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INFANT RESEARCH E TRATTAMENTO DEGLI ADULTI Martina Paioletti

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Presentazione sul tema: "INFANT RESEARCH E TRATTAMENTO DEGLI ADULTI Martina Paioletti"— Transcript della presentazione:

1 INFANT RESEARCH E TRATTAMENTO DEGLI ADULTI Martina Paioletti 548893
Elisabetta Tonon Silvia Vendrame Beatrice Beebe e Frank M.Lachmann INFANT RESEARCH E TRATTAMENTO DEGLI ADULTI Un modello sistemico-diadico delle interazioni Raffaello Cortina Editore

2 Studio del processo interattivo implicito e non verbale
INFANT RESEARCH PSICOANALISI MODELLO INTEGRATO E INFLUENZA RECIPROCA STUDIO DELLE “INTERAZIONI FACCIA A FACCIA” M-B Studio del processo interattivo implicito e non verbale Studio del processo interattivo esplicito, verbale e simbolico

3 Interazioni co-costruite da entrambi i membri della diade attraverso:
INFANT RESEARCH PSICOANALISI Dall’ “intendersi” di Freud alla psicoanalisi contemporanea con focus sul processo interattivo in sé: Interazioni co-costruite da entrambi i membri della diade attraverso: VOCE VOLTO SENTIMENTI E FANTASIE A OCCHI APERTI AMBITO VERBALE ORIENTAMENTO SPAZIALE STATI SOGGETTIVI

4 1983 1972 ANALISI DEL CASO CLINICO DI BURTON
Nel 1972 B.Beebe e F.Lachmann seguirono il caso di Burton, uno studente universitario affetto da una grave depressione psicotica. La terapia messa in atto si focalizzò prettamente su un approccio di orientamento psicoanalitico. A distanza di 10 anni i due terapeuti hanno analizzato nuovamente il caso, ripercorrendone le tappe, alla luce del nuovo modello “sistemico-diadico”. 1983 1972 PROSPETTIVA MONOPERSONALE DELLA PSICHE PROSPETTIVA SISTEMICO-DIADICA Non si parla di struttura psicica ma di “modello di esperienza” che si organizza in process attraverso “aspettative di sequenze di scambi reciproci” (co-costruzione) Focus sul processo di strutturazione della psiche e sul deficit strutturale MODELLO EVOLUTIVO: SEPARAZIONE-INDIVIDUAZIONE (MAHLER) MODELLO EVOLUTIVO: ATTACCAMENTO-INDIVIDUAZIONE (BOWLBY)

5 MODELLO BIDIREZIONALE
MODELLO MONODIREZIONALE TERAPEUTA PAZIENTE TERAPEUTA PAZIENTE NARRAZIONE VERBALE ATTENZIONE AL “NON VERBALE” INTERPRETAZIONI Alla luce di questo confronto, emersero le lacune che il modello teorico e clinico utilizzato con Burton mostrava. Infatti, nonostante l’esito positivo della terapia, non erano stati considerati alcuni fattori che all’interno del nuovo modello teorico (sistemico-diadico) risultano centrali. Dalla nuova lettura del caso si potè pensare ad un’integrazione tra psicoanalisi e le nuove scoperte nel campo dell’infant-research in modo da realizzare un modello di riferimento che nel rispetto di entrambi gli approcci presentasse arricchimenti reciproci.

6 Aspetti salienti del modello sistemico - diadico
Maggior attenzione alle variazioni non verbali che richiedono quindi una forma di elaborazione implicita; Concetto di coordinazione bidirezionale: secondo cui ogni interaz. viene co-costruita da entrambi i partner; dunque è fondamentale approfondire come il paziente influenza il terapeuta e il modo in cui il terapeuta influenza il paziente. I processi interni vengono organizzati sia dall’autoregolazione sia dalla regolazione interattiva. L’individuo quindi può essere pienamente descritto solo in relazione alla diade. L’influenza recipro ca tra autoregolazione e regolazione interattiva delinea il concetto di co-costruzione sia dei processi interni sia di quelli relazionali. Noi costruiamo e ricostruiamo attivamente ogni informazione, ciò che percepiamo e ci rappresentiamo è il risultato di una continua interazione tra ambiente e fattori individuali. Per questo le nostre rappresentazioni sono sempre “ in process”, ossia costantemente aggiornate.

7 MODELLO SISTEMICO-DIADICO
INDIVIDUO DIADE SISTEMA DIADE G-B BAMBINO GENITORE Campo interattivo con una precisa organizzazione Unità autorganizzante e autoregolatoria Unità autorganizzante e autoregolatoria Entrambi concorrono a organizzare esperienza e comportamento ( CO-COSTRUZIONE)

8 MODELLO SISTEMICO DI SANDER
Diade M-B e Diade T-P Ricorrenza di MODELLI ESPERIENZIALI nell’interazione Principio di corrispondenza di specificità Si generano ASPETTATIVE (di SEQUENZE di SCAMBIO RECIPROCO) nel bambino/paziente “MOMENTO D’INCONTRO” Riconoscimento reciproco Sviluppo di senso d’identità e sé agente sintonia

9 PROCESSI DI REGOLAZIONE INTERATTIVA PROCESSI DI AUTOREGOLAZIONE
Dalle ricerche presentate in Infant research emerge una complessa capacità di RAPPRESENTAZIONE PRESIMBOLICA. L’OGGETTO di questa sono i MODELLI DI INTERAZIONE in cui madre-bambino partecipano influenzandosi reciprocamente. La rappresentazione presimbolica comprende sia la AUTOREGOLAZIONE che la REGOLAZIONE INTERATTIVA. PROCESSI DI REGOLAZIONE INTERATTIVA PROCESSI DI AUTOREGOLAZIONE Capacità di regolare il proprio stato Ogni membro della diade influenza l’altro e viene da lui influenzato Non implica simmetria Non è implicata l’idea di un’interazione positiva Non è implicato un modello causale

10 DALL’INTERAZIONE ALLA RAPPRESENTAZIONE
Attraverso l’interazione con la madre, il bambino sviluppa una capacità comunicativa e sociale a partire già dai 2 mesi: ASPETTATIVA DI SEQUENZE INTERATTIVE PROTOTIPI RAPPRESENTAZIONE PRESIMBOLICA RAPPRESENTAZIONE SIMBOLICA DEL SE’ E DELL’OGGETTO

11 In che modo la mente si organizza nell’interazione?
Secondo gli autori la mente si avvale dei 3 principi di salienza; essi stabiliscono quali siano gli eventi salienti per il bambino e permettono di capire come egli organizzi le sue aspettative nell’incontro interattivo durante il primo anno di vita. Principio di regolazione attesa 2) Principio di rottura e riparazione 3) Principio dei momenti affettivi intensi

12 Principio di regolazione attesa
E’ fra i tre il principio sovrano; le regolazioni attese e prevedibili attuate nell’interazione tra madre e bambino,creano una serie di aspettative che organizzano l’esperienza del bambino; Inoltre le esperienze interattive ripetitive influenzano quanto si ripete nella vita adulta. Principio di rottura e riparazione Secondo tale principio le esperienze si organizzano in base al riconoscimento da parte del bambino, di qualcosa che si modifica o “rompe”l’interazione,violando le sue aspettative, e al conseguente sforzo di riparare la rottura.

13 Principio dei momenti affettivi intensi
I momenti affettivi intensi che madre e bambino si scambiano, siano essi positivi o negativi, hanno un ruolo fondamentale nell’organizzazione della psiche, delle percezioni e dei ricordi. I momenti intensi possono generare “ trasformazioni di stato” profonde (il termine “stato” in generale include cognizione, affetto e livello di attivazione fisiologica). Si ritiene infatti che gli stati di vigilanza, attivazione, attività e sonno siano negoziati socialmente, cioè sono il prodotto di una regolazione interattiva. Quindi le prime trasformazioni di stato sono legate sia all’ auto regolazione sia all’aspettativa che la regolazione interattiva Faciliterà o ostacolerà tali cambiamenti.

14 Un’ integrazione dei tre principi:
I 3 principi di salienza rappresentano criteri in base ai quali gli eventi si organizzano nel corso del primo anno di vita e oltre; grazie a questi principi il bambino può formarsi delle categorie generalizzate o modelli di interazione, che sono rappresentati come “regole” della relazione. poiché i tre principi interagiscono,devono essere considerati insieme. affinché una rottura possa verificarsi, deve prima esistere un modello di regolazione attesa. Inoltre i momenti affettivi intensi, possiedono un impatto organizzante indipendentemente dalla loro frequenza o intensità; tali momenti, quando sono positivi, possono riparare le rotture. Tuttavia quando le rotture sono profonde, conducono a intensi stati affettivi negativi, e possono avere un impatto traumatico sul processo di autoregolazione.

15 CAPACITA’ DELLA RAPPRESENTAZIONE PRESIMBOLICA ALL’ETA’ DI 2-3 MESI
DISCRIMINAZIONE TRA MADRE ED ESTRANEI il neonato distingue voce e odore della madre differenziandoli da quelli di estranei (l’apprendimento comincia nell’utero) DISRIMINAZIONE UDITIVA DEL SE’ Il neonato distingue e riconosce la propria voce PERCEZIONE DI CONTINGENZE E CREAZIONE DI ASPETTATIVE Il n. individua contingenze tra ciò che fa e le risposte dell’ambiente creando aspettative su di esso. MEMORIA E AFFETTI Ogni evento viene memorizzato; ciò che conta è il recupero del ricordo Lo stato emotivo del bambino può influenzare lo sviluppo della memoria in età precoce (es: traumi)

16 LE DIMENSIONI PERCETTTIVE
TEMPO: il b. nasce con la capacità di stimare eventi, sequenze temporali SPAZIO: capacità di percezione spaziale (es: localizzare un suono nello spazio) AFFETTI: espressione facciale: capacità di leggere gli affetti sul volto espressione vocale: percepire affetti nel tono vocale RICONOSCIMENTO DI CARATTERISTICHE E FORMAZIONE DI SCHEMI (riscontrare somiglianze e differenze) LA PERCEZIONE TRANSMODALE Tradurre informazioni di un certo tipo (tattili) in informazioni di altro tipo (visive) LA CATEGORIZZAZIONE PRESIMBOLICA La capacità del b. di trattare differenziate entità come simili. Ciò è la base del concetto di RIG (Rappresentazioni di interazioni generalizzate)di STERN.

17 PROVE DELL’ESISTENZA DI UN’ORGANIZZAZIONE PRESIMBOLICA DELLE INTERAZIONI SOCIALI
I modelli comportamentali si ripetono da un’osservazione ad un’altra Bambini con madri depresse ricorrono al modello di interazione deviata anche nell’interazione con adulti non depressi Tracciato EEG di bambini depressi è diverso da quelli non depressi Ricerche longitudinali Casi clinici Esperimento del “volto immobile” di Tronick in cui la madre mostra un volto inespressivo e il b. la fronteggia con diversi stili di coping

18 MODELLI DI INTERAZIONE MADRE-BAMBINO
Basati su “regole” che si formano attraverso l’integrazione di: DIMENSIONE TEMPORALE: timing interpersonale DIMENSIONE SPAZIALE: sequenze interattive funzionanti (avvicinamento/avvicinamento) e sequenze caccia-fuga (avvicinamento/evitamento) DIMENSIONE AFFETTIVA: rispecchiamento facciale LIVELLI DI ATTIVAZIONE FISIOLOGICA: trasformazioni di stato

19 RISPECCHIAMENTO FACCIALE
E’il noto processo in cui la madre riflette gli affetti del bambino e viceversa; ed è uno dei modelli di interazione che contribuiscono all’interazione presimbolica. Sono state utilizzate MICROANALISI FILMATE DELLE SEQUENZE COMPORTAMENTALI DEL GIOCO FACCIA A FACCIA. SCOPO indagare la natura dei modelli di interazione tra m. e b. predittivi per lo sviluppo cognitivo e sociale del bambino. Tutto cio’ si ricollega al concetto di “trasformazione di stato” di Stern che è la capacità del partner di favorire un cambiamento nello stato del bambino la quale ha influenza sull’organizzazione emergente delle sue rappresentazioni.

20 LA SCALA DI COINVOLGIMENTO VISIVO (di Beebe e Gerstman)
Misura l’intensità del coinvolgimento nell’interazione visiva m-b. La scala è di natura multidimensionale (tiene in considerazione orientamento, espressione facciale, sguardo). SCALA ADATTA AL BAMBINO livello max: sorriso a bocca aperta parte superiore: aumento grado di coinvolgimento punto centrale: bambino orientato verso la madre e sguardo neutro parte inferiore: coinvolgimento decrescente ed espressione negativa livello min: inibizione della responsività Non vi è una corrispondenza esatta di valori ma i partner si muovono nella STESSA DIREZIONE AFFETTIVA salendo e scendendo insieme nella scala(corrispondenza del gradiente di Stern) I tempi in cui ognuno risponde all’altro sono brevissimi. Ciò si spiega con il fatto che molti comportamenti iniziano in modo SIMULTANEO: prima che il comportamento di un partner sia completato, l’altro ha già cominciato a rispondere(schemi visivi anticipatori, Stern).

21 LA CORRISPONDENZA DEGLI SCHEMI TEMPORALI
IL TIMING E IL RITMO sono i principi organizzatori della comunicazione, essi sono inconsci e involontari. IL TIMING COMPORTAMENTALE è il livello di corrispondenza degli schemi temporali tra i partner (ritmo,velocità, reazione, turni,ecc). La capacità di regolare diversi schemi temporali nell’interazione con la madre RESPONSIVITA’ TEMPORALE INTERPERSONALE Si suppone inoltre che il grado di coordinazione temporale nel dialogo m-b sia predittivo dell’ attaccamento e delle capacità cognitive all’età di un anno.

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23 AUTOREGOLAZIONE E ATTACCAMENTO NEI BAMBINI
La microanalisi del gioco faccia a faccia m-b a 4 mesi ha dato i seguenti risultati: BAMBINO CON ATTACCAMENTO SICURO: Sguardo verso la madre orientamento faccia a faccia espressione facciale positiva BAMBINO CON ATTACCAMENTO INSICURO: orientamento faccia a faccia + comportamento tattile autoconsolatorio STRATEGIA AUTOREGOLATORIA che consente di mantenere l’orientamento stabile nel rapporto con la madre. espressione positiva non accompagnata da sguardo reciproco. Lo stato interiore e lo stato relazionale vengono co-costruiti.

24 FOLLOW-UP A 2 ANNI (con gli stessi bambini)
BAMBINI SICURI: regolazione bidirezionale contatto visivo contatto vocale BAMBINI INSICURI: L’unica differenza con i b. sicuri consisteva nel fatto che non rispondevano al comportamento vocale. CONCLUSIONE: I disturbi dell’ autoregolazione a 4 mesi hanno valore predittivo sull’ attaccamento insicuro ad 1 anno e sulla risposta al linguaggio materno a 2 anni.

25 LA CONDIVISIONE DEGLI STATI SOGGETTIVI
I diversi modi in cui m-b coordinano reciprocamente le loro risposte consentono ad entrambi di conoscere le percezioni, il mondo temporale e i sentimenti reciproci. SOMIGLIANZA DEL COMPORTAMENTO STATI EMOTIVI Si compie dunque una TRALSAZIONE TRASMODALE : dalla percezione di un’immagine o di uno schema temporale esterno ad un’esperienza propriocettiva interna. Essere corrisposto e corrispondere allo stato dell’altro è un aspetto della rappresentazione presimbolica del sé e dell’oggetto.

26 MODELLI DI INTERAZIONE DEVIATA
La sintonizzazione della coppia può essere disturbata sotto vari punti di vista (affetti, livello di attivazione, timing, ecc). L’INTERAZIONE AVERSIVA (caccia-fuga) Essa è comunque regolata bilateralmente, il ritiro del b. influenza l’intrusione della m. e viceversa. Non indica un’interruzione del contatto, ma una DIFESA PRECOCE caratterizzata da una continua responsività e vigilanza. Ad essere compromessa è la qualità del rapporto La stabilità di questa interazione provoca un’organizzazione dell’esperienza disturbata anche in età adulta

27 L’ORIENTAMENTO AVERSIVO
Il grado di orientamento verso il partner o in direzione opposta è un segnale molto significativo della disponibilità ad avviare o interrompere il rapporto. RICERCHE SULL’ORIENTAMENTO A. NEI BAMBINI Studio di Fred: Orientamento a. a 90° b. si libera dalle mani della madre Perdita totale del tono posturale RICERCHE SULL’ORIENTAMENTO A. NEGLI ADULTI Studio di Rosenfeld: La percezione di un rapporto positivo tra t-p è associata alla frequenza con cui le parti superiori del corpo di entrambi si inclinano e al grado in cui i loro arti sono speculari

28 INTERAZIONE MADRE DEPRESSA-BAMBINO
PATOLOGIE DEL SISTEMA Vanno ricercate nella crescente incapacità del bambino di essere consapevole del proprio stato e di essere guidato da tale consapevolezza per cambiarlo di propria iniziativa. INTERAZIONE MADRE DEPRESSA-BAMBINO Studi di Kaminer: Le madri più vulnerabili alle esperienze depressive tendevano a interagire con il bambino quando non avevano un contatto visivo, quindi il b.imparava che la capacità di agire in prima persona può manifestarsi solo quando è in “direzione opposta” rispetto alla madre. LE STRATEGIE AUTOREGOLATORIE NON DEVONO ESSERE CONSIDERATE COME SEGNI DI PATOLOGIA, MA SONO UN COMPROMESSO TRA IL BISOGNIO DI MANTENERE IL RAPPORTO E QUELLO DI PROTEGGERE L’INTEGRITA’DELL’ORGANISMO.

29 L’APPLICAZIONE DEI TRE PRINCIPI DI SALIENZA NEL PROCESSO TERAPEUTICO
Essi definiscono in modo più approfondito i processi di autoregolazione e di regolazione interattiva; Consentono di formulare ipotesi di come si modellino le aspettative sulle relazioni sociali che diventano salienti già dal primo anno di vita; Applicando questi principi ai casi clinici si possono specificare ulteriori modalità di azione terapeutica; Stabiliscono punti di contatto fra Infant Research e trattamento negli adulti;

30 Principio della regolazione attesa nel processo terapeutico
All’interno dell’ interazione, paziente e terapeuta costruiscono entrambi aspettative reciproche, regolando lo scambio momento per momento. Le modalità di regolazione attesa variano dai comportamenti verbali (postura, espressione, tono della voce) agli scambi verbali. Gli effetti di queste regolazioni si fanno sentire in tutto il processo del trattamento anche se sono più evidenti nella fase di comprensione e nei processi di esplorazione e chiarificazione. In queste fasi emergono i temi ripetitivi del paziente, come per esempio le sue aspettative di noncuranza, di indifferenza o rifiuto; ma è proprio grazie a questo processo che i temi possono essere rivisitati e modificati. Oggetto di studio quindi è la struttura del dialogo in sé, a prescindere dai contenuti verbali.

31 Principio di rottura e riparazione nel processo terapeutico
Tale principio è una particolare estensione del principio di regolazione attesa, infatti esso organizza le violazioni delle aspettative e il conseguente sforzo di risolvere le rotture dell’ interazione. A seconda di come, quando e dove si verificano, le rotture possono essere intese in modi differenti: necessarie allo sviluppo dell’interazione; resistenza del paziente; incapacità del paziente di tollerare le frustazioni; incomprensioni da parte del terapeuta; particolari configurazioni di transfert e contro-transfert.

32 Principio dei momenti affettivi intensi nel processo terapeutico
Il momento affettivo intenso rappresenta in forma simbolica la possibilità di una nuova forma di intimità condivisa tra paziente e terapeuta, avviando una graduale trasformazione dello stile autoregolatorio del paziente. Questi momenti vengono costruiti congiuntamente da entrambi; ciò modificherà le aspettative del terapeuta e del paziente sull’ interazione, e nello stesso tempo trasformerà profondamente anche lo stato del paziente, consentendo di ampliare il livello di autoregolazione e modificare i modelli di regolazione interattiva, favorendo il cambiamento terapeutico.

33 Elaborazione implicita ed esplicita
L’ importanza dell’ elaborazione implicita comincia ad essere riconosciuta anche all’ interno della psicoanalisi. L’ elaborazione implicita comincia ad essere rappresentata ben prima della comparsa del linguaggio e continua a operare implicitamente per tutta la vita, agendo al di fuori della consapevolezza, a livello non verbale. La memoria implicita si basa sulla memoria emotiva procedurale, che è inconsapevole. La memoria procedurale riguarda le sequenze d’ azione, le quali influenzano i processi organizzativi che guidano il comportamento. All’ inizio queste sequenze sono intenzionali e solo dopo una ripetuta pratica sono rese automatiche diventando appunto inconsapevoli. Un esempio di elaborazione implicita è la corrispondenza dei ritmi vocali: consente di sapere quando è il proprio turno di parlare, con quale frequenza si alternano i turni, con quanta attenzione ciascuno “coordina” il ritmo vocale dell’ altro. L’ idea che l’ azione terapeutica possa esplicarsi a livello implicito, senza ricorrere a verbalizzazioni, determina un cambiamento importante all’ interno della psicoanalisi.

34 CONCLUSIONI I contributi che le ricerche sui processi interattivi tra madre e bambino hanno portato all’interno dell’orientamento psicoanalitico possono essere così riassunti: Le capacità presimboliche illustrate indicano che il bambino possiede già alla nascita un’eccezionale livello di organizzazione e perciò un’Io rudimentale; Mentre la psicoanalisi sottolinea in che modo il sé e l’oggetto vengono vissuti, la ricerca sull’interazione tra m-b prende in considerazione ciò che fanno i due partner; LA PSICOANALISI NECESSITA OGGI DI UNA TEORIA GENERALE DELL’INTERAZIONE CHE CONSIDERI SIA LA DIMENSIONE INTERATTIVA NON VERBALE CHE QUELLA VERBALE ESPLICITA.


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