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TEMPI STORICI TEMPI BIOLOGICI ENZO TIEZZI. LA TERRA O LA MORTE I PROBLEMI DELLA “NUOVA ECOLOGIA”

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Presentazione sul tema: "TEMPI STORICI TEMPI BIOLOGICI ENZO TIEZZI. LA TERRA O LA MORTE I PROBLEMI DELLA “NUOVA ECOLOGIA”"— Transcript della presentazione:

1 TEMPI STORICI TEMPI BIOLOGICI ENZO TIEZZI

2 LA TERRA O LA MORTE I PROBLEMI DELLA “NUOVA ECOLOGIA”

3 A cura di Giulio Brentazzoli BUONA VISIONE …. N.B: Tutti i dati sono relativi all’anno di produzione del libro: 1984

4 Il è quella cosa con cui si misura l’evoluzione biologica e la sua unità di misura per studiare il passato è l’ordine di grandezza di milioni di anni: miliardi di anni ci separano dall’origine della terra, centinaia di milioni dalla comparsa di alghe e batteri, 3 milioni di anni dalla comparsa dell’uomo. Il tempo biologico è quella cosa con cui si misura l’evoluzione biologica e la sua unità di misura per studiare il passato è l’ordine di grandezza di milioni di anni: miliardi di anni ci separano dall’origine della terra, centinaia di milioni dalla comparsa di alghe e batteri, 3 milioni di anni dalla comparsa dell’uomo. Ma il tempo biologico è anche quella cosa con cui si deve misurare il futuro e la rottura degli equilibri biologici sta inducendo variazioni a livello planetario in tempi talmente brevi da accelerare l’orologio geologico. Trasformazioni che prima avvenivano in milioni di anni oggi possono avvenire in poche decine di anni. Le conseguenze pertanto corrispondono a un’accelerazione di milioni di anni di storia. In altre parole le scale biologiche e storiche si sono invertite. I tempi biologici e i tempi storici seguono ritmi diversi

5 IL PROBLEMA DELLA NOSTRA SOCIETA’ E LE QUATTRO STRADE IL PROBLEMA DELLA NOSTRA SOCIETA’ E LE QUATTRO STRADE La nostra cultura è tutta interna alla logica della ricerca della tecnologia per risolvere un problema d’oggi senza preoccuparsi se la risoluzione di quel problema va nella direzione di aumentare i problemi per l’umanità, di avvicinare il momento dell’esaurimento delle risorse, di mettere in moto un meccanismo senza ritorno di danni irreparabili alla biosfera, all’ambiente necessario per sopravvivere. La fiducia cieca nella tecnologia può “letteralmente” portarci alla distruzione. La prima strada per l’auto-distruzione è il nucleare. Oggi l’uomo ha la potenzialità per cancellare la propria specie e la vita stessa sulla terra. La seconda è la strada dell’aumento della popolazione. La terza quella dei grandi squilibri biologici: le variazioni climatiche indotte dalle attività umane possono essere tali da rendere invivibile il pianeta. La quarta è la perdita dei patrimoni genetici.

6 Purtroppo queste strade l’uomo le ha già imboccate, senza considerare in modo adeguato le conseguenze che tale scelta avrebbe comportato all’umanità. La scienza e la tecnologia certo non possono fare progressi senza assumersi qualche rischio. In passato però i rischi assunti in nome del progresso erano ristretti nel tempo e nello spazio, oggi purtroppo si rivelano essere a lunghissimo termine e su scala planetaria, talvolta con conseguenze irreversibili! Allegoria della nostra società...

7 Il NUCLEARE … “ Esperimenti che attentano alla vita di cittadini senza il loro consenso e causano malattie, morti e deformità in un gran numero di persone per un lungo periodo di tempo sono crimini contro l’umanità. Non si può ammettere che il governo o società private privino gli esseri umani delle loro vite per ottenere energia per altri esseri umani” ( J. Gofman e E. Sternglass, Processo al nucleare) La rivista “Chemical and engineering news” riporta tali dati: Negli USA si sono verificati 10 000 incidenti negli impianti nucleari 150 minacce di incidenti in impianti nucleari 150 minacce di incidenti in impianti nucleari 3 casi di collocazione di bombe 3 casi di collocazione di bombe furti medi annuali di 45kg di uranio e 27kg di plutonio. furti medi annuali di 45kg di uranio e 27kg di plutonio. Il più grande problema del nucleare consiste però nel rilascio di sostanze radioattive, con conseguenze devastanti sulla salute umana. : Lo stesso Gofman, uno degli scopritori dell’uranio-233, affermò: “ … non c’è dubbio nella mia mente e nelle mie conoscenze scientifiche: le radiazioni sono causa di cancro e leucemia.” ALCUNI DATI, anno 1978 Aumento della mortalità per cancro del 39% nella contea di Beaver, dove si trova la centraledi Shippingport Aumento della mortalità per cancro del 58% a Waterford, dove si trova la centrale di Millstone Gofman

8 IL PROBLEMA DELLE SCORIE RADIOATTIVE Un altro notevole rischio è presente nella fase finale del ciclo del combustibile nucleare: il trattamento delle scorie radioattive. Le prime scorie radioattive prodotte sono state depositate in fosse oceaniche senza tener conto che la pressione dell’acqua le avrebbe perforate lasciando fuoriuscire il dannoso contenuto. Francia e Inghilterra si sono persino dimenticate il luogo di affondamento di tali sostanze. In seguito l’attenzione è stata rivolta a siti geologicamente stabili: graniti o basalti, ma non è possibile sperimentare la loro tenuta e sicurezza poiché i tempi di caduta del rischio sono confrontabili con l’ordine di grandezza delle ere geologiche: migliaia e migliaia di anni! Qualcuno ha persino fantasticato di spedirli sulla luna … a estremi mali estremi rimedi,dice il saggio.

9 LO SMONTAGGIO O LA DEMOLIZIONE DEL REATTORE Un altro problema è lo smontaggio o la demolizione del reattore: operazione necessaria dopo circa una trentina d’anni perché, sia per le radiazioni, sia per le sollecitazioni subite, le strutture del reattore risultano deteriorate e fuori dalle norme di sicurezza. Dopo che il reattore viene spento e il combustibile nucleare estratto, poiché un opera di smantellamento comporta costi e rischi altissimi, verrà semplicemente chiuso in modo “ermetico” e lasciato come problema da risolvere per le generazioni future. La tecnologia comporta un rischi, ma con il nucleare per la prima volta si pone un’ipoteca sulle generazioni future. Nel 3000 probabilmente un archeologo potrà trovare durante le sue ricerche un bel cofanetto di metallo, una “tomba etrusca” piena di radioattività… Signore e signori ecco la foto del mio ultimo reperto archeologico, un gioiellino non è vero?

10 L’AUMENTO DEMOGRAFICO L’aumento della popolazione porterà in modo certo a una crisi alimentare. Il limite della crescita demografica è quindi uno dei limiti fondamentali da porre per la sopravvivenza della specie umana. La popolazione sta crescendo in modo esponenziale: 1650 ------- mezzo miliardo 1900 ------- 1 miliardo e mezzo 1950 ------- 3 miliardi 1984 ------- 4 miliardi e mezzo Ora per la prima volta nella storia dell’umanità si sta raggiungendo il limite di saturazione. Forse la terra potrà produrre ancora cibo per 6 miliardi di persone, Forse la terra potrà produrre ancora cibo per 6 miliardi di persone, previsti entro 16 anni (quindi nel 2000) La crisi sarà drammatica se la popolazione odierna ( quella del 1984) dovesse raddoppiare, e molti studiosi concordano nel prevedere tale raddoppio ( 8miliardi) entro 40-50 anni. Un tempo forse lontano per la nostra mentalità, ma estremamente imminente nella scala biologica.

11 LA CRESCITA ESPONENZIALE, l’indovinello. Per insegnare ai ragazzi la natura della crescita esponenziale gli insegnanti francesi si servono di un indovinello: In uno stagno c’è una foglia di ninfea. Ogni giorno il numero delle foglie si raddoppia: 2 foglie il secondo giorno, 4 il terzo, 8 il quarto e così via. Se lo stagno si ricopre interamente di foglie il 30esimo giorno, quand’è che sarà coperto per metà? Lo domandiamo al Prof. OK, forse è meglio che vi dia io la risposta. Lo stagno sarà coperto per metà il 29esimo giorno. Quello stagno di ninfee che è il nostro pianeta, su cui vivono quattro miliardi di persone, è forse già oggi coperto per metà, entro la prossima generazione potrebbe coprirsi interamente. Il 30° giorno non offre possibilità di sopravvivenza. Beh, oh,oh,oh, ma è semplicissimo, basta fare il rapporto tra la radice quadrata elevata al cubo dei giorni per il numero dei paperi che sguazzano nello stagno!

12 SQUILIBRI BIOLOGICI Buco nell’ozono Piogge acide Disboscamento Riscaldamento globale IL RISCALDAMENTO GLOBALE Per gli effetti sul clima il problema fondamentale è quello della crescita dell’anidride carbonica. Una crescita eccessiva provoca quel fenomeno chiamato effetto serra. Le attività umane contribuiscono a questo accumulo essenzialmente in due modi: -con l’uso di combustibili fossili: carbone, petrolio. -con il disboscamento, in particolare quello a danno delle foreste pluviali. Aumento dell’anidride carbonica significa aumento delle temperature. Nel corso della storia si sono susseguite quasi a scadenza regolare grandi variazioni climatiche, ma con cicli dell’ordine di 100.000 anni. Durante queste variazioni il livello del mare cambiava sensibilmente, la temperatura e le precipitazioni alteravano la vita. Tuttavia avvenivano in maniera estremamente lenta e Nel corso della storia si sono susseguite quasi a scadenza regolare grandi variazioni climatiche, ma con cicli dell’ordine di 100.000 anni. Durante queste variazioni il livello del mare cambiava sensibilmente, la temperatura e le precipitazioni alteravano la vita. Tuttavia avvenivano in maniera estremamente lenta e l’evoluzione biologica seguiva con pari lentezza l’ambiente cambiato

13 L’impatto di combustibili fossili utilizzati su larga scala industriale, in modo sempre più accelerato e in tempi brevissimi rispetto ai tempi biologici può essere estremamente pericoloso e complicato da prevedere. IL climatologo Jim Hansen, direttore del Goddar Space Center della NASA dopo approfonditi studi ha stilato tali conclusioni: La CO 2 raggiungerà il livello di 600 ppm nella prima metà di questo secolo, anche se la crescita di combustibili fossili dovesse essere lenta ( attualmente tocchiamo le 391 ppm) L’effetto delle attività antropogeniche sarà un netto riscaldamento della superficie terrestre. CONSEGUENZE Con un aumento della temperatura media globale oltre 1,5-2,5 gradi rispetto a quella di questi anni (2009/2010) si avrà un maggiore rischio di estinzione per circa 20-30% delle specie vegetali ed animali. In Australia e Nuova Zelanda le proiezioni climatiche stimano una forte perdita di biodiversità entro il 2020. Aumento della malnutrizione e dei rischi di malattie infettive e respiratorie, aumento di mortalità a causa di eventi più estremi come onde di calore, alluvioni, tempeste e siccità, aumento della frequenza delle malattie cardio-respiratorie a causa dell'aumento delle concentrazioni di ozono troposferico a livello superficiale. Entro il 2080 tra 1,1 e 3,2 miliardi di persone avranno difficoltà a reperire acqua e 600 milioni in più soffriranno la fame. Le zone costiere saranno esposte ad un maggiore rischio di erosione costiera causata dai cambiamenti climatici che causeranno un innalzamento del livello globale marino. Le Alpi rischiano di perdere fino a due terzi delle stazioni sciistiche. In Europa si avrà un aumento degli incendi delle foreste e una riduzione di almeno un terzo delle riserve di acqua potabile. Infine il potenziale di energia idroelettrica si ridurrà dal 20 al 50% nella regione del mediterraneo. Meglio invece la situazione per i paesi del Nord Europa, che, con un rialzo medio di 2 gradi della temperatura rispetto al 1990 avranno raccolti più abbondanti e inverni più miti.

14 PERDITA DEI PATRIMONI GENETICI: il paradosso. Le capacità tecnologiche dell’uomo ha oggi creato un sistema la cui potenzialità, per quanto riguarda le modifiche che può apportare alla natura, è enorme. In genere queste modifiche si traducono in distruzione di alcune specie biologiche o del patrimonio genetico, In genere queste modifiche si traducono in distruzione di alcune specie biologiche o del patrimonio genetico, quindi in distruzione della complessità biologica. In biologia è possibile parlare di due tipi di complessità: quella del singolo e quella dell’ecosistema. La diminuzione della complessità dell’ecosistema porta a processi di instabilità: i danni all’ambiente, l’incremento incontrollato di alcune specie animali e vegetali, la distruzione d’interi ecosistemi provocati dall’azione “semplificatrice” dell’uomo sono sotto gli occhi di tutti. È scorretto ritenere che oggigiorno l’immissione della specie umana in un ecosistema significhi aumento di complessità, anzi può significare la semplificazione del sistema stesso. Questo perché: l’uomo si sottrae a molti processi di retroazione dell’ecosistema e non è quindi misurabile con le stesse unità di misura ha inventato da sé delle “mutazioni” per adattarsi all’ambiente, degli strumenti tecnologici che si è dato falsificando il “ tempo biologico”, ingannando le altre specie e ponendosi in un rapporto sui generis con le funzioni dell’ecosistema.

15 Diecimila anni fa la popolazione mondiale era di 5 milioni. Questi cacciatori- raccoglitori avevano ciascuno a disposizione 25km quadrati e vivevano sfruttando 5000 tipi diversi di piante alimentari. Oggi con quasi 5 miliardi ( cifra relativa al 1984) di persone c’è una densità di 25 persone per km quadrato e solo 150 piante alimentari sono presenti nel commercio mondiale. Botanici dell’università del Texas stimano che dal 30% al 70% delle piante si estingueranno neo prossimi 100 anni. Bisogna sottolineare come ogni specie vegetale che scompare porta con sé l’estinzione di un numero variabile di specie animali ( da 10 a 30), a essa legate dal punto di vista alimentare. Questi dati forniscono la misura del processo di erosione genetica in atto da tempo nel mondo, ma accentuatasi sotto la pressione della nuova politica agricola (la così detta “rivoluzione verde” ) esportata dagli USA.

16 IL PRIMATO DELLA NATURA È necessario che l’uomo prenda coscienza del fatto che se l’anidride carbonica continua ad aumentare nell’atmosfera a un certo punto non ci sarà più possibilità di vita sul pianeta che l’energia per estrarre il carbone/petrolio dal sottosuolo, arrivati a una certa profondità, sarà maggiore dell’energia contenuta nel carbone/petrolio da estrarre e quindi sarà impossibile estrarne ancora che l’energia per estrarre il carbone/petrolio dal sottosuolo, arrivati a una certa profondità, sarà maggiore dell’energia contenuta nel carbone/petrolio da estrarre e quindi sarà impossibile estrarne ancora che la terra coltivabile non sarà, a un certo punto, più sufficiente per sfamare in nessun modo la popolazione in crescita che la terra coltivabile non sarà, a un certo punto, più sufficiente per sfamare in nessun modo la popolazione in crescita che non sarà possibile convertire le giungle e le foreste in terra coltivabile senza guastare irreparabilmente il polmone verde che assicura la vita sulla terra che non sarà possibile convertire le giungle e le foreste in terra coltivabile senza guastare irreparabilmente il polmone verde che assicura la vita sulla terra che la potenzialità degli armamenti nucleari è tale da cancellare la razza umana sulla terra. che la potenzialità degli armamenti nucleari è tale da cancellare la razza umana sulla terra. SIGNIFICA IN DEFINITIVA SAPERE CHE IN NATURA NON AVVENGONO MIRACOLI, CHE IL MITO DELL’INDUSTRIALIZZAZIONE NON COSTITUISCE UN VALORE POSITIVO E CHE L’ECONOMIA DEVE NECCESSARIAMENTE SOTTOSTARE ALLE LEGGI DELLA NATURA, DELLA BIOLOGIA.

17 LO STATO STAZIONARIO Non c’è da rinunciare allo sviluppo e al benessere, è necessario però ristrutturare completamente la produzione : -Decentramento produttivo -Tecnologie “soft” e appropriate -agricoltura e artigianato È necessario riprendere il modello dello “ È necessario riprendere il modello dello “stato stazionario” La parola “stazionario” non ha niente di immobilismo, povertà, ritorno alla candela, negazione dello sviluppo e della tecnologia. “Stazionario” significa soltanto simbiosi tra uomo e natura e sviluppo di un sistema che si basi sui flussi naturali rinnovabili di energia di risorse, senza accelerare la crescita e la distruzione delle risorse non rinnovabili e dell’ambiente.

18 LA RIVOLUZIONE CULTURALE La rivoluzione di cui siamo figli è stata la rivoluzione industriale che, specialmente all’inizio, ha portato notevoli vantaggi. Siamo poi arrivati rapidamente alla SATURAZIONE e ora il piatto della bilancia pende decisamente alla parte degli svantaggi. La rivoluzione di cui oggi abbiamo bisogno è una “rivoluzione culturale”. Il senso di questa rivoluzione è quello di ribaltare moltissimi di quei valori che la nostra società considera intoccabili: -il concetto di rinnovabilità : qualsiasi atto umano o tecnologia basato sulla rinnovabilità della materia o dell’energia è eticamente valido; viceversa l’utilizzo di risorse non rinnovabili è da considerarsi un errore e un oltraggio nei confronti dei nostri figli. - l’essere deve sostituire l’avere come valore base della società e come soddisfazione dei nostri bisogni -Si deve acquisire il concetto di “limite” in particolare di “ limite della crescita” e di equilibrio biofisico (stato stazionario)

19 LA CHIAVE DI LETTURA La chiave di lettura per comprendere quanto è stato espresso è questa: CONVINCERSI CHE LA TERRA NON L’ABBIAMO RICEVUTA IN EREDITA’ DAI NOSTRI PADRI, MA CI E’ STATA CONCESSA IN PRESTITO DAI NOSTRI FIGLI.

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