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GLI INDIRIZZI DELLISTRUZIONE POST-SECONDARIA NON UNIVERSITARIA Incontro con i Poli formativi regionali Roma, 15 dicembre 2010 SVILUPPO LAZIO.

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1 GLI INDIRIZZI DELLISTRUZIONE POST-SECONDARIA NON UNIVERSITARIA Incontro con i Poli formativi regionali Roma, 15 dicembre 2010 SVILUPPO LAZIO

2 LO SCENARIO Negli ultimi anni sono stati via via formalizzati normativamente diversi modelli di Poli che testimoniano un notevole sforzo rispetto alle sfide economiche emergenti dellinnovazione e della competitività, ma anche laccavallarsi di svariate disposizioni legislative ed un notevole disordine normativo e organizzativo

3 CAMPO DINDAGINE Analisi delle principali configurazioni giuridiche (Poli formativi, Its, Poli Tecnico professionali) con la logica di individuare le criticità, ma anche la potenzialità dei vari modelli e delle loro possibili combinazioni

4 I PRODOTTI ATTESI Per ciascuno degli istituti presi in esame saranno ricostruiti: il contesto storico - normativo; gli assetti organizzativi e di governance; le configurazioni nella Regione Lazio; le possibili prospettive.

5 LISTRUZIONE TECNICA ha per vocazione la formazione di quadri e, in prospettiva, di dirigenti per il mondo della produzione e dei servizi;

6 LISTRUZIONE PROFESSIONALE si concentra sulla filiera che va dalluscita dopo la scuola secondaria di primo grado al sistema delle imprese, risulta funzionale a organizzare recuperi e passaggi tra diversi percorsi formativi, garantendo la possibilità di ridurre le disuguaglianze sociali, nonché di favorire processi reali di mobilità sociale e professionale non solo per i giovani, ma anche per gli adulti e i lavoratori.

7 Alcune tappe del nuovo ordinamento Finanziaria 2007 potenziamento dell'alta formazione professionale e delle misure per la valorizzazione della filiera tecnico-scientifica, riorganizzazione del sistema dell'Istruzione e Formazione Tecnica Superiore,

8 Excursus normativo DPCM 25 gennaio 2008 Recepimento linee guida per la riorganizzazione dell'Istruzione e Formazione Tecnica Superiore OBIETTIVO contribuire alla diffusione della cultura tecnica e scientifica sostenere, in modo sistematico, le misure per lo sviluppo economico e la competitività del sistema produttivo italiano in linea con i parametri europei

9 Excursus normativo DPCM 25 gennaio 2008 TIPOLOGIE DINTERVENTO offerta formativa e programmi di attività realizzati dagli Istituti Tecnici Superiori (ITS), percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS), misure per facilitare lo sviluppo dei poli tecnico- professionali.

10 FINALITÀ DELLA RIORGANIZZAZIONE DPCM 25 gennaio 2008 rendere più stabile e articolata lofferta dei percorsi di specializzazione tecnica superiore a giovani e adulti; rafforzare listruzione tecnica e professionale nellambito della filiera tecnica e scientifica attraverso la costituzione degli istituti tecnici superiori; rafforzare la collaborazione con il territorio, il mondo del lavoro, le sedi della ricerca scientifica e tecnologica, il sistema della formazione professionale nellambito dei poli tecnico-professionali;

11 PASSAGGIO AL NUOVO ORDINAMENTO D.P.R. 15 marzo 2010, n.87 Riconosce gli istituti tecnici e gli istituti professionali come scuole dellinnovazione

12 Excursus normativo Regione Lazio DGR 119 del 6 Marzo 2009 Piano territoriale triennale per lIstruzione e la Formazione Tecnica Superiore Linee guida per la riorganizzazione del sistema di istruzione e formazione tecnica superiore e la costituzione degli Istituti tecnici superiori

13 Regione Lazio DGR 119 del 6 Marzo 2009 FINALITÀ DEL PIANO …. programmare, in maniera integrata, organica, coerente e saldamente collegata alle indicazioni provenienti dal mondo del lavoro a livello territoriale, gli interventi formativi relativi al segmento dellistruzione e formazione superiore.

14 Regione Lazio DGR 119 del 6 Marzo 2009 OBIETTIVI DEL PIANO favorire lincontro tra la domanda di professionalità delle imprese e lofferta di competenze, consolidando e sviluppando unofferta formativa di qualità, attenta ai fabbisogni delle imprese e dei lavoratori; offrire allutenza potenziale una gamma di opportunità formative diversificate a seconda delle aspettative e dei fabbisogni individuali, valorizzando altresì i titoli finali per tutte le tipologie di offerta ricomprese nella programmazione regionale, qualificando in tal modo il sistema dellistruzione e della formazione e rafforzandone il legame con il territorio;

15 Regione Lazio DGR 119 del 6 Marzo 2009 OBIETTIVI DEL PIANO offrire alle imprese la possibilità di partecipare attivamente al processo di definizione dei fabbisogni di professionalità e di formazione, nonché al processo di implementazione dei percorsi formativi, innalzando così la qualità del capitale umano, anche al fine di rafforzare la competitività attraverso la conoscenza; supportare la sperimentazione di metodologie di analisi dei fabbisogni, di formazione e di orientamento, per facilitare linserimento professionale e/o la riqualificazione degli utenti e accrescere la qualità dellofferta di servizi.

16 Regione Lazio DGR 119 del 6 Marzo 2009 OBIETTIVI DEL PIANO favorire lo scambio e lintegrazione tra i risultati della ricerca tecnico-scientifica e la progettazione formativa, nella prospettiva di sostenere la creazione e lo sviluppo di reti tra i soggetti produttori di conoscenza e mondo delle imprese per il trasferimento di competenze e di tecnologie con un più efficace raccordo tra i sistemi dellistruzione, secondaria e universitaria, della formazione e del lavoro nel territorio regionale

17 Il rapporto tra scuola, università, imprese e territorio ha costituito, ove realizzato, un indiscutibile elemento strategico di successo per fronteggiare le sfide economiche emergenti dellinnovazione e della competitività IL MODELLO DELLE RETI

18 Un esempio di modello di lavoro in rete è delineato dal Regolamento per lautonomia delle istituzioni scolastiche (D.P.R. 275/99, art.7), che le prospetta come sedi naturali per promuovere la cooperazione tra scuole e altri soggetti per realizzare la ricerca educativa, lorientamento scolastico e professionale, la formazione del personale IL MODELLO DELLE RETI

19 Appare necessario che le imprese, pur mantenendo le proprie specificità, stringano alleanze e «facciano sistema» anche a livello internazionale, investendo in programmi di sviluppo comuni e avvalorando i propri differenziali competitivi anche attraverso la costruzione di rapporti con le scuole e le università IL MODELLO DELLE RETI

20 Al fine di sostenere nel lungo termine le attività e di potenziare il loro raggio dazione i network di relazioni e di soggetti partecipanti alle reti sono chiamati a consolidare ed estendere progressivamente la propria capacità a recepire stimoli ed esigenze provenienti dal proprio contesto di attività, ma anche a rendersi proattivi nellindividuazione di nuove opportunità e linee guida per lintera filiera di riferimento. Sia il «governo delle relazioni» sia il «governo degli strumenti» dovrebbero conferire alle partnership una continuità che va oltre lambito del singolo progetto … verso nuovi modelli di partnership

21 con il TERRITORIO Listruzione tecnica e professionale non può non essere innervata al territorio in cui opera, aderente alle esigenze produttive della comunità locale e in collegamento con i distretti tecnologici o industriali ivi ubicati. I territori, con le proprie specificità, la ricchezza della loro storia e delle loro tradizioni, il loro tessuto commerciale, artigianale e industriale, vanno interpretati e valorizzati nel loro potenziale formativo e conferiscono valore e significato alla gestione autonoma dei singoli istituti, permettendo loro di costruire unofferta formativa che coniughi il locale col globale, il territorio con la nazione e con il mondo (in particolare con lest europeo e il sud mediterraneo). … per unintegrazione efficace

22 con lUNIVERSITÀ Le prospettive di sviluppo dellistruzione tecnica superiore richiedono la costruzione di una relazione sistemica con luniversità: - per esprimere unalternativa ai percorsi accademici, - potenziare lofferta di percorsi nellalta formazione. Nelle esperienze passate uno dei limiti dei rapporti instaurati con luniversità, è individuabile in una collaborazione per lo più limitata alla partecipazione ai comitati tecnicoscientifici piuttosto che alla gestione delle attività quotidiane e alla progettazione di dettaglio, con la conseguenza che spesso il contributo del sistema universitario è stato considerato più una presenza obbligata che una risorsa vera e propria e un apporto concreto. … per unintegrazione efficace

23 con lIMPRESA Promuovere una risposta adeguata alle esigenze di innovazione delle imprese, coniugando gli aspetti strettamente tecnologici con le componenti economiche, ambientali e sociali La partecipazione delle imprese resta determinante per cogliere i bisogni del mercato e disegnare i profili professionali, fino al dettaglio del set di competenze ad essi collegato. Spesso, in passato, il contributo delle imprese non ha avuto il peso specifico atteso soprattutto nella fase di programmazione e gestione dellattività di formazione, rimasta appannaggio del mondo dell'istruzione o delle agenzie di formazione … per unintegrazione efficace

24 con lIMPRESA Sarà necessario valutare con attenzione il profilo delle imprese da coinvolgere, per evitare che vi partecipino solo le grandi aziende e ne resti fuori tutto il tessuto connettivo territoriale delle medie e piccole imprese, che in molti settori assumono spesso dimensioni di micro-imprese. Tale sistema di micro- imprese, senza dubbio, privilegia la formazione di figure professionali polivalenti, caratterizzate dalla flessibilità necessaria a supportare le diverse competenze richieste per lo svolgimento dell'attività lavorativa. Va inoltre evidenziato come la presenza di imprese e Università nel Partenariato sia fondamentale in quanto volano per linternazionalizzazione dei profili professionali e del settore di riferimento … per unintegrazione efficace

25 con i SOGGETTI ECONOMICI E SOCIALI Riconoscere a tutti i livelli il ruolo delle parti sociali nel definire e realizzare misure di accompagnamento al lavoro, e nellimplementare un'attività di comunicazione alle imprese e all'utenza sulla stabilità/continuità dell'offerta formativa tecnica superiore. Nel passato recente il rapporto con i soggetti economico- sociali si è limitato ad un confronto sulla determinazione degli indirizzi e dei curricoli e non invece alla lettura dei mutamenti del mercato del lavoro che non può che essere il frutto di rilevazioni ed analisi bilaterali. … per unintegrazione efficace

26 evoluzione dellesperienza IFTS; ha contribuito a irrobustire e rendere più concreta la formazione tecnica superiore; ha coinvolto un ampio partenariato formativo: università, enti di ricerca, istituti tecnici e professionali, imprese e enti locali; sta a dimostrare che la formazione tecnica terziaria, post diploma, il partenariato formativo con le imprese e con le università, rientrano in una logica che deve essere maggiormente consolidata. LESPERIENZA DEI POLI FORMATIVI NEL LAZIO

27 ….. si sta consolidando una logica di Polo ampio, che abbraccia tutta la verticalità della filiera e vede come destinatari non solo i neo diplomati, ma anche i laureati ed i disoccupati IPOTESI DI SVILUPPO DEI POLI FORMATIVI

28 In data 10/11/2010 il MIUR ha pubblicato un documento relativo ai 50 ITS costituiti in Italia, di cui i seguenti 7 nel Lazio: 1.Roma 2.Gaeta (LT) 3.Roma 4.Vetralla (VT) 5.Pomezia (RM) 6.Borgo Piave (LT) 7.Viterbo ITS COSTITUITI

29 ITSIN ITINERE ITS IN ITINERE Determinazione n. B5402 del 2 novembre 2010: la Regione ha disposto lo stanziamento di ulteriori fondi per il cofinanziamento di altri ITS da attivare nel territorio regionale; Deliberazione n. 569 del 4 dicembre 2010: la Regione ha individuato nelle Province di Rieti e Frosinone la realizzabilità di altri due ITS.

30 Contribuire, in modo sistematico, a sostenere le misure per lo sviluppo economico e la competitività del sistema produttivo italiano FINALITÀ DEGLI ITS

31 I percorsi realizzati dagli ITS, similmente a quelli programmati nellambito dellIFTS, mirano a: assicurare unofferta rispondente a fabbisogni formativi differenziati secondo criteri di flessibilità e modularità consentire percorsi formativi personalizzati per giovani ed adulti in età lavorativa, con il riconoscimento dei crediti formativi acquisiti favorire la partecipazione anche degli adulti occupati FINALITÀ DEI PERCORSI

32 Gli ITS necessitano di un tessuto sociale, produttivo ed economico di riferimento, della disponibilità di risorse logistiche, strumentali, professionali e finanziarie dedicate; devono essere dotati di organi di governo ben identificati, che possano operare con continuità di azione ed abbiano ruoli e responsabilità chiari e codificati Per questi motivi, gli istituti tecnici superiori devono avere una personalità giuridica che sia espressione di una solida collaborazione tra pubblico e privato (fondazione di partecipazione) LE CONDIZIONI DI CONTESTO

33 Il progetto di riforma del sistema dell'istruzione e della formazione tecnica superiore, nella previsione del MIUR, vede gli istituti tecnici superiori come parte integrante dei Poli tecnico-professionali previsti dallarticolo 13 della Legge n. 40/07 Il processo di revisione e rilancio dellistruzione tecnica e professionale vede nella riorganizzazione della specializzazione tecnica superiore e nella costituzione degli ITS non tanto un approdo, quanto una significativa tappa PROSPETTIVE

34 I POLI TECNICO PROFESSIONALI ….. possibilità di costituire consorzi tra istituti tecnici superiori, istituti tecnici e professionali e strutture formative accreditate dalle Regioni, con gli strumenti dellautonomia scolastica e nellambito delle scelte di programmazione dellofferta formativa di competenza regionale

35 I POLI TECNICO PROFESSIONALI rappresentano il processo di trasformazione che dallesperienza degli IFTS porta ad una configurazione dellIstruzione post-secondaria non universitaria si riferiscono ad ampi settori produttivi hanno sedi stabili sul territorio si costituiscono attraverso un modello organizzativo fondato sulla collaborazione pubblico privato per rispondere alla domanda di tecnici superiori

36 FINALITÀ PTP …. promuovere in modo stabile e organico la diffusione della cultura scientifica e tecnica …. sostenere le misure per la crescita sociale, economica e produttiva del Paese

37 FINALITÀ DEI PERCORSI …. i poli prevedono percorsi anche alternativi a quelli universitari, rappresentando uno sbocco ad alta qualificazione della scuola tecnico- professionale superiore e concorrendo alla sua valorizzazione. Tuttavia, data la continuità di percorso, non viene escluso che nel Polo possano rientrare anche offerte formative proprie della scuola superiore, pur non costituendone, comunque, elemento caratterizzante ( vice ministro Mariangela Bastico )

38 PRIORITÀ POLO TECNICO PROFESSIONALI strutturare unorganizzazione secondo una logica di filiera; realizzare ricognizioni permanenti dei fabbisogni formativi del territorio; agevolare il conseguimento di titoli e qualifiche di differente livello; diffondere la cultura scientifica, tecnica ed economica, linnovazione metodologica ed organizzativa; promuovere e sostenere la ricerca applicata.

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