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ATTUALITÀ DI UN’IMPOSTAZIONE CATECUMENALE

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Presentazione sul tema: "ATTUALITÀ DI UN’IMPOSTAZIONE CATECUMENALE"— Transcript della presentazione:

1 ATTUALITÀ DI UN’IMPOSTAZIONE CATECUMENALE
DELLA IC: LE TRE NOTE DELLA CEI

2 Siamo OGGI testimoni di un’EVOLUZIONE EPOCALE, non ancora portata a termine, nel modo di condurre l’azione ecclesiale delle nostre comunità. Alcuni testi magisteriali hanno segnato questa svolta: 1) il Documento di base “Il rinnovamento della catechesi” (DB, 1970) 2) Il rito della iniziazione cristiana degli adulti (RICA, edizione italiana 1978) 3) “Il Direttorio generale per la catechesi (1997).

3 L’INTERROGATIVO DI FONDO:
Come “fare i cristiani” oggi? LA RISPOSTA UNANIME DEL MAGISTERO UNIVERSALE E LOCALE (VESCOVI ITALIANI): attraverso un’evangelizzazione e una catechesi d’ispirazione catecumenale: cioè che ripercorrano le tappe e lo stile dell’antico catecumenato

4 La “svolta” in atto in Italia:
Insoddisfazione per un’azione ecclesiale sempre più inadeguata nel far fronte alla dispersione dei cristiani: A) molti seguono altre fedi; B) molti si sono allontanati dalla pratica cristiana; C) molti “adorano altri idoli” come il denaro, il successo, il benessere materiale…

5 IL “DOCUMENTO BASE” COME PUNTO DI PARTENZA DELLA RIFLESSIONE SULL’IC
Il Documento base “Il Rinnovamento della catechesi” [ ] introdusse il tema della catechesi nel quadro ampio della pastorale come educazione alla fede e integrazione tra fede e vita.

6 I NUOVI CRITERI CHE DEVONO ORIENTARE LA CATECHESI SECONDO IL DB:
1) Cristo come centro vivo della catechesi;

7 2) la catechesi opera della comunità intera;

8 3) criterio determinante è la fedeltà all’uomo in situazione e la fedeltà a Dio;

9 4) il catechista maestro, testimone, educatore;

10 5) l’atto catechistico si compone di
insegnamento; esperienze di carità; celebrazioni liturgiche.

11 L’espressione visibile del progetto catechistico italiano: i catechismi della CEI
A partire dai criteri formulati nel DB la CEI pubblica “I catechismi per l’iniziazione cristiana” caratterizzati da alcune SCELTE METODOLOGICHE:

12 (dall’infanzia alla maturità);
1) Il criterio delle età (dall’infanzia alla maturità);

13 2) Un “catechismo per la vita cristiana” e non solo per i sacramenti

14 e circolarità dei contenuti
3) Gradualità e circolarità dei contenuti

15 4) Finalità: promuovere l’incontro personale con Cristo e
la scelta di adesione ad una comunità viva.

16 Vino nuovo in otri vecchi…
Nonostante i nuovi catechismi CEI il modello d’iniziazione cristiana rimane fondamentalmente quello “SCOLASTICO”…

17 Le richieste “profetiche” del DB appaiono generalmente disattese:
Obiettivo della catechesi è integrare la fede con la vita (n.38): ma la catechesi è rimasta preparazione approssimativa ai sacramenti…

18 I destinatari principali della catechesi sono gli adulti (n
I destinatari principali della catechesi sono gli adulti (n.124): ma la catechesi è rimasta prodotto per i bambini, che i genitori ci affidano un’ora alla settimana

19 Prima dei catechismi ci sono i catechisti, anzi le comunità (n
Prima dei catechismi ci sono i catechisti, anzi le comunità (n. 200): ma di fatto le comunità appaiono poco coinvolte nella catechesi dei ragazzi

20 RINNOVARE L’IMPIANTO COMPLESSIVO DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA!
Non basta proporre nuovi strumenti. Occorre RINNOVARE L’IMPIANTO COMPLESSIVO DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA!

21 UN’INIZIAZIONE CRISTIANA CON UN’ISPIRAZIONE ED UNA STRUTTURA “CATECUMENALE”:
IL RITORNO AL RICA

22 Il RICA non è soltanto un rituale per i catecumeni…
MA UN TESTO CHE OFFRE UN MODELLO D’INIZIAZIONE CRISTIANA ADEGUATO PER UNA SOCIETA’ SCRISTIANIZZATA

23 Nella Premesa del Rito dell'iniziazione cristiana degli adulti si legge infatti che esso non riguarda soltanto «coloro che non sono stati battezzati e che sono mossi dallo Spirito santo ad aprire il cuore alla fede», ma anche «coloro che pur già battezzati, non hanno ricevuto alcuna educazione né catechistica né sacramentale»

24 “FORMA TIPICA” PER LA FORMAZIONE CRISTIANA
-Inoltre si afferma che tale testo è di estremo interesse per tutta la comunità cristiana, in quanto «presenta alcune linee e indicazioni di grande stimolo per il rinnovamento pastorale». Infatti «l'itinerario, graduale e progressivo, di evangelizzazione, iniziazione, catechesi e mistagogia è presentato dall‘”Ordo” con valore di forma tipica per la formazione cristiana».

25 «una feconda sorgente ispiratrice di iniziative di evangelizzazione,
Per questo si auspica che esso divenga «una feconda sorgente ispiratrice di iniziative di evangelizzazione, di catechesi e di esperienze comunitarie».

26 TRE NOTE PASTORALI SULL’INIZIAZIONE CRISTIANA
La CEI, in risposta alle istanze del RICA, in vista di un rinnovamento profondo della prassi dell’iniziazione cristiana ha pubblicato TRE NOTE PASTORALI SULL’INIZIAZIONE CRISTIANA

27 SCOPO IMMEDIATO DELLE 3 NOTE
Le 3 note si propongono anzitutto di rendere percorribili gli itinerari per diventare cristiani tracciati dal Rito per l’iniziazione cristiana degli adulti.

28 SCOPO SECONDARIO MA NON MENO IMPORTANTE:
Le tre note pastorali mirano ad offrire dei criteri per un rinnovamento profondo della prassi ordinaria dell’iniziazione cristiana a partire dalle indicazioni del RICA.

29 Le tre note fanno riferimento alla STRUTTURA DEL RICA:
Il “Rito”, nei suoi capitoli, presenta: 1) l’itinerario per gli adulti che chiedono il battesimo (cap.1, Rito del catecumenato secondo i vari gradi);

30 2) L’itinerario per i ragazzi che iniziano il cammino di fede e non sono stati battezzati (cap.5, Rito dell’iniziazione cristiana dei fanciulli nell’età del catechismo);

31 L’itinerario per gli adulti che devono completare l’iniziazione interrotta da bambini con il sacramento della Confermazione e dell’Eucaristia (cap. 4, Preparazione alla Confermazione e all’Eucaristia degli adulti battezzati da bambini che non hanno ricevuto la catechesi); …ma anche per gli adulti che dopo anni di lontananza sentono il bisogno di riaccostarsi a Cristo e alla chiesa cattolica.

32 LE TRE NOTE CORRISPONDONO A QUESTE TRE PARTI DEL RICA:
L’iniziazione cristiana 1. Orientamenti per il catecumenato degli adulti (1997): per gli adulti che chiedono il battesimo

33 L’iniziazione cristiana 2
L’iniziazione cristiana 2. Orientamenti per l’iniziazione dei fanciulli e dei ragazzi da 7 a 14 anni (1999): per i ragazzi che non sono battezzati e iniziano il cammino di fede;

34 L’iniziazione cristiana 3
L’iniziazione cristiana 3. Orientamenti per il risveglio della fede e il completamento dell’iniziazione in età adulta (2003), per gli adulti che devono completare l’iniziazione interrotta da bambini o che, dopo anni di lontananza, sentono il desiderio di riaccostarsi a Cristo.

35 DOV’È LA NOVITÀ? Diversamente dagli anni passati, il richiamo dei vescovi e le riflessioni pastorali non sono più affermazioni generiche sulla necessità di evangelizzare o di diventare missionari anche in Europa, ma propongono modelli di itinerari nello stile del catecumenato

36 La prima nota Dopo una breve introduzione, il documento si articola in tre capitoli: I. Un’essenziale memoria storica del catecumenato e della iniziazione cristiana; II. Il processo iniziatico previsto dal RICA; III. Indicazioni pastorali per l’iniziazione cristiana degli adulti nelle nostre Chiese.

37 Il riferimento al CATECUMENATO ANTICO e ai suoi PRINCIPI ISPIRATORI
Nel primo capitolo si richiama succintamente l’esperienza del catecumenato antico, di cui vengono sottolineati i suoi elementi costitutivi:

38 1) Tirocinio della vita cristiana

39 2) Cammino a tappe

40 3) Formazione catechistica, ascetico-penitenziale e liturgica

41 4) Accompagnamento della comunità.

42 I PRINCIPI CARDINE DEL RICA
si ricorda la restaurazione del catecumenato voluto dal Concilio Vaticano II, le cui direttive troveranno pratica attuazione nel nuovo Rito dell’OICA. Sinteticamente sono elencati alcuni principi su quali poggia il RICA:

43 primato dell’evangelizzazione;
il ruolo della comunità cristiana nella iniziazione, sottolineando che è la Chiesa che fa i cristiani; l’unità organica dei tre sacramenti dell’iniziazione; l’inserimento del processo iniziatico nell’anno liturgico; l’attenzione alle persone e ai loro ritmi di crescita; l’iniziazione cristiana come processo a termine (cf. nn ).

44 IL CATECUMENATO “PRASSI ORDINARIA” PARROCCHIALE
Nel terzo capitolo si sottolinea come la pastorale catecumenale deve necessariamente esprimersi nella scelta operativa del catecumenato, che “deve passare da esperienza marginale a prassi ordinaria”. Il catecumenato, infatti, “non è qualche cosa di aggiuntivo, ma momento fondamentale dell’attività delle nostre comunità ecclesiali” (n. 41).

45 LA NECESSITA’ DI UN’AZIONE CATECUMENALE
Non c’è Chiesa senza l’azione catecumenale perché la Chiesa è una madre che genera continuamente. Nei primi secoli non esisteva il termine “catecumenato”, ma soltanto quello di “catecumeni” ad indicare quelle persone catechizzate che la Madre Chiesa aiuta a diventare veri discepoli di Cristo.

46 Il CATECUMENATO SOCIALE
Nel Medioevo e nella Modernità, durante la cosiddetta “era del catechismo”, l’azione catecumenale della Chiesa era garantita dal tessuto sociale e familiare fortemente impregnati dalla fede e dai valori cristiani: il cosiddetto CATECUMENATO SOCIALE

47 DIVERSE ESPERIENZE CATECUMENALI
La Nota osserva che quanto detto suppone la messa in opera di forme diversificate di esperienze catecumenali (nn. 5-6):

48 il ripristino del catecumenato vero e proprio per giovani e adulti, ma anche per fanciulli e ragazzi che desiderano accedere al battesimo;

49 la proposta di un cammino catecumenale per completare l’iniziazione cristiana sia dei fanciulli e ragazzi, sia degli adulti che, battezzati da piccoli, chiedono di ricevere la confermazione e l’eucaristia;

50 la scelta di itinerari formativi ispirati al catecumenato per giovani e adulti che, pur avendo ricevuto i sacramenti dell’iniziazione, non hanno avuto una formazione cristiana, o si sono di fatto allontanati dalla fede, oppure vivono nell’indifferenza religiosa.

51 IL PROGETTO DELLE TRE NOTE PASTORALI PRESUPPONE QUINDI UNA REALIZZAZIONE DIVERSIFICATA DELL’UNICO MODELLO CATECUMENALE

52 LA SECONDA NOTA PASTORALE
La seconda nota pastorale della CEI si propone di tradurre in un itinerario percorribile il capitolo V del RICA: La Nota è stata approvata dal Consiglio episcopale permanente della CEI nel 1999, con il titolo: L’iniziazione cristiana 2. Orientamenti per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dai ragazzi da 7 a 14 anni.

53 IL CATECUMENATO DEGLI ADULTI E’ IL MODELLO DI RIFERIMENTO.
La PRIMA NOTA aveva affermato che «il catecumenato degli adulti costituisce il modello di ogni percorso di iniziazione cristiana» (Nota 1, n. 41). L’iniziazione cristiana dei fanciulli e dai ragazzi dovrà quindi riferirsi ai principi enunciati nella prima nota CEI

54 …MA SONO NECESSARI DEGLI ADATTAMENTI:
L’itinerario di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi «rimanda per contenuti e modalità a quello previsto per gli adulti che chiedono il Battesimo, ma tiene conto delle peculiarità proprie dell’età della fanciullezza e della preadolescenza, del loro specifico legame familiare, del contesto socio-ambientale in cui sono inseriti e del bisogno particolare di una crescita armonica e integrale a garanzia della loro crescita spirituale» (n. 20).

55 STRUTTURA DELLA NOTA La Nota, dopo aver tracciato al capitolo I la situazione attuale della richiesta del Battesimo da parte di fanciulli in Italia, e dopo aver raccontato la storia dell’iniziazione cristiana nella penisola a partire dei primi secoli fino al progetto catechistico italiano, espone gli elementi essenziali dell’itinerario di IC.

56 I SACRAMENTI COME SUGGELLO DI UN AUTENTICO CAMMINO DI FEDE
Al n.7 si legge: «Il Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti dedica alla “iniziazione cristiana dei fanciulli nell’età del catechismo” il capitolo V, nel quale viene data grande importanza all’istituzione di un cammino catecumenale, che culmini con la celebrazione unitaria dei sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia. Adottando questa modalità, la Chiesa fa appello all’esigenza del tutto tradizionale di non dare i sacramenti, e il Battesimo in specie, in modo indiscriminato.

57 La richiesta dei genitori o il desiderio del fanciullo, unito al consenso dei genitori, sono la condizione necessaria ma non sufficiente per accedere ai sacramenti. Da lì dovrebbe iniziare un itinerario progressivo e disteso nel tempo, grazie al quale si consolida nella vita del fanciullo, con la partecipazione dei genitori, la conoscenza dei misteri della fede e la pratica delle virtù cristiane, per un’apertura incondizionata alla grazia sacramentale».

58 L’IDEA DI INIZIAZIONE CRISTIANA DELLA 2° NOTA
«Per iniziazione cristiana si può intendere il processo globale attraverso il quale si diventa cristiani. Si tratta di un cammino diffuso nel tempo e scandito dall’ascolto della Parola, dalla celebrazione e dalla testimonianza dei discepoli del Signore attraverso il quale il credente compie un apprendistato globale della vita cristiana e si impegna in una scelta di fede e a vivere come figlio di Dio ed è assimilato, con il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia ad mistero pasquale di Cristo nella Chiesa» (n. 19).

59 L’INSISTENZA SULLA “PRIMA EVANGELIZZAZIONE”
La seconda nota CEI insiste particolarmente sull’importanza di un “primo annuncio” di Cristo, che non presupponga la fede dei destinatari:

60 La nota invita a cambiare mentalità lasciandosi ispirare dal paradigma catecumenale.
Ciò significa riconoscere un dato di fatto: il cammino di fede delle famiglie che chiedono i sacramenti per i propri figli è spesso ridotto ai minimi termini, per cui risulta decisiva una fase di “prima evangelizzazione”.

61 Tale fase, previa alla vera e propria educazione della fede, è tesa a favorire l’initium fidei, perché nulla può essere dato per scontato o presupposto.

62 Come scrivono i Vescovi italiani negli orientamenti pastorali per il primo decennio del 2000,
“Anche i fanciulli e i ragazzi che sono stati battezzati da infanti su richiesta delle loro famiglie hanno bisogno di essere interpellati dall’annuncio del Vangelo nel momento in cui iniziano il loro cammino catechistico. Sempre più spesso, infatti, non si può presupporre quasi nulla riguardo alla loro educazione alla fede nelle famiglie di provenienza. L’incontro con i catechisti diviene per i fanciulli una vera e propria occasione di «prim evangelizzazione». […] Questa attenzione dovrà accompagnare ancor più la catechesi dei ragazzi e dei giovani e ci dovrà sospingere a ripensare costantemente l’iniziazione cristiana nel suo insieme e gli strumenti catechistici che l’accompagnano” (CVMC, 57)

63 UN CAMMINO GLOBALE E COMUNITARIO/FAMILIARE
In secondo luogo l’ispirazione catecumenale chiede di passare da un itinerario quasi totalmente catechistico-dottrinale a un cammino educativo globale, rivolto alla famiglia e al ragazzo, fatto di annuncio e di ascolto della Parola, di celebrazioni liturgiche e di quel progressivo inserimento nella comunità cristiana che è in grado di favorire l’assunzione di un vero stile di vita cristiana.

64 IL RIFERIMENTO ALLA “MISTAGOGIA”
Il catecumenato prevede una fase di “mistagogia”, un tempo di grazia successivo al momento sacramentale in cui sostenere l’appropriazione personale di quanto celebrato.

65 L’ITINERARIO PROPOSTO DALLA “GUIDA” DEL SERVIZIO NAZIONALE PER IL CATECUMENATO
La seconda nota del Consiglio permanente della CEI al n. 57 afferma: “Al Servizio nazionale per il catecumenato, con la collaborazione dell’Ufficio catechistico nazionale e dell’Ufficio liturgico nazionale, è affidato il compito di predisporre un sussidio dettagliato per attuare in modo facile e ricco gli itinerari indicati”.

66 Alla fine del mese di ottobre 2001 è uscita presso la Elledici la “Guida per l’itinerario catecumenale dei ragazzi” a firma del Servizio nazionale per il catecumenato, portando così a termine l’incarico assegnato dalla Nota del Consiglio Permanente.

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68 Come si presenta la “Guida”
La “Guida” si compone di tre sezioni: la prima sezione riporta la Nota del Consiglio permanente della CEI “L’iniziazione cristiana. 2. Orientamenti per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi dai 7 ai 14 anni” (Roma, 23 maggio 1999).

69 la seconda sezione presenta un quadro sinottico che descrive l’itinerario nei suoi tempi e nelle sue dimensioni educative essenziali: i suoi tempi, cioè la prima evangelizzazione – il catecumenato – l’Ultima Quaresima – la mistagogia. Le sue dimensioni: i contenuti riferiti prima di tutto alla Bibbia, poi ai catechismi della CEI, le esperienze da cominciare a vivere gradatamente come cristiani, le celebrazioni che scandiscono i tempi.

70 la terza sezione, infine, percorre in dettaglio tutto l’itinerario sviluppandone le varie tappe e specificando il cammino da svolgere con il testo liturgico delle celebrazioni, in genere adattate dal RICA.

71 LA TERZA NOTA DELLA CEI SULL’INIZIAZIONE CRISTIANA
L’INIZIAZIONE CRISTIANA. 3. ORIENTAMENTI PER IL RISVEGLIO DELLA FEDE. IL COMPLETAMENTO DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA IN ETÀ ADULTA (2003)

72 preceduti da un’introduzione.
STRUTTURA La Nota si articola in quattro capitoli, preceduti da un’introduzione.

73 Introduzione La sete di Cristo (nn. 1-4)
Partendo dall’icona dell’incontro di Gesù con la Samaritana (Gv 4,1-42), si afferma che l’uomo è alla ricerca della felicità, in un anelito profondo di essere amato e di amare. L’incontro con Cristo e con il suo Vangelo suscita e ad un tempo placa la sete profonda di Dio che l’uomo si porta nel cuore. Da qui il dovere della Chiesa di evangelizzare e il diritto di ogni uomo di venire in contatto con il Vangelo della salvezza.

74 Capitolo primo L’ascolto (nn. 5-18)
La comunità cristiana è chiamata ad ascoltare ed accogliere con amore e attenzione le domande religiose di ogni uomo, da qualunque parte vengano, anche se bisognose di chiarezza e purificazione. Da parte loro i cristiani devono essere in grado di porsi come interlocutori credibili e convincenti nei confronti di chi pone una domanda di fede. Le persone e le situazioni esistenziali in cui può nascere una domanda di fede sono varie. A tutti la Chiesa è chiamata ad offrire una risposta e un accompagnamento adeguati.

75 Capitolo secondo L’annuncio (nn. 19-28)
Il Vangelo è innanzitutto una persona: Gesù Cristo, che va annunciato e fatto incontrare. «Al centro del kerygma di Gesù non c’è il comportamento dell’uomo, ma Dio e la sua regalità ». «La conversione dell’uomo non è quindi la condizione della sovrana e benevola vicinanza di Dio, ma la sua conseguenza» (IC/3, n. 29).

76 Il nucleo del primo annuncio si compone di tre elementi:
1) la rievocazione degli avvenimenti riguardanti Gesù e in particolare la sua morte e risurrezione; 2) un’interpretazione di questo evento alla luce delle Scritture; 3) un appello alla conversione.

77 «In sintesi, l’annuncio ha per oggetto il Cristo crocifisso, morto e risorto: in lui si compie la piena e autentica liberazione dal male, dal peccato e dalla morte; in lui Dio dona la “vita nuova”, divina ed eterna. E’ questa la “buona notizia” che cambia l’uomo e la storia dell’umanità e che tutti i popoli hanno il diritto di conoscere. Tale annuncio va fatto nel contesto della vita dell’uomo e dei popoli che lo ricevono» (IC/3, n. 22; RM 44).

78 La nota afferma che l’’evangelizzazione consiste in questo primo annuncio della salvezza a chi non crede, ma questa azione della Chiesa è necessaria e insostituibile anche per chi necessita di ridestare o di ravvivare una fede spenta o soffocata dall’indifferenza e dall’oblio

79 Capitolo terzo L’accompagnamento (nn. 29-40)
La comunità cristiana, in tutta la sua molteplice varietà di doni e di ministeri, è soggetto primario di accompagnamento nel cammino di iniziazione alla fede e alla vita cristiana. Alla parrocchia si chiede di essere sempre di più «luogo di accoglienza, di dialogo, di discernimento e di iniziazione» (cf. n. 32).

80 UN GRUPPO NON “CHIUSO IN SE STESSO”
Da parte sua, il “gruppo di ricerca nella fede” non deve chiudersi in se stesso, ma «allargarsi ad un continuo contatto e a un aperto confronto con altre esperienze» di vita cristiana (cf. n. 33).

81 IL RIFERIMENTO ALL’ANNO LITURGICO
Il modo più ordinario per seguire un itinerario di fede è l’Anno liturgico: esso permette un graduale e crescente inserimento nel mistero di Cristo e un reale incontro con lui attraverso la preghiera e la celebrazione liturgica (cf. nn ).

82 Capitolo quarto Gli itinerari (nn. 41-61)
L’ultimo capitolo della Nota si sofferma sui possibili itinerari per chi, battezzato, si pone in un cammino di fede per completare l’iniziazione o per rimotivare la sua appartenenza ecclesiale.

83 LUOGHI DI ACCOGLIENZA DISINTERESSATA E DI CONFRONTO
La Nota propone l’istituzione nelle comunità cristiane di luoghi di confronto e di accompagnamento che offrano spazi di dialogo e di ricerca per coloro che, in circostanze particolari della loro vita, cercano risposte a interrogativi e speranza nelle angosce esistenziali. Il primo annuncio sarà tanto più efficace quanto più le comunità cristiane sapranno esprimere accoglienza disinteressata, rispetto, delicatezza, fiducia, assenza di giudizio e soprattutto la gioia della loro fede.

84 Conclusione L’ESIGENZA PRIORITARIA DI UNA “CONVERSIONE PASTORALE”…

85 Le tre Note hanno il pregio di una certa concretezza, ma chiedono prima di tutto una “conversione pastorale”, già ben evidenziata dagli Orientamenti per il primo decennio del 2000, “Comunicare il vangelo in un mondo che cambia” (2001):

86 La comunità cristiana dev’essere sempre pronta a offrire itinerari di iniziazione e di catecumenato vero e proprio.

87 Nuovi percorsi sono richiesti infatti dalla presenza non più rara di adulti che chiedono il battesimo, di «cristiani della soglia» a cui occorre offrire particolare attenzione, di persone che hanno bisogno di cammini per «ricominciare».

88 «La nostra «conversione pastorale» è, in qualche misura, già in atto ed è sollecitata dai cambiamenti nella società e di fronte alla fede. Al centro di tale rinnovamento va collocata la scelta di configurare la pastorale secondo il modello della iniziazione cristiana, che – intessendo tra loro testimonianza e annuncio, itinerario catecumenale, sostegno permanente della fede mediante la catechesi, vita sacramentale, mistagogia e testimonianza della carità – permette di dare unità alla vita della comunità» (n. 59).


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