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METODOLOGIA DELL'INSEGNAMENTO

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Presentazione sul tema: "METODOLOGIA DELL'INSEGNAMENTO"— Transcript della presentazione:

1 METODOLOGIA DELL'INSEGNAMENTO
LE COMPETENZE PEDAGOGICHE DELL’ EDUCAZIONE MOTORIA Massimo Oliveri

2 L' IMPORTANZA DELLA METODOLOGIA DELL' INSEGNAMENTO
Ogni allenatore trascorre molto tempo in attivita’ di insegnamento dove cerca di risolvere problemi. Ogni allenatore escogita soluzioni, trasmette informazioni , suscita atteggiamenti . Ogni allenatore cerca di ottimizzare le tecniche e di aumentare la consapevolezza degli allievi . OGNI ALLENATORE E’ UN INSEGNANTE

3 IL DOCENTE PER INSEGNARE
DI COSA HA BISOGNO IL DOCENTE PER INSEGNARE IN MODO EFFICACE COMUNICAZIONE ORGANIZZAZIONE LEADERSHIP MOTIVAZIONE (personale) GESTIONE DEL TEMPO TECNOLOGIE

4 ASPETTI FONDAMENTALI DELL' ESSERE INSEGNANTE
PSICOSOCIOLOGICO : conoscenza dell’allievo e del contesto sociale in cui vive. DIDATTICO : conoscenza della metodologia didattica, saper valutare ed educare. DEI CONTENUTI: conoscenza della materia sotto i suoi aspetti tecnici, tattici e organico-motori.

5 METODI D'INSEGNAMENTO Nell’insegnamento, il metodo dovrebbe assistere il docente o il tecnico nel raggiungimento degli obiettivi previsti nella lezione o nell’allenamento. I metodi d’insegnamento sono mezzi o strumenti didattici attraverso i quali l’insegnante organizza e conduce le situazioni di apprendimento-insegnamento, con l’intento di apportare modifiche e cambiamenti significativi nelle condotte e nei comportamenti dei propri allievi.

6 IL METODO E'... Un procedimento consapevole , strutturato e organizzato di contenuti teso a stimolare l’apprendimento . Viene messo in atto per aiutare l’allievo a raggiungere obiettivi precedentemente programmati (SAPER FARE) .

7 METODI D'INSEGNAMENTO Globale Per parti progressivo Analitico

8 QUALE METODO ... (Progetto M.O.T.O. 2004)
La decisione su quale METODO impiegare va fatta considerando le caratteristiche del compito (integrazione e interazione fra le varie parti che costituiscono il gesto completo) e la complessita’ dell’ esercizio in relazione alle capacita’ del soggetto che apprende. (Progetto M.O.T.O. 2004)

9 METODO GLOBALE E' un modo di apprendere un “movimento come un tutto strutturalmente organizzato da non potersi frantumare in singoli elementi e interrompere in un punto senza svilire l’ unita’ che la rende tale”. In generale il metodo globale e’preferibile quando il compito presenta caratteristihe di alta organizzazione e bassa complessita’ (Hylor e Briggs 1963) Quando e’ possibile , e’ preferibile utilizzare il metodo globale per i risultati positivi che esso comporta.

10 Globale METODI D'INSEGNAMENTO Vantaggi a livello a) Cognitivo
b) Motorio C) Motivazionale

11 METODO ANALITICO E' un modo di apprendere un “movimento come un aggregato di frazioni elementari o di elementi semplici”. In generale il metodo analitico e’preferibile quando il compito presenta caratteristihe di bassa organizzazione e alta complessita’. (Hylor e Briggs 1963) Focalizzando l’ attenzione su elementi singoli del movimento offre indubbi vantaggi sulla comprensione dei dettagli del gesto e sulla correzione dell’errore.

12 Analitico METODI D'INSEGNAMENTO Vantaggi
nella comprensione dei dettagli b) nella correzione dell’errore

13 STILI DI INSEGNAMENTO E' un insieme di comportamenti e di scelte didattiche del docente nella situazione educativa. Nel concetto di stile confluiscono diversi aspetti: - Il tipo di decisioni assunte dall'insegnante - Le strategie didattiche adottate - Il grado di responsabilità ed autonomia che viene sollecitato negli allievi - Le modalità di controllo sociale e di mantenimento della disciplina

14 STILI DI INSEGNAMENTO In linea generale i due stili principali di insegnamento , sono collocati all’ estremita’ di una qualsiasi strategia didattica e sono: - STILE DIRETTIVO (o deduttivo) - STILE NON DIRETTIVO (o induttivo) Questi due stili si contraddistinguono per l’ enfasi che pongono l’ uno sull’ intervento diretto dell’ insegnante , l’ altro sull’ assunzione da parte degli allievi di molti aspetti della funzione docente. (A.Madella)

15 INTERAZIONE TRA METODI E STILI
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16 Rapidità nell’effettuazione
STILI DI INSEGNAMENTO Comando (direttivo) Vantaggi Rapidità nella presa di decisioni Rapidità nell’effettuazione Elevata prestazione immediata Svantaggi Sviluppo di dipendenza dall’insegnante Basso coinvolgimento cognitivo e motivazionale Bassa prestazione a lungo termine

17 INSEGNAMENTO A COMANDO
Vengono fornite esplicitamente informazioni dettagliate su come affrontare un compito. La spiegazione diretta, pertanto, include tutte le informazioni riguardanti sia il compito specifico sia la procedura per risolverlo. L'insegnante guida tutte le fasi della lezione.     Vantaggi: rapidità nella presa di decisioni e nell'effettuazione conseguimento di un elevato livello di prestazione immediata     Svantaggi: dipendenza dall'insegnante basso coinvolgimento cognitivo e motivazionale dell'allievo livello di prestazione limitato nel tempo (bassa ritenzione)

18 Tempi lunghi per presa di decisioni
STILI DI INSEGNAMENTO Scoperta guidata(Non direttivo) Vantaggi Sviluppo dell’autonomia Coinvolgimento cognitivo e motivazionale Apprendimento migliore Transfer migliore Svantaggi Tempi lunghi per presa di decisioni Tempi lunghi per effettuazione

19 SCOPERTA GUIDATA Si prevede che l’allievo risolva individualmente e liberamente un problema con l’obbligo di rispettare alcune restrizioni stabilite dall’insegnante nel quadro di una serie di obiettivi che intende perseguire .                                                         Con le mani, come si può lanciare o colpire la palla e farla cadere nell’altro campo facendola passare sopra la rete?                                       Vantaggi -sollecita gli alunni alla spontaneità e alla creatività - ognuno partecipa secondo le proprie possibilità e scopre continuamente cose nuove - favorisce l’interiorizzazione delle esperienze comparandole con quelle già vissute - in ogni momento si sa’ non solo ciò che si fa’, ma anche come e perché si fa’ Svantaggi -rischio di rallentamenti nell’apprendimento delle abilità motorie - difficoltà di controllo del carico di lavoro - necessità di formulare in modo chiaro e sintetico la richiesta di lavoro

20 ALTRI STILI DI INSEGNAMENTO
Dell’assegnazione del compito: l’insegnante stabilisce dei compiti motori precisi. Le modifiche durante l’esecuzione sono gestite dall’ alunno. Collaborativo o della reciprocità: dove il giudizio sulla prestazione e’ fornito dall’ allievo stesso. Dell’autoverifica: l’allievo ha un autonomia maggiore , deve valutarsi da solo e decidere a quale livello di difficolta’ cimentarsi.

21 ASSEGNAZIONE DEL COMPITO
    L'insegnante assegna agli alunni, singolarmente o in piccoli gruppi, determinati compiti che vengono poi eseguiti autonomamente. Il lavoro a stazioni rappresenta un esempio di questa strategia didattica.     Vantaggi: autonomia esecutiva possibilità di usare più compiti all'interno dell'attività stimolo all'auto-correzione     Svantaggi: difficoltà di controllo dell'intensità del lavoro rischio di approssimazione esecutiva limitati gli interventi di feedback

22 Ognuno di voi ha una palla. Giocateci liberamente.
LIBERA ESPLORAZIONE Gli alunni ricercano esperienze motorie in relazione agli attrezzi, ai contenuti e ai mezzi a disposizione. È l’alunno il grande protagonista di questo metodo.                                                         Ognuno di voi ha una palla. Giocateci liberamente.                                       Vantaggi -notevoli collegamenti tra le attività motorie e le altre attività - spontaneità degli alunni con sviluppo della creatività e fantasia - Interventi non direttivi Svantaggi -rischio di trasformazione in “anarchia motoria e comportamentale” - ritardi negli apprendimenti delle abilità previste

23 APPRENDIMENTO DIVERGENTE
                                                        Come si può lanciare o colpire la palla per inviarla nell’altro campo?                                       Si propone agli allievi un problema affinché essi lo risolvano in modo personale e creativo. Senza dare dimostrazioni si presentano situazioni poco dettagliate e si lascia agli allievi la possibilità di creare da soli le risposte Si basa su 4 domande : chi può? – chi sa? – chi vuole? – come si può? Vantaggi -sollecita gli alunni alla spontaneità e alla creatività , dove ognuno partecipa secondo le proprie possibilita’. -favorisce l’interiorizzazione delle esperienze in ogni momento si sa' non solo ciò che si fa', ma anche come e perche si fa’. -molto adatto all’azione educativa scolastica. Svantaggi -rischio di rallentamenti nell’apprendimento delle abilità motorie - difficoltà di controllo del carico di lavoro - necessità di formulare in modo chiaro e sintetico la richiesta di lavoro

24 IL SAPER FARE DIDATTICO
DELL' ALLENATORE Saper comunicare (relazionare) Saper motivare (stimolare) Saper osservare (analizzare) Saper programmare (selezionare) Saper valutare (verificare)

25 COMUNICAZIONE E RELAZIONE
  La maggior parte degli ALLENATORI è convinta che il rapporto tra se stessi e gli ATLETI sia mediato esclusivamente dalla propria” competenza disciplinare”. Tale convinzione risulta essere il maggior limite all'efficacia dell'intero sistema dell'insegnamento. Il rapporto ALLIEVO – ALLENATORE è basato sulla comunicazione , quanto più l'insegnante saprà comunicare in maniera efficace tanto piu’ efficace sara’ nello svolgimento della sua funzione.

26 LE COMPETENZE DIDATTICHE
SAPER COMUNICARE Abilita’ riconosciuta decisiva e fondamentale in ogni professione didattica. Un’ arma a doppio taglio, un possibile elemento di rottura. La stategia del silenzio…non comunicare comunica. L’articolazione della comunicazione verbale non verbale attraverso il linguaggio del corpo.

27 LE COMPETENZE DIDATTICHE
SAPER COMUNICARE La comunicazione è una competenza riconosciuta come indispensabile nel rapporto atleta- allenatore. Fornisce agli allievi istruzioni e indicazioni precise entrando in relazione con loro. Richiede intenzionalità e controllo comunicativo (la metafora del tecnico attore). La comunicazione proposta come manifestazione del proprio ruolo e potere.

28 COMUNICARE AD ATLETI DI ETA’ E LIVELLO DIVERSO
NELLE FASCIE DI ETA’ PIU’ BASSE SARA’ NORMALE TROVARE ATTEGGIAMENTI CONFLITTUALI. VALUTARE ATTEGGIAMENTI E FINTE SICUREZZE. LA GUIDA VERSO FATTORI TECNICI RAZIONALI PUO’ STABILIRE RAPPORTI POSITIVI DI EMPATIA. VALUTARE LA POSSIBILITA’ DI COMUNICARE CON STRATEGIE DIVERSE ORIENTANDOSI SEMPRE VERSO L’ALLIEVO.

29 LA COMUNICAZIONE NEI GRUPPI
LA COESIONE E’ DEFINIBILE COME IL GRADO CON IL QUALE I MEMBRI DEL GRUPPO DESIDERANO STARE NEL GRUPPO STESSO OBIETTIVI COMUNI E PERTINENTI SUDDIVISIONE DEI RUOLI E DEI COMPITI ( PRECISA IDENTITA’ TECNICA) IN OGNI GRUPPO COME IN OGNI SQUADRA CI SONO DELLE REGOLE ESPLICITE ED IMPLICITE LO STIMOLO GIUSTO ; UNA PAROLA , UNA PACCA SULLA SPALLA , GUARDARE, VEDERE…COMUNICARE.

30 LE COMPETENZE DIDATTICHE
SAPER PROGRAMMARE Sapere selezionare gli obiettivi dell’allenamento e costruire situazioni didattiche capaci di favorire effettivamente l’apprendimento. La caratteristica fondamentale di una buona programmazione non è la rigidità della logica che lo ispira, ma piuttosto la chiarezza degli obiettivi specifici che si vogliono raggiungere e la capacità d’individuare i mezzi di allenamento più opportuni.

31 LE COMPETENZE DIDATTICHE LE COMPETENZE DIDATTICHE
PROGRAMMARE: UNA SERIE DI PROBLEMI Ha senso programmare? Non è meglio risolvere i problemi giorno per giorno? Come si fa a programmare se non si è mai sicuri del domani (es. n. atleti, abbandono, infortuni)? Perché programmare se si tratta di un’attività standardizzata e demotivante? Si può davvero programmare l’apprendimento tecnico?

32 UN MODELLO DI PROGRAMMAZIONE
DOPO (Fase valutativa) PRIMA (Fase preattiva) DURANTE (Fase interattiva) Analisi della situazione Decisioni su: Obiettivi Attività Mezzi Metodi Conduzione della seduta Decisioni su: Presentazione Assegnazione Correzione Feedback Valutazione efficacia Decisioni su: Forme e tempi del controllo Analisi e uso dei risultati Riprogettazione

33 Esempi di obiettivi operativi
L’allievo sa passare la palla con precisione ad un compagno posto frontalmente. L’allievo è in grado di correre per 20 m. L’allievo è in grado di mantenere l’equilibrio in appoggio su un piede per 5 secondi. Secondo modulo corso Alessandria 33

34 Analisi di un obiettivo
Saper CORRERE per almeno 10 secondi COMPORTAMENTO OSSERVABILE Corsa appoggio completo del piede Appoggio rumoroso- silenzioso CONDIZIONI Sulle righe del campo CRITERI DI ACCETTABILITA’ Correre per almeno 10 secondi Seguendo le direzioni delle linee Modulando il rumore dei piedi Secondo modulo corso Alessandria 34

35 Analisi di un obiettivo
COMPORTAMENTO OSSERVABILE CONDIZIONI CRITERI DI ACCETTABILITA’ Secondo modulo corso Alessandria 35

36 COME MOTIVARE GLI ALLIEVI
Motivare significa spingere qualcuno ad attuare un comportamento. La motivazione spinge i giovani atleti a muoversi e ad agire ed è determinata dalle componenti emozionali, cognitive e sociali della nostra personalità.

37 I BISOGNI E LE ASPETTATIVE
DEGLI ALLIEVI     Per poter scegliere le strategie didattiche più adeguate al fine di motivare gli ALLIEVI è importante che l'insegnante riconosca l'alunno nei suoi: Bisogni Obiettivi Atteggiamenti e interessi    

38 BISOGNI OBIETTIVI ATTEGGIAMENTI
Le motivazioni all'attività motoria fisica e sportiva, al movimento in genere, derivano da bisogni primari e secondari della nostra specie. Il piacere di impadronirsi di gestualità più complesse, che consentono di interagire meglio con gli altri e con l'ambiente, è insito in ognuno di noi.     Gli obiettivi sono il fine, la condizione "terminale", gli scopi che l'alunno si propone e intende perseguire.     Gli atteggiamenti e interessi sono l'insieme di pensieri e sentimenti che riguardano nel nostro caso l'educazione motoria. Comprendono le convinzioni sugli effetti dell'attività fisica, il valore e l'importanza attribuita a tali convinzioni

39 OBIETTIVI L'insegnante deve concepire le proprie lezioni in modo che ogni alunno sia messo nelle condizioni di raggiungere gli obiettivi sottoelencati che derivano dai suoi bisogni.

40 QUALI OBIETTIVI Obiettivi di sopravvivenza e sicurezza corporea: benessere fisiologico, tranquillità, serenità, gioia e piacere del movimento. Obiettivi di relazione sociale: rispetto degli altri, integrazione, gestione e condivisione di emozioni e conquiste, amicizia, affiliazioni, appartenenza al gruppo. Obiettivi di status sociale: avere un ruolo all'interno del gruppo. Obiettivi di responsabilità sociale: adempiere ruoli riconosciuti, rispettare impegni nei confronti del gruppo, accettare regole predefinite.     Temi di ulteriore riflessione - Come gli alunni possono realizzare i propri obiettivi   1 - Argomento approfondito nei capitolo Socialità paragrafo "Elementi caratterizzanti le dinamiche di gruppo

41 ...E ANCORA.. Obiettivi di costanza cognitiva e motoria: esplorazione (curiosità, interesse, apprendimento), comprensione (ordinare, spiegare, dare un senso), padronanza, management (gestire i compiti di routine, essere produttivi, fornire supporto, assistenza, consigli, gestire la relazione d'aiuto), creatività (indagare sulle nuove idee o prodotti, espandere i propri limiti). Obiettivo d'autorealizzazione (promuovere il Sé): apparenza fisica, auto-accettazione, autostima, auto-efficacia, senso d'efficacia fisico-motoria. Sviluppare l'identità individuale come: unicità-separazione, protagonismo, libertà-autonomia, piacere del controllo del proprio corpo.

42 ATTEGGIAMENTI E INTERESSI
L'insegnante deve saper riconoscere atteggiamenti e interessi degli alunni nei confronti dell'attività motoria per creare e consolidare quelli più adatti agli obiettivi didattici programmati. L‘istruttore ha un importante ruolo nell'incoraggiare atteggiamenti positivi nei confronti delle attività motorie.

43 UN ULTERIORE AIUTO Dividere gli atteggiamenti in queste tre componenti può aiutarci ad identificare le aree che possono essere modificate attraverso i nostri programmi.     Gli atteggiamenti si apprendono, essi sono, di fatto, il risultato di esperienze sociali e possono quindi essere modificati. Da ciò deduciamo che l'insegnante può influenzare (in positivo e in negativo) l'interesse e le attitudini dei giovani e quindi dei futuri adulti nei confronti dell'attività fisica.

44 ELEMENTI FATTORIALI Atteggiamenti ed interessi non sono facili da definire, ma sicuramente individuare al loro interno gli elementi che li costituiscono può essere d'aiuto: Fattori affettivi sono rappresentati da amore, odio, noia, piacere, dispiacere, tutte le sensazioni inerenti l'attività fisica. Fattori comportamentali sono rappresentati dallo stile di comportamento come, ad esempio, fare attività di movimento con curiosità e voglia di provare oppure polemizzando sulle attività proposte. Fattori cognitivi sono rappresentati dalla convinzione per la quale si hanno vantaggi o svantaggi nel partecipare ad una certa attività.

45 LE COMPETENZE DIDATTICHE
SAPERE MOTIVARE Impiegare con frequenza incoraggiamenti per aumentare la motivazione, innalzare l’interesse e rinforzare l’azione corretta. Dimostrare fiducia nelle capacità degli allievi anche nei momenti di difficoltà. Riconoscere i miglioramenti e l’impegno sottolineando l’evoluzione individuale . Insegnare all’allievo a fornire informazioni, (feedback di rinforzo) ai compagni.

46 LE COMPETENZE DIDATTICHE
SAPERE MOTIVARE Pertanto possiamo concentrare il pensiero motivante fondamentalmente nella: Valorizzazione delle capacità degli allievi, in un clima motivante e sereno indipendentemente dal loro livello di abilità. Riuscita nella realizzazione del compito. Perseguimento dell’obiettivo desiderato. Privilegiando una didattica basata sull’esperienza di situazioni motorie “globali, reali” e non sulla parcellizzazione del “ gesto complesso analitico”.

47 LE COMPETENZE DIDATTICHE
SAPERE MOTIVARE E’ fondamentale acquisire il concetto che la motivazione al movimento non è qualcosa di astratto, difficilmente definibile ed osservabile, ma viceversa è direttamente correlata con i vissuti e le emozioni da essi evocati. Il piacere, la soddisfazione – percepite con chiarezza a livello biologico consentono di sostenere le motivazioni e il desiderio di proseguire nella direzione intrapresa.

48 LE COMPETENZE DIDATTICHE
SAPER VALUTARE La valutazione è un momento importante nell’attività di un insegnante, e certo sarebbe un errore considerarla come una fase conclusiva. Il processo didattico non va infatti verificato solo alla sua conclusione, ma via via durante la sua realizzazione, utilizzando strumenti e procedure differenti.

49 VALUTARE PERCHE' Il processo di verifica e valutazione rinvia all'analisi disciplinare e ad ogni fase della programmazione didattica. Cosa verificare in ambito motorio? Quali abilità e capacità motorie verificare e valutare nelle diverse fasce d'età Cos'è una verifica descrittiva? Perché compiere una verifica in situazione? Come rilevare i dati e misurare un risultato per predisporre un'azione didattica individualizzata?

50 VALUTARE L'ESSENZIALE Le risposte a tali domande dipendono dall'individuazione dei fattori costitutivi della motricità educativa e dalle scelte didattiche ed organizzative di ogni docente. Gli obiettivi essenziali dell'educazione al movimento nelle diverse fasce d'età riguardano : gli schemi motori, le capacità motorie, le abilità motorie, tecnico-sportive e mimico-gestuali. Le abilità motorie costituiscono il lessico specifico, la struttura sintattica e semantica attraverso cui ogni persona si esprime, comunica e apprende.

51 VALUTAZONE E PROGRAMMAZIONE
    La Valutazione del processo didattico è uno dei problemi pedagogici e didattici più discussi nella scuola e nello sport. . Ogni disciplina SPORTIVA ha affrontato e sviluppato il problema della verifica e della valutazione didattica in modo differente, secondo i rispettivi livelli di evoluzione epistemologica che hanno condizionato il valore pedagogico delle prove e dei giudizi ed orientato l'uso dei metodi e l'utilizzo dei dati per la qualità dell'insegnamento. I contenuti peculiari dell'educazione motoria e fisica richiedono un approccio al problema della verifica e della valutazione quanto mai complesso ed integrato.

52 UNITA' SEMPRE La motricità umana, infatti, è misurabile sia attraverso METODI quantitativi sia qualitativi che richiedono una costante ed ineludibile attenzione all'unità della persona.

53 Come può definirsi la Valutazione?
E' difficile proporre una definizione esaustiva del termine a causa dei molteplici significati che assume in relazione ai modelli didattici ed organizzativi utilizzati. L'elaborazione pedagogica e didattica più attuale esprime una concezione che la intende come un processo aperto e continuo di raccolta e trattamento delle informazioni, rivolto allo scopo di prendere le decisioni adatte a regolare e migliorare l'attività didattica e funzionale all’apprendimento motorio.

54 UN PROCESSO SISTEMATICO
Emergono le seguenti caratteristiche: Il carattere processuale della verifica e della valutazione, cioè perché e quando verificare. Il riferimento agli obiettivi didattici predefiniti ed individualizzati, cioè cosa verificare e valutare. L'esigenza di utilizzare metodi diversi e complementari, cioè come verificare e valutare.

55 LE COMPETENZE DIDATTICHE
Osservazione e correzione Test di valutazione SAPER VALUTARE Autovalutazione

56 LE COMPETENZE DIDATTICHE
SAPER VALUTARE Valutare continuamente fornendo informazioni verbali e visive inizialmente in modo frequente, correggendo gli errori uno alla volta Fornirsi di schede di valutazione inserendo da subito (test d’ingresso) e con frequenza test o verifiche che siano semplici e attendibili Coinvolgere l’allievo con domande generali e specifiche volte ad autovalutarsi per discuterne la prestazione personale Incoraggiare l’allievo a stabilire periodicamente obiettivi significativi e realistici sulla base dei test effettuati

57 DELL' APPRENDIMENTO TECNICO
I FONDAMENTI DELL' APPRENDIMENTO TECNICO L’apprendimento motorio suscita un cambiamento relativamente stabile nella prestazione o nelle potenzialita’ di comportamento conseguibile attraverso l’esperienza diretta o l’ osservazione di altri. Nell’allenamento tecnico hanno importanza soprattutto le leggi che regolano l’apprendimento e il controllo dei movimenti.

58 DELL' APPRENDIMENTO TECNICO
I FONDAMENTI DELL' APPRENDIMENTO TECNICO Sono particolarmente importanti i processi di presa, analisi ed elaborazione delle informazioni sia esterne che interne, il confronto tra programmi ed esperienze memorizzate e quelle eseguite dagli atleti. L’apprendimento tecnico dipende certamente dalla quantità di esperienze e di ripetizioni, ma non può essere determinato solo aumentando il volume o l’intensità dei carichi di lavoro.

59 ...E SE L' ATLETA NON APPRENDE..
LIMITI AL SUCCESSO DELL ‘ AZIONE INCOMPRENSIONE DEL COMPITO IMPRECISA PRESA DI INFORMAZIONE SCELTA ERRATA DELL’ OBIETTIVO SCELTA ERRATA DELLA SOLUZIONE MOTORIA O DEL TEMPO DI ESECUZIONE MANCATA COOPERAZIONE TRA TECNICO – ATLETA TIMORI E PAURE PSICOLOGICHE

60 ...E SE L' ATLETA NON APPRENDE..
ALTRI FATTORI CHE LIMITANO L’ APPRENDIMENTO TEMPO TRASCORSO SUL COMPITO COERENZA MEZZI-OBIETTIVI ADEGUATEZZA OBIETTIVI PER L’ ALLIEVO CLIMA POSITIVO E MOTIVANTE NATURA DEL FEEDBACK ORGANIZZAZIONE DELL’ ATTIVITA’

61 ANALISI FINALE DEL PROCESSO D'INSEGNAMENTO - APPRENDIMENTO
Con un’analisi continua delle proprie modalità d’insegnamento e con l’utilizzazione d’informazioni che derivano dall’analisi del processo d’insegnamento- apprendimento possiamo ottenere il conseguimento degli obiettivi in relazione ai bisogni degli allievi.

62 LO SI FACESSE PER IL LORO BENE
…….. UN PENSIERO SULL’EDUCAZIONE SO IN CHE MODO SI AMMAESTRANO I CANI E SO' CHE L'AMMAESTRAMENTO PIU' PERFETTO FA SI' CHE ESSI SIANO SEMPRE PIU' CANI. NON E' QUINDI IL CASO DI AMMAESTRARE I CUCCIOLI DELL'UOMO QUANTUNQUE LO SI FACESSE PER IL LORO BENE MA DI DONARE NELLE LORO MANI I FONDAMENTI DELLA LIBERTA' E DELLA VITA

63 INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE
PER I DISCENTI A.A.V.V. : L’Educazione motoria di base - Programma Multimediale - C.O.N.I. - IEI 1994. P. Bellotti: Alcune riflessioni sullo sport e sull’olimpismo oggi - Roma 2003 L. Bortoli, C. Robazza: Apprendimento motorio concetti e applicazioni - Ed. L.Pozzi - Roma 1990. INDIRE : Progetto Mo.T.O. Moduli trasversali orientati MIUR - Firenze 2001.

64 INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE
PER I DISCENTI A. Madella, A. Cei: Le tecniche della comunicazione didattica - Scuola dello Sport - Roma 1992 A. Madella, A. Cei, M. Londoni, N. Aquili: Metodologia dell’insegnamento sportivo – C.O.N.I – SdS – Roma 1994. C. Robazza: Abilità e prodotti - Ricerca Mo.T.O - Firenze 1999. R.A. Schmidt, C. A. Wrisberg : Apprendimento motorio e prestazione - Società Stampa Sportiva - Roma 2000.

65 CARATTERISTICHE E TAPPE APPRENDIMENTO MOTORIO
F.I.KB CARATTERISTICHE E TAPPE DEL PROCESSO DI APPRENDIMENTO MOTORIO ( II° LIV. ) Massimo Oliveri

66 APPRENDIMENTO MOTORIO
Possiamo definire l’apprendimento motorio come un cambiamento relativamente permanente nella prestazione o nelle potenzialità del comportamento conseguibili attraverso l’esperienza diretta o l’osservazione di altri.

67 STADI DELL'APPRENDIMENTO MOTORIO
L’apprendimento motorio avviene con il passaggio graduale da una fase di comprensione del compito e di coordinazione grezza ad una fase di comprensione approfondita ed automatizzata del movimento; è caratterizzata da tre stadi con livelli diversi di evoluzione delle abilità.

68 STADI DELL'APPRENDIMENTO MOTORIO
Primo stadio: Verbale - cognitivo o di sviluppo della coordinazione grezza Il soggetto utilizza verbalizzazioni subvocali inerenti il controllo dell’azione, le procedure da utilizzare ed i criteri di riuscita. Indicazioni didattiche: iniziare da ciò che l’allievo è già in grado di compiere fornire informazioni visive (ad esempio dimostrazioni) impiegare istruzioni verbali chiare e sintetiche far evolvere gradualmente le acquisizioni

69 STADI DELL'APPRENDIMENTO MOTORIO
Secondo stadio: Motorio o di sviluppo della coordinazione fine Il compito è compreso più a fondo, l’azione dell’allievo è perfezionata ed il feedback del movimento, necessario per controllare e correggere l’esecuzione, è utilizzato con successo. Indicazioni didattiche: favorire l’attività introspettiva di analisi dell’esecuzione (es. richiedere la descrizione delle percezioni personali collegate al movimento) modificare i fattori di variabilità

70 STADI DELL'APPRENDIMENTO MOTORIO
Terzo stadio: Autonomo o di sviluppo della disponibilità variabile L’alunno consegue questo stadio dopo una quantità molto elevata di pratica, l’esecuzione è coordinata ed efficace anche in situazioni difficili, variate ed impreviste. Indicazioni didattiche: fornire “parole chiave” per regolare il comportamento tecnico-tattico proporre esperienze molto variate inserire difficoltà aggiuntive ricercare fonti di disturbo

71 FASI DELL'INCREMENTO DELL'APPRENDIMENTO
1° St 2° St 3° St Tempo

72 L'APPRENDIMENTO MOTORIO
METODOLOGIA PER L'APPRENDIMENTO MOTORIO Per favorire ed ottimizzare i processi di apprendimento sono state elaborate specifiche procedure metodologiche Formulazione di obiettivi, autovalutazione e individualizzazione Presentazione del compito Correzione dell’errore e rinforzo motivazionale Quantità di esperienza Variabilità delle proposte Interferenza contestuale Transfer e metastrategie

73 L'APPRENDIMENTO MOTORIO
METODOLOGIA PER L'APPRENDIMENTO MOTORIO Formulazione di obiettivi Stabilire obiettivi precisi a breve e lungo termine Individualizzare gli obiettivi Coinvolgere l’allievo nella formulazione degli obiettivi Effettuare modifiche a distanza di tempo tenendo schede riassuntive delle prestazioni degli allievi Modificare il piano di lavoro in base a capacità, abilità e ritmi di apprendimento individuali

74 L'APPRENDIMENTO MOTORIO
METODOLOGIA PER L'APPRENDIMENTO MOTORIO Autovalutazione Fornire all’allievo schede di valutazione richiedendo verifiche sistematiche dei livelli di prestazione Incoraggiare l’allievo a stabilire obiettivi significativi e realistici in relazione alle verifiche e agli incrementi Richiedere la trascrizione su schede personali dei progressi quando questi si manifestano in modo stabile

75 L'APPRENDIMENTO MOTORIO
METODOLOGIA PER L'APPRENDIMENTO MOTORIO Individualizzazione Adattare le proposte alle esigenze degli allievi Formare gruppi omogenei Assegnare difficoltà crescenti con prestazioni e compiti differenziati Incoraggiare il lavoro autonomo

76 L'APPRENDIMENTO MOTORIO
METODOLOGIA PER L'APPRENDIMENTO MOTORIO Presentazione del compito Fornire informazioni sintetiche e chiare Definire verbalmente punti chiave dell’azione, presentando anche immagini fotografiche, filmate o dimostrate Collegare immediatamente le informazioni fornite all’esperienza pratica Porre domande e richiedere spiegazioni

77 L'APPRENDIMENTO MOTORIO
METODOLOGIA PER L'APPRENDIMENTO MOTORIO Correzione errore e rinforzo motivazionale Fornire informazioni verbali e visive frequentemente nella prima fase di apprendimento Ridurre gradualmente il feedback esterno (estrinseco) Correggere gli errori uno alla volta fornendo istruzioni positive nel descrivere l’azione Richiedere all’allievo la valutazione di particolari dell’azione discutendone le difficoltà incontrate Impiegare con frequenza incoraggiamenti e riconoscere i miglioramenti e l’impegno

78 L'APPRENDIMENTO MOTORIO
METODOLOGIA PER L'APPRENDIMENTO MOTORIO Quantità di esperienza Massimizzare i tempi di attività, limitando i tempi di spiegazione In caso di distrazioni richiamare gli allievi sul compito Con gruppi numerosi, suddividere gli allievi in sottogruppi che si alternano assegnando loro compiti di osservazione e verifica

79 L'APPRENDIMENTO MOTORIO
METODOLOGIA PER L'APPRENDIMENTO MOTORIO Variabilità delle proposte Proporre esperienze multilaterali soprattutto con i più giovani Proporre esperienze variate anche all’interno di un stesso programma motorio Richiedere la simmetrizzazione dei movimenti

80 L'APPRENDIMENTO MOTORIO
METODOLOGIA PER L'APPRENDIMENTO MOTORIO Interferenza contestuale Esercitazioni per blocchi e esercitazioni randomizzate Esercitare più abilità all’interno della stessa lezione Dopo una prima fase di apprendimento, alternare fra loro esercitazioni relative a più abilità nella stessa lezione Richiamare gli elementi esecutivi con una certa costanza distribuendoli nel tempo

81 L'APPRENDIMENTO MOTORIO
METODOLOGIA PER L'APPRENDIMENTO MOTORIO Transfer e metastrategie Porre attenzione alle modalità soggettive di apprendimento e acquisizione del gesto piuttosto che ad aspetti esclusivamente formali dell’esecuzione Stimolare l’allievo nella ricerca di soluzioni ai problemi in maniera autonoma Far emergere gli aspetti motori, percettivi, cognitivi (regole, concetti, principi) che accomunano più compiti motori Per compiti complessi sostituire le esercitazioni analitiche con quelle globali non appena possibile Porre in luce le caratteristiche che accomunano apprendimenti nuovi con acquisizioni passate

82 CONCLUSIONI E ORA…IN BOCCA AL LUPO ! ADESSO TOCCA A VOI…
NON ABBIATE PAURA DI SBAGLIARE , DI NON SAPERE , DI NON RAGGIUNGERE I VOSTRI OBIETTIVI. FORTUNATI COLORO CHE HANNO DUBBI, INVECE, PERCHE’ SONO SEMPRE LORO CHE SI METTONO IN CAMMINO E CERCANO E TROVANO E GIOISCONO PER AVER TROVATO E FANNO PARTECIPI GLI ALTRI DELLE PROPRIE SCOPERTE. IL BELLO E’ CHE NON SAPETE QUANTO, DI PROFONDO,DI VALIDO, DI GENIALE ESISTE IN CIASCUNO DI VOI.

83 F I N E

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