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Le grandi tematiche politico-ambientali

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Presentazione sul tema: "Le grandi tematiche politico-ambientali"— Transcript della presentazione:

1 Le grandi tematiche politico-ambientali
Corso di Geografia e Politica dell’Ambiente

2 Le risorse energetiche L’energia, o dell’ineludibile necessità
Le forme Chimica Elettrica Elettromagnetica Meccanica Nucleare Termica Le fonti Primarie (rinnovabili e non rinnovabili) Secondarie

3 Le fonti primarie non rinnovabili I combustibili di origine fossile
Petrolio Carbone Gas naturale = Metano Assicurano l’80% del consumo mondiale di energia Caratteristiche: Distribuzione spaziale ineguale Tendenzialmente tutte appropriate Richiedono una gran quantità di investimenti per estrarle dal loro ambito naturale e renderle commerciabili Sono sostituibili => favoriscono le innovazioni tecnologiche

4 Le materie prime combustibili per il nucleare
Uranio e Torio Problemi ambientali rilevanti: Sicurezza tecnica del reattore Trattamento e conservazione delle scorie Rischio di attentati e proliferazione delle armi atomiche In Italia, il referendum del 1987 ha inibito per legge la costruzione di nuove centrali nucleari, ma negli ultimi mesi il governo italiano ha deciso il rilancio della produzione energetica nucleare. Alcune perplessità sulla capacità risolutiva del nucleare di fronte alle ricorrenti crisi dei mercati petroliferi: Rappresentano comunque risorse soggette ad esaurimento e non abbastanza estese da consentire la sostituzione di petrolio e gas Elevati costi di costruzione delle centrali e di mantenimento dei reattori Difficoltà della distribuzione Incerti rapporti del nucleare con l’effetto-serra

5 La rinnovabilità delle risorse non è un concetto assoluto:
Le fonti primarie rinnovabili Rispondono alla condizione di equità intergenerazionale Irradiazione solare => Energia solare diretta Acqua => Energia idraulica Vento => Energia eolica Biomasse Gradienti termici e maree Geotermia La rinnovabilità delle risorse non è un concetto assoluto: Si tratta di una rinnovabilità che risulta dal lavoro della natura, che opera con i suoi ritmi e le sue regole, cosicché la risorsa «rinnovabile» può esaurirsi qualora il suo tasso di utilizzo superi il tasso di accrescimento.

6 Alcuni esempi di sfruttamento delle energie rinnovabili

7 La (in)sostenibilità dei trend di consumo energetico
I risparmi energetici sono un fenomeno marginale in un quadro di sostanziale stabilità dei valori dell’intensità energetica (IE), che stabilisce un rapporto fra la ricchezza prodotta (PIL) e il consumo di energia (E): L’IE è assunta come misura fondamentale dell’efficienza del sistema, nel senso che quanto è più bassa l’intensità energetica tanto maggiore è l’efficienza e viceversa. La domanda crescente di combustibili fossili incontrerà a breve un trend declinante dell’offerta, che metterà l’umanità di fronte a una difficile transizione verso un regime energetico più sostenibile, soprattutto in relazione alle prospettive di esaurimento dei giacimenti di petrolio nel breve/medio periodo (crisi petrolifera stimata entro la fine del XXI secolo) IE= E/PIL

8 L’effetto serra e il cambiamento climatico
Aumento della temperatura dell’atmosfera a causa della crescita della percentuale di alcuni gas (GHG – Greenhouse gases), in particolare di anidride carbonica. L’effetto–serra naturale è una condizione vitale per il nostro pianeta, ma la sua accentuazione, dovuta soprattutto all’accumulo di CO2 legata alla combustione di carburanti fossili, intrappola e riflette una maggiore quantità di calore che non riesce più a disperdersi nello spazio e riscalda più della norma l’atmosfera. => L’Onu crea l’IPCC (International Panel on Climate Change) con l’incarico di studiare i cambiamenti climatici legati all’effetto-serra. Viene provata l’esistenza di una correlazione tra gas-serra e riscaldamento terrestre. Oggi non si considera più il cambiamento climatico come una fase di un ciclo, ma come un trend di riscaldamento accelerato 1988

9 Il Protocollo di Montreal (1987 – in vigore dal 1/01/1989)
Obiettivo: proteggere l’ozonosfera dall’impoverimento, controllando le emissioni delle sostanze responsabili del c.d. “buco dell’ozono” Clorofluorocarburi (CFC) e Clorofluorobromuri (halon) Il Protocollo di Kyoto (1997 – in vigore dal 16/02/2005) Perché tanto tempo? Il no degli Stati Uniti impediva il raggiungimento della doppia soglia minima di impegni sottoscritti: 55% dei paesi del mondo le cui emissioni rappresentino il 55% del totale delle emissioni controllate. L’adesione della Federazione Russa nel 2004 ne ha permesso l’entrata in vigore.

10 Il Protocollo di Kyoto Obiettivo: riduzione totale delle emissioni di GHG del 5,2% rispetto al 1990 per il periodo Mercato delle emissioni (Emission Trading): “borsa” dove è possibile acquistare le quote dei paesi virtuosi che sono riusciti a ridurre le emissioni di CO2 più del dovuto. JI – Joint Implementation Meccanismi flessibili: CDM – Clean Development Mechanism Carbon Sink - LULUCF Consentono di aquisire diritti a eccedere le emissioni assegnate (Assigned Amount Units) grazie ad azioni internazionali atte a ridurre le emissioni di GHG fuori dal territorio nazionale. Decisione 2002/358/CE => l’UE accetta gli impegni di Kyoto approvando la riduzione delle emissioni dell’8% rispetto al 1990 nel periodo , potenziando il mercato delle emissioni attraverso la Direttiva 2003/87/CE che crea l’EU – Emission Trading Scheme. Oggi è in fase di negoziazione il pacchetto emissioni-energia dell’UE che stabilisce la formula entro il 2020 => riduzione del 20% delle emissioni di CO2, 20% del consumo di energia derivante da rinnovabili, aumento del 20% dell’efficienza energetica.

11 L’acqua, l’oro blu del XXI secolo
E’ ancora un Global Commons? Attraverso la gestione delle risorse idriche (privatizzazioni), l’acqua sta diventando un bene privato trattabile secondo logiche di mercato. Tuttavia la gestione dell’acqua è necessaria, per mettere in atto adeguate misure di risparmio, distribuzione e depurazione. Si è dato il via a livello europeo ad una politica sostenibile a lungo termine Non esistono meccanismi di regolazione globale dell’acqua simili a quelli elaborati per l’aria, ma solo una gran quantità di trattati bilaterali e approcci confliggenti fra loro: Principio della sovranità territoriale assoluta Principio della integrità territoriale assoluta Regola del primo (storico) utilizzatore Regola della ragionevole ed equa spartizione Regola dell’appartenenza Regola dello sviluppo ottimale Direttiva 2000/60/CE

12 La Biodiversità La varietà delle forme di vita Due approcci: genetico, basato sulla classificazione delle specie viventi di Linneo ecosistemico, basato sulla varietà delle specie in un dato ecosistema Quando si comincia a parlare di biodiversità? => Rachel Carson pubblica “Silent Spring”, denunciando i pericoli invisibili del DDT. L’autrice afferma che l’avvelenamento della catena alimentare in un punto produce un avvelenamento sistemico e generale. Si prende coscienza che l’azione umana e le trasformazioni dell’ambiente comportano l’alterazione di un ecosistema e la riduzione della sua complessità, intesa come ricchezza di specie e produttività. 1962

13 Il cambiamento biologico degli ecosistemi
Selezione naturale Cambiamenti climatici Azione dell’uomo => dalla prédaction alla production, cioè l’artificializzazione dello spazio attraverso l’agricoltura. L’attività agricola ha contribuito ad accelerare il processo di perdita di biodiversità, perché l’uomo seleziona le specie a lui più utili eliminando le altre (ad esempio le erbacce). Il cambiamento biologico di origine antropica sta portando alla «sesta estinzione»

14 Strategie di conservazione della natura
1872 => nasce il primo parco naturale di Yellowstone 1970 => National Environmental Policy Act 1971 => Convenzione di Ramsar, primo trattato globale che assume l’ecosistema a base dell’azione per la conservazione della natura 1992 => Convenzione sulla diversità biologica (Rio de Janeiro) Conservazione della diversità biologica Uso sostenibile delle sue componenti Equa divisione dei benefici derivanti dall’uso delle componenti della biodiversità 1992 => Direttiva 92/43/CEE Habitat, direttiva di recepimento della CDB, che prevede la realizzazione di un network di aree protette europee «Natura 2000» 2001 => Sesto Programma d’azione per l’ambiente (2001/2010), riconosce la biodiversità come uno degli obiettivi prioritari dello sviluppo sostenibile


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