REALIZZABILITÀ MULTIPLA teoria e critiche Filosofia della Mente a.a. 2016-2017 di Chiara Mammarella
Cosa si intende per realizzabilità multipla? Realizzabilità multipla è quella tesi, elaborata da Putnam negli anni Sessanta, secondo cui ogni tipo di stato (=proprietà) mentale può essere realizzato da una molteplicità di stati cerebrali di diverso tipo. Un dato stato mentale può essere realizzato non solo da stati cerebrali diversi ma anche da specie fisiche diverse, con modalità e tecniche diverse. Anche nella stessa persona due stati mentali provati in due istanti diversi possono corrispondere a una diversa configurazione neuronale. La teoria vale anche per stati mentali come credenze e desideri.
M m1 e m2 sono dello stesso tipo M; p1 e p2 sono di tipo diverso (rispettivamente P1 e P2). M m1 m2 p1 p2 P1 P2 *uso di minuscole per denotare occorrenze di stati, ovvero eventi, e lettere maiuscole per denotare tipi di stati, ovvero proprietà.
Critica alla teoria dell’identità di tipo (type identity) Putnam osserva che l’identificazione fra una proprietà mentale e una proprietà cerebrale ha come conseguenza il dover ammettere che se noi uomini proviamo dolore e se i polpi provano dolore, allora entrambi dovremmo trovarci in un identico stato fisico. Ma ciò è del tutto impossibile data l’enorme diversità biologica.
Teoria dell’identità di occorrenza (token-token identity) Ogni occorrenza di un evento mentale è identica a un’occorrenza di un evento fisico ma ciò non implica che esista un procedimento per descrivere qualsiasi tipo, o classe, di entità mentali in termini fisici. Rimane aperta la possibilità di una forma di identità mente-cervello in contrapposizione alla teoria standard dell’identità. Mentre l’identità di tipo implica l’identità di occorrenza non vale il contrario dunque l’identità di occorrenza corrisponde a una posizione più debole e meno vincolante.
Sopravvenienza psico-fisica Dato uno stato fisico di un certo tipo, risulta univocamente determinato lo stato mentale corrispondente. Ne segue che se un organismo si trova in due istanti differenti t1 e t2 in due stati cerebrali identici, anche i corrispettivi stati mentali saranno identici. Identità di stato fisico implica identità di stato mentale: P1 = P2→ M1=M2 (o M1 ≠ M2→P1 ≠ P2)
Critiche mosse dalla realizzabilità multipla Eliminativismo = progetto ontologico di riduzione-eliminazione della mente e del vocabolario mentalistico. Progetto metodologico di riduzione interteorica che ha origine nel classico nageliano La struttura della scienza, secondo cui alcuni ambiti di studio possono essere inglobati all’interno di altri ambiti scientifici. Nel modello pensato da Nagel dovrebbe darsi una completa riduzione della psicologia alla fisica. Questo procedimento necessita dell’elaborazione di specifiche leggi-ponte che stabiliscano delle equivalenze fra i vocabolari delle due discipline (elemento problematico).
Realizzabilità multipla secondo Fodor La realizzabilità multipla conduce inevitabilmente alla necessità di postulare un certo carattere irriducibile del mentale (forma di fisicalismo non riduzionista). Teoria dell’identità delle occorrenze → il medesimo stato mentale, nelle sue varie manifestazioni, può corrispondere a diverse configurazioni cerebrali.
Visione di Fodor molto vicina al dualismo delle proprietà. Come strutture fisiche diverse possono realizzare gli stessi stati mentali, la stessa struttura fisica (cioè nello stesso individuo) può realizzare diversi stati mentali: «every psychological event is paired with some neurological event or other, but psychological events of the same kind are sometimes paired with neurological events of different kinds». (J. Fodor, Special Sciences, in Representations, the MIT Press, Cambridge Mass., 1981, p. 137.) Realizzabilità multipla come base teorica per la difesa dal riduzionismo e dalla ricaduta nel dualismo. Visione di Fodor molto vicina al dualismo delle proprietà.
Critiche alla teoria Une delle prime osservazioni rilevanti a proposito del dibattito suscitato dalla teoria della realizzabilità multipla è proposta da David Lewis il quale sostiene che la contrapposizione fra questa e il riduzionismo possa essere superato. La spiegazione di questo viene fornita attraverso degli esempi: (1) There is only one winning lottery number (per week). (2) The winning lottery number is 03 (this week). (3) The winning lottery number is 61 (last week). (1′) (the reductionist thesis) There is only one physical-chemical realization of pain (per structure-type). (2′) The physical-chemical realization of pain is C-fiber firing (in humans). (3′) The physical-chemical realization of pain is … (something else entirely) (in mollusks).
All’intuizione originale di Lewis si riallaccia l’indagine di Jaegwon Kim il quale sostiene che, se anche la teoria della realizzabilità multipla fosse vera, non potrebbe provare l’irriducibilità del mentale. Pur escludendo la possibilità di una riduzione completa del mentale al fisico, la realizzabilità multipla ammette che si diano delle riduzioni locali: esiste infatti ed è possibile trovare, per ogni stato mentale ed in ogni sistema in cui esso si trovi espresso, uno stato fisico nomologicamente coestensivo (es. “If X is a member of structure type S, then X is in mental state M if X is in physical state P”).
Si aggiunge l’osservazione di Lawrence A Si aggiunge l’osservazione di Lawrence A. Shapiro secondo cui una funzione mentale molteplicemente realizzata dovrebbe rendere possibili differenze significative nei modi di giungere a un medesimo risultato causale. Sarebbe però impossibile in questo modo formulare qualsiasi generalizzazione in termini di legge dal momento che l’attuazione della stessa funzione avverrebbe seguendo leggi differenti.
Il superamento definitivo della teoria viene proposto da William Bechtel e Jennifer Mundale all’interno dell’articolo Multiple realizability revisited: linking cognitive and neural states il cui intento fondamentale è quello di provare che: Le neuroscienze possono aiutarci concretamente a comprendere come funziona la nostra mente-cervello; Il concetto di brain state è interamente di tipo filosofico e dunque non è un dato di fatto; Il successo della realizzabilità multipla è basato su di un errore metodologico.
Con la realizzabilità multipla vengono messi a confronto stati mentale e stati fisici, e di essi si parla come di enti ben definiti; in realtà tanto gli uni quanto gli altri non vengono caratterizzati in un modo preciso e universalmente condivisibile. Ma mentre nel caso degli stati mentali il problema era stato tenuto in debito conto – data la loro natura per definizione inoggettivabile – per quanto riguarda gli stati cerebrali i filosofi non sembrano essersi mai posti il problema, considerandoli come del tutto scientificamente delimitati e quindi osservabili oggettivamente.
Ne è dunque scaturita una del tutto errata considerazione dello statuto degli stati mentali, degli stati cerebrali e della loro relazione. Mentre i neuroscienziati hanno costruito un concetto di stato cerebrale molto generico ma sufficiente al loro programma di ricerca, i filosofi, che pure hanno fatto lo stesso nel concepire gli stati mentali, hanno poi sbagliato credendo che gli stati cerebrali fossero qualche cosa di tanto diverso e particolare.
Sconfitta della realizzabilità multipla? Si afferma dunque un ripristino della teoria dell’identità di tipo, intesa stavolta come euristica: «HIT (Heuristic Identity Theory) proposes that identity claims between psychological processes and neural mechanism are advanced as heuristics that serve to guide further research. Emphasizing the thoroughly hypothetical character of identity claims in science, HIT focuses on the way that proposed identifications of psychological and neural processes and structures contribute to the integration and improvement of our neurobiological and psychological knowledge. Hypothesized identities advance research by suggesting new avenues for the empirical investigation of both mind and brain». (R.N. McCauley e W. Bechtel, Heuristic identity theory (or back to the future): the mind-body problem against the background of research strategies in cognitive neuroscience). Sconfitta della realizzabilità multipla?