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La ferita della libertà: siamo davvero liberi di mangiare?

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Presentazione sul tema: "La ferita della libertà: siamo davvero liberi di mangiare?"— Transcript della presentazione:

1 La ferita della libertà: siamo davvero liberi di mangiare?
Giovanni Antonelli RESIDENZA PALAZZO FRANCISCI Todi Asl 2 Perugia La ferita della libertà: siamo davvero liberi di mangiare? Seminario di Pedagogia Genitoriale Todi, Novembre 2011

2 MANGIARE E’ UNO DEI QUATTRO SCOPI DELLA VITA.
QUALI SIANO GLI ALTRI TRE, NESSUNO LO HA MAI SAPUTO……… proverbio cinese

3 “……PROPRIO ADESSO CHE AVEVO ABITUATO IL MIO CORPO A NON MANGIARE……….”

4 SIAMO DAVVERO LIBERI DI MANGIARE?

5 AVVOCATO DIFENSORE

6 Mai come oggi tanta informazione sul cibo
PROVE A FAVORE DELLA DIFESA Mai come oggi tanta informazione sul cibo Mai come oggi tanta disponibilità di cibo Mai come oggi tanto benessere E’ socializzazione E’ un piacere Non è un “farmaco” E’ un atto fondamentale per la vita

7 PUBBLICO MINISTERO

8 Mai come oggi tanta informazione sul cibo
PROVE A FAVORE DELL’ACCUSA Mai come oggi tanta informazione sul cibo Mai come oggi tanta disponibilità di cibo Mai come oggi tanto benessere E’ socializzazione ? E’ un piacere ? Non è un “farmaco” ? E’ un atto fondamentale per la vita ?

9 Mai come oggi tanta informazione sul cibo
PROVE A FAVORE DELL’ACCUSA Mai come oggi tanta informazione sul cibo Mai come oggi tanta disponibilità di cibo Mai come oggi tanto benessere E’ socializzazione ? E’ un piacere ? Non è un “farmaco” ? E’ un atto fondamentale per la vita ?

10 LEGGENDE METROPOLITANE
La frutta deve essere mangiata lontano dal pasto Consumare alimenti integrali fa dimagrire Le bibite gassate sono ottimi dissetanti Acqua e limine , una bibita gassata , un succo di frutta consumati durante il pasto aiutano la digestione La pasta , il pane, il riso fanno ingrassare La carne è indispensabile per una crescita regolare . Una dieta dimagrante deve escludere certi alimenti Gli aperitivi stimolano l’appetito Il formaggio è il coronamento di un pasto Il miele fa ingrassare meno dello zucchero Lo studio e gli sforzi intellettuali richiedono un’alimentazione più ricca di energia e quindi di calorie Al mattino basta una tazzina di caffè Meno mangio meno ingrasso

11 ERRORI ALIMENTARI PIU’ COMUNI (I):
Evitare o ridurre al minimo la prima colazione Consumo di alimenti ipernutrienti allo spuntino di metà mattina e alla merenda pomeridiana o, al contrario, eliminazione degli spuntini Scarso consumo di frutta, verdura e legumi Eccessivo consumo di alimenti confezionati ricchi di sale o zuccheri, e di bevande zuccherate Consumo eccessivo di alimenti da “fast food” Eccessivo apporto di grassi e proteine a scapito di carboidrati e vitamine

12 ERRORI ALIMENTARI PIU’ COMUNI (II):
Stile di vita sedentario, troppe ore davanti alla TV o videogiochi Poca vita all’aria aperta Alimentazione monotona e ad orari sempre differenti Insufficiente consumo di pesce quindi scarso apporto di grassi omega 3 e 6 e di iodio Insufficiente apporto di calcio Fare pochi pasti durante la giornata ma molto abbondanti

13 OCEANO IN CUI ATTUALMENTE SI NAVIGA (A VISTA!!)

14 …informazioni spesso poco corrette e contraddittorie che non tengono conto del reale funzionamento del nostro corpo!

15 Ormai la popolazione italiana non lavora più per sfamarsi come accadeva fino al secondo dopoguerra; una vita il più delle volte fatta di stenti e rinunce, condotta sul filo della sopravvivenza, non è più concepita come possibile. Dopo secoli di stenti contrassegnati da denutrizione e malattie, in cui la possibilità di fare pasti completi ogni giorno era vista come una eventualità irrealizzabile. Finalmente una corretta alimentazione è alla portata di tutti.

16 Oggi, purtroppo, assistiamo ad un impoverimento delle tradizioni culinarie e familiari, non sappiamo più ascoltare le necessità del corpo e apprezzare i sapori genuini, gli odori naturali, il piacere di preparare con calma piatti accurati e di preparare la tavola Oggi i modelli alimentari seguiti sono quelli imposti dalle industrie alimentari che si adeguano ai cambiamenti della società (piatti precotti, monoporzione…..)

17 Fame e sazietà Fame e sazietà sono due sensazioni che sono il risultato dell’ integrazione a livello corticale di diversi segnali di varia provenienza e che hanno il compito di regolare l’assunzione di cibo Il punto critico è che la pressione evolutiva ha reso più efficiente il meccanismo che fa capo alla sensazione di fame piuttosto che quello che presiede alla sensazione di sazietà Il rischio di non avere sufficienti calorie per sopravvivere è stato considerato più pericoloso del rischio di incorrere in handicap o patologie collegate al sovrappeso.

18 Bilancia energetica in animali in libertà
E’ stato osservato che nella maggior parte delle specie di mammiferi (come pure nell’uomo, se vive allo stato selvaggio), si tende ad avere una relazione diretta fra la quantità di cibo consumato (e quindi calorie introdotte) e la quantità di lavoro necessaria a procurarselo (e quindi calorie consumate) Nell’uomo civilizzato questo semplice rapporto è stato perso, mentre era ancora vero all’epoca dell’uomo cacciatore e dell’uomo agricoltore. In alcune civiltà rurali tuttora esistenti questo rapporto è ancora osservabile e una conseguenza è quella di variazioni notevoli di peso stagionali

19 La ”High-Tech” aumenta il peso corporeo
Cellulari e controlli a distanza ci impediscono di camminare 20 volte al giorno x 20 m = 400 m Cammino perso in un anno 400x365 = 146,000 m 146 km = 25 ore di cammino 1 ora di cammino = kcal Energia risparmiata = kcal  kg di tessuto adiposo Rössner, 2002

20 nivea mi restituisce una forma perfetta...
La comunicazione per la felicità: clarins rassoda il mio corpo Shiseido… il  corpo che sognavo nivea mi restituisce una forma perfetta... Tutto muscoli e pancia piatta Cintura vibrante... Riduce I grassi e snellisce all’istante

21 Quali sono i canoni estetici?
IERI OGGI

22 ovvero la pozione magica…..
LA DIETA: ovvero la pozione magica…..

23 DIETE IPERPROTEICHE E/O IPOGLUCIDICHE
DIETE VEGETARIANE DIETE DISSOCIATE DIETE MONOPIATTO A zona Atkins Bruciagrassi Scarsdale Montignac Punti Fibre Pritikin Vegetariana Dissociata Cronodieta Monocibo Minestrone Hollywood Pompelmo e uova South Beach Beverly Hills Le diete iperproteiche Si basano sul fatto che è impossibile trasformare i grassi alimentari in grassi di deposito in assenza di carboidrati e sul fatto che il metabolismo delle proteine è di un 30% superiore rispetto a quello degli altri macronutrienti; si brucia cioè di più per metabolizzare le proteine. PROBLEMI - Le diete iperproteiche si devono considerare modelli di ortoressia quantitativa che cercano di soddisfare nel più breve tempo possibile il desiderio di dimagramento del soggetto. In questo non differiscono dalle diete dei giornali femminili. Il vincolo dei macronutrienti della dieta ideale non è rispettato; l'assunzione proteica e di grassi è eccessiva con problemi di chetosi e di iperuremia. I problemi sono aggravati se il soggetto svolge un'attività sportiva intensa che necessita dell'impiego di carboidrati. Inoltre le diete con oltre il 50% di lipidi possono provocare problemi digestivi e sono alla lunga difficilmente gestibili, poiché percentuali così alte di grassi si trovano solo in pochi alimenti (burro, olio ecc.). Nessuna di esse può essere usata come dieta di mantenimento. Anzi, l'impiego di queste diete causa spesso il cosiddetto effetto yo-yo: l'individuo segue la dieta e dimagrisce, poi ritorna a una normale alimentazione e ingrassa, poi risegue la dieta e dimagrisce nuovamente. È ovvio che l'organismo è sottoposto a uno stress continuo e non salutistico. Alimentazione vegana e cancro  Da anni ormai si è diffusa la credenza che un'alimentazione vegana (cioè vegetariana in senso stretto, senza l'uso di proteine animali) preservi dal cancro, che la carne rossa "fa venire i tumori" ecc. Cosa c'è di vero alla luce delle attuali conoscenze mediche? 1) È parzialmente vero che l'alimentazione vegana diminuisce del 30% il rischio del cancro al colon e al retto. Chi consuma carne rossa (a causa dei grassi contenuti in essa; il rischio diminuisce se si scelgono carni rosse magre e se si utilizzano metodi di cottura non traumatici, evitando per esempio la griglia) o altri cibi animali grassi (formaggi grassi) è quindi più a rischio per questi DUE tipi di tumore. Le più recenti ricerche dimostrano però che non sono i grassi saturi il fattore di rischio, ma il loro ABUSO: in soggetti normopeso il fattore di rischio non è aumentato. 2) È falso che l'alimentazione vegana protegge da tutti i tumori. Per esempio una ricerca condotta su donne per un periodo di 6-15 anni da ricercatori della Harvard School of Public Health di Cambridge, nel Massachusetts ha dimostrato che non c'è nessuna prova convincente di una significativa diminuzione del rischio di tumore del seno nelle donne che consumano frutta e verdura in abbondanza. La ricerca ha peraltro dimostrato come nelle donne obese il rischio di tumore al seno sia più alto. Perché questa ricerca è importante? Perché dimostra che il presunto ruolo anticancro di frutta e verdura è decisamente ridotto se si considerano individui "magri". In sostanza si deve modificare la precedente posizione secondo cui esisterebbero alimenti (come i grassi di origine animale) che favorirebbero i tumori in quella secondo cui alcuni alimenti sarebbero tanto più a rischio quanto più il soggetto è sovrappeso. Anche se preserva solo in parte dai tumori all'apparato digerente (anche i vegani muoiono di cancro), potrebbe essere un aiuto per tutti coloro che sono esposti a fattori di rischio o sono geneticamente predisposti a questo tipo di tumori. Se però si traduce in numeri si scopre che un'alimentazione vegana non ha un'incidenza significativa sulla vita media, tenendo conto che comporta anche svantaggi dal punto di vista salutistico, altrettanto provati come la riduzione del rischio tumorale. La genetica ha ormai dimostrato che la frase "siamo ciò che mangiamo" è solo parzialmente vera perché è anche vero che "siamo ciò che nasciamo". 3) È falso che basta un'alimentazione vegana per proteggersi dai tumori all'apparato digerente. Infatti uno studio del dipartimento dell'Agricoltura statunitense su 71 tipi di broccoli ha rilevato che le quantità di glucorafanina (la sostanza che dovrebbe proteggere dal cancro) varia enormemente a seconda del tipo. In alcuni broccoli è addirittura assente. I nutrizionisti americani alla luce di queste scoperta pensano di realizzare ibridi ricchi di glucorafanina, addirittura con l'impiego della genetica. Ciò forse non piacerà ai vegani più naturalisti, ma il mondo va avanti. Infatti le varietà attuali più ricche di glucorafanina sono quelle più amare, meno appetibili (la glucorafanina è legata a un'altra sostanza dal sapore nettamente amarognolo) e quindi probabilmente non basteranno le tecniche tradizionali per ottenere ibridi che possano essere accolti favorevolmente dai consumatori. Lo stesso procedimento si pensa di attuare anche per i pomodori, aumentando il contenuto di licopene, un antiossidante che attacca i radicali liberi. Attualmente la quantità di licopene è proporzionale alla temperatura del luogo di coltivazione: i pomodori coltivati a Napoli contengono più licopene di quelli coltivati in Lombardia. 4) Veramente al sicuro? - Da ultimo la ricetta vegana contro il cancro non è scientifica. La morte per cancro di Linda McCartney, vegana convinta, ha messo in crisi parecchi vegani che si ritenevano assolutamente al sicuro dalla malattia. Le diete dissociate sono diete (la prima fu ideata dal gastroenterologo americano Howard Ray negli anni '30) che si basano sul concetto di non abbinare alimenti fra di loro in conflitto. Di solito l'unità della dissociazione è il pasto o il giorno: all'interno dell'unità si devono seguire norme molto rigide che proibiscono l'associazione di certi cibi. Esistono molte varianti e purtroppo anche diete serie hanno preso a prestito dalle diete dissociate certi concetti; per esempio si sostiene che è opportuno non assumere frutta al termine del pasto o altre sciocchezze simili. Le diete dissociate, cronodieta ecc. sono esempi di ortoressia globalizzante. PROBLEMI - Le diete dissociate, sono monotone e illogiche: infatti la stragrande maggioranza degli alimenti semplici contiene già una mescolanza di macronutrienti (si pensi per esempio alle noci che contengono proteine, grassi e carboidrati). Quanto al fatto che promuoverebbero la miglior digestione, occorre rimarcare un concetto chiaro: un fisico sano può tranquillamente mangiare una bistecca e poi una mela; se ho problemi, la colpa non è certo dell'alimentazione, ma di problemi all’ apparato digerente. Seguire una dieta dissociata è come proibire al corpo di correre perché la corsa provoca un'accelerazione dei battiti cardiaci e potrebbe essere fatale al cuore! Per fortuna la parola fine alle diete dissociate è stata messa da uno studio condotto in Svizzera e pubblicato sull'International Journal of Obesity (aprile 2000). Per un mese e mezzo sono stati seguiti 57 obesi divisi in due gruppi, uno che seguiva una dieta dissociata e uno che seguiva quella bilanciata. Entrambi i gruppi seguivano un regime ipocalorico (1100 calorie). Il gruppo dissociato diminuì mediamente di 1,5 kg in meno rispetto a quello bilanciato. Ciò dimostra che perdere chili non ha alcuna relazione con le cosiddette combinazioni alimentari. Le diete dissociate inoltre non hanno nessun rispetto per i fabbisogni del nostro corpo: se abbiamo bisogno di carboidrati perché abbiamo compiuto uno sforzo impegnativo chi dice al nostro corpo che oggi è il giorno delle proteine? Occorre ricordare che le diete monopiatto consentono spesso di mangiare a volontà l'alimento oggetto della dieta. Se questo per esempio è l'uva, mangiare 3 kg di uva al giorno è abbastanza facile, soprattutto se si è affamati: totale 1800 calorie! Si va a far benedire poi ogni ragionamento sui macronutrienti: ormai il lettore dovrebbe essere già acculturato abbastanza che posso evitare di perdere ulteriore spazio per queste diete scientificamente nulle e realmente dannose. Ricordatevi comunque che il regime alimentare giusto non è quello che vi fa perdere chili nel minor tempo, ma quello che può essere seguito per tutta la vita. Prima di seguire una dieta di un giornale femminile chiedetevi: posso seguirla per sempre? Probabilmente la risposta sarà: solo un pazzo la seguirebbe per tutta la vita!

24 COSA HANNO IN COMUNE? DISEDUCATIVE PER TUTTI
SENZA DISTINZIONE DI SESSO, ETA’, E COMPOSIZIONE CORPOREA FORTEMENTE IPOCALORICHE RIDUCONO IL BILANCIO ENERGETICO NON COPRONO I FABBISOGNI IN MICRO E MACRONUTRIENTI ALCUNE INDUCONO LA FORMAZIONE DI CORPI CHETONICI NESSUNA, TRANNE LA DIETA ZONE, PROMUOVE L’ATTIVITA’ MOTORIA Come si fa a lanciare una moda alimentare? Incredibilmente si scopre un trend comune a tutte le mode del momento. Volete inventare un modello alimentare che vi dia (provvisoriamente) celebrità e/o un ritorno economico interessante? Sì? E allora usate la strategia del terrorismo alimentare! Cos'è? Semplice: si demonizzano gruppi di alimenti in modo che il soggetto non li assuma e, indirettamente, mangi di meno e quindi dimagrisca. Quasi sempre si consiglia l'esercizio fisico per cui da sedentario il soggetto fa un po' di moto e dimagrisce un altro po'. Esempi di terrorismo alimentare: le diete vegetariane e vegane che demonizzano le proteine e i grassi di origine animale la dieta a zona e quelle iperproteiche che demonizzano i carboidrati le diete salutiste che demonizzano i grassi di qualunque natura e/o gli zuccheri e i dolci il metodo Montignac che demonizza i cibi ad alto indice glicemico le false intolleranze alimentari, dove un nutrizionista con test a scientificità nulla convince il paziente che è intollerante a cibi ipercalorici come pasta, formaggi ecc. Tutti questi metodi all'inizio sortiscono qualche effetto, perché il soggetto mangia di meno; poi l'effetto svanisce per due motivi: a) il naturale appetito del soggetto viene convertito a ciò che può mangiare, riaumenta le dosi (tanto le calorie non contano, basta evitare certi alimenti!) ed è nuovamente spacciato. Chi per esempio segue la dieta a zona, all'inizio, abbandonando pasta e dolci, ovviamente mangia di meno; il gusto però a poco a poco si sposta sul proteico (pensiamo a quanti hanno cambiato la propria colazione sostituendo la brioche con tonno) e/o sul grasso (un ottimo tonno con l'olio extravergine d'oliva!) e le calorie ritornano quelle di prima. Idem chi si è convinto di essere intollerante alla pasta: all'inizio, senza primo, dimagrisce, poi scopre il riso in tutte le sue salse e il peso rilievita nuovamente. b) Ogni eccezione alimentare non può essere recuperata con una diminuzione delle calorie (le calorie non si contano! Conta solo evitare i cibi cattivi). Una cena con amici vuol dire magari 900 kcal in più, cioè due etti (considerando l'acqua legata al grasso). Anche due sole cene al mese e in un anno si mettono su cinque kg che non si riesce a recuperare solo mangiando cibi buoni e fregandosene delle calorie. Il vero danno sociale di questo terrorismo alimentare è che il soggetto deluso si convince che per lui è impossibile dimagrire e si incanala verso una storia di patologie da stile di vita errato.

25 RISCHI PERICOLOSE COMPLICANZE: SONO TACITAMENTE PREVISTE E PER QUESTO IL PROGRAMMA DI TRATTAMENTO E’ QUASI SEMPRE LIMITATO BRUSCO CALO PONDERALE PRONTO RECUPERO DEL PESO PERSO CONTINUA RICERCA DI NUOVE DIETE CRESCENTE DISAGIO PSICOLOGICO PROGRESSIVA PERDITA DELL’AUTOSTIMA Queste non sono diete dimagranti ma programmi alimentari pericolosi… piccoli trucchi che non solo non aiutano ma che spesso peggiorano la qualità della vita…

26 Fattori che influenzano le scelte alimentari
Paesi, luoghi , usanze e compagnia Preferenze e gusto Abitudini familiari e norme sociali fame e sazietà Commercializzazione dell’alimento, pubblicità, costi, gadjet…. Comportamento alimentare Condizioni climatiche e fisiologiche: freddo, caldo, sport, gravidanza, accrescimento… Organizzazione pasti: orari, condivisione, luoghi, presentazione cibi Come possiamo vedere ddal grafico, il comportamento alimentare è determinato da fattori psicologici, fattori ambientali e fattori biologici. Conoscenze alimentari, curiosità, credenze,luoghi comuni, mode... Patologie: disfunzioni metaboliche, allergie, difetti organici

27 Mai come oggi tanta informazione sul cibo
PROVE A FAVORE DELL’ACCUSA Mai come oggi tanta informazione sul cibo Mai come oggi tanta disponibilità di cibo Mai come oggi tanto benessere E’ socializzazione ? E’ un piacere ? Non è un “farmaco” ? E’ un atto fondamentale per la vita ?

28 CORRELATI PSICOLOGICI
Il primo incontro con la nostra individualità passa attraverso l’alimentazione che diventa apertura verso la conoscenza di se stessi, del mondo e modalità di relazione con l’ Altro (oggetto animato o inanimato); la prima relazione del bambino con il mondo esterno è mediata dalla cavità orale. L’alimentazione diventa anche quindi un potente mezzo di comunicazione.

29 Il cibo, fin dalla nascita, è strettamente mescolato all’esperienza di rapporti interindividuali ed emotivi e non è possibile distinguere rigorosamente tra i suoi aspetti fisiologici e psicologici. Anche per le persone normali il cibo non si limita mai ai soli aspetti biologici. Non esiste società umana che tratti il cibo razionalmente in rapporto all’ambiente, in cui cioè si mangi unicamente in base alla disponibilità, alla commestibilità e al valore nutritivo degli alimenti. Al cibo si ricollegano valori complessi, ideologie elaborate, credenze religiose e sistemi di prestigio. H. Bruch

30 VALORI SIMBOLICI DEL CIBO (I)
Valore dell’attaccamento: autocura, consolatore, mediatore nel rapporto, modulatore di distanza e vicinanza Valore dell’accudimento: offerta di cura in risposta alle richieste del bambino (es. pianto), compensazione ai sentimenti di insicurezza e inadeguatezza, negato in senso strumentale per una punizione.

31 VALORI SIMBOLICI DEL CIBO (II)
Valore agonistico: elemento con cui “competere”quale strumento di misura della propria forza, e della propria volontà; oggetto di lotta e di sfida; elemento per mostrare il proprio potere sociale. Valore cooperativo: elemento facilitatore nel rapporto tra pari e occasione di aggregazione. Valore sessuale: elemento dei rituali di corteggiamento

32 Peso e forme del corpo sopra tutto…
Giudicare il valore di sé in base a quello che dicono lo specchio e la bilancia Sentirsi grassi e voler dimagrire anche se si ha un peso normale Vergogna del proprio corpo e di quello che gli altri possono pensare Paura di ingrassare …insoddisfazione corporea!

33 Tutto ciò ha fatto si che oggi giorno per molti giovani il cibo si sia trasformato in nemico. Qualcosa che non è solo connesso all’insorgere di una patologia, al cambiamento di stili di vita e modelli culturali, ma forse più intimamente collegato alla difficile strutturazione dell’identità nei giovani di questo nostro mondo.

34 L’insicurezza circa le proprie capacità in numerosi campi conduce queste pazienti a valutarsi in larga misura in base all’aspetto fisico ed al peso. Ciò è dovuto in parte al fatto che l’aspetto fisico e soprattutto il peso, sembra più controllabile di molti altri aspetti della vita, e in parte perché la dieta e la perdita di peso sono rinforzati socialmente Fairburn

35 SIGNIFICATI SIMBOLICI DISTORTI DELLA FUNZIONE ALIMENTARE
L’assunzione di cibo: Si sviluppa in modo tale da essere utilizzata in modo distorto, al servizio di esigenze non collegate alla nutrizione. Rappresenta una pseudo soluzione di complessi problemi emozionali ed interpersonali. Rappresenta il tentativo di placare la tensione emotiva suscitata dai più svariati conflitti e problemi.

36 Le trappole del corpo (I)
La trappola del successo: Dimagrire = diventare belli = avere successo nella vita La trappola della vanità: le difficoltà che alcuni provano per capire come si sentono o che aspetto hanno, possono svalutare la loro identità La trappola del fitness: l’attività fisica è considerata moralmente giusta, un atteggiamento che, paradossalmente, incoraggia l’eccesso dannoso La trappola del cibo: quello che mangiamo ha assunto toni morali: colesterolo cattivo, fibre buone e ci sentiamo virtuosi o colpevoli a seconda di quello che mangiamo. Mangiare è la forma più usata di nutrizione del sé e della auto-medicazione. Perciò rinunciare ai cibi preferiti è difficile ma ci sentiamo costretti a farlo per avere un corpo più perfetto

37 Le trappole del corpo (II)
La trappola della vergogna: le donne si vergognano del proprio corpo mentre gli uomini ritengono che preoccuparsene sia vergognoso. La trappola della competizione: l’attrazione fisica ed il peso sono ancora i principali ambiti in cui le donne sono spinte a competere. Inoltre le donne non competono solo tra di loro, ma anche con il proprio ideale La trappola dei rituali dietetici: la dieta è diventata un rituale. La dieta racchiude la promessa di ringiovanire. I nostri geni influenzano la figura e la taglia del nostro corpo più di quanto possano i nostri sforzi per dimagrire. Secondo l’idea comune le diete sono ugualmente facili per tutti

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39 Non si può abolire un piacere senza
REGOLA DELL’EQUILIBRIO DEI PIACERI: Non si può abolire un piacere senza sostituirlo con altri piaceri che DEVONO essere (almeno un poco) equivalenti

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41 Il cibo è il mezzo, il corpo è il luogo.

42 Stili alimentari atipici
Iperfagia prandiale abitudine di mangiare grandi quantità di cibo ai pasti. Il paziente non ha la sensazione di perdere il controllo nell’atto di mangiare. È lo stile alimentare di molti buongustai, amanti della tavola. Piluccare (grazing, snacking, nibbling; in francese,grignotage) spizzicare fuori pasto grazing vuol dire letteralmente “brucare, pascolare”. Stili alimentari atipici Emotional eating impulso abituale a mangiare qualcosa per placare emozioni sia piacevoli che spiacevoli Bramosie selettive (selective craving, sweet eating, carbohydrate craving) bisogno compulsivo di mangiar carboidrati, in particolare dolci È possibile che il sistema degli oppioidi endogeni sia coinvolto

43

44 Gruppo psiconutrizionale 02/11/11
PERCHE’ IL CORPO? Posso decidere come sono fatta Lì posso avere solo io il controllo E’ la prima cosa che si nota in una persona E’ l’unico modo che noi abbiamo per agire su noi stesse Così posso nascondere la mia identità E’ un modo per farmi notare (io esisto!) E’ un modo per esprimere un disagio Gruppo psiconutrizionale 02/11/11

45 QUINDI………

46 Fear of food, or fear of the meaning of food?
W. Vandereycken

47 I GIURATI HANNO RAGGIUNTO UN VERDETTO?

48 Un giorno Annapurna, dea della natura e dispensatrice del cibo, andò da Brahma a chiedere consiglio: non riusciva più a capire gli esseri umani e non sapeva come comportarsi con loro. Iniziò a lamentarsi: “ non so più come fare; vengo umiliata ogni giorno, gli uomini mi mangiano e mi consumano male!” Brahma, dopo saggia riflessione, rispose: “ se gli uomini ti consumano e mangiano male, allora tu mangia e consuma gli uomini”

49 LA SEDUTA E’ TOLTA

50 GRAZIE PER L’ATTENZIONE


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