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Università degli Studi di Macerata Facoltà di Scienze della formazione

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Presentazione sul tema: "Università degli Studi di Macerata Facoltà di Scienze della formazione"— Transcript della presentazione:

1 Università degli Studi di Macerata Facoltà di Scienze della formazione
SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA DIDATTICA SPECIALE A.A. 2010/ II Semestre

2 DIAGRAMMA DEGLI INTERVENTI
TRATTAMENTI (pedagogico,farmacologico,ecc.) APPROCCI (sul deficit, sui requisiti, ecologico) STRATEGIE (comportamentista,cognitivista,psicodinamiche, ecologico-plurali,ecc.)

3 TRATTAMENTI FARMACOLOGICO DIETETICO PSICOTERAPICO EDUCATIVO
ECOLOGICO-PLURALE

4 TEACCH Schopler, Peeters
Treatment and Education of Autistic and related Communication Handicapped Children Trattamento e pedagogia dei bambini autistici con difficoltà di comunicazione

5 TEACCH PROGRAMMA APPROCCIO ECOLOGICO
STRATEGIA COMPORTAMENTALE-COGNITIVO (rinforzo, ecc., ma anche modificazione dell’ambiente per l’adattamento della persona)

6 TEACCH NODI TEORICI 1.Modello di interazione 2. Prospettiva di sviluppo 3. Relativismo del comportamento 4. Addestramento alle gerarchie

7 TEACCH INTERVENTI PROCEDURALI Valutazione e diagnosi del caso Progetto educativo Consulenza alla famiglia Consulenza in altre sedi Sollecitazione dei punti di forza Apprendimento per imitazione Sollecitazione di abilità emergenti Adattamento all’ambiente Strutturazione del materiale

8 TEACCH Semplificazione dei compiti Visualizzazione delle attività Rinforzi Relatività delle acquisizioni Trattamento globale Centralità di bisogni Sollecitazione della motivazione

9 TEACCH OBIETTIVI Potenziamento di autonomie del soggetto. Miglioramento della qualità della vita personale, sociale, nel lavoro.

10 TEACCH EDUCAZIONE Educazione dell’imitazione Educazione della percezione Educazione motoria Educazione intellettiva Educazione linguistica Educazione del comportamento

11 TEACCH PRINCIPI Adattare prima di inserire Strutturazione e Prevedibilità. Supporti visivi. Chiarezza, concretezza, stabilità dei messaggi. Partecipazione familiare (co-terapeutica).

12 DISPERCEZIONE-DISCOMPRENSIONE
TEACCH PRINCIPI DISPERCEZIONE-DISCOMPRENSIONE DISADATTAMENTO ASPETTATIVA TRADITA CRISI

13 Strategie d’intervento
PROGRAMMA TEACCH Strategie d’intervento Strutturazione dello spazio (setting, auti-classe) Strutturazione del tempo Strutturazione del materiale di lavoro Il rinforzo L’aiuto La generalizzazione del compito

14 PROGRAMMA TEACCH FINALITA’:
Favorire lo sviluppo dell'individuo, la sua integrazione sociale e l'autonomia, tenendo conto dei deficit specifici che il disturbo autistico comporta.

15 PROGRAMMA TEACCH Attraverso: Diagnosi corretta Profilo funzionale come partenza del progetto educativo individualizzato Corresponsabilità genitoriale Lavoro sui punti forza del soggetto

16 TEACCH STRUTTURAZIONE STRUTTURAZIONE SPAZIO-TEMPORALE (i punti di riferimento visibili e concreti, parole comprensibile e prevedibile). Flessibilità, non rigidità. Non fine a se stessa, aiuta l’impossibilità a comunicare. Non ha lo scopo si creare un rituale, una forma di comunicazione verso il bambino che dovrebbe proprio ottenere di LIBERARLO DA QUEI RITUALI che gli danno sicurezza e prevedibilità.

17 STRUTTURAZIONE SPAZIO
TEACCH STRUTTURAZIONE SPAZIO Dove? Chiari e visivamente delimitati Consente di sapere con precisione ciò che ci si aspetta in ogni luogo e in ogni momento. Spazio di lavoro individuale, uno spazio di riposo, uno spazio di attività di gruppo e uno spazio dedicato al tempo libero con simboli di identificazione.

18 STRUTTURAZIONE SPAZIO
TEACCH STRUTTURAZIONE SPAZIO Es. L’angolo di lavoro:un banco affiancato da due scaffali disposti perpendicolarmente, su cui disporre il materiale di lavoro da eseguire (nello scaffale di sinistra) o riporre i compiti già eseguiti (a destra). Ogni spazio sia dedicato ad una singola attività: il bambino si orienta da solo e raggiunge presto una autonomia di movimento.

19 TEACCH STRUTTURAZIONE TEMPO Quando? Per quanto tempo? Nozione difficile da apprendere, perché si appoggia su dati non visibili. Strutturare la giornata attraverso una organizzazione del tempo, che informi ad ogni momento il bambino su ciò che sta accadendo, ciò che è accaduto e che accadrà. Aumenta prevedibilità e il controllo della situazione e diminuiscono l'incertezza e le fonti di ansia.

20 TEACCH STRUTTURAZIONE TEMPO Es. “Agenda" giornaliera, orologio murale: sequenza di fasi, dove con oggetti, immagini o parole scritte si scandiscono fasi della giornata.

21 STRUTTURAZIONE MATERIALI
TEACCH STRUTTURAZIONE MATERIALI "Che cosa?“ Supporto visivo (gettoni, simboli, colori, forme,ecc.) SCHEMA DI LAVORO posizionato presso il tavolo di lavoro (lettere dell’alfabeto o numeri, ognuna delle quali è riportata su una scatola di lavoro) Il lavoro da svolgere sarà presentato in modo chiaro: ogni compito è contenuto in una scatola sullo scaffale di sinistra, ogni scatola contrassegnata da un simbolo (lettera o numero).

22 STRUTTURAZIONE MATERIALI
TEACCH STRUTTURAZIONE MATERIALI Compito sia "autoesplicativo", cioè comprensibile senza bisogno di spiegazioni.

23 TEACCH RINFORZO "Perchè?"per quale motivo deve eseguire dei compiti. Attività preferita, non importa se stereotipata, può costituire un rinforzo adeguato.

24 TEACCH AIUTO “Come?“ istruzioni verbali per spiegare il compito, un aiuto fisico o visuale rappresentazione del compito attraverso una serie di immagini che ne illustrano le varie tappe.

25 L’INSEGNAMENTO SPECIALE (da Peeters): LA COMUNICAZIONE
Distinguere principali variabili linguistiche: FORMA (strumenti, modalità o codici mediante i quali comunicazioni ha luogo: oggetti,motorio-gestuali, immagini,ecc.) FUNZIONI ( chiedere,rifiutare,fare osservazioni, fornire e chiedere informazioni,esprimere emozioni sentimenti,ECC.) CONTESTI ( cambiano i significati. Riconoscere e verbalizzare situazioni: foto di un gatto e di gatti diversi, visi con diverse espressioni, immagini di frutta in contesti diversi,ecc.) SEMANTICA ( sfera dei significati, contenuti, messaggi,ecc.)

26 Strategie di classe Problemi
la mancanza di generalizzazione nell’apprendimento; la mancanza di apprendimento incidentale; la comprensione letterale; la difficoltà nell’essere coinvolto in attività di gruppo inclusi divertimenti e giochi; possibile reazione ad overstimulation.

27 Comportamento e gestione 'sociale'
Strategie di base Comportamento e gestione 'sociale' Offrire una struttura molto chiara ed una routine quotidiana e fissa (inclusi i divertimenti) Usare in modo chiaro e non ambiguo la lingua. Evitare umorismo/ironia, o frasi che provocano confusione Fare chiarezza (incluso un formo 'No') su quali comportamenti sono inaccettabili Evitare frasi come 'Ti piacerebbe fare questo? ' o 'Perché fai questo? '

28 Strategie di base Rivolgersi sempre individualmente al bambino Avvertire di tutti i cambiamenti imminenti di routine, odi interruzione delle attività Assicurare la coerenza delle aspettative di tutto il personale, ed evitare ogni 'ritorno indietro' una volta raggiunto un obiettivo ragionevole e maneggevole Riconoscere che i cambi nei modi o nel comportamento possono riflettere ansia o stress

29 Comportamento e gestione sociale
Strategie di base Comportamento e gestione sociale Non prendere come personale un comportamento evidentemente maleducato o aggressivo e riconoscere che l'obiettivo della rabbia del bambino può essere non correlato alla fonte di quella rabbia Specifico insegnamento di regole/capacità sociali, come rispettare il turno e la distanza sociale; e di giochi per iniziare e mantenere una conversazione. Migliorare l’espressione verbale (intonazione) attraverso teatro, giochi di ruolo, e nastri audio o video riproposti (Questo tipo di intervento, con interrogatorio individuale successivo, può essere particolarmente indicato per alunni di scuola superiore) Insegnamento specifico, mediante fotografie o video, di come sono espressi e si comunicano i sentimenti, e come, perciò, possono essere riconosciuti

30 Strategie di base Proteggere il bambino dagli scherzi nel tempo libero, e fornire ai coetanei informazioni sulle necessità dei bambini dello spettro autistico Regolare le opportunità per semplici conversazioni, incrementando l’uso delle domande 'come' e 'perché' Usare tabelle per registrare i progressi del comportamento e come base per il miglioramento Maggiore supervisione durante le attività pratiche o fisiche

31 Strategie di base Gestione scolastica Focalizzare l'attenzione del bambino per tutte le comunicazioni - usando il suo nome o segnala concordati Richieste o istruzioni chiare, semplici, una alla volta Analisi dei compito – assicurarsi che i compiti siano fattibili all'interno della gamma di attenzione del bambino Verificare sempre la comprensione ripetendo/rifrasando le istruzioni se necessario Far ripetere le capacità acquisite recentemente in contesti diversi per favorire la generalizzazione Usare vari strumenti di presentazione, come guida visuali e fisiche, modelli

32 Strategie di base Gestione scolastica Insegnare quello che vuole dire 'finito', ed assicurasi che il bambino sappia esattamente cosa fare per completare un determinato compito Semplici e condivise tabelle per registrare i progressi, uso regolare di encomi o ricompense tangibili per evidenziare la buona prestazione Enfatizzare le indicazioni ed i segnali visuali per aiutare la memoria Specifico insegnamento di similitudini comuni e metafore, per ridurre la comprensione letterale e dimostrare che le parole non possono avere sempre la stessa faccia

33 Strategie di base Gestione scolastica
Cercare di collegare il lavoro ai particolari interessi del bambino Esplorare programmi al computer e schemi per lo sviluppo letterario Aumentare gradualmente la complessità del materiale da leggere (usando libri disegnati per lettori più lenti ma con un contenuto 'adulto')

34 Strategie di base Gestione scolastica Permettere al bambino di evitare le attività (come sport e giochi) che non può capire o che non gli possono piacere, e sostenere il bambino nei compiti liberi e di gruppo Lasciare spazio al comportamento ossessivo come ricompensa a sforzi positivi su insiemi di compiti Rimuovere o minimizzare le distrazioni, od offrire accesso ad un'area di lavoro individuale, quando è dato un compito che richiede concentrazione


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