L’integrazione del territorio nel sistema delle cure: proposta per una integrazione del percorso formativo Conferenza Permanente dei Presidenti di Corso.

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Transcript della presentazione:

L’integrazione del territorio nel sistema delle cure: proposta per una integrazione del percorso formativo Conferenza Permanente dei Presidenti di Corso di Laurea in Medicina (Palermo, 22 Marzo 2013) Pietro Gallo Gruppo Innovazione Pedagogica Pietro Gallo Gruppo Innovazione Pedagogica 1/25

Nell’atelier pedagogico di Firenze (5 Ottobre 2012) ci interrogammo su quattro quesiti: Il perché di questa integrazione: è necessaria? Il perché di questa integrazione: è utile? Il come di questa integrazione: tra quali interlocutori? Il quando di questa integrazione: in quale/i fase/i del curriculum degli studi? L’integrazione nel territorio del sistema delle cure 2/25

A Firenze arrivammo alle seguenti conclusioni: Perché? L’esame di abilitazione alla professione medica include un tirocinio valutativo presso i Medici di Medicina Generale: non ha senso valutare quello che non è stato insegnato, e quindi occorre almeno un tirocinio formativo prima della laurea. In più il territorio è un setting privilegiato per l’apprendimento di molte competenze professionali. L’integrazione nel territorio del sistema delle cure 3/25

A Firenze arrivammo alle seguenti conclusioni: Come? Passando dalla multi-disciplinarità, alla inter-disciplinarità per giungere alla trans- disciplinarità. Quando? in un curriculum ad integrazione verticale, nel quale le attività professionalizzanti siano “spalmate” in diversi anni, si può ipotizzare una collocazione estesa del contributo del territorio. La proposta di Firenze fu la seguente: L’integrazione nel territorio del sistema delle cure 4/25

I Early clinical contact: Precoce capacità di rapportarsi con il malato e con la sua diversità II Metodologia: Il rapporto con il malato nel territorio: la visita domiciliare, l’hospice. La gestione delle risorse e l’etica della responsabilità Il quando di questa integrazione 5/25

III Metodologia: Insegnare ad affrontare la complessità insita nel paziente IV Patologie Integrate: integrare (ibridiz- zare?) probemi clinici e gestionali. Sanità pubblica: esplorare il reale valore dei determinanti di salute Il quando di questa integrazione 6/25

V Management sanitario: Esplorare il ruolo del medico nel territorio. Informare sulle conseguenze economiche delle scelte del medico. VI Medicina sul territorio: EBM sul territorio Il quando di questa integrazione 7/25

Lo scopo del Forum odierno è di rivedere e integrare questa proposta di integrazione longitudinale, giungendo ad una formulazione condivisa che possa essere fatta propria dalla Conferenza. Le modalità di lavoro del Forum differiscono da quelle dell’Atelier perché l’innesco alla discussione nei Laboratori non viene da esperti di pedagogia medica ma dal “Presidente della porta accanto” Dall’Atelier al Forum 8/25

Ci distribuiremo, come al solito, in 4 laboratori, ciascuno dedicato a un tema diverso. Il formato di ciascun laboratorio sarà il seguente: Introduzione da parte di un Presidente di CCL che ha maturato specifica esperienza (15 m’) Discussione in Laboratorio (60 m’) Stesura del mandato (15 m’). Come lavoreremo? 9/25

I laboratori hanno lo stesso formato e mandato, per cui si differenzieranno soprattutto per la varietà delle esperienze maturate in diversi CL (Roma Sapienza, Firenze/Catania, Modena e Torino Orbassano) che serviranno da spunto iniziale per la discussione. Ogni Laboratorio produrrà, a partire dalle esperienze narrate, ma anche da quelle fatte dai singoli Presidenti, una sua proposta di curriculum longitudinale dell’integrazione ospedale-territorio. Come lavoreremo? 10/25

Tema: L’interazione medico-paziente-famiglia in fase precoce (early clinical contact) e avanzata Esperto: Giuseppe Familiari (Roma Sapienza, Polo S. Andrea) Facilitatore: Fabrizio Consorti (Roma Sapienza, Polo Policlinico) I Laboratorio 11/25

Tesi : L’esposizione clinica precoce dello studente sin dal primo anno di corso, insieme ad una dorsale clinico-metodologica-umanistica nei setting ospedaliero e territoriale, contestualizza l’apprendimento del “care”, del “cure” e del “context” e pone basi solide per (1) comprendere la complessità della medicina e (2) fondarvi i valori della propria “professionalità”; Come realizzarla e con chi? I Laboratorio 12/25

Modalità di lavoro: Facilitatore: Breve introduzione sul tema; Esperto: Presentazione dell’Esperienza “Sapienza” Lavoro di gruppo: Discussione collegiale sul tema; Definizione ed individuazione di moduli longitudinali, degli obiettivi di apprendimento, delle modalità didattiche e del “territorio” (strutture, medici, personale sanitario) da coinvolgere nel processo formativo. I Laboratorio 13/25

Tema: L’approccio professionale al paziente e le sue implicazioni metodologiche Esperto: Rosa Valanzano (Firenze) Facilitatore: Agostino Palmeri (Catania) II Laboratorio 14/25

Proposta di un modello pedagogico che preveda una molteplicità di setting, che consenta una visione integrata delle problematiche ed una molteplicità di approcci metodologici. Tesi: Proposta di un modello pedagogico che preveda una molteplicità di setting, che consenta una visione integrata delle problematiche ed una molteplicità di approcci metodologici. II Laboratorio 15/25

Modalità di lavoro: Esperto: presentazione dell’esperienza del CL di Firenze Gruppo: discussione collegiale sul tema definizione di: obiettivi didattici modalità di insegnamento attori da coinvolgere II Laboratorio 16/25

Tema: Interazione Ospedale-Territorio nel curare e nel prendersi cura. Esperto: Angela Becchi (Modena) Facilitatore: Carla Palumbo (Modena) III Laboratorio 17/25

Tesi: Importanza della formazione finalizzata alla “Interazione ospedale-territorio nel curare e prendersi cura del paziente” nella rete dei servizi (ospedale, servizi territoriali). Metodologia didattica per la acquisizione delle competenze mediche nel Corso di Laurea. Parole chiave: 1. Centralità di paziente e famiglia 2. Approccio bio-psico-sociale 3. Curare e prendersi cura 4. Continuità di cura e assistenza 5. Comunicazione Ospedale –Servizi territoriali 6. Lavoro in team multi- e interprofessionale III Laboratorio 18/25

Modalità di lavoro: Sulla base dell’Obiettivo Formativo Generale “Interazione ospedale territorio nel curare e prendersi cura del paziente” e di esempi forniti dal Relatore su Obiettivi Formativi specifici (conoscenze, abilità, attitudini), i Partecipanti devono suggerire: 1.Metodi e strumenti didattici 2.Setting di insegnamento 3.Docenti e Tutor 4.Anni di Corso in cui inserire l’insegnamento (tenendo conto delle propedeuticità) III Laboratorio 19/25

Tema: La gestione delle risorse nell’interazione tra Ospedale e Territorio Esperto: Pier Maria Furlan (Torino Orbassano) Facilitatore: Carlo Della Rocca (Roma Sapienza, Polo Pontino) IV Laboratorio 20/25

Tesi: l’esposizione dello studente alla problematica dell’interazione tra ospedale e territorio ed alla sua gestione è fondamentale per determinare l’apprendimento di un agire clinico congruo con un’etica della responsabilità che è alla base della stessa idea di cura Quando realizzarla, con quali modalità, coinvolgendo quali attori? IV Laboratorio 21/25

Modalità di lavoro: Facilitatore: breve introduzione del tema Esperto: presentazione dell’esperienza effettuata a Torino Orbassano Gruppo: discussione collegiale sul tema definizione della collocazione temporale dei moduli/interventi, della modalità didattica (UDE, stages ecc), degli attori da coinvolgere IV Laboratorio 22/25

Il mandato di ciascun laboratorio è il seguente: identificare uno o più moduli didattici sul tema e collocarli in uno o più corsi integrati in specifiche tappe del percorso formativo (anni di corso). Durante la presentazione in plenaria dei lavori di gruppo, i facilitatori dovranno aiutarci a riempire la seguente tabellina: Come lavoreremo? 23/25

Anno di corso: Obiettivi di apprendimento: Metodologie di insegnamento: Attori da coinvolgere: 24/25

L’integrazione nel territorio del sistema delle cure 25/25 Ed ora: Buon lavoro!