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GROTTE: LE TECNICHE DI BASE

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Presentazione sul tema: "GROTTE: LE TECNICHE DI BASE"— Transcript della presentazione:

1 GROTTE: LE TECNICHE DI BASE
Progetto Powerpoint 2009 GROTTE: LE TECNICHE DI BASE Uno sguardo generale ai materiali, alla preparazione individuale e ai modi di muoversi con sicurezza nelle Terre della notte a cura di Giovanni Badino Foto J. De Waele

2 PREFAZIONE Questa lezione non ha lo scopo di insegnare ad andare in grotta, una cosa che invece si impara per gradi, andando in grotta. Non ha neppure lo scopo di insegnare chissà quali tecniche, che invece si imparano con lo studio e tanto, tanto esercizio. Questa lezione ha lo scopo di: 1) darti alcune informazioni di base; 2) indicarti alcuni particolari a cui fare attenzione; 3) ma soprattutto suggerirti un modo generale per avvicinarti al mondo sotterraneo che, scoprirai col tempo, è proprio la “tecnica di grotta”. Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

3 Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009
NELLE GROTTE Le grotte sono ambienti estranei agli esseri umani. Percorrerle in sicurezza richiede un adattamento. Richiede una disciplina nella gestione di sé e del proprio movimento. La tecnica di grotta consiste, in gran parte, in questa disciplina che punta all’equilibrio con l’ambiente. I materiali e le tecniche di progressione possono solo integrarla. Disciplinare se stessi è sempre estremamente difficile. Per questo tante grotte ci sembrano difficili. Cueva del Rio La Venta, Messico Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

4 I MATERIALI TECNICI: CASCO
Ti serve un casco da alpinismo. Sono tutti adeguati; la scelta è questione di gusti e di dettagli. Devi tenerlo allacciato. Ti dà noia il casco? Tientelo sempre in testa, alla fine non ci farai più caso… Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

5  2 I MATERIALI TECNICI: LUCE
Uno speleologo è soprattutto una persona che sa tenere accesa una luce. Ci deve riuscire anche nelle situazioni più difficili. Fino a pochi anni fa si usavano luci a gas acetilene. Ormai non le userai più, ma ricorda che quelle nuove, a led, sono ancora poco collaudate, non fidarti troppo… Devi avere anche almeno due gruppi di batterie. Se usi ricaricabili le alternerai da una volta all’altra fra alimentazione principale e alimentazione di riserva. - Quindi è importante segnarle… - Quando ti capiterà di avere la luce che non va tanto, non insistere ad avanzare brancolando, siediti e mettila a posto.  2 Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

6 I MATERIALI TECNICI: VESTIARIO
Sottoterra il tempo è stabile. La temperatura di una grotta è grossomodo la temperatura media annuale del luogo dov’è, non varia con la stagione, ma con la quota. E l’aria è ben umida. Quindi in genere si sta al fresco. Ti serve uno strato di vestiario termico, per stare caldo. Va bene dell’intimo in pile, o simili. Sopra di esso ti serve una protezione per non rovinarlo. Una tuta da grotta è l’ideale. Ma all’inizio dell’attività va bene qualunque vestiario che si possa rovinare senza problemi. Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

7 I MATERIALI TECNICI: CALZATURE
Le calzature sono fondamentali, ma il tipo giusto è legato alle caratteristiche delle grotte della tua regione. Di massima servono calzature robuste, adatte a camminate in montagna, che ti proteggano anche le caviglie. In genere vanno bene anche gli stivali. Cueva de los Cristales, Messico Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

8 MATERIALI TECNICI: VESTIARIO DI RICAMBIO
All’esterno della grotta ti serve un ricambio completo. Le grotte sono il regno dell’acqua. Spesso quando esci, hai i vestiti zuppi. Il vestiario di ricambio serve all’ingresso della grotta, non all’auto. Pesa, sì, ma stare bagnati al freddo pesa anche di più. Conca di Piaggia Bella, Piemonte, Italia Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

9 MATERIALI TECNICI: IMBRAGATURE
Le imbragature sono il sistema che ti collega alla corda. Ce ne sono diversi modelli, pensati specificamente per la grotta. Sono tutte adeguate. Devi chiuderle con cura e solo con le apposite maglie rapide. Capita di dimenticarlo. - Ciascuno deve abituarsi a controllare che anche gli altri abbiano l’imbrago ben chiuso - Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

10 MATERIALI TECNICI: CORDINO DI AUTOSICURA
È l’attrezzo che rende sicura la permanenza in posti altrimenti pericolosi. - Lo si chiama anche “longe” - Ha due tratte, una corta e una lunga. Entrambe finiscono con un moschettone, che deve essere bloccato in posizione. I due moschettoni non devono essere a ghiera. Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

11 MATERIALI TECNICI: AUTOBLOCCANTI
Sono attrezzi che scorrono sulla corda in una sola direzione. Te ne serviranno due, una “maniglia” e un “ventrale”. Ricordati che sono tutti relativamente fragili. Non ti deve mai capitare di essere appeso a un solo bloccante. Devi sempre permettergli di rompersi senza causarti guai troppo grandi. Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

12 MATERIALI TECNICI: DISCENSORE
È un attrezzo che amplifica l’attrito della tua mano sulla corda. Ti permette di scivolare lungo la corda senza problemi. Il moschettone a cui lo colleghi al tuo imbrago deve essere a ghiera. Su di esso, a destra del discensore, ci metti un altro moschettone, senza ghiera. - È il “moschettone di rinvio” - Tullio Bernabei Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

13 GESTIONE DEL NOSTRO CORPO: ACQUA
L’acqua serve a tutta la chimica del corpo. Bisogna bere, prima di aver sete. La carenza d’acqua dà sensazione di fatica. Bevi poco, ma spesso. In ambienti freddi è meglio bere solo acqua calda. Aver voglia di far pipì ogni qualche ora ti indica che stai bevendo abbastanza. Se non devi, hai sbagliato qualcosa, devi bere di più. Ma cerca di farla prima e dopo la discesa in grotta, perché l’ambiente sotterraneo non è quasi mai adatto a eliminarla - Conca di Piaggia Bella, Piemonte, Italia Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

14 GESTIONE DEL NOSTRO CORPO: CIBO
Il cibo è il carburante. La sua assimilazione è piuttosto impegnativa. Interferisce col movimento. Bisogna mangiare cibo ben digeribile. Vuoi del cibo super-energetico? E perché? Cibo tranquillo, come deve essere il tuo movimento, ma mangiane poco per volta. Ogni volta, non ripartire subito, concediti un po’ di tempo per assimilarlo. Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

15 GESTIONE DEL NOSTRO CORPO: SONNO
Devi aver rispetto per la tua fisiologia. Se hai sonno, dormi. Gran parte degli incidenti sono causati dal sonno. E già: avanzi assonnato, i tuoi movimenti sono imprecisi, la trappola scatta. Entra in grotta riposato. Per quanto ti è possibile, evita di entrare subito dopo un lungo viaggio. Soprattutto, cerca di evitare le discese notturne. Conca di Piaggia Bella, Piemonte, Italia Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

16 GESTIONE DEL NOSTRO CORPO: STIMOLANTI
Andare in grotta richiede molta lucidità. Le grotte mordono, e mordono duramente. Quindi evita le alterazioni della coscienza. Entra senza sostanze alteranti nel sangue. Là sotto il corpo è molto impegnato, inutile creargli ulteriori problemi. Le bevute le farai dopo che sarai uscito, festeggiando il viaggio appena fatto. Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

17 Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009
FREDDO E CALDO All’esterno se si ha freddo ci si copre, se si ha caldo ci si scopre. In grotta si fa in modo molto diverso. Il controllo termico non è tanto nel vestiario, quanto nella regolazione della produzione di calore al nostro interno. La regoli muovendoti. Se hai freddo, più che coprirti devi muoverti. Se hai caldo, più che scoprirti devi rallentare. Abisso Gaché, Piemonte, Italia Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

18 IL MOVIMENTO IN GROTTA: IN SQUADRA
In grotta entri sempre con dei compagni, in squadra. Il passo della squadra è quello del più lento. Nessuno deve essere costretto a forzare. Si uscirà un po’ più tardi; che fretta c’è? Non è quello dietro che deve stare al passo di quello davanti. È il contrario: È quello davanti che deve stare al passo di quello dietro. E quindi ciascuno di noi deve controllare quello che lo segue. Eccetto l’ultimo, che deve essere uno esperto… - Questo vale in grotta, ma anche all’esterno. Abisso della Filologa, Piemonte, Italia Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

19 IL MOVIMENTO IN GROTTA: SFORZO
Il movimento in grotta deve essere tranquillo e continuo. Per imparare a muoverti bene in grotta ti sono utili lo sforzo, l’affanno e il sudore. Se sforzi, è un segnale sicuro di errore di movimento. In grotta, non serve mai sforzare. Lo sforzo è utile, ma solo per indicarti che stai sbagliando il movimento. Grotta del Corchia, Toscana, Italia Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

20 IL MOVIMENTO IN GROTTA: AFFANNO
L’affanno è ancora più utile. Se hai l’affanno, stai sbagliando. Se respiri in fretta, sei in difficoltà... Frena. Smetti di affannarti. Fermati e concentrati sul respiro. Calmalo. Quietati. Calmo. Ora riprova e vedrai che la difficoltà è sparita. Sottoterra uno dei movimenti più importanti è proprio la respirazione. Devi abituarti a sentirla. Grotta del Corchia, Toscana, Italia Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

21 IL MOVIMENTO IN GROTTA: SUDORE
Anche il sudore è molto utile, in grotta. Se sudi, è perché stai sbagliando, stai andando troppo veloce. Rallenta. Se sudi ti troverai bagnato e alla prima sosta morirai di freddo. Allora ripartirai veloce per scaldarti. Faticherai e suderai di nuovo. E, stanco, ti fermerai. E ti tornerà il freddo. Un incubo. Abisso Labassa, Piemonte, Italia Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

22 IL MOVIMENTO IN GROTTA: APPOGGI
Devi appoggiare alla roccia solo le mani e i piedi. La roccia spesso è molto fredda, ma soprattutto fa attrito e ti fa sprecare energia - Appoggiato su quei quattro punti, il corpo si sposta in avanti, serpeggiando fra la roccia. Ogni estremità si sposta in avanti in cerca di un nuovo appoggio mentre le altre tre sono ferme. La appoggi in avanti e, quando senti che l’appoggio è sicuro, ne sposti un’altra. E ripeti questa operazione migliaia, decine, centinaia di migliaia di volte. Ricorda che la spinta in avanti devono darla le gambe. Le braccia servono quasi solo a tenere il corpo nella posizione giusta. Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

23 INVERTIBILITÀ DEI MOVIMENTI
In generale ogni movimento che fai sottoterra deve essere eseguito col minimo sforzo. E col minimo sforzo devi poterlo invertire, devi poter tornare indietro d’improvviso. Devi poter cambiare idea in una frazione di secondo. Non è facile imparare questo tipo di movimento, bisogna allenarsi - Quindi niente scivolate. Niente salti. Abisso Cul di Bove, Molise, Italia Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

24 IL MOVIMENTO IN GROTTA: ARRAMPICATA
Non ti capiteranno arrampicate impegnative. Però ti capiteranno arrampicate pericolose. Semplici e pericolose. Se non ti senti tranquillo chiedi una corda di sicura. Le scivolate su passaggi facili sono la prima causa di incidente, in grotta e in montagna. Ma scivolare capita: l’importante è fermarsi senza danni… - Ricorda che non ci si fa male cadendo, ma arrivando… - Comunque ti converrà imparare ad arrampicare, risparmierai un’infinità di energia, sottoterra. Gruppo del Fitz Roy, Argentina Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

25 IL MOVIMENTO IN GROTTA: ARRAMPICATA
Molto spesso l’avanzata in grotta è una serie di piccole arrampicate. Hai due piedi e due mani. Servono tutte e quattro queste estremità. A volte farebbe comodo anche una coda… - Muovine una alla volta, tenendo il corpo staccato dalla roccia. Tre estremità stanno ferme e una si sposta sull’appiglio successivo, lo controlla e poi ci applica gradualmente il peso. Mano, mano, piede, piede, mano, mano… e così via. Conca di Piaggia Bella, Piemonte, Italia Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

26 IL MOVIMENTO IN GROTTA: STRETTOIA
Nello stretto non devi puntare ciecamente ad andare avanti. Non devi lottare. Non puoi vincere un monte. È proprio impossibile. Ma puoi attraversarlo. Devi puntare a ridurre l’attrito fra te e la roccia. Devi controllare il respiro. Farti piccolo e quieto. E solo quando avrai fatto questo, ti sposterai avanti. In un attimo sarai al di là… Ma prima di entrare nello stretto, togliti tutto il superfluo di dosso. Grotta dell’Omo Inferiore, Piemonte, Italia Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

27 IL MOVIMENTO IN GROTTA: MEANDRO
I meandri sono le vie dell’acqua, piccoli canyon sospesi della montagna. Molto più stretti che alti, a volte profondissimi. Anche qui, non devi lottare, ma scegliere l’altezza giusta dove passare. Devi puntare a ridurre l’attrito fra te e la roccia, serpeggiando col corpo. Progettare ad ogni istante la tua prossima posizione. E controllare il respiro, come sempre. Abisso Labassa, Piemonte, Italia Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

28 IL MOVIMENTO IN GROTTA: MEANDRO
Se nel meandro avanzi a metà altezza ti conviene tenere il più possibile il corpo al centro e le mani e i piedi sulle pareti contrapposte. In “spaccata”, si dice – Se si fa difficile, appoggia la schiena su una parete e i piedi su quella opposta. Si chiama in “opposizione”, sicura ed efficace, ma faticosa – Fra la spaccata e l’opposizione ci sono un’infinità di posizioni intermedie. Abisso Cul di Bove, Molise, Italia Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

29 IL MOVIMENTO IN GROTTA: POZZI
Il pozzo è un posto dove manca il pavimento, che è molto più in basso. Il pericolo maggiore non è quello di caderci, ma di essere colpiti da sassi che erano in bilico. Devi stare ben lontano dal bordo dei pozzi. Tutti indietro, al sicuro a monte dell’inizio dell’attrezzamento. Quando stai sul bordo, devi essere legato. Sul bordo e nel pozzo, meno si è e meglio si fa. Abisso Grassi Trichechi, Piemonte, Italia Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

30 IL MOVIMENTO IN GROTTA: POZZI
La base di un pozzo non è mai sicura. Le pietre cascano. Cascano i moschettoni, cascano i sacchi. Cascano i caschi. Non devono cascarti in testa. Arrivato alla base del pozzo devi toglierti di sotto la verticale e poi dare il segnale di seguirti. - Si chiama “dare il libera!” - Sima Aonda Este, Venezuela Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

31 IL MOVIMENTO IN GROTTA: POZZI
Le grotte spesso sono vaste e con un ambiente che ci è ostile. Bisogna imparare a percorrerle con rapidità. Questo vuol dire, in genere, senza sprecare tempo. Sprecare tempo non è fare con cura un’operazione, ma decidere di farla al momento sbagliato, facendo aspettare tutti. Non è muoversi lenti, ma muoversi a scatti con lunghe soste per recuperare. Non è riposare, ma non riposare e poi crollare. Non è chiacchierare con gli altri, ma scegliere di farlo proprio quando tocca a noi muoverci. Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

32 IL MOVIMENTO IN GROTTA: POZZI
Ogni volta che fai un’operazione, chiediti se essa comporterà un ritardo per l’intera squadra. Se no, fai con comodo: è la situazione migliore per fare le cose, in parallelo ad altro. Se sì, fai con calma lo stesso, ma sii rapido. «Festina lente», diceva Svetonio. Affrettati lentamente. Le attese forzate sono molto frequenti, impara ad approfittarne. Osserva dettagli della grotta, pulisci gli attrezzi, impara canzoni, ascolta storie, studia nodi, chiedi chiarimenti, riordina i materiali, fatti un tè, mangiucchia qualcosa… Vedrai che in grotta passerai molto tempo attendendo; è stupido sprecarlo, era tempo della tua vita e non tornerà più. Nelle attese, impara. Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

33 Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009
RIASSUNTO Non aver fretta. Non entrare in una grotta solo per pensare a quando ne uscirai. Uscirai, uscirai, nessuno è mai rimasto in una grotta, prima o poi sono usciti tutti. Muoviti piano, con calma, ma fermati il meno possibile. Sono le soste quelle che allungano i tempi, non la lentezza mentre ti muovi. Un bradipo instancabile esce in un attimo dalla grotta più profonda. Gruta da Terra Ronca, Brasile Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

34 DENTRO E FUORI Le Terre della notte sono pericolose?
Sicuramente sì, sono scoscese ed estranee, e questo ci crea enormi difficoltà. Ma se guardi bene, vedrai che tante delle cose che devi imparare per percorrerle sono utili anche qui, sotto il sole. Dominarsi, respirare bene, muoversi nella quiete, moderarsi, scegliere il tempo per ogni cosa, studiare seriamente. Le Terre della notte sono pericolose, è vero, ma se impari a percorrerle, le Terre del giorno ti diventeranno molto più sicure. E col tempo vedrai che le une e le altre sono legate strettamente, molto più di quel che ti è sembrato all’inizio. Un viaggio di mille leghe inizia col primo passo. Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

35 Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009
PER SAPERNE DI PIU’ AA. VV. (2004), Vita da Speleo, Segnavia Edizioni, Sassari, pp. 120; AA. VV. (2005), Schegge di Luce, AGSP, pp. 192; ARDITO F. (1999), Di Pietra e Acqua, Vivalda, Torino, pp. 166; BADINO G. (2006), Un Color Bruno, Segnavia Edizioni, Sassari, pp. 127; BADINO G. (1999), Il Fondo di Piaggia Bella, Erga Edizioni, Genova, pp. 303; BADINO G. (1996), Tecniche di Grotta, Erga Edizioni, pp. 207; GOBETTI A. (2001), Una Frontiera da Immaginare, CDA Vivalda, Torino, pp. 206; LAMBERT F. (1970), La Guerre des gouffres, Bompiani, Robert Laffont, Paris, pp. 276; SAURO F. (2007), L’Abisso, CDA Vivalda, Torino, pp. 262. Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009

36 CREDITI Questa lezione è stata coordinata da Giovanni Badino.
Tutte le fotografie, se non specificato, sono del coordinatore. Per la parte fotografica si ringraziano i fotografi Tullio Bernabei, Jo De Waele, RepettoSport e Ferrino SpA. © Società Speleologica Italiana Ogni parte di questa presentazione può essere riprodotta sotto la propria responsabilità, purché non se ne stravolgano i contenuti. Si prega di citare la fonte. Grotte: le tecniche di base – Società Speleologica Italiana 2009


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