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PubblicatoGuglielmo Elia Modificato 11 anni fa
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Il sistema reale, il sistema finanziario e l’intermediazione
Capitolo 1 Il sistema reale, il sistema finanziario e l’intermediazione
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Obiettivi di apprendimento
Specificare i collegamenti tra circuito reale e circuito finanziario dell’economia Introdurre alcuni concetti di politica economica e monetaria Definire il concetto di saldo finanziario e individuare il ruolo dell’intermediazione finanziaria nel favorire l’incontro tra settori in avanzo e disavanzo Delineare l’evoluzione delle preferenze dei settori nelle scelte di investimento e di indebitamento
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Indice 1.1 Concetti introduttivi 1.2
La politica monetaria quale componente della politica economica 1.3 I cicli economici 1.4 I saldi finanziari settoriali 1.5 Le scelte finanziarie di famiglie e imprese 1.6 Funzioni, struttura e componenti del sistema finanziario 1.7 Il ruolo del sistema bancario 1.8 L’orientamento dei sistemi finanziari
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Concetti introduttivi (1/3)
Il sistema economico è un insieme di soggetti, strumenti, attività e regole strettamente interrelati tra loro per la produzione, lo scambio e il consumo di beni e servizi nel tempo e nello spazio. Le principali categorie nelle quali i soggetti vengono classificati sono: FAMIGLIE IMPRESE GOVERNO PUBBLICA AMMINISTRAZIONE All’interno del sistema economico si scambiano, da un lato, beni, servizi e forza lavoro (Circuito reale) e, dall’altro, in contropartita, si trasferisce la moneta o, in sua sostituzione, altri mezzi di pagamento o strumenti finanziari (Circuito finanziario).
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Concetti introduttivi (2/3)
La struttura finanziaria dell’economia individua l’insieme dei circuiti diretti (mercati) e indiretti (intermediazione finanziaria) attraverso i quali avviene il trasferimento delle risorse connesse al sistema dei pagamenti e al finanziamento degli investimenti, in funzione delle preferenze e del comportamento degli agenti economici. Il sistema finanziario, ossia la “sovrastruttura finanziaria dell’economia” costituisce l’ambito attraverso il quale si svolge l’attività di intermediazione, cioè la produzione e l’offerta di mezzi di pagamento e di servizi e strumenti finanziari. Il processo di trasferimento delle risorse è necessario in quanto nel sistema economico si registra la contemporanea presenza di soggetti in avanzo finanziario (surplus) e soggetti in disavanzo finanziario (deficit).
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Concetti introduttivi (3/3)
Qual è il rapporto tra sistema reale e sistema finanziario?
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La politica monetaria quale componente della politica economica (1/4)
La politica economica è l’insieme coordinato di provvedimenti che, avvalendosi della politica monetaria, della politica di bilancio e della politica dei redditi, intende perseguire obiettivi di tipo macroeconomico. La politica di bilancio fa riferimento alle manovre fiscali e di spesa pubblica attuate tramite il bilancio dello Stato. L’Autorità competente è il Parlamento. La politica dei redditi ha l’obiettivo di assicurare una crescita equilibrata dei salari e del margine di profitto delle imprese, compatibile con la dinamica della produttività aziendale. La responsabilità della sua attuazione è affidata alle parti sociali, spesso con ausilio e mediazione delle Autorità governative. La politica monetaria riguarda l’insieme delle manovre sugli aggregati monetari e creditizi da parte della banca centrale, per realizzare, nel breve periodo, un mix soddisfacente tra stabilità monetaria, occupazione e sviluppo e favorire, nel lungo periodo, il raggiungimento degli obiettivi della politica fiscale e dei redditi in una situazione di contenimento del tasso di inflazione. Nei Paesi economicamente avanzati, la politica monetaria è attuata dalla banca centrale in piena autonomia.
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La politica monetaria quale componente della politica economica (2/4)
Nella politica monetaria è necessario operare una distinzione, non sempre netta, tra: Strumenti:variabili sotto il controllo diretto ed esclusivo delle Autorità monetarie, che possono essere manovrate tempestivamente per controllare gli obiettivi operativi Obiettivi operativi: immediatamente realizzabili, in funzione degli strumenti utilizzati, e a loro volta capaci di influenzare gli obiettivi intermedi Obiettivi intermedi: variabili controllate solo indirettamente dalle Autorità monetarie tramite gli obiettivi operativi, in grado di influire sugli obiettivi finali Obiettivi finali: di natura macroeconomica e comuni all’intero schema della politica economica. In relazione al tipo di strumenti utilizzati si distinguono due modalità di intervento: coercitiva e di mercato.
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La politica monetaria quale componente della politica economica (3/4)
Nell’ambito dell’UEM (Unione Economica Monetaria) le scelte dei Governi in materia di politica di bilancio sono vincolate dal Trattato istitutivo dell’UE, (Maastricht, 1992) e dal Patto di Stabilità e Crescita, accordo volto a contenere la crescita del deficit pubblico imponendo il rispetto dei due parametri di Maastricht: Deficit/PIL<3% Debito pubblico/PIL<60% L’Italia ha sancito l’obbligo del “pareggio di bilancio” con una legge costituzionale del 20 aprile 2012. Nella visione della BCE, si evidenziano due riflessi della politica monetaria: nel breve periodo, una variazione dei tassi del mercato monetario indotta dalla Banca Centrale attiva una serie di meccanismi e di reazioni che si ripercuoteranno, in ultima analisi, sull’andamento di variabili economiche come il prodotto o i prezzi; nel lungo periodo, ossia dopo che l’economia ha esplicato tutti gli adeguamenti necessari, una variazione della quantità di moneta (a parità di altre condizioni) modifica il livello generale dei prezzi ma non incide in via permanente sulle variabili reali.
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La politica monetaria quale componente della politica economica (4/4)
Gli indicatori degli obiettivi: Il PIL (Prodotto Interno Lordo) è la misura generalmente utilizzata per rappresentare lo sviluppo economico di un Paese. L’Indice della produzione industriale misura la variazione del volume fisico della produzione dell’industria. L’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IAPC) è stato sviluppato nei Paesi dell’Unione per assicurare una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo. Il Tasso di disoccupazione è il rapporto tra il numero delle persone in cerca di occupazione e il totale della forza lavoro. Il Saldo della bilancia dei pagamenti è lo sbilancio tra i movimenti di valuta estera in entrata e uscita ed è rappresentativo sia dell’equilibrio della bilancia commerciale (import-export) sia della capacità attrattiva di capitali (investimenti-disinvestimenti di capitali esteri in entrata e nazionali in uscita).
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I cicli economici (1/3) I cicli economici rappresentano fluttuazioni che caratterizzano l’intero sistema. Ciascuno di essi si articola in fasi generali: recessione, quando vi sono almeno due trimestri consecutivi di crescita negativa; ripresa, breve fase durante la quale l’economia, dopo un rallentamento o una recessione, registra un’inversione del segno, anche con risultati ancora negativi; espansione, fase di crescita inizialmente senza surriscaldamento e successivamente caratterizzata da forte accelerazione (boom) e saturazione della capacità produttiva; rallentamento, fase durante la quale la crescita della produzione decelera. All’interno di un ciclo è possibile individuare: una tendenza di fondo (trend) che coglie l’andamento di lungo periodo; una componente ciclica (“congiuntura”) caratterizzata da frequenti oscillazioni dovute al susseguirsi di periodi di crescita e di flessione, il cui andamento è influenzato dal trend; una componente stagionale che si sovrappone a quella ciclica e che deriva dall’applicazione sistematica di strumenti di misurazione non corretti per l’influenza di fattori esogeni; una componente accidentale che individua movimenti imprevedibili.
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I cicli economici (2/3)
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I cicli economici (3/3) L’analisi temporale del ciclo consente di distinguerne e misurarne: l’ampiezza, ossia, per ogni fase, la differenza di livello (intensità della variazione) tra due punti di svolta successivi; la durata e l’alternanza, ossia la lunghezza dell’intervallo temporale tra il massimo di due cicli successivi; la diffusione generalizzata, ossia il verificarsi di una fase di espansione/recessione se è sufficientemente ampio il novero delle attività economiche che si trovano in questa situazione; la ricorrenza delle alternanze; il profilo, ossia la forma del ciclo. La presenza di cicli non sincronizzati tra i diversi Paesi consente una performance complessiva attenuata poiché l’espansione di uno è attutita dalla recessione di un altro (minore domanda) e viceversa. Negli ultimi anni, nei Paesi industrializzati si registra una significativa crescita della sincronia dei cicli, che ha contribuito a determinare un ampliamento delle oscillazioni congiunturali: in un contesto fortemente globalizzato, è necessario considerare l’intersecarsi dei cicli caratteristici di ciascuna economia governata da scelte differenti di politica economica.
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I saldi finanziari settoriali (1/7)
Il sistema finanziario ha due importanti obiettivi: (a) favorire gli scambi generando moneta e garantendo le transazioni (sistema dei pagamenti); (b) contribuire al trasferimento delle risorse finanziarie tra gli operatori economici (trasferimento dei saldi finanziari). Per comprendere la struttura e il funzionamento dei mercati finanziari è necessario focalizzare l’attenzione sull’oggetto dello scambio (i saldi finanziari) e sugli attori degli scambi (i settori istituzionali). I settori istituzionali dell’economia
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I saldi finanziari settoriali (2/7)
Il circuito reale di un’economia chiusa determina la seguente uguaglianza: ossia, dal lato della domanda aggregata (Y), il reddito prodotto può essere utilizzato per alimentare i consumi di beni e servizi (C) oppure per accumulare risparmio (S), mentre l’offerta aggregata (PIL) può essere destinata sempre a consumi (C) oppure a investimenti in attività reali (I). In equilibrio (domanda = offerta), si dovrà necessariamente avere: Nel circuito finanziario, invece, vale la seguente uguaglianza: In termini di flussi:
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I saldi finanziari settoriali (3/7)
L’ultima espressione può essere riscritta come: Per ogni singola unità economica è possibile misurare il saldo finanziario (S - I) che, per effetto delle decisioni assunte, può essere positivo (S > I), negativo (S < I) o nullo (S = I). Poiché la relazione tra i movimenti dei flussi reali e finanziari di un’unità economica deve anche considerare la possibilità di compiere disinvestimenti (vendite) delle attività reali o finanziarie o riduzioni (rimborsi) delle passività finanziarie, l’equazione del saldo finanziario si modifica e completa nel seguente modo:
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I saldi finanziari settoriali (4/7)
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I saldi finanziari settoriali (5/7)
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I saldi finanziari settoriali (6/7)
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I saldi finanziari settoriali (7/7)
E’ necessario specificare che: • i saldi finanziari settoriali sono la risultante sia della sommatoria dei saldi generati da ogni unità appartenente a quel settore istituzionale, sia delle compensazioni infrasettoriali tra unità in surplus e unità in deficit; • per ogni unità economica, il saldo finanziario di periodo va distinto dal fabbisogno di intermediazione dei flussi. Il trasferimento delle risorse può avvenire attraverso differenti modalità: Circuito diretto => mercati (Borsa) Circuito indiretto => intermediari (banca) Bipolarismo o complementarità tra circuiti (banca e borsa) ?
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Le scelte finanziarie di famiglie e imprese (1/3)
Il sistema finanziario italiano si è caratterizzato, con riferimento a un orizzonte temporale lungo, per i seguenti elementi: • Borsa con scarso spessore; • capitalismo famigliare, la cui presenza ha condizionato la realtà produttiva italiana (prevalentemente composta da PMI, Piccole e Medie Imprese); • assenza di Hausbank, con un sistema finanziario sicuramente orientato agli intermediari (in particolare a quelli creditizi); ciò ha determinato la mancanza di quella proficua sinergia banca-impresa che rende i flussi finanziari funzionali alla crescita reale; • specializzazione creditizia; • la crescita delle esigenze di finanziamenti del Tesoro e la scelta strategica di collocare i titoli direttamente presso le famiglie hanno favorito lo sviluppo dei mercati obbligazionari, con effetti comunque positivi sull’articolazione del sistema finanziario e sui comportamenti di famiglie e intermediari; • nascita di altre forme di investimento, legata al miglioramento dei conti pubblici, alla riduzione dell’offerta dei titoli di Stato, alla diminuzione dei tassi di interesse che hanno reso depositi bancari e titoli di Stato meno appetibili stimolando la ricerca di strumenti di investimento alternativi.
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Le scelte finanziarie di famiglie e imprese (2/3)
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Le scelte finanziarie di famiglie e imprese (3/3)
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Funzioni, struttura e componenti del sistema finanziario (1/3)
Monetaria Creazione e circolazione dei mezzi di pagamento, gestione del sistema dei pagamenti, liquidità. Creditizia Trasferimento delle risorse: dalle unità in surplus (detentori di risorse) alle unità in deficit (prenditori di risorse); dai portatori di capitale (azionisti) ai soggetti capaci di realizzare progetti imprenditoriali (management); dai soggetti non interessati al controllo delle imprese a quei soggetti che, invece, sono interessati. Trasmissione della politica monetaria Il sistema finanziario è il veicolo attraverso il quale si perseguono gli obiettivi della politica monetaria (che è parte della politica economica). FUNZIONI
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con il relativo ordinamento
Funzioni, struttura e componenti del sistema finanziario (2/3) Mercati Strumenti Intermediari insieme degli scambi finanziari il cui corretto funzionamento presuppone strutture, organi di gestione, operatori, regole di comportamento, istituzioni di controllo (Capitolo 5) insieme dei contratti aventi per oggetto diritti e prestazioni di natura finanziaria la cui varietà aumenta poiché le esigenze degli operatori mutano con il mutare delle condizioni ambientali (Capitolo 4) Istituzioni specializzate nella produzione e negoziazione di strumenti finanziari e nell’offerta di servizi (Capitoli 6, 7 e 8) con il relativo ordinamento cioè l’insieme delle norme che, disciplinando strumenti, mercati e intermediari, devono assicurare lo svolgimento delle funzioni assegnate al sistema finanziario in modo efficace ed efficiente (Normativa primaria e normativa secondaria; Capitoli 10 e 11).
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Funzioni, struttura e componenti del sistema finanziario (3/3)
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Il ruolo del sistema bancario
Il sistema bancario rappresenta, all’interno dei moderni sistemi economici, nella maggior parte dei Paesi, la componente preponderante del sistema finanziario sotto il profilo non solo quantitativo (per la dimensione e la penetrazione commerciale delle banche nell’attività finanziaria), ma anche qualitativo (per il livello di fiducia di cui le banche tradizionalmente godono). La banca: rende possibile il trasferimento dei fondi dai soggetti in avanzo a quelli in disavanzo, per via soprattutto di: bassa propensione al rischio delle famiglie, difficoltà di reperimento diretto da parte delle imprese (c.d. intermediazione pesante); svolge attività di negoziazione, collocamento e distribuzione di strumenti finanziari di terzi (c.d. intermediazione leggera).
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L’orientamento dei sistemi finanziari
Secondo l’analisi di Rybczynski (1997), il sistema finanziario, nella sua evoluzione storica, si è configurato con tre diverse strutture: 1. l’orientamento alle banche (sistema bancocentrico); 2. l’orientamento al mercato (sistema mercatocentrico); 3. l’orientamento alla securitization. La schematizzazione proposta trova un’ulteriore suddivisione con specifico riferimento all’orientamento alle banche e al loro tipico rapporto con le imprese, che può essere transazionale (orientamento alla transazione, transaction banking) o di lungo termine (orientamento alla relazione, relationship banking).
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