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PSICOLOGIA DI COMUNITA’ E CURE PRIMARIE Pietro Mario Martellucci

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Presentazione sul tema: "PSICOLOGIA DI COMUNITA’ E CURE PRIMARIE Pietro Mario Martellucci"— Transcript della presentazione:

1 PSICOLOGIA DI COMUNITA’ E CURE PRIMARIE Pietro Mario Martellucci
psicologo psicoterapeuta U.F. Salute Mentale Adulti Siena

2 L’attività psicobiologica è strettamente articolata in un contesto sociale.
Orford, 2000

3 Già Merton nel 1957, aderendo alla visione tipica della medicina olistica riteneva che la sociologia dovesse avere una propria collocazione nei percorsi della formazione e dell’educazione medica;

4 per rafforzare l’idea all’interno della medicina del concetto di PAZIENTE COME PERSONA COMPLESSIVA riscoprendolo nei suoi rapporti personali e nel suo ambiente sociale; riducendo il contrasto delle asimmetrie tra i ruoli…

5 Documento del Governo Americano
1961 Si indicava di non costruire più ospedali psichiatrici, ma di preferire trattamenti basati sulla comunità, documento che scaturì poi in una legge del 1963: ‘Community Mental Health Act’ che sanciva la necessità della riorganizzazione dei servizi mentali, con una nuova attenzione alla comunità.

6 Massachussetts (1965) Venne coniato per la prima volta il termine ‘psicologia di comunità, affermando nel contempo la necessità di demedicalizzare gli interventi denominati ‘igiene mentale di comunità’, aprendo le porte ad un approccio interdisciplinare a tutto tondo, attento sia alle scienze sanitarie e limitrofe, che a quelle apparentemente ad esse lontane, es. urbanistica, giurisprudenza...

7 Cosa è la psicologia di comunità
La psicologia di comunità costituisce un tentativo di comprendere e migliorare la qualità psicologica dei rapporti uomo-ambiente. Non si limita ad approcci riabilitativi individuali, ma allarga il campo d’interesse della psicologia verso la promozione della competenza e della capacità delle organizzazioni sociali a sostenere gli individui. Spielberger e Iscoe, 1972

8 Cosa è la psicologia di comunità
L’ottica con cui guardare i fenomeni ed i processi individuali e collettivi, in una prospettiva che considera l’individuo-in-contesto, laddove la persona, il mondo ambientale e sociale sono considerati ed analizzati nella loro interrelazione. Amerio, 2000

9 Cosa è la psicologia di comunità
I modelli ecologici della psicologia di comunità suggeriscono di concepire i disturbi e le malattie propri dell’individuo, nel suo ambiente sia ambiente materiale che ambiente umano di vita. Amerio, 1996

10 Cosa è la psicologia di comunità
Una riflessione volta a considerare sia i soggetti sia il contesto in cui sono inseriti, articolando il dato soggettivo con quello oggettivo ed i processi individuali con quelli collettivi;

11 Cosa è la psicologia di comunità
La capacità di prendersi cura della propria sofferenza da parte dei pazienti e delle loro famiglie; La parabola dell’identità autoriflessiva alla quale corrispondono le responsabilità a partire dalla consapevolezza di sé e dei legami con il mondo degli altri;

12 Cosa è la psicologia di comunità
La comunità si pone di fatto all’interno e nella regolazione dei rapporti tra chi da e chi riceve la cura;

13 Cosa è la psicologia di comunità
L'individuo è attivo, cioè un soggetto capace di costruire/ricostruire il mondo in cui vive nell’ambito della sua mente e concretamente attraverso la sua attività pratica; Amerio, 2000

14 Cosa è la psicologia di comunità
Un soggetto che ha possibilità di agire, di progettare e di progettarsi; Le sue possibilità sono legate al contesto sociale, alla famiglia in cui è cresciuto, alla scolarità, alle condizioni materiali. Amerio, 2006

15 Cosa è la psicologia di comunità
Lo psicologo di comunità estende la sua analisi dal caso al problema e sa che il problema ha molte dimensioni e che si intersecano sempre nelle persone che lo vivono; chiamato a dare a tale piano una consistenza effettiva nell’ambito di una teoria della pratica. Amerio, 2003

16 Cosa è la psicologia di comunità
E’ possibile affermare che la promozione della salute ed il miglioramento della qualità della vita degli individui nei loro contesti di appartenenza rappresentino l’obiettivo principale e più generale della psicologia di comunità. Francescato, Tomai, Ghirelli, 2002

17 MMG e psicologia di comunità
Il MMG è presente da tempo sul fronte della salute mentale, delle tossicodipendenze, delle problematiche che investono la famiglia, in particolare quando si tratta di anziani, di adolescenti...

18 MMG e psicologia di comunità
In una costante interazione di fattori soggettivi e di fattori oggettivi, espressione diretta del proprio vivere all’interno della comunità.

19 MMG e psicologia di comunità
Tessuto connettivo è lo sguardo del MMG il quale legge e riduce la complessità del paziente attraverso valori, teorie, tecniche e visioni della realtà.

20 MMG e psicologia di comunità
Il MMG considera già all’interno della propria pratica professionale, alcuni di questi principi a partire dal comprendere il paziente e la sua la malattia (bisogno, domanda…) all’interno della dinamica individuo-famiglia- ambiente di lavoro e di vita;

21 MMG e psicologia di comunità
con relativi problemi deontologici, scientifici e tecnico- metodologici (strumenti per affinare le capacità di analisi e di intervento) che si traduce in una competenza relazionale di aiuto e di Empowerment.

22 MMG e psicologia di comunità
una prospettiva che si rivolge più alla prevenzione che la trattamento e richiede competenze focalizzate sulla interazione tra individuo e ambiente di vita.

23 MMG e psicologia di comunità
Il concetto di campo psicologico è quello della totalità dei fatti coesistenti nella loro interdipendenza; e contiene i punti di vista da cui l’individuo guarda al suo futuro ed al suo passato.

24 MMG e psicologia di comunità
Viene da chiedersi fino a che punto il MMG possa espandere la sua peculiarità attraverso uno sguardo più ampio sulla vita del paziente, sulla soggettività e nel contempo sul “socio-comunitario” del paziente, altrimenti di pertinenza psicologica, finendo per curare con il somatico, lo psichico ed il sociale…assumendo nello sguardo e nel gesto medico il senso pragmatico della PSI-CO.

25 MMG e psicologia di comunità
Puntando sempre più sulla forma preventiva di azioni sociali concrete che investano non solo l’individuo ma l’intera comunità, chiamata ad assumersi in modo partecipe un controllo sempre maggiore sui determinanti della salute.

26 MMG e psicologia di comunità
Ne è una chiara testimonianza il processo conosciuto come comunicazione sul rischio… situazione che porta il MMG ad occuparsi delle politiche educative e sociali della propria comunità.

27 MMG e psicologia di comunità
L’incontro della medicina con la psicologia …. si esercita in un mondo di valori, di relazioni, di eventi;

28 MMG e psicologia di comunità
sul fronte del confine salute- malattia, per il quale sono richieste non solo conoscenze e competenze tecnico- scientifiche ma anche psicologiche, sociologiche, antropologiche ed umane.

29 MMG e psicologia di comunità
Se la salute è sostanzialmente la buona qualità della vita; la malattia si manifesta sia come illness – sofferenza e afflizione esistenziale, sia come disease – affezione patologica oggettiva. Il medico fa esperienza di entrambe le forme se attento al rapporto intersoggettivo col malato;

30 La formazione dei MMG A partire dalla necessità di un approccio interdisciplinare allo studio dei problemi e delle strategie di intervento nella comunità; Settori dell’area specifica della psicologia di comunità che si collegano con aree specifiche del lavoro della MG;

31 La formazione dei MMG Far confluire queste posizioni in un insieme di configurazioni concettuali dotate di significato e di capacità esplicativa e generatrici di altre posizioni; Zani, Palmonari, 1996

32 La formazione dei MMG L’acquisizione di atteggiamenti e di valori appropriati è centrale quanto l’acquisizione di conoscenze ed abilità, nella formazione di chi deve prestare cure mediche soddisfacenti;

33 La formazione dei MMG Istituire modalità di spiegazione e di comprensione dei fenomeni e dei processi che emergono nella MG;

34 La formazione dei MMG All’interno di un orizzonte problematico di lavoro con il paziente, focalizzato sull’articolazione tra dinamiche individuali e dinamiche sociali, sull’interazione tra persona e ambiente.

35 La formazione dei MMG La MG appare più vicina alla vita reale dei pazienti tale da considerare la stretta interdipendenza tra benessere individuale e qualità della vita comunitaria.

36 La formazione dei MMG Il progetto formativo deve tener conto che implica un cambiamento, nelle persone, nei gruppi, nelle organizzazioni; I processi formativi sono chiamati a misurarsi con istanze di promozione umana e con esigenze etiche di umanizzazione integrale della vita sociale e istituzionale. Zani Polmonari, 1996

37 La formazione dei MMG Potremmo quindi immaginare un’area comune di formazione per i MMG e per gli psicologi relativa alla psicologia di comunità;

38 La formazione dei MMG progettata da valori comuni e che nella specificità delle professioni sono rivolti a favorire l’autonomia e la responsabilità dei pazienti e delle loro famiglie relativamente ai processi di salute, promuovendo Empowerment e competenze.

39 La formazione dei MMG Il lavoro sugli aspetti centrali della professionalità può avvenire solo a seguito di una motivazione ed implementando la comunicazione tra professionisti e tra servizi affinché si raggiunga una vero cambiamento di prospettiva, capace di partire dal singolo paziente per raggiungere un cambiamento di cultura nelle componenti costruttive delle politiche sociali.

40 La formazione dei MMG Si determina così un modificarsi d’atteggiamento, in particolare nell’ascolto e nella osservazione del paziente ed un cambiamento culturale nei confronti dell’analisi del problema… avviando processi di partecipazione diretta del paziente alla cura dei suoi problemi…

41 La salute non è certo il contrario o l’opposto della malattia, bensì uno stesso modo di manifestarsi della vita dalla quale differisce non per grado ma per qualità. G. Canguilhem, 1996

42 I clinici parlano talvolta della storia naturale di una malattia , come fosse programmata per compiere un certo percorso, ma questo concetto è poco più di un mito. Wulff ed Al, 1995


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