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METODOLOGIA DELL'EDUCAZIONE MUSICALE

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Presentazione sul tema: "METODOLOGIA DELL'EDUCAZIONE MUSICALE"— Transcript della presentazione:

1 METODOLOGIA DELL'EDUCAZIONE MUSICALE
3 IL RAPPORTO EDUCATIVO Prof. Luisa Curinga Università degli Studi di Macerata – Facoltà di Scienze della Formazione a.a. 2010/2011

2 = DIMENSIONE FONDAMENTALE DELLA SITUAZIONE EDUCATIVA
RELAZIONE, RAPPORTO RECIPROCO COINVOLGIMENTO DI INSEGNANTI E ALUNNI ENTRAMBI SOGGETTI, QUINDI PROTAGONISTI

3 APPRENDIMENTO: insieme di modificazioni relativamente stabili
nel comportamento di un soggetto originate da insegnamento. CAMBIAMENTO: - obiettivo della relazione educativa; - maturazione verso la conquista di autonomia personale, di consapevolezza e libertà. APPRENDIMENTO = CAMBIAMENTO COMPORTAMENTALE RELAZIONE EDUCATIVA: DEVE PORSI L'OBIETTIVO DI OPERARE LE SCELTE CHE PROMUOVANO QUESTA MATURAZIONE L'INSEGNANTE DEVE CONOSCERE I PROPRI ALLIEVI, MA ANCHE SE STESSO

4 CONOSCERE L'IDENTITA' MUSICALE DI EDUCATORI E BAMBINI
significa riflettere sui rispettivi: - VISSUTI PERSONALI: quali attività musicali hanno fatto/ fanno parte della vita del bambino e dell'educatore? - GUSTI E PREFERENZE: quali generi musicali, ricchi di valori e affettività, sono significativi per il bambino e l'educatore? - BISOGNI E MOTIVAZIONI (condotte): desiderio profondo di realizzarsi, di provare piacere sensoriale e intellettivo, di comunicare, che la musica permette, in quanto attività espressiva coinvolgente. - COMPETENZE: sapere, saper fare (educatori e bambini), saper far fare (educatori) Cfr. Franca Ferrari, Ripartire dall'identità musicale, in Pedagogia della musica: un panorama, a cura di M. Piatti, CLUEB, Bologna 1994, pp

5 DALLA FORMAZIONE INVOLONTARIA ALLA FORMAZIONE VOLONTARIA
competenze ritmiche; melodiche; armoniche; di destinazione sociale, di stili, di repertori diversi, che ogni bambino acquisisce inconsapevolmente, per esperienza diretta, attraverso le musiche udite in famiglia, nell'ambiente di vita e tramite i mass media. Formazione volontaria: l'educatore che riconosca l'esistenza e la ricchezza di tali modelli già assimilati dal bambino, potrà riorganizzare questa conoscenza, renderla consapevole e accrescerla.

6 INSEGNAMENTO - APPRENDIMENTO = ASPETTI DELLA STESSA REALTA' EDUCATIVA
RAPPORTO DI INTERAZIONE

7 IL CONTESTO SOCIALE E AMBIENTALE
Che cosa i bambini considerano musica? - Risposte diverse a seconda del tipo e della qualità dell'interazione che essi hanno con la musica nel loro ambiente di appartenenza. - Influenze della famiglia, della televisione, della cultura religiosa o folclorica ecc.

8 Che cosa l'insegnante può/deve considerare musica?
Un universo di “oggetti” sonori considerati - in modo più restrittivo come “patrimonio storico” (repertorio codificato); - in modo allargato come “qualunque evento sonoro” (ricerca ed esplorazione sonora finalizzata alla realizzazione di attività espressive musicali-corporee); - come gli eventi utilizzati con diverse funzioni nelle pratiche sociali. Le musiche appartenenti alle diverse culture e nazioni presenti nelle realtà scolastiche odierne devono essere valorizzate dall'insegnante e considerate occasione di arricchimento comune, di condivisione, di socializzazione.

9 “INTERROGARSI SUL TIPO DI MUSICA CON
CUI E INTORNO A CUI STABILIRE UNA RELAZIONE EDUCATIVA […] SIGNIFICA INTERROGARSI SU UNA PLURALITÀ DI PROGETTI DA PROIETTARE SULL'ESPERIENZA MUSICALE ESISTENTE E/O DA UTILIZZARE PER PRODURRE OGGETTI/EVENTI MUSICALI.” J.Tafuri, L'educazione musicale cit., p. 44.

10 La relazione educativa si svolge in un ambiente specifico,
L'AMBIENTE La relazione educativa si svolge in un ambiente specifico, la scuola, cioè un concreto contesto spazio-temporale. SPAZIO Collocazione, dimensioni, presenza o meno di strutture o materiale di supporto didattico (es.: pianoforte, strumentario Orff, altri strumenti ecc.) sono variabili che influiscono sul rapporto educativo, di cui occorre tener conto nell'impostare la programmazione didattica. TEMPO Nella scuola le attività didattiche si svolgono in un ambito temporale preciso, con una scansione in cui si articolano le varie attività.

11 LO SVILUPPO PSICOLOGICO-MUSICALE
DEI BAMBINI Il bambino, già nell'utero materno prima di nascere, è molto sensibile alla struttura acustica del suono Importanza del canto materno, prima e dopo la nascita A un anno, il bambino fa i primi giochi di coordinamento ritmico- motorio A due anni, ogni bambino che ha avuto uno sviluppo normale è in grado di cantare Le abilità vocali e ritmico-motorie aumentano gradatamente seguendo lo sviluppo motorio e percettivo-cognitivo Importanza, nella scuola dell'infanzia, degli strumenti musicali come stimolo alla curiosità e mezzo privilegiato di esplorazione sonora e per la realizzazione di attività espressive

12 LE COMPETENZE DEI DOCENTI
L'educatore deve essere consapevole delle proprie competenze e dei propri limiti Rapporto educativo = relazione a due sensi Apprendimento e quindi cambiamento sia nel bambino che nell'insegnante Continua attenzione ai cambiamenti per adeguare la proposta educativa

13 Le problematiche didattiche legate al cambiamento
o all'assenza di cambiamento devono essere di stimolo ad un'attività di ricerca da parte dell'insegnante FIGURA DELL'INSEGNANTE RICERCATORE RICERCA: “metodo per raggiungere una conoscenza che sia nuova per tutti” ma anche “metodo per imparare qualcosa che altri già sanno, cioè metodo di apprendimento” J.Tafuri, L'educazione musicale cit., p. 128 La ricerca didattica intesa in questo duplice senso è utile all'educatore per accrescere le proprie competenze e anche per fornire agli allievi un valido strumento di lavoro

14 MOMENTI DELLA RICERCA DIDATTICA - Evidenziare un problema
(es.: un bambino ha difficoltà ad intonare) - Formulare delle ipotesi (es.: non ha ancora raggiunto uno stadio adeguato di sviluppo cognitivo; non si sente stimolato a provare; il contesto ambientale o sociale non è appropriato; assenza di familiarità ecc. - Raccogliere dati (es.: accurato esame bibliografico per conoscere lo stato degli studi in materia e non rifare qualcosa che altri hanno già fatto; preparazione di test specifici; programmare ascolti seguiti da verifica ecc. - Trarre conclusioni Analisi e interpretazione dei dati e formalizzazione dei risultati

15 Bibliografia di riferimento per questo argomento:
Johannella Tafuri, L'educazione musicale. Teorie, metodi, Pratiche, EDT, Torino, 1995, capp. I, II, III, XI Id., Nascere musicali, EDT, Torino 2007, capp. I, V Per chi voglia approfondire: - Piero Bertolini, L'esistere pedagogico, La Nuova Italia, Firenze, 19902 Paulo Freire, L'educazione come pratica della libertà, Mondadori, Milano 1973


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