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I Grilli Parlanti La voce dei ragazzi A SCUOLA DI LEGALITA’

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Presentazione sul tema: "I Grilli Parlanti La voce dei ragazzi A SCUOLA DI LEGALITA’"— Transcript della presentazione:

1 I Grilli Parlanti La voce dei ragazzi A SCUOLA DI LEGALITA’
Giornalino della scuola media C.A. Dalla Chiesa Numero 1 – aprile 2015 Redazione: Prof.ssa Riccio, Prof.ssa de Robertis Progetto grafico: Prof.ssa Gualtieri A SCUOLA DI LEGALITA’ Il progetto Le immagini I commenti e le riflessioni degli alunni LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA Amico del cuore Dormirò sugli allori Canta che ti passa La passione di Lorenzo Canzoneri La mia scuola Cronache di una giornata alla scuola media EDITORIALE Lettera ai professori sulle nostre paure Scelte Lettera ai Ministri Giannini e Poletti Intervista ad una persona anziana SCUOLA E CULTURA Guerra e pace Il diario di Anna Frank Visita a Castel Sant’Angelo Numeri in mostra La ginnastica ritmica Missione su Marte Rosetta e Philae

2 LETTERA AI PROFESSORI SULLE NOSTRE PAURE.

3 Cari prof, volete sapere cosa ci fa paura quando siamo con voi? Le paure sono tante, per esempio: Vi temiamo quando dobbiamo affrontare un dialogo diretto con voi . Nel momento in cui esprimiamo le nostre idee abbiamo il timore del vostro giudizio o di non essere compresi , così non abbiamo più il coraggio di esprimerci. Abbiamo paura quando siamo interrogati o abbiamo delle verifiche perché voi potreste rimproverarci se non rispondiamo in modo adeguato e così ci muore in gola la parola e peggioriamo la situazione. Abbiamo paura di chiedere spiegazioni perché pensiamo che potreste giudicarci male (questo accade solo con i professori più severi). Una delle conseguenze principali del tenersi tutto dentro, è quella che ci chiudiamo in noi stessi e non partecipiamo alle lezioni.

4 Ci sono della proposte che vorremmo farvi:
Vorremmo che voi foste più comprensivi quando facciamo qualcosa di sbagliato, come quando non svolgiamo i compiti e ci giustifichiamo. Vorremmo che voi foste più disponibili, anche nei riguardi di chi si impegna di meno nello studio, perché a volte ci sono problemi che non conoscete e comunque ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Riguardo la distrazione verso la fine delle lezioni, non dovreste arrabbiarvi perché, come voi, anche noi siamo stanchi dopo le tante ore scolastiche. Infine, dovreste cercare di aprire un dialogo con noi, farci capire che con voi possiamo stare tranquilli senza pensare sempre in negativo, in questo modo potremmo iniziare a sentirci più sicuri e impegnarci di più nello studio.

5 Speriamo di avervi fatto capire il sentimento che proviamo quando veniamo sgridati o incompresi.
Alla prossima. I vostri alunni della 2^C

6 SCELTE Riflessioni estemporanee di una tredicenne sulla scelta della scuola superiore Sono ormai circa tre mesi che sono nel panico più totale, a breve dovrò andare incontro alla scelta che determinerà il mio futuro: scegliere il liceo da frequentare il prossimo anno. E’ da questa estate che ci sto pensando, e ancora brancolo nel buio, comincio a preoccuparmi. Chiedo a tutti, parenti, amici, insegnanti, genitori, sperando che mi diano qualche consiglio utile ed invece tutti mi dicono che non mi devo agitare, che tanto ho tempo, che se non sono convinta posso cambiare, come se fosse facile mettere un’etichetta alla propria personalità. Purtroppo, sigh, vado bene in quasi tutte le materie, quindi, oltre ad affogare tra le aspettative dei professori, provo interesse dal classico al tecnico, sono curiosa di vedere il linguistico ed impaziente di andare allo scientifico. Attualmente sono in condizioni abbastanza critiche, poiché ho il diario stracolmo di date e note su open day e lezioni dimostrative, volantini che svolazzano qui e là e una enorme, epocale confusione nella testa. La mia scuola ideale so già che non esiste, sogno una scuola che ci formi come persone, dove si studino materie umanistiche, le lingue e le materie scientifiche come chimica e biologia, le materie artistiche e nella quale si passino molte ore in laboratorio… in pratica un’utopia. Guardandomi intorno vedo tutta gente che ha vissuto e superato questa situazione con molta più spensieratezza di me; e rimane ancora ignoto a me come abbiano fatto. Grazie a questa assurda situazione, sto scoprendo una parte di me che sapevo esistere, ma non credevo sarebbe venuta fuori, una me fragile, debole, indecisa, una me che si fida ciecamente dei giudizi altrui, e ciò mi stupisce, perché mi sono sempre vista come una ragazza forte, una ragazza che si sa rialzare, che sa pensare da sola, indipendente, che non si è mai lasciata condizionare, non ha mai badato a giudizi, pregiudizi e convinzioni della gente, ma forse chi lo sa… Forse le persone cambiano mentre compiono delle scelte, forse sono le scelte stesse a cambiare le persone. Gaia Fidanza III C

7 LETTERA AL MINISTRO GIANNINI E AL MINISTRO POLETTI
LETTERA AL MINISTRO GIANNINI E AL MINISTRO POLETTI. OGGETTO: VACANZE ESTIVE TROPPO LUNGHE?

8 Egregi Signori Ministri, noi siamo degli alunni della Carlo Alberto dalla Chiesa a Roma.
Abbiamo letto sul giornale la vostra opinione sulle nostre vacanze estive. Vorremmo comunicarvi le nostre idee. La proposta di accorciare le vacanze non ci sembra corretta e la bocciamo. E’ vero che tre mesi di vacanze sono abbondanti ,ma c’è da considerare che la scuola e lo studio durano nove mesi e sono pesanti e impegnativi! Inoltre corriamo a destra e sinistra tra impegni pomeridiani sportivi, corsi di lingua, catechismo e altri corsi integrativi e la sera siamo stanchi morti!

9 Noi proponiamo a voi ministri delle idee su come occupare una parte della vacanze estive:
Nel mese di Giugno si potrebbe continuare a venire a scuola per: Corsi di recupero per chi ha avuto difficoltà nello studio Corsi di musica, sport, cinema, arte, informatica, lettura Piccoli lavoretti per sistemare le nostre aule (con un piccolo contributo!) In questo modo, inoltre, tanti ragazzi che gironzolano senza far niente potrebbero trovare un luogo accogliente e fare delle attività stimolanti. Se ciò non fosse possibile (anche perché nelle scuole fa molto caldo) vi proponiamo di fare più intervalli durante l’anno scolastico: Una settimana tra Ottobre e Novembre per riposarci dallo stress dell’inizio dell’anno scolastico Una settimana a Febbraio per festeggiare Carnevale o andare sulla neve (anche con gite organizzate dalla scuola) 10 giorni di vacanze a Pasqua Così potremmo iniziare la scuola il primo di Settembre.

10 Speriamo che prenderete in considerazione queste nostre proposte.
Grazie per l’attenzione, distinti saluti. Gli alunni della 2^C

11 INTERVISTA AD UNA PERSONA ANZIANA
La persona che ho deciso di intervistare è nonno Umberto, il papà di mio papà. Ha 72 anni ed è nato in Sardegna in un paesino chiamato Mara in provincia di Sassari. Mio nonno era un bambino esuberante ed era spesso fuori casa, per fiumi a pescare anguille (con la forchetta legata ad un bastone) o per la campagna a mangiare frutta sugli alberi. Andava in giro con i suoi cinque fratelli, mentre il papà, pastore, lavorava nei campi e la madre, casalinga, rimaneva in casa con l’ unica sorella. Per la sua infanzia ha molti ricordi ma più di tutti gli è rimasto impresso quello di quando suo padre lo portava, insieme a suo fratello Paolo, all’ ovile e loro si divertivano a giocare con un grosso cane e a cavalcare. Il resto del tempo lo passava con la madre e una volta finiti i compiti andava a giocare. Ai suoi tempi non c’ erano i giochi di adesso, perciò si giocava a pallone, ruba bandiera, con la trottola e con la fionda o si andava in giro per il paese con gli amici. Tutti i giorni per nonno erano uguali a parte la domenica quando si stava insieme ai parenti e si mangiava qualcosa di diverso. A nonno piaceva molto andare a scuola ed era il più bravo della classe ma vivendo in un piccolo paesino non aveva molte possibilità di scelta su cosa poter fare da grande, quindi decise di venire a Roma dove trovò prima lavoro nell’ edilizia per poi fare l’ impiegato negli ultimi anni prima della pensione. Ora si dedica a noi nipoti e ad un meritato riposo. Da questa intervista ho capito che la vita ai tempi di mio nonno era molto difficile in confronto a quella di oggi anche se forse ci si divertiva di più con molto meno e con molta più fantasia. Claudia Mariani IE

12 La scuola media Carlo Alberto Dalla Chiesa, nell’ambito del progetto del POF “Educazione alla Legalità”, al fine di favorire lo sviluppo delle competenze sociali e civiche, ha proposto 3 incontri tra i Magistrati dell’Associazione Nazionale Magistrati e gli alunni delle classi terze, su tematiche volte a sensibilizzare i futuri cittadini, sull’importanza del rispetto dei diritti e dei doveri stabiliti dalla nostra Costituzione.

13 PRIMO INCONTRO: “Legalità e Costituzione” - 9 marzo
La Costituzione come carta dei diritti e dei doveri Struttura e rango della Costituzione Italiana nel sistema delle fonti; I principi fondamentali della Costituzione come “parametro” delle leggi: il controllo di costituzionalità attraverso la Corte Costituzionale; La garanzia dei diritti fondamentali della persona come singolo e come membro delle formazioni sociali nella Costituzione; La tutela dei diritti del singolo attraverso la imposizione di doveri e la previsione di meccanismi di tutela Il potere giudiziario (caratteristiche e struttura dell’ordinamento/ tutela civile e tutela penale); I principi del processo (giudice naturale/presunzione di non colpevolezza); Le regole della difesa ( perché la necessità della difesa/ il patrocinio dei non abbienti)

14 SECONDO INCONTRO: Il processo - 23 marzo
Differenze fra processo penale e processo civile I tre gradi di giudizio, le Corti nazionali, la sentenza definitiva Il procedimento penale: Pubblico Ministero L’azione penale Il Gip Il processo Le parti del processo (chi è veramente il Pubblico ministero, l’imputato, la difesa) Simulazione pratica di 3 brevi processi per direttissima con l’intervento attivo di 3 magistrati togati (che impersonano il ruolo di PM, di difensore e di Giudice) ed il coinvolgimento diretto dei ragazzi (quali “imputati” e “testimoni“, previamente istruiti)

15 TERZO INCONTRO: visione del film “Niente paura” - 30 marzo
Dibattito sulle tematiche del film – documentario di Luciano Ligabue con i magistrati dell’ANM

16 A SCUOLA DI LEGALITA’ Qui di seguito abbiamo voluto raccogliere le riflessioni di alcuni alunni che hanno partecipato al progetto “a scuola di legalità”, propostoci da due magistrati, genitori di un alunno della nostra scuola, e a cui tutti, docenti ed alunni hanno aderito con entusiasmo, e verso il quale, anche le famiglie hanno mostrato interesse e gradimento. Un sentito ringraziamento al Dirigente Scolastico, all’A.N.M. e a quanti hanno favorito questo percorso di conoscenza e di riflessione sui valori fondanti della nostra vita sociale, civile e politica, accrescendo nei nostri ragazzi la consapevolezza dei principi cui ispirarsi nel loro cammino di studenti e di cittadini.

17 Da poco abbiamo cominciato un’attività di educazione alla legalità con due magistrati, che sono venuti fino alla nostra scuola per esporci gli aspetti più importanti della Costituzione e del loro lavoro, che consiste nel far rispettare le leggi. Lo scopo di quest’attività è sensibilizzare noi ragazzi della scuola media ai principi fondamentali della Costituzione e del nostro Stato democratico. Secondo me questi 3 incontri sono importantissimi per noi, in quanto è a questa età che cominciamo a farci un’idea di cos’è la legalità. Proprio per questo motivo, lunedì 9 marzo 2015, nell’aula LIM della scuola, si è svolto il primo incontro, dedicato alla Legge fondamentale del nostro Stato: La Costituzione Italiana. Essa costituisce l’insieme dei principi fondamentali che sono alla base del sistema giuridico del nostro Stato, è quindi la “madre” di tutte le leggi e per la sua grande importanza è necessario che tutti la conoscano e la rispettino, soprattutto noi giovani. Grazie alla spiegazione iniziale abbiamo appreso che i principi della Costituzione costituiscono delle norme superiori a quelle comuni, dato che non possono essere modificate, per questo la nostra è una Costituzione rigida. La nostra Costituzione è un testo al quale molti altri Stati si sono ispirati per la formazione delle proprie leggi fondamentali. I due magistrati hanno proseguito illustrandoci i primi tre articoli della Costituzione e quindi della Repubblica Italiana. Questi 3 articoli sono importantissimi perché sanciscono tre principi fondamentali, che consentono allo Stato di progredire e di assicurare a tutti i cittadini i principi di democrazia, di uguaglianza e di giustizia sociale. Quindi è importantissimo conoscerli, capirli bene ed impegnarsi tutti per farli rispettare. Poi ci hanno spiegato gli articoli 21,31,32 che difendono alcuni diritti fondamentali dell’individuo come la libertà di stampa, di pensiero, di parola e il diritto di formare una famiglia. Dopo aver letto, approfondito e dibattuto gli articoli fondamentali della Costituzione, i magistrati ci hanno spiegato cos’è e come funziona la Corte Costituzionale, un organo di garanzia, composto da un presidente e quindici giudici, che ha il compito di vigilare affinché le nuove leggi, approvate dal Parlamento, rispettino le norme della Costituzione. Infine ci hanno spiegato il ruolo ed i compiti della Magistratura, che, come organo indipendente, deve fare rispettare le Leggi dello Stato. Dopo questo primo incontro, posso dire che, nonostante abbia incontrato delle difficoltà a capire bene alcuni aspetti della lezione, ho trovato l’argomento appassionante, perché mi ha aiutato a capire meglio la realtà in cui vivo, i suoi problemi e soprattutto la strada da percorrere per poterli risolvere. Gianluca Raffo 3C

18 Lunedì scorso sono venuti a scuola due magistrati per un progetto di educazione alla legalità. All’ inizio dell’ incontro ci hanno parlato della Costituzione e dei suoi principi fondamentali, infine ci hanno fatto degli esempi di vari reati. I principi della legalità si apprendono dalla nascita, prima all’interno della famiglia, poi nella scuola e nella società. Fin dalla più tenera età, gli adulti ci insegnano cosa è giusto e cosa è sbagliato, motivando le loro parole con spiegazioni che però, a volte, ci sembrano incomprensibili. Eppure adesso, quando sbagliamo, ci sentiamo in colpa e promettiamo a noi stessi di non ripetere lo stesso errore per una seconda volta. Pian piano diventiamo sempre più coscienti dei nostri errori, tanto che se vediamo qualcun altro sbagliare, siamo tentati di dirgli che ciò che sta facendo non è giusto. Ciò nonostante, molte volte preferiamo tacere per paura di essere giudicati dal gruppo di amici che non la pensa come noi e vuole solo divertirsi senza doversi preoccupare di cosa è giusto e di cosa è sbagliato. Certo, se fosse per i ragazzi, molti preferirebbero vivere una vita “disinvolta” con tanti amici piuttosto che una vita corretta con uno solo. Ma direi che è naturale, l’uomo è sempre propenso a scegliere la strada più semplice, per questo si fa tanta fatica ad educare i bambini al rispetto e alla lealtà. Eppure bisogna combattere l’istinto di eludere i problemi e ignorarli fino a che non si ingrandiscono e noi ci cacciamo nei guai, per questo è di aiuto anche la scuola. La scuola non serve solo per studiare storia, geografia ecc. ma anche per educare gli alunni ad un comportamento corretto e responsabile, per prepararli alla vita e per insegnare loro a pensare con la propria testa. Se ogni uomo vivesse come un animale, l’istinto lo porterebbe a impossessarsi di tutto ciò che soddisfa i suoi bisogni e ne conseguirebbe un eterno conflitto, per questo i nostri antenati hanno deciso di stabilire delle leggi, affinché la vendetta fosse eliminata definitivamente, istituendo un terzo elemento imparziale per giudicare il motivo del contendere. Per me la legalità è molto importante ed è un bene che la scuola aderisca a questi progetti, soprattutto per tutto ciò che sta accadendo al giorno d’oggi, per l’esempio che ci danno i nostri stessi governanti: gli scandali della politica, la corruzione, la mafia, l’evasione fiscale… Per fortuna ci sono queste iniziative, per farci rendere conto che noi ancora possiamo cambiare le cose, impegnandoci al massimo per proseguire gli studi e magari per formare una classe dirigente migliore in futuro. Martina Abbondandolo C

19 Niente Paura La Mafia La memoria L’immigrazione

20 La Mafia è una delle parole chiave del film, perché alcuni avvenimenti
rappresentati ci portano a riflettere sulle realtà segrete che hanno sconvolto e tutt’ora stanno sconvolgendo la nostra nazione e ci insegnano che bisogna prendere le distanze da queste realtà e denunciare queste ingiustizie. Infine credo che il titolo del film sia significativo, in quanto ci incoraggia e ci da’ la forza per affrontarle senza avere paura. Un altro tema importante del film è l’immigrazione. Alcuni filmati propongono degli episodi significativi della nostra storia recente che riguardano gli sbarchi degli immigrati e sottolineano le discriminazioni a cui vanno incontro. Infatti è indispensabile per noi capire quanto gravi siano i nostri pregiudizi nei loro confronti e le difficoltà dello Stato a difendere i diritti fondamentali di queste persone, che cercano nel nostro paese condizioni di vita più giuste ed umane. La memoria è una parola chiave perché ci può aiutare a superare molti dei problemi che affliggono l’Italia. In effetti, per affrontarli efficacemente, possiamo considerare la nostra storia, che ci insegna che una volontà consapevole ed un impegno significativo del popolo hanno portato il nostro paese a superare tanti momenti difficili del nostro passato. Questo lo possiamo capire anche grazie alle numerose dichiarazioni di personaggi storici, intellettuali, persone qualsiasi ed artisti, fra cui ovviamente Luciano Ligabue  e le sue canzoni.

21 Solidarietà NIENTE PAURA Indifferenza Costituzione

22 INDIFFERENZA Guardando questo film ho capito che essere indifferente è la peggior cosa che un cittadino possa fare, è un atto di codardia, mi ha fatto pensare per esempio a quando i cittadini non vanno a votare, senza pensare che i nostri antenati hanno lottato per ottenere questo privilegio, in tanti anni di lotte scioperi e manifestazioni. Dobbiamo finirla di gettare la spugna e arrenderci, dobbiamo lottare contro le ingiustizie, ci dobbiamo far sentire quando capiamo che le cose non vanno, perché tutti nel proprio piccolo possono cambiare le cose o migliorarle. Anche noi ragazzi possiamo fare qualcosa, per questo dobbiamo studiare e informarci su ciò che avviene, tutti i giorni dobbiamo ascoltare il telegiornale, così che una volta entrati nell’età adulta possiamo contribuire allo sviluppo del nostro paese. NIENTE PAURA

23 SOLIDARIETA’ Ho capito che la solidarietà è molto importante per le persone, soprattutto al giorno d’oggi con gli immigrati che vengono in Italia a cercare un lavoro, per sfamare se stessi e cercare una vita migliore per la propria famiglia. Con loro dobbiamo essere solidali e aiutarli il più possibile, perché fuggono da situazioni molto difficili di guerra, di fame, di persecuzioni e vengono da noi per costruirsi un futuro, accettando di viaggiare in condizioni estreme, sapendo di rischiare la vita e spesso, per comprare il biglietto, vendono tutto quel poco che possiedono. Infine non dobbiamo dimenticare che molti anni fa come loro anche noi abbiamo vissuto lo stesso dramma come immigrati in America. NIENTE PAURA

24 COSTITUZIONE La Costituzione è fondamentale per vivere in armonia con tutta la gente che ci circonda e inoltre garantisce al cittadino la difesa di valori come la giustizia, la libertà, l’uguaglianza, definisce la forma di partecipazione alla vita politica, rende omogenea la legislazione di uno Stato, ma soprattutto delimita le competenze dei vari organi che esercitano il potere: parlamento, governo, magistratura. Questi ovviamente sono tutti dei bei principi, che purtroppo però a causa della corruzione molte volte non vengono messi in pratica. Oggi si parla anche di modificare alcuni articoli della Costituzione, per renderla più rispondente alle mutate condizioni storiche ed economiche. E’ nostro compito però vigilare che i suoi principi fondamentali non vengano in nessun modo traditi, ma semmai compiutamente attuati, perché la Costituzione è intoccabile. G. Raffo, M. Abbondandolo, C. Scacco, N. Patogiannis – III C NIENTE PAURA

25 Col sudore della fronte
Era un giorno come tanti alla scuola media Dalla Chiesa. La professoressa Riccio entrò in classe e ci comunicò una sua "folle" idea: partecipare a un laboratorio di scrittura creativa insieme a una tal signora di nome Fiorella. Questo progetto ci incuriosì. Nel primo incontro discutemmo tutti insieme la proposta di diventare “Collezionisti di parole e scrittori in erba". Il nostro motto sarebbe stato "La riflessione è la nostra forza". L’obiettivo sarebbe stato quello di trovare parole che suscitino emozioni con il loro suono e il loro significato. Con queste avremmo scritto tautogrammi, catene di parole, testi con modi di dire, parole-visive, nuvole e poi racconti di genere fantasy, fantascienza, giallo, assurdo. Tutto il nostro lavoro sarebbe finito in un LIBRO! Abbiamo impiegato molto tempo per cercare le 110 parole che qui trovate. Ognuno di noi ha proposto le sue parole evocative, ci siamo scambiati opinioni e critiche, ma ci siamo riusciti! Abbiamo giocato a disegnarne il significato e, su quelle che più ci emozionavano, abbiamo iniziato a costruire mini-testi, i tautogrammi. La fase più divertente è stata costruire le nuvole con l’applicazione In una fase successiva ognuno di noi ha scritto il testo che aveva scelto con le indicazioni emerse dal gruppo. Non è stato facile trovare idee, spesso ci tornavano alla mente libri letti o film che ci avevano appassionato. In seguito ci siamo confrontati e abbiamo mescolato le nostre idee per produrre un testo unico. Un lavoro impegnativo, ma molto entusiasmante. Abbiamo scoperto tante forme nuove di espressione, abbiamo migliorato il nostro modo di scrivere e arricchito il nostro lessico, abbiamo imparato ad amare la lettura che apre la mente. Ma ciò che ci ha più divertito è stato scambiarci le mail con la prof. e con Fiorella. Grazie a questo lavoro abbiamo imparato a stare insieme confrontandoci con rispetto: ora siamo più uniti, tutti amici come nei nostri racconti!!! Ora che il lavoro è terminato siamo impegnati a scrivere e riscrivere questa presentazione. Fiorella ci dice che la presentazione si scrive alla fine, ma questa fine non arriva mai, perché ogni giorni ci sono novità. L’ultima sono i video dei racconti e le fotografie. Vedersi mentre si leggono i racconti stupisce e fa riflettere, per esempio ci siamo accorti che non guardavamo la telecamera, ma i fogli da leggere. Beh, non siamo attori, ma ci siamo piaciuti e comunque è stato istruttivo! Invece bellissima è la recitazione delle parole sonore che l’attrice Francesca Giorgini ci ha regalato. C’erano tra le nostre centodieci parole, sei particolarmente adatte per essere pronunciate in modi diversi. Grazie Francesca, anche se non ti conosciamo di persona, ma la tua voce, sì! Caro lettore, non abbiamo la pretesa di essere novelli Manzoni, ma ti invitiamo a leggere il nostro libro perché è frutto del nostro lavoro ed è nato dal cuore. Dopo questa presentazione scritta ci aspetta un’altra esperienza: la presentazione in pubblico alla libreria Nuova Europa del centro commerciale I Granai. Le ragazze e i ragazzi della prima A

26 Amico del cuore Caro Martin, amico del cuore, io vivo alla giornata e tu alla grande vero? Sto ridendo sotto i baffi, anzi sto ridendo a crepa pelle, perché tu vuoi darmi da bere di essere un vitellone. Effettivamente tu sei un dongiovanni, sali sempre sul carro del vincitore e hai sempre un asso nella manica. Hai capito l’antifona!? Dovresti sentirti al settimo cielo e riposare sugli allori. Io invece mi rompo  la schiena tutti i santi giorni della settimana, ma la spesa vale l’impresa, e, alla fine, tocco il cielo con un dito, perché il mondo mi sorride e perché mi sembra di avere una marcia in più. Noi due ne abbiamo passate di tutti i colori, ma non ci diamo la zappa sui piedi, comunque, ci siamo salvati in corner. Ti aspetto a braccia aperte per parlare dei nostri sogni nel cassetto. Allora ciao e in bocca al lupo Il tuo amico Carlo. Gabriele C. Gabriele L. e Tommaso I A

27 Dormirò sugli allori? Caro Diario Oggi sono stanco morto perché ho lavorato come una bestia, ho bisogno di dormire tra due guanciali e starmene in panciolle. Ieri ne ho passate di tutti i colori e avevo una pessima cera perché la professoressa mi aveva fatto una lavata di testa. Insomma, per non farla lunga, non avevo capito un tubo dell’esercizio. Nel pomeriggio invece ero felice come una Pasqua perché ho incontrato una ragazza carina. Ho fatto gli occhi dolci e le ho chiesto di fare quattro chiacchiere e quattro passi. Mi sentivo nel paradiso terrestre! Poi ho incontrato quella ragazza che non posso soffrire e con gli occhi da pesce lesso, con cui avevo attaccato briga. Le ho risposto per le rime. Lei è partita in quarta, ma io non ho mosso un muscolo. Lorenzo e Sveva I A

28 Canta che ti passa «Ciao Giacomo, mi piacerebbe parlare a quattr’occhi, ti va?» «Si Alessia, sono tutto orecchie, dimmi tutto.» «In questo momento mi pare di essere su un binario morto e non so che pesci pigliare; il punto è che io batto la fiacca mentre tu sei un piè veloce!» «Dai non affogare in un bicchiere d'acqua e soprattutto non gettare la spugna, gioca al rialzo, passa la patata bollente, prendi due piccioni con una fava.» «È solo che a scuola vado nel pallone e prendo lucciole per lanterne quindi, quando mi interrogano, non capisco una parola e faccio scena muta.» «Calma e gesso, affila le armi.» «Quindi come devo fare per non essere l’ultima ruota del carro?» «Entra nel vivo del problema, così non farai più buchi nell'acqua e poi... canta che ti passa.» Eleonora e Emanuele S. I A

29 LA PASSIONE DI LORENZO CANZONERI
L’ intervista che ho svolto, riguarda il mio amico Lorenzo Canzonieri e la sua profonda passione per i robot. Tutto ebbe inizio quando aveva otto anni e, per un lavoro di scuola, dovette costruire un uomo di cartone. La cosa gli piacque così tanto che divenne la sua passione; ciò lo spinse a costruire molti altri robot. Il suo preferito era ed è Lank, un robot con la faccia di carta pesta, una scatola per corpo, dei pennarelli come braccia e dei tubetti di colla come gambe. La passione di Lorenzo colpì molto i suoi genitori che, contenti per l’ impegno e per i risultati, cominciarono a portarsi al lavoro dei robot costruiti appositamente per loro. L’ unico “pericolo” era la sorella più piccola che, ogni volta che toccava un robot di Lorenzo lo rompeva. Ma lui non si scoraggiava e continuava ad aggiustare e costruire nuovi robot, regalandoli oppure usandoli per le faccende di casa. Strano ma vero! Infatti ne ha portato un modello a scuola che usa ancora per lavare i piatti. Per concludere, Lorenzo vorrebbe continuare a costruire robot per farli conoscere a tutti e per metterli al servizio delle persone. La sua passione oltre ad essere bellissima ha anche scopi promettenti e ammirevoli. Lorenzo Canzoneri I E

30 «La mia scuola»

31 La mia scuola non è molto bella, non è molto fornita (di computer d’avanguardia o altro materiale didattico) e non è nuova. A vederla non sembrerebbe accogliente, ma penso che, quando ne parlerò, cambierete idea. Sicuramente ci farebbe comodo migliorarla un po’ nell’aspetto esteriore, ma non è la cosa più importante per una scuola. Se il nostro istituto funziona, il merito è solo dei professori e dei collaboratori. In particolare i collaboratori della mia sede sono molto gentili e disponibili, addirittura hanno una scorta di merendine per noi poveri studenti affamati. I nostri professori sono speciali, dal punto di vista didattico: sono molto competenti e si fanno in quattro pur di aiutarci a comprendere gli argomenti trattati e per farci prendere voti sufficienti. Inoltre si preoccupano molto per noi ragazzi e cercano sempre di aiutarci nei problemi scolastici, ma anche in quelli personali.

32 A volte può dare fastidio perché sembra che non si facciano gli affari loro, ma bisogna pensare che così svolgono più del loro dovere solo per noi. Nella maggior parte delle scuole, quando un alunno prende un brutto voto il professore non si preoccupa più di tanto, ma da noi non è così gli insegnanti cercano sempre la causa di medie basse o periodi di distrazione. Ciò che mi piace di più della mia scuola è che ci sono poche classi, quindi il clima è più tranquillo; visto che siamo pochi in linea di massima non ci sono problemi relazionali e non ci sono episodi di bullismo. In particolare nella mia classe ogni tanto c’è qualche litigata, ma in fondo siamo ragazzi che affrontano un’età particolare e non credo che la situazione nelle altre classi sia diversa dalla nostra. La situazione di cui parlo è l’assenza di un unico gruppo unito invece di tanti gruppi separati che convivono nella stessa aula, ma del resto passiamo la maggior parte della giornata insieme, ed è così da tre anni, quindi considero i miei compagni come la mia seconda famiglia Un altro aspetto bello dell’istituto è che si organizzano molte attività che rompono la monotonia delle giornate scolastiche.

33 Ci sono molte qualità ottime nella scuola, ma credo che ci sia un’unica soluzione per affrontarla con serenità: STUDIARE, STUDIARE E STUDIARE Senza un grande impegno da parte nostra è impossibile riuscire a vivere bene il ruolo di studente Certo, noi ragazzi non riusciamo ad apprezzare fino in fondo l’opportunità di imparare che abbiamo, perché pensiamo solo che ci dobbiamo svegliare presto la mattina, che invece di studiare potremmo fare ciò che ci piace di più e che quello che studiamo non ci servirà nella vita (anche se non è vero). Inoltre a scuola non si imparano solo la matematica o l’italiano ma i docenti ci insegnano a crescere e ad affrontare gli ostacoli che la vita presenta. Secondo me la scuola migliore per tutto questo è la mia. Siamo fortunati e non ce lo dobbiamo dimenticare. Alessandra Borrelli III D

34 Cronaca di Carlotta Alcuni giorni fa i bambini della quinta B della scuola elementare D'Antona Biagi si sono recati alla scuola media Carlo Alberto dalla Chiesa, plesso succursale, per fare un progetto di continuità. Questo progetto consisterebbe nel far incontrare bambini di quarta elementare e terzo anno di materna o bambini di quinta elementare e seconda media. I bambini più grandi (di elementari o medie che siano) non sono all'ultimo anno per cui quando i bambini che hanno incontrato passano alla scuola li possono ancora aiutare. Comunque, appena arrivata, la classe entra nel teatro dove viene accolta dal professore di italiano. Disseminati per il teatro ci sono dei cerchi di sedie disposti a coppie: uno dentro e uno fuori. In quello dentro si è messa la quinta e in quello fuori la seconda media. La quinta faceva delle domande e la seconda media rispondeva. Poi alcuni bambini sono andati con i ragazzi nell'aula di artistica e alcuni nell'aula di musica. Dopo un po' sono tornati con dei cartelloni che avevano creato con i ragazzi di seconda e che spiegavano che cos'è il cooperative learning: è un metodo di studio in cui si lavora in gruppo. Serve per socializzare. Il secondo lavoro si è svolto con i ragazzi di prima media e riguardava la tassellazione, cioè riempire uno spazio con figure geometriche. Con questo metodo hanno fatto delle tovagliette per una mostra. Questo lavoro lo hanno fatto con la prof. di matematica. Il secondo giorno hanno lavorato le prime medie e la prof. di arte. I giovani si sono fatti domande a vicenda e poi hanno cercato di indovinare, su dei cartelloni su cui ognuno aveva disegnato qualcosa che li rappresentava, chi avesse disegnato cosa. Cosi si è concluso il progetto. Carlotta Gozzi V B – plesso D’Antona Biagi

35 Cronaca di Giulio Ci stiamo dirigendo verso la scuola Carlo Alberto dalla Chiesa. Durante il tragitto abbiamo visto alberi alti e persone che ci salutavano e ci chiedevano dove stavamo andando. Arrivati alla scuola, ci ha accolto il professore Fabbri che ci ha portato in teatro. Con noi c’era anche la maestra Mariangela. Ci hanno fatto mettere seduti in cerchio su delle sedie e abbiamo fatto delle domande agli alunni della scuola media sul cooperative learning. Eravamo tutti emozionati nel conoscere nuovi bambini. I bambini ci hanno risposto in modo preciso dicendoci che il cooperative learning è stato inventato da alcuni studiosi: è un metodo di studio che si svolge in gruppi da quattro o da cinque e che ogni gruppo svolge il suo compito, qualcuno controlla il tempo, qualcun altro controlla il tono di voce, qualcun altro scrive. Dopo aver ascoltato con attenzione siamo andati nell’aula di musica e abbiamo fatto una esperienza di cooperative learning anche noi. Abbiamo fatto dei cartelloni di sintesi sul cooperative learning con degli alunni della scuola. Dopo abbiamo letto i cartelloni e siamo andati a fare la “tassellazione”. La “tassellazione” è un foglio che si può riempire con delle figure che dopo diventeranno delle tovagliette. Qualche giorno dopo abbiamo continuato con il progetto di continuità con la scuola media. Ci siamo messi sempre in cerchio ma abbiamo fatto domande diverse ai diversi bambini che in breve tempo ci si presentavano. Abbiamo fatto loro domande di carattere personale sulla loro vita e sui loro interessi. Infine, dopo, ci hanno diviso in gruppi e ogni gruppo doveva indovinare il disegno di un alunno della scuola media ricordandosi di quanto aveva ascoltato prima. Ogni gruppo aveva un tutor. In quel caso il mio gruppo ha vinto e ci hanno regalato delle tovagliette fatte con il lavoro della “costellazione”. Infine siamo tornati alla nostra scuola con tante informazioni sugli alunni della scuola media Carlo Alberto Dalla Chiesa. Giorgio Morassut V B plesso D’Antona Biagi

36 GUERRA E PACE Il romanzo è ambientato durante
la resistenza della Russia contro l’invasione napoleonica. Su questo sfondo si svolgono le vicende di Innumerevoli personaggi, famiglie aristocratiche, contadini, soldati.

37 I PALAZZI Alcune scene del film sono state girate nella Palazzina di Caccia di Stupinigi a Torino. L’edificio è una struttura in stile barocco, e per i suoi interni molto raffinati e ricchi di decorazioni, con lampadari in cristallo, si prestava alla ambientazione del film e in particolar modo è stata utilizzata per le scene del ballo.

38 I BALLI I balli di società erano molto frequentati in quel periodo e rappresentavano non soltanto un motivo di svago per la nobiltà, ma anche un’occasione per fare delle conoscenze importanti. Infatti spesso venivano invitati a partecipare personaggi illustri, che diventavano l’attrattiva della serata. Per le ragazze nubili infatti, era un modo per conoscere un futuro marito.

39 I NOBILI i nobili durante il ballo vestivano in modo elegante e vistoso. Le dame indossavano abiti scintillanti e molto lunghi. Per educazione, inoltre, portavano guanti che arrivavano fin sopra il gomito. La moda del periodo riprendeva lo stile imperiale, gli abiti avevano grandi scollature e maniche a palloncino. I capelli erano sempre raccolti seguendo uno stile ne- classico ed erano ornati da diademi.

40 LA CACCIA In quel periodo i nobili praticavano molto spesso la caccia, portando con loro anche le damigelle. Infatti è proprio in una scena di caccia che Natasha incontrerà il principe Andrey.

41 LA GUERRA La guerra, come ogni guerra, è violenta, piena di sangue, di vite che si spengono e di terrore. Nonostante il dolore che essa provoca, la vita non si ferma per nessuno, e tutti cercano di andare avanti e superare questi momenti come meglio possono. Tolstoj condanna fermamente ogni guerra di cui denuncia l'inutile crudeltà, e la comune distruzione della natura, degli esseri viventi e dei loro affetti più sacri.

42 NATASCIA ROSTOVA Vivace, curiosa, espansiva, a volte ingenua, non nasconde i propri pensieri e i propri sentimenti. Il suo personaggio serve a ''sdrammatizzare''la tragicità di alcuni avvenimenti, come la guerra, ma la sua “leggerezza” a volte la porta ad essere superficiale, a non capire fino in fondo le persone.

43 ANDREA BOLKONSKIJ Il principe Bolkonskij è stato educato secondo i princìpi e i valori tradizionali: il senso dell'onore, la fierezza di essere nobile, il coraggio in battaglia. Vive per il senso del dovere e non riesce a dimostrare i propri sentimenti ma di questo se ne renderà conto sul letto di morte riconoscendo il ruolo fondamentale della spontaneità e dell'amore incarnati in Natascia.

44 HELENA Helena Kuragin, sorella di Anatoli, usa la sua bellezza e la sua posizione sociale come un'arma per raggiungere i suoi scopi: il successo, il divertimento, il guadagno, senza pensare al male che può procurare agli altri.

45 ANATOLI KURAGIN Come Helena, pensa a divertirsi, a corteggiare per poi lasciare, e a godersi la vita in modo sbagliato. Rappresenta il lato peggiore dell'anima umana, il mondo della tentazione e del peccato

46 PIERRE BEZUKOV Figlio illegittimo del conte Bezukov, non ha il diritto di entrare nell'esercito e cerca di essere e di sentirsi alla pari degli altri. Alla morte del padre viene da lui finalmente riconosciuto come erede legittimo, riceve il titolo e tutta l'eredità Per la sua difficile storia personale, è alla ricerca di un codice di comportamento che superi gli stereotipi della vecchia società zarista, rivalutando i valori popolari.

47 KUTUZOV Michail Kutuzov e il generale dell'esercito russo. Nonostante il suo esercito fosse inferiore per tutto e in tutto alla Grande Armata, è riuscito a elaborare una tattica vincente, rivelandosi più furbo di Napoleone, facendo cadere lui e il suo esercito nel terribile inverno russo. Kutuzov rappresenta la furbizia, per quanto riguarda la tattica militare contro Napoleone, e la religiosità del popolo russo. Dà voce ai sentimenti e alle convinzioni del popolo russo con il quale si identifica

48 NAPOLEONE Il generale francese Napoleone Bonaparte è molto ambizioso, sempre alla ricerca di gloria e fama, oltre ad essere ovviamente un grande stratega e ad avere delle ottime potenzialità militari. Napoleone è il contario del generale russo Kutuzov. Ha una mentalità totalmente differente dalla sua e ha ideali diversi. Rappresenta la ricerca continua della fama e della gloria

49 C0N LA COLLABORAZIONE DI…
GIULIA & FEDERICA III C

50 IL PASSATO IN SCENA PER IL FUTURO
“Il diario di Anna Frank”: lezione di Storia a teatro per le classi terze della scuola media IL PASSATO IN SCENA PER IL FUTURO

51 In occasione del Giorno della Memoria abbiamo assistito allo spettacolo teatrale “Il Diario di Anna Frank”, liberamente tratto dall’omonimo libro, presso il teatro “San Carlo Lwanga”, in via Adolfo Ravà 31. Nella presentazione iniziale uno degli attori ha fornito informazioni sulla vita di Anna e sul suo diario, accennando anche alla perdita di alcune pagine scritte nel 1943 e all’eliminazione, ad opera del padre, sia di parti contenenti giudizi e critiche su persone ancora in vita, sia di passi ritenuti troppo “spinti” per quei tempi. L’opera, così “ripulita”, fu pubblicata nel 1947, mentre la versione integrale nel 1986, da una giornalista, in seguito alla morte del signor Frank. La scena si apre con il ritorno ad Amsterdam, dopo la fine della guerra, dell’unico superstite della famiglia. Distrutto dal dolore per la morte della moglie e di entrambe le figlie nei campi di concentramento, Otto Frank si reca per l’ultima volta nel nascondiglio segreto e riceve il diario di Anna, miracolosamente sfuggito all’ufficiale tedesco il giorno della cattura, dalle mani delle persone che li avevano aiutati, rischiando la vita. Testimone di un’epoca drammatica, Anna Frank, giovane ebrea olandese, raccolse in un diario le esperienze, le sensazioni, i timori, i pensieri di due anni passati a sfuggire, assieme alla sua famiglia, alle persecuzioni naziste durante la Seconda guerra mondiale. Dal luglio 1942 fino all’arresto, nell’agosto 1944, i piccoli episodi della vita quotidiana si alternano alle riflessioni di un’adolescente costretta a vivere nella paura, chiusa tra le mura di quella “casa sul retro”,oggi meta di un pellegrinaggio da tutto il mondo. Molto opportunamente il regista,

52 Roberto Bencivenga, ha inserito la letture di alcuni passi significativi del diario, da parte di una voce “fuori campo”, per sottolineare quanto rappresentato sulla scena e legare le varie parti, senza mai perdere di vista il tipo di testo da cui è stato tratto il copione. La scenografia, che resta sostanzialmente immutata nel corso dell’intero spettacolo, è volutamente priva di un ricco e sofisticato arredamento, per rispecchiare le pessime condizioni di vita. A sinistra è collocata la stanza di Anna e del dott. Dussel, con due letti e un comodino; a destra si trova, invece, la camera di Peter; tra le due un salotto, nel cui centro è posto un tavolo circondato da alcune sedie. In fondo si intravedono delle mensole, una piccola cucina , la stanza dei signori Van Daan e il bagno. Gli ambienti visibili agli spettatori sono illuminati da lampadine. Riguardo ai “suoni”, quelli delle sirene della polizia collaborazionista (camicie verdi) e delle incursioni aeree lasciano impietriti i personaggi e lo stesso pubblico. L’abbigliamento è tipico dell’epoca: i Frank vestono con abiti comuni e modesti; la signora Van Daan si presenta ben curata, con una pelliccia di valore; il signor Dussel indossa, il giorno del suo arrivo al nascondiglio, una camicia, una cravatta, una giacca e pantaloni marroni. Il mondo di Anna suscita tuttora l’interesse di noi ragazzi: le scene relative al rapporto con Peter e quelle legate ai conflitti con la madre ci hanno coinvolto particolarmente, perché vicine alla nostra esperienza di adolescenti. Il pubblico, infatti, ha preso parte allo spettacolo applaudendo e mostrando il proprio interesse verso le scene “più calde”. Le tematiche affrontate sono attuali: purtroppo assistiamo anche oggi a manifestazioni di antisemitismo, come dimostrano i recenti fatti accaduti in Francia, con la strage nel supermercato Kasher di Parigi, subito dopo l’attacco terroristico alla sede del giornale satirico “Charlie Hebdo”.

53 La storia di Anna Frank dovrebbe essere un monito a considerare tutti gli uomini dotati di pari dignità, senza distinzioni di razza, sesso e religione. Molti, tuttavia, non sembrano affatto colpiti dalla sua testimonianza, né da quelle dei pochi sopravvissuti e dalle immagini scioccanti dei campi di sterminio, che mostrano esseri umani simili a scheletri, privati persino della loro identità, ridotti a numeri: i negazionisti ritengono la Shoàh “Frutto di fantasie”! Riguardo alle interpretazioni dei personaggi, tutti gli attori sono stati particolarmente espressivi e si sono ben immedesimati nella parte, se si esclude la ragazza che ricopriva il ruolo di Margot (la sorella di Anna): a nostro giudizio avrebbe potuto recitare in modo più sicuro ed emozionante. Vanno rilevati le strette dimensioni del palco e gli spostamenti “a vista” degli arredi di scena, compiuti dagli attori. Ci sentiamo comunque di consigliare la visione di questo spettacolo, ricco di insegnamenti, non solo di carattere Storico, ma anche morale. Ci ha appassionato il modo in cui i personaggi sono riusciti a coinvolgerci e a catturare la nostra attenzione, cosa che difficilmente accade. Emoziona ancora oggi la storia di Anna, vittima di ingiustizie, i cui sogni nel cassetto non si sono mai potuti realizzare. Nonostante ogni tipo di sofferenza, tuttavia, è riuscita, con la sua forza, la sua volontà, la sua voglia di vivere, a sopportare tutto, senza mai perdere la speranza, come lei stessa ci dice sabato 15 luglio 1944:

54 “Vedo che il mondo lentamente si trasforma in un deserto, sento sempre più forte il rombo che si avvicina, che ucciderà anche noi, sono partecipe al dolore di milioni di persone, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto tornerà a volgersi al bene, che anche questa durezza spietata finirà, e che nel mondo torneranno tranquillità e pace. Nel frattempo devo conservare alti i miei ideali, che forse nei tempi a venire si potranno ancora realizzare!” Il diario di Anna fa riflettere e induce noi giovani a vigilare sul presente, affinché non si ripetano mai più, in futuro, gli atroci crimini commessi nel passato. Le sue parole, scritte pochi giorni prima della cattura, ci chiedono di mantenere sempre, nel mondo, quella “tranquillità e pace” in cui lei credeva, “conservando alti” i nostri ideali, anche nei momenti più difficili della vita, senza mai perdere la speranza di realizzarli, sull’esempio di Anna. Claudia Berardi, Alice Loretelli, Marianna Vitello (III A)

55 Visita a Castel Sant’Angelo
Martedì 10 febbraio la nostra classe 1B della scuola media “Dalla Chiesa” è andata in gita a Castel Sant'Angelo. Alle 9.00 siamo partiti e dopo mezz'ora siamo arrivati a destinazione dove la guida Pamela ci ha accolto. Il tono della voce di Pamela era dolce e ciò rendeva l'atmosfera più interessante. Subito dopo aver fatto merenda ci siamo diretti verso l'ingresso del castello e non abbiamo potuto fare a meno di notare la folla di turisti di tante nazioni straniere e una moltitudine di venditori ambulanti. Castel Sant'Angelo ha una storia molto antica ed è stato fatto costruire dall'imperatore Adriano nel II secolo d.c. Dovete sapere che Castel Sant'Angelo negli anni ha cambiato continuamente la sua funzione: nel 123 è stato il mausoleo di Adriano, che volle che fosse facilmente raggiungibile e perciò ci fece costruire davanti il ponte Elio. Alcuni anni dopo, è stato sfruttato come fortezza da Aureliano per difendersi dalle popolazioni germaniche. Dopo la morte di Aureliano, i barbari guidati da Totila lo trasformarono in castello. Dal 1200 al 1700 è stato usato per contenere i tesori pontefici e anche come prigione. Infine nel 1890 diventò un museo.

56 Sinceramente ci aspettavamo di vedere solo qualche rovina del monumento, visto che è stato costruito molto tempo fa, invece era tutto ben conservato e meraviglioso. Tutte le pareti degli ambienti interni, sono costruite con blocchi in cui ci sono dei buchi che sono stati usati per attaccare marmi pregiati, usati per le decorazioni. Per attaccarli, li incastravano con perni di metallo che poi erano staccati ed usati per costruire armi. Per arrivare alla Sala delle Urne c'è una rampa elicoidale in cui c'era un antico ascensore: era una cabina ancorata a delle tracce lungo il muro, che partiva da una porticina all'ingresso ed arrivava fino agli appartamenti papali. Questa è stata l'invenzione che ci ha colpito di più. Alla fine della rampa si arriva in un ambiente in cui erano conservate le urne di Adriano e dei suoi familiari. In seguito, questa sala è diventata una prigione.

57 Nel primo cortile, chiamato anche cortile dell'Angelo, c'è una facciata di una piccola chiesa e una statua di un angelo costruita con marmo e ferro .  Sulle pareti di questo cortile ci sono delle targhe con la scrittura “munizioni” perché davanti ad esse si mettevano armi e munizioni da utilizzare in caso di attacco del castello. Nelle stanze papali, i papi lasciavano la loro firma: ad esempio su porte e camini. Le pareti delle stanze sono decorate con figure femminili, personaggi fantastici, strutture architettoniche, animali e divinità. Questi affreschi si chiamano “pitture grottesche” e avevano l ‘unico scopo di decorare. Nel cortile del teatro i papi organizzavano spettacoli. Nel 1527 il papa Clemente VII, a causa dell'invasione dei Lanzichenecchi, attraverso” il passetto “, andò a rifugiarsi a Castel Sant'Angelo proprio nel cortile del teatro dove si trovavano un pozzo e dei silos. Nella sala di rappresentanza si conservano affreschi di San Paolo e Alessandro Magno che rappresentano due poteri: temporale e spirituale. Si trovano anche dipinti che creano illusioni ottiche usate per sorprendere i visitatori. La stanza del tesoro è la più piccola ed è irraggiungibile ; in essa il papa Adriano fece conservare le sue ceneri. Nel 590 il papa fece una processione per pregare il Signore di liberare le città da un’ epidemia di peste che affliggeva la popolazione e guardando Castel Sant'Angelo ebbe una visione di un angelo che metteva la spada nel fodero (ciò significava che l’ epidemia era finita). Una volta passata la peste fece costruire una statua rappresentante la sua visione.

58 Questa statua imponente e meravigliosa domina in cima al monumento su una terrazza dove si può ammirare una vista straordinaria di Roma. La gita ci è piaciuta molto perché abbiamo imparato nuove cose e scoperto uno dei monumenti “simbolo” di Roma. E' stata una visita piena di emozioni che ci ha fatto rendere conto di quanto diverso fosse nei secoli passati il rispetto della vita umana. Ripensandoci ora, possiamo dire che è stata una esperienza "magica", quasi come tornare indietro nel tempo in cui il castello era forse animato da guardie, giocolieri e teatranti. di Matilde Angeletti , Giulia Mele, Marta Cudia , Giulia Muzzi – I B

59 «Numeri … in mostra» Il 24 febbraio, la nostra classe ha visitato la mostra dei numeri al palazzo delle esposizioni. Lì abbiamo conosciuto la nostra guida, Elisa, un’astrofisica molto simpatica e competente. Ha iniziato spiegandoci la serie di Fibonacci, così chiamata perché inventata dal matematico italiano Leonardo Pisano, detto Fibonacci. Questa serie è molto interessante e si ottiene partendo da 1 e sommando le ultime due cifre della serie per ottenere quella successiva. La guida ci ha illustrato anche il numero aureo, un numero illimitato che si ottiene dividendo un numero della serie di Fibonacci per quello precedente. In seguito ci ha spiegato il teorema di Pitagora utilizzando un modellino, teorema secondo il quale, in un triangolo rettangolo, l’area del quadrato avente per lato l’ipotenusa (cioè il lato del triangolo opposto all’angolo retto) è la somma delle aree dei quadrati aventi per lato i 2 cateti. Successivamente abbiamo osservato una carta geografica che raffigurava il «viaggio» del numero 0, dall’estremo Oriente fino in Italia, dove arrivò nel 1202 grazie a Fibonacci. Elisa ci ha spiegato che questo numero era stato inventato in India 600 anni prima.

60 Con Elisa poi abbiamo visto Enigma, una macchina che i tedeschi utilizzavano nella seconda guerra mondiale per comunicare in codice. La macchina è costituita da due tastiere, una con cui si scriveva e l’altra che diceva la lettera in codice corrispondente a quella scritta. Dopo abbiamo svolto un’attività di laboratorio che ci ha fatto scoprire alcune particolari caratteristiche della serie di Fibonacci: Il massimo divisore comune a due numeri consecutivi della serie è sempre 1; Man mano che si va avanti nella serie il risultato della divisione fra un numero della serie e il suo precedente si avvicina sempre di più al numero aureo; Il risultato della sottrazione fra il quadrato di un numero della serie e il prodotto del suo precedente e il suo successore è sempre 1 o -1.

61 Dopo il laboratorio la guida ci ha salutato ed abbiamo continuato la visita della mostra con la nostre insegnanti. Abbiamo visto l’evoluzione della macchina calcolatrice nel corso del tempo e abbiamo scoperto che all’inizio le calcolatrici potevano fare solo le operazioni più semplici, poi si sono sviluppate sempre più, rendendo possibile risolvere tutte le operazioni, anche quelle particolarmente complesse. Al termine della visita abbiamo scoperto i bastoni di Nepero (ideati dallo scozzese John Napier, anche detti virgulae numeratrices) ed i regoli di Geneille. I bastoni di Nepero sono degli strumenti di calcolo basati sulla moltiplicazione araba o «a gelosia». Su un bastone sono incisi i primi multipli di un numero, con le unità divise dalle decine da una barra. Accostando i bastoni corrispondenti a formare un certo numero (esempio: 2,4,6=246) e sommando le cifre non separate dalla barra nelle diverse righe si può ottenere facilmente il risultato della moltiplicazione del numero per un intero compreso tra 2 e 9 (nella foto, i bastoni di Nepero che abbiamo costruito a scuola). I regoli di Genaille, inventati dall’ingegnere civile Henri Genaille, possono essere considerati una variante dei bastoni di Nepero, ma a differenza di questi ultimi eseguono moltiplicazioni senza necessità di operazioni intermedie; infatti il risultato della moltiplicazione può essere letto direttamente, seguendo delle frecce. Senni, Bellomaria, Marinucci, Sabatini Bastoni Di Nepero realizzati da Buonamico, Quadarella, Gjerde, Castagnino, Galli, Mazzarini - 1^ B

62 Ginnastica ritmica La ginnastica ritmica è una disciplina della ginnastica e uno sport olimpico femminile, di squadra, individuale o a coppie. Le ginnaste individuali devono eseguire quattro esercizi con attrezzi differenti tra cerchio, palla, clavette, nastro e fune. Per le squadre invece gli esercizi sono due, più lunghi; nella prima delle due prove le ginnaste hanno tutte lo stesso attrezzo, mentre nella seconda vengono usati due tipi di attrezzi. Come per le individualiste, anche per le squadre le rotazioni degli attrezzi sono stabilite dalla FIG (Federazione Internazionale Ginnastica).

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64 La competizione avviene per valutazione di due o più esecuzioni che avvengono in sequenza. Una giuria assegna un punteggio a ciascuna esecuzione, a partire dal quale viene stilata la classifica finale. Viene considerata penalizzante anche l'errata successione delle difficoltà, cioè la loro esecuzione in un ordine diverso da quello dichiarato o se la stessa difficoltà viene ripetuta due volte.

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66 Molto spesso la ginnastica ritmica viene confusa con la ginnastica artistica, anch’essa disciplina olimpica. Quest’ultima è considerata mista perché praticata sia da maschi che da femmine, la ritmica invece è praticata solo dalle ragazze. La differenza principale è che nella ginnastica artistica le atlete svolgono esercizi agli attrezzi (parallele asimmetriche, sbarra, ecc) e sulla pedana a corpo libero mentre nella ritmica le atlete eseguono solo esercizi a corpo libero con gli attrezzi (palla, nastro, fune, clavette e cerchio). G. Tallo Pasquazi – III C

67 MISSIONE SU MARTE Oggi, 30 gennaio 2015 la classe 1° E ha partecipato ad un progetto riguardante i robot che possono atterrare su Marte. Inizialmente la classe è stata invitata a vedere alcuni filmati, in uno di essi si vedeva un dipendente dell‘IBM che attraverso una canzoncina in inglese spiegava l'utilità delle Scienze. In un altro video invece si spiegava come sono state effettuate le vere spedizioni su Marte del 2004 e del 2010 mettendo in evidenza l’evoluzione della tecnologia adottata nell'atterraggio. Successivamente siamo stati suddivisi in due squadre contenenti ognuna tre sottogruppi. L'obiettivo di un gruppo era di costruire un robottino in scala rispetto a quello vera, che è grande circa come una Fiat 500. Un altro gruppo doveva invece riprodurre con giornali e scotch-carta un territorio marziano dove il robot sarebbe dovuto atterrare raggiungendo una pallina senza urtare gli ostacoli. L'ultimo gruppo invece doveva programmare ii software affinché il robot svolgesse il percorso stabilito giacché dalla Terra a Marte ci vogliono ben 28 minuti per ricevere un segnale di comando. Nel caso in cui la missione fosse fallita c'era la possibilità di riprogrammare il software dalla Terra. Nella realtà però queste simulazioni vengono svolte tutte a terra perché ii costo è molto elevato, infatti il solo lancio costa più di 3 miliardi di euro. Mentre le operazioni di simulazione e collaudo hanno richiesto molta attenzione e ripetuti calcoli, nella rappresentazione in scala del territorio marziano programmare il software poteva sembrare estremamente complicato, invece realizzarlo è stato più facile e piacevole del previsto. Anche per chi conosceva già “Lego Maestorm" l’attività è risultata piacevole e sorprendente. In conclusione non potevamo che ringraziare i volontari dell’IBM con i quali siamo stati colleghi per un giorno. La classe I E  

68 INTRODUCCION Había una vez una sonda llamada Rosetta, que fue lanzada por ESA el 2/03/2004 hasta el cometa 67P-CHURYUMOV GERASIMENKO. Su taera fue estudiar y conocer los cometas. Su nombre viene de la pietra Rosetta, gracia a la cual las personas decifraron los geroglificos egiptos, y por eso la sonda fue llamanda asì porque tiene la misma taera de la pietra: conocer los cometas. Con Rosetta viajò tambièn un pequeno amigo: Philae, una sonda pequena que tenìa que aterrar sobre el cometa para coger informaciones que despues enviara a los scientificos de ESA.   

69 CUENTO Habìa un cometa llamado 67P-CHURYUMOV GERASIMENKO que viajò por 10 anos. El viaje hacido por la sonda Rosetta fue largo y asì entrò en un sueno profundo que durò 2 anos, 7 meses y 12 dìas. Pero el 20 de enero de 2014, con la ayuda de todos en la Tierra, gritando: “Despierta Rosetta!”, ella abriò sus ojos…y todos en casa supieron que estaba bien. Hubo una gran celebracion y el equipo de Rosetta comenzo rapidamente a trabajar. Chequeando su salud, despues de la gran inactividad, todavia tenia que terminar un largo viaje hasta alcanzar el cometa. Pero Rosetta tenìa mucho que hacer y no tenìa tempo que perder, todos los experimentos a burdo tenìan que ser despiertos! Incluyendo al modulo de aterrizaje: Philae. Cuando llegan al cometa, van a averiguar todos sobre el polvo y sobre el gas alrededor y los scientificos van a juntar las piezas como un rompecabezas para saber còmo funcionan los cometas. Hace poco, Rosetta fue capaz de ver el cometa a la distancia se acercaba màs y màs…pero todavìa quedaban muchos desafios por delante.

70 El camino hacia el cometa fue complicado y Rosetta tuvo que hacer dificiles maniobras. De lo contrario se hubiese pasado! Un paso en falso y podrìa no logorarlo! Hubo 10 maniobras que completar. Pero Rosetta tenìa determinacion a medida que las completaba una a una el cometa se acercaba màs y màs. Fue la vista màs maravillosa que Rosetta habìa visto! Ahora solo quedaba un pequeno trecho, pero sabìa que una vez que llagara no iba haber tiempo para descansar ella y Philae tenìa el trabajo màs importante de toda su vida al frente de ellos. Una vez que Rosetta y Philae se ecercaban al cometa, hacia la distancia ideal, Rosetta no sabìa en que lugar Philae tenìa que aterrizar y asì “llamò” laTierra para pedirle ayuda. Terminada la “llamada” con la Tierra, Philae empezò a prepararse las cosas màs importantes para partir. Cuando llegò el momento para aposarse sobre el cometa, Rosetta lanzò su pequeno amigo. Desafortunadamente Philae aterrizò sobre una parte oscura del cometa, aquella que no està vista del Sol. Romina Zoldan 3C


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