“LABORATORIO DI COMUNICAZIONE”

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Transcript della presentazione:

“LABORATORIO DI COMUNICAZIONE” FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO DOCENTI a.s. 2006/2007 Istituto Tecnico Industriale Statale “E. FERMI” Francavilla Fontana

I’obiettivo Far si che l’insegnante impari a comunicare in modo efficace e quindi impari a favorire il processo di apprendimento, anche attraverso il suo comportamento comunicativo . Ma è possibile .. ? E se si come …. ?

Le tappe del percorso 1 Disponibilità a mettersi in discussione Decisione di mettersi in discussione nel gruppo Utilizzo di tecniche per migliorare le capacità di ascolto e di osservazione Graduale acquizione della capacità di osservarsi mentre “si osserva”

Le tappe del percorso 2 Analisi dei momenti della comunicazione in classe Approfondimento del dibattito in gruppo e graduale abitudine ad essere descrittivi piuttosto che valutativi Sensibilizzazione e attenzione alla competenza comunicativa in classe, come aspetto fondamentale della formazione dell’insegnante in funzione dell’efficacia dell’apprendimento

Le competenze dell’insegnante Competenza disciplinare Competenza metodologico-didattica Competenza comunicativo-relazionale

La competenza comunicativa Consapevolezza di quanto e come parlare e di cosa dire Capacità di elaborare le regole interpretative del discorso che permettono di interpretare la comunicazione risalendo dal suo contenuto espresso a quello inteso (capacità di interpretare il messaggio implicito o nascosto)

La comunicazione e le sue regole (Bateson, Watzlawich, Scuola di Palo Alto – Anni ’70) È impossibile non comunicare: ogni comportamento è una comunicazione e non esistono non comportamenti Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione (ogni comunicazione implica un impegno che definisce la relazione)

contenuto = canale numerico relazione = canale analogico La comunicazione e le sue regole (Bateson, Watzlawich, Scuola di Palo Alto – Anni ’70) Ogni messaggio non solo trasmette un informazione (contenuto) ma veicola un comportamento che definisce la relazione tra i comunicanti contenuto = canale numerico relazione = canale analogico

contenuto = canale numerico relazione = canale analogico La comunicazione e le sue regole (Bateson, Watzlawich, Scuola di Palo Alto – Anni ’70) contenuto = canale numerico relazione = canale analogico parola Ambiente Status sociale Mimica Gestualità Postura Tono della voce Ritmo del discorso

La competenza comunicativa CONVERGENZA TRA QUANTO AFFERMIAMO A PAROLE E QUANTO MANIFESTIAMO NEL COMPORTAMENTO (Watzlawich) CONGRUENZA TRA CIO’ CHE COMUNICHIAMO VERBELMENTE E CIO’ CHE IN EFFETTI PROVIAMO E COMUNICHIAMO IN MODO INCONSAPEVOLE CON LO SGUARDO, I TONI DELLA VOCE, I GESTI …(Rogers)

La competenza comunicativa dell’insegnante. LA QUALITA’ DELLA RELAZIONE TRA INSEGNANTE E STUDENTE E’ DETERMINANTE PER INSEGNARE QUALSIASI CONTENUTO (Gordon – Anni ’90)

La competenza comunicativa e relazionale dell’insegnante. LINGUAGGIO DEL RIFIUTO (Gordon ’91) Risposte verbali dell’insegnante che, in presenza di un problema, veicolano un messaggio di rifiuto nei confronti dello studente e agiscono come barriere alla comunicazione: Ordinare comandare esigere Avvisare minacciare Fare la predica, rimproverare

La competenza comunicativa e relazionale dell’insegnante. LINGUAGGIO DEL RIFIUTO (Gordon ’91) barriere alla comunicazione: consigliare, dare soluzioni o suggerimenti redarguire, ammonire, fare argomentazioni logiche giudicare, criticare, disapprovare, biasimare definire, stereotipare, etichettare interpretare, analizzare, diagnosticare apprezzare, convenire, dare delle valutazioni positive

La competenza comunicativa e relazionale dell’insegnante. LINGUAGGIO DEL RIFIUTO (Gordon ’91) barriere alla comunicazione: rassicurare, mostrare comprensione, consolare, sostenere contestare indagare mettere in dubbio, sottoporre ad interrogatorio eludere distrarre fare del sarcasmo, fare dello spirito, cambiare argomento

La competenza comunicativa e relazionale dell’insegnante. LINGUAGGIO DEL RIFIUTO (Gordon ’91) barriere alla comunicazione  “messaggi in seconda persona” (Tu sei, Tu devi, Tu ….) dipendenza dell’alunno, scarsi risultati in termini di sviluppo di autonomia oltre che sul versante dell’apprendimento

La competenza comunicativa e relazionale dell’insegnante. LINGUAGGIO DELL’ACCETTAZIONE (Gordon ’91) messaggi in PRIMA persona (io, a me, penso..) ASCOLTO ATTIVO cenni di attenzione ed espressioni facilitanti maggior sviluppo delle potenzialità dell’alunno e della sua indipendenza ed autonomia, maggior stima di sé e nelle possibilità di risolvere le sue difficoltà

La competenza comunicativa e relazionale dell’insegnante. 5 ELEMENTI CARATTERIZZANO Il RAPPORTO INSEGNANTE-STUDENTE: Franchezza o trasparenza (ciascuno deve poter essere del tutto sincero e leale con l’altro) Considerazione (ognuno sa di poter contare sull’altro) Interdipendenza (complementarietà) Distinzione (ciascuno deve poter crescere e svilupparsi nella propria unicità, creatività e individualità) Rispetto delle reciproche necessità

La competenza comunicativa e l’insegnamento Il modo in cui avviene l’interazione (il come) è tanto importante quanto la trasmissione dei contenuti (il cosa) per il raggiungimento dello scopo ultimo dell’insegnamento Capacità di elaborare le regole interpretative del discorso che permettono di interpretare la comunicazione risalendo dal suo contenuto espresso a quello inteso (capacità di interpretare il messaggio implicito o nascosto)

Il comportamento interpersonale di un insegnante stili cognitivi individuali autovalutazione in termini di potere e di ruolo all’interno della situazione didattica diversità del contesto sociale diversità di genere comunicazione verbale e non verbale

La lezione come tipo di discorso Interazione didattica;genere conversazionale di tipo didattico (oltre che socializzante) Evento comunicativo,in cui si inseriscono diversissimi tipi e generi di discorso, il cui scopo generale è la rappresentazione e la trasmissione di sapere o saper fare Basata su una distribuzione complementare dei ruoli (docente trasmittente- discente ricevente) grazie ad un deficit convenzionalmente presupposto e socialmente condiviso

La lezione come tipo di discorso distribuzione dei turni di parola (regolazione da parte dell’insegnante), assegnazione e iniziativa di intervento, tempi di parola= asimmetria dei ruoli ed assenza di bidirezionalità quadro legale: chi è tenuto istituzionalmente a trasmettere l’informazione e quindi a colmare il presunto deficit, lo può fare senza esserne stato esplicitamente richiesto

La lezione come tipo di discorso momenti classici della lezione: spiegazione ed interrogazione, soluzione dei problemi ed argomentazione complessità dialogica e varietà degli stili culturali nell’interazione verbale in classe (dialoghi tendenti a raggiungere un risultato, dialoghi tendenti ad organizzare un attività, dialoghi tendenti a stabilire una relazione fra i partecipanti)

La lezione come tipo di discorso Asimmetria istituzionale  TRIPLETTA TRICICLA struttura fissa A. mossa di apertura dell’insegnante (“per quale ragione ?” ) B. mossa dell’allievo (“è un introduzione.” ) C. prosecuzione dell’insegnante sotto forma di commento, valutazione, accettazione (“si, questa è un’introduzione..” )

La lezione come tipo di discorso Asimmetria istituzionale  mosse comunicative in un rapporto asimmetrico : Approvare Accettare Rifiutare Esporre Chiarire Spiegare

Il cambiamento possibile Non è sempre possibile evitare “l’incidente comunicativo” Una maggiore consapevolezza del problema aumenta la sensibilità e la capacità di cogliere l’errore nel momento in cui avviene (errore=evento favorevole) Acquisire e mantenere una buona capacità di comunicare consente di trasfondere negli altri (allievi) la disponibilità ad accettare l’errore

La conclusione La crescita della competenza comunicativa è proporzionale: alla capacità di cogliere la realtà esterna, di starci senza paura, senza il bisogno di dominarla, alla capacità di accettare il dubbio, le persone nella loro diversità, alla disponibilità a dare tempo e spazio a chi apprende