Politiche sociali Lavinia Bifulco
testi Testi per studentesse e studenti frequentanti Testi per studentesse e studenti frequentanti Bifulco L. (2015), Il welfare locale, Carocci, Roma. Castel R. (2015), Incertezze crescenti, Editrice Socialmente, Bologna. Appadurai A. (2011), Le aspirazioni nutrono la democrazia, Et al., Milano, 2011 (introduzione e primo capitolo) Monteleone R. (2005), LA CONTRATTUALIZZAZIONE NELLE POLITICHE SOCIO- SANITARIE: IL CASO DEI VOUCHER E DEI BUDGET DI CURA , in Bifulco, L. (2005) (a cura di) Le politiche sociali. Temi e prospettive emergenti, Roma, Carocci. Testi per studentesse e studenti non frequentanti Moro G. (2014), Contro il non profit, Laterza. Appadurai A. (2011), Le aspirazioni nutrono la democrazia, Et al., Milano, 2011.
Territorializzazione Legge 328 del 2000 Politiche sociali e non solo ridefinizione del concetto di territorio "il passaggio da un concetto di territorio come spazio statico e passivo a una interpretazione del territorio come un contesto dinamico e attivo" (Governa e Salone, 2004, p. 797). il territorio come fattore di protezione e sostegno di individui e collettività
Territorializzazione Territorializzazione come redistribuzione del potere e come approcci di intervento Il riferimento territoriale significa anche un modo specifico di concepire, programmare e realizzare servizi e interventi. Il welfare locale, perciò, non consiste solo in una redistribuzione di potere ma anche in una ridefinizione degli approcci e degli strumenti dell’azione pubblica. Il territorio, infatti, è la chiave di volta per una ricalibratura delle politiche che prova a soddisfare esigenze quali: commisurare servizi e interventi ai bisogni e alle risorse specifiche di una collettività; prendere in conto l’interdipendenza fra i fattori da cui dipende il ben-essere (l’abitazione, il lavoro, l’accesso ai servizi sanitari, etc); mobilizzare e coordinare più livelli, attori e responsabilità; riconoscere il ruolo attivo di destinatari e cittadini nelle politiche; mettere a frutto e alimentare i potenziali cooperativi locali.
Partecipazione e voice
Integrazione fra politiche
Personalizzazione People e contesto
Welfare mix, cooperazione pubblico e terzo settore
Welfare mix il welfare aziendale, diversi rischi (Pavolini, Ascoli, Mirabile, 2013) rafforzare le segmentazioni e le diseguaglianze esistenti: fra aree territoriali, perché meno sviluppate nel sud Italia rispetto al resto del paese; fra settori economici, perché presenti prevalentemente nel terziario avanzato e in quello manifatturiero più forte – tipicamente nella grande impresa - ; fra tipologie di lavoro, in quanto sicuramente meno accessibili da parte di chi ha un’occupazione atipica; fra settori, perché promosse principalmente dal settore privato, molto meno da quello pubblico; fra posizioni lavorative, perché a goderne sono più i lavoratori dipendenti che quelli autonomi (ibidem).
Welfare mix Distinguere a) fra mix che cristallizzano le gerarchie fra scale di poteri e mix che redistribuiscono poteri verso il basso, cioè verso gli organi di governo territoriali e le comunità locali; b) fra mix orientati ad accrescere principalmente le opportunità del mercato e mix orientati ad accrescere le opportunità di cittadini e comunità locali; c) fra mix che hanno come obiettivo la coerenza fra la domanda e l’offerta di servizi, e mix che incoraggiano le dinamiche di trasformazione reciproca della domanda e dell’offerta: il che vuol dire infrastrutture organizzative dell’offerta aperte a chi ne è destinatario, all’espressione dei suoi bisogni, alla sua voce, ecc. E’ evidente che un elemento discriminante è il ruolo esercitato dal soggetto pubblico. E’ infatti radicalmente differente se quest’ultimo agisce come garante del mercato, intervenendo attivamente per sostenere interessi e transazioni commerciali; oppure come garante della redistribuzione di risorse e di poteri, assicurando ai cittadini le opportunità di fruizione di beni e servizi e di partecipazione alla vita pubblica, e mediando e convogliando la pluralità di interessi particolari verso un interesse collettivo.
Welfare mix occorre che vi sia un soggetto pubblico in grado di svolgere il proprio ruolo facendo valere gli interessi collettivi e convogliando risorse pubbliche e private in strategie adeguate a fronteggiare rischi e problemi sociali senza derogare ai valori fondativi della cittadinanza sociale, ma al contrario rilanciandoli. L’alternativa è che l’apporto del privato alimenti logiche al ribasso di deresponsabilizzazione pubblica nei confronti di una cittadinanza sociale che in Italia soffre già di molte fragilità. Nonché da scongiurare per ragioni di principio, dinamiche di questo tipo renderebbero insostenibile il peso da sempre gravoso delle responsabilità familiari di protezione. Con la crisi, si sono scaricati sulle famiglie gli effetti più problematici della scarsità della protezione assicurata nei confronti del lavoro atipico e della perdita del lavoro, una falla caratteristica della nostra protezione sociale. Inoltre, si è accentuato il registro residuale e di “dispensazione” - anch’esso un tratto tipico - che fa dell’assistenza economica un’elargizione per i più bisognosi (si pensi alla social card soprattutto nella sua prima versione) ed enfatizza in generale una dimensione oblativa della solidarietà
Le tre esperienze: RAB, Microaree, Chance Elementi comuni e differenze rispetto a: rapporto people/contesto, integrazione e partecipazione Cosa vi piace, cosa no, cosa fareste voi