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È l'unica specie del genere Allocebus
È l'unica specie del genere Allocebus. È uno dei più piccoli lemuri viventi: è lungo 12,5-14,5 cm ed ha una coda di cm. Pesa tra i 75 ed i 100 g. L'area dell'A. trichotis è limitato al Madagascar nord-orientale, in una zona di foresta compresa tra Tamatave e Morondava. Sono animali arboricoli e notturni, le cui abitudini sono poco conosciute.
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Durante il giorno dormono in nidi di foglie fresche, all'interno di cavità del tronco degli alberi. Poco si sa sulla loro dieta: osservati in cattività, si nutrono di frutti e insetti. Un tempo ritenuto estinto (ne erano noti solo pochi esemplari impagliati, risalenti al XIX secolo) l'A. trichotis è stato riscoperto nel In atto la popolazione è stimata al di sotto dei mille esemplari. La Zoological Society of London considera l'Allocebus trichotis una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione.
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Questo piccolo mammifero dal nome così particolare è un primate che possiamo trovare esclusivamente in Madagascar. Unico del suo genere, della sua famiglia e del suo infraordine, poiché l’unico suo parente, l’aye-aye gigante, si è ormai estinto.
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Questo animale è lungo circa 80 cm, (compresi ben 40 cm di coda)e per il suo aspetto sembra l'unione di molti animali: il pipistrello per le orecchie, la volpe per il muso, il gatto per gli occhi, la scimmia per il corpo, lo scoiattolo per coda e denti. In effetti questo animale, soprannominato da alcuni "scimmia picchio", possiede caratteristiche comuni a primati e roditori, tanto che i primi zoologi che cercarono di identificarlo lo scambiarono per un grosso scoiattolo. A questo si deve la sua vecchia classificazione: chiromys madagascariensis.
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L'aye aye è un animale notturno: passa il giorno riposando in nidi che si costruisce ammassando foglie all'interno di tronchi cavi o alla biforcazione di grossi rami, per poi uscire fra i 30 minuti prima del tramonto e le tre ore dopo di esso. Si tratta di animali essenzialmente arboricoli, che percorrono anche 4 km ogni notte saltando di ramo in ramo: l'aye aye trova infatti difficoltoso muoversi in orizzontale. Le sue dimensioni fanno di questo animale il più grande primate notturno attualmente esistente.
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E’ un animale onnivoro che si ciba di larve, di coleotteri, midollo di bambù e polpa di noci di cocco. Per trovare il cibo, da dei colpetti sugli alberi ascoltando il suono alla ricerca di larve, quindi rosicchia dei buchi nei quali infila poi le sue lunghe dita per estrarre la larva dal tronco. Seppellisce i resti del suo pasto. Oggi anche l'aye-aye, che necessita di spazi relativamente estesi per vivere in tranquillità (5 km di circonferenza circa) rischia l'estinzione: gli umani infatti, disboscando le foreste, riducono gradualmente di anno in anno il suo territorio. Al giorno d'oggi l'aye-aye vive nella zona costiera orientale del Madagascar, di cui colonizza la ricca foresta sotto i 200 m di altitudine - per questo non si spinge nell'entroterra - ma a volte lo si incontra nelle piantagioni, dove trova con facilità il cibo.
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Il significato originale del nome aye-aye è andato perduto assieme alla lingua che gli diede origine, tuttavia si pensa che il nome corrisponda al grido d'allarme da fare per avvisare della presenza dell'animale.
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Questi primati, infatti, sono considerati nella stragrande maggioranza del popolo del Madagascar, portatori di sventura, sottoforma di malattie, disastri o decessi. Essere indicati da un aye aye, infatti, vuol dire essere condannati a morte, mentre secondo gli indigeni Sakalava l'aye aye è l'esecutore delle sentenze del diavolo che si siede sul petto del prescelto e gli buca il cuore nel sonno con il lungo dito medio.
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Spesso perciò,questo primate veniva ucciso a prima vista
Spesso perciò,questo primate veniva ucciso a prima vista. Queste superstizioni, unite alla deforestazione,che ha tolto più del 75% dei boschi del Madagascar, ha drasticamente ridotto la popolazione di questi animali, fino a portarli,come molti altri,a rischio d’ estinzione. Ovviamente ora l’Aye-Aye è protetto da severe leggi, ma ormai il danno è stato fatto .
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Si contende il titolo di lemure più grande ancora in vita: misura fino a 72 cm di lunghezza testa-coda (120 cm contando anche le zampe posteriori), per un peso di circa 13 kg.Il mantello è lungo, nero e lanoso e presenta variegature bianche su tempie, gola, petto, collo, posteriore, avambracci e fianchi che sono caratteristiche per ogni individuo od anche per una singola popolazione locale: gli individui che vivono nella zona settentrionale dell'habitat della specie, infatti, sono perlopiù interamente neri.
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La faccia è glabra e solitamente nera, con un muso volpino: l'indri possiede grandi occhi verdastri ed orecchie arrotondate simili a quelle del koala. Le zampe posteriori sono assai lunghe e muscolose, paragonabili a quelle della rane: esse servono all'animale per spiccare salti da un ramo all'altro. Se le zampe sono lunghe, le "mani" sono addirittura gigantesche in rapporto alla corporatura: il Brehm dice che "Pare portino i guanti di un animale molto più grosso di loro". Caratteristica peculiare dell'indri è la coda ridotta ad un moncherino lungo solo 3-4 cm e nascosto nel pelo: praticamente, si può considerare l'animale privo di coda.
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Questi animali vivono in piccoli gruppi familiari composti da una coppia più anziana e dai loro cuccioli a vari stadi di sviluppo. Nelle zone dove la scarsa estensione dell'habitat impedisce ai giovani di separarsi e formare un proprio gruppo, gli indri possono vivere anche in famiglie allargate, comprendenti varie coppie riproduttrici e cuccioli di più generazioni.
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L'indri è famoso per i suoi caratteristici "canti" mattutini, ossia sequenze sonore che possono durare dai 45 secondi ai 3 minuti a seconda dei gruppi: anche la sequenza e l'intonazione dei canti può variare, ma in ogni caso sono riconoscibili tre sequenze principali: La sequenza ruggito, che precede le vocalizzazioni vere e proprie: questa sequenza viene eseguita da tutti i membri del gruppo (fatta eccezione per i più giovani), e può essere emessa indipendentemente dalle altre due anche per segnalare un eventuale pericolo. La sequenza a nota lunga, eseguita principalmente dalla coppia dominante, composta da versi della durata di 5 secondi l'uno. La sequenza discendente, che comincia con note acute per poi abbassarsi man mano di frequenza: spesso sono due animali (non necessariamente la coppia dominante) a coordinare i tempi delle note
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I canti hanno la funzione di definire chiaramente i confini dei territori e comunicare età, dimensioni e sesso dei vari animali, al fine di cementare i legami fra i vari gruppi.E' tipico degli indri cominciare a cantare come conseguenza di altri rumori, come tuoni, rombi di motore, richiami di uccelli od altri lemuri: i vari gruppi cantano solitamente in sequenza, rispondendosi l'un l'altro.
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Oltre ai canti, gli indri possono emettere una serie di altre vocalizzazioni: mentre il ruggito può indicare un predatore proveniente dall'alto (come un falco), il grugnito indica un predatore terrestre (come la fossa): altri suoni, come latrati e sibili, non sono stati ancora decifrati con chiarezza. Come anche i catta ed i sifaka, gli indri amano prendere il sole del mattino: al sorgere del sole, essi si sdraiano incrociando le gambe ed appoggiando le mani sulle ginocchia.
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Gli indri sono animali erbivori: in particolare si nutrono di foglie, preferendo (in modo particolare le femmine) i germogli teneri e succulenti delle piante della famiglia delle lauracee. Non disdegnano tuttavia di integrare la dieta con altro materiale vegetale, come semi, fiori e frutti.Per nutrirsi, l'indri avvicina il ramo prescelto alla bocca con le grosse mani, per poi tagliare le foglie coi denti.
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L'indri è un animale monogamo ed assai fedele: gli animali cercheranno un nuovo partner unicamente in caso di morte del precedente compagno.È da notare che i parti di tutte le femmine di indri allo stato selvatico avvengono nell'arco di due settimane. Il cucciolo nasce di colore scuro, e comincia a mostrare le eventuali pezzature bianche a partire dal terzo mese d'età. Il cucciolo resta aggrappato al ventre materno fino a 5 mesi d'età; passato questo periodo, si sposta solitamente sul dorso della femmina. Il padre non ha un ruolo attivo nell'allevamento della prole, tuttavia è sempre presente nei dintorni della femmina col cucciolo.
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La piena maturità sessuale viene raggiunta assai tardi, fra i 7 ed i 9 anni d'età: la speranza di vita di un indri si aggira attorno ai 30 anni.
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Il vero termine malgascio per designare l'indri è invece babakoto, che vuol dire sia "padre", "antenato", che (considerando le parole baba/padre e koto/bambino) "padre del ragazzo". Una delle innumerevoli leggende che circolano su quest'animale, infatti, dice che l'uomo e l'indri erano padre e figlio (oppure due fratelli secondo altre versioni) e vivevano insieme nella foresta: un giorno, il figlio decise di andare sugli altipiani a coltivare la terra, divenendo il primo uomo. Da quel momento il padre, divenuto il primo indri e rimasto solo, piange ogni mattina il figliolo andato via. Altre leggende indigene raccontano di un indri che salvò un ragazzino che stava precipitando da un alto albero a causa delle punture inflittegli dalle api mentre era in cerca di miele.
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La Zoological Society of London, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera l'Indri indri una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione.
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Il Prolemur simus chiamato prolemure dal naso largo è un primate che fa parte della famiglia dei Lemuridae,unica specie nota del genere Prolemur,in base a nuovi studi delle caratteristiche morfologiche e degli studi genetici, in quanto prima si riteneva facesse parte del genere degli Hapalemur.
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Sono lemuri di una taglia media che possono raggiungere una lunghezza vicino al mezzo metro esclusa la coda che è sempre più lunga del corpo(circa 25-55cm), possono arrivare a pesare dai due chili e mezzo fino a 5 chili.
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Il loro pelo ha una colorazione grigio bruna sulla testa, sul dorso e nella parte superiore degli arti, mentre nel ventre e nelle parti inferiori degli arti il pelo è color crema, la caratteristica principale che distingue questa specie sono dei ciuffi di pelo di color grigio chiaro che coprono le orecchie.
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Sono animali che vivono in gruppi di pochi individui(coprono circa 60 ettari) con una maggioranza di femmine, che iniziano ad essere più attivi verso il tramonto, e si nutrono di germogli,foglie e midollo di un tipo di bambù noto come volohosy.
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A un certo punto si è creduto che questa specie si fosse estinta ma poi nel 1972 se ne è riscoperto delle piccole colonie che vivono tuttora nelle zone protette dei Parchi Nazionali di Ranomafana e di Andringitra e tra i due parchi si sta creando un corridoio protetto. Ne esistono anche parecchi individui allevati in cattività in Europa. Esso resta comunque uno tra i 100 animali a maggior rischio di estinzione.
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È diffuso nella parte settentrionale dell'isola, dove lo si trova da Antsiranana ai fiumi Fanambana e Sambirano: la sua roccaforte è la Riserva speciale dell'Ankarana, ma è possibile osservarlo anche all'interno del Parco nazionale delle Montagne d'Ambra e nella Riserva speciale di Analamerana. Preferisce le foreste secche e semiaride ad un'altezza non eccessiva, anche se li si trova (con densità assai minore) nella foresta pluviale e nelle zone montane.
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Misura fino a 85 cm, dei quali fino a 50 spettano alla lunghissima coda, per un peso di circa 2 kg. Presenta dicromatismo sessuale: i maschi sono color sabbia con una corona arancione che va da un orecchio all'altro (da qui il nome della specie), mentre le femmine sono grigie con un disegno arancione a V sulla fronte al posto della corona. In ambo i sessi, la zona ventrale e la faccia sono biancastre, mentre la parte distale di arti e coda e la nuca hanno tonalità più scure rispetto al resto del corpo.
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Si tratta di animali principalmente diurni che vivono in gruppi di 5-6 individui, anche se non è raro trovare gruppi di esemplari: pare che il numero di individui presenti in un gruppo sia inversamente proprorzionale all'umidità ambientale. All'interno dei singoli gruppi, le femmine sono dominanti rispetto ai maschi, ad esempio sono le prime ad avvicinarsi e nutrirsi quando viene avvistata una fonte di cibo: il gruppo, durante i pasti, tende a dividersi in sottogruppi, che si tengono in contatto usando una vasta gamma di vocalizzi. Questa specie di lemure, infatti, è assai comunicativa e per esprimersi usa particolari posture del corpo, la mimica facciale (seppur limitata), l'emissione di particolari odori e suoni. I lemuri coronati sono animali arboricoli e prettamente frugivori (anche se possono mangiare foglie, funghi, fiori): scendono al suolo unicamente per nutrirsi di frutta matura caduta dall'albero, oppure per abbeverarsi durante i periodi secchi.
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Ogni maschio può accoppiarsi con più femmine nell'ambito dello stesso gruppo, e questo causa una certa competizione fra i maschi nel periodo degli amori. L'accoppiamento avviene fra maggio e giugno: la gestazione dura circa 4 mesi, al termine dei quali viene partorito un unico cucciolo (a volte 2 gemelli), che viene svezzato attorno ai 6 mesi d'età e può riprodursi a partire dal 20° mese. Un lemure coronato può vivere fino a 27 anni in cattività, quindi si pensa che questi animali in natura non vivano più di 20 anni.
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