che tendono ad aggravare il disturbo (esempio flessioni del rachide, sollevamenti,stazione eretta prolungata, camminare a lungo, mantenimento per lungo tempo di una postura inclusa quella seduta) fino a quando non sia possibile riprendere l’attività o al massimo per 90 giorni o fino all’intervento chirurgico (dopo da valutare sulla base dei risultati) Sedentario Leggero Moderato Pesante Molto pesante Da 1 a 14 giorni Da 7 a 21 giorni Da 14 a 42 giorni Da 91 a 119 giorni Da 119 a 147 giorni Fino a 42 giorni Fino a 56 giorni Fino a 84 giorni Fino a 182 giorni

50 Giudizio di idoneità e MMC (1)
La pratica di limitare il peso dei carichi movimentabili da soggetti con patologia lombare è stata oggetto, da tempo, di critiche per la sua mancanza di basi razionali. (Magnusson ML, Pope MH, Wilder DG, Szpalski M, Spratt K. Is there a rational basis for post-surgical lifting restrictions? 1. Current understanding. Eur Spine J. 1999;8(3):170-8) (Pope MH, Magnusson ML, Wilder DG, Goel VK, Spratt K. Is there a rational basis for post-surgical lifting restrictions? 2. Possible scientific approach. Eur Spine J. 1999;8(3):179-86)

51 Giudizio di idoneità e MMC (2)
“Dopo la chirurgia è pratica usuale restringere il sollevamento di carichi. Ciò sembra essere basato sulla assunzione che la colonna sia più debole e quindi più soggetta a nuove lesioni … Benché la maggior parte dei chirurghi usi qualche tipo di limitazioni del sollevamento, non vi è molta letteratura su cui basare queste prescrizioni.”

52 Giudizio di idoneità e MMC (3)
Restringere il sollevamento non è un aspetto irrilevante. Questo può compromettere il ritorno al lavoro se il datore di lavoro non può (o non vuole) considerare adattamenti lavorativi, modifiche ergonomiche o compiti leggeri. … Altri studi biomeccanici ed epidemiologici suggeriscono che questo approccio è scorretto. Stabilire un limite al sollevamento basato solo sul peso senza definire altri parametri dello stesso, non ha senso. … Perciò le attuali limitazioni al sollevamento hanno poche giustificazioni.”

53 Giudizio di idoneità e MMC (4)
L’atteggiamento dei medici (e delle altre parti in causa) nei confronti delle patologie lombari collegate alla movimentazione manuale di carichi è largamente basato su consuetudini dotate di scarse basi scientifiche. L’adozione di pratiche basate su evidenze scientifiche in questo campo è un processo complesso e forse anche difficile, ma senz’altro non è ulteriormente rinviabile.

54 Valutazione dell’eziologia professionale di una malattia (NIOSH 1979)
Evidenza legata alla patologia Di quale patologia si tratta? Vi è evidenza diagnostica per la patologia in esame? 2 Epidemiologia L’epidemiologia supporta la relazione con l’attività lavorativa? 3 Evidenza dell’esposizione È possibile valutare l’esposizione in termini di durata, frequenza ed intensità? 4 Considerazioni su altri fattori eziopatologici Quali altri fattori causali sono da tenere in considerazione? 5 Validità della letteratura Ci sono informazioni contrastanti in letteratura circa l’associazione osservata? 6 Conclusioni Sintesi dei passaggi precedenti.

55 Lombalgia e MMC: interventi preventivi
van der Molen et al. 2005, revisione: interventi complessi, comprendenti formazione ed introduzione di misure tecniche che riducano il carico biomeccanico del soggetto, possono portare ad un’efficace prevenzione della lombalgia. Martimo et al. 2007, revisione Cochrane: la formazione/informazione, da sola od anche insieme all’utilizzo di ausili, non porta a risultati migliori di assenza di intervento o semplice informazione o esercizio fisico o cinture di supporto lombare (evidenza limitata/moderata).

56 Schema per lo sviluppo e la valutazione degli interventi per la riduzione del carico fisico di lavoro (modificata da van der Molen et al., 2005) (1) selezione delle misure dell’intervento; (2) analisi del contesto sociale e organizzativo; (3) scelta degli obiettivi; (4) selezione delle strategie di intervento; (5) piano di attuazione; (6) attuazione e valutazione.

57 Obblighi giuridici in materia di MMC (1)
Sono contenuti nel Titolo VI del Decreto Legislativo 81/2008, che recepisce nella legislazione italiana la Direttiva 90/269/CEE sulla stessa materia. In precedenza, la stessa materia era regolata dal Titolo V del Decreto Legislativo 626/1994, rispetto al quale, nell’attuale formulazione, sono presenti diverse novità.

58 Obblighi giuridici in materia di MMC (2)
L’articolo 167, comma 1, definisce il campo di applicazione del Titolo VI “alle attività lavorative di movimentazione manuale dei carichi che comportano per i lavoratori rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari”

59 Obblighi giuridici in materia di MMC (3)
Secondo l’attuale formulazione del Decreto Legislativo 81/2008 il campo di applicazione del Titolo VI comprende: la movimentazione manuale di carichi e la possibile conseguente patologia dorso-lombare; i movimenti ripetitivi (di carichi di basso peso) e la possibile conseguente patologia da sovraccarico biomeccanico (che interessa l’arto superiore).

60 Obblighi giuridici in materia di MMC (4)
L’articolo 168 disciplina gli obblighi del datore di lavoro, con testo largamente sovrapponibile alla precedente formulazione del Decreto Legislativo 626/1994 e della Direttiva 90/269/CEE. L’articolo 169 riguarda l’informazione, la formazione e l’addestramento (anche questi termini definiti dall’articolo 2 del Decreto Legislativo 81/2008) dei lavoratori.

61 Obblighi giuridici in materia di MMC (5)
L’articolo 170, comma 1 lettera a, prevede le sanzioni applicate alle inosservanze degli obblighi previsti dall’articolo 168, commi 1 (evitare, se possibile, la movimentazione manuale di carichi) e 2 (valutare i rischi, ridurli, organizzare il lavoro in modo sano e sicuro e sottoporre i lavoratori a sorveglianza sanitaria in funzione della valutazione del rischio). La lettera b dello stesso comma 1 prevede invece la sanzione per la violazione del comma 1 dell’articolo 169 (obbligo di fornire adeguate informazioni sui carichi da movimentare e di formare i lavoratori su rischi e modalità corrette di movimentazione).

62 Obblighi giuridici in materia di MMC (6)
L’Allegato XXXIII contiene gli “elementi di riferimento” e i “fattori individuali di rischio” che devono essere considerati “in modo integrato” ai fini della “prevenzione del rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari”.

63 Obblighi giuridici in materia di MMC (7)
L’Allegato riporta innanzitutto alcuni elementi da considerare perché possono modificare il rischio di “lesioni dorso-lombari” connesse alla movimentazione manuale di carichi. Si tratta delle caratteristiche del carico, dello sforzo fisico richiesto, delle caratteristiche dell’ambiente di lavoro e delle esigenze connesse all’attività da considerare (meglio se in modo documentato) nell’ambito del processo di valutazione del rischio.

64 Obblighi giuridici in materia di MMC (8)
L’unica modifica degna di nota, rispetto al Decreto Legislativo 626/1994, è la soppressione della specificazione “30 Kg” dall’indicazione “il carico è troppo pesante”. Il successivo punto sui fattori di rischio è stato modificato solo inserendo una frase che fa “salvo quanto previsto dalla normativa vigente in materia di tutela e sostegno della maternità e di protezione dei giovani sul lavoro” (con l’evidente significato che, in questi casi specifici, tali norme precedono quanto previsto dal Decreto Legislativo 81/2008).

65 Grazie per l’attenzione!


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