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Capitolo 1 La politica economica e il conflitto

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Presentazione sul tema: "Capitolo 1 La politica economica e il conflitto"— Transcript della presentazione:

1 Capitolo 1 La politica economica e il conflitto

2 DEFINIZIONE: “La politica economica è quella parte della scienza economica che studia una comunità, (i) riguardo all’individuazione dei fini, (ii) al modo di perseguire tali fini, e (iii) all’esito dell’intervento”.

3 GLI ELEMENTI RILEVANTI NELLA DEFINIZIONE SONO:
Scienza Comunità Fini Modalità Esiti Il filo conduttore è costituito dall’individuazione esplicita dei conflitti. La coscienza dell’esistenza del conflitto è un elemento chiave per comprendere il funzionamento dell’agire economico e il ruolo della politica economica.

4 L’economia è una Scienza?
* Concerne fatti reali * Riguarda classi generali di fenomeni *Assicura l’estraneità dello scienziato ai fatti (??--FORSE NO) *Consente la ripetibilità degli esperimenti (??--FORSE NO) L’economia non è una scienza...

5 ... ma segue un metodo scientifico, attraverso
(1) Osservazione dei fatti (2) Individuazione di regolarità; (3) Individuazione di FATTI STILIZZATI (4) Elaborazione di un MODELLO (5) Valutazione del modello - fini descrittivi - fini previsivi -fini normativi ( o prescrittivi )

6 Modello Il modello fornisce la descrizione semplificata della Realtà.
I pregi di un modello sono: Semplicità Generalizzabilità Robustezza Nella scienza economica vi è conflitto fra modelli alternativi (l’economia non è una scienza governata dalla selezione darwiniana!).

7 2. Comunità La comunità è un aggregato di soggetti.
In ogni modello utilizzabile a fini della politica economica è necessario che figurino almeno due categorie di soggetti: I privati, ossia gli individui che perseguono i propri obiettivi individuali (ad esempio, i consumatori, ma anche le imprese); talvolta, ci si riferisce ai privati anche come ai cittadini (pur essendo evidente che è difficile connotare un’impresa come un cittadino!). NB: Vi può essere conflitto tra i fini perseguiti dai privati 2. Le Autorità di politica economica (o policy-maker)

8 La concezione dell’autorità di politica economica, differisce fortemente, a seconda delle impostazioni teoriche seguite da diverse scuole: Secondo la teoria tradizionale della politica economica -derivante anche dall’economia del benessere– l’Autorità di politica economica – o policy-maker- è un’entità che non ha una propria personalità, ma è semplicemente un aggregatore delle preferenze individuali. 2. Secondo la scuola delle “public choice”, i policy-maker non sono entità astratte, ma uomini in carne ed ossa, che perseguono quindi obiettivi propri, che possono avere poco a che fare con gli obiettivi degli individui che costituiscono la comunità. Secondo questa linea di pensiero è quindi fisiologico che vi siano conflitti fra gli obiettivi perseguiti dai policy-maker e gli obiettivi degli individui che costituiscono la comunità.

9 Nella visione tradizionale, il policy-marker, può essere visto:
Come un unicum Oppure come un insieme di entità Secondo questa ultima concezione, il policy maker può essere articolato A seconda delle competenze sui fini: (esempio: il modello dei tre bureau di Musgrave, 1959) allocation bureau, che è l’ufficio che persegue obiettivi di efficienza microeconomia dei mercati Stabilization bureau, che è l’ufficio che persegue obietti di natura macroeconomia Redistribution bureau, che è l’ufficio che si occupa degli interventi volti a realizzare la redistribuzione del reddito. Articolazioni territoriali: ci sono infatti policy-maker di livello nazionale e di livello territoriale più limitato (regionale, comunale, ecc.). Articolazioni funzionali, in particolare si deve distinguere, sotto questo profilo, tra i politici (che debbono individuare i fini e le eventuali azioni da intraprendere per raggiungerli) e i burocrati (che debbono operativamente mettere in atto le misure individuate dai politici). (possono esistere conflitti tra le aggregazioni operate ai diversi livelli)

10 Secondo la linea di pensiero della scuola public - choice”, è quindi
fisiologico che vi siano conflitti fra gli obiettivi perseguiti dai policy-maker e gli obiettivi degli individui che costituiscono la comunità . I policy-makers sono individui con le proprie preferenze (potere, prestigio, reddito). Secondo la scuola della political economy, cio sono relazioni di interdipendenza strategica fra: Cittadini-cittadini Cittadini – policy-makers policy-makers - policy-makers (teoria dei giochi)

11 4. Conseguimento dei fini
Intervento vs. non-intervento (fiducia o meno nelle capacità di “autorealizzazione” dei fini da parte del sistema economico. E’possibile raggiungere il fine? - teoria della controllabilità - visioni “radicali” (critica di Lucas, 1976) Conflitto tra strumenti alternativi di politica economica. La modalità con cui raggiungere certi fini è riassunta nella ricetta di politica economica.

12 5. Valutazione dei risultati
Attuata la “ricetta di politica economica “ si osservano gli effetti. Ci può essere conflitto tra obiettivi previsti e obiettivi realizzati, nel caso di: - errori nel set informativo iniziale - errori di fatto nella attuazione: - tempi - dimensione Modifica delle condizioni N.B. secondo Lucas, la modifica delle condizioni è la regola. L’attuazione della ricetta di politica economica, modifica le “regole di comportamento” dei privati, in modo non prevedibile Gli effetti della politica economica sono imprevedibili


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