Come si e’ evoluto il comportamentismo: LA BEHAVIOUR MODIFICATION La tecnica educativa comportamentale non ha avuto facile diffusione e questo non è riferito solo a paesi di tradizione filosofica e pedagogica lontana da quella americana , ma anche per altri paesi di lingua anglosassone. In Italia questo filone si è sviluppato in stretta relazione con l’educazione speciale, poiché fornisce ottimi strumenti, una vera e propria TECNOLOGIA EDUCATIVA.
ALCUNI LUOGHI COMUNI… DA SUPERARE 1. La prima generalizzazione da evitare consiste nell’identificare tutto l’insieme delle pratiche didattiche che va sotto il nome di “ tecniche per la modificazione del comportamento” come una estensione dei modelli di condizionamento studiati dal comportamentismo americano.Questo assunto darebbe una connotazione negativa alla behaviour modification, come tecnica che non risolve da sola il complesso rapporto educativo tra chi apprende e chi organizza l’apprendimento.
2. Un altro ordine di ostacoli riguarda un certo pregiudizio che gli studiosi definiscono “ di natura linguistica”: sembra che in nessun ambito professionale sia ben vista la definizione “MODIFICAZIONE DEL COMPORTAMENTO”. 3. I metodi comportamentali sono accusati di negare l’esistenza di differenze individuali; Skinner stesso aveva a suo tempo considerato la dotazione genetica individuale una variabile fondamentale per gli apprendimenti e criticava invece la posizione di chi usava l’innatismo come alibi per un disimpegno educativo.
TENDENZE ATTUALI Acquisire la modificazione del comportamento come una METODOLOGIA efficace per valutare il cambiamento e l’innovazione. Allargare il campo di indagine della B.M. a variabili del processo di apprendimento finora tralasciate, come l’interpretazione del soggetto sui processi che mette in atto, i sentimenti, le motivazioni, il ruolo della comprensione e dell’ambiente di apprendimento. Identificare dunque quelle variabili dipendenti dall’ambiente che possono promuovere l’apprendimento indipendente: le VARIABILI ECOLOGICHE.
MODIFICAZIONE DEL COMPORTAMENTO ED EDUCAZIONE: CARATTERISTICHE DELL’INTERVENTO COMPORTAMENTALE Analisi e valutazione delle situazioni di handicap alla ricerca delle cause e delle interazioni tra cause. Classificazione dei comportamenti attraverso tassonomie Modificare il comportamento per ricomporre le disarmonie tra le richieste e le aspettative dell’ambiente ed il comportamento attuato dall’individuo.
Operare a tutto campo: gli interventi riguardano l’area cognitiva, emotiva e sociale. Definire chiaramente gli obiettivi, siano essi cognitivi o comportamentali. Lavorare con la TASK – ANALYSIS: individuare i compiti che scandiscono le diverse fasi dell’apprendimento e la loro divisione in abilità disposte in maniera graduale e gerarchica. Utilizzare le tecniche per modellare il comportamento. Operare verifiche costanti e formative.
THE GENTLE TEACHING Verso la metà degli anni ’80 si è diffusa in America una metodologia di intervento educativo rivolta ai comportamenti problematici gravi detta “insegnamento gentile”, metodo non punitivo basato sullo sviluppo di un reciproco rapporto di attaccamento. Il comportamento grave in questa ottica è un grido di dolore al quale rispondere con una VALORIZZAZIONE INCONDIZIONATA del soggetto.
LE TECNICHE Interrompere il comportamento – problema Riorientare – gratificare Controllo ambientale Controllo dello stimolo Modellaggio e fadig Insegnamento dolce Aiuti prompting Rinforzamento positivo