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Introduzione alla Filosofia Teoretica

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Presentazione sul tema: "Introduzione alla Filosofia Teoretica"— Transcript della presentazione:

1 Introduzione alla Filosofia Teoretica
Istituzioni di Filosofia (VII) La conoscenza ermeneutica di H. G. Gadamer Giacomo Romano a. a. 2006/2007: 3° Quarto, Modulo II Introduzione alla Filosofia Teoretica

2 H. G. Gadamer La filosofia di Gadamer ( ) fa capo a quattro concetti chiave: L’elaborazione di una vera e propria Ermeneutica Filosofica; Il dialogo con la filosofia e la storia della filosofia (Platone e Aristotele); Il rapporto con la letteratura (poesia) e l’arte; La dimensione filosofico/pratica (phrónēsis)

3 Il Dialogo con la storia (della filosofia)
La lettura dei testi di Platone (Dialoghi) è interpretata da Gadamer come un dialogo (alla luce del sole: non ci sono dottrine nascoste!) La phrónēsis si rivela anche nella pratica dell’ermeneutica dei testi: si devono interrogare, attivamente, non leggere passivamente Il significato di un testo (filosofico) così, emerge dalla sua lettura e interpretazione

4 Ermeneutica e Ontologia
Con Heidegger l’Ermeneutica assume una valenza ontologica. La connotazione ontologica dell’Ermeneutica di Heidegger da Gadamer è estesa olisticamente ad ogni dimensione fenomenica Per Gadamer l’Ermeneutica diventa la condizione di ogni possibilità di comprendere tramite il dialogo

5 Verità e arte La verità come non-nascondimento (come rivelazione) emerge dalla dinamica dialettica Anche il significato delle opere d’arte emerge da una prospettiva dialettica nel tentativo di coglierne il significato La possibilità di cogliere il significato emerge da un rapporto di pre-comprensione dell’oggetto contemplato

6 Verità e pre-giudizio La pre-comprensione che ci consente di estrarre il significato dei fenomeni che interpretiamo è necessariamente radicata nei pregiudizi Dialogo ed empatia (da Collingwood) sono i due metodi con cui si realizza la comprensione La pre-comprensione dei fenomeni è definita dalla dialettica con gli autori del passato

7 Comprensione e storicità
La possibilità di comprendere è determinata dalla storia, sia perché viviamo in una dimensione storicizzata, sia perché la nostra conoscenza non può non avere radici storiche Ma la comprensione equivale anche al raggiungimento di una intesa che realizza una vera e propria fusione di orizzonti storici, culturali, sociali differenti -familiarizzare l’alieno

8 Comprensione e linguisticità
La possibilità della comprensione è endemica, non richiede l’apprendimento di particolari tecniche o metodologie Il modello della comprensione è la conversazione e il suo svolgimento dialettico attraverso il linguaggio, non esclusivo ma prioritario Tutte le forme che sono oggetto di comprensione sono linguisticamente mediate; del resto il linguaggio pervade tutto

9 “Semantica ed Ermeneutica” 125a
La centralità del linguaggio fa convergere su di sé l’interesse di due discipline: semantica* ed ermeneutica Entrambe studiano la dimensione in cui il nostro pensiero è espresso dal linguaggio La semantica si dedica all’aspetto esterno del linguaggio, l’ermeneutica a quello interno * Ma non è affatto chiaro a che cosa si riferisce Gadamer con “semantica”; la “semantica” di Gadamer sembrerebbe più quella disciplina che va sotto il nome di ‘pragmatica’, nella filosofia della linguaggio; sicuramente il concetto è prossimo ad indicare la prospettiva di riflessione linguistica come studiata dai filosofi del linguaggio ordinario.

10 “Semantica ed Ermeneutica” 125b
L’interpretazione di Gadamer della semantica enfatizza la dimensione olistica del linguaggio Gadamer assegna alla semantica il merito di analizzare il linguaggio nella sua complessità, come Quine, ma al tempo stesso ne trae delle conclusioni molto diverse, seppure insistendo sui medesimi principi (“… rendere evidenti … i sinonimi”) Ma per Gadamer le espressioni non sono interscambiabili

11 “Semantica ed Ermeneutica” 126a
A Gadamer non interessa la funzione dichiarativa e strumentale del linguaggio, ma la sua funzione poetica: “ … il concetto di sinonimità … resta solo un ideale semantico …” Nella funzione poetica, in cui il linguaggio esprime tutta la sua valenza olistica, si capisce perché non vale la regola della sinonimia e quindi si comprende l’intraducibilità

12 “Semantica ed Ermeneutica” 126/7
La reciproca sostituibilità di due espressioni è comprensibile solamente alla luce della totalità del linguaggio nella sua mutevolezza storica L’analisi semantica è in grado di cogliere la alterità di differenti periodi storici di un linguaggio [(però non si capisce chiaramente quale sia il compito della semantica secondo G.; forse lo studio del rapporto tra contesto e significazione?)]

13 “Semantica ed Ermeneutica” 127
La conferma della storicità e della flessibilità delle espressioni in rapporto sinonimico è data dalla dinamica degli usi metaforici delle parole Ma il linguaggio stesso si origina da una continua trasposizione di sensi da un contesto all’altro, senza una specifica regola Il passaggio dalla sfera pubblica alla sfera privata e viceversa determina l’impossibilità di uno scambio linguistico alla luce di regole precise

14 “Semantica ed Ermeneutica” 128a
La dinamicità (comunicativa) del linguaggio eccede di gran lunga la dimensione ‘terminologica’ [eventualmente di carattere formale, definitorio, stipulativo] La prospettiva metaforica (“la forza del parlare vago ed equivoco”) tuttavia è una ricchezza del linguaggio e la metodologia scientifica rigorosa ha speranza solamente in ambiti ristretti

15 “Semantica ed Ermeneutica” 128b
In modo (quasi opposto) le forme di comunicazione letteraria (poetica) sono efficaci proprio in virtù della loro tendenza a non curarsi degli aspetti oggettivi; per questo una espressione poetica è UNICA Quindi, non è un’espressione sostituibile (nel senso della sinonimia sullo stile di Quine), neppure negli aspetti comunicativi più semplici

16 “Semantica ed Ermeneutica” 129
Una dimensione ineludibile del linguaggio si rivela nella sua pragmaticità; un linguaggio infatti non solo ha una connotazione strumentale, ma è dotato di una vera e propria valenza esperienziale L’ermeneutica aspira a render conto di questa dimensione pragmatica, che è immediatamente linguistica, ma meno esplicitamente riguarda anche aspetti comunicativi non linguistici

17 “Semantica ed Ermeneutica” 129/30
2 casi esemplificativi che rivelano la dimensione espressiva ma non-linguistica del linguaggio: 1) “Ciò che è detto senza esser detto” (per es. con le domande retoriche); questa peculiarità della comunicazione linguistica si concretizza in situazioni che non possono essere definite rigorosamente e in maniera universale, ma sono necessariamente vincolate al contesto del loro proferimento

18 “Semantica ed Ermeneutica” 131
2) “ciò che viene nascosto dal parlare”. Il caso più ovvio di una circostanza del genere si verifica con le menzogne. Sono molti i modi di mentire, alcuni che addirittura rendono esplicito il loro aspetto menzognero (per es. come in certe opere letterarie): è compito dell’ ermeneutica far emergere le regole implicite delle varie forme di menzogna (consapevole) Diverso il caso della menzogna inconsapevole

19 “Semantica ed Ermeneutica” 132
Le condizioni dell’interpretazione si verificano quando si verifica incomprensione; una incomprensione che è strutturale di ogni forma di comunicazione A livello tacito la comunicazione si fonda su preconcetti compresi non esplicitamente, su cui certo dogmatismo insiste ossessivamente L’errore del metodo scientifico consiste nel non lasciare spazio ai pregiudizi

20 “Semantica ed Ermeneutica” 133
La scienza rischia di trasformarsi a sua volta in una forma di ideologia, in quanto si trasforma, da strumento, a criterio di processi decisionali Questo è denunciato dall’ermeneutica nella sua “Critica dell’ideologia” (scientifica): “spiega la presunta oggettività della scienza come un’espressione dello stabilirsi di reali rapporti di potere sociale” [-ma come si sviluppa questa critica?]

21 “Semantica ed Ermeneutica” 133a
La conoscenza scientifica ha una legittimazione per la sua autorevolezza: “Essa è, come moderna scienza metodica, determinata da una rinuncia iniziale, e cioè quella di scartare tutto ciò che non si presta alla metodica del proprio procedimento. Proprio per questo essa si mostra illimitata nella propria competenza, e non può mai essere in difficoltà nella sua autolegittimazione”

22 “Semantica ed Ermeneutica” 133b
Ma la stessa oggettività scientifica è in realtà una sorta di illusione: infatti, anche la conoscenza scientifica si adagia entro una cornice di precomprensioni, pregiudizi, preconcetti. Solamente una forma di riflessione critica può mettere in luce l’errore di chi esalta la conoscenza scientifica: “La pretesa di una piena mancanza di pregiudizi è una ingenuità”

23 “Semantica ed Ermeneutica” 134a
Nella sua funzione critica la “coscienza ermeneutica illuminata … sembra far valere una superiore verità con il fatto che essa coinvolga se stessa nella riflessione. La sua verità è la verità della traduzione. La sua superiorità sta nel far divenire proprio ciò che è estraneo, non col dissolverlo criticamente o col riprodurlo in modo non critico, ma col portarlo a una nuova valenza, in quanto lo espone, con i suoi propri concetti, nel suo proprio orizzonte”

24 “Semantica ed Ermeneutica” 134b
“Il tradurre fa passare l’estraneo e il proprio in una nuova figura, in quanto tien fermo il punto di vista dell’altro in rapporto a sé” In pratica, nella traduzione c’è una forma di convergenza di prospettive conoscitive, per cui il soggetto conoscente e l’oggetto conosciuto tendono a venirsi in contro l’uno con l’altro secondo una atteggiamento non coercitivo

25 “Semantica ed Ermeneutica” 134c
“In questo processo del continuo muoversi in avanti del pensare, nel lasciar valere l’altro rispetto a se stesso, si dimostra il potere della ragione” “La riflessione ermeneutica svolge pertanto una critica della coscienza pensante, che ritraduce nel contesto dell’esperienza umana del mondo tutte quante le sue astrazione, anche le conoscenze della scienza.” [-ma come?]

26 Riferimenti Bibliografici
Conclusioni Anche la conoscenza ermeneutica di Gadamer è senza dogmi, ma si tratta di una forma di conoscenza abbastanza differente rispetto a quella di Quine ### Riferimenti Bibliografici Bianco, G. 2004: Introduzione a Quine, Roma-Bari, Laterza; Ferraris, M. 2004: L’Ermeneutica, Roma-Bari, Laterza


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