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ALLA SCOPERTA DELLA SICILIA

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Presentazione sul tema: "ALLA SCOPERTA DELLA SICILIA"— Transcript della presentazione:

1 ALLA SCOPERTA DELLA SICILIA
Alunni classi 4^ E/F

2 'N jornu ca Diu Patri era cuntenti e passiava 'n celu cu li Santi, a lu munnu pinsau fari un prisenti e da curuna si scippau 'n domanti; cci addutau tutti li setti elementi, lu pusau a mari 'n facci a lu livanti: lu chiamarunu "Sicilia" li genti, ma di l'Eternu Patri e' lu diamanti.                         (anonimo siciliano) Un giorno che Dio Padre era contento e passeggiava in cielo con i Santi, al mondo penso' di fare un presente e dalla corona si stacco' un diamante; gli diede in dote tutti i sette elementi, lo poso' a mare in faccia al levante: lo chiamarono " Sicilia " le genti, ma dell'Eterno Padre e' il diamante.

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4 … E LA SICILIA TORNO’ A RISPLENDERE
UNA LEGGENDA SICILIANA SCRITTA DAI BAMBINI DI QUARTA … E LA SICILIA TORNO’ A RISPLENDERE In un grande villaggio chiamato “ Europa” nacque molto a sud, nei secoli che precedettero la venuta di Gesù, un bellissima principessa alla quale fu dato il nome “Sicilia” . Aveva gli occhi di un colore particolare tra il verde smeraldo e l’azzurro del mare in estate, i capelli castani ricciolini che ricordavano le colline in primavera, un sorriso splendente come il sole che riscaldava la sua terra e un corpo esile, ma forte, come una spiga di grano maturo. La chiamavano “ La Perla del Mediterraneo”; tutti volevano conquistarla e la chiesero in moglie: i Calcidesi, poi i Corinzi, dopo i Greci e poi ancora i Fenici. La dominarono, ma nessuno conquistò il suo cuore. Era bella e troppo orgogliosa per cedere. Aveva una grande cultura, amava l’arte, la letteratura ed aveva accumulato tante ricchezze grazie agli affari che aveva sviluppato con la Magna-Grecia e con il resto dell’Oriente. La sua fame e la sua gloria furono note in tutta l’Europa . Ella cresceva in tutto il suo splendore ; a poco, a poco, però, la bella principessa combattuta dai “ Tiranni”, quei signori che lei aveva rifiutato, e che avevano indebolito il suo patrimonio, la ridussero in schiavitù e miseria . I suoi occhi divennero tristi come il cielo in un giorno d’ autunno. Fu resa schiava anche dai Romani, dai Bizantini e dai Normanni, dagli Svevi e dagli Aragonesi; tutti cercarono d’aumentare la sua bellezza, i suoi tesori, facendo di essa il simbolo dell’arte e della cultura, ma togliendole quello che aveva di più prezioso: la libertà.

5 Lì trovò un principe che l’amò per sempre.
Dopo secoli di ribellioni e rivolte, finalmente nel 1946 il principe Umberto di Savoia accordò alla bella e sfortunata principessa di ottenere di nuovo la sua autonomia e le concesse uno “Statuto speciale” con cui ella poteva organizzare e amministrare da sola i suoi beni e le sue terre e per mezzo del quale poteva prendere decisioni che l’avrebbero aiutata a tornare all’antica bellezza e ad un nuovo splendore. A tutto ciò, però, il principe pose una sola condizione e cioè che la principessa nell’amministrare i suoi beni, rispettasse le leggi del principe. Rimase per un po’ felice, ma smarrita, sembrava che non sapesse che fare di quella libertà. Visse molti anni inconsapevole della grande occasione che le era stata data, aspettando che qualcuno le desse una mano. Ma a nessuno interessava più molto di quella bellezza sfiorita, di quell’immenso bagaglio di cultura che ella aveva, ma che sembrava non fosse più capace di usare. Un giorno guardando il sole che splendeva alto sul mare, improvvisamente ebbe un’ispirazione; capì che il suo orgoglio doveva tornare alto come quel sole, che doveva combattere e lottare senza più attendere che altri decidessero per lei. Comprese che per tornare all’antica ricchezza doveva sfruttare la sua bellezza, rimettere a nuovo i tesori che ancora le rimanevano. E così fu. Tornò ad indossare gli abiti più belli, ad avere cura della sua persona, e sul suo viso tornò a risplendere quel sorriso che l’aveva resa famosa. Fece ripulire i suoi castelli, i suoi giardini, i suoi tesori ed il suo nome tornò ad essere conosciuto in tutto il mondo; molta gente volle andare a trovarla e a renderle omaggio. Le sue terre tornarono a fiorire ed a produrre ogni pianta che il clima poteva offrire; gli uccelli vi tornarono ad abitare e le pecore a belare. Divenne di nuovo ricca, forte e potente e rivolse le sue attenzioni verso le terre d’Oriente. Lì trovò un principe che l’amò per sempre.

6 … E LA SICILIA TORNO’ A RISPLENDERE

7 SICILIA POESIA: Lucide arance della Conca d’Oro
Tra cielo e mare, e luccichio d’alloro Fuggono Campi di grano e margini d’ulivi Crune di campanili E cupole moresche alte nel sole. Narcisi,i mandorli nei fiumi Creano sogni bianchi, e a spigolo di strada, a mezzo d’agavi e vigne, tride lento il carretto già che tra sparsi templi, figlia del sole, la locusta grilla. Tutta la terra è musica che vive. L. Fiorentino. POESIA: SICILIA

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9 Invece le persone prima o poi s'incontrano
PROVERBI E MODI DI DIRE Lu lupu di mala cuscenza comu opira penza. Il lupo disonesto pensa degli altri ciò che saprebbe fare lui.   Munti e munti `un s`incontranu mà. I monti non s'incontrano mai con altri monti Invece le persone prima o poi s'incontrano La pignata taliata `un vugghi mai. La pentola guardata non bolle mai Di `na rosa nasci `na spina. Di `na spina nasci `na rosa. Da una rosa nasce una spina, da una spina nasce una rosa. Cu nesci arrinesci Chi si allontana dal suo ambiente viene a trovarsi in una condizione migliore. Iunciti cu lu megghiu e perdicci li spisi. Frequenta le persone migliori anche se ciò comporta qualche sacrificio.

10 STORIA DELLA SICILIA PROVINCE GEOGRAFIA ECONOMIA TRADIZIONI POPOLARI
CUCINA PROVINCE MUSICA

11 STORIA DELLA SICILIA La storia della nostra isola è molto ricca di vicende e culture diverse che si sono susseguite nel corso dei secoli. Ogni popolazione che la abitò, ha contribuito con la propria civiltà e le proprie tradizioni ad aumentare il patrimonio siculo e ad influenzare le sorti e la cultura dei nativi. Secondo Tucidide (lo storico Ateniese esiliato in Sicilia autore di una Storia della Sicilia che si ferma al 435 a.C.) i primi abitatori dell'isola nell'anno 1000 a.C. furono gli Elimi, i Sicani e i Siculi che le diedero anche il nome; ma già da oltre un millennio la Sicilia era abitata da popolazioni che risentivano degli influssi delle civiltà fenicia e cretese.

12 Normanni Arabi Romani Greci Fenici Spagnoli Borboni
Grazie alla sua posizione geografica, la Sicilia ha avuto un ruolo di una certa importanza negli eventi storici che hanno avuto come protagonisti i popoli del Mediterraneo. L'avvicendarsi di molteplici civiltà ha arricchito la Sicilia di insediamenti urbani, di monumenti e di vestigia del passato che fanno della regione uno dei luoghi privilegiati dove la storia può essere rivissuta attraverso le immagini dei segni che il tempo non ha scalfito e ha tramandato sino ai nostri giorni.; Normanni Arabi Romani Greci Fenici Spagnoli Borboni

13 DAGLI ARABI AGLI ARAGONESI
NELL’827 d.c. gli Arabi giunsero in Sicilia:si impadronirono di Palermo e ne fecero la loro capitale,dando inizio alla dominazione araba. Con loro l’isola conobbe una fase di grande splendore, caratterizzato da un notevole sviluppo economico, culturale e artistico. Nel 1061 sbarcarono i Normanni, che impegnarono ben trent’anni per scacciare gli arabi. La regione divenne poi un attivo centro cultulare sotto l’imperatore Federico II di Svevia. Alla sua morte, nel 1250, la Sicilia passò al francese Carlo i d’Angio. Il rapace governo degli Angioini fu rovesciato con i Vespri Siciliani 1282 e sostituito da quello degli Aragonesi, di origine spagnola. Tanti popoli, tante civiltà La Sicilia è stata il crocevia di molte civiltà. In epoca paleolitica era abitata dai Siculi nella zona orientale, dei Sicani e dagli Elimi in quella occidentale. Nell’VIII secolo a. c. i Greci fondarono numerose colonie nella parte orientale dell’ isola; in quella nord- occidentale si stanziarono invece i Fenici provenienti da Cartagine, che contesero ai Greci il dominio dell’ isola. Fra le colonie greche emerse per importanza Siracusa. La città, oltre che i Fenici, combattè con successo gli Etruschi e poi gli Ateniesi, giunti in Sicilia con una potente flotta nel 413 a. C. .

14 Dai Romani ai Bizantini
Un mosaico di lingue Ciascuna dominazione straniera ha lasciato nella parlata siciliana la propria influenza linguistica. La principale è quella del latino, arrivato nell’isola in seguito alla conquista romana. Anche i Greci e i Normanni hanno impresso il loro segno , come pure gli Arabi, i Francesi e gli Spagnoli. Il dialetto siciliano non è omogeneo : ogni città ha il suo modo di parlare . . Dai Romani ai Bizantini Il domino dell’ isola fu in seguito conteso da Romani e Cartaginesi nel corso delle guerre puniche. Nel 241 a.c. i Romani vinsero e trasformarono la Sicilia nella loro prima provincia. La dominazione romana fu molto pesante: le città vennero spogliate delle loro ricchezze e le zone interne disboscate per rifornire di legname i cantieri navali e per far posto a terreni coltivabili, necessari a produrre il grano da inviare a Roma come tributo. Nel V secolo d.C. l’isola fu invasa dai Vandali e dagli Ostrogoti ,nel VI fu conquistato dai Bizantini.

15 IL SIMBOLO DELLA SICILIA
La Sicilia ha un nome molto antico che viene ancora oggi adoperato:Trinacria. Esso deriva dalla forma triangolare dell’ isola. In seguito, i Romani tradussero il nome TRINACRIA in Triquetra, che vuol dire triangolare. Lo stemma adoperato dei Siciliani fin dal VII sec. a. c. è costituito da una testa di Gorgone, che ha valore di portafortuna,circondata da tre gambe che simboleggiano le tre punte della Sicilia. La Gorgone è un mostro mitologico che faceva diventare di pietra i propri avversari. In realtà, la Triquetra è un simbolo solare e le tre gambe rappresentano i raggi del sole, infatti l’ isola è stata sempre soprannominata l’ isola del sole. In seguito alla testa gorgonia vennero aggiunte delle spighe per indicare la fertilità dell’ isola. Inoltre l'associazione del simbolo con la Sicilia lo si deve alla particolare configurazione geografica dell'isola, caratterizzata da tre promontori, Pachino, Peloro e Lilibeo.

16 ASPETTI GEOGRAFICI La Sicilia è la più grande isola del Mediterraneo e al tempo stesso la regione più estesa dell’Italia. Il suo antico nome antico, trinacria ( che significa “tre punte”), si riferisce alla caratteristica forma triangolare . La bagnano tre mari:il Tirreno a nord,lo Ionio a est,il Mar di Sicilia a sud,lo stretto di Messina,largo solo tre chilometri,la separa dalla Calabria. E’ circondata da alcune piccole isole,come Ustica,Pantelleria,e da tre arcipelachi:le Eolie,le Pelagie. La Sicilia è terra soprattutto di colline. Sul suo lato settentrionale si allungano gli ultimi rilievi degli Appennini (monti Peloritani,Nebrodi, Madonne,Sicani),di altezza sempre inferiore ai metri a nord-est si innalza, isolato, il grande cono dell’Etna, il vulcano attivo più alto dell’Europa. Le pianure sono poco estese e si trovano lungo le fasce costiere. La più vasta si affaccia sul mar Ionio e si chiama Piana di Catania, sul mar Tirreno si affaccia la Conca d’Oro,sulle coste meridionali si affaccia la Piana di Gela. I fiumi sono numerosi, ma tutti brevi e poveri d’acqua, perché le precipitazioni sono modeste. due sono i più importanti: Salso e Simeto. Vi sono altri fiumi come:Alcantara,Belice,cassibile,Platani, questi durante i mesi estivi diventano asciutti. Come laghi naturali ne possiede pochi: ricordiamo il lago di Pergusa.Tra i laghi artificiali ricordiamo il lago di Pozzillo. Le coste sono lunghe e modellate da ampi golfi. Le coste settentrionali sono alte e rocciose. Le coste orientali e meridionali sono invece più varie, le rocce si alternano a lunghe spiagge di sabbia o di ghiaia.

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18 Il CLIMA

19 L'agricoltura e' sviluppata nella maggior parte nelle pianure costiere
L'agricoltura e' sviluppata nella maggior parte nelle pianure costiere. I prodotti principali che si coltivano sono: grano e cereali in genere, agrumi, olivi, viti, mandorli, frutta, legumi e ortaggi. Molto importante e' la produzione di olio e vino; soprattutto dei vini liquorosi come il Marsala, il Moscato di Siracusa, il Passito di Pantelleria e il Faro di Messina. L'allevamento in Sicilia non e' molto sviluppato, in alcuni settori zootecnici si registra un declino, dovuto anche alla scarsita' dei pascoli.    L’ ECONOMIA

20  Una risorsa di notevole importanza per l'economia siciliana e' la pesca; sia quella del pesce spada nello stretto di Messina, sia quella di altura con il pesce azzurro, tonno, crostacei e molluschi concentrata nei porti di Mazara del Vallo e Sciacca. Da questi porti infatti proviene circa il 16% del pesce pescato in Italia.

21 La Sicilia è famosa per il suo artigianato, ma è povera di industrie
La Sicilia è famosa per il suo artigianato, ma è povera di industrie. Quelle alimentari producono vino, liquori, conserve alimentari, pasta e dolciumi, e si concentrano in poche aree industriali nei pressi di Catania, Palermo e Messina. Il maggior impianto industriale è lo stabilimento FIAT di Termini Imerese; ad Augusta, Ragusa, Gela e Milazzo si trovano raffinerie che lavorano il greggio sbarcato da grandi navi petroliere. Esso viene in parte trasformato in carburante e in parte utilizzato per alimentare grandi centrali termoelettriche.

22 OPERA DEI PUPI CARRETTO SICILIANO TRADIZIONI POPOLARI
La Sicilia è ricchissima di tradizioni popolari, nate dal culto religioso e da antiche credenze in personaggi leggendari. CARRETTO SICILIANO

23 I carretti siciliani e l’opera dei pupi hanno in comune un vasto soggetto di rappresentazione visiva e mimica che affonda le sue radici nel sentimento dell’eroico e dell’avventuroso, dell’impeto generoso e dell’atteggiamento cavalleresco che sono propri dell’anima popolare: le "canzoni di gesta". Il nome marionetta pare derivi dal diminutivo di Maria (Marion, Mariette, Mariole, Mariolette) e che in Italia tale vocabolo si deve riportare alla festa delle Marie a Venezia, durante il decimo secolo. Dodici fanciulle, in ricchi abiti, erano condotte in processione per le vie delle città; in luogo delle fanciulle vennero poi offerte all’ammirazione del pubblico "dodici grandi Marie di legno (de tola), dette Marione, che poi i baloccai riprodussero in proporzioni minuscole, anche per divertire i bambini". Stabilita così l’origine del nome, sul quale pare regni concordanza tra i cultori di storia del teatro, dobbiamo aggiungere che esistono differenze tra le "marionette" e i "burattini", essendo, le prime, mosse da fili di ferro o di refe, le seconde, invece, anch’esse dalla mano del burattinaio ma infilata nel fantoccio, nel suo vestitino. Così va ancora detto che la marionetta ha sempre accompagnato, come espressione teatrale e forma di commento di leggende, di fatti eroici, persino di sacre rappresentazioni (con funzione evidente didascalica, cioè di insegnamento di virtù e denuncia del male) tutte le epoche storiche e che, per quello che riguarda l’Europa, e in particolare l’Italia, ha avuto momenti di eccezionale favore dal XVI secolo in poi.

24 Nell’ottocento fiorì l’"opera dei pupi" la quale poté contare su famiglie di eccezionali "opranti", cioè di burattinai che si trasmettevano di padre in figlio la difficile arte di far agire le marionette in uno scenario elementare e pure molto suggestivo. I soggetti preferiti del teatro dei pupi sono quelli di carattere epico- cavalleresco, che danno alla rappresentazione il tono di un’epopea altamente drammatica ma trasferita in ambiente e in discorso popolari. La tradizione epico- cavalleresca è di derivazione francese (precisamente della Chanson de Roland) e mentre in Francia si spese relativamente presto. In Italia, e particolarmente in Sicilia, ebbe un’ininterrotta risonanza. Le fonti di questa tradizione vanno ricercate anche nella ricca produzione e nella instancabile vena inventiva dei "cantastorie" oltre che nei poemi cavallereschi classici, quali il "Morgante" di Luigi Pulci, l’"Orlando Innamorato" di Matteo Maria Boiardo, l’"Orlando Furioso" di Ludovico Ariosto e nelle narrazioni dei "Reali di Francia".

25 Nel 2001 è stata inserita tra i Patrimoni Orali e Immateriali dell'Umanità dell'UNESCO l'opera dei Pupi, il teatro delle marionette siciliano. Grazie ai cuntastori, i pupi, che rappresentano i personaggi del ciclo carolingio, mettono in scena le storie della Chanson de Roland, dell'Orlando furioso e della Gerusalemme liberata. Il personaggio principale è il cavaliere Orlando, ma vi è anche Rinaldo, Angelica e altri. Culla dell'Opera dei Pupi è Palermo ed Acireale,

26 La cucina siciliana fa parte di una cultura gastronomica regionale complessa ed articolata, che mostra tracce e contributi di tutte le culture che si sono stabilite in Sicilia negli ultimi due millenni. Dalle abitudini alimentari della Magna Grecia alle prelibatezze dei "Monsù" delle grandi cucine nobiliari, passando dai dolci arabi e dalle frattaglie alla maniera ebraica... tutto contribuisce a rendere varia la cucina siciliana. CUCINA La lista dei prodotti tipici è lunghissima. Ogni provincia (e, in molti casi, ogni comune) ha una sua specialità e anche i nomi degli stessi alimenti variano di zona in zona. È universalmente conosciuta la granita siciliana come prodotto comune a quasi tutte le province e pregiato nelle zone di Catania e Acireale. Meno conosciute altre due bevande dall'aspetto di latte: l'orzata (dolce) e il latte di mandorla (dolce-amaro).

27 Tra i prodotti salati, è molto diffusa la cosiddetta tavola calda, con gli arancini (o arancine) come punta di diamante di questa categoria. Vi sono poi molti piatti legati alle melanzane, come la caponata, la parmigiana e la pasta alla norma, i scacci, focacce di grano duro con ripieno a base di prezzemolo, oppure cavolfiori o pomodori, vere e proprie torte salate. Anche il pesce, in molte varietà, è un alimento importante della cucina siciliana e in questo settore molto famoso è il pesce stocco alla messinese. Tipico del trapanese è il cuscus piatto principale della tradizione gastronomica di tutto il nord Africa.

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29 LE PROVINCE DELLA SICILIA

30 AGRIGENTO CALTANISSETTA CATANIA RAGUSA SIRACUSA ENNA MESSINA

31 PALERMO Situata fra una splendida chiostra di monti che delimita la famosa "Conca", Palermo, fin dai tempi remoti fu la meta più ambita dei viaggi nel Mediterraneo per la sua bellezza non meno che per la sua posizione.

32 San Cataldo La nostra città

33 un po' di musica... La Sicilia è considerata da sempre la culla del canto popolare italiano, è ricca di stornelli, di serenate, di ninne nanne, di canti e giuochi di ragazzi, di satire, di mottetti e di leggende sacre e profane. In taluni paesi delle province di Palermo ed Agrigento si festeggia il maggio cantando "Primavera vinni " o "Vinni Maju, vinni amuri". Ogni avvenimento della vita è stato cantato dal popolo. Per quanto riguarda i balli sono sopravvissuti quello nuziale chiavu, lu diavulecchiu (girotondo), la puliciusa (tarantella) e, fra gli altri, la fasola, una volta rappresentata e cantata (affine alla tarantella). Strumenti tipici sono il mariolu o marranzanu o ngannalaruni (lo scacciapensieri), l'azzarinu (sistro), il friscalettu (flauto a becco), il tammurinu (grosso tamburo), la ciaranedda (cornamusa) ed il circhettu

34 I ragazzi e le insegnanti della 4 ^ E/F
arrivederci da... I ragazzi e le insegnanti della 4 ^ E/F


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