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L’educazione estetica per l’intercultura:un possibile contributo

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Presentazione sul tema: "L’educazione estetica per l’intercultura:un possibile contributo"— Transcript della presentazione:

1 L’educazione estetica per l’intercultura:un possibile contributo

2 Riflessioni sul valore estetico
Cosa intendiamo per estetico? “Pertinente alla individuazione del valore artistico: giudizio estetico. Rispondente al gusto e al sentimento del bello.” Vocabolario della lingua italiana,G.Devoto,G.C.Oli G.M.Bertin estetico è il principio per il quale l’individualità del singolo e della comunità,di un dato momento storico o di una cultura vengono considerati centro e base dell’esperienza esistenziale. Il valore estetico è il valore fondante tutti gli altri aspetti della vita e del comportamento umano e il momento estetico è basilare nel processo formativo e nella creazione della vita spirituale. Tutto quanto proposto in una totalità espressiva analoga a quella di un’opera d’arte.

3 Kant  Il valore estetico è il fondamento dell’attività teorico-pratica dell’uomo quindi necessita di promozione in ogni attività. ”Esso non è esclusività dell’artista,è comunicabile,condivisibile da tutti e al contempo rafforza la singolarità di ognuno senza mai essere definitivo.”

4 Cos’è l’educazione estetica?
G.M.Bertin  l’educazione estetica è educazione al gusto (cioè possibilità di creare e/o apprezzare per arricchirci quotidianamente di stimoli emotivi) realizzata in un contesto apprenditivo partecipe e creativo ove non vi sia semplice fruizione da parte del discente. L’educazione come estetica quindi favorisce un atteggiamento di vita proteso ad arricchire immaginazione, sensibilità, e intelligenza, inoltre forma e sviluppa l’individuo e al contempo la collettività. G.Bevilacqua  l’educazione estetica prevede l’avvalersi di prodotti artistici di culture migranti che vanno interpretati e il compito dei docenti sarà quello di far affiorare i pregiudizi che impediscono una buona lettura dell’opera in modo che queste idee sbagliate si possano modificare.

5 Ma cosa vuol dire l’aggettivo “straniera” che viene assegnato a certa arte?
Straniera è quel’opera il cui contesto è profondamente diverso da quello dell’osservatore e che pertanto richiede un cammino di comprensione. In questo senso anche l’arte del passato può rientrare in questa categoria, in quanto appartenente a un contesto molto diverso dal nostro. Quando dunque usiamo il termine “straniera” il riferimento è contenutistico,cioè riguardante la distanza dai nostri contenuti. La comprensione non ha soltanto l’obiettivo di capire l’arte, in quanto se il processo di comprensione e veramente riuscito, l’osservatore non è più lo stesso. L’incontro ha cambiato lui e i suoi criteri, e ora consapevole dei propri limiti e i suoi canoni sono stati messi fortemente in discussione.

6 Importanza dell’arte per l’intercultura
L’arte può essere vista come strumento, interconnessione,modus operandi, chiave di lettura in linea con indirizzi pe-dagogici interculturali per la sua insita complessità teorica ed ontologica. Grazie alla sua varietà di stili, modalità di espressione e punti di vista,l’arte fa si che chi vi si accosta riesca a sviluppare la flessibilità mentale e tutte le altre competenze e capacita necessarie a vivere in un mondo multiculturale. Utilizzare l’arte per sviluppare un pensiero critico, ovvero una “autonomia di giudizio e rifiuto del dogmatismo aprioristico”, che partendo dal campo dell’arte e poi applicabile all’intera realtà circostante. Ciò significa arrivare a essere in grado di selezionare e confrontare le informazioni per poter scegliere consapevolmente. L’arte e la sua didattica possono dare un contributo all’intercultura per la loro capacita di mettere in moto processi emozionali forti, gli stessi che si provano incontrando qualcosa o qualcuno di sconosciuto.

7 L’equilibrio emotivo si altera, i sensi si acuiscono, il soggetto percepisce in uno stato di rinnovata sensibilità ciò che gli si presenta come nuovo: e lo stupore che ci coglie davanti a qualcosa di inaspettato o di insolito. Lo stupore mette quindi in moto tutti i sensi e questa percezione “acuita” spinge a cercare il senso nascosto e profondo del reale: nasce cosi la voglia di conoscenza e di andare oltre il momento dello stupore. E questo atteggiamento di curiosità che va stimolato, affinchè l’incontro con lo straniero non venga più vissuto in modo negativo, ma come momento di apertura al mondo e a nuove scoperte. L’arte parla solitamente di temi ad alto contenuto emotivo, cioè temi che provocano reazioni emotive in chi vi si accosta: tematiche come la morte, il dolore, l’amore, la paura sono comuni a ogni persona e questo permette di vedere al di la delle differenze culturali. Entrare in contatto con l’arte e la sua complessità permette lo sviluppo e l’ampliamento dei propri orizzonti, attraverso la comprensione di come un concetto o un’idea possano essere declinati e interpretati in modi molto diversi.

8 A cosa serve l’educazione estetica?
L’arte richiama a se tutti,nessuno ne rimane indifferente. L’educazione estetica è fonte di relazioni facilitate. L’arte salta le differenze. Ma è anche attenta alla singolarità di ogni cultura. L’arte è storia di punti di vista,interpretazioni. L’educazione estetica mostra le reciproche contaminazioni tra le varie culture. Si basa sull’empatia che va sviluppata a scuola e a casa come comportamento utile a tutti i bambini per la loro vita. Promuove nel singolo la creatività( caratteristica universale di ogni uomo) Favorisce l’originalità cioè la sua capacità di rielaborare creativamente per trasformare l’esistente. Accresce il nostro carattere critico e ci apre al futuro. L’arte aiuta ad assumere uno sguardo più mobile e flessibile utile all’interculturalità Può rappresentare la volontà di andare oltre, aprendosi a novità e influenze esterne.

9 Approcci e metodi didattici
Una didattica dell’arte che guarda all’interculturalità coinvolge sia la sfera emotiva che quella delle conoscenze. L’opera d’arte non e più soltanto un testo da leggere e comprendere, ma diventa un “pretesto” per sviluppare nuovi punti di vista, nuove abilità, nuove idee, cercando di sviluppare un atteggiamento di apertura al mondo. 3 METODI DIDATTICI: Il gioco L’ autopresentazione Il metodo comparativo

10 Il gioco - Il gioco è definito come “un’attività volontaria, senza finalità contingenti,con determinate regole e valenze simboliche”ed e fondamentale per lo sviluppo del bambino. Jean Piaget  il gioco e un elemento cruciale nel corso di tutta l’infanzia dato che assolve, progressivamente, a varie funzioni. è un’attività importante anche dal punto di vista interculturale perchè permette di sviluppare le competenze necessarie a relazionarsi col mondo. È molto fruttuoso dal punto di vista della costruzione di sentimenti d’appartenenza, nuove amicizie, legami e solidarietà,rispetto degli altri e delle regole. Permette il riconoscimento dell’altro come identità autonoma da rispettare. è legato all’espressività del corpo che emette e riceve messaggi,in modo consapevole o involontario: i giochi sono quindi una sorta di dialogo e consentono di sviluppare le capacità comunicative del bambino. è un modo per avvicinarsi alle altre culture scoprendo le diversità e le similitudini con la propria, poiché la tipologia dei giochi praticati da un popolo rispecchia i valori della loro civiltà.

11 Il metodo autobiografico
La scrittura di se e della propria storia è una pratica che ha una lunga tradizione parte dal presupposto che raccontare la propria storia è una necessità che corrisponde al “bisogno umano di essere visto”. Il parlare di se, in primo luogo, crea una situazione particolare per cui una persona e contemporaneamente sia soggetto (in quanto narratore) sia oggetto della narrazione (in quanto parla di se), costringendo cosi la mente ad assumere contemporaneamente punti di vista differenti. L’autobiografia è uno scrivere per l’altro e con l’altro

12 Il metodo comparativo Il comparare è una componente rilevante all’interno delle stesse scienze umane e pedagogiche, tanto che si parla di “pedagogia comparativa”, riferendosi a quella branca che si occupa dell'analisi delle pratiche educative in rapporto ai sistemi educativi e formativi di altre nazioni e culture. Nella scuola, comparare la diversità è un utile esercizio didattico e di crescita educativa, soprattutto quando si tratta di culture lontane, in quanto porta a sviluppare la capacità di assumere il punto di vista degli altri e auspica il coinvolgimento di testimonianze autoctone e dirette delle realtà. D’altro canto non dobbiamo comparare tutto: non ci interessa l’elenco completo delle affinità o delle diversità. L’educatore deve saper proporre alcune categorie per orientare il lavoro di comparazione. La crescita interculturale è quindi basata su un pensiero relazionale, interdisciplinare.

13 L’educazione interculturale e il supporto estetico : - Teatro - Musica - Pittura

14 Allontanarsi dall’idea del teatro “800”.
Teatro sociale : I’attore sociale, protagonista . Io spettatore , mi lascio travolgere dalle dinamiche relazionali in scena .

15 Pedagogia e Teatro , entrambe si collocano tra la Teoria e la Prassi
Pedagogia e Teatro , entrambe si collocano tra la Teoria e la Prassi . - Centralità uomo  Pedagogia dell’essere

16 Prassi laboratoriale del teatro
Luogo privilegiato per l’ “attuare e promuovere la formazione umana come educazione al pluralismo, al riconoscimento e al rispetto dell’alterità, o della diversità-differenza, dei singoli individui e delle varie culture” Non è il FINE  MEZZO ( inizio ) Luogo d’incontro reale scelto con molta cura e precisione dal conduttore  cammino di gruppo . Il cerchio e il suo perché . Singolo  gruppo  mondo esterno Lavoro sul “ Qui ed Ora “  “POI e Autonomia”

17 Il laboratorio di Teatro offre un percorso in cui approfondire la conoscenza della propria fondamentale diversità attraverso il racconto di sé e l'ascolto di quello altrui, passando per il gioco delle parti, fino a condividerlo sulla scena. Momento d’incontro e di conoscenza dove aiutati da varie tecniche teatrali si condurrà il bambino/ l’adolescente o l’adulto, attraverso varie tappe, come un viaggio, ad una più efficace comunicazione umana e all’acquisizione di una maggiore capacità di relazione con gli altri.

18 Il teatro è strumento di ricerca verso l’io e verso il mondo
Il teatro è strumento di ricerca verso l’io e verso il mondo. Questo teatro non mira soltanto al prodotto come fase assoluta, ma pone l’attenzione al processo come fase continua di apprendere attraverso il fare e l’immaginare.

19 Cos’ha il teatro che altri riti culturali non hanno ? Il Gioco.
“ Un particolare tipo di gioco. Il gioco della vita . Il gioco del corpo. Il gioco della relazione. Il gioco sociale . “ C . Carniel Rito  passaggio dalla dimensione quotidiana a quella teatrale.

20 Gioco alla base del laboratorio per l’evolvere del gruppo e delle relazioni.
- creare fiducia . - conoscere il proprio corpo e quello altrui - capacità empatica,decentramento - cooperazione - creatività, vitalità - esplorazione ruoli sociali differenti - comunicazione mondo emotivo e condividerlo

21 “ L’esperienza teatrale è un corpo in relazione performativa con altri corpi, è corpo che assume, crea e trasforma linguaggi. È gratuità di rappresentazione di sé entro un perimetro circoscritto e riconosciuto, è domanda sul senso dell’esserci e dell’essere in una particolare situazione . “ A. Pontremoli .

22 La dimensione del copro/persona e del corpo/gruppo in teatro sono sostanziali . Il corpo in teatro è. Può essere trasformato , mascherato, nascosto, truccato, immobilizzato , ma in ogni occasione il corpo si da come presenza dell’essere al mondo del soggetto. Si dà la possibilità di riaffermare le pratiche performative che risiedono nella scoperta e valorizzazione del corpo, in quanto segno , relazione, opera d’arte, simbolo, movimento, vita ed emozione. L’immagine corporea è quindi un processo che presenta più livelli funzionali tra cui un immagine del corpo sostenuta dalla cultura di provenienza.

23 Stanislavskij “ Il pericolo più temibile del progresso è il pregiudizio, freno e barriera dello sviluppo. Nel teatro non ci possono essere pregiudizi, il teatro è Altro. “

24 L’altro a Teatro Quando si parla di alterità non ci si riferisce solo allo straniero , ma anche alle nostre parti nascoste a noi sconosciute . Avvicinare l’alterità altrui presuppone l’eliminazione di tutti i pre – giudizi che siamo soliti dare nella quotidianità ( giusto, sbagliato, buono , cattivo ) e che nel Teatro DEVONO rimanere fuori affinchè si possa creare un luogo d’incontro con gli altri andando oltre i nostri orizzonti.

25 Cura dell’altro Combattere la paura Conoscere i meccanismi della comunicazione (verbale,paraverbale,non verbale) Lavoro sull’ignoto e conoscere i proprio limiti Gestire le emozioni


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