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I L SETTORE TESSILE HA PERSO IL FILO ? Lesperienza italiana dai successi dellesordio alle attuali difficoltà.

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Presentazione sul tema: "I L SETTORE TESSILE HA PERSO IL FILO ? Lesperienza italiana dai successi dellesordio alle attuali difficoltà."— Transcript della presentazione:

1 I L SETTORE TESSILE HA PERSO IL FILO ? Lesperienza italiana dai successi dellesordio alle attuali difficoltà.

2 S ECONDO IL M INISTERO DEL LAVORO, L INDUSTRIA I TALIANA DEL TESSILE - ABBIGLIAMENTO È LEADER MONDIALE NELLE FASCE DI MERCATO A MAGGIOR VALORE AGGIUNTO. C IÒ È DOVUTO ALL ALTA OPERATIVITÀ DELL INDUSTRIA DI SETTORE. N EGLI ULTIMI ANNI PERÒ, SI È VERIFICATO UN INGENTE CALO NUMERICO DELLE IMPRESE E DEI LAVORATORI DI QUESTO AMBITO DOVUTO PRINCIPALMENTE AD UNA PROGRESSIVA DELOCALIZZAZIONE DEI PROCESSI PRODUTTIVI VERSO I PAESI IN VIA DI SVILUPPO. Bassi costi della manodopera Regimi fiscali contributivi meno pesanti Vincoli (normativi, ambientali ….) meno stringenti Esportazioni inferiori rispetto alle importazioni Ingresso nel mercato tessile mondiale di competitor del terzo mondo Fatturato del periodo 2001-2005 sceso da 61194 milioni di euro a 51923 milioni di euro Calo del 10,8 % di imprese lavoranti in questo settore Riduzione degli addetti del 15,8 % CauseConseguenze

3 L A C INA : OPPORTUNITÀ O MINACCIA ? Nel corso del 2004 l'Unione Europea ha venduto alla Cina l'equivalente di 514 milioni di euro in prodotti tessili, mentre la seconda ha esportato in Europa una quantità di vestiti per un valore di 16 miliardi di euro. La Cina è diventata sempre di più un concorrente difficile da contrastare. Il volume della produzione cinese ha il potere di destabilizzare i mercati nei quali entra. Per difendersi da questa concorrenza l'industria tessile europea ha adottato un'unica linea di condotta: potenziare la qualità dei tessuti e il design. È urgente elaborare strategie: secondo la Banca Mondiale, infatti, in pochi anni la Cina arriverà a controllare più della metà del commercio mondiale dell'abbigliamento.

4 S TORIA DELLA MIA GENTE DI E DOARDO N ESI Il libro racconta la storia di una piccola industria tessile italiana diventata grande; della gente di Prato che, in tutta la vita, non ha fatto altro che lavorare; del benessere creato da quella attività nella provincia italiana del dopoguerra. Una attività industriale a conduzione familiare che aveva una sua moralità, capace di trasformare gli stracci in buoni tessuti e che aveva portato tutti, industriali e dipendenti, verso mete di benessere e di affermazione personale mai sperate. Si trattava di un mestiere molto redditizio se fatto bene, con impegno, serietà e rispetto per le persone; un'attività che dava da lavorare e da vivere a molte famiglie toscane della zona. Erano gli anni '60 e 70 del successo del distretto del tessile pratese e di tutto il suo indotto. Poi, dall'inizio del 1990, con la globalizzazione dei mercati e la concorrenza cinese, cominciò la lenta e inesorabile crisi, il disfacimento di un sistema industriale.

5 S CRIVE E DOARDO N ESI : IL RUMORE DI UNA TESSITURA TI FA SOCCHIUDERE GLI OCCHI E SORRIDERE, COME QUANDO SI CORRE MENTRE NEVICA. I L RUMORE DELLA TESSITURA NON SI FERMA MAI ED È IL CANTO PIÙ ANTICO DELLA NOSTRA CITTÀ E AI BAMBINI PRATESI FA DA NINNA NANNA Il lavoro non è solamente una strumento di sopravvivenza, è la cifra culturale di una società, il vero indicatore di benessere morale e materiale, è il mezzo attraverso il quale le persone possono affermare e riscontrare le loro capacità, la loro identità, il loro modo di essere. Tutelare il lavoro vuol dire tutelare la salute, la dignità e il futuro di un Paese.


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