Il latte amico o nemico dell’osso?

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Transcript della presentazione:

Il latte amico o nemico dell’osso? XI CONGRESSO ORTOMED Società Italiana di Ortopedia e Medicina Firenze, 15-17 Dicembre 2016 Il latte amico o nemico dell’osso? B. Pampaloni e M.L. Brandi   Università di Firenze

Il latte è un liquido alimentare, ottenuto dalla mungitura regolare, ininterrotta e completa di animali in buono stato di salute e nutrizione. Il latte rappresenta una delle principali fonti alimentari proteiche per l’umanità. Nei Paesi sviluppati dell’occidente, il latte ed i suoi derivati forniscono alla popolazione quasi un terzo del fabbisogno giornaliero di proteine.

Requisiti generali per la produzione di latte alimentare

Il latte crudo per essere ammesso all'alimentazione umana non condizionata deve provenire: “…da allevamenti ufficialmente indenni da tubercolosi e brucellosi e da animali che non presentino sintomi di malattie infettive trasmissibili all'uomo attraverso il latte, che denotino uno stato sanitario generale buono e non evidenzino sintomi di malattie che possano comportare una contaminazione del latte…” “…ai quali non siano stati somministrati sostanze o prodotti non autorizzati, o per i quali, in caso di somministrazione di prodotti o sostanze autorizzati, siano stati rispettati i tempi di sospensione prescritti per tali prodotti o sostanze.” (Reg. CE 853/2004)

Porzioni: - 125 millilitri di latte (circa un bicchiere). - 125 grammi di yogurt o di latte fermentato (1 vasetto). - 100 grammi di formaggio fresco (come stracchino, mozzarella, ecc.). - 50 grammi di formaggio a pasta dura (come parmigiano, pecorino, scamorza, ecc.)

Ma il latte fa bene? … o fa male?!?!

NESSUNA pubblicazione su rivista scientifica Ampio studio epidemiologico condotto negli anni Ottanta nella popolazione cinese, per verificare l'esistenza di un nesso tra alimentazione e malattia, in particolare malattie cardiovascolari e tumori. 367 diversi tipi di dati, 8.000 correlazioni con lo stato di salute della popolazione…. Decisamente TROPPE!!! NESSUNA pubblicazione su rivista scientifica Il China Study mescola osservazioni e conclusioni corrette con interpretazioni fantasiose ed errate: per questa ragione è un testo insidioso, oltre che inaffidabile. Molte delle osservazioni riguardano la caseina di latte e latticini e il suo potenziale cancerogeno…ma tale osservazione la si può fare per molti tipi di proteine. Il China Study è un ampio studio epidemiologico svolto negli anni Ottanta nella popolazione cinese, per verificare l'eventuale esistenza di un nesso tra determinati cibi e lo sviluppo di malattie cardiovascolari e cancro. Lo studio ha considerato 367 diversi tipi di dati e ha analizzato oltre 8.000 correlazioni fra essi e la salute della popolazione. Il numero di correlazioni studiate è stato però considerato eccessivo dagli esperti di statistica, poiché permette di dimostrare qualsiasi teoria preconcetta. T. Colin Campbell, NON ha pubblicato i risultati su riviste scientifiche con peer-review Il testo afferma, fra le altre cose, che la caseina sarebbe un potente cancerogeno. Fra caseina e sviluppo di tumori effettivamente esiste una relazione, che è tuttavia analoga a quella fra il cancro e altre proteine, anche di origine vegetale. In sostanza, non importa da dove proviene una proteina ma qual è il suo effetto nell'organismo. Sulla base degli studi sulla caseina, Campbell invoca l'abolizione totale di qualsiasi proteina e grasso animale nella dieta, in assenza tuttavia di dimostrazioni scientifiche. In studi effettuati con i topi la dieta di Campbell ha provocato negli animali un aumento di tumori epatici, legati alla scarsa capacità dell'organismo di eliminare le tossine per via delle carenze nutrizionali. Il China Study mescola indicazioni e dati corretti (come quelli sulla relazione tra consumo di carne rossa e lo sviluppo di alcuni tumori) con altre fantasiose: per questa ragione è un testo insidioso, oltre che inaffidabile. http://www.airc.it/cancro/disinformazione/the-china-study/

Le argomentazioni di volta in volta utilizzate a sfavore del latte provengono da fonti eclettiche che spaziano dalla filosofia all'etica alla scienza.  Alcune possono essere immediatamente scartate come irrazionali, sebbene popolari e seducenti, per esempio: l'idea che il latte vaccino sia destinato ai vitelli e non agli esseri umani, oppure che l'uomo ha iniziato a bere il latte «solo» poche migliaia di anni fa, che gli esseri umani sono gli unici mammiferi che continuano a bere il latte dopo essere stati svezzati, e che gli scandinavi hanno sia il più alto consumo di latte che la più alta incidenza di fratture dell'anca. Queste argomentazioni vengono diffuse in libri, riviste attraverso radio e televisioni… COSA C’E’ DI VERO?

E’ corretto raccomandare alla popolazione sana (non intollerante al lattosio) di smettere di consumare latte e latticini? Thorning et al. Food & Nutrition Research 2016, 60: 32527

LATTE? SI !

Consumo di latte e latticini La situazione italiana Public Health Nutrition (2009): 12(12), 2504 –2532

From: Park, Y. W. (2009) Overview of bioactive components in milk and dairy products. In: Bioactive Components in Milk and Dairy Products. Park, Y. W. (ed) Wiley-Blackwell Publishers, Ames, Iowa and Oxford, England. pp. 3-14.

Principali nutrienti per l’osso Fosfato Calcio Altre vitamine Proteine Altri minerali Vitamina D

Effetti del consumo di latte sul metabolismo osseo

2004 2005 2008 2007 1997 2013 Il consumo di latte è stato significativamente associato ad un ridotto turnover osseo e ad una più elevata BMD

Quadro compatibile con una riduzione del turnover osseo Campione: 30 donne post menopausa (55-65 y) Durata: 16 settimane Intervento: 6 settimane di integrazione con 500 ml di Latte parzialmente scremato Calcio da 572 a 1105 mg/die Proteine da 68 a 79 g/d Quadro compatibile con una riduzione del turnover osseo

Numero di studi limitato Sebbene il numero relativamente basso di studi limitato il potere della nostra meta-analisi, i risultati suggeriscono che il latte è contribuito moderatamente alla diminuzione del metabolismo osseo, ed ha una piccola influenza sulla crescente di corpo totale BMC e BMD. Numero di studi limitato MA…si conferma che Il consumo di latte contribuisce se pur moderatamente a ridurre il turnover osseo e ad aumentare BMC e BMD

Non si dimostra una chiara CUSALITA’ Ancora pochi studi. Non si dimostra una chiara CUSALITA’

Studi di coorte prospettici che valutino assunzione di latte prima dell’evento fratturativo NON ci sono evidenze chiare che un elevato consumo di latte abbia effetti positivi sulla riduzione del rischio di frattura dell’anca in donne adulte.

61433 donne età 39-74 ys residenti in due regioni della Svezia (Uppsala and Västmanland) arruolate orginariamente nella Swedish Mammography Cohort con dati basali raccolti tra il 1987-90 e 38 984 con dati aggiornati dal 1997 45339 uomini età 45-79 ys, residenti in Örebro e Västmanland (Svezia centrale) appartenenti alla Cohort of Swedish Men creata nel 1997 BMJ 2014;349:g6015

BMJ 2014;349:g6015 Il consumo di latte è stato associato ad un eccesso di mortalità, di osteoporosi e di fratture. L’ipotesi è che a causa dell'elevato contenuto di lattosio nel latte, un elevato consumo di latte aumenti lo stress ossidativo, che a sua volta influenza il rischio di mortalità e di frattura. Tale associazione non si evidenzia con il consumo di altri tipi di latticini, in particolare latte fermentato

BMJ  2015; 351:h4580 doi:10.113 6/bmj.h4580

LATTE: amico o nemico dell’osso? In conclusione… I risultati degli studi epidemiologici sull’incidenza delle fratture non sempre sono in accordo con quanto evidenziato dagli studi sui marcatori del metabolismo osseo. Difficile dimostrare gli effetti dell’alimentazione negli studi epidemiologici (spesso realizzati su base retrospettiva) a causa delle innumerevoli variabili che possono rappresentare un bias. Evento frattura ben documentabile in quanto richiede intervento medico e spesso ospedaliero, ma di difficile interpretazione, in quanto legato non solo alle caratteristiche del tessuto osseo, ma anche l'esistenza di altri fattori di rischio per le cadute. I dati provengono prevalentemente da studi osservazionali e pochi studi caso-controllo. Nessuno studio di intervento che consideri l’introito di latte e l’evento frattura come endpoint primario è molto difficile da pianificare e sembra ad oggi essere stato condotto

Nel 2012 la Commissione Europea ha concluso che “calcio, fosforo, magnesio, manganese, zinco, vitamina D e vitamina K sono necessari per mantenere le ossa in condizioni normali” (Regolamento della Commissione europea 2012). Tutti questi nutrienti sono contenuti, se pur in quantità variabili, nel latte e nei suoi derivati.

GRAZIE PER L’ATTENZIONE !