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CdL in Sociologia Teorie sociologiche classiche e contemporanee

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Presentazione sul tema: "CdL in Sociologia Teorie sociologiche classiche e contemporanee"— Transcript della presentazione:

1 CdL in Sociologia Teorie sociologiche classiche e contemporanee
Prof. Guido Giarelli Dipartimento di Scienze della Salute Università “Magna Græcia” - Catanzaro

2 PROGRAMMA A. PARTE ISTITUZIONALE
1. Le origini della Sociologia in Occidente Il mondo moderno e le origini della Sociologia in Occidente. Rivoluzione industriale e rivoluzioni politiche. Le dottrine della società dell’Illuminismo, del liberalismo e dell’idealismo La dottrina della società del socialismo: dal socialismo utopico a Karl Marx La sociologia positivista ed evoluzionista: Auguste Comte, Herbert Spencer e il darwinismo sociale 2. I classici del pensiero sociologico La sociologia francese: Emile Durkheim e Marcel Mauss La sociologia tedesca: Max Weber, Georg Simmel, Robert Michels La sociologia statunitense: Thorstein Veblen, Robert Park e la Scuola di Chicago La Sociologia italiana: Gaetano Mosca, Vilfredo Pareto, Luigi Sturzo, Antonio Gramsci

3 PROGRAMMA (2) 3. Teorie sociologiche contemporanee B. Seminario
Lo struttural-funzionalismo: Talcott Parsons e Robert Merton La Scuola di Francoforte: la teoria critica della società, Jurgen Habermas Lo Strutturalismo: Michel Foucault L’Interazionismo simbolico: Charles Cooley, George H. Mead, Herbert Blumer La sociologia fenomenologica: Alfred Schutz, Peter Berger e Thomas Luckmann L’Etnometodologia: Harold Garfinkel L’approccio drammaturgico: Erving Goffman Il funzionalismo sistemico: Niklas Luhmann La teoria dell scambio: George Homans L’individualismo metodologico: Raymond Boudon Il dibattito sociologico contemporaneo fra globalizzazione e modernità multiple B. Seminario Origine, sviluppo e prospettive della società civile nel contesto delle società post-industriali: il caso dell’associazionismo di cittadinanza

4 BIBLIOGRAFIA PARTE A Un manuale a scelta fra:
Franco Crespi, Il pensiero sociologico, Il Mulino, Bologna, 2002 Paolo Jedlowski, Il mondo in questione. Introduzione alla storia del pensiero sociologico, Carocci, Roma, 2009 PARTE B Seminario: Giarelli G., Nigris D., Spina E., La sfida dell’auto-mutuo aiuto. Associazionismo di cittadinanza e sistema socio-sanitario, Carocci, Roma, 2012. Tesina (facoltativa) Un autore a scelta (contesto storico-sociale, biografia, opere, teorie e concetti principali)

5 1. LE ORIGINI DELLA SOCIOLOGIA IN OCCIDENTE
1. Il mondo moderno e le origini della Sociologia in Occidente. Rivoluzione industriale e rivoluzioni politiche. 2. La dottrina della società dell’Illuminismo: Montesquieu, Voltaire, Turgot, Condorcet, i fisiocratici e Rousseau 3 La dottrina della società del liberalismo: Hobbes, Locke, Hume, i moralisti scozzesi, l’utilitarismo, Mill e Tocqueville 4. La dottrina della società dell’idealismo: Kant e Hegel

6 Il mondo moderno e le origini della Sociologia in Occidente
La scienza sociale trae origine da una base sociale (R. Collins, Tre tradizioni sociologiche, 1985) Per il sorgere di una scienza del sociale (sociologia) necessarie 2 precondizioni: 1. emergere di una classe d’intellettuali autonoma dai problemi pratici e libera da ortodossia politica e religiosa dominante; 2. emancipazione della società dallo stato, separazione della società dallo stato e sua razionalizzazione, disincanto (Weber)

7 GRANDI CIVILTÀ AGRARIE
Con la creazione dello Stato, si crea anche una classe di letterati-sacerdoti (Egitto, Mesopotamia, Persia, India, Cina, Giappone, civiltà precolombiane) conoscenza del mondo sociale non interesse autonomo ma connessa a interessi pratici (commerci, amministrazione dello stato) o alla legittimazione della classe dominante (religione) necessità pratiche e ortodossia politico-religiosa dominante impediscono il reale sviluppo di un pensiero sociale libero 3 eccezioni storiche: Cina, Grecia classica, Mondo Arabo-Musulmano

8 CONFUCIANESIMO Unica filosofia divenuta religione di stato per oltre 2000 anni in Cina (136 a.C ) Confucio ( a.C.) vive in un periodo di transizione e di smembramento della Cina in diversi stati feudali frenare disgregazione ribadendo i principi del sistema gerarchico-patriarcale degli antichi cinesi: famiglia, società e stato convivono nell’armonia fra ordine sociale e ordine naturale 2 concetti chiave: il rito e la benevolenza (bontà di cuore, virtù)

9 CITTÀ-STATO GRECIA CLASSICA
Società greca composta da gruppi di origine tribale ai margini dei grandi imperi del Medio Oriente (Egitto, Persia) che praticano agricoltura e commerci mantenuto forme di democrazia tribale anche nelle città-stato (agorà) nel V secolo a.C. per la prima volta sorge una comunità intellettuale non subordinata né allo stato né alla religione: scuole intellettuali anche fazioni politiche città-stato (Talete, Pitagora, sofisti, Socrate, Platone) problema di stabilire forma migliore società dovrebbe assumere, non di spiegare la realtà sociale (filosofia normativa della città ideale platonica)

10 ARISTOTELE Uomo per natura un animale politico
studio della politica: come l’uomo si costituisca in Stato attraverso la famiglia, il villaggio e la città (pòlis) primo esempio di analisi empirica comparata costituzioni città-stato greche, non Stato ideale (Platone) 3 tipi di governo: monarchia, aristocrazia, politéia (governo della classe media) 3 forme di degenerazione del potere: tirannide, oligarchia, democrazia schiavi e barbari non sono uomini “per natura” e quindi esclusi dal governo dei liberi cittadini

11 IBN KHALDUN Vive fra il Nord Africa e Siviglia nel XIV sec., quando l’impero Almohade aveva realizzato l’unificazione dell’impero arabo-musulmano ormai scomparso al servizio delle diverse corti dinastiche musulmane apprende l’arte della politica scrive una storia universale (Muqaddima, ) in cui delimita il suo oggetto nei meccanismi dei fenomeni sociali, politici e storici senza speculazioni filosofiche (funzione politica religione) analisi sociologiche differenze fra città e campagna, sedentari e beduini, berberi e arabi

12 DAL MEDIOEVO AL RINASCIMENTO
Anche in Europa, la società feudale non consente la formazione di una classe di intellettuali: dominio della Chiesa (Tommaso D’Aquino, scolastica) dopo il 1000, con la formazione delle prime università (Bologna, Parigi, Oxford) pur ancora di origine religiosa, primo nucleo di comunità intellettuali autonome (teologia, giurisprudenza, medicina e poi filosofia) con Umanesimo e Rinascimento corporazioni universitarie si secolarizzano: avvio delle scienze naturali (Galileo, Copernico, Newton, Bacone, Cartesio, Leibniz) dopo il 1500, contributo della Riforma protestante (primato coscienza e giustificazione per fede) età delle grandi esplorazioni commerciali del globo (globalizzazione, Wallerstein)

13 ’600-’700: I SECOLI DELLE RIVOLUZIONI
Guerre di religione del ‘600 fase di transizione verso l’affermarsi degli stati-nazione con la separazione chiesa/stato 3 diversi modelli del rapporto stato-intellettuali: 1. Germania: dopo Lutero chiesa diviene apparato della burocrazia statale e università assorbite dallo stato: ruolo intellettuali come funzionari dello stato all’origine della tradizione sociologica del conflitto (Collins) 2. Francia: dopo la revoca dell’editto di Nantes (1598/1685) le università restano cattoliche ma lo stato istituisce proprie scuole di alta amministrazione e accademie: élite intellettuale intrecciata al potere politico all’origine della rivoluzione e della tradizione durkheimiana 3. Inghilterra: dopo rivoluzione di Cromwell ( ) la nobiltà mantiene un ruolo sociale e politico e accesso privilegiato a università divenute protestanti: intellettuali figure eclettiche e individualistiche (Malthus, Darwin)

14 TRE GRANDI TRADIZIONI NAZIONALI
Nel ‘700, con la rivoluzione francese e americana e la rivoluzione industriale, maturano le condizioni per il decollo delle scienze sociali per cercare spiegazioni generali del mondo sociale sulla base di 3 grandi tradizioni nazionali: 1. La dottrina della società dell’illuminismo in Francia 2. La dottrina della società del liberalismo in Inghilterra 3. La dottrina della società dell’idealismo in Germania

15 La dottrina della società dell’Illuminismo in Francia
La storia della sociologia comincia con la separazione di società e Stato (F. Jonas, Storia della sociologia, 1968) solo nella modernità occidentale la società diviene un oggetto che sottostà a leggi proprie associato ad una scienza sua propria emancipazione della società dallo Stato presuppone il disincanto di valori e idee e l’autonomizzarsi della sfera dell’azione sociale dall’idea di un ordine determinato dall’esterno (natura, divinità) dottrina della società dell’illuminismo sorge dalla crisi della coscienza europea e dello stato assolutistico dopo Luigi XIV fondamenti nel razionalismo di Descartes (emancipazione dello spirito dalle istituzioni e dalla tradizione) l’Illuminismo non è un movimento di popolo ma di intellettuali colti e potenti a confronto con la nuova pluralità dei mondi: relatività delle istituzioni sociali e statali e mito del “buon selvaggio”

16 MONTESQUIEU Per Comte e Durkheim fondatore della sociologia
l’Esprit des lois (1748) condannato da gesuiti, giansenisti, Sorbona e vietato dal governo primo tentativo di mostrare reciproca connessione fra condizioni esterne di vita (ambiente), istituzioni sociali e valori di una determinata società (cultura) “Le leggi sono i rapporti necessari che derivano dalla natura delle cose”: l’ordine sociale non può essere stabilito dallo stato assoluto né dedotto razionalmente dalla natura umana l’ordine sociale è complesso e multifattoriale: sua comprensione consiste nella conoscenza delle connessioni tipiche in cui in determinate situazioni la società raggiunge l’equilibrio fra fattori esterni ed interni (“spirito delle leggi”) comprensione delle diverse possibilità di ordinamenti sociali non determinati né da natura data né da volontà umana soltanto nelle «Lettere persiane» coniuga razionalismo e relativismo

17 MONTESQUIEU (2) 3 tipi di società primitive (cacciatori, allevatori e selvaggi) 3 tipi di società civilizzate: monarchia, repubblica (aristocrazia/democrazia) e dispotismo simile a tripartizione aristotelica, ma non centrata sullo stato (fattori sociali e materiali) forma migliore di governo non in assoluto ma quella che si accorda meglio con la situazione data (“spirito delle leggi”) critica del dispotismo: segno di decadenza, basato sulla paura ma privo di fondamenti istituzionali e culturali in Asia trovato condizioni favorevoli (estensione territorio, clima malsano, carattere servile popolo, assenza tradizioni ostacolanti) in Europa avversato da spirito libertà, ma può fare appello alle passioni e favorito da semplificazione delle leggi e centralizzazione del potere (critica Illuminismo radicale)

18 MONTESQUIEU (3) entusiasmo di Montesquieu per 2 tipi di repubblica, basati su virtù e uguaglianza ma necessità della dittatura democratica per garantire l’integrazione sociale attraverso il consenso forzato dei cittadini alla virtù (obbligazione ai valori): rischio di trasformarsi in dispotismo (sovranità assoluta comune, ma con diversi presupposti) quindi monarchia forma migliore di governo per la Francia: fondata su ambizione e lotta per il prestigio sociale ed il potere (unica forma di governo temperata) dottrina della divisione dei poteri espressione equilibrio fra ceti sociali: potere esecutivo (re), potere legislativo (nobiltà), potere giudiziario (Terzo Stato) funzione di cooperazione e di controllo reciproco dei 3 poteri per garantire armonia sociale e funzionamento monarchia attualità di M.: concezione dell’integrazione sociale non fondata su dogmi e principi astratti ma su concreta comprensione realtà sociale come realtà oggettiva che pone limiti all’agire umano (oggetto e metodo della sociologia)

19 L’IDEA DI PROGRESSO Una nuova prospettiva per analizzare le azioni sociali: il fine cui esse si orientano indipendentemente da loro effetti sociali (teleologia) filosofia della storia tradizionale fondata o su divina provvidenza (cristiana) o sul fato (antichità): tempo lineare salvezza vs corsi e ricorsi storici (Scienza Nuova di Vico, 1725) l’idea di progresso sociale costante umanità demitizza, laicizza concezione cristiana salvezza aprendo un nuovo orizzonte potenzialmente infinito fondato su ragione e volontà umana Voltaire ( ) capo spirituale Illuminismo e padre moderna filosofia della storia: storia come progresso delle civiltà ma disincanto verso il popolo: progresso opera ceti dominanti con Turgot ( ) l’idea di progresso diviene principio integrale di interpretazione della storia, di un’umanità in progresso costante verso la propria perfezione, nuovo incantamento fondato sulla perfettibilità umana, religione liberale del XVIII sec. legge dei 3 stadi del progresso: teologico, metafisico e positivo, poi ripresa da Comte e Saint-Simon

20 DALL’ENCYCLOPÉDIE AI FISIOCRATICI
L’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert (1751) esprime ancora un atteggiamento conservatore: difesa della proprietà privata e critica dei privilegi nobiltà, programma di sviluppo tecnocratico società (tecnici) idea di progresso civilizzatore in Condorcet ( ) si collega alla speranza di redenzione del Terzo Stato, di rivoluzione sociale che rovesci l’ordine sociale esistente, utopia del regno della libertà crescente percezione della mutabilità delle condizioni sociali non porta più a ricerca equilibrio fra istituzioni sociali (Montesquieu) ma al perseguimento della volontà razionale, all’agire sociale verso un determinato fine (progresso) fede nella ragione e nella potenza della volontà porta al concetto di felicità come nuovo ideale dell’umanità, principio fonte dei doveri umani (influsso del sensismo e del materialismo di Condillac e idee giusnaturalistiche) ordine naturale stabilito da Dio contrapposto a ordine sociale per i fisiocratici (Quesnay) fondamento loro programma economico riformatore (riformulazione laica dottrina scolastica) la società come connessione naturale fondata su leggi fisiche da assecondare, non governare (agricoltura e integrazione economica)

21 ROUSSEAU Idea di un ordine puramente razionale fondato sulla natura e sue determinazioni propria dei fisiocratici trova in Rousseau un sostenitore più radicale punto di partenza disgregazione sociale dell’uomo nella civiltà moderna ed esperienza di sofferenza e alienazione quali conseguenze per l’uomo comune (popolo) appello all’esistenza e al sentimento per uscire dalla miseria e dal destino di sofferenza dell’uomo moderno attraverso il ritorno allo stato di natura, in cui viveva libero e solitario (non “buon selvaggio”) stato di natura non come condizione ideale della società ma come ritorno alla natura, libero eppure soggetto alle sue rigide leggi condizione sociale all’origine alienazione e sofferenza umana compito del contratto sociale è ricostruire questo stato di natura, trasformare i rapporti sociali di domino in rapporti naturali, in una volontà generale che domini sugli uomini come una legge di natura per por termine alla lacerazione dello stato di società completo abbandono del singolo al collettivo, sottomettendosi ad un’unica volontà, quella generale (Stato) infallibile, assoluta e sacra (Durkheim)

22 LE DOTTRINE SOCIALI DEL LIBERALISMO
Il contrattualismo di Hobbes e di Locke Lo scetticismo di Hume I moralisti scozzesi: Ferguson e Smith La svolta conservatrice di Malthus L’utilitarismo di Bentham La sintesi di John Stuart Mill Alexis de Tocqueville

23 THOMAS HOBBES (1588-1679) IL LEVIATANO, 1651

24 THOMAS HOBBES Differenza da Rousseau: stesso problema (disgregazione sociale) e stesso rimedio (completa soggezione individuo a potere onnipotente) ma diversa prospettiva (non superamento della civiltà per ritorno alla natura in una piccola repubblica) Hobbes è un realista, l’esperienza non come pervertimento dello stato di natura ma come verità dell’uomo (i “fatti”) soggezione dell’individuo allo Stato-Leviatano non come ritorno allo stato di natura ma come rottura della natura umana (egoista e particolarista: “l’uomo-lupo” non essere sociale) comportamento umano non guidato dalla ragione, ma dalla lotta per la vita; natura umana non universale ma individuale concezione meccanicista e materialista della natura umana: individuare forze propulsive mondo fenomenico (bisogni) conoscenza della società modellata su quella della natura (Galileo): influenza rivoluzione inglese Cromwell ( )

25 Necessità di creare un ordine artificiale che garantisca la pace che la natura non assicura (che non offre alcun ordine) lo Stato-Leviatano non si fonda su di una natura data, ma sul suo dominio: deve garantire non la libertà dell’uomo, ma la sua sicurezza mediante la sottomissione il contratto sociale non è la realizzazione di un ideale politico (Rousseau), ma la soluzione di un problema pratico la sottomissione allo Stato non viene decisa liberamente dagli uomini, ma viene imposta dalla loro natura lo Stato garantisce la sicurezza della vita e il patrimonio dei singoli, ma non lo emancipa (libertà privata, non pubblica) problema contraddizione teoria dell’obbligazione di Hobbes: se l’uomo allo stato di natura non è un essere morale ma un fascio di bisogni, perché dovrebbe accettare di sentirsi moralmente obbligato verso lo Stato (obbligazione e controllo interiore oltre a costrizione e controllo esterno)? (Parsons)

26 JOHN LOCKE ( ) Crescente sviluppo economia mercantilista offre un nuovo campo d’azione in cui connessioni fra gli uomini si possono sviluppare liberamente senza costrizioni Stato nuovo significato del contratto sociale in Locke: non più basato su obbligazione morale e soggezione, ma sulla libertà del singolo inteso come proprietario e soggetto economico capace di apprendere dall’esperienza e organizzare liberamente connessioni con i suoi simili senza bisogno di costrizioni Essay concerning human understanding (Saggio sull’ intelletto umano, 1690)

27 2 presupposti filosofia sociale di Locke:
l’uomo non ha idee innate: non è predeterminato, ma impara dall’esperienza a orientare socialmente i suoi bisogni non è però del tutto libero nel suo arbitrio, ma limitato dalle istituzioni da lui stesso prodotte che regolano i suoi bisogni Locke è un empirista che considera l’uomo un essere condizionato e imperfetto che deve orientare pensiero e azione sulla base dell’esperienza la libertà del singolo non è illimitata ma regolata dalle istituzioni che non lo opprimono (Hobbes) ma sono parte e prodotto della sua stessa natura (proprietà) critica dell’assolutismo: libertà e uguaglianza come diritti naturali (giusnaturalismo) e diritto di resistenza disuguaglianze materiali di proprietà giustificate con diverse capacità: 2 classi (capitalisti e proprietari terrieri/proletari) per la prima volta l’idea che le società moderne debbano guidare se stesse autonomamente dallo Stato, che deve limitarsi a garantire le istituzioni della società civile

28 DAVID HUME ( ) Scetticismo come posizione intermedia fra Hobbes e Locke: l’uomo non è né un essere naturale né un individuo autonomo, ma un essere sui generis i cui bisogni sono orientati dalle istituzioni nel Trattato sulla natura umana (1739) mostra che il comportamento umano è mosso da interessi e passioni, ma guidato dalle istituzioni in senso sociale non esiste alcun criterio di comportamento innato, ma acquisito mediante l’educazione nella famiglia: centralità dei processi di apprendimento e socializzazione anziché natura data integrazione sociale come ordine istituzionalizzato fondato su convenzioni e tradizioni (convenzionalismo) equilibrio istituzionalizzato delle forze (checks & balances) come limitazione del potere dello Stato

29 I MORALISTI SCOZZESI Società inglese del XVIII un modello di ordinamento costituzionale e di integrazione sociale: filosofia morale scozzese si richiama a scetticismo di Hume contro giusnaturalismo per analisi empirica della società Adam Ferguson ( ): in History of civil society (1767) e Principles of moral and politcal science (1792) primi elementi per uno studio dell’azione sociale a partire dall’esperienza molteplicità forme dell’esistenza umana distingue uomo da altri animali (principio antropologico della duttilità o flessibilità) istinti animali sostituiti da consuetudini culturali sviluppo sociale non determinato da natura umana stabile ma processo circolare per prova ed errore fondato su plasticità non vi è salvezza (cristiana) o destino preordinato (Vico) o sovraordinato (Hobbes), ma neppure speranza di emancipazione totale (Rousseau) 2 principi del conflitto sociale e dell’integrazione sociale non alternativi: istituzioni comportano anche conflitti fra fini dell’azione e interessi (mercato) non una razionalità a priori conflitto come via principale verso il progresso sociale: istituzioni come connessioni fra azioni riuscite, senza alcuna finalità prefissata

30 ADAM SMITH ( ) - Concezione natura egoistica uomo e istinto autoconservazione - critica Favola delle api (1714) di Mandeville perché considera l’ egoismo come immutabile - agire sociale deriva da norme sociali che le orientano: agire sociale sempre un osservato e giudicato dall’esterno (società) - natura umana formata dal rapporto attore sociale-osservatore - Teoria dei sentimenti morali (1759): teoria “spettatore disinteressato” come rappresentante della società che si autoregola, forza passioni e interessi diviene sociale (mercato) - integrazione sociale mediante il consenso ed esperienze umane - teoria “mano invisibile” come ordine autoprodotto ex-post

31 THOMAS MALTHUS ( ) Svolta conservatrice della dottrina liberale della società (industriale): apologia dei valori e delle istituzioni esistenti An essay on principles of population (1798) difesa contro teorie ugualitarie Rivoluzione francese: tutte società umane minacciate da sovrappopolazione perché popolazione aumenta in proporzione geometrica, mentre risorse in progressione aritmetica nei Principles of Political Economy (1820) spiegazione economica e non più biologica dei problemi sociali: disuguaglianze di proprietà produce domanda insufficiente problema sovrapproduzione causato da classi povere che non consumano

32 JEREMY BENTHAM ( ) Fondatore del radicalismo liberale all’origine della rivoluzione americana criterio dell’utilità come principio fondamentale dell’azione umana (minimizza il dolore e massimizza il piacere) misurabile in base a intensità, durata, ecc. offre possibilità criterio empiricamente fondato (modello della fisica) “massima felicità per il maggior numero possibile” affidarsi al libero gioco dell’agire individuale, lo Stato sola funzioni di garantire condizioni di libertà e di sicurezza di tale gioco An introduction to the principles of morals and legislation (1789): teoria utilitarismo fondata su sensismo ed edonismo

33 JOHN STUART MILL ( ) Critica del modello meccanicista dell’utilitarismo di Bentham (schematismo) La natura umana non può essere ricondotta ad un unico denominatore: superamento qualitativo della logica utilitarista vero forme più complesse di “altruismo etico-sociale” (Utilitarianism, 1863) Saggio sulla libertà (1859): riconoscimento carattere ambivalente fenomeni sociali e identità interesse individuale/collettivo non scontata, principio laissez faire limitato, necessità intervento statale concezione non deterministica della società come insieme dinamico di fattori eterogenei problema principale della democrazia è il dispotismo della maggioranza

34 ALEXIS DE TOCQUEVILLE (1805-1859)
- Riprende e sviluppa ricerca di Montesquieu sullo “spirito delle leggi” dal viaggio negli Usa nel 1831 a Della democrazia in America (1835) - evidenzia presenza ambivalenza fra ideali egualitari rivoluzionari e difesa valori individualismo da rischi uniformità e dispotismo maggioranza - presenza nelle società democratiche di 2 tendenze contrapposte: accentramento del potere vs decentramento istituzioni correttivi: non arbitrarietà dei poteri, decentramento locale (federalismo), forte presenza corpi intermedi (associazioni), libertà di opinione ed educazione civica carattere ambivalente dei processi sociali evidenziato anche nell’analisi delle contraddizioni della Rivoluzione francese (1856)

35 LA DOTTRINA DELLA SOCIETÀ DELL’IDEALISMO TEDESCO
Situazione in Germani fine ‘700 molto diversa da quella della Francia e dell’Inghilterra: ancora divisa in piccoli stati feudali e industrializzazione arretrata intellettuali guardano con ammirazione alla rivoluzione francese come un modello di riferimento con l’idealismo tedesco la dottrina della società compie un salto di qualità teorica: Kant e Hegel considerano le contraddizioni come inerenti la natura stessa della società, la realtà intrinseca sia della conoscenza che dell’azione umana se Ferguson aveva già riconosciuto che l’idea di progresso si realizza nei conflitti, essi divengono il tema centrale dell’idealismo, che considera la storia e l’agire umano come un continuo scontro di contraddizioni la cui forza motrice è l’idea, in un constante superamento delle antinomie

36 IMMANUEL KANT ( ) - Punto di partenza la contraddizione inerente l’esistenza dell’uomo come essere razionale in condizioni di finitezza (Congettura sull’inizio della storia umana, 1786) - l’uomo non è né un fascio di bisogni né un essere solo razionale, ma entrambe le cose - non esiste alcuna soluzione della intrinseca contraddizione dell’esistenza umana, né nella direzione dell’empirismo (esperienza) né in quella del razionalismo (ragione) la condizione umana come unità che si afferma oltre la contraddizione resta un problema insolubile differenza decisiva fra uomo e animali la separazione fra istinto e ragione che pone l’uomo “quasi sull’orlo dell’abisso”: la ragione strappa l’uomo alla sicurezza della natura ma non lo conduce in nessun regno razionale, lasciandolo nella contraddizione della libertà dalla natura e da se stesso

37 L’unirsi in società non porta mai alla totale emancipazione umana: società significa “insocievole socievolezza” una nuova interpretazione del contratto sociale come ideale fondato sull’idea di diritto: lo Stato è il curatore del diritto, è l’unione degli uomini sotto le leggi del diritto associazione in società e soggezione a un’autorità non sono separabili: la dove esiste società deve esserci anche un’autorità cui gli uomini debbono piegarsi il diritto non è una costrizione che si applica all’uomo dall’esterno, ma un’istituzione che appartiene alla sua libertà nello Stato di diritto la libertà viene garantita come caratteristica essenziale dell’esistenza umana in una società emancipata, le norme ed i valori sociali debbono avere carattere formale: non prescrivono al singolo cosa deve/non deve fare, ma si limitano a prescrivere massime generali di orientamento individuale

38 GEORG WILHELM FRIEDRICH HEGEL(1770-1831)
- tensione fra ideale e reale, ragione e realtà, soggetto-oggetto problema centrale - filosofia negativa, antipositivistica: compito della ragione trasformare continuamente il reale, negandolo in quanto altro da sé per renderlo razionale (processo dialettico) - mondo dell’oggetto si oppone come realtà estranea al pensiero (tesi), che in esso si oggettiva trasformandolo (antitesi) per poi riconoscersi in esso (sintesi) (Fenomenologia dello spirito, 1806) “Ciò che è reale è razionale”: l’oggetto esiste solo in rapporto dialettico con il soggetto, è sempre una realtà storica riconducibile ad esso alienazione come estraneazione del soggetto da sé nell’oggetto nel momento in cui lo trasforma: lo spirito crea il mondo dell’oggettività alienandosi in esso e poi ricongiungendovisi

39 Hegel preannuncia l’alienazione come categoria critica sociologica (Marx, Scuola di Francoforte)
contrapposizione con presupposto positivismo realtà umana e sociale come natura data: realtà come creazione storica stesso mondo naturale conoscibile solo storicamente attraverso la particolare interpretazione di ogni epoca: ogni conoscenza è mediata storicamente, socialmente e culturalmente (contrapposizione conoscenza mediata/immediata falsa) idealismo considera il pensiero in relazione dialettica con il suo contesto storico-sociale: la teoria si sviluppa in rapporto dialettico con problemi pratici, in una prassi (Marx) ma nella dialettica hegeliana ogni realtà è spiegata ed esaurita nel processo attraverso cui lo spirito si manifesta e realizza se stesso: ogni particolare concreto è reale solo in quanto parte del processo totale, astratto, universale di realizzazione dello Spirito

40 Secondo Hegel la società civile non si autoregola, in quanto regno del particolare, ma deve essere regolata dallo Stato: solo in esso e nel diritto si realizza la libertà universale, che è libertà dei singoli all’interno delle istituzioni nei Lineamenti di filosofia del diritto (1821) l’impulso critico della filosofia negativa si tramuta nella consacrazione dell’esistente in quanto momento essenziale del processo dialettico, del manifestarsi della ragione nella storia La filosofia della storia di Hegel individua 3 fasi nell’attuarsi della ragione e della libertà nella storia dell’umanità: mondo orientale: dispotismo come libertà di un solo mondo greco-romano: aristocrazia come libertà di pochi mondo germanico: libertà come realizzazione completa, razionale, di tutti nelle istituzioni sociali (Stato prussiano) sviluppi opposti del pensiero di Hegel nei suoi eredi: aspetti apologetici nei confronti dell’ordine costituito (destra hegeliana) oppure critico-negativi (sinistra hegeliana)

41 ILLUMINISMO LIBERALISMO IDEALISMO


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