La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

1 A cura di Adriana De Francisci 2 FONTI NORMATIVE: Legge 28 marzo 2003, n. 53 C.M. 29 agosto 2003, n. 69 Decreto Legislativo 19 Febbraio 2004 Indicazioni.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "1 A cura di Adriana De Francisci 2 FONTI NORMATIVE: Legge 28 marzo 2003, n. 53 C.M. 29 agosto 2003, n. 69 Decreto Legislativo 19 Febbraio 2004 Indicazioni."— Transcript della presentazione:

1

2 1 A cura di Adriana De Francisci

3 2 FONTI NORMATIVE: Legge 28 marzo 2003, n. 53 C.M. 29 agosto 2003, n. 69 Decreto Legislativo 19 Febbraio 2004 Indicazioni Nazionali per i piani di studio personalizzati Raccomandazioni Profilo educativo culturale e professionale dello studente alla fine del Primo Ciclo di istruzione Circolare 5 marzo 2004,n.29

4 3

5 4 ANTICIPO ORARIO DELLE ATTIVITA EDUCATIVE CONNOTATI ESSENZIALI DEL SERVIZIO EDUCATIVO OBIETTIVI GENERALI DEL PROCESSO EDUCATIVO PIANO PERSONALIZZATO DELLE ATTIVITA EDUCATIVE DOCENTE TUTOR PORTFOLIO DELLE COMPETENZE INDIVIDUALI

6 5 ANTICIPO Articolo 2 - Accesso alla scuola dellinfanzia Alla scuola dellinfanzia possono essere iscritti le bambine e i bambini che compiono i tre anni di età entro il 30 aprile dellanno scolastico di riferimento.

7 6 Come organizzare gli under 3 e gli under 6 nelle sezioni e nei gruppi classe? Quale motivazione può indurre a lasciare tutti insieme 25 bambini di cinque anni e mezzo o a desiderare di creare una sezione per quelli di due anni e mezzo? Probabilmente perché si pensa sia più facile gestire luniformità che la variabilità, la molteplicità. Ma con unorganizzazione come quella prospettata non si cambia nulla: semplicemente si crea una sezione di asilo nido alla scuola dellinfanzia e una di scuola dellinfanzia nella primaria.Cominciando così, non si potrà che avere, nel tempo, alunni formalmente iscritti ad un certo gruppo classe, ma, di fatto, frequentanti quello precedente. Distribuire gli under 3 o gli under 6 nelle sezioni o nelle classi dei più grandi, per tempi che andranno via via ad ampliarsi, permette invece di avvalersi di quella preziosa risorsa che è lesempio del compagno maggiore. (Bertagna)

8 7 ORARIO DELLE ATTIVITA EDUCATIVE Articolo 3 - Attività educative Lorario annuale delle attività educative per la scuola dellinfanzia, comprensivo della quota riservata alle Regioni, alle istituzioni scolastiche autonome e allinsegnamento della religione cattolica, si diversifica da un minimo di 875 ad un massimo di 1700 ore, a seconda dei progetti educativi delle singole scuole dellinfanzia, tenuto conto delle richieste delle famiglie. NORME PREVIGENTIRIFORMA MIN.25 MAX.5048/49

9 8 CONNOTATI ESSENZIALI DEL SERVIZIO EDUCATIVO La relazione personale significativa tra pari e con gli adulti, nei più vari contesti di esperienza, come condizione per pensare, fare ed agire; La valorizzazione del gioco in tutte le sue forme ed espressioni; Il rilievo alle esperienze dirette di contatto con la natura, le cose, i materiali, lambiente sociale e la cultura per orientare e guidare la naturale curiosità in percorsi via via più ordinati ed organizzati di esplorazione e ricerca.

10 9 OBIETTIVI GENERALI DEL PROCESSO EDUCATIVO Identità personale: - acquisire sicurezza,stima di sé, fiducia nelle proprie capacità - esprimere e controllare emozioni e sentimenti e rendersi sensibili a quelli degli altri - riconoscere ed apprezzare lidentità personale e altrui. Autonomia: - essere in grado di orientarsi in maniera personale nel proprio ambiente naturale e sociale di vita - rendersi disponibili allinterazione costruttiva con il diverso - aprirsi allinteriorizzazione dei valori della libertà, della cura di sé, degli altri e dellambiente, della solidarietà, della giustizia. Sviluppo delle competenze: - consolidare capacità sensoriali, percettive, motorie, sociali, linguistiche, intellettive - Comprendere, interpretare, rielaborare e comunicare conoscenze ed abilità relative a specifici campi di esperienza

11 10 PIANO PERSONALIZZATO DELLE ATTIVITA EDUCATIVE E linsieme delle Unità di apprendimento effettivamente realizzate,con le eventuali differenziazioni che si fossero rese necessarie nel tempo per singoli alunni. UNITA DI APPRENDIMENTO Sono linsieme di uno o più obiettivi formativi, della progettazione delle attività, dei metodi e delle soluzioni organizzative necessarie per trasformarli in competenze dei bambini, nonché delle modalità di verifica delle conoscenze, abilità e competenze acquisite.

12 11 DOCENTE TUTOR Con la figura del coordinatore tutor, che cosa cambia, rispetto al passato, per i docenti della scuola dellinfanzia? I docenti di sezione svolgono entrambi le funzioni di coordinatori-tutor. Cosa cambia rispetto al passato per i docenti della scuola dellinfanzia? Certamente lo spessore psico-pedagogico del ruolo. Viene infatti loro richiesto maggiore impegno da profondere sia nel monitorare i passaggi dei bambini dal nido alla scuola dellinfanzia e dalla scuola dellinfanzia alla classe prima. Non va poi trascurata la questione anticipo della frequenza. I genitori sono posti infatti dalla riforma in condizione di decidere se iscrivere i propri figli alla scuola primaria prima dei sei anni di età, ma questa scelta dovrebbe essere il frutto di una scelta congiunta tra famiglie e tutor. Il Portfolio delle competenze, compilato ed aggiornato da entrambe i docenti di sezione e al quale cooperano gli stessi genitori, offre la base documentaria per compiere una scelta che sia, nellinteresse del bambino, la,più saggia possibile.(Bertagna)

13 12 PORTFOLIO DELLE COMPETENZE INDIVIDUALI E compilato ed aggiornato dai docenti di sezione. Comprende: Una descrizione essenziale dei percorsi seguiti e dei progressi educativi raggiunti; Una documentazione significativa di elaborati, che offra indicazioni di orientamento sulle risorse, i modi e i tempi dellapprendimento, gli interessi, le attitudini e le aspirazioni personali dei bambini. Il Portfolio assume un particolare valore nellultimo anno della Scuola dellInfanzia. I genitori, infatti, possono decidere se iscrivere i figli alla Scuola Primaria prima dei sei anni di età. E opportuno che tale scelta sia compiuta dopo unapprofondita discussione con il tutor che ha seguito levoluzione del bambino nel contesto scolastico e che può confrontare la sua maturità con quella di molti coetanei. Il Portfolio diventa così loccasione documentaria perché il tutor offra ai genitori tutti gli elementi per una migliore conoscenza dei ritmi e dei risultati di maturazione del bambino.

14 13

15 14 ANTICIPO ORARIO DELLE ATTIVITA EDUCATIVE DOCENTE TUTOR LABORATORI PIANI PERSONALIZZATI DELLE ATTIVITA EDUCATIVE PORTFOLIO DELLE COMPETENZE INDIVIDUALI

16 15 ANTICIPO Articolo 6 – Iscrizioni Sono iscritti al primo anno della scuola primaria le bambine e i bambini che compiono i sei anni di età entro il 31 agosto dellanno di riferimento. Possono essere iscritti al primo anno della scuola primaria anche le bambine e i bambini che compiono i sei anni di età entro il 30 aprile dellanno scolastico di riferimento.

17 16 E possibile organizzare in modo adeguato e cooperativo fra i vari soggetti educativi lingresso di un bambino di 5 anni nella scuola primaria? La responsabilità della scuola deve manifestarsi nella realizzazione di attività educative e didattiche specifiche per il gruppo dei bambini in anticipo, calibrate sui loro ritmi, sulle loro modalità di apprendere che certamente possono essere diverse da quelle dei compagni più grandi. Pretendere che essi si adeguino agli stili e ai ritmi di lavoro degli altri non può che produrre in loro stanchezza. Da sempre la scuola è chiamata a trovare risposte efficaci per bambini di uno stesso gruppo che dimostrano però livelli diversi di competenza, o che si avvalgono di stili cognitivi differenti…si tratta di far tesoro delle strategie provate in questi casi (Bertagna)

18 17 ORARIO DELLE ATTIVITA EDUCATIVE Articolo 7. Attività educative e didattiche … lorario annuale delle lezioni nella scuola primaria, comprensivo della quota riservata alle Regioni, alle istituzioni scolastiche autonome e allinsegnamento della religione cattolica … è di 891 ore … Oltre allorario obbligatorio di 891 ore annue (27 medie settimanali) vi è il monte ore facoltativo di 99 ore annue (mediamente 3 ore settimanali) per il quale le famiglie degli alunni hanno facoltà di opzione. Su tale offerta le famiglie esercitano il diritto di opzione. Essa è quindi facoltativa, opzionale e gratuita per le famiglie e concorre alla definizione del piano di studio personalizzato, con la conseguente obbligatorietà della frequenza delle attività prescelte. Gli allievi sono tenuti alla frequenza delle attività facoltative lopzione.

19 18 DOCENTE TUTOR Art. 7 – Attività educative e didattiche … fatta salva la contitolarità didattica dei docenti, … il docente in possesso di specifica formazione … in costante rapporto con le famiglie e con il territorio, svolge funzioni di orientamento in ordine alla scelta delle attività di cui al comma 2, di tutorato degli allievi, di coordinamento delle attività educative e didattiche, di cura delle relazioni con le famiglie e di cura della documentazione del percorso formativo compiuto dallallievo, con lapporto degli altri docenti. Il docente a cui sono affidati i compiti previsti dal comma 5 assicura, nei primi tre anni della scuola primaria, unattività di insegnamento agli alunni non inferiore alle 18 ore settimanali.

20 19 Si afferma che il docente a cui sono affidati i compiti di tutoraggio svolge unattività di insegnamento di almeno 18 ore settimanali (nelle classi dalla prima alla terza). Per le classi del secondo biennio saranno le scuole, nella loro autonomia organizzativa, a decidere sul tempo da assegnare allinsegnamento e alle altre funzioni tutoriali, che,comunque, devono essere assicurate.

21 20 Lintroduzione del tutor porterà alla gerarchizzazione dei ruoli fra gli insegnanti? Nessun Documento della riforma parla di docente prevalente o unico. Al contrario la riforma valorizza il principio delléquipe docente e punta proprio sul lavoro collegiale che gli insegnanti sapranno svolgere per garantire allallievo unorganizzazione adatta alle sue specifiche esigenze di maturazione e nel rispetto dei vincoli posti dal Profilo e dalle Indicazioni. Tale équipe è costituita da tutti i docenti che a vario titolo e con diverso orario lavorano con un numero di alunni appartenenti ad un determinato gruppo – classe. Il coordinatore-tutor però è il garante dellunità nella differenziazione organizzativa: va, tuttavia ricordato che quando parliamo di équipe docente, parliamo anche di corresponsabilità. (Bertagna).

22 21 Non trova neppure conferma nei Documenti di riferimento il fatto che il tutor si caratterizzi per svolgere lezioni frontali: a questa figura è chiesto, invece, di svolgere attività in presenza con lintero gruppo di allievi che gli è stato affidato per lintero quinquennio. Egli, dunque, per almeno 18 ore fino in terza e per un numero di ore che spetta alla singola Istituzione Scolastica, nella propria autonomia didattica e di ricerca, definire nellultimo biennio, deve incontrare lintero Gruppo classe che gli è affidato. Siamo sicuri che il modo migliore per far lavorare insieme lintero gruppo classe sia la lezione frontale? Può essere il modo più comodo, ma la riforma non dice affatto né che sia lunico,né tantomeno, che sia esclusivo del tutor( Bertagna).

23 22 Il LABORATORIO: una delle caratteristiche fondamentali della Riforma I laboratori previsti allinterno della quota oraria obbligatoria nel corso dei cinque anni della scuola primaria sono in totale sei: Attività informatiche Attività di lingue (fra cui linglese) Attività espressive (dal teatro alla musica, dalla pittura al modellaggio…) Attività di progettazione (progetti di intervento ambientale o sociale, progetti di esperimenti, costruzione e decostruzione di macchine e oggetti, giardinaggio, bricolage…) Attività motorie e sportive Larsa (Laboratorio di recupero e sviluppo degli apprendimenti) - (Raccomandazioni per lattuazione delle Indicazioni Nazionali per i Piani di studio personalizzati per la scuola primaria)

24 23 Qual è la logica dei laboratori secondo la riforma? Il Laboratorio è una modalità di lavoro e può essere utilizzata con gruppi a composizione numerica variabile, ma anche in alcune attività in cui è coinvolto lintero gruppo classe: Esiste un Gruppo numeroso di bambini affidati al docente tutor che svolge attività prevalentemente omogenee ed unitarie; Il Gruppo numericamente poco numeroso e costituito sulla base di criteri precisi, è importante per lapprendimento di alcune conoscenze e abilità. Qualunque tipo di insegnamento può avere caratteristica laboratoriale: lunitarietà del problema affrontato, la progettualità della soluzione, loperatività del percorso devono caratterizzare qualunque tipo di proposta formativa (Bertagna)

25 24 INFORMATICA Nella Riforma linformatica sembra avere un ruolo privilegiato: ma è giusto introdurla così precocemente nella scuola? La scuola Primaria, dato il livello di apprendimento in cui opera, non offre certo la possibilità di presentare linformatica come disciplina autonoma, ma può favorirne lo sviluppo di unottica strumentale e integrativa che viene mano mano utilizzata in tutti gli altri ambiti della vita scolastica (Raccomandazioni). Linformatica si inserisce nel percorso di apprendimento del bambino come attività laboratoriale. Questo significa che non si impara informatica per sapere linformatica, ma per avere un differente spazio operativo e mentale in cui imparare italiano,scienze, matematica…: il Pc come la penna e il quaderno di un tempo. Strumenti che si usano in tutte le attività educative e didattiche della scuola (Bertagna).


Scaricare ppt "1 A cura di Adriana De Francisci 2 FONTI NORMATIVE: Legge 28 marzo 2003, n. 53 C.M. 29 agosto 2003, n. 69 Decreto Legislativo 19 Febbraio 2004 Indicazioni."

Presentazioni simili


Annunci Google