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Platone Simposio.

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Presentazione sul tema: "Platone Simposio."— Transcript della presentazione:

1 Platone Simposio

2 Discorso di Fedro Amore è il più antico tra gli Dei
Vergogna per le cose spregevoli e desiderio di quelle nobili Colui che ama è pieno del Dio e dunque è divino più dell’amato

3 Discorso di Pausania Amore è un Dio duplice: “celeste” e “volgare”
Amore “volgare” ama i corpi più che le anime (uomini e donne) Amore “celeste” ama le anime (solo gli uomini) Differenza con l’omosessualità

4 Discorso di Pausania L’amore è buono solo se rivolto al bene
Necessità di far coincidere l’amore per i fanciulli con l’amore per la sapienza

5 Discorso di Eurissimaco
L’amore non ha per oggetto solo gli uomini, ma anche animali, vegetali e tutte le altre cose Nella medicina gli amori sani sono favoriti, contrastati i legami malsani

6 Discorso di Eurissimaco
Ciò è vero anche nell’astronomia e nell’arte della divinazione

7 Discorso di Aristofane
In natura originariamente i sessi erano tre: maschile, femminile e androgino (partecipe del maschio e della femmina) Invidia di Zeus per la tracotanza degli uomini

8 Discorso di Aristofane
Decisione di Zeus di tagliare in due gli esseri umani Incarico ad Apollo di adattare le due metà separate riplasmandole Adattamento delle due metà per la procreazione

9 Discorso di Aristofane
“Ognuno di noi è dunque la metà di un umano tagliato in due … e perciò è sempre in cerca della propria metà” La varietà degli amori tra i sessi (omo ed eterosessualità) deriva dalla natura primitiva degli umani

10 Discorso di Agatone Amore è il Dio più giovane, bello e buono
Non fa né riceve ingiustizia, è temperante, valoroso e sapiente Amore ispira i poeti e tutti gli artisti

11 Discorso di Agatone Amore presiede alla generazione
Amore genera tutte le virtù dell’anima Amore genera anche negli altri le sue virtù

12 Discorso di Socrate Amore è sempre Amore di qualcosa e, amandola, la desidera Se Amore desidera qualcosa significa che non la possiede (desiderio=mancanza) Amore è desiderio di bellezza e bontà

13 Discorso di Diotima I contrari e la natura di ciò che è intermedio tra essi Amore non partecipa di bellezza né di bontà (in quanto le desidera = manca di esse) dunque non è un dio Amore non è nemmeno un mortale, ma un démone, un intermediario tra uomini e dèi

14 Discorso di Diotima Amore è figlio di Espediente (Poros) e di Povertà (Penia) e partecipa della natura e delle doti di entrambi Amore è come il filosofo (che non è sapiente né ignorante)

15 Discorso di Diotima L’amato è superiore a colui che ama (Amore è colui che ama, di padre sapiente e ingegnoso e di madre incolta e sprovveduta) Ambito più vasto di quel che comunemente viene assegnato all’Amore: analogia con la poesia (creazione) = ogni desiderio di bene e felicità è Amore

16 Discorso di Diotima Amore è tendenza al possesso perpetuo del bene
Opera e scopo di Amore = la procreazione nel bello, sia secondo il corpo, sia secondo l’anima Amore è desiderio di immortalità che dai mortali può essere soddisfatto tramite la procreazione

17 Discorso di Diotima Procreazione del corpo e dell’anima
La perfetta iniziazione ai misteri di Amore e i suoi gradi: dall’amore delle cose belle all’amore del bello in sé (la bellezza dei corpi, la bellezza delle anime, la bellezza delle leggi, la bellezza della scienza, il Bello in sé)

18 Discorso di Diotima “Giunto che sia ormai al grado supremo dell’iniziazione amorosa, all’improvviso gli si rivelerà una bellezza meravigliosa per sua natura […]: bellezza eterna, che non nasce e non muore, non s’accresce né diminuisce”

19 Discorso di Diotima “[…] questa bellezza non gli si rivelerà né con un volto né con mani, né con altro che appartenga al corpo, e neppure come concetto o scienza, né come residente in cosa diversa da lei, […] ma come essa è per sé e con sé”

20 Interpretazione Nel discorso di Diotima riportato da Socrate si rispecchia maggiormente la concezione di Platone dell’Amore, che anticipa la metafisica e la gnoseologia platonica: i differenti gradi della realtà e della conoscenza (espressi nel “mito della caverna”):

21 Interpretazione L’identità di Essere, Bene e Verità, che costituiscono il culmine del mito della caverna (epistème = conoscenza indubitabile del vero essere, conoscenza delle idee morali, unificate dall’idea del Bene) è anticipata dall’identità di Bello in sé e Bene in sé (Amore = ricerca del possesso perpetuo del Bello, del Bene e della felicità)

22 Interpretazione Nonostante ciò la concezione complessiva platonica integra in una visione più ampia e generale aspetti dell’Amore già espressi nei discorsi degli altri partecipanti al dialogo:

23 Interpretazione L’Amore come desiderio delle attività e sentimenti più nobili (Fedro) L’Amore come sentimento e comportamento rivolto al bene (Pausania) L’Amore come forza vitale presente in tutta la natura (Eurissimaco)

24 Interpretazione Anche il “mito” di Aristofane viene integrato in un contesto più ampio: il significato dell’Amore come ricerca della propria metà trova il suo senso compiuto nella ricerca di ciò che è bello e bene per sé, di ciò che genera felicità a ciascuno (= ciò che partecipa del Bello e del Bene in sé)

25 Interpretazione Infine anche il discorso di Agatone include temi “socratici”: l’Amore ispira i poeti e tutti gli artisti, presiede alla generazione, genera tutte le virtù dell’anima in chi ama e in chi è amato


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