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VERSO IL NUOVO ANNO SCOLASTICO QUALE IDEA DI SCUOLA? Anno scolastico 2008/09.

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Presentazione sul tema: "VERSO IL NUOVO ANNO SCOLASTICO QUALE IDEA DI SCUOLA? Anno scolastico 2008/09."— Transcript della presentazione:

1 VERSO IL NUOVO ANNO SCOLASTICO QUALE IDEA DI SCUOLA? Anno scolastico 2008/09

2 “Cosa dovrò fare quest’anno?” E’ una buona domanda: indica che siete già … pronti all’impresa. L’impresa richiede AZIONE, FARE. La via del fare comincia con la domanda: “Cosa devo fare?” “Se il FARE fosse facile come il SAPERE, anche le piccole chiese diventerebbero cattedrali e le casupole palazzi sontuosi”. ( Porzia nel Mercante di Venezia di Shakespeare ).

3 Fatica del FARE Il fare dunque è la parte più difficile. A volte la gente si illude di fare, invece è ancora solo dire: “tra il dire e il fare si stende il mare, anzi,… un oceano di fatica, tempo, impegno”. un oceano di fatica, tempo, impegno”. DEVO … “RIDUCENDO ALL’OSSO”: DEVO … 1.conoscere gli utenti del servizio: i bambini 2.conoscere i loro profili in uscita 3.conoscere l’intero percorso da proporre per raggiungere i risultati attesi.

4 RISPETTO AL PUNTO 1. Sappiamo chi sono i nostri utenti? Conosciamo le caratteristiche dei “nuovi” alunni che popolano le nostre scuole? Essi sono figli delle “nuove famiglie”. Sappiamo cosa caratterizza le nuove famiglie? Sappiamo come funziona la mente di questi ragazzi, come comunicano, di cosa riempiono le loro giornate, quali debolezze, quali potenzialità?...

5

6 RISPETTO AL PUNTO 2 … Sappiamo cosa ci viene richiesto dallo Stato: quali competenze in uscita? Conosciamo le Indicazioni Nazionali? Gli obiettivi di Lisbona? Sappiamo perché è necessario un processo di innovazione dei sistemi di istruzione? Abbiamo consapevolezza del fatto che è cambiato il mandato istituzionale che lo Stato e la società civile affidano alla scuola?

7 Conoscere bene i bambini! obiettivi Solo se conosciamo bene il nostro “prodotto” in entrata e cosa ci viene richiesto di mettere in uscita, possiamo andare ad organizzare il servizio che dobbiamo offrire, in termini di percorsi didattici utili al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo prefissati!

8 MA NON DOBBIAMO PARTIRE DA ZERO!!! Ce lo dimostrano le relazioni che avete presentato a fine anno e che io ho riassunto in questa tabella.

9 CIRCOLO DIDATTICO DI ALPIGNANO SINTESI RELAZIONI DI FINE ANNO Anno scolastico 2007/08

10 CLASSEINSEGNANTIN° ALUNNI LIVELLI di apprendimento PUNTI DI FORZACRITICITA’OSSERVAZIONI 1 A10 M 11 F 7 O 10 M/A 2 M/B 1 DSA seguito 1 F irrequieta Classe esuberante: bambini vivaci e creativi… quindi …… IRREQUIETICorrelazione fra vivacità intellettuale e irrequietezza 1 B 11 M 11 F La maggioranza ha raggiunto gli obiettivi prefissati dalla programmazione Classe tranquilla1 alunno ha raggiunto solo gli obiettivi minimi 2 A13 M 10 F (1 M irreq. 2 F con dif. cogn. 14 O/D 4 B 3 S 2 A.S. Classe di difficile gestione per marcata vivacità e atteggiamenti da leader di più alunni Faticoso lo svolgimento delle attività 3 A22 (3 str.) 12 O 8 D 2 B Buono l’inserimento degli stranieri 4 A 8 M 10 F (1F con diff.) 7 O 6 D 4 B 1 S Classe omogenea con buoni rapporti interpersonali alun/doc. e doc/genit) 5 A15 M 6 F (1 HC) 3 O 7 D 3 + 1HC B 3 S 3 NS Parecchi casi problematici Forse 2 DSA

11 Plesso GRAMSCI CLASSEINSEGNANTIN° ALUNNILIVELLI di apprendimento PUNTI DI FORZACRITICITA’OSSERVAZIONI 1 A14 M 10 F 1HC 1 iperat Apprendimento regole, collaborazione, accettazione dell’altro Varie problematiche: chiesto l’intervento della psicologa 1 B14 M 10 F (1 con valutaz logopedica e 3 con prob di comp.) 7 O 7 D 4 B 2 S+ 2 S 2 AS Buoni i rapporti con le famiglie Positivi i momenti di continuità con docenti infanzia. Problemi di comportamen-to 2 A11 M 12 F (1 DSA) 4 O 2 D/O 4 D 2 B/D 7 B 1 S/B 2 S 2 AS (ob.min) Molti gli stimoli per coinvolgere tutti gli alunni Mancata collaborazione famiglie dei 2 AS Correlazione collaborazione scuola/famiglia e risultati scolastici 2 B 9 M 12 F (1 stran 3 probl. 1 DSA?) 4 D/O 12 B 4 S 1 AS Ricerca continua di momenti di confronto per aiutare il gruppo classe a creare un clima di serenità Vedi “La 2B si presenta” ecc. Alunni con situazioni critiche: richiesto intervento psicologa. 3 A18 1 HC 2 con probl. (1 allerg grave e 1 probl fam) Livello classe medio/altoBuoni i rapporti docenti/genitori Classe molto disomogenea 3 B 9 M 10 F 2 HC Lavoro continuo per migliorare le dinamiche relazionali/sociali. Ottimo il rapporto con le famiglie Gruppo classe eterogeneo: parecchi irrequieti da “incanalare”. Richiesto aiuto psicologa.

12 3 C 8 M 11 F (1HC 2 stran) 5 O/D 9 B 3 S 1 AS Lavoro continuo per far diventare la classe una COMUNITA’ in cui accettarsi e crescere insieme. Recupero nelle compresenze Frequenti cambi docenti dalla 1a alla 3a. 4 A12 M 10 F (1 HC 6 con difficol-tà) 2 O + HC 6 D 4 B 3 S 6 AS (Ob. Min.) Lezioni frontali e lavoro di gruppo nelle compresenze per recupero bambini con difficoltà Troppi inserimenti negli anni 4 B14 M 8 F (1 c. probl. seguito sai SS, ma non a scuola) 1 DSA 5 A10 M 10 F Solo 2 su 20 hanno raggiunto solo gli obiettivi minimi Clima sereno e costruttivo. Ottimi i rapporti fra ragazzi e fra genitori, grazie al coinvolgimento di tutti in incontri festaioli extrascolastici 5 B 9 M 10 F ( 1 ipo- vedente 3 stran) 3 O 2 D 6 B 8 S Ascolto attivo e lavoro per piccoli gruppi per superare problematicità Classe disomogenea: 5 più ricettivi 14 più problematici 5C11 M 9 F (4 stran) 4 O 5 D 8 B 3 S Diverse attività per rendere il gruppo classe più consapevole Poco autocontrollo

13 CLASSEINSEGNANTIN° ALUNNILIVELLO DI APPRENDIMENTO PUNTI DI FORZA CRITICITA ’ OSSERVAZIONI 1 A245 O 9 D 7 B 3 S 2 alun non segnalati Buona la partecipazione delle famiglie. Ottima l ’ attivit à creativa, coinvolgimento attivo dei genitori Soggiorno di 3 gg per socializzare Nessu-noMETODO SILLABICO + apertura ai genitori = risultati + positivi Ins. religione attraverso cooperative learning 1 B11 M 12 F (1 HC) Livello medio alto sia x acquisizione competenze, sia per motivazione LEZIONE APERTA: l ’ insegnante punta al coinvolgimen-to dei bambini cercando di far emergere le loro preconoscenze x strutturare su di essi la presentazione di nuovi argomenti. Partecipazione attiva dei bambini Nessu-noMETODO GLOBALE Integrazione HC attraverso delega di musica e informatica all ’ insegnante di sostegno e di immagine all ’ educatrice. Lavoro per piccoli gruppi per individualizzare il pi ù possibile l ’ insegnamento Ins. religione attraverso cooperative learning 2 A11 M 9 F ( - 1 ritirato) Livello medio/alto sia per acquisizione conoscenze, sia x partecipazione attiva LEZIONE APERTA Attivit à di peer education e di cooperative learning Lab. Informatico LAVORO X CLASSI PARALLELE Gli alunni hanno superato i conflitti verificatisi nei lavori di gruppo sviluppando abilit à sociali ed evitando situazioni di leadership

14 2 BLivello medio/altoLEZIONE APERTA Cooperazione fra alunni Genitori troppo attenti spesso diventano iper- protettivi e delega-no alla psicolo-ga la loro difficol-t à a gestire i proble-mi dei propri figli LAVORO X CLASSI PARALLELE 3 A10 M 9 F gruppo eteroge-neo: 1 stran., 1 diffic.cognit ive, 3 diffic. compor- tamento Livelli pi ù che buoni Senso critico e vivacit à intellettuale, con voglia di sperimentare, selezionare, … PORTA A ……. RIFIUTO contenuti e modali- à imposte e non condivise, con attegg. di ribellione Quando l ’ apprendimento avviene attraverso l ’ operativit à, l ’ esplorazione, la costruzione di conoscenze … ottiene risultati migliori. Attivit à di autovalutazione Didattica dell ’ errore Processi di incoraggiamento 3 B11 M 8 F 2HC + altri casi di disagio Classe di difficile gestione Lezione frontale + cooperative learning + circle time OK percorso sull ’ intelligenza emotiva che ha dato un nome ai sentimenti inespressi Educa-tiva non soddisfacen te Fare: - protoc. X standing - liberatoria. Fam. X uso bici

15 3 C?? 1 DSA 1 iperat. 1 stran. Attivit à miranti a favorire metodologie di studio 4 A4 DSA ?Vedi nomin casi a rischio Favorire lavori di responsabilizzazione e valorizzazione di ognuno. Ascolto e accettazione degli altri Lavori sia di gruppo sia individuali. Collaborazione attiva con famiglie. Progetto di recupero. Applicazione metod. CLIL VERIFICARE SCREANING DSA 4 B 13 M 6 F 1 DSA Risultati abb. soddisfacenti 3 liv. Alto 6 liv. M/A 10 liv. M Gruppi sia omogenei sia etero x attivit à recupero. Molti momenti di discussione e condivisione del lasvoro Buoni gli esiti x intervento PSICOLOGA che ha permesso di riflettere su emozioni, sentimenti, valori, conoscenza di s è 4 C8 M 13 F 5 O 8 D 7 B 1 S Continua ricerca di metodologie/ strumenti/sussi- di/interventi x facilitare l ’ acquisizione di conoscenze e sviluppare le competenze dei singoli alunni Difficolt à di concen- trarsi a lungo e di portare a termine le attivit à entro tempi adegua-ti x mante-ner viva l ’ atten- zione.

16 5 A10 M 12 F 2 DSA 1 diff. Apprendi- mento 1 diff.co- gnitive. ESPERIENZE POSITIVE con rumeni. Si propongono: 1) agganci con il territorio 2) teatro Alternarsi di docenti nell ’ area matematica Positivo perch é occasione di crescita Negativo perch é ha sviluppato atteggiamento poco collaborativo famiglie x continui cambiamenti BUONA LA FIGURA DELLA RAPPR DI CLASSE COME MEDIATORE. 5 B24 alunni 1 DSA 2/3 disagiati VEDI SCHEMAFavorire collaborazione e assunzione di responsabilit à a tutti gli attori della scuola Innovazioni metodologiche x motivare e responsabilizzare (plastico della Torino romana, viaggio virtuale in una regione italiana, far lezione ai compagni …. Lavori di gruppo nelle compresenze Mancata realizzazio ne incontro a Fontaine

17 OSSERVAZIONI 1.È l’alunno che apprende: egli scopre, inventa, costruisce i concetti, le idee, le teorie 2. Il docente non trasmette i saperi, ma insegna (in-segna): offre agli alunni i segni (concreti, iconici e simbolici) e li guida ad utilizzarli per scoprire e costruire i concetti 3. Attraverso i processi della ricerca/riscoperta/reinvenzione/ ricostruzione (problem solving), gli alunni, non solo comprendono ed apprendono, ma si formano, sviluppando le loro capacità ed i loro atteggiamenti 4. Per ascoltare le lezioni, basta tenere le orecchie tese e gli occhi aperti, ma per costruire i concetti occorre agire: muoversi, toccare, manipolare, esplorare, sperimentare, osservare… 5. Per agire, occorre essere motivati: il primo impegno dei docenti è quello di motivare gli alunni ad apprendere

18 6. Il secondo impegno dei docenti è quello di individuare le mete formative (obiettivi formativi) che gli alunni debbono perseguire per realizzare la piena e armonica formazione della loro personalità: atteggiamenti, capacità e conoscenze 7. Il terzo impegno dei docenti è quello progettare le attività che gli alunni debbono effettuare e di organizzare gli ambienti di apprendimento (laboratori), utilizzando le più idonee tecnologie educative e didattiche (materiali concreti, iconici o simbolici), comprese le tecnologie multimediali 8. Il quarto impegno dei docenti è quello di guidare gli alunni nei processi di apprendimento, senza mai sostituirsi a loro, ma offrendo tutti gli aiuti perché essi, anche lavorando assieme, scoprano, costruiscano, inventino i concetti

19 9. Ciò che è appreso deve essere ricordato: alla scoperta debbono seguire le attività di consolidamento (esercitazioni) 10. L’impegno di acquisizione delle conoscenze, delle capacità e degli atteggiamenti deve essere avvertito dagli alunni come strumento del loro processo di crescita, formazione, autorealizzazione (successo formativo): come tale deve essere vissuto, non una condanna, ma la più grande gioia della loro vita 11. Considerare i genitori come risorsa e alleanza per il processo educativo e formativo

20 12. Favorire la partecipazione attiva e responsabile dei genitori 13. Abituarsi al confronto, al dialogo, all’ascolto, all’informazione tra scuola/famiglie e genitori fra loro 14. Favorire la cooperazione per obiettivi educativi (ambito educativo) 15. Favorire un clima sereno, aperto, democratico, poco burocratico, da ‘invitati’ bene accolti e valorizzati O ccorre, quindi, un … PATTO FORMATIVO (vedi lavoro di AUTOFORMAZIONE di giugno)

21 Scuola come luogo di riflessione, analisi, ricerca sviluppo culturale formazione e continuità educativa ricerca della qualità e del miglioramento esercizio della cittadinanza attiva rete di collaborazioni costruzione di patti …. PATTO FORMATIVO

22 COSA INSEGNARE E PERCHE’ La scuola è responsabile delle scelte che fa, e se il compito specifico di ogni scuola è l'insegnamento finalizzato all'apprendimento attraverso le discipline, allora cosa vale la pena di insegnare e perché diventa la scelta più importante, ciò che caratterizza quella scuola. Una scelta troppo impegnativa perché ogni insegnante venga lasciato da solo.

23 E' interesse dell‘ ISTITUZIONE SCOLASTICA… … organizzare il lavoro degli insegnanti al suo interno in modo tale che non siano soli e che ci siano momenti strutturati, programmati, deliberati, durante i quali i docenti mettano in comune le proprie esperienze, le proprie competenze, per definire quale può/deve essere l'offerta formativa che sarà garantita a tutti gli alunni. L’ORGANIZZAZIONE DIVENTA STRATEGIA PER MIGLIORARE LA DIDATTICA.

24 E' interesse di ogni INSEGNANTE… … definire cosa è opportuno insegnare “servendosi” dei colleghi come risorsa professionale per migliorare la qualità dell'insegnamento come risultato sinergico di “più teste” che si interrogano e ricercano soluzioni.

25 I cambiamenti avvenuti nella società, nella famiglia, nella vita dei nostri alunni (e nella nostra!!! ) restano e pongono domande alla scuola Domande alle quali la ricerca disciplinare e pedagogico- didattica degli ultimi anni sta dando se non delle risposte, sicuramente un grande contributo. Adesso tocca agli insegnanti rispondere… MA NON DA SOLI. MA NON DA SOLI.

26 La scuola dell'autonomia punta, infatti, … … sull'organizzazione della scuola prodotta e gestita da gruppi di docenti, … in sintonia con le componenti della comunità sociale, culturale e politica a cui la scuola “serve”. Ciò significa che muta il modello organizzativo. Non c'è più il singolo docente che trasmette un programma dato, ma … GRUPPI DI DOCENTI che devono concordare tra loro il curricolo da insegnare e devono negoziare (contratto formativo) con genitori e forze sociali, metodi e tempi di erogazione del servizio scolastico.

27 Un buon insegnante deve: 1.Conoscere la propria materia 2.Conoscere l’alunno 3.Conoscere se stesso

28 Ogni insegnante ha il compito di ….. “…rivedere cosa vale la pena di insegnare e come e perché, alla luce delle nuove conoscenze che gli studi recenti sul “modo di funzionare” della testa dei nostri ragazzi[1] ci mettono a disposizione e tenendo conto dei profondi cambiamenti degli scenari e dei contesti nei quali questi ragazzi dovranno vivere e lavorare……”[1] COMPITO CHE SI PUÒ SVOLGERE DA SOLI. COMPITO CHE SI PUÒ SVOLGERE DA SOLI. [1] E. Morin “La tête bien fait” e H.Gardner “Le intelligenze multiple” [1]

29 Non solo insegnare, ma ricercare Ma nella professionalità docente, oltre alla capacità di insegnare, dovrà esserci anche la capacità di interrogarsi insieme ai colleghi, di studiare, di trovare risposte che diano senso alle azioni educative che proponiamo, in una parola dovrà esserci la capacità di ricerca. E non come dimensione individuale, ma come dimensione professionale.

30 Non da soli Con la SCUOLA DELL'AUTONOMIA si è posta l’attenzione sull'organizzazione della scuola prodotta e gestita da gruppi di docenti, in sintonia con la comunità sociale, culturale e politica di cui la scuola è un ”servizio”. Ciò significa che muta il modello organizzativo. Non c'è più il docente che trasmette un programma dato, ma gruppi di docenti che devono “convenire” tra loro il curricolo da insegnare.

31 UNA SCUOLA AUTONOMA sul piano della capacità di ELABORAZIONE …

32 presuppone il passaggio … sul piano culturale daCOLLEGIALITA' a AZIONE COLLETTIVA sul piano logico-operativo dalla DECISIONE alla MESSA IN OPERA dal COLLEGIO DOCENTI a UNITA' ORGANIZZATIVE FORMALIZZATE dal GRUPPO DI LAVOROa GRUPPI COORDINATI VOLONTARIO E INFORMALEDA PROCEDURE E RUOLI

33 RICAPITOLANDO: L’AUTONOMIA chiede alle scuole di progettare ed esplicitare l’Offerta Formativa (POF) Questa impresa non può essere un’azione dei singoli, ma richiede azione collettiva L’azione collettiva non sta in piedi senza una struttura organizzata La struttura ha bisogno di ruoli di coordinamento Per durare nel tempo deve essere formalizzata

34 Figure e ruoli di COORDINAMENTO Passaggi: Individuazione delle aree importanti che necessitano di presidio Individuazione di figure idonee Legittimazione Precisazione di compiti e funzioni Attribuzione di risorse e facilitazioni Controllo dei risultati e azioni di formazione a supporto.

35 LA FORMALIZZAZIONE … presuppone un’operazione di questo genere: INDIVIDUARE AREE quali sono le aree che costituiscono l’ossatura della scuola FIGURE RUOLI chi e con quali ruoli e competenze mettere a presidio di tali aree MODALITÀ con quali strumenti di gestione, quali risorse e procedure

36 Dunque: ”GIOCO DI SQUADRA” Non basta la genialità di un solo individuo, bisogna puntare alla produzione di una intelligenza collettiva superiore alla somma delle intelligenze individuali, dunque bisogna puntare al ”GIOCO DI SQUADRA” Le condizioni perché una squadra funzioni sono: Coinvolgimento Condivisione Fiducia Responsabilità

37 UNA BUONA OFFERTA FORMATIVA L'obiettivo che la scuola si è dato (e che persegue con costanza e tenacia) di garantire ad ogni alunno un'offerta formativa dignitosa necessita di regole e procedure di Circolo, di curricoli e di metodologie consolidate, che abbiano la forza e la capacità di influenzare i comportamenti dei singoli e che possano essere tenute in qualche maniera sotto controllo.

38 I nuovi colleghi Le scelte che la scuola ha fatto finora ( indicate nel POF e nella Carta dei Servizi ), devono essere comunicate anche ai nuovi docenti. E’ necessario, dunque, che la scuola entri nell'ottica di investire risorse e attivare strategie anche per "l'inserimento" dei docenti in ingresso nel circolo.

39 I nuovi colleghi Inserire i nuovi docenti è di fondamentale importanza per una comunità scolastica che ha costruito una sua identità e che ha faticosamente selezionato curricoli, percorsi e metodologie che, sebbene continuamente sottoposti a verifiche e controlli, non possono essere disattesi o ignorati.

40 I nuovi colleghi Pertanto la scuola riconosce ai docenti in ingresso il diritto di essere informati e di essere messi in condizione di apprendere le prassi e le metodologie in uso nel circolo. Pone ad essi, nel contempo, il dovere di chiedere, di fare domande, di sforzarsi a comprendere il senso delle scelte effettuate e di metterle in atto con voglia e desiderio di provare.

41 Per aiutare i docenti nuovi del circolo a svolgere al meglio le loro funzioni secondo le regole e i criteri della scuola, sono previste le seguenti iniziative: Colloquio di presentazione con il Dirigente Scolastico per la rilevazione dei requisiti e delle caratteristiche personali. Presentazione della scuola e assegnazione, da parte del Dirigente, alla classe/sezione o al ruolo/compito per insegnanti di sostegno, lingua, su progetto, ecc. Messa a disposizione del materiale conservato agli atti del circolo (programmazioni, progetti, regolamenti, diagnosi, ecc). Affidamento dell'insegnante nuovo a un collega tutor con il compito di esplicitare, su richiesta, il senso e le motivazioni di procedure, regolamenti, prassi...

42 I nuovi colleghi Possibilità di assistere ad alcune lezioni significative svolte in classe dal tutor Inserimento nei programmi di formazione in servizio del circolo.

43 VERIFICA ( tra dicembre e gennaio) - un incontro di verifica con i docenti tutors; - somministrazione ai docenti nuovi di un questionario di valutazione delle iniziative intraprese dalla scuola (valutazione dell’efficacia del tutor, del mini corso, del materiale, ecc); - incontro del Capo d’Istituto con i docenti nuovi per una “restituzione” relativa al loro “modo di stare nella scuola” e proposta di aggiustamenti.

44 BUON ANNO SCOLASTICO FINE PRIMA PARTE e …. BUON ANNO SCOLASTICO

45 Rapporto scuola - famiglia

46 Procedure Mettere mano alle procedure per gli incontri scuola – famiglia significa rivedere il proprio funzionamento, andando a toccare non solo aspetti formali, ma aspetti sostanziali del “fare scuola” = l’organizzazione diventa strategia per migliorare la didattica.

47 i passaggi Ecco i passaggi per affrontare questo rapporto in maniera “attrezzata”: 1.conoscenza delle caratteristiche delle nuove famiglie e comprensione delle richieste nel senso di saperle collocare e disporre di criteri per sapere quando dire dei Sì e quando dei NO

48 2.consapevolezza dei ruoli, 3.definizione di confini (chi sta dentro e chi fuori), 4.accordo su rispettivi compiti e funzioni, ma nella distinzione di ruoli (che sono diversi, pur nella continuità e unitarietà del fine), 5.messa in atto di strategie, procedure, azioni per realizzare davvero quanto dichiarato nell’accordo.

49 Esempio Agli Insegnanti OGGETTO: INCONTRI SCUOLA/FAMIGLIA S i invia il regolamento inerente le procedure da adottare negli incontri tra scuola e famiglia, rivisto in seguito alle osservazioni pervenute. Per facilitare l'utilizzo di tali procedure si è provveduto a predisporre: Modello verbale assemblea di classe Modello convocazione colloqui individuali Calendario incontri e promemoria argomenti da trattare. (Tutto il materiale su descritto, va conservato nell'agenda della programmazione, in modo da essere disponibile anche per gli anni prossimi) Per eventuali ulteriori chiarimenti ci si può rivolgere all'insegnante capogruppo del proprio plesso. Distinti saluti Il Dirigente Scolastico

50 A tutti i docenti del Circolo Loro sedi OGGETTO: PRO-MEMORIA PER L’ASSEMBLEA DI CLASSE Si allega: - nota di pro-memoria relativa al rappresentante di classe per i genitori (soprattutto di classe prima e stranieri o nuovi ingressi). - nota da leggere da parte di ciascun team in preparazione dell’assemblea di classe ( dell’avvenuta lettura sarà fatta registrazione nel verbale di raccordo di modulo) Convocazione assemblea Si ricorda che una copia del verbale dell’assemblea va consegnata al capogruppo che provvederà alla consegna in direzione. Per i docenti della scuola dell’infanzia, la nota va letta facendo gli opportuni aggiustamenti alla specificità della propria scuola; conta infatti che anche nelle assemblee della materna sia rispettato il senso che questa scuola attribuisce al rapporto con i genitori. Distinti saluti

51 COLLOQUI INDIVIDUALI Anno scolastico ……………………… ALUNNO ………………………………………………….. Classe ……………. Data …………… … Al colloquio è presente  padre  madre  …………… Comunicazioni della scuola Comunicazioni della famiglia Accordi presi …………………… …………………… …………………… ……………………

52 Esempio La griglia presentata ha funzione di “indice”, cioè registra in maniera veloce gli argomenti trattati e gli accordi presi, in vista della documentazione e ricostruzione dei rapporti scuola/famiglia. L’annotazione dettagliata, qualora necessaria o opportuna, nonché la raccolta delle informazioni dalla famiglia secondo uno schema personale predisposto dal docente, può essere scritta su foglio a parte che sarà allegato al presente.

53 GENITORI E DOCENTI COOPERANO PER ASSICURARE IL SUCCESSO FORMATIVO l'alunno al centro della scuola. Forse il merito maggiore del Regolamento dell'autonomia scolastica di cui al D.P.R. 275/1999 consiste nell'aver posto l'alunno al centro della scuola. Di centralità dell'alunno sembra che non si parli abbastanza: soprattutto dell'assunto fondamentale del Regolamento dell'autonomia scolastica di garantire il successo formativo e di garantirlo ad ogni alunno. Due principi che da soli rappresentano la vera riforma epocale della scuola statale, da quando è nata ad oggi.

54 La legge e … il successo formativo di ogni alunno Costituzione repubblicana del 1948 Nella Costituzione repubblicana del 1948 viene sancito con l'affermazione che >(art. 3 Cost.) e, infine, Regolamento dell’autonomia scolastica, il Regolamento dell’autonomia scolastica, di cui al D.P.R. 275/1999, pone come impegno caratterizzante della scuola dell'autonomia: garantire il successo formativo e garantirlo a tutti gli alunni garantire il successo formativo e garantirlo a tutti gli alunni.

55 SUCCESSO FORMATIVO Tutto il processo innovativo e riformatore della seconda metà del XX secolo si ritrova riassunto nel successo formativo garantito a tutti i singoli alunni, nessuno escluso, tutti riconosciuti "capaci e meritevoli", perché tutti destinati alla piena formazione della personalità ( >) (Art. 3, Cost.),.

56 Ogni discorso sulle ‘potenzialità’ è fuori posto: non esistono capacità genetiche che determinano il destino formativo delle persone umane, perché il destino formativo è condizionato, se non totalmente, almeno in gran parte, dai sostegni formativi che alle persone umane, sin dal grembo materno, vengono assicurati.

57 Oggi le neuroscienze confermano che le basi della personalità si costruiscono nei primissimi tempi di vita attraverso le sinapsi che si costituiscono soprattutto in riferimento alle sollecitazioni socioculturali. Ed allora, il successo formativo può essere garantito a tutte le persone umane, a tutti i figli di donna, a tutti i cuccioli dell'uomo: è questa la battaglia che una società democratica deve combattere concentrando le sue maggiori risorse nel creare le condizioni affinché nella famiglia, nella società e nella scuola tutto sia fatto perché il successo formativo sia garantito a tutti gli alunni.

58 Ruolo formativo della famiglia, Il riconoscimento del ruolo formativo della famiglia, dei genitori in primo luogo, è la nuova frontiera del riconoscimento… … del diritto all'educazione, … del diritto al successo formativo, … del diritto alla piena formazione della persona umana.

59 Le neuroscienze … … riconoscono nei genitori i protagonisti primari, fondamentali, decisivi dell'azione formativa e quindi della lotta ad ogni forma di insuccesso formativo e di dispersione scolastica. Le potenzialità formative, più che in termini di ‘capacità potenziali’, vanno viste in termini di ‘possibilità formative’, che si costruiscono nei primissimi anni di vita.

60 Il sistema scolastico è nato capovolto, dalla fine anziché dall'inizio: è nato dall'università! L'ultima scuola istituita, almeno a livello di scuola statale, è stata la scuola dell'infanzia con la legge 444 del 1968. Occorre raddrizzare il sistema formativo, riservando le prime e maggiori cure alla "scuola del grembo materno".

61 Si impone innanzitutto un’azione tempestiva volta a richiamare l'attenzione dei genitori sull'importanza del loro ruolo formativo, sin dalla nascita dei bambini, e da portare avanti con la stessa cura anche durante gli anni della frequenza della scuola dell’infanzia e delle scuole successive.

62 I genitori debbono sapere quanto importante sia il loro ruolo formativo nei primi tre anni di vita … Poi, occorre che i genitori possano partecipare quanto più possibile alla progettazione dell'azione formativa della scuola, raccordandola a quella che essi sono chiamati a svolgere in parallelo, riservandosi tempi adeguati. Pertanto, tenere presente il diritto dei genitori di educare ed istruire i figli sancito dalla Costituzione significa riconoscere il diritto educativo dei genitori per conto dei figli.

63 Cambiamento di mentalità Quindi si impone un cambiamento di mentalità che deve portare, da una parte, i genitori a prendere coscienza delle loro responsabilità educative e, dall'altra, deve portare gli operatori scolastici a prendere consapevolezza che la scuola costituisce un servizio

64 Diritto educativo dei genitori. Questo diritto comporta tre iniziative: 1 ) UNA PRIMA INIZIATIVA, da realizzare mediante i corsi per i genitori, compresi quelli previsti dall'articolo 9 del Regolamento dell'autonomia scolastica─ volta a rendere sempre più consapevoli i genitori della rilevante importanza che la loro azione formativa assume nella formazione e nel destino dei propri figli. Si tratta di rendere i genitori consapevoli che essi possono influire sin dei primi tre anni di vita nella valorizzazione delle possibilità formative del loro figli: le potenzialità dei figli non sono date in via definitiva al momento della nascita. Intelligenti ("capaci e meritevoli") non si nasce ma si diventa anche attraverso l'azione formativa che nei primi tre anni di vita svolgono i genitori, chiamati non solo ad allevare i loro figli sul piano fisico, ma anche a coltivare le loro possibilità formative sul piano motorio, emotivo-affettivo, sociale, linguistico, cognitivo, espressivo, matematico, scientifico, storico ecc.

65 2) la seconda azione riguarda l'acquisizione della consapevolezza da parte dei genitori che essi non possono dedicare al loro ruolo educativo, delegandolo in toto agli asili infantili, alle scuole dell'infanzia, alla scuola primaria ecc.

66 Se i Decreti delegati del 1974 parlavano della partecipazione dei genitori, ora il Regolamento dell'autonomia scolastica parla del sistema formativo integrato e della cooperazione dei genitori alla progettazione dell'azione educativa e didattica Occorre integrare gli interventi formativi rivolti ai giovani, rivedendo la problematica della continuità educativa, da considerare non tanto nel segno della continuità quanto della integrazione e soprattutto dell’unitarietà.

67 Tutti coloro che si prendono cura del progetto formativo dei giovani debbono integrare i loro interventi, rendendoli coerenti, se non unitari. Il problema vero è la coerenza e l'unitarietà educativa. La prima e più importante forma di continuità educativa è quella orizzontale: tra scuola ed extra scuola (famiglia ed altri enti educativi), ma anche tra i diversi docenti della stessa scuola.

68 Questa formazione è e può essere realizzata nelle sedi più diverse: ieri nelle famiglie e nelle scuole private, oggi nelle famiglie, nelle scuole paritarie, nelle scuole statali. L’impresa che si prospetta non è agevole, né per i genitori, troppo tentati dalla facile delega, né per i docenti, troppo legati ad un’autoreferenzalità, che si confonde troppo spesso con il valore del loro ruolo professionale.

69 La separatezza tra docenti e genitori è la causa prima della scarsa importanza politicamente riconosciuta alla scuola I genitori sono stati abituati a ritenere che i problemi della scuola non siano i loro problemi e perciò se ne disinteressano. I docenti sono perciò isolati, privi dell'appoggio dei genitori e quindi della forza necessaria ad imporre il soddisfacimento delle loro esigenze sul piano del riconoscimento del loro ruolo professionale ed economico.

70 Creare un sistema formativo integrato … significa unire le forze, legare la scuola alla società, soprattutto attraverso le famiglie: i problemi della scuola non sono i problemi dei dirigenti scolastici, dei docenti, del personale ATA ed ausiliario, ma sono anche i problemi dei genitori, delle famiglie, e quindi della società tutta.

71 La FORMAZIONE DEI GIOVANI è problema di grandissima importanza, in quanto da esso discende il destino del mondo del lavoro, della convivenza democratica, del benessere personale La strada sulla quale a tutti conviene incamminarsi con le iniziative che noi abbiamo prospettato: rendere consapevoli i genitori del loro fondamentale e decisivo ruolo educativo, sin dai primissimi anni di vita dei bambini, attraverso l'attuazione di specifiche iniziative formative a loro destinate; operare perché negli operatori scolastici maturi un atteggiamento favorevole alla partecipazione piena ed effettiva dei genitori alla progettazione ed all'organizzazione del sistema scolastico; realizzare in tal senso una piena sinergia tra i genitori, gli operatori scolastici e l'amministrazione scolastica. È, questa, una prospettiva ineludibile, che può essere solo rinviata, ma che è destinata ad essere comunque attuata, al più presto possibile: meglio oggi che domani! meglio oggi che domani!

72 Si tratta di un impegno che deve quindi cominciare con il sostegno alla maternità e che deve trovare poi un nuovo, inedito, innovativo riconoscimento del ruolo formativo svolto nei primi tre anni di vita dalla famiglia: prima della scuola dell'infanzia deve essere riconosciuto il ruolo di una "scuola del grembo materno" intesa come scuola dei primi tre anni di vita: una scuola nuova, una vera e propria scuola, importante più della stessa scuola dell'infanzia e senz'altro più di ogni scuola successiva alla scuola dell'infanzia.

73 Procedure Mettere mano alle procedure per gli incontri scuola – famiglia, significa rivedere il proprio funzionamento andando a toccare non solo aspetti formali, ma aspetti sostanziali del “fare scuola” = l’organizzazione diventa strategia per migliorare la didattica. Necessità dunque di chiarire alcuni passaggi concettuali.

74 Le scuole devono essere in grado di : RIASSUMENDO Le scuole devono essere in grado di : 1.diventare soggetti capaci di autorevole interlocuzione con gli altri soggetti del territorio, risorse e non terreno di conquista 2.agire con autonomia senza timori reverenziali verso gli altri poteri 3.avere un confronto trasparente con gli Enti del territorio secondo il principio della leale collaborazione 4.sostenere la cultura della rete, della cooperazione e del sostegno reciproco 5.contribuire a creare strutture organizzative di rete efficaci e organi di coordinamento permanenti (Conferenza regionale delle autonomie scolastiche e formative?) 6.coinvolgere maggiormente gli OOCC di scuola 7.partecipare al sistema di coordinamento e confronto nazionale

75 VERSO IL NUOVO ANNO SCOLASTICO GRAZIE E… BUON LAVORO!


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