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COMMUTAZIONE Università degli Studi di Roma La Sapienza Dipartimento INFOCOM Aldo Roveri Lezioni dell a.a. 2008-2009 Aldo Roveri Lezioni dell a.a. 2008-2009.

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1 COMMUTAZIONE Università degli Studi di Roma La Sapienza Dipartimento INFOCOM Aldo Roveri Lezioni dell a.a. 2008-2009 Aldo Roveri Lezioni dell a.a. 2008-2009 1

2 VII.LA RETE TELEFONICA Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009

3 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 3 CONTENUTI VII.1Caratteristiche generali VII.2Rete fisica VII.3Sezione interna della rete logica VII.4Interfacce di nodo VII.5Strategie di sincronizzazione VII.6Indirizzamento e numerazione VII.7Procedure di instradamento VII. AAppendice VII.1Caratteristiche generali VII.2Rete fisica VII.3Sezione interna della rete logica VII.4Interfacce di nodo VII.5Strategie di sincronizzazione VII.6Indirizzamento e numerazione VII.7Procedure di instradamento VII. AAppendice

4 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 4 VII.1 Caratteristiche generali VII.LA RETE TELEFONICA

5 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 5 La IDN telefonica Dalla seconda metà degli anni 60, la rete telefonica ha iniziato, e completato alla fine degli anni 80, levoluzione tecnologica e sistemistica verso lobiettivo IDN (Integrated Digital Network).

6 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 6 Elementi distintivi di una IDN telefonica Utilizzazione di tecnologie completamente elettro- niche. Impiego di elaboratori di controllo a programma registrato (SPC – Stored Program Control). Impiego, nella sezione interna, della segnalazione a canale comune (CCS– Common Channel Signaling). Utilizzazione di tecnologie completamente elettro- niche. Impiego di elaboratori di controllo a programma registrato (SPC – Stored Program Control). Impiego, nella sezione interna, della segnalazione a canale comune (CCS– Common Channel Signaling).

7 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 7 La transizione tecnologica Per ciò che riguarda le apparecchiature di commutazione la tecnologia utilizzata per circa 50 anni (fino alla prima metà degli anni 60) è stata quella elettromeccanica dalla seconda metà degli anni 60 si è passati alla tecnologia semi-elettronica lavvento di una tecnologia completamente elettronica può essere collocato allinizio della seconda metà degli anni 70 Per ciò che riguarda le apparecchiature di commutazione la tecnologia utilizzata per circa 50 anni (fino alla prima metà degli anni 60) è stata quella elettromeccanica dalla seconda metà degli anni 60 si è passati alla tecnologia semi-elettronica lavvento di una tecnologia completamente elettronica può essere collocato allinizio della seconda metà degli anni 70

8 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 8 Vantaggi della tecnica SPC Modularità e modificabilità Adattabilità al sito ed estensibilità Autodiagnostica Adattamento a condizioni di funzionamento anormali Modularità e modificabilità Adattabilità al sito ed estensibilità Autodiagnostica Adattamento a condizioni di funzionamento anormali

9 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 9 Trattamento del traffico (1/3) Linizializzazione di una comunicazione telefonica su base chiamata richiede lo svolgimento di tre operazioni nellautocommutatore di origine, la chiamata è trasferita dalla linea dellutente chiamante allinsieme dei percorsi di rete ammissibili verso la destinazione desiderata nella sezione interna della rete viene impegnato, fisicamente e per tutta la durata della comunicazione, uno di questi percorsi nellautocommutatore di destinazione, la chiamata è trasferita dal percorso di rete alla linea dellutente chiamato Linizializzazione di una comunicazione telefonica su base chiamata richiede lo svolgimento di tre operazioni nellautocommutatore di origine, la chiamata è trasferita dalla linea dellutente chiamante allinsieme dei percorsi di rete ammissibili verso la destinazione desiderata nella sezione interna della rete viene impegnato, fisicamente e per tutta la durata della comunicazione, uno di questi percorsi nellautocommutatore di destinazione, la chiamata è trasferita dal percorso di rete alla linea dellutente chiamato

10 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 10 Trattamento del traffico (2/3) Queste tre operazioni sono dette di concentrazione distribuzione espansione Queste tre operazioni sono dette di concentrazione distribuzione espansione

11 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 11 Trattamento del traffico (3/3)

12 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 12 Sezioni di un autocommutatore Stadio (selettore) di utente (di linea): svolge le operazioni di concentrazione e di espansione Stadio (selettore) di gruppo: svolge loperazione di distribuzione Stadio (selettore) di utente (di linea): svolge le operazioni di concentrazione e di espansione Stadio (selettore) di gruppo: svolge loperazione di distribuzione

13 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 13 Modello di IDN telefonica Autocommutatore locale Stadio di gruppo Interfaccia DTE/DCE DTE DCEDCE Collegamento di segnalazione Stadio di utente Linee di giunzione Autocommutatore di transito Elaboratore di controllo Centro di manutenzione di rete Punto di trasferimento della segnalazione Rete di segnalazione a canale comune

14 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 14 Struttura di un autocommutatore a circuito Interfacce............ Rete di conness. Rete di conness............. Sistema di comando Sistema di comando Segnalazione

15 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 15 Parametri prestazionali (1/2) Massima intensità media di traffico che può essere globalmente offerta allautocommutatore con una prefissata probabilità di blocco per le connessioni dirette ingresso-uscita e per ognuno dei fasci di giunzione uscenti –qualifica la capacità di smaltimento di traffico da parte della rete di connessione. Massima intensità media di traffico che può essere globalmente offerta allautocommutatore con una prefissata probabilità di blocco per le connessioni dirette ingresso-uscita e per ognuno dei fasci di giunzione uscenti –qualifica la capacità di smaltimento di traffico da parte della rete di connessione.

16 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 16 Parametri prestazionali (2/2) Numero massimo dei tentativi di chiamata che possono essere trattati in un fissato intervallo temporale (ad. es. in unora) con il rispetto di vincoli di tempo reale –qualifica la capacità di trattamento da parte del sistema di comando. Numero massimo dei tentativi di chiamata che possono essere trattati in un fissato intervallo temporale (ad. es. in unora) con il rispetto di vincoli di tempo reale –qualifica la capacità di trattamento da parte del sistema di comando.

17 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 17 VII.2 Rete fisica VII.LA RETE TELEFONICA

18 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 18 Mezzi trasmissivi Nella sezione interna sono ormai impiegati, in modo pressoché esclusivo, i cavi in fibra ottica mono- modale in luogo dei mezzi in rame (cavi a coppie simmetriche o a coppie coassiali). Nella sezione di accesso esiste tuttora una larga varietà di soluzioni alternative per il mezzo trasmissivo di legamento degli utenti allautocommutatore di competenza: accanto al tradizionale mezzo in rame (doppino), sono attualmente impiegate soluzioni in fibra ottica, ovvero di tipo ibrido (fibra+rame) ovvero su portante radio (radio local loop). Nella sezione interna sono ormai impiegati, in modo pressoché esclusivo, i cavi in fibra ottica mono- modale in luogo dei mezzi in rame (cavi a coppie simmetriche o a coppie coassiali). Nella sezione di accesso esiste tuttora una larga varietà di soluzioni alternative per il mezzo trasmissivo di legamento degli utenti allautocommutatore di competenza: accanto al tradizionale mezzo in rame (doppino), sono attualmente impiegate soluzioni in fibra ottica, ovvero di tipo ibrido (fibra+rame) ovvero su portante radio (radio local loop).

19 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 19 Impiego della multiplazione numerica I sistemi di trasmissione sono basati sullimpiego della multiplazione numerica (digital multiplexing) Questa opera un affasciamento a divisione di tempo di segnali tributari numerici in modo da generare un segnale multiplato con ritmo binario più elevato Consente quindi di interallacciare nel tempo vari segnali numerici, per la trasmissione su un unico canale, con la possibilità di separarli in ricezione. I sistemi di trasmissione sono basati sullimpiego della multiplazione numerica (digital multiplexing) Questa opera un affasciamento a divisione di tempo di segnali tributari numerici in modo da generare un segnale multiplato con ritmo binario più elevato Consente quindi di interallacciare nel tempo vari segnali numerici, per la trasmissione su un unico canale, con la possibilità di separarli in ricezione.

20 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 20 Gerarchia di multiplazione numerica E una serie di operazioni di multiplazione numerica, per le quali è definita una scala di livelli (gerarchia) in modo tale che la multiplazione a un livello combina un numero definito di segnali numerici (ognuno dei quali ha il ritmo di cifra prescritto per un livello inferiore) in un segnale numerico con un prescritto ritmo di cifra questultimo è disponibile per una ulteriore combinazione con altri segnali numerici dello stesso ritmo in una multiplazione numerica di livello immediatamente superiore. E una serie di operazioni di multiplazione numerica, per le quali è definita una scala di livelli (gerarchia) in modo tale che la multiplazione a un livello combina un numero definito di segnali numerici (ognuno dei quali ha il ritmo di cifra prescritto per un livello inferiore) in un segnale numerico con un prescritto ritmo di cifra questultimo è disponibile per una ulteriore combinazione con altri segnali numerici dello stesso ritmo in una multiplazione numerica di livello immediatamente superiore.

21 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 21 Tecnica della giustificazione Consente di adattare segnali tributari plesiocroni o mesocroni alla temporizzazione isocrona che è loro disponibile nel segnale risultante da una multiplazione numerica A tale scopo, con riferimento ad un segnale tributario, viene variato il ritmo di cifra di questo (ritmo di scrittura) in modo controllato, così da poterlo accordare con un ritmo di cifra (ritmo di lettura) differente da quello di scrittura, usualmente senza perdita di informazione Consente di adattare segnali tributari plesiocroni o mesocroni alla temporizzazione isocrona che è loro disponibile nel segnale risultante da una multiplazione numerica A tale scopo, con riferimento ad un segnale tributario, viene variato il ritmo di cifra di questo (ritmo di scrittura) in modo controllato, così da poterlo accordare con un ritmo di cifra (ritmo di lettura) differente da quello di scrittura, usualmente senza perdita di informazione

22 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 22 Tipi di giustificazione F S i ritmo di cifra di scrittura delli-esimo tributario F L ritmo di cifra di lettura nelloperazione di multiplazione numerica Giustificazione positiva: quando F L > F si (i = 1,2,…) (ritmo di lettura sempre maggiore di quello di scrittura) Giustificazione negativa: quando F L < F Si (i = 1,2,…) (ritmo di lettura sempre minore di quello di scrittura) Giustificazione positiva/nulla/negativa: quando il ritmo di lettura può essere maggiore, uguale o minore di quello di scrittura). F S i ritmo di cifra di scrittura delli-esimo tributario F L ritmo di cifra di lettura nelloperazione di multiplazione numerica Giustificazione positiva: quando F L > F si (i = 1,2,…) (ritmo di lettura sempre maggiore di quello di scrittura) Giustificazione negativa: quando F L < F Si (i = 1,2,…) (ritmo di lettura sempre minore di quello di scrittura) Giustificazione positiva/nulla/negativa: quando il ritmo di lettura può essere maggiore, uguale o minore di quello di scrittura).

23 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 23 Tipi di gerarchia 1.Gerarchia numerica plesiocrona (PDH) adotta la giustificazione positiva 2.Gerarchia numerica sincrona (SDH) adotta la giustificazione positiva/nulla/ negativa. 1.Gerarchia numerica plesiocrona (PDH) adotta la giustificazione positiva 2.Gerarchia numerica sincrona (SDH) adotta la giustificazione positiva/nulla/ negativa.

24 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 24 Gerarchia numerica plesiocrona RITMI BINARI GERARCHICI (in kbit/s) per reti con gerarchia numerica basata su un ritmo binario di primo livello uguale a LIVELLO GERARCHICO NUMERICO 1.5442.048 64 11.5442.048 26.3128.448 332.06444.73634.368 497.728139.264

25 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 25 Gerarchia numerica sincrona LIVELLO GERARCHICO NUMERICO RITMI BINARI GERARCHICI (in kbit/s) 1155.520 4622.080 8 1.244.160 12 1.866.240 162.488.320

26 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 26 VII.3 Sezione interna della rete logica VII.LA RETE TELEFONICA

27 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 27 Obiettivi della struttura La topologia della sezione interna di una rete telefonica è normalmente definita in modo da ottenere un rendimento di utilizzazione per ognuna delle linee di giunzione (cioè per ciascuna delle risorse di trasferimento condivise) che sia il più elevato possibile compatibilmente con unaccettabile qualità del servizio offerto.

28 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 28 Topologia a maglia completa Ognuno degli N nodi appartenenti a un insieme della rete è interconnesso a tutti gli altri N-1 nodi dello stesso insieme con un ramo specifico. Il numero di rami componenti è N (N-1) /2. Il percorso di rete tra due nodi qualsiasi può essere scelto in una molteplicità di alternative possibili, tra cui quella di lunghezza logica minima è costituita dal ramo che connette i due nodi. Ognuno degli N nodi appartenenti a un insieme della rete è interconnesso a tutti gli altri N-1 nodi dello stesso insieme con un ramo specifico. Il numero di rami componenti è N (N-1) /2. Il percorso di rete tra due nodi qualsiasi può essere scelto in una molteplicità di alternative possibili, tra cui quella di lunghezza logica minima è costituita dal ramo che connette i due nodi.

29 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 29 Topologia a stella pura Ogni elemento di un insieme di nodi A 1, A 2,... è connesso con un solo ramo a un nodo B: questo costituisce il centro stella. Se linsieme B, A 1, A 2,... è costituito da N nodi, il numero dei rami è uguale a N-1. Esiste un solo percorso di rete, che include il centro stella e che è costituito da due rami. Si dice che una topologia a stella pura è a due livelli gerarchici: il primo livello include i nodi A 1, A 2,..., mentre il secondo comprende il solo nodo B. Ogni elemento di un insieme di nodi A 1, A 2,... è connesso con un solo ramo a un nodo B: questo costituisce il centro stella. Se linsieme B, A 1, A 2,... è costituito da N nodi, il numero dei rami è uguale a N-1. Esiste un solo percorso di rete, che include il centro stella e che è costituito da due rami. Si dice che una topologia a stella pura è a due livelli gerarchici: il primo livello include i nodi A 1, A 2,..., mentre il secondo comprende il solo nodo B.

30 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 30 Topologia ad albero (1/3) E una generalizzazione della topologia a stella pura, nel senso che è definita da una struttura a stella multipla: ad esempio: –i nodi B 1, B 2 di due o più stelle pure sono a loro volta connessi con un solo ramo a un nodo C; –il procedimento può essere ripetuto per i nodi di tipo C, e così via; –gli insiemi di nodi A 1, A 2..., B 1, B 2..., C 1, C 2...sono di rango via via crescente. E una generalizzazione della topologia a stella pura, nel senso che è definita da una struttura a stella multipla: ad esempio: –i nodi B 1, B 2 di due o più stelle pure sono a loro volta connessi con un solo ramo a un nodo C; –il procedimento può essere ripetuto per i nodi di tipo C, e così via; –gli insiemi di nodi A 1, A 2..., B 1, B 2..., C 1, C 2...sono di rango via via crescente.

31 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 31 Topologia ad albero (2/3) Esiste un solo nodo di rango massimo. Se N è il numero di nodi della rete, il numero di rami componenti è uguale a N-1; questo è il minimo per assicurare lesistenza di almeno un percorso di rete tra due nodi qualsiasi. Esiste un solo percorso di questo tipo. Esiste un solo nodo di rango massimo. Se N è il numero di nodi della rete, il numero di rami componenti è uguale a N-1; questo è il minimo per assicurare lesistenza di almeno un percorso di rete tra due nodi qualsiasi. Esiste un solo percorso di questo tipo.

32 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 32 Topologia ad albero (3/3) Il percorso di lunghezza logica massima è quello tra due nodi di rango minimo, che dipendono da nodi di rango intermedio tutti diversi tra di loro. Questo percorso attraversa necessariamente il nodo di rango massimo ed è costituito da 2 (M-1) rami, se M è il numero di livelli gerarchici della struttura. Il percorso di lunghezza logica massima è quello tra due nodi di rango minimo, che dipendono da nodi di rango intermedio tutti diversi tra di loro. Questo percorso attraversa necessariamente il nodo di rango massimo ed è costituito da 2 (M-1) rami, se M è il numero di livelli gerarchici della struttura.

33 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 33 Topologia della sezione interna (1/2) E il risultato di un compromesso tra la forma a stella pura (e le sue generalizzazioni) e quella a maglia completa. Deriva dalla ripartizione delle relazioni di traffico in funzione della distanza tra gli autocommutatori della rete: –due nodi geograficamente vicini possono essere interessati da quote di traffico maggiori di quelle che possono interessare nodi geograficamente lontani; –le quote di traffico per ogni relazione diminuiscono al crescere della distanza tra gli autocommutatori. E il risultato di un compromesso tra la forma a stella pura (e le sue generalizzazioni) e quella a maglia completa. Deriva dalla ripartizione delle relazioni di traffico in funzione della distanza tra gli autocommutatori della rete: –due nodi geograficamente vicini possono essere interessati da quote di traffico maggiori di quelle che possono interessare nodi geograficamente lontani; –le quote di traffico per ogni relazione diminuiscono al crescere della distanza tra gli autocommutatori.

34 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 34 Topologia della sezione interna (2/2) 1.Tra i nodi A 1 e A 2 ovvero tra i nodi A 3 e A 4 può essere giustificato un ramo diretto. 2.Tra A 1 e A 4 può non essere giustificato un ramo diretto; il percorso di rete può allora essere quello A 1 B 1 B 2 A 4 che attraversa i nodi di rango superiore B 1 e B 2, se questi sono connessi da un ramo diretto. 3.Se non lo sono, il percorso di rete attraversa anche il nodo C di rango ulteriormente superio- re. 1.Tra i nodi A 1 e A 2 ovvero tra i nodi A 3 e A 4 può essere giustificato un ramo diretto. 2.Tra A 1 e A 4 può non essere giustificato un ramo diretto; il percorso di rete può allora essere quello A 1 B 1 B 2 A 4 che attraversa i nodi di rango superiore B 1 e B 2, se questi sono connessi da un ramo diretto. 3.Se non lo sono, il percorso di rete attraversa anche il nodo C di rango ulteriormente superio- re. C B1B1 B2B2 A1A1 A2A2 A4A4 A3A3

35 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 35 Struttura gerarchica (1/3) Ragionamenti del tipo precedente conducono a stabilire una gerarchia di centri di commutazione, in modo che la graduale riduzione delle quote di traffico con la distanza venga compensata concentrando il traffico proveniente da zone di territorio sempre più estese. Ogni centro di questa gerarchia ha, nellambito del territorio su cui opera la rete, una sua zona di influenza. Conseguentemente la zona di influenza di un centro di rango più elevato comprende tutte le zone dei centri di rango più basso da esso dipendenti. Ragionamenti del tipo precedente conducono a stabilire una gerarchia di centri di commutazione, in modo che la graduale riduzione delle quote di traffico con la distanza venga compensata concentrando il traffico proveniente da zone di territorio sempre più estese. Ogni centro di questa gerarchia ha, nellambito del territorio su cui opera la rete, una sua zona di influenza. Conseguentemente la zona di influenza di un centro di rango più elevato comprende tutte le zone dei centri di rango più basso da esso dipendenti.

36 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 36 Struttura gerarchica (2/3) I centri di rango più elevato sono di norma connessi con una topologia a maglia completa. I centri di rango inferiore sono connessi, di norma con modalità a stella, al centro da cui dipendono gerarchi- camente. Sono anche ammessi, in deroga a queste regole, rami tra centri geograficamente vicini così caratterizzabili –hanno ugual rango e fanno capo allo stesso centro di rango superiore; –hanno ugual rango, ma fanno capo a centri di rango superiore diversi; –hanno diverso rango e sono gerarchicamente indipen- denti. I centri di rango più elevato sono di norma connessi con una topologia a maglia completa. I centri di rango inferiore sono connessi, di norma con modalità a stella, al centro da cui dipendono gerarchi- camente. Sono anche ammessi, in deroga a queste regole, rami tra centri geograficamente vicini così caratterizzabili –hanno ugual rango e fanno capo allo stesso centro di rango superiore; –hanno ugual rango, ma fanno capo a centri di rango superiore diversi; –hanno diverso rango e sono gerarchicamente indipen- denti.

37 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 37 Struttura gerarchica (3/3) Centri di rango 1Centri di rango 2Centri di rango 3 AB CDEF GHIJK Struttura ad albero G H I J K C D E F A B configurazione geografica

38 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 38 VII.4 Interfacce di nodo VII.LA RETE TELEFONICA

39 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 39 Tipi di interfacce (1/2) Si distinguono –linterfaccia di utente (tra linea di utente e nodo di commutazione a circuito); –linterfaccia di giunzione (tra linea di giunzione e nodo di commutazione a circuito). Si distinguono –linterfaccia di utente (tra linea di utente e nodo di commutazione a circuito); –linterfaccia di giunzione (tra linea di giunzione e nodo di commutazione a circuito).

40 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 40 Tipi di interfacce (2/2) Nodo di commutazione PCM Linee PCM a 2.048 Mbit/s UL AU Linee d'utente analogiche AU UL

41 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 41 Interfaccia di utente (1/2) L'interfaccia tra una linea d'utente e un nodo di commutazione a circuito PCM è costituita dall'attacco d'utente (AU).

42 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 42 Interfaccia di utente (2/2) Le funzioni eseguite dall'attacco d'utente possono essere riassunte dall acronimo BORSCHT: –Battery (alimentazione); –Overvoltage protection (protezione da sovratensioni) –Ringing (generazione del tono di chiamata) –Supervisory (supervisione della linea) –Coding (codifica del segnale vocale) –Hybrid (passaggio da 2 a 4 fili) –Testing (accesso per prove sulla linea). Le funzioni eseguite dall'attacco d'utente possono essere riassunte dall acronimo BORSCHT: –Battery (alimentazione); –Overvoltage protection (protezione da sovratensioni) –Ringing (generazione del tono di chiamata) –Supervisory (supervisione della linea) –Coding (codifica del segnale vocale) –Hybrid (passaggio da 2 a 4 fili) –Testing (accesso per prove sulla linea).

43 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 43 Interfaccia di giunzione Nel caso di un nodo di commutazione a circuito in tecnica numerica, è costituita dallunità di linea (UL), i cui compiti sono: –in ricezione, la conversione da un ambiente mesocrono (esterno al nodo) ad uno sincrono (interno al nodo); –in trasmissione, lemissione di flussi multiplati staticamente. Nel caso di un nodo di commutazione a circuito in tecnica numerica, è costituita dallunità di linea (UL), i cui compiti sono: –in ricezione, la conversione da un ambiente mesocrono (esterno al nodo) ad uno sincrono (interno al nodo); –in trasmissione, lemissione di flussi multiplati staticamente.

44 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 44 Da mesocronismo a sincronismo TS: temporizzazione di scrittura TL: temporizzazione di lettura TS: temporizzazione di scrittura TL: temporizzazione di lettura Ricezione Trasmissione Estrattore di temporizzazione Rivelatore Memoria elastica Allineatore di trama Inserimento allineamento di trama Commutatore Ambiente mesocrono Ambiente sincrono TSTL Orologio interno Orologio esterno

45 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 45 Unità di linea L'estrattore di temporizzazione provvede a estrarre il cronosegnale associato al flusso multiplato entrante; l'allineatore provvede alla verifica dell'allineamento di trama e al recupero dell'allineamento corretto in caso di perdita di allineamento; la memoria tampone ha lo scopo di compensare le fluttuazioni di fase tra i cronosegnali esterno e interno. L'estrattore di temporizzazione provvede a estrarre il cronosegnale associato al flusso multiplato entrante; l'allineatore provvede alla verifica dell'allineamento di trama e al recupero dell'allineamento corretto in caso di perdita di allineamento; la memoria tampone ha lo scopo di compensare le fluttuazioni di fase tra i cronosegnali esterno e interno.

46 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 46 Estrazione della temporizzazione (1/2) Rivelatore di cronosegnale Rivelatore

47 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 47 Estrazione della temporizzazione (2/2) VCO cronosegnale Rivelatore Stimatore dellerrore di temporizzazione Filtro di anello

48 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 48 Allineatore (1/3) Le funzioni dell'allineatore sono quelle di: –rivelare situazioni di fuori allineamento; –recuperare l'allineamento in caso di fuori allineamento; le informazioni di allineamento di trama sono contenute nella parola di allineamento composta da M bit collocati in posizione opportuna nella trama stessa. Le funzioni dell'allineatore sono quelle di: –rivelare situazioni di fuori allineamento; –recuperare l'allineamento in caso di fuori allineamento; le informazioni di allineamento di trama sono contenute nella parola di allineamento composta da M bit collocati in posizione opportuna nella trama stessa.

49 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 49 Allineatore (2/3) Nel caso di trama PCM a 2.048 Mbit/s, la parola di allineamento è composta da M=7 bit (0011011) collocati, a trame alterne, nell'IT numero 0. Gli eventi di rivelazione di fuori allineamento e di recupero di allineamento sono generati esaminando le violazioni della parola di allineamento. Nel caso di trama PCM a 2.048 Mbit/s, la parola di allineamento è composta da M=7 bit (0011011) collocati, a trame alterne, nell'IT numero 0. Gli eventi di rivelazione di fuori allineamento e di recupero di allineamento sono generati esaminando le violazioni della parola di allineamento.

50 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 50 Allineatore (3/3) Diagramma di stato di un allineatore Stato di Allineamento Rivelazione di un Fuori Allineamento Recupero di Allineamento Stato di Fuori Allineamento

51 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 51 Modello di memoria tampone (1/2) scrittura lettura 1 2 3 4 N N-1 N-2 i i+1 i-1... cella di memoria

52 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 52 Modello di memoria tampone (2/2) diminuzione dellanticipo aumento dellanticipo verso di rotazione dei puntatori 2 GRM 0 GRM 1 puntatore di scrittura puntatore di lettura

53 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 53 Memoria tampone (1/5) Le operazioni di scrittura sono controllate dal cronosegnale esterno, che determina la velocità di rotazione del puntatore di scrittura; le operazioni di lettura sono controllate dal cronosegnale interno, che determina la velocità di rotazione del puntatore di lettura; Le operazioni di scrittura sono controllate dal cronosegnale esterno, che determina la velocità di rotazione del puntatore di scrittura; le operazioni di lettura sono controllate dal cronosegnale interno, che determina la velocità di rotazione del puntatore di lettura;

54 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 54 Memoria tampone (2/5) la posizione reciproca dei puntatori stabilisce il grado di riempimento (GRM) della memoria; questo grado è positivo se il puntatore di scrittura è in anticipo rispetto a quello di lettura; le fluttuazioni di fase del cronosegnale esterno rispetto a quello interno si traducono in variazioni di GRM; la posizione reciproca dei puntatori stabilisce il grado di riempimento (GRM) della memoria; questo grado è positivo se il puntatore di scrittura è in anticipo rispetto a quello di lettura; le fluttuazioni di fase del cronosegnale esterno rispetto a quello interno si traducono in variazioni di GRM;

55 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 55 Memoria tampone (3/5) se lanticipo della scrittura rispetto alla lettura diminuisce (cioè se la scrittura rallenta rispetto alla lettura), anche il GRM diminuisce; quando, a seguito di una diminuzione dellanticipo, il puntatore di scrittura si avvicina al puntatore di lettura, nel verso contrario a quello di rotazione dei due puntatori, il GRM tende a zero e cioè la memoria tende a svuotarsi; se la lettura non è distruttiva, si può verificare allora laggiunta di uno o più bit (slittamento per aggiunta); se lanticipo della scrittura rispetto alla lettura diminuisce (cioè se la scrittura rallenta rispetto alla lettura), anche il GRM diminuisce; quando, a seguito di una diminuzione dellanticipo, il puntatore di scrittura si avvicina al puntatore di lettura, nel verso contrario a quello di rotazione dei due puntatori, il GRM tende a zero e cioè la memoria tende a svuotarsi; se la lettura non è distruttiva, si può verificare allora laggiunta di uno o più bit (slittamento per aggiunta);

56 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 56 Memoria tampone (4/5) se lanticipo della scrittura rispetto alla lettura aumenta (cioè se la scrittura accelera rispetto alla lettura), anche il GRM aumenta; quando, a seguito dellaumento dellanticipo, il puntatore di scrittura si avvicina al puntatore di lettura nel verso di rotazione dei due puntatori, il GRM tende a 1 e cioè la memoria tende a riempirsi; si può allora verificare un trabocco della memoria con la perdita di uno o più bit (slittamento per perdita); se lanticipo della scrittura rispetto alla lettura aumenta (cioè se la scrittura accelera rispetto alla lettura), anche il GRM aumenta; quando, a seguito dellaumento dellanticipo, il puntatore di scrittura si avvicina al puntatore di lettura nel verso di rotazione dei due puntatori, il GRM tende a 1 e cioè la memoria tende a riempirsi; si può allora verificare un trabocco della memoria con la perdita di uno o più bit (slittamento per perdita);

57 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 57 Memoria tampone (5/5) la condizione GRM=1/2 (memoria tampone riempita a metà) presenta massimo margine rispetto a riempimenti (GRM=1) o a svuotamenti (GRM=0) ; le condizioni GRM=1 o GRM=0 sono invece origine di trabocchi o di svuotamenti con conseguenti slittamenti per perdita o per aggiunta, che possono ripetersi a brevi intervalli di tempo. la condizione GRM=1/2 (memoria tampone riempita a metà) presenta massimo margine rispetto a riempimenti (GRM=1) o a svuotamenti (GRM=0) ; le condizioni GRM=1 o GRM=0 sono invece origine di trabocchi o di svuotamenti con conseguenti slittamenti per perdita o per aggiunta, che possono ripetersi a brevi intervalli di tempo.

58 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 58 Gestione della memoria tampone (1/2) Supponiamo che la memoria abbia la capacità di N bit 1.quando ci si avvicina alla condizione GRM=0 si ripete la lettura di metà del contenuto della memoria; in tal modo il GRM si riporta al valore 1/2 e si verifica uno slittamento per aggiunta di N/2 bit; 2.quando ci si avvicina alla condizione GRM=1 si perde metà del contenuto della memoria; in tal modo il GRM si riporta al valore 1/2 e si verifica uno slittamento per perdita di N/2 bit. Supponiamo che la memoria abbia la capacità di N bit 1.quando ci si avvicina alla condizione GRM=0 si ripete la lettura di metà del contenuto della memoria; in tal modo il GRM si riporta al valore 1/2 e si verifica uno slittamento per aggiunta di N/2 bit; 2.quando ci si avvicina alla condizione GRM=1 si perde metà del contenuto della memoria; in tal modo il GRM si riporta al valore 1/2 e si verifica uno slittamento per perdita di N/2 bit.

59 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 59 Gestione della memoria tampone (2/2) Normalmente si dimensiona la capacità della memoria tampone a un valore uguale al doppio della lunghezza della trama; ciò consente, in caso di slittamento, di perdere o di aggiungere una intera trama e quindi di non perdere lallineamento. Normalmente si dimensiona la capacità della memoria tampone a un valore uguale al doppio della lunghezza della trama; ciò consente, in caso di slittamento, di perdere o di aggiungere una intera trama e quindi di non perdere lallineamento.

60 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 60 Prestazioni della memoria tampone Sono caratterizzate dallintervallo minimo di slittamento e cioè dallintervallo temporale minimo che intercorre tra due slittamenti successivi.

61 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 61 Sul fenomeno degli slittamenti Memoria tampone N TL TS f (1+ ) 0 f 0 T S = N 2 f 0 TSTS GRM 1 1/2 f t 0 slittamenti per perdita Es. per N=512 bit; f 0 =2,048 MHz; T 86400 s, risulta 1,45. 10 - 9

62 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 62 VII.5 Strategie di sincronizzazione VII.LA RETE TELEFONICA

63 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 63 Sincronizzazione di rete (1/2) In una rete fisica numerica, è la funzione che rende mesocroni o plesiocroni, alle loro origini, tutti i segnali che transitano attraverso interfacce comuni di rete

64 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 64 Sincronizzazione di rete (2/2) Può essere attuata secondo diverse strategie di cui le principali sono: Anarchica (o plesiocrona): –gli orologi di nodo sono indipendenti e i relativi cronosegnali sono plesiocroni Dispotica (o Master-slave): –un singolo orologio (riferimento di rete) è distribuito a tutti i nodi della rete, che contengono un PLL per sincronizzare i loro orologi interni al riferimento Democratica (o mutua): –tutti gli orologi di nodo sono agganciati in fase ad un insieme di altri orologi. Può essere attuata secondo diverse strategie di cui le principali sono: Anarchica (o plesiocrona): –gli orologi di nodo sono indipendenti e i relativi cronosegnali sono plesiocroni Dispotica (o Master-slave): –un singolo orologio (riferimento di rete) è distribuito a tutti i nodi della rete, che contengono un PLL per sincronizzare i loro orologi interni al riferimento Democratica (o mutua): –tutti gli orologi di nodo sono agganciati in fase ad un insieme di altri orologi.

65 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 65 Schema di principio di un PLL Comparatore di fase filtro passa-basso VCO Cronosegnale asservito S out ref S

66 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 66 VII.6 Indirizzamento e numerazione VII.LA RETE TELEFONICA

67 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 67 Concetti generali (1/5) La numerazione rappresenta un elemento importante nella pianificazione e nella gestione delle reti di telecomunicazioni. Le scelte relative alla numerazione coinvolgono l'utente, il fornitore del servizio e il gestore. La numerazione rappresenta un elemento importante nella pianificazione e nella gestione delle reti di telecomunicazioni. Le scelte relative alla numerazione coinvolgono l'utente, il fornitore del servizio e il gestore.

68 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 68 Concetti generali (2/5) Per lutente ha importanza una struttura del numero semplice e durevole nel tempo. Per il fornitore di servizio ha interesse una disponibilità in termini di spazi di numerazione per i diversi servizi che lo stesso intende fornire. Per il gestore di rete la numerazione ha interesse per l'effettuazione delle procedure di instradamento, di fatturazione, di gestione della rete. Per lutente ha importanza una struttura del numero semplice e durevole nel tempo. Per il fornitore di servizio ha interesse una disponibilità in termini di spazi di numerazione per i diversi servizi che lo stesso intende fornire. Per il gestore di rete la numerazione ha interesse per l'effettuazione delle procedure di instradamento, di fatturazione, di gestione della rete.

69 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 69 Concetti generali (3/5) Il trasferimento di informazione nellambito di una comunicazione attraverso una o più reti richiede lo svolgimento della funzione di indirizzamento. Questa consiste nello specificare (selezionare) in modo univoco e comprensibile alle reti il destina- tario dellinformazione. Linformazione di indirizzamento è espressa con una serie di caratteri alfanumerici, secondo una sintassi specifica dell'ambiente in cui si opera. Il trasferimento di informazione nellambito di una comunicazione attraverso una o più reti richiede lo svolgimento della funzione di indirizzamento. Questa consiste nello specificare (selezionare) in modo univoco e comprensibile alle reti il destina- tario dellinformazione. Linformazione di indirizzamento è espressa con una serie di caratteri alfanumerici, secondo una sintassi specifica dell'ambiente in cui si opera.

70 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 70 Concetti generali (4/5) Il destinatario specificato nelloperazione di selezione può essere: –uninterfaccia utente-rete –un utente –un terminale –un processo applicativo. Il destinatario specificato nelloperazione di selezione può essere: –uninterfaccia utente-rete –un utente –un terminale –un processo applicativo.

71 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 71 Concetti generali (5/5) Gli indirizzi corrispondenti ai punti di confine tra la parte pubblica e la parte privata di un sistema di telecomunicazioni sono detti numeri. La struttura dei numeri di rete pubblica (cioè il nome, la quantità, la lunghezza e lutilizzazione dei campi in cui il numero è suddiviso) e le autorità preposte alla assegnazione e gestione dei numeri costituiscono il cosiddetto piano di numerazione della rete pubblica. Gli indirizzi corrispondenti ai punti di confine tra la parte pubblica e la parte privata di un sistema di telecomunicazioni sono detti numeri. La struttura dei numeri di rete pubblica (cioè il nome, la quantità, la lunghezza e lutilizzazione dei campi in cui il numero è suddiviso) e le autorità preposte alla assegnazione e gestione dei numeri costituiscono il cosiddetto piano di numerazione della rete pubblica.

72 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 72 Piano di numerazione (1/2) Requisiti nella definizione di un piano di numerazione sono: –facile comprensibilità da parte dellutenza; –compatibilità con i sistemi di commutazione esistenti nella rete o previsti nella pianificazio- ne dello sviluppo della rete nel periodo di validità del piano di numerazione; –capacità di interlavoro con i piani di numera- zione internazionali e di altre reti. Requisiti nella definizione di un piano di numerazione sono: –facile comprensibilità da parte dellutenza; –compatibilità con i sistemi di commutazione esistenti nella rete o previsti nella pianificazio- ne dello sviluppo della rete nel periodo di validità del piano di numerazione; –capacità di interlavoro con i piani di numera- zione internazionali e di altre reti.

73 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 73 Piano di numerazione (2/2) Obiettivi della definizione di un piano di numerazione sono: –semplificazione della funzione di instradamento; –minimizzazione dei vincoli e dellimpatto sulla realizzazione dei sistemi di commutazione; –possibilità di tariffazione semplice ed equa; –minimizzazione del numero di caratteri neces- sari per la selezione. Obiettivi della definizione di un piano di numerazione sono: –semplificazione della funzione di instradamento; –minimizzazione dei vincoli e dellimpatto sulla realizzazione dei sistemi di commutazione; –possibilità di tariffazione semplice ed equa; –minimizzazione del numero di caratteri neces- sari per la selezione.

74 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 74 Definizioni Le definizioni qui di seguito riportate sono specificamente relative alla rete telefonica pubblica (PSTN), alla ISDN e alle reti per dati, nelle quali la comunicazione avviene su base chiamata.

75 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 75 1. Area di numerazione Area nella quale si può accedere a un servizio di rete e tale che due utenti al suo interno usano le medesime procedure di selezione per comunicare con un altro utente. Lindividuazione di aree di numerazione è tipicamente legata ad aspetti geografici. Area nella quale si può accedere a un servizio di rete e tale che due utenti al suo interno usano le medesime procedure di selezione per comunicare con un altro utente. Lindividuazione di aree di numerazione è tipicamente legata ad aspetti geografici.

76 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 76 2. Prefissi (1/2) Un prefisso è un indicatore che consiste in una o più cifre decimali, che permette la selezione di diversi tipi di formato di numero (es. locale, nazionale o internazionale) e/o di servizio. I prefissi non sono parte del numero e non sono trasferiti nella segnalazione di rete. Un prefisso è un indicatore che consiste in una o più cifre decimali, che permette la selezione di diversi tipi di formato di numero (es. locale, nazionale o internazionale) e/o di servizio. I prefissi non sono parte del numero e non sono trasferiti nella segnalazione di rete.

77 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 77 2. Prefissi (2/2) Casi particolari di prefisso sono i seguenti –Prefisso internazionale: una combinazione di cifre decimali che un utente chiamante deve selezionare per individuare un utente chiamato in un altro paese e utilizzare la selezione internazionale automatica (es.: in Italia, il prefisso internazionale è 00); –Prefisso interurbano:una combinazione di cifre decimali che un utente chiamante deve selezionare per individuare un utente chiamato situato al di fuori della propria area di numerazione, ma allinterno del medesimo paese, utilizzando la selezione interurbana automatica. Casi particolari di prefisso sono i seguenti –Prefisso internazionale: una combinazione di cifre decimali che un utente chiamante deve selezionare per individuare un utente chiamato in un altro paese e utilizzare la selezione internazionale automatica (es.: in Italia, il prefisso internazionale è 00); –Prefisso interurbano:una combinazione di cifre decimali che un utente chiamante deve selezionare per individuare un utente chiamato situato al di fuori della propria area di numerazione, ma allinterno del medesimo paese, utilizzando la selezione interurbana automatica.

78 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 78 3. Indicativi (1/2) Indicativo internazionale (Country Code, CC) –Una combinazione di una, due o tre cifre decimali che caratterizzano un paese o un gruppo di paesi inclusi in un piano di numerazione integrato; –ad es. lindicativo dellItalia è 39; il Nord America (Canada, USA e altri piccoli paesi) ha come unico indicativo 1. Indicativo internazionale (Country Code, CC) –Una combinazione di una, due o tre cifre decimali che caratterizzano un paese o un gruppo di paesi inclusi in un piano di numerazione integrato; –ad es. lindicativo dellItalia è 39; il Nord America (Canada, USA e altri piccoli paesi) ha come unico indicativo 1.

79 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 79 Indicativo interurbano (Trunk code, TC) –una combinazione di cifre decimali (escluso il prefisso nazionale) che caratterizzano larea di numerazione di destinazione di una chiamata allinterno di una paese (o di un gruppo di paesi inclusi in un piano di numerazione integrato); –lindicativo interurbano deve essere selezionato prima del numero dellutente chiamato, quando il chiamante ed il chiamato si trovino in aree di numerazione diverse; –lindicativo interurbano ha tipicamente una connotazione geografica, in quanto corrispondente ad una determinata porzione dellarea di servizio nazionale della rete. Indicativo interurbano (Trunk code, TC) –una combinazione di cifre decimali (escluso il prefisso nazionale) che caratterizzano larea di numerazione di destinazione di una chiamata allinterno di una paese (o di un gruppo di paesi inclusi in un piano di numerazione integrato); –lindicativo interurbano deve essere selezionato prima del numero dellutente chiamato, quando il chiamante ed il chiamato si trovino in aree di numerazione diverse; –lindicativo interurbano ha tipicamente una connotazione geografica, in quanto corrispondente ad una determinata porzione dellarea di servizio nazionale della rete. 3. Indicativi (2/2)

80 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 80 4. Numeri (1/3) Numero dutente (Subscriber Number, SN) –Il numero da selezionare per raggiungere un utente nella stessa rete locale o area di numerazione. Questo è il numero generalmente riportato negli elenchi a fianco del nome dellutente. Numero dutente (Subscriber Number, SN) –Il numero da selezionare per raggiungere un utente nella stessa rete locale o area di numerazione. Questo è il numero generalmente riportato negli elenchi a fianco del nome dellutente.

81 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 81 4. Numeri (2/3) Numero nazionale (significativo) (National (Significant) Number, N(S)N) –Il numero da selezionare di seguito al prefisso interurbano per individuare un utente nello stesso paese (o gruppo di paesi inclusi in un piano di numerazione integrato), ma al di fuori della stessa rete locale o area di numerazione, rispetto allutente chiamante. –Il numero nazionale (significativo) consiste nellindicativo interurbano seguito dal numero di utente. Numero nazionale (significativo) (National (Significant) Number, N(S)N) –Il numero da selezionare di seguito al prefisso interurbano per individuare un utente nello stesso paese (o gruppo di paesi inclusi in un piano di numerazione integrato), ma al di fuori della stessa rete locale o area di numerazione, rispetto allutente chiamante. –Il numero nazionale (significativo) consiste nellindicativo interurbano seguito dal numero di utente.

82 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 82 4. Numeri (3/3) Numero internazionale –Il numero da selezionare di seguito al prefisso internazionale per individuare un utente in un altro paese rispetto a quello del chiamante. –Il numero internazionale consiste nellindicativo internazionale del paese chiamato seguito dal numero nazionale (significativo) dellutente chiamato. Numero internazionale –Il numero da selezionare di seguito al prefisso internazionale per individuare un utente in un altro paese rispetto a quello del chiamante. –Il numero internazionale consiste nellindicativo internazionale del paese chiamato seguito dal numero nazionale (significativo) dellutente chiamato.

83 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 83 5. Piano di numerazione Il piano in base al quale è assegnato un numero ad ogni punto di accesso alla rete, mediante il quale sia possibile individuarlo univocamente nellambito della rete stessa. Questa definizione si applica strettamente alla rete telefonica tradizionale. Oggi i piani di numerazione devono prevedere indirizzamenti da utilizzare per servizi di rete intelligente, reti mobili, ecc. Il piano in base al quale è assegnato un numero ad ogni punto di accesso alla rete, mediante il quale sia possibile individuarlo univocamente nellambito della rete stessa. Questa definizione si applica strettamente alla rete telefonica tradizionale. Oggi i piani di numerazione devono prevedere indirizzamenti da utilizzare per servizi di rete intelligente, reti mobili, ecc.

84 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 84 6. Numerazione uniforme e non uniforme Si dice uniforme uno schema di numerazione in cui il numero di utente (SN) ha lunghezza costante per gli utenti allinterno di unarea di numerazione. Lo schema di numerazione attualmente in vigore in Italia è non-uniforme. Si dice uniforme uno schema di numerazione in cui il numero di utente (SN) ha lunghezza costante per gli utenti allinterno di unarea di numerazione. Lo schema di numerazione attualmente in vigore in Italia è non-uniforme.

85 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 85 Formulazione di un piano di numerazione (1/2) I dati che occorre tenere presenti nella formulazione di un piano di numerazione sono di due tipi: –dati statistici storici, caratterizzanti la distribuzione della popolazione, leconomia del territorio, la costituzione e levoluzione subita dalla rete, dati di traffico; –dati di previsione per il futuro, di tipo demografico e relativi alla pianificazione di rete, sia dal punto di vista economico che tecnico. I dati che occorre tenere presenti nella formulazione di un piano di numerazione sono di due tipi: –dati statistici storici, caratterizzanti la distribuzione della popolazione, leconomia del territorio, la costituzione e levoluzione subita dalla rete, dati di traffico; –dati di previsione per il futuro, di tipo demografico e relativi alla pianificazione di rete, sia dal punto di vista economico che tecnico.

86 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 86 Fattori che influenzano la definizione di un piano di numerazione sono: –requisiti dellutenza; –la capacità dei sistemi di rete; –le procedure di instradamento e tariffazione. Fattori che influenzano la definizione di un piano di numerazione sono: –requisiti dellutenza; –la capacità dei sistemi di rete; –le procedure di instradamento e tariffazione. Formulazione di un piano di numerazione (2/2)

87 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 87 Requisiti dellutenza (1/3) Un piano di numerazione deve mirare a ridurre al minimo gli errori di selezione, i tempi di selezione e la necessità di ricorso a consultazione di elenchi e assistenza di operatori; questi obiettivi possono essere perseguiti mediante opportuni criteri. Un piano di numerazione deve mirare a ridurre al minimo gli errori di selezione, i tempi di selezione e la necessità di ricorso a consultazione di elenchi e assistenza di operatori; questi obiettivi possono essere perseguiti mediante opportuni criteri.

88 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 88 I criteri in questione sono –le aree di numerazione devono essere individuate chiaramente (es. scegliendo confini geograficamente o amministrativamente significativi); –il numero nazionale (significativo) di un utente deve essere sempre lo stesso, indipendentemente dal punto di origine delle chiamate dirette allutente stesso. I criteri in questione sono –le aree di numerazione devono essere individuate chiaramente (es. scegliendo confini geograficamente o amministrativamente significativi); –il numero nazionale (significativo) di un utente deve essere sempre lo stesso, indipendentemente dal punto di origine delle chiamate dirette allutente stesso. Requisiti dellutenza (2/3)

89 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 89 Requisiti dellutenza (3/3) –non più di due distinte procedure devono essere richieste per indirizzare un utente allinterno di un dato paese: le due procedure possono essere relative al caso di chiamata originata nella stessa area di numerazione e in una diversa area di numerazione; –i servizi speciali (es. chiamate di emergenza, servizi di assistenza) devono avere il medesimo numero per chiamate provenienti da qualunque punto di un paese. –non più di due distinte procedure devono essere richieste per indirizzare un utente allinterno di un dato paese: le due procedure possono essere relative al caso di chiamata originata nella stessa area di numerazione e in una diversa area di numerazione; –i servizi speciali (es. chiamate di emergenza, servizi di assistenza) devono avere il medesimo numero per chiamate provenienti da qualunque punto di un paese.

90 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 90 Idealmente il piano di numerazione dovrebbe essere indipendente da vincoli tecnologici. In pratica, sistemi di tipo passo-passo, non dotati di apparati di traduzione dei numeri in codici interni, utilizzabili dallautocommutatore, hanno in passato introdotto vincoli sulla numerazione (ad es. richieden- do una numerazione non-uniforme per realizzare gli instradamenti nelle centrali passo-passo). Con la progressiva diffusione degli apparati di traduzione nei sistemi di commutazione, si può ottenere una sostanziale indipendenza tra numerazione e specifiche di funzionamento dellautocommutatore. Idealmente il piano di numerazione dovrebbe essere indipendente da vincoli tecnologici. In pratica, sistemi di tipo passo-passo, non dotati di apparati di traduzione dei numeri in codici interni, utilizzabili dallautocommutatore, hanno in passato introdotto vincoli sulla numerazione (ad es. richieden- do una numerazione non-uniforme per realizzare gli instradamenti nelle centrali passo-passo). Con la progressiva diffusione degli apparati di traduzione nei sistemi di commutazione, si può ottenere una sostanziale indipendenza tra numerazione e specifiche di funzionamento dellautocommutatore. Capacità dei sistemi di rete

91 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 91 La numerazione è correlata con le funzioni di instradamento e tariffazione. Nei sistemi di commutazione più recenti, queste funzioni sono attivate mediante analisi e successiva traduzione di (alcune) cifre componenti il numero chiamato. In generale il numero di cifre del numero chiamato che devono essere analizzate può essere diverso per le funzioni di instradamento e di tariffazione. La numerazione è correlata con le funzioni di instradamento e tariffazione. Nei sistemi di commutazione più recenti, queste funzioni sono attivate mediante analisi e successiva traduzione di (alcune) cifre componenti il numero chiamato. In generale il numero di cifre del numero chiamato che devono essere analizzate può essere diverso per le funzioni di instradamento e di tariffazione. Procedure di instradamento e tariffazione (1/5)

92 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 92 Procedure di instradamento e tariffazione (2/5) Esempio di relazione tra instradamento e numerazione

93 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 93 Valgono le seguenti conclusioni –la necessità di analisi di un numero crescente di cifre binarie si manifesta di pari passo al crescere della rete e allaumentare del suo grado di magliatura; –il disaccoppiamento tra numerazione e instrada- mento dipende dalla disponibilità di organi di traduzione della numerazione in codici propri dei singoli autocommutatori; –il disaccoppiamento non può essere completo per vincoli economici di complessità degli organi di traduzione, che implicano lesigenza di limitare il numero di cifre da analizzare. Valgono le seguenti conclusioni –la necessità di analisi di un numero crescente di cifre binarie si manifesta di pari passo al crescere della rete e allaumentare del suo grado di magliatura; –il disaccoppiamento tra numerazione e instrada- mento dipende dalla disponibilità di organi di traduzione della numerazione in codici propri dei singoli autocommutatori; –il disaccoppiamento non può essere completo per vincoli economici di complessità degli organi di traduzione, che implicano lesigenza di limitare il numero di cifre da analizzare. Procedure di instradamento e tariffazione (3/5)

94 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 94 Circa la relazione tra numerazione e tariffazione, occorre premettere una distinzione tra calcolo degli addebiti dettagliato (detailed billing) o complessivo (bulk billing). Nel primo caso, lautocommutatore raccoglie i dati inerenti la chiamata (numero del chiamante e del chiamato, ora, data, durata), formando il cartellino di chiamata, che viene successivamente elaborato da risorse condivise (centralizzate) ai fini del calcolo dei singoli addebiti, permettendo quindi unestesa analisi dei numeri. In tal caso, la numerazione è praticamente indipendente dalla tariffazione. Circa la relazione tra numerazione e tariffazione, occorre premettere una distinzione tra calcolo degli addebiti dettagliato (detailed billing) o complessivo (bulk billing). Nel primo caso, lautocommutatore raccoglie i dati inerenti la chiamata (numero del chiamante e del chiamato, ora, data, durata), formando il cartellino di chiamata, che viene successivamente elaborato da risorse condivise (centralizzate) ai fini del calcolo dei singoli addebiti, permettendo quindi unestesa analisi dei numeri. In tal caso, la numerazione è praticamente indipendente dalla tariffazione. Procedure di instradamento e tariffazione (4/5)

95 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 95 Procedure di instradamento e tariffazione (5/5) Nel secondo caso (calcolo degli addebiti complessivo), è lautocommutatore stesso che determina la corretta tariffa da applicare, accumula le informazioni di addebito, tipicamente mediante conteggio (es. di quanti temporali) su dispositivi elettromeccanici o elettronici ed eventualmente invia degli impulsi in corrispondenza al conteggio. Lindividuazione della tariffa è effettuata dallautocommu- tatore basandosi sulla provenienza della chiamata e sul numero chiamato. Allo scopo di ridurre la complessità degli organi a ciò preposti nellautocommutatore, è importante limitare il numero di cifre che devono essere analizzate, formulando accortamente il piano di numerazione. Nel secondo caso (calcolo degli addebiti complessivo), è lautocommutatore stesso che determina la corretta tariffa da applicare, accumula le informazioni di addebito, tipicamente mediante conteggio (es. di quanti temporali) su dispositivi elettromeccanici o elettronici ed eventualmente invia degli impulsi in corrispondenza al conteggio. Lindividuazione della tariffa è effettuata dallautocommu- tatore basandosi sulla provenienza della chiamata e sul numero chiamato. Allo scopo di ridurre la complessità degli organi a ciò preposti nellautocommutatore, è importante limitare il numero di cifre che devono essere analizzate, formulando accortamente il piano di numerazione.

96 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 96 Raccomandazione E.164 (1/2) Gli organismi internazionali che si occupano di numerazione, indirizzamento ed identificazione, sono lISO e l'ITU-T. Questultimo in particolare ha definito la Raccomandazione E.164 che è il riferimento per la numerazione delle reti pubbliche, siano esse telefoniche, per dati o ISDN, sia a banda stretta che larga. La struttura del numero, definita in questa Raccomanda- zione concerne il piano di numerazione delle telecomunicazioni pubbliche internazionali. Per quanto riguarda la telefonia, la Racc. E.164 sostituisce la precedente Racc. E.163, utilizzata nel passato per il servizio telefonico. Gli organismi internazionali che si occupano di numerazione, indirizzamento ed identificazione, sono lISO e l'ITU-T. Questultimo in particolare ha definito la Raccomandazione E.164 che è il riferimento per la numerazione delle reti pubbliche, siano esse telefoniche, per dati o ISDN, sia a banda stretta che larga. La struttura del numero, definita in questa Raccomanda- zione concerne il piano di numerazione delle telecomunicazioni pubbliche internazionali. Per quanto riguarda la telefonia, la Racc. E.164 sostituisce la precedente Racc. E.163, utilizzata nel passato per il servizio telefonico.

97 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 97 Raccomandazione E.164 (2/2) La Raccomandazione E.164 specifica: –i limiti della capacità di analisi delle cifre che sono presupposti negli apparati di rete per scopi di instradamento e di tariffazione; –i limiti imposti al numero di cifre che devono essere selezionate da un utente; –la struttura del numero internazionale, costituito dal Country Code (CC) e dal National (Significant) Number (N(S)N); –gli indicativi internazionali assegnati e i criteri per nuove assegnazioni; –i principi del piano di numerazione per la ISDN; –le possibilità di indirizzamento nella porzione di rete dellutente. La Raccomandazione E.164 specifica: –i limiti della capacità di analisi delle cifre che sono presupposti negli apparati di rete per scopi di instradamento e di tariffazione; –i limiti imposti al numero di cifre che devono essere selezionate da un utente; –la struttura del numero internazionale, costituito dal Country Code (CC) e dal National (Significant) Number (N(S)N); –gli indicativi internazionali assegnati e i criteri per nuove assegnazioni; –i principi del piano di numerazione per la ISDN; –le possibilità di indirizzamento nella porzione di rete dellutente.

98 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 98 Struttura del numero E.164 (1/5) Struttura a campi del numero E.164

99 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 99 Struttura del numero E.164 (2/5) La struttura sopra rappresentata è gerarchica e geografica Cioè lindividuazione dellindirizzo desiderato si ottiene analizzando progressivamente e ordinatamente i gruppi di cifre, a partire da quelli più a sinistra. Ogni campo permette un maggiore grado di risoluzione geografica e/o di rete del precedente; ad esempio –il campo CC individua una zona geografica di appartenenza del chiamato, corrispondente a un paese o a un gruppo di paesi inclusi in un piano di numerazione integrato; –il campo NDC permette di individuare una zona geografica più limitata e/o una specifica rete da cui lutente chiamato è raggiungibile, comunque contenute nel paese designato dal CC (aspetto gerarchico della numerazione). La struttura sopra rappresentata è gerarchica e geografica Cioè lindividuazione dellindirizzo desiderato si ottiene analizzando progressivamente e ordinatamente i gruppi di cifre, a partire da quelli più a sinistra. Ogni campo permette un maggiore grado di risoluzione geografica e/o di rete del precedente; ad esempio –il campo CC individua una zona geografica di appartenenza del chiamato, corrispondente a un paese o a un gruppo di paesi inclusi in un piano di numerazione integrato; –il campo NDC permette di individuare una zona geografica più limitata e/o una specifica rete da cui lutente chiamato è raggiungibile, comunque contenute nel paese designato dal CC (aspetto gerarchico della numerazione).

100 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 100 Struttura del numero E.164 (3/5) Il National (Significant) Number è costituito dal National Destination Code (NDC) e dal Subscriber Number (SN). Di questi due ultimi campi il primo ha la funzione di identificare la rete e/o l'area geografica e il secondo l'utente. Lassegnazione ed il formato di questi due campi sono sotto il controllo dellautorità identificata dal campo CC. Il National (Significant) Number è costituito dal National Destination Code (NDC) e dal Subscriber Number (SN). Di questi due ultimi campi il primo ha la funzione di identificare la rete e/o l'area geografica e il secondo l'utente. Lassegnazione ed il formato di questi due campi sono sotto il controllo dellautorità identificata dal campo CC.

101 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 101 Struttura del numero E.164 (4/5) Il campo NDC può avere una delle seguenti strutture: –codice Destination Network (DN), usato per selezionare la rete di destinazione dalla quale riceve servizio lutente chiamato; –un codice di giunzione (Trunk Code, TC), che è associato alla specifica area geografica o giunzione di appartenenza dellutente chiamato; –una qualunque combinazione dei sottocampi DN e TC. Il campo NDC può avere una delle seguenti strutture: –codice Destination Network (DN), usato per selezionare la rete di destinazione dalla quale riceve servizio lutente chiamato; –un codice di giunzione (Trunk Code, TC), che è associato alla specifica area geografica o giunzione di appartenenza dellutente chiamato; –una qualunque combinazione dei sottocampi DN e TC.

102 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 102 Struttura del numero E.164 (5/5) Area 1 Area 2 Area 3 Area 4 TC1 TC2 TC3 TC4 Area 1 Area 2 Area 3 Area 4 DN2 Aree geografiche DN1 DN2 TC11TC12TC13 TC21 TC22 Aree geografiche TC2 TC4 TC1TC3 DN1 DN2 1) NDC = TC 2) NDC = DN 3) NDC = TC + DN 4) NDC = DN + TC DN1

103 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 103 Obiettivi E.164 (1/2) Per quanto riguarda i limiti sul numero di cifre che ogni sistema di commutazione deve essere in grado di analizzare, tale analisi ha lo scopo di determinare: –il paese/area geografica di destinazione della chiamata; –linstradamento più appropriato; –la tariffazione. Per quanto riguarda i limiti sul numero di cifre che ogni sistema di commutazione deve essere in grado di analizzare, tale analisi ha lo scopo di determinare: –il paese/area geografica di destinazione della chiamata; –linstradamento più appropriato; –la tariffazione.

104 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 104 Obiettivi E.164 (2/2) Il numero ISDN così come definito nella Racc. E.164 non determina di per sé la natura del servizio richiesto, il tipo di connessione supporto della chiamata e la relativa qualità di servizio richiesta. I parametri che descrivono questi aspetti sono inclusi nei messaggi di segnalazione scambiati nella interfaccia utente-rete allatto dellinstaurazione della chiamata e/o predefiniti nella configurazione dellutente. Il numero ISDN così come definito nella Racc. E.164 non determina di per sé la natura del servizio richiesto, il tipo di connessione supporto della chiamata e la relativa qualità di servizio richiesta. I parametri che descrivono questi aspetti sono inclusi nei messaggi di segnalazione scambiati nella interfaccia utente-rete allatto dellinstaurazione della chiamata e/o predefiniti nella configurazione dellutente.

105 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 105 Il piano di numerazione nazionale è stato sostanzialmente modificato con delibere 6/00 (giugno 2000) e 9/03 (luglio 2003). Le motivazioni che hanno spinto a modificare il piano di numerazione sono molteplici: –situazioni di criticità in alcuni distretti telefonici (circa una trentina al 1997) riguardo la disponibilità di archi di numerazione residui (meno di 10 archi da 10000 numeri ognuno); Il piano di numerazione nazionale è stato sostanzialmente modificato con delibere 6/00 (giugno 2000) e 9/03 (luglio 2003). Le motivazioni che hanno spinto a modificare il piano di numerazione sono molteplici: –situazioni di criticità in alcuni distretti telefonici (circa una trentina al 1997) riguardo la disponibilità di archi di numerazione residui (meno di 10 archi da 10000 numeri ognuno); Attuale piano di numerazione nazionale (1/4)

106 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 106 Attuale piano di numerazione nazionale (2/4) –necessità di ampliare la disponibilità attuale di codici (TC), piuttosto critica per alcune decadi (es. decade 3); –lesigenza di condividere la risorsa numerazione tra diversi gestori per laccesso a diversi servizi (non solo il servizio telefonico fisso), in particolare in coincidenza con la deregolamentazione e la successiva possibilità di compresenza di vari gestori di servizi di telecomunicazione. –necessità di ampliare la disponibilità attuale di codici (TC), piuttosto critica per alcune decadi (es. decade 3); –lesigenza di condividere la risorsa numerazione tra diversi gestori per laccesso a diversi servizi (non solo il servizio telefonico fisso), in particolare in coincidenza con la deregolamentazione e la successiva possibilità di compresenza di vari gestori di servizi di telecomunicazione.

107 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 107 Queste motivazioni hanno portato alla definizione di un nuovo piano di numerazione, in cui il campo NDC contiene una prima cifra, discriminante del servizio cui il numero si riferisce (riorganizzazione del piano per servizi). Attuale piano di numerazione nazionale (3/4)

108 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 108 In questo piano, il numero internazionale di un utente italiano è 39 SXXXXXXXXX. La cifra S discrimina tra i diversi servizi (es. 0 corrisponde alla telefonia fissa). La procedura di selezione è unica per tutte le chiamate originate in Italia e destinate entro i confini: essa consiste nel comporre lintera sequenza del numero significativo nazionale (la stringa SXXXXXXXXX). In questo piano, il numero internazionale di un utente italiano è 39 SXXXXXXXXX. La cifra S discrimina tra i diversi servizi (es. 0 corrisponde alla telefonia fissa). La procedura di selezione è unica per tutte le chiamate originate in Italia e destinate entro i confini: essa consiste nel comporre lintera sequenza del numero significativo nazionale (la stringa SXXXXXXXXX). Attuale piano di numerazione nazionale (4/4)

109 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 109 Organizzazione per servizi (1/2) Come già detto, il nuovo piano di numerazione è organizzato per servizi: la prima cifra determina la classe di servizio 0 servizi geografici; 1 servizi a tariffazione speciale nazionale; 2 riservato per esigenze future; 3 servizi di comunicazione mobile e personale; 4 servizi interni di rete; 5 riservato per esigenze future; 6 riservato per esigenze future; 7 servizi Internet; 8 servizi a tariffazione speciale; 9 riservato per esigenze future. Come già detto, il nuovo piano di numerazione è organizzato per servizi: la prima cifra determina la classe di servizio 0 servizi geografici; 1 servizi a tariffazione speciale nazionale; 2 riservato per esigenze future; 3 servizi di comunicazione mobile e personale; 4 servizi interni di rete; 5 riservato per esigenze future; 6 riservato per esigenze future; 7 servizi Internet; 8 servizi a tariffazione speciale; 9 riservato per esigenze future.

110 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 110 Organizzazione per servizi (2/2) Le numerazioni definite dal piano di numerazione nazionale vengono selezionate mediante la modalità di selezione completa. Ciò significa che una qualunque selezione, sia essa diretta verso utenti dello stesso distretto o in altro distretto, ma sempre allinterno della rete nazionale, deve comprendere lintera sequenza prevista per il numero dutente relativo al servizio prescelto. Le numerazioni definite dal piano di numerazione nazionale vengono selezionate mediante la modalità di selezione completa. Ciò significa che una qualunque selezione, sia essa diretta verso utenti dello stesso distretto o in altro distretto, ma sempre allinterno della rete nazionale, deve comprendere lintera sequenza prevista per il numero dutente relativo al servizio prescelto.

111 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 111 Numerazione per servizi geografici Nella successione delle cifre, questa numerazione contiene informazioni relative alleffettiva ubicazio- ne fisica del punto terminale di rete dellabbonato, cui tale numerazione è attribuita da parte dellope- ratore di una rete pubblica.

112 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 112 Numerazione per servizi di comunicazione mobile e personale Questa numerazione, nella successione delle cifre, individua un punto terminale di una rete di comunicazione mobile e personale.

113 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 113 Numerazione per servizi interni di rete Questa numerazione riguarda servizi forniti da un operatore e correlati con le funzionalità di rete e senza la necessità di interoperabilità tra reti di operatori diversi.

114 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 114 Numerazione per servizi Internet È una numerazione esclusivamente dedicata allaccesso a Internet. In particolare, sono previsti servizi di accesso dial- up ad Internet, comprendenti il trasporto e la gestione della chiamata telefonica commutata, destinata ad un Internet Service Provider (ISP) e linstaurazione di sessioni di comunicazione di tipo dati per la raggiungibilità dei siti e degli applicativi Internet. È una numerazione esclusivamente dedicata allaccesso a Internet. In particolare, sono previsti servizi di accesso dial- up ad Internet, comprendenti il trasporto e la gestione della chiamata telefonica commutata, destinata ad un Internet Service Provider (ISP) e linstaurazione di sessioni di comunicazione di tipo dati per la raggiungibilità dei siti e degli applicativi Internet.

115 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 115 Numerazione per servizi a tariffazione speciale Riguarda servizi caratterizzati da una modalità di tariffazione applicata al chiamante differente da quella relativa alle chiamate verso numerazioni per servizi geografici o servizi mobili o personali. Questi servizi includono quelli senza oneri per il chiamante; quelli con gestione speciale della chiamata; quelli a sovraprezzo (con finalità sociali- informative, di assistenza/consulenza, per chiamate di massa). Riguarda servizi caratterizzati da una modalità di tariffazione applicata al chiamante differente da quella relativa alle chiamate verso numerazioni per servizi geografici o servizi mobili o personali. Questi servizi includono quelli senza oneri per il chiamante; quelli con gestione speciale della chiamata; quelli a sovraprezzo (con finalità sociali- informative, di assistenza/consulenza, per chiamate di massa).

116 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 116 VII.7 Procedure di instradamento VII.LA RETE TELEFONICA

117 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 117 Instradamento in una rete a circuito (1/2) In generale, esiste una pluralità di cammini possibili tra un nodo di origine N i ed un nodo di destinazione N j. Normalmente, l'insieme degli instradamenti ammissibili per la relazione di traffico (N i, N j ) è un sottoinsieme dei cammini possibili tra il nodo di origine N i ed il nodo di destinazione N j. In generale, esiste una pluralità di cammini possibili tra un nodo di origine N i ed un nodo di destinazione N j. Normalmente, l'insieme degli instradamenti ammissibili per la relazione di traffico (N i, N j ) è un sottoinsieme dei cammini possibili tra il nodo di origine N i ed il nodo di destinazione N j.

118 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 118 Instradamento in una rete a circuito (2/2) In corrispondenza di un tentativo di chiamata la rete deve: –ricercare un cammino disponibile nell'insieme dei cammini ammissibili (instradamento in senso stretto); –in caso di esito positivo, decidere se instaurare o meno la chiamata (controllo di flusso); –in caso di esito negativo, decidere la sorte della chiamata (perdita o attesa). In corrispondenza di un tentativo di chiamata la rete deve: –ricercare un cammino disponibile nell'insieme dei cammini ammissibili (instradamento in senso stretto); –in caso di esito positivo, decidere se instaurare o meno la chiamata (controllo di flusso); –in caso di esito negativo, decidere la sorte della chiamata (perdita o attesa).

119 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 119 Politica di instradamento Una politica di instradamento consiste: a)in un insieme di regole che, per ogni chiamata entrante, consentono la scelta del cammino su cui instaurare la relativa connessione, nell'ambito degli instradamenti ammissibili; b)nell'insieme dei dati richiesti per l'effettuazione di tale scelta Le politiche di instradamento possono essere di tipo: –probabilistico –a trabocco sequenziale. Una politica di instradamento consiste: a)in un insieme di regole che, per ogni chiamata entrante, consentono la scelta del cammino su cui instaurare la relativa connessione, nell'ambito degli instradamenti ammissibili; b)nell'insieme dei dati richiesti per l'effettuazione di tale scelta Le politiche di instradamento possono essere di tipo: –probabilistico –a trabocco sequenziale.

120 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 120 Nel caso di instradamento probabilistico il criterio più semplice è quello della ripartizione di carico (load sharing). Ad ogni relazione (i,j) viene assegnato un insieme š(i,j) di R instradamenti ammissibili. Il traffico della relazione (i,j) è ripartito in R rivoli uno per ogni instradamento ammissibile. Il cammino viene assegnato sulla base di una distribuzione di probabilità p(r,i,j) (r=1,2,..,R); se il cammino non è disponibile la chiamata è rifiutata. Nel caso di instradamento probabilistico il criterio più semplice è quello della ripartizione di carico (load sharing). Ad ogni relazione (i,j) viene assegnato un insieme š(i,j) di R instradamenti ammissibili. Il traffico della relazione (i,j) è ripartito in R rivoli uno per ogni instradamento ammissibile. Il cammino viene assegnato sulla base di una distribuzione di probabilità p(r,i,j) (r=1,2,..,R); se il cammino non è disponibile la chiamata è rifiutata. Instradamento probabilistico (1/2)

121 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 121 Il metodo a ripartizione di carico è caratterizzato da un basso valore di efficienza ADB ACB ACDB a ap(1) ap(2) ap(3) Instradamento probabilistico (2/2)

122 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 122 Instradamento a trabocco sequenziale (1/3) Esiste un ordine fissato di esplorazione degli instradamenti ammissibili. Si sceglie il primo instradamento che presenta almeno un circuito libero in tutti i fasci componenti. Una chiamata trabocca sull'instradamento successivo quando, sull'instradamento prece- dente, viene riscontrato uno stato di blocco. Esiste un ordine fissato di esplorazione degli instradamenti ammissibili. Si sceglie il primo instradamento che presenta almeno un circuito libero in tutti i fasci componenti. Una chiamata trabocca sull'instradamento successivo quando, sull'instradamento prece- dente, viene riscontrato uno stato di blocco.

123 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 123 Si ha perdita solo se tutti i possibili instradamenti non sono disponibili. Questa politica può coesistere con una probabilistica. In questo caso l'ordine di scelta delle vie è regolato su base probabilistica. Si ha perdita solo se tutti i possibili instradamenti non sono disponibili. Questa politica può coesistere con una probabilistica. In questo caso l'ordine di scelta delle vie è regolato su base probabilistica. Instradamento a trabocco sequenziale (2/3)

124 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 124 La possibilità di trabocco è regolata dal tipo di selezione adottata nella rete: –selezione passo-passo (sezione per sezione); –selezione coniugata (da estremo ad estremo). La possibilità di trabocco è regolata dal tipo di selezione adottata nella rete: –selezione passo-passo (sezione per sezione); –selezione coniugata (da estremo ad estremo). Instradamento a trabocco sequenziale (3/3)

125 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 125 Nel nodo di origine sono esplorate le vie ammissibili e si impegna quella che offre un circuito libero nel ramo uscente dal nodo d'origine. Ad ogni passo, il controllo dell'instradamento passa al nodo successivo che provvede a ricercare un circuito libero verso il nodo di destinazione; se non esiste un circuito disponibile la chiamata è perduta. Nel nodo di origine sono esplorate le vie ammissibili e si impegna quella che offre un circuito libero nel ramo uscente dal nodo d'origine. Ad ogni passo, il controllo dell'instradamento passa al nodo successivo che provvede a ricercare un circuito libero verso il nodo di destinazione; se non esiste un circuito disponibile la chiamata è perduta. Selezione passo-passo (1/2)

126 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 126 Il trabocco è possibile solo tra instradamenti che prevedono l'utilizzazione degli stessi fasci sino a quel punto impegnati. Selezione passo-passo (2/2)

127 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 127 Il controllo dell'instradamento rimane sempre al nodo di origine. E sempre possibile il trabocco tra tutti gli instradamenti disponibili. Fornisce un miglior grado di servizio, ma richiede una maggiore complessità delle procedure di controllo. Il controllo dell'instradamento rimane sempre al nodo di origine. E sempre possibile il trabocco tra tutti gli instradamenti disponibili. Fornisce un miglior grado di servizio, ma richiede una maggiore complessità delle procedure di controllo. Selezione coniugata

128 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 128 A B C D E Instradamenti ammissibili AD C B B DB Esempio: relazione A-B (1/3)

129 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 129 Nella soluzione passo-passo, se viene impegnato il fascio A-D e nessun circuito è libero nel fascio D-B, la chiamata è rifiutata, anche se altri instradamenti ammissibili presentano circuiti liberi. AD C B B DB Esempio: relazione A-B (2/3)

130 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 130 Esempio: relazione A-B (3/3) Nella selezione coniugata, in caso di blocco, gli instradamenti ammissibili sono tutti esplorati. Le reti attuali utilizzano in gran parte la soluzione di tipo passo-passo. Nella selezione coniugata, in caso di blocco, gli instradamenti ammissibili sono tutti esplorati. Le reti attuali utilizzano in gran parte la soluzione di tipo passo-passo. AD C B B DB

131 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 131 Criteri di instradamento Possono essere classificati in: Statici (invarianti nel tempo): –l'insieme degli instradamenti ammissibili ed i dati su cui agisce la politica di instradamento rimangono invarianti nel tempo; le possibilità di cammino per le chiamate di una stessa relazione rimangono le stesse nel tempo. Dinamici: –l'insieme dei cammini e l'ordine di percorrenza variano nel tempo; –se il criterio di variabilità è basato sullo stato di congestione della rete, si parla di instradamento adattativo. Possono essere classificati in: Statici (invarianti nel tempo): –l'insieme degli instradamenti ammissibili ed i dati su cui agisce la politica di instradamento rimangono invarianti nel tempo; le possibilità di cammino per le chiamate di una stessa relazione rimangono le stesse nel tempo. Dinamici: –l'insieme dei cammini e l'ordine di percorrenza variano nel tempo; –se il criterio di variabilità è basato sullo stato di congestione della rete, si parla di instradamento adattativo.

132 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 132 Instradamenti statici (1/2) La scelta del cammino avviene secondo regole invarianti rispetto al tempo. Nel caso di instradamento a trabocco sequenziale, l'ordine di scelta dei cammini è fisso. Nel caso di instradamento probabilistico, sono fisse le probabilità di scelta dei cammini. Possono essere applicati sia a reti gerarchiche che a reti non gerarchiche. La scelta del cammino avviene secondo regole invarianti rispetto al tempo. Nel caso di instradamento a trabocco sequenziale, l'ordine di scelta dei cammini è fisso. Nel caso di instradamento probabilistico, sono fisse le probabilità di scelta dei cammini. Possono essere applicati sia a reti gerarchiche che a reti non gerarchiche.

133 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 133 Instradamenti statici (2/2) Nel caso di reti gerarchiche, la regola generale di scelta del cammino prevede che, per ogni nodo attraversato, l'ordine di esplorazione dei fasci sia il seguente: –fasci di prima scelta sono quelli che collegano direttamente il nodo in esame con quello di destinazione; –fasci di seconda scelta sono quelli che collegano il nodo in esame con i nodi gerarchicamente superiori al nodo di destinazione; –fasci di terza scelta sono quelli che collegano il nodo in esame con il nodo gerarchicamente superiore. La regola si applica in modo ricorsivo ad ogni livello gerarchico. Nel caso di reti gerarchiche, la regola generale di scelta del cammino prevede che, per ogni nodo attraversato, l'ordine di esplorazione dei fasci sia il seguente: –fasci di prima scelta sono quelli che collegano direttamente il nodo in esame con quello di destinazione; –fasci di seconda scelta sono quelli che collegano il nodo in esame con i nodi gerarchicamente superiori al nodo di destinazione; –fasci di terza scelta sono quelli che collegano il nodo in esame con il nodo gerarchicamente superiore. La regola si applica in modo ricorsivo ad ogni livello gerarchico.

134 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 134 Trabocco sequenziale (1/9) In una rete gerarchica, tra due nodi esiste sempre la via fondamentale che è composta esclusivamente da collegamenti radiali e di transito. Alla via fondamentale si aggiungono le vie che utilizzano i collegamenti trasversali, se esistono, tra i nodi della via fondamentale. Gli instradamenti ammissibili sono solo quelli che utilizzano vie che attraversano i nodi della via fondamentale. In una rete gerarchica, tra due nodi esiste sempre la via fondamentale che è composta esclusivamente da collegamenti radiali e di transito. Alla via fondamentale si aggiungono le vie che utilizzano i collegamenti trasversali, se esistono, tra i nodi della via fondamentale. Gli instradamenti ammissibili sono solo quelli che utilizzano vie che attraversano i nodi della via fondamentale.

135 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 135 Trabocco sequenziale (2/9) Ai nodi della via fondamentale sono assegnati pesi crescenti a partire dal centro più vicino a quello di destinazione. Numerando i nodi della via fondamentale a partire dal centro più vicino a quello di destinazione, il peso p i di un nodo è dato da: p i = 2 i i = 0,1,...,n - 3 Ai nodi della via fondamentale sono assegnati pesi crescenti a partire dal centro più vicino a quello di destinazione. Numerando i nodi della via fondamentale a partire dal centro più vicino a quello di destinazione, il peso p i di un nodo è dato da: p i = 2 i i = 0,1,...,n - 3

136 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 136 Trabocco sequenziale (3/9) Il peso di una via è dato dalla somma dei pesi dei nodi attraversati. Per la selezione del cammino occorre scegliere prioritariamente le vie a peso minore. Il peso di una via è dato dalla somma dei pesi dei nodi attraversati. Per la selezione del cammino occorre scegliere prioritariamente le vie a peso minore.

137 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 137 Trabocco sequenziale (4/9) B C D E F A A B C D E F Rete gerarchica a tre livelli Esempio: Relazione AF

138 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 138 Trabocco sequenziale (5/9) A B C D E F Esempio: Relazione AF

139 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 139 Trabocco sequenziale (6/9) La via fondamentale, è sempre di ultima scelta. Nelle reti gerarchiche si individuano quindi: –fasci di trabocco –fasci a perdita. La via fondamentale, è sempre di ultima scelta. Nelle reti gerarchiche si individuano quindi: –fasci di trabocco –fasci a perdita.

140 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 140 Trabocco sequenziale (7/9) Il dimensionamento di una rete gerarchica avviene imponendo una fissata probabilità di blocco ai fasci a perdita. I fasci di trabocco sono ad alta perdita e alta efficienza. I fasci a perdita sono invece a bassa perdita e a bassa utilizzazione. Il dimensionamento di una rete gerarchica avviene imponendo una fissata probabilità di blocco ai fasci a perdita. I fasci di trabocco sono ad alta perdita e alta efficienza. I fasci a perdita sono invece a bassa perdita e a bassa utilizzazione.

141 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 141 Trabocco sequenziale (8/9) Nelle reti non gerarchiche la differenza tra fasci di trabocco e a perdita non sussiste poiché un fascio può essere contemporaneamente di trabocco o a perdita per diverse relazioni di traffico. I vantaggi dell'instradamento a trabocco sequenziale sono dati dall'impossibilità di introdurre cicli e dalla semplicità di realizzazione e di controllo. Il limite principale è una limitata flessibilità che conduce alla necessità di un sovradimensiona- mento delle risorse. Nelle reti non gerarchiche la differenza tra fasci di trabocco e a perdita non sussiste poiché un fascio può essere contemporaneamente di trabocco o a perdita per diverse relazioni di traffico. I vantaggi dell'instradamento a trabocco sequenziale sono dati dall'impossibilità di introdurre cicli e dalla semplicità di realizzazione e di controllo. Il limite principale è una limitata flessibilità che conduce alla necessità di un sovradimensiona- mento delle risorse.

142 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 142 Trabocco sequenziale (9/9) I fattori che determinano tale sovradimensiona- mento sono –ore di punta differenziate per direzione di traffico; –traffico di trabocco a picchi; –insieme limitato dei cammini disponibili. I fattori che determinano tale sovradimensiona- mento sono –ore di punta differenziate per direzione di traffico; –traffico di trabocco a picchi; –insieme limitato dei cammini disponibili.

143 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 143 Instradamenti dinamici (1/3) Si adattano meglio alle reti non gerarchiche. La modalità di aggiornamento possono essere: –dipendenti dal tempo; si adattano bene a variazioni dell'ora di punta, ma sono poco flessibili nel caso di picchi di traffico non previsti; –adattativi in base allo stato dei fasci; tendono ad uniformare il carico sulla rete e sono in grado di fronteggiare variazioni di traffico non prevedibili. Si adattano meglio alle reti non gerarchiche. La modalità di aggiornamento possono essere: –dipendenti dal tempo; si adattano bene a variazioni dell'ora di punta, ma sono poco flessibili nel caso di picchi di traffico non previsti; –adattativi in base allo stato dei fasci; tendono ad uniformare il carico sulla rete e sono in grado di fronteggiare variazioni di traffico non prevedibili.

144 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 144 Instradamenti dinamici (2/3) La gestione dei piani di instradamento può essere –centralizzata; coinvolge l'intera rete ed è eseguita da una o più unità centrali; –distribuita; coinvolge porzioni di rete limitrofe ai nodi di origine e destinazione della chiamata; –isolata; considera solo lo stato del nodo di origine ed i cammini delle chiamate già instaurate. La gestione dei piani di instradamento può essere –centralizzata; coinvolge l'intera rete ed è eseguita da una o più unità centrali; –distribuita; coinvolge porzioni di rete limitrofe ai nodi di origine e destinazione della chiamata; –isolata; considera solo lo stato del nodo di origine ed i cammini delle chiamate già instaurate.

145 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 145 Instradamenti dinamici (3/3) La frequenza di aggiornamento dei piani di instradamento è dell'ordine dell'ora, dei minuti o chiamata per chiamata. La variabilità dei piani di instradamento può riguardare l'intero insieme dei cammini percorribili o un suo sottoinsieme. La frequenza di aggiornamento dei piani di instradamento è dell'ordine dell'ora, dei minuti o chiamata per chiamata. La variabilità dei piani di instradamento può riguardare l'intero insieme dei cammini percorribili o un suo sottoinsieme.

146 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 146 DNHR (1/5) Unattuazione di instradamento dinamico è il DNHR ( Dynamic Non Hierarchical Routing ). Tutti i nodi di rete sono dello stesso livello gerarchico e possono essere contemporaneamente nodi di origine e destinazione di chiamate e nodi di transito. Ad ogni coppia origine-destinazione è assegnato, oltre al fascio diretto, se esiste, un insieme ordinato di nodi di transito rappresentanti vie alternative a due tratte. Unattuazione di instradamento dinamico è il DNHR ( Dynamic Non Hierarchical Routing ). Tutti i nodi di rete sono dello stesso livello gerarchico e possono essere contemporaneamente nodi di origine e destinazione di chiamate e nodi di transito. Ad ogni coppia origine-destinazione è assegnato, oltre al fascio diretto, se esiste, un insieme ordinato di nodi di transito rappresentanti vie alternative a due tratte.

147 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 147 DNHR (2/5)

148 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 148 DNHR (3/5) Ad istanti temporali prefissati (più volte al giorno, ­ 10) l'insieme e l'ordine dei nodi di transito è cambiato, sulla base di stime di traffico nelle diverse ore del giorno effettuate in sede di progetto. Le nuove tabelle sono inviate da un nodo centrale. Ad istanti temporali prefissati (più volte al giorno, ­ 10) l'insieme e l'ordine dei nodi di transito è cambiato, sulla base di stime di traffico nelle diverse ore del giorno effettuate in sede di progetto. Le nuove tabelle sono inviate da un nodo centrale.

149 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 149 DNHR (4/5) Esempio: Instradamenti per la relazione San Diego-White Plains: Diego 43 1 25 San ChicagoAlbany White Plains Newark Phoenix 0 Periodo Instradamenti mattino 1 2 3 5 pomeriggio 1 3 2 5 sera 1 4 2 3 week-end 3 5 1 2

150 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 150 DNHR (5/5) Non è adattativo quindi non è in grado di fronteggiare guasti o sovraccarichi non previsti. Può essere realizzato solo in centrali SPC e consente una migliore gestione e supervisione della rete. Non è adattativo quindi non è in grado di fronteggiare guasti o sovraccarichi non previsti. Può essere realizzato solo in centrali SPC e consente una migliore gestione e supervisione della rete.

151 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 151 Altri instradamenti dinamici Ulteriori esempi di criteri di instradamento dinamico sono: –Dynamic Control Routing (DCR) –Dynamic Alternative Routing (DAR). Ulteriori esempi di criteri di instradamento dinamico sono: –Dynamic Control Routing (DCR) –Dynamic Alternative Routing (DAR).

152 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 152 VII.LA RETE TELEFONICA VII. A Appendice

153 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 153 Definizioni (1/4) Segnale numerico: –un segnale temporizzato in modo discreto, ove l'informazione è rappresentata da un insieme di valori discreti, che una delle quantità caratteristiche del segnale può assumere nel tempo. Elemento di segnale: –una parte di un segnale numerico, caratterizzata dalla temporizzazione discreta e dal valore discreto del segnale. Istante significativo: –l'istante in cui inizia un elemento di segnale. Segnale numerico: –un segnale temporizzato in modo discreto, ove l'informazione è rappresentata da un insieme di valori discreti, che una delle quantità caratteristiche del segnale può assumere nel tempo. Elemento di segnale: –una parte di un segnale numerico, caratterizzata dalla temporizzazione discreta e dal valore discreto del segnale. Istante significativo: –l'istante in cui inizia un elemento di segnale.

154 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 154 Definizioni (2/4) Segnale di temporizzazione (cronosegnale) –un segnale periodico utilizzato per controllare la temporizzazione delle azioni (ad es. in ricezione) su un segnale numerico. Recupero della temporizzazione –il recupero di un segnale di temporizzazione dal segnale numerico ricevuto. Segnale di temporizzazione (cronosegnale) –un segnale periodico utilizzato per controllare la temporizzazione delle azioni (ad es. in ricezione) su un segnale numerico. Recupero della temporizzazione –il recupero di un segnale di temporizzazione dal segnale numerico ricevuto.

155 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 155 Cronosegnale e istanti significativi T=1/F Posizione degli istanti caratteristici t t

156 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 156 Definizioni (3/4) Segnale numerico isocrono: –un segnale tale che gli intervalli di tempo tra istanti significativi consecutivi hanno, almeno in media, la stessa durata ovvero durate che sono multipli interi della durata più breve. Segnale numerico anisocrono: –un segnale non isocrono. Segnale numerico isocrono: –un segnale tale che gli intervalli di tempo tra istanti significativi consecutivi hanno, almeno in media, la stessa durata ovvero durate che sono multipli interi della durata più breve. Segnale numerico anisocrono: –un segnale non isocrono.

157 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 157 Definizioni (4/4) Intervallo unitario –lintervallo temporale nominale tra istanti significativi di un segnale isocrono. Intervallo unitario –lintervallo temporale nominale tra istanti significativi di un segnale isocrono. Ritmo binario (kbit/s) Intervallo unitario (ns) 6415.600 2.048488 8.448118 34.36829,1 139.2647,18

158 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 158 Relazioni tra segnali numerici (1/2) Segnali sincroni –sono segnali isocroni, i cui rispettivi cronosegnali hanno frequenze uguali almeno in media e una relazione di fase che è controllata con precisione (ad es. differenza di fase costante). Segnali asincroni –sono segnali non sincroni. Segnali sincroni –sono segnali isocroni, i cui rispettivi cronosegnali hanno frequenze uguali almeno in media e una relazione di fase che è controllata con precisione (ad es. differenza di fase costante). Segnali asincroni –sono segnali non sincroni.

159 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 159 Relazioni tra segnali numerici (2/2) Segnali mesocroni –sono segnali isocroni, tra loro asincroni, i cui rispettivi cronosegnali hanno frequenze uguali in media, ma senza controllo sulla loro relazione di fase. Segnali plesiocroni –sono segnali isocroni, tra loro asincroni, i cui rispettivi cronosegnali hanno frequenze che sono solo nominalmente uguali e che differiscono dal valore nominale entro prescritti margini di tolleranza. Segnali eterocroni –sono segnali isocroni, tra loro asincroni, i cui rispettivi cronosegnali hanno frequenze nominali diverse. Segnali mesocroni –sono segnali isocroni, tra loro asincroni, i cui rispettivi cronosegnali hanno frequenze uguali in media, ma senza controllo sulla loro relazione di fase. Segnali plesiocroni –sono segnali isocroni, tra loro asincroni, i cui rispettivi cronosegnali hanno frequenze che sono solo nominalmente uguali e che differiscono dal valore nominale entro prescritti margini di tolleranza. Segnali eterocroni –sono segnali isocroni, tra loro asincroni, i cui rispettivi cronosegnali hanno frequenze nominali diverse.

160 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 160 Variazioni di fase di un cronosegnale (1/2) Componenti delle variazioni: Jitter Wander Scostamento di frequenza Discontinuità di fase Componenti delle variazioni: Jitter Wander Scostamento di frequenza Discontinuità di fase

161 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 161 Variazioni di fase di un cronosegnale (2/2) Degradazioni prodotte: Errori Ricostruzione imperfetta di informazione analogica convertita in numerica Slittamenti (slips). Degradazioni prodotte: Errori Ricostruzione imperfetta di informazione analogica convertita in numerica Slittamenti (slips).

162 Aldo Roveri, COMMUTAZIONE Univ. di Roma La Sapienza - a.a. 2008-2009 162 Slittamenti Slittamento –la ripetizione o cancellazione di un blocco di cifre in un flusso isocrono dovute a diversità nei ritmi di lettura e scrittura in un buffer. Slittamento controllato –la perdita o il guadagno di un insieme di posizioni di cifra consecutive in un segnale numerico; lentità e listante della perdita o del guadagno sono controllate per consentire al segnale di accordarsi con un ritmo differente da quello suo proprio. Slittamento –la ripetizione o cancellazione di un blocco di cifre in un flusso isocrono dovute a diversità nei ritmi di lettura e scrittura in un buffer. Slittamento controllato –la perdita o il guadagno di un insieme di posizioni di cifra consecutive in un segnale numerico; lentità e listante della perdita o del guadagno sono controllate per consentire al segnale di accordarsi con un ritmo differente da quello suo proprio.


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