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Corso di Idraulica dei Sistemi Naturali

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Presentazione sul tema: "Corso di Idraulica dei Sistemi Naturali"— Transcript della presentazione:

1 Corso di Idraulica dei Sistemi Naturali
IDRODINAMICA FLUVIALE Prof. Enrico Foti Fonti: - Appunti del corso di Idraulica Fluviale del Prof. Giovanni Seminara (Università di Genova)

2 IDRODINAMICA FLUVIALE
Premessa I processi di moto nei corsi d’acqua possono essere descritti attraverso modelli interpretativi caratterizzati da diversi gradi di complessità, a seconda del problema che si vuole affrontare. Esistono: Modelli tridimensionali (es. moto in un’ansa fluviale) Modelli bidimensionali (es. propagazione della marea in un bacino confinato) Modelli unidimensionali (es. propagazione di una piena fluviale) Modelli zero-dimensionali (es. riempimento/svuotamento di un serbatoio)

3 x IDRODINAMICA FLUVIALE Il modello unidimensionale: la corrente
Nei corsi d’acqua, nei canali artificiali e nei canali lagunari, il campo di moto può essere descritto adottando il modello di corrente, individuando cioè una direzione prevalente del moto, che è in generale ad andamento curvilineo. Definite quindi sezioni della corrente le intersezioni di essa con piani ortogonali alla linea coordinata x prescelta per rappresentare la direzione della corrente, si fa riferimento a grandezze dinamiche (velocità, quantità di moto, energia) mediate nel piano della sezione. Esse risultato funzioni delle sole coordinate spaziale x e temporale t. x

4 IDRODINAMICA FLUVIALE
Il modello unidimensionale: la corrente Si noti che la scelta di x è in qualche misura arbitraria, non potendo essere in generale riferita all’assetto tridimensionale della corrente, parte del quale (es. superficie libera e fondo mobile) è a priori non noto. Condizioni perché l’adozione dello schema di corrente sia giustificato: le curvature della linea d’asse siano piccole (moti secondari modesti); le variazioni spazio-temporali della forma della sezione siano sufficientemente lente (vincolo di quasi-unidirezionalità del moto). Inoltre, adottando il modello unidimensionale si assume che: la velocità verticale è più piccola di almeno un ordine di grandezza rispetto alla velocità orizzontale (vero nell’ipotesi di acque basse); la velocità trasversale è un ordine di grandezza più piccola rispetto a quella nella direzione prevalente del moto; la superficie libera è orizzontale nella direzione trasversale (ovvero si trascurano le variazioni trasversali del carico pieziometrico)

5 IDRODINAMICA FLUVIALE
Equazione di de Saint Venant (1871) Sotto le citate ipotesi, si può derivare l’equazione unidimensionale che descrive il moto (r=cost): in cui: U è la velocità media nella direzione del moto; W è l’area della sezione b è un coefficiente di forma g è l’accelerazione di gravità h è la profondità locale B è il perimetro bagnato b è la larghezza in supeficie è il valore medio della tensione tangenziale agente sul contorno bagnato è il valore medio della tensione tangenziale agente sulla superficie libera

6 IDRODINAMICA FLUVIALE
Equazione di continuità Il principio di conservazione della massa impone invece che (r=cost) in cui: - Q è la portata volumetrica che attraversa la sezione

7 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti uniformi e stazionarie a superfie libera Una corrente a superficie libera si dice in moto stazionario uniforme se è: unidirezionale se le sue caratteristiche risultano indipendenti dal tempo e dalla coordinata spaziale che individua la direzione di moto. Condizioni necessarie per un assetto stazionario uniforme del moto sono: alveo cilindrico moto pienamente sviluppato (non si risente di condizioni al contorno di monte o di valle) condizioni stazionarie alle sezioni di estremità Nota: Se la pendenza è modesta le sezioni possono essere considerate verticali

8 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti uniformi e stazionarie a superfie libera Nei moti stazionari uniformi, la linea piezomatrica risulta parallela al fondo e coincide con la linea del pelo libero. Il carico totale è Poiché la portata Q, e quindi la velocità U, è costante si può ricavare che la linea dei carichi totali è parallela al fondo e alla linea piezometrica

9 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti uniformi e stazionarie a superfie libera: equazione di Chezy Nel caso di moto uniforme si ricava che gli sforzi tangenziali al fondo possono essere espressi come in cui è il raggio idraulico, oppure utilizzando il coefficiente di conduttanza C E quindi la velocità risulta o nella forma originale proposta da Chezy

10 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti uniformi e stazionarie a superfie libera: equazione di Chezy Il coefficiente di conduttanza C , o il coefficiente di Chezy c, dipende dalla distribuzione di velocità all’interno della sezione Per esempio, per sezioni di forma regolare, a partire da un profilo logaritimico di velocità, Marchi (1961) ha ricavato con numero di Reynolds della corrente f coefficiente di forma e scabrezza relativa

11 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti uniformi e stazionarie a superfie libera: equazione di Chezy In condizioni di moto puramente turbolento, nella pratica professionale si usano le seguenti formule empiriche: Gauckler (1868)- Strickler (1923) Bazin (1865) Ganguillet e Kutter (1869)

12 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti uniformi e stazionarie a superfie libera: equazione di Chezy

13 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti uniformi e stazionarie a superfie libera: il caso degli alvei naturali Spesso si deve affrontare lo studio di alvei in cui le sezioni trasversali hanno forma irregolare, costituite da porzioni caratterizzate da profondità e scabrezze diverse. Spesso si deve per esempio distinguere tra un letto di magra e aree golenali. Un semplice approccio, in questi casi, è quello di suddividere la sezione in porzioni distinte caratterizzate da velocità medie diverse ma pendenza del fondo costante. Si noti che il raggio idraulico di ciascuna porzione è determinato dalla porzione di contorno solido in essa presente. Alle diverse porzioni si applicano le considerazioni sul moto uniforme, per esempio la portata complessiva si sommano i contributi delle singole porzioni.

14 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti stazionarie a superfie libera: il caso degli alvei naturali Lo studio delle correnti stazionarie a superficie libera, fondato sul modello 1-D, è finalizzato principalmente al tracciamento dei cosiddetti profili di rigurgito, cioè dell’andamento della superficie libera in tronchi quasi-cilindrici del corso d’acqua. Si definisce carico specifico rispetto al fondo alveo Nel caso di portata costante, esiste un tirante critico tale che l’energia sia minima, ovvero Per determinarlo deve essere soddisfatta la relazione

15 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti stazionarie a superfie libera: il caso degli alvei naturali Nel caso di sezione rettangolare, l’altezza critica è Nel caso di carico costante, si ha invece: Si evince che esiste un massimo della portata in corrispondenza della profondità critica:

16 Portata Energia Portata IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti stazionarie a superfie libera: il caso degli alvei naturali Portata Energia Portata

17 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti stazionarie a superfie libera: il caso degli alvei naturali Definita la velocità critica come o in termini della profondità media Ym =W/b - U>Uc -> corrente veloce - U<Uc -> corrente lenta

18 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti stazionarie a superfie libera: il caso degli alvei naturali Definito il numero di Froude come Segue che a meno del coefficiente correttivo a, si ha F>1 per le correnti veloci e F<1 per le correnti lente. Si noti che assegnata la portata Q e le caratteristiche dell’alveo, a ogni pendenza del fondo if è associata una profondità di moto uniforme Yu e una profondità critica Yc.. Esiste una pendenza critica tale che Yu e Yc coincidono. Gli alvei con pendenza inferiore a quella critica vengono detti a debole pendenza o fluviali mentre quelli con pendenza maggiore di quella critica si dicono a forte pendenza o torrentizi. Le correnti uniformi sono veloci negli alvei a forte pendenza e lente negli alvei a debole pendenza. Si noti che tale condizione dipende dalla portata assegnata.

19 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti stazionarie a superfie libera: il caso degli alvei naturali Profili stazionari in alvei cilindrici Nel caso di alvei cilindrici e moto stazionario, le equazioni di continutià e del moto diventano In particolare, per come è stato assunto il sistema di riferimento h=zf +Y per cui l’equazione del moto diventa con j pendenza dei carichi totali, nell’ipotesi che il moto sia una successione di moti uniformi per cui si può scrivere

20 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti stazionarie a superfie libera: il caso degli alvei naturali Profili stazionari in alvei cilindrici a pendenza costante Nel caso di alvei cilindrici a pendenza costante l’equazione del moto diventa Ovvero che è l’equazione dei profili stazionari (di rigurgito) in alvei cilindrici.

21 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti stazionarie a superfie libera: il caso degli alvei naturali Profili stazionari in alvei cilindrici a pendenza costante L’equazione Presenta alcuni casi limite: - se Y  Yu allora j if e il profilo tende a disporsi parallelo al fondo; - se Y  Yc allora jdE/dY0 e il profilo tende a disporsi ortogonlae al fondo; - se Y  h allora j 0 e E  Y (dE/dY1) e il profilo tende a un asintoto orizzontale.

22 D1 D2 D3 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti stazionarie a superfie libera: il caso degli alvei naturali Profili stazionari in alvei cilindrici a pendenza costante Alvei a debole pendenza D1 D2 D3

23 F1 F2 F3 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti stazionarie a superfie libera: il caso degli alvei naturali Profili stazionari in alvei cilindrici a pendenza costante Alvei a forte pendenza F1 F2 F3

24 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti stazionarie a superfie libera: il caso degli alvei naturali Profili stazionari in alvei cilindrici a pendenza costante Alvei a pendenza critica

25 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti stazionarie a superfie libera: il caso degli alvei naturali Profili stazionari in alvei cilindrici a pendenza costante Alvei orizzontali o acclivi Non hanno profondità di moto uniforme: questa tende ad assumere valori infinitamente grandi al tendere di if a zero.

26 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti stazionarie a superfie libera: il caso degli alvei naturali Il risalto idraulico Il passaggio da corrente veloce a corrente lenta avviene attraverso la formazione di un risalto idraulico. Siano Yu, Uu, Yd e Ud i valori di profondità e velocità a monte e a valle del risalto rispettivamente. Si consideri l’equazione di bilancio della quantità di moto del volume di controllo (assunto il fondo orizzontale). Yu Yd

27 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti stazionarie a superfie libera: il caso degli alvei naturali Il risalto idraulico Assunto il canale rettangolare, di larghezza B, il volume di controllo si assume abbastanza piccolo da trascurare gli effetti degli sforzi tangenziali al fondo. Il flusso della quantità di moto (spinta dinamica) e la spinta idrostatica possono essere espressi come La conservazione del flusso di quantità di moto nel caso di moto permanente implica che Yu Yd

28 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti stazionarie a superfie libera: il caso degli alvei naturali Il risalto idraulico Da tale relazione si ricava Poiché la portata è Q=UYB=qwB in cui qw è la portata per unità di larghezza. Indicando  = Yd/Yu e Fu2 = Uu2/(gYu) = qw2/(gYu3), si può scrivere Le cui uniche radici fisicamente basate sono j=1 (stato critico  non si realizza il risalto) e la relazione delle altezze coniugate del risalto idraulico

29 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti stazionarie a superfie libera: il caso degli alvei naturali Il risalto idraulico Considerando l’equazione di continuità qw=UY e il numero di Froude F = U2/(gY) = qw2/(gY3), la relazione delle altezze coniugate può essere utilizzata per trovare le velocità (coniugate) a monte e a valle del risalto, nonchè i rispettivi numeri di Froude. Yd/Yu Yd/Yu, Fd Fd Fu Il risalto idraulico quindi induce un aumento della profondità e una diminuzione della velocità quando il moto da supercritico (Fu>1) diventa subcritico (Fu<1)

30 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti stazionarie a superfie libera: il caso degli alvei naturali Condizioni al contorno per il tracciamento dei profili Il tracciamento dei profili di rigurgito richiede che all’equazione del moto vengano associate opportune condizioni al contorno. Poiché si tratta di un’equazione del I ordine, una sola condizione è sufficiente a determinare la soluzione. Lo stato veloce di una corrente uniforme rende il profilo condizionabile solo da monte, mentre lo stato lento di una corrente rende il profilo condizionabile solo da valle.

31 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti stazionarie a superfie libera: il caso degli alvei naturali Soluzione numerica dell’equazione dei profili di rigurgito L’equazione dei profili di rigurgito può essere risolta nota una condizione al contorno a monte (correnti veloci) o a valle (correnti lente). Facendo riferimento a un sistema di riferimento orizzontale, si può usare la profondità h invece di quella locale Y. Inoltre notando che tutte le grandezze al secondo membro sono funzioni di x e h , l’equazione del profilo di rigurgito può essere scritta in generale come posssono essere

32 IDRODINAMICA FLUVIALE
Correnti stazionarie a superficie libera: il caso degli alvei naturali Soluzione numerica dell’equazione dei profili di rigurgito La soluzione numerica è ricavata passo passo in ogni sezione a partire da un assegnato valore della quota della superficie libera (condizione al contorno). Gli schemi più utilizzati sono il metodo di Eulero e più frequentemente il metodo di Eulero-Cauchy (standard-step method). Nel caso subcritico l’integrazione procede da valle verso monte, dunque adottando lo schema di Eulero (metodo esplicito) ovvero, secondo lo schema di Eulero-Cauchy (metodo implicito) E’ importante porre correttamente le condizioni al contorno, al fine di avere la corretta e stabile integrazione del profilo. Attenzione: in alvei a forte pendenza la soluzione risulta fortemente condizionata dalla scelta di Dxn, che deve essere sufficientemente piccolo!


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