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Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento nazionale per le politiche antidroga Forum PA 2005.

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Presentazione sul tema: "Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento nazionale per le politiche antidroga Forum PA 2005."— Transcript della presentazione:

1 Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento nazionale per le politiche antidroga Forum PA 2005

2 Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento Nazionale per le Politiche Antidroga

3 Convegno – Politiche sociali e empowerment della famiglia PERCHE UNA FAMIGLIA SERENA SIA IL CENTRO DI UNA BUONA SOCIETA Non cè indagine sociale, studio o ricerche sullo stato di salute di una società che non evidenzi la centralità della famiglia nelle dinamiche sociali. Al di là di ogni retorica come di ogni analisi tesa a denunciarne le possibili patologie, la famiglia permane quale nevralgico connettivo, come prima ed essenziale fonte di socialità. Una scuola di umanità, per usare unespressione della nostra tradizione culturale, di assoluta evidenza. Riconoscerne la natura, la funzione, la rilevanza non solo in astratto ma in concreto è la sfida che hanno dinanzi le politiche sociali. Se sul piano delle enunciazioni non è difficile trovare un ampio consenso, sul piano pratico, e dunque delle azioni, delle iniziative puntuali, tutto diventa più complesso. Come non constatare che larga parte del pensiero dominante fa fatica ad assumere la famiglia come soggetto sociale. Lapproccio individualistico tipico della modernità, e di cui in misura maggiore o minore siamo tutti intrisi, fa fatica a rendere ragione, a comprendere operativamente la famiglia come soggetto sociale cui riconoscere diritti, spazi, autonomia.

4 Il dato che ciascuno di noi impara a vivere in società attraverso la famiglia, che è dentro la dimensione familiare che si sperimentano le prime dimensioni di affettività, di responsabilità verso gli altri, di solidarietà anche economiche, di cura, di tutela, di protezione e di valorizzazione della persona, sebbene sia oggetto di tante riflessioni, analisi e dibattiti, sembra però non sufficiente per comporre quel complesso di misure di sostegno, quel riconoscimento politico di cui si avverte il bisogno. Lincontro di oggi sta a testimoniare la consapevolezza che occorre fare un passo in avanti, che il tema delle politiche familiari quale capitolo centrale delle politiche sociali, è tuttaltro che esaurito. Per quanti come me si confrontano quotidianamente con le gravi problematiche delle tossicodipendenze ed è impegnato sul fronte della lotta alla droga, immediatamente e costantemente trovano dinanzi la questione famiglia. La droga infatti, non lo si può negare, non è un affare privato. Non è questione di sola pertinenza del singolo. Le sue connotazioni devastanti hanno un ambito primario dove immediatamente si riverberano ed è appunto quello della famiglia. Se in taluni casi il fenomeno delle tossicodipendenza è spia di un disagio familiare, sempre invece si manifesta come inferno delle famiglie, come dimensione potenzialmente implosiva o esplosiva del tessuto familiare, prima che come lacerazione sociale in senso lato. Dalla capacità di risposta della famiglia, dalla sua tenuta, dal modo in cui affronta il problema trova una sua ridefinizione.

5 Per molti anni, forse troppi, le famiglie sono rimaste sole ad affrontare questo problema. Oggi, certo molto è cambiato, si sono fatti indiscutibili passi in avanti, la società nel suo complesso reagisce diversamente davanti a questo fenomeno, sebbene la battaglia è lungi dallesser vinta, nonostante non siano diminuite le necessità di un potenziamento della rete di aiuti, di sostegni, da destinare alla famiglia. Spesso è proprio dal coraggio e dalla reazione di famiglie sane che sono nati fermenti ed iniziative contro la droga. Basti pensare al fenomeno americano delle madri di tossicodipendenti che hanno dato vita ad uno dei più efficaci movimenti di lotta alla droga, non solo sul piano repressivo ma anche di antagonismo alla cultura della droga, a quellinsieme di giustificazioni quanto non di teorie che in nome di un allargamento della coscienza e di una trasformazione della natura umana si facevano e si fanno promotori delluso degli stupefacenti. Questa guerra chimica, che oggi nelle droghe sintetiche sfoggia nuove e più insidiose armi, costituisce unattentato non solo alla salute dei singoli, alla tranquillità dellordine sociale, ma ancora una volta alla famiglia, che per prima ne soffre implicazioni e conseguenze. Se al centro della nostra attenzione e di quella del governo cè la cura e il recupero di quanti sono divenuti dipendenti dalle sostanze stupefacenti, se il tema della repressione dei traffici e dei trafficanti di droga costituisce limpegno quotidiano delle forze dellordine, una rinnovata attenzione va rivolta alle famiglie.

6 Per questa ragione ho desiderato offrire questo contributo, convinto che sostenere le famiglie, articolare politiche per aiutarle, elaborare più avanzate politiche sociali vuol dire muoversi con efficacia sul piano della prevenzione e della promozione di un clima e di un ambiente ostile alla diffusione e alluso degli stupefacenti, come dellabuso dellalcool e di sostanze più in generale nocive alla salute ed allo sviluppo armonico della persona umana. Sviluppare una cultura dellaccoglienza e della solidarietà senza venir meno allesigenza di disincentivare, scoraggiare e quando è il caso reprimere i fenomeni di necrosi sociale emula peraltro un tratto tipico del modo di agire di gran parte delle famiglie, così come noi le conosciamo. Da questa cultura e da questo atteggiamento penso possa attendersi unazione politica, e di politica sociale in specie sempre più avanzata ed efficace.

7 Convegno – Politiche sociali e empowerment della famiglia NASCE LA WAR ON DRUGS. UNA SERA AD ATLANTA … Ma come nasce il movimento della tolleranza zero tanto demonizzato? La signora Sue Rusche, nata e cresciuta nellOhio, studia arte a New York dove si sposa e vive fino a quando, con il marito Henry professore universitario, nel 1962, si trasferisce ad Atlanta, dove lui prende possesso della cattedra di letteratura alla Emory University. Una sera nellagosto del 1976, degli amici della famiglia Rusche danno una festa di compleanno per la loro figlia tredicenne alla fine della quale trovano la figlia e i suoi amici completamente inebetiti sotto leffetto di cannabinoidi. I genitori increduli chiamano a consulto i genitori degli altri ragazzi ed insieme cercano di mettersi in contatto con delle autorità per avere maggiori informazioni a riguardo, soprattutto su come tenere i propri figli lontano da queste sostanze. Si preoccupano e si mobilitano anche se ancora però ben lontani dallimmaginare un impegno sociale militante su scala nazionale. Perché Sue Rusche e le sue amiche di Atlanta decidano di scendere in campo serve infatti un altro shock, il che avviene esattamente un anno dopo. Uno studente della locale Emory University, Robert Topping, figlio e nipote di importanti famiglie della città, viene trovato morto a cause delle percosse di narcotrafficanti, a Miami, in Florida, dove il giovane si era recato per trattare una grossa partita di cocaina, droga che, si scoprirà, abitualmente spacciava allintero del Campus dellUniversità di Atlanta.

8 La realtà aggredisce ormai queste tranquille famiglie borghesi fin dentro le loro case. Mamme e papà iniziano quindi riunioni periodiche tra genitori che, discutendo tra di loro, si rendono conto dellinfluenza che hanno sui loro figli i messaggi veicolati dai cd. Head shop, i negozi alternativi dove, accanto a libri e poster inneggianti ai benefici delluso delle varie droghe, si vendono anche accessori connessi al consumo di droga come, ad esempio, pipe per fumare hashish a forma di astronavi del film Guerre Stellari, oppure pubblicistica orientata a giovanissimi: giornaletti a fumetti dove i protagonisti insegnano come confezionarsi uno spinello o sniffare cocaina. Allepoca sono attivi più di 30.000 di questi negozi sparsi in tutta la nazione che non vendono le sostanze stupefacenti ma spacciano cultura antiproibizionista in maniera più o meno subliminale. Lindagine conoscitiva avviata del gruppo di genitori li porta a rendersi conto anche che nelle camerette dei figli sono sempre presenti i veicoli di quella cultura popolare di ispirazione psichedelica che allora va per la maggiore: dischi, poster e riviste alternative come la diffusa High Times. Anche la scuola non rappresenta più un luogo sicuro; sotto lamministrazione Carter, per esempio, inizia a essere diffuso materiale educativo che insegna agli adolescenti luso responsabile di droga. Anche le istituzioni scolastiche sono ormai permeabili alla ideologia antiproibizionista che si impone incontrastata. La massima autorità istituzionale antidroga nominata da Carter, Peter Bounce, si impegna contro gli allarmismi, e arriva a sostenere, durante tutto il suo mandato, che la marijuana e la cocaina non sono una vera minaccia. Con lavanzare delle leggi di depenalizzazione in uno Stato dopo laltro (sotto lAmministrazione di Jimmy Carter dal 1973 fino al 1978, undici stati depenalizzano i cannabinoidi come la marijuana), le mamme decidono che non cè più tempo perdere e tutto il vicinato, compatto, dà vita al DeKalb County Families in Action. Storicamente si tratta del primo nucleo di combattenti che dà vita alla Guerra alla droga

9 La legittima difesa delle famiglie: il Parents Movement scende in campo Il primo obiettivo del programma di prevenzione delle mamme-coraggio è quello di far cessare lattività degli Head shop. Intorno a questo progetto concreto, Families in Action diviene il catalizzatore di centinaia di gruppi locali che sorgono in maniera spontanea in tutti gli Stati Uniti, lanciando una battaglia politico-culturale contro ogni tipo di droga. I gruppi di genitori sono tutti diversi tra loro per grandezza, tipo di struttura e di approccio, ma tutti sono basati sui valori familiari naturali e tradizionali, e tutti sono fermamente contrari a qualsiasi uso di qualsiasi droga da parte dei minori. Impossibili elencarli tutti: ricordiamo solo il PACT (Parents and Children Togheter), il COPE (Concerned Organization of Parents to Educate), la Tough Love, e la famosa Straight Inc. guidata dai coniugi Sembler. Laver sollevato questioni da un nuovo punto di vista ed animato un dibattito che non si vuole più ad una sola voce, procura subito grandi risultati ad esempio come la conversione, tra gli altri, del dott. DuPont che diventa uno dei maggiori alleati della Rusche. Lo psichiatra Robert Dupont aveva, fino a quel momento, portato avanti le istanze con la forza della sua carica di consigliere per le politiche sulla droga alla Casa Bianca, e nel 1977 avvia il centro di ricerche Institute for Behavior and Health, in Bethesda nello Stato del Maryland. E sul piano educativo che viene condotta principalmente lopera solidaristica. Il dott. Thomas Gleaton, professore di Educazione Sanitaria alla Georgia State University, fonda un gruppo locale nel 1977 con la dott.ssa Marscha Keith Schuchard, sviluppandolo in una struttura formale chiamata PRIDE (Parents Resource Institute for Drug Education), la cui azione si concentra tutta sulleducazione dei giovani. Il gruppo crescerà fino a diventare una realtà internazionale con oltre 15.000 membri attivi.

10 Nello stesso periodo si articola un altro progetto educativo il famoso DARE (Drug Abuse Resistence Education), una serie di lezioni curriculari da tenere nelle scuole di ogni ordine e grado da parte di esperti che formano il corpo docente e consigliano i genitori degli alunni. Questi nuovi programmi erano considerati molto sofisticati perchè basati su tecniche psico-sociali innovative. Agli studenti infatti vengono forniti non solo informazioni sul pericolo delle droghe, ma soprattutto tecniche per resistere alle pressioni dei pari o provenienti da altre fonti, rafforzando, con esercizi appositi, i concetti di autostima e autocontrollo. Con il sostegno pubblico della first lady tutti i delegati, incontrano deputati, senatori e dirigenti delle agenzie governative antidroga per ottenere un adeguato supporto. A partire da quel meeting la collaborazione tra la prima mamma dAmerica e la lobby dei genitori si sviluppa senza soluzione di continuità. Limportanza di questo movimento viene sancito nel 1982 con lemanazione del Federal strategy for prevention of drug abuse and drug trafficking e dallassistenza tecnica ai gruppi locali fornita, su richiesta delle agenzie federali come la DEA e il NIDA. Questo nel periodo iniziale, perché negli anni il movimento si sviluppa e, con lesperienza, diventa esso stesso fonte privilegiata del Know How antidroga. Lefficacia (compassionevole) della lotta alla droga A livello strategico, tre sono gli obiettivi, che fanno di sfondo a tutte le iniziative del Parents movement: 1) Prevenire luso prima che incominci (prevenzione primaria); 2) convincere gli assuntori a cessare il vizio (dissuasione); 3) aiutare tutti coloro che non riescono da soli a smettere e a trovare un trattamento idoneo alle loro esigenze (recupero).

11 Tale esempio evidenzia come in pochi anni, la lotta alla Droga condotta in sinergia esemplare dalle istituzioni e dalla società civile, riesce per la prima volta ad invertire in maniera decisiva la tendenza, riducendo di oltre il 70%, ed in maniera stabile, il numero dei consumatori americani di droga, sia tra gli adolescenti (12-17 anni) che tra i giovani (18-25), minimizzando anche gli alti costi sociali, come crimini e decessi, correlati alluso di tossici. Negli Stati Uniti, nello sforzo di recupero e di attenzione proprio del movimento della War on drugs, sono state promosse, analoghe sperimentazioni che hanno prodotto quella che ormai è una felice realtà: le Drug Court. Le prime "Drug Court" sono comparse in via sperimentale in Florida all'inizio degli anni Novanta in alternativa all'applicazione della legge in maniera tradizionale, come suggerito da numerosi esperti e dal mondo delle associazioni non governative. Oggi sono 1183 le Corti operative in tutti gli Stati federali, e ben presto diventeranno parte integrante del sistema giudiziario centrale. Le "Drug Court" si differenziano per il fatto che, oltre alla attività giudicante, svolgono un'azione di supervisione giudiziaria combinata tra l'organo giudicante, la pubblica accusa, la difesa, i servizi sociali, le forze dell'ordine e le comunità terapeutiche. Questo coordinamento tende a costringere i tossicomani e gli alcolisti, incappati in reati strettamente legati alla loro situazione di vizio, ad utilizzare terapie di recupero in alternativa alla carcerazione.

12 Convegno – Politiche sociali e empowerment della famiglia GLI INSEGNAMENTI DI UNA VITA SPESA PER PER SALVARE I GIOVANI DALLA DROGA Lei fu una delle cofondatrici, negli anni 70, dell "Anti-Drug Parents Movement" (I genitori contro la droga), il primo movimento di opinione pubblica che contrastò le politiche libertarie. Perchè ha cominciato ad impegnarsi in prima persona a combattere la droga? La ragione per la quale ho cominciato ad occuparmene è stata che avevo scoperto che uno dei miei figli fumava gli spinelli; questo è stato più di trentanni fa, nel 1972. A quel tempo non capivo cosa stesse succedendo a mio figlio, era cambiato, non ci ascoltava più, non riuscivamo a capirlo, cominciava ad andare male a scuola. Era insolente e si comportava in modo strano. Io non avevo nessuna informazione, ma sapevo che cera qualcosa che non andava nel suo comportamento, perciò lho portato da un pediatra, da uno psichiatra, gli cambiai anche scuola, ma niente sembrava migliorare la situazione. Aveva quindici anni e non riuscivo a trovare una risposta al problema, non mi era neanche mai venuto in mente che il ragazzo stesse fumando spinelli. Mio figlio? No. Non aveva senso. Ma lessi per caso qualcosa sul giornale che attirò la mia attenzione e lì riconobbi i sintomi del comportamento di mio figlio. Mio marito disse che non poteva essere. Io insistetti: "ecco qui, ho trovato la risposta". A quel punto lo portammo in un centro di riabilitazione, allepoca si era ai primordi, qualcosa di molto diverso da oggi. Ma funzionò.

13 Suo figlio tornò ad uno stile di vita responsabile lontano per sempre dalle sostanze psicotrope? Si. Lo mettemmo in questo programma ed in breve tempo lui cambiò completamente. Rimase lì per nove mesi. Ne uscì bene perché è una ottima persona, Lui aveva una reazione forte al THC (il principio attivo della marijuana.). E pensare che la marijuana che si fumava a quei tempi aveva un contenuto di THC del circa 3%. Oggi mediamente si ha il 30/35%. Uno spinello oggi è come 10 di allora. Comunque, da quando è uscito dalla clinica fino ad oggi mio figlio è stato benissimo. Siamo intervenuti prima che facesse qualcosaltro. E lo avrebbe fatto, ce lo ha confessato. Estato un grande successo. L opera benemerita, in qualche caso eroica, delle comunità terapeutiche costituisce il principale baluardo su cui incentrare risorse e mezzi nelle politiche antidroga? Quanto è capitato a mio figlio è uno dei fatti che mi hanno fatto concentrare sulla necessità della prevenzione. Non si può vincere una guerra soltanto medicando i feriti. E un vecchio detto, ma è vero. Non puoi abbandonare i feriti e devi medicarli, ma non può certamente essere questo il modo per controllare le cose, tanto meno gli spacciatori. Devi essere in grado di prevenire le cose. Allo stesso modo come preveniamo i nostri figli dalle malattie. Li vacciniamo contro il morbillo, li teniamo lontani dalle persone influenzate, questa è una responsabilità dei genitori. Il bambino non và dalla madre a chiedere: "mi faresti un vaccino antipolio?". Ma lo sa la madre, e come lo sa la madre? Lo sa perchè viene informata, viene resa consapevole del fatto che è lei che deve prendere il bambino e portarlo a fare il vaccino.

14 E così che sono giunta alla conclusione che fosse doveroso passare ad altri questa conoscenza, ed è quello che ho realizzato in tutti questi anni. Ho lavorato nel campo dellistruzione attraverso il programma DARE (Drug Abuse Resistance in Education); alle terapie attraverso la comunità STRAIGHT, che non esiste più, ed ho costituito la "Drug Free America Foundation", tesa allo sviluppo di politiche di prevenzione. Non deve essere stata una battaglia facile... Non è stato facile per niente. Cè gente che vuole legalizzare queste droghe. Perchè ? Perchè danno dipendenza, lo sappiamo. La persona che ti vende le sigarette vuole che tu continui a fumare, perchè facendo questo, compri da lui. Chi produce alcool deve pubblicizzarlo ai giovani. Devono fare un marketing mirato ai bambini, perchè sappiamo, come dato scientifico, che se una persona non fa uso di sostanze per alterare la mente fino alletà di almeno 21 anni, a quel punto sarà abbastanza al sicuro, e difficilmente comincerà a quelletà. Esiste però anche una fascia di tossicomani che vengono irretiti anche a 30 anni? Non voglio dire che non lo farà nessuno anche dopo quella età, ma le percentuali di persone che cominceranno a farne uso ed abuso a quella età sono grandemente ridotte. Quello è il segmento di popolazione più a rischio, dalla nascita fino alla maturità, se si riuscisse a proteggerli fino a quella età, non cominceranno a prendere sostanze o a rovinare il proprio futuro perchè a quel punto, da adulti, essi cominceranno a chiedersi "cosa farò per il resto della mia vita", mentre da ragazzini si pensa di vivere per sempre.

15 Secondo lei, la guerra alla droga quindi è anche una guerra di parole, e del senso che si vuole dare ad esse? Negli ultimi 50 anni abbiamo creato una cultura in base alla quale le persone possono alterare la propria coscienza, ed uso spesso questa frase perchè voler alterare la propria coscienza non è necessariamente qualcosa di negativo; il problema è di volerlo fare in maniera artificiale. Puoi infatti alterare la tua coscienza facendo ginnastica, per mezzo della conversazione, della lettura, del lavoro, ma non la si deve alterare artificialmente. Si gioca inoltre anche su altri fattori quali ad esempio ciò che viene chiamato "riduzione del danno", idea che è molto seducente perchè tutti noi facciamo cose per la "riduzione del danno". Sei venuto in macchina? Cosa hai fatto una volta in macchina? Ti sei messo le cinture? Cose questo? E riduzione del danno. E un gesto automatico. Hai quindi praticato un tipo di "riduzione del danno". La cosa intelligente, e la definirei abbastanza diabolica, è proprio questa strategia. Ci sono tanti tipi di cose che facciamo per prevenzione e che possono essere interpretati come riduzione del danno. Ci faccia un esempio concreto delle conseguenze di questa politica riduzionista? Passando alle droghe sintetiche, all exctasy, io non sono mai stata in un exctasy- club, ma conosco un sacco di persone che hanno fatto indagini in questo senso. Cosa si fa in questi posti? Ci troviamo di fronte a vari tipi di "riduzione del danno". Quando prendi questo tipo di droghe il corpo si disidrata e la cosa che più si desidera è lacqua. Come fanno i soldi in questi posti? Vendendo le bottiglie di acqua a 5 dollari. Queste droghe, exctasy, mdma, etc. ti fanno venire una sete tale da desiderare di affogarti nellacqua.

16 In più tengono parcheggiate le ambulanze fuori da questi club. In qualsiasi persona razionale, questo procurerebbe una enorme paura. Tenere lì delle ambulanze significa che tu sai e ti aspetti che qualche cosa potrebbe accadere. Il concetto di riduzione del danno, a pensarci bene, è in realtà una "promozione del danno". Lo fanno I produttori di sigarette con il filtro: Cosa ti dice ? "Va bene, posso fumarla". E questo è il messaggio che tentano di inculcare, che possa essere davvero così. Avete mai visto quel kit che è stato realizzato e distribuito negli Stati Uniti? si chiama "Kit per fumare il crack in sicurezza". Stà per arrivare anche in europa. E un pacchetto in una busta di plastica. Dentro ci sono preservativi, disinfettanti, fogli che spiegano cosa fare e come fumare, e tutta una serie di istruzioni che dovrebbero ridurre i rischi per chi fuma il crack. E orribile!! Questo è il tipo di iniziative che la lobby Pro-Droga stanno facendo e, lasciatemelo dire, stanno purtroppo vincendo. Andrà a finire in una contrapposizione fra chi di noi è ancora sobrio, e chi non lo è. Sarà terribile! E pessimista riguardo alla situazione mondiale? Sono pessimista fino a un certo punto, perchè non credo che il pessimismo sia utile per agire, tutto sommato se sei pessimista finisci per indietreggiare. Penso che si arriverà ad un punto critico. Qualcuno da qualche parte dovrà rendersi conto di cosa significa un pericolo del genere. Come dato scientifico noi sappiamo che, lalcool causa un danno al DNA che si trasmette attraverso le generazioni, e che la predisposizione allalcool è senza dubbio ereditaria. Questo danno è dovuto ad anni, a secoli di persone che hanno bevuto.

17 Oggi ci troviamo di fronte allo stesso identico fenomeno per le persone i cui genitori hanno fatto uso di droghe. Questa situazione non è più infrequente. Cè certamente una differenza fra la dipendenza alla droga di tipo ereditario e la predisposizione verso la droga, perché il danno al DNA significa che se usi sostanze per alterare la mente, diventerai dipendente più in fretta perché hai già quella predisposizione. Ma il danno al DNA dovuto alle droghe è, ancora una volta, un dato di fatto. E una cosa che deve fare molto riflettere, perché stiamo condannando una intera generazione; le persone non si rendono conto di questo pericolo, non reagiscono a questa minaccia, né fisicamente né mentalmente. Ho parlato con tanti ragazzi che strabuzzavano gli occhi quando gli dicevo quello che poteva loro accadere, e quello che è già capitato a tante altre persone. In chiusura di intervista, cosa sente di aver tratto da un impegno per il prossimo così intenso? Ho unesperienza di molti anni in questo settore; dopo 32 anni ne farei altri 32 se ne avessi la forza. Fortunatamente ho incontrato tanta brava gente in giro per il mondo, gente che si è istruita e che è uscita allo scoperto per aiutare altra gente. Persone intelligenti, capaci, trovo che questa sia la cosa più importante che io abbia fatto individualmente, laver promosso questa vocazione in altre persone. Ho capito che se riesci a salvare anche un solo ragazzo, uno solo, hai fatto qualcosa. Ed io sento di aver fatto qualcosa. Non mi adagerò di certo, ma sono soddisfatta di aver portato a termine almeno una buona percentuale di quello che mi ero proposta allinizio, e sono stata anche in grado di influenzare la politica nazionale. Non quanto avrei voluto, perchè ci sono ancora tante opinioni contrastanti su questo argomento, ma almeno ora cè maggior consapevolezza del problema.

18 SHORT LIST DI ORGANIZZAZIONI DI PARTICOLARE INTERESSE Community Anti-Drug Coalitions of America (CADCA) http://cadca.org/ Drug Prevention Network of the Americas http://www.dpna.org/ National Families http://www.nationalfamilies.org/ Parents. The anti drug http://www.theantidrug.com/ Parent Corps http://www.parentcorps.org/

19 Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento Nazionale per le Politiche Antidroga Roma, 12 maggio 2005 Presentazione a cura: M.llo capo G. di F. Cosimo Corso


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