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Scuola: Eugenio Colorni - via Paolo Uccello 1/ A MILANO Classe: 1 A

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Presentazione sul tema: "Scuola: Eugenio Colorni - via Paolo Uccello 1/ A MILANO Classe: 1 A"— Transcript della presentazione:

1 Scuola: Eugenio Colorni - via Paolo Uccello 1/ A MILANO Classe: 1 A
IPERTESTO PRESENTATO DA: WILLIAM BORDONARO Arianna pian Scuola: Eugenio Colorni - via Paolo Uccello 1/ A MILANO Classe: 1 A

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3 MOTIVAZIONE DEL LAVORO
Il mondo è troppo inquinato, ci dobbiamo impegnare nella raccolta dei rifiuti e nel riciclaggio di quei rifiuti che possono diventare materie prime secondarie, per esempio il vetro. Partire dai rottami di vetro consente anche un risparmio di energia elettrica, questo è un comportamento ecologico.

4 Perché riciclare La storia del vetro Perché non inquinare

5 AIUTAMI A SALVARE IL MONDO RICICLANDO!!!

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7 COS’ E’ IL VETRO E COME SI FORMA
In Italia, le industrie producono ogni anno circa un milione e 600 mila tonnellate di vetro «utilizzando anche quello proveniente dalla raccolta differenziata» COS’ E’ IL VETRO E COME SI FORMA LA TEMPERATURA DI LAVORAZIONE, SI DEVONO ROMPERE ALCUNI COLLEGAMENTITRA LE MOLECOLE DI SILICE, INTRODUCENDO NEL COMPOSTO ALCUNI ATOMI CHE LO MODIFICANO COME A ESEMPIO IL SODIO.

8 RICICLIAMO E CREIAMO Il verto è: fragile, trasparente e rigido.
E’ un materiale davvero straordinario. Si ottiene mettendo insieme, al naturale, silice, soda, calcio. Il vetro è un materiale che può essere riciclato con facilità: basta fonderlo ad alte temperature (1500°) al posto delle tre materie prime; in questo modo si ottiene un nuovo vetro, di qualsiasi forma, dimensione e destinazione d’ uso, e si evita di disperdere in natura un materiale resistente ai processi di composizione. Perché non approfittarne? IMPEGNiAMOCI ALLA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEL VETRO!

9 Il riciclaggio vetro è un settore specifico del riciclaggio dei rifiuti. Consiste in un sistema di operazioni che vengono svolte sui rifiuti, i quali sono composti da vetro per ottenere nuovi oggetti

10 Con una ‘’nuova vita’’ per il vetro si risparmiano risorse, si sostiene l’ ambiente e si migliora il futuro. Il vetro è un materiale «ECOLOGICO» per eccellenza. Non è inquinante (è chimicamente inerte) ed è riutilizzabile per un numero illimitato di volte. Tuttavia, se abbandonata, una bottiglia di vetro si decompone solo dopo anni. Per questo, è fondamentale separare accuratamente il vetro, per poterlo poi riutilizzare. Ovviamente, il cosiddetto rottame di vetro non può essere riciclato così come, deve essere sottoposto a molteplici verifiche per eliminare le numerose ‘’impurità’’ che contiene (carta, plastica, materiali ceramici, metallici ferrosi e non). Si può recuperare il vetro, risparmiando le materie prime e l’ energia necessaria per la sua lavorazione. Grazie alla raccolta differenziata, per fondere una tonnellata di vetro ci vogliono 136 litri di petrolio in meno rispetto alla lavorazione della materia prima. .

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12 Secondo Plinio il Vecchio (nel suo trattato Naturalis Historia), il primo utilizzo del vetro risale al III millennio a.C. in Fenicia.[9] Nel 2000 a.C. il vetro veniva impiegato in Egitto[10] per produrre stoviglie, altri utensili e monili (detti perle di vetro). Intorno al a.C. risalgono piccoli vasi in vetro ritrovati in India e Cina.[10] Le prime finestre in vetro furono progettate nell'antica Roma per adornare le dimore nobiliari.[senza fonte] Nella metà del I secolo a.C. fu sviluppata la tecnica del soffiaggio,[11] che ha permesso che oggetti prima rari e costosi divenissero molto più comuni. Durante l'Impero Romano il vetro fu plasmato in molte forme, principalmente vasi e bottiglie. I primi vetri erano di colore verde a causa della presenza di impurità di ferro nella sabbia utilizzata.[12] Nel V-VII secolo d.C. si sviluppa l'uso del mosaico in vetro nell'arte bizantina.[10] Oggetti in vetro risalenti ai secoli VII e VIII sono stati rinvenuti sull'isola di Torcello, vicino a Venezia.

13 L'XI secolo vide l'emergere, in Germania, di una nuova tecnica per la produzione di lastre di vetro per soffiatura, stirando le sfere in cilindri, tagliando questi ancora caldi e appiattendoli quindi in fogli. Questa tecnica fu poi perfezionata nel XIII secolo a Venezia (centro di produzione vetraria del XIV secolo), dove furono sviluppate nuove tecnologie e un fiorente commercio di stoviglie, specchi ed altri oggetti di lusso. Alcuni vetrai veneziani si spostarono in altre aree d'Europa diffondendo così l'industria del vetro. Fino al XII secolo il vetro drogato (cioè con imp urità coloranti come metalli) non fu impiegato. Nel 1271 lo statuto chiamato Capitolare di Venezia tutelava la manifattura del vetro veneziano, proibendo che venissero importati vetri dall'estero e negando ai vetrai stranieri la possibilità di operare a Venezia.[9] Nel 1291 viene decretato il trasferimento delle vetrerie da Venezia all'isola di Murano, in modo da confinare eventuali incendi.[9] A Venezia alla fine del XIII secolo, si fa risalire l'invenzione degli occhiali con lenti in vetro quando i "cristalleri" della Serenissima, per le lenti da vista, iniziarono a sostituire il berillo, utilizzato fino ad allora, con il vetro.[13] Al 1369 risale la produzione di specchi a Murano.[10]

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15 Non basta, infatti, (non basta più) non buttare la carta per terra, non lasciare
rifiuti ai lati delle strade per sentirsi la coscienza a posto, utilizzare i mezzi di trasporto pubblici rispetto a quelli privati. Questo ormai è solo questione di educazione, mentre l'aumento delle temperature medie, lo scioglimento dei ghiacciai, l'innalzamento dei mari, la scomparsa delle barriere coralline richiede ben altro: soprattutto un diverso modello di vita e l'impegno quotidiano di ognuno, Si va delle azioni che sembrano banali, ma non lo sono se si sommano a tutti gli altri, come spegnere il televisore e gli altri apprecchi elettrici e non lasciarli tutta la notte (o per giorni) in «stand-by», cioè con la lucetta rossa accesa. Sembra una piccola cosa, ma se lo facessero tutti si risparmierebbero migliaia di kiloWatt, risparmio che si traduce in migliaia di tonnellate di petrolio non bruciate per produrre energia elettrica utlizzata per nulla.

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