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Corso di laurea Scienze della Formazione Primaria Fondamenti e Didattica della Geografia – 9 CFU Prof.ssa Maria Luisa Ronconi Immacolata Alfieri Matr.

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Presentazione sul tema: "Corso di laurea Scienze della Formazione Primaria Fondamenti e Didattica della Geografia – 9 CFU Prof.ssa Maria Luisa Ronconi Immacolata Alfieri Matr."— Transcript della presentazione:

1 Corso di laurea Scienze della Formazione Primaria Fondamenti e Didattica della Geografia – 9 CFU Prof.ssa Maria Luisa Ronconi Immacolata Alfieri Matr. 159471

2 UDA : I vulcani

3 OBIETTIVI GENERALI “La presenza della geografia nel curricolo contribuisce a fornire gli strumenti per formare persone autonome e critiche, che siano in grado di assumere decisioni responsabili nella gestione del territorio e nella tutela dell’ambiente, con un consapevole sguardo al futuro” [ Indicazioni nazionali per il curriculo 2012] Tra i “traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria”che il bambino deve conseguire, quelli che più da vicino ci riguardano sono: -Il riconoscimento dei principali “oggetti” geografici fisici( fiumi, monti, pianure,coste, colline, laghi, mari, oceani); -L’individuazione dei caratteri che connotano i paesaggi (di montagna,collina,pianura,vulcanici,ecc.), con particolare attenzione a quelli italiani (…). Fra gli obiettivi di apprendimento da conseguire al termine della classe terza della scuola primaria, tale unità di apprendimento contribuisce a sviluppare: Paesaggio: -Conoscere il territorio circostante attraverso l’approccio percettivo e l’osservazione diretta. -Individuare e descrivere gli elementi fisici e antropici che caratterizzano i paesaggi dell’ambiente di vita della propria regione.

4 OBIETTIVI SPECIFICI (tenendo presente che la classe, per la quale è stata pensata e progettata tale Uda, è una terza elementare): -Conoscere e comprendere che cosa sono i vulcani; -Individuare e descrivere gli elementi che li costituiscono e come funzionano; -Saperli collocare nell’ambiente fisico circostante; -Ricercare e verificarne l’esistenza e l’attività innanzitutto nella propria regione, e poi nelle altre regioni italiane; -Riconoscere e indagare il legame fra l’uomo e le attività dei vulcani attraverso il ricorso alla mitologia e alle fiabe.

5 Competenze disciplinari: comprendere il rapporto uomo - ambiente, ma soprattutto iniziare a percepire il ruolo attivo e preponderante delle attività umane, con le modifiche e i danni che possono apportare all’ambiente naturale in cui vivono; uso di mappe e strumenti cartografici; riconoscere e collocare nello spazio elementi fisici, naturali e paesaggistici (con le dovute indicazioni guida e suggerimenti ragionati);

6 OSA: Capacita’/ Abilita ’ analizzare e problematizzare: essere in grado di riconoscere gli elementi essenziali dell’argomento oggetto di studio, isolandoli e valutandoli singolarmente; ricercare informazioni geografiche: questa abilità, paradossalmente indicata nei precedenti programmi del 1985 per la scuola primaria, in quelli del 2004 è stata ridotta alla semplice capacità di leggere, comprendere e utilizzare e informazioni geografiche possedute per l’analisi di un problema, di un fenomeno o un territorio. E’, invece, importante che il bambino sia parte attiva nella ricerca delle informazioni, collabori con l’insegnante e con i compagni nella selezione del materiale per sviluppare una, pur minima e ancora semplice, capacità di critica e di analisi; Comunicare e collegare: stabilire relazioni, saper collocare nel tempo e nello spazio; Descrizione linguistica: dopo aver compreso e appreso le caratteristiche e le peculiarità dell’argomento oggetto della lezione (in questo caso, ad esempio, cosa è un vulcano, come si compone, come funziona, ecc…), il bambino deve essere guidato in semplici e brevi descrizioni per cominciare ad acquisire dimestichezza con la terminologia geografica;

7 TEMPI Sui tempi non è semplice dare delle indicazioni, seppur in linea generale, dal momento che le più recenti e quotate teorie sull’apprendimento mettono costantemente in evidenza l’importanza di assecondare apprendimenti individualizzati e personalizzati, in quanto ogni bambino deve essere lasciato libero di apprendere nel rispetto del proprio tempo, delle proprie strategie e metodologie. Tuttavia, considerando anche il peso che le ore di geografia hanno nella calendarizzazione settimanale delle lezioni nella scuola primaria, sarebbe opportuno soffermarsi su uno specifico argomento per 3 o 4 lezioni circa, che alternino teoria e pratica, così da dare alla classe il tempo di comprendere e assimilare l’argomento sottoposto, per poi rielaborarlo lavorandoci sopra attivamente. Per quanto riguarda nello specifico il vulcano, le lezioni potrebbero essere così suddivise: I.Presentazione dell’argomento, fornendo semplici e comprensibili indicazioni su cosa è un vulcano, come si compone e come funziona; II.Discussione partecipata della classe sulla ripresa dei contenuti oggetto della lezione precedente; somministrazione e analisi di materiale iconografico di vario tipo, affinché i bambini abbiano contezza di cosa si sta parlando; III.Creazione e suggerimento di collegamenti e connessioni fra l’elemento naturale del vulcano e l’uomo. Ausilio della mitologia (il mito di Efesto) e conversazione con la classe sulle impressioni suscitate dal racconto; IV.Ripresa del mito e attività pratiche della classe ad esso collegate.

8 STRUMENTI Multidisciplinarietà: italiano – storia – geografia – arte e immagine. Il mondo fantastico è molto vicino alla mente e al cuore del bambino. Per quanto l’approccio alla geografia attraverso il mito possa sembrare azzardato in questa fascia di età per il bambino, è al contrario positivo per trarre molti spunti utili alla spiegazione razionale e scientifica di vari fenomeni geografici. Lo spazio, nelle fiabe, è uno spazio non reale, anche se spesso contiene elementi che costituiscono “archetipi” della realtà, per cui è utile in riferimento allo spazio reale. Ecco perché il racconto mitico e fiabesco diventa propedeutico al racconto geo-cartografico, favorisce l’organizzazione e l’esplorazione dello spazio conosciuto, nonché la scoperta del mondo, accendendo la curiosità dei piccoli e tenendone desta l’attenzione. Strumenti letterari-linguistici: consentono di reperire facilmente informazioni e materiali da sottoporre ai bambini, relativamente sia alla presentazione del vulcano come elemento fisico e naturale, sia alla mitologia, attraverso racconti e aneddoti, che fungano da sostegno alle attività connesse alla presentazione dell’argomento. Consigliato l’utilizzo di libri (testi specifici, enciclopedie, dizionari mitologici, stralci di giornali e riviste,ecc…); Strumenti cartografici: i bambini, in terza elementare, dovrebbero avere già acquisito la nozione di spazio, per cui le carte si rivelano utili per comunicare loro efficacemente conoscenze spaziali. Ovviamente si parla, in questa fase, solo di carte geografiche, che facilitino al bambino la visualizzazione spaziale e la collocazione del vulcano su un territorio fisico. Strumenti iconici: poiché siamo davanti ad un argomento (il vulcano) che non consente l’osservazione diretta, si richiede l’ausilio e il sostegno di strumenti iconici che favoriscano l’apprendimento per immagini dei bambini, attraverso foto, video, riprese, dipinti, disegni e qualsiasi altro genere di rappresentazione iconica possa ritenersi utile e vantaggioso.

9 TECNICHE / METODI Obiettivo primario, nella scelta di tecniche e metodi, è quello di scegliere e utilizzare materiali per esaminare ed elaborare le informazioni e i materiali disponibili, per poi riflettere e ragionare su di essi (SAPER FARE). Fondamentale è, in secondo luogo, l’osservazione, capacità che si deve far acquisire ai bambini gradualmente, iniziando dagli spazi in cui si articola la loro quotidianità e continuando, progressivamente, con quelli più vicini prima e più lontani successivamente. Solo così, i bambini possono apprendere com’è costituito il loro ambiente di riferimento e, soprattutto, possono imparare a riconoscere e distinguere gli elementi naturali, fisici e antropici che caratterizzano la realtà circostante. Con i vulcani, purtroppo, l’osservazione diretta è scarsamente utilizzabile. Pertanto, si deve puntare soprattutto a quella indiretta, utilizzando, immagini, foto, filmati, col supporto del web e di file multimediali audio e video. Terzo elemento, ma non per ordine di importanza, è il cooperative learning, al fine di favorire la costante e attiva partecipazione dei bambini all’interno del gruppo classe, alla lezione e a tutte le attività ad essa connesse, così da suscitare interesse e curiosità, ma soprattutto da stimolare e favorire le capacità intuitive ed inventive dei bambini. Essi devono imparare ad ascoltare e rispettare il punto di vista dei compagni e le loro proposte, idee e iniziative in un principio di collaborazione e condivisione. Infine, il brainstorming, per incentivare la creatività del gruppo, in un clima rilassato e piacevole;.

10 Vladimir Propp, tra le 31 funzioni individuate nelle fiabe di magia, ne segnala una (la numero 15) che fa riferimento al “trasferimento dell’eroe nello spazio”. Infatti, nelle fiabe di magia, l’eroe viene portato nel luogo dove si trova l’oggetto della sua ricerca e, per effetto di questo spostamento, si introducono una serie di spunti per l’orientamento e la geograficità, oltre che per gli elementi naturali e artificiali del paesaggio. Lo spazio delle fiabe è uno spazio non reale, anche se spesso contiene elementi che costituiscono degli archetipi della realtà. Ecco perché si presta bene a fare da ponte, da medium, tra lo spazio immaginario e simbolico (del mito e delle fiabe), che è quello con il quale il bambino, nella fascia di età considerata ha più familiarità, e lo spazio oggettivo e geografico. Si può, pertanto, pensare di utilizzare il racconto mitico e fiabesco come propedeutico al racconto geo-cartografico, incrementando l’interesse e le curiosità dei bambini. TECNICHE / METODI

11 I vulcani, in modo particolare, che possono essere senza dubbio considerati una delle manifestazioni naturali, e terribili allo stesso tempo, del nostro pianeta, attraggono molto l’attenzione dei bambini, quasi al pari dell’interesse suscitato in essi dai dinosauri. Partendo da alcune domande-stimolo [ Es: Cosa sono i vulcani secondo voi? Chi accenderebbe il fuoco nel vulcano?], si testino innanzitutto le conoscenze preliminari possedute dagli alunni in merito all’argomento in oggetto, e poi si proceda all’analisi e alla somministrazione dei seguenti contenuti: 1.Cosa sono i vulcani? 2.Come sono composti? 3.Dove e perché si formano? 4.Come si inseriscono nell’ambiente? 5.Alcuni fra i più importanti e conosciuti vulcani italiani. 6.Che rapporto l’uomo ha con i vulcani? Fare riferimento ai danni, a volte molto gravi, che il vulcano, con la sua attività, può provocare ai passaggi naturali e/o antropici (Es: eruzione del Vesuvio che ha distrutto Ercolano e Pompei!). CONTENUT I

12 1.Cosa sono i vulcani? Sono spaccature della crosta terrestre, da cui fuoriescono materiali allo stato solido, liquido e gassoso. Questi materiali fuoriescono perché una serie di movimenti, di diversa forza, avvengono sotto la superficie terrestre: quando una zolla di terra di scontra con un’altra zolla crea il magma, che spinge per salire in superficie.

13 2.Come sono composti? Un vulcano è composto da: -un serbatoio magmatico: una cavità della crosta terrestre in cui si raccoglie il magma; -un condotto principale: il canale più grande dal quale il magma risale in superficie; -dei corridori laterali: canali più piccoli, sulle pareti laterali del vulcano, da cui il magma risalire in superficie; -il cratere principale: l’apertura più grande, sulla cima del vulcano; - il cratere avventizio: una delle varie aperture laterali, più piccole, sui fianchi del vulcano, da cui fuoriesce la lava; - l’edificio: l’intera struttura del vulcano.

14 3. Dove e perché si formano? Milioni e milioni d’anni fa la Terra era costituita da un materiale roccioso fluido e incandescente, il cosiddetto magma. Durante le ere, questo materiale, a poco a poco, si è andato raffreddando e solidificando, formando così la crosta terrestre come noi la conosciamo. La nostra Terra, però, non è poi così fredda come ci appare. Infatti, al suo interno, vi sono delle spaccature, dove si trova il magma a elevata temperatura. Un vulcano si forma là dove il magma, dopo avere attraversato la crosta terrestre, raggiunge la superficie.

15 4. Come si inseriscono nell’ambiente? Per la loro struttura esterna, i vulcani si suddividono in: Vulcani a cono → caratterizzati da pendii molto ripidi, perché la lava, essendo particolarmente viscosa e acida, tende a solidificarsi in breve tempo senza riuscire a raggiungere le pendici del vulcano. Sono vulcani a cono, ad esempio, il Vesuvio o l’ Etna; Vulcani a scudo→ caratterizzati da un tipo di lava molto fluida, che solidifica lentamente e quindi, scorrendo per molto tempo, arriva a ricoprire una vasta superficie. Sono i più diffusi sulla Terra. E’ un vulcano a cono, ad esempio, il Mauna Loa, nelle isole Hawaii

16 6.Alcuni fra i più importanti e conosciuti vulcani attivi in Italia. Sul territorio italiano, esistono circa 10 vulcani attivi, ovvero che hanno mostrato la loro attività negli ultimi centomila anni: Colli Albani; Campi Flegrei; Vesuvio; Ischia; Stromboli; Lipari; Vulcano; Etna; Pantelleria; Isola Ferdinandea. Solo lo Stromboli (Isole Eolie) e l’Etna (provincia di Catania) sono in attività persistente, ovvero danno eruzioni continue, o comunque separate da brevi intervalli di tempo. Vulcani silenti, ma non per questo meno pericolosi, sono il Vesuvio (Napoli) e l’area dei Campi Flegrei.

17 5.Che rapporto ha l’uomo con i vulcani? “L’Italia è un esempio della convivenza fra uomini e vulcani che, attraverso i secoli, ha portato allo sviluppo di una civiltà che oggi però deve confrontarsi con la crescente esposizione al rischio […] ” SANDRO DE VITA – Vulcanologo dell’Osservatorio Vesuviano Le eruzioni vulcaniche hanno influito sui cambiamenti climatici, ambientali e sociali. A volte, eruzioni improvvise ed inaspettate, di estrema forza e violenza, hanno provocato danni gravissimi e molti morti, come accade nella famosa eruzione del Vesuvio, nel 79 d.C., che seppellì le intere città di Pompei ed Ercolano. Il rapporto fra l’uomo e i vulcani rimane, comunque, conflittuale perché, nonostante la loro pericolosità, l’uomo ha sempre cercato e costruito insediamenti vicino ai vulcani, per la maggiore fertilità del suolo e per la presenza di una maggiore quantità di minerali e rocce utili come materiali da costruzione.

18 Le vicende di Efesto, dio del fuoco. Efesto, figlio di Zeus, padre degli dei, e di Era, nacque così brutto che sua madre, inorridita, lo scaraventò giù dall’Olimpo, una montagna della Grecia con la cima sempre avvolta dalle nuvole, su cui i greci immaginavano ci fosse la casa di tutti gli dei. Il povero Efesto cadde in mare e fu allevato dalle ninfe marine in un’isola greca, Lemno, su cui c’erano tanti vulcani da cui usciva il fuoco. Efesto, da bambino, rimaneva incantato a guardare il colore della fiamma; una volta cresciuto, imparò subito a fare il fabbro: fondeva il metallo sul fuoco e poi lo batteva col martello per costruire spade, scudi e bellissimi ornamenti per tutti gli dei. Al’interno del vulcano Etna, che si trova sull’isola della Sicilia, Efesto si costruì una grande officina. Poiché c’era molto lavoro da fare, aveva bisogno di aiutanti; chiamò i Ciclopi, giganti che avevano un solo occhio in mezzo alla fronte. Efesto però era zoppo e pensava che questo suo problema fosse colpa di sua madre che lo aveva buttato giù dall’Olimpo. Allora volle vendicarsi. Costruì un bellissimo trono, tutto d’oro, e lo regalò alla madre. Appena Era si mise seduta sul trono però, rimase imprigionata da tanti fili invisibili che la avvolsero, così che non poteva più alzarsi. Prima di liberarla dall’incantesimo, Efesto si fece promettere dal padre Zeus che avrebbe riavuto il posto che gli spettava fra gli dei dell’Olimpo. Ma, dopo poco tempo, Efesto si rese conto che l’Olimpo non faceva per lui e se ne tornò alla sua officina, nel vulcano Etna. Sapete quale è il nome che gli antichi romani hanno dato al dio Efesto?Lo hanno chiamato…Vulcano!

19 CONTENUTI Perché i personaggi e le situazioni mitologiche e favolistiche presentano molteplici e diversificati spunti per una serie di attività mirate all’introduzione e al consolidamento di certi concetti topologici e geografici, di indicatori fisici, ecc… ; Perché il mondo delle fiabe e del mito è molto più vicino alla mente e al cuore dei bambini nella fascia d’età considerata; Perché il mito spesso è una primordiale spiegazione (non razionale) del mondo e dei suoi fenomeni (De Vecchis), e i personaggi eroici e fantastici che li animano sono, in vario modo, legati alla manifestazione di molti elementi della natura. Perché si possono utilizzare il racconto fantastico e il mito per favorire l’apprendimento della geografia?

20 ATTIVITA’ - Lavorare per PAROLE-CHIAVE : OLIMPO → Chiedere ai bambini di disegnare la montagna con la cima avvolta nelle nuvole (dopo aver mostrato ai bambini varie immagini di mitologia e testi adattati per ragazzi). Chiedere poi ad ognuno di ipotizzare il perché gli antichi greci avessero immaginato la casa degli dei proprio in quella forma e il perché avessero scelto proprio un monte. [se i bambini sono particolarmente attenti e interessati, si può scegliere di presentare loro qualche altra divinità, sempre collegata agli elementi naturali e paesaggistici. Ad esempio, Nettuno, dio del mare, o Eolo, dio del vento, ecc…]; VULCANO/→ Spiegare ai bambini che il vulcano è una insenatura che si crea nella superficie della terra quando il materiale infuocato, che sta al centro, spinge un po’ troppo e cerca una strada per uscire fuori;infatti, dalla spaccatura, questo materiale incandescente, rosso come il fuoco (LAVA), esce e si raffredda tutto intorno all’apertura (CRATERE), formando un monte vulcanico che diventa sempre più alto, ogni volta che il vulcano erutta. Dal vulcano fuoriescono anche nubi di gas e pezzetti di lava simili a sassolini infuocati (LAPILLI). CHIEDERE AI BAMBINI DI DISEGNARE L’OLIMPO (MONTE AVVOLTO FRA LE NUVOLE)E IL VULCANO (MONTE CON LA LAVA) E POI METTERLI A CONFRONTO. ETNA/ISOLA DI SICILIA→ Spiegare ai bambini che l’Etna è il più grande vulcano italiano e mostrarlo attraverso delle immagini e su una cartina geografica fisica dell’Italia. Chiedere ai bambini di riconoscere la Sicilia, aiutandoli con suggerimenti del tipo:”…è un pezzo di terra tutto circondato dal mare”, così da introdurre il concetto di isola; “…ha la forma di un triangolo…”. I bambini possono così iniziare a familiarizzare con la carta geografica, nelle sue forme e colori.

21 ATTIVITA’  schede didattiche (a completamento);  produzioni di elaborati personali;  disegni e rappresentazioni grafiche (ES: Chiedere ai bambini di disegnare l’Olimpo (montagna con la cima avvolta dalle nuvole) e un vulcano (montagna con la lava e il fumo in cima), facendo gli opportuni confronti per sviluppare la capacità di osservazione e di critica);  giochi- esperimenti (vedi slide successiva).

22 ATTIVITA’ Cosa serve? -un quadrato di cartone; - -pasta per modellare ; - -pennello; - -tempere di colore grigio, nero e rosso; - -un bicchierino di plastica da caffè; - -bicarbonato; - -succo di limone; - -cucchiaino. 1.Usare il quadrato di cartone come base e modellare la pasta dandole la forma di una montagna alta circa 15 cm. Al centro modellare il cratere premendo sulla pasta il bicchierino da caffè. 2.Lasciare asciugare per un po’ di tempo (circa un’oretta). Dipingere il vulcano di grigio e di nero aggiungendo un po’ di colore rosso per le colate di lava. 3.Quando il colore si sarà asciugato (potete metterlo sul balcone, sarà più rapido) aggiungere all’interno del cratere il bicchierino da caffè. 4.Versare nel bicchiere un cucchiaio di bicarbonato e mescolarlo con la tempera rossa, poi aggiungere il succo di limone nel bicchiere… Ed ecco un’eruzione in miniatura ! Costruiamo un vulcano…in eruzione!

23 VERIFICHE VERIFICA INIZIALE: sottoporre ai bambini domande-stimolo per testare le conoscenze preliminari possedute sull’argomento [Es: Cosa sono i vulcani secondo voi? Chi accenderebbe il fuoco nel vulcano?], così da calibrare le lezioni in base alla situazione emersa dalla verifica iniziale per portare tutta la classe a padroneggiare gli stessi contenuti; VERIFICA INTERMEDIA: Quesiti a risposta aperta, dove i bambini hanno la possibilità di esprimersi con la massima libertà; disegni e produzioni grafiche; VERIFICA FINALE: verifica/discussione orale; attività laboratoriali di gruppo e individuali.

24 VALUTAZIONE VALUTAZIONE INIZIALE: verifica dei prerequisiti e delle conoscenze iniziali possedute dai bambini sull’argomento; VALUTAZIONE IN ITINERE: verificare che la classe abbia recepito e incamerato i contenuti previsti dai sei punti da trattare,precedentemente menzionati attraverso discussioni e interrogazioni orali, individuali e collettive, e attraverso la somministrazione di schede didattiche e attività pratico-manuali; VALUTAZIONE FINALE:verifica dei livelli di padronanza, abilità operative e conoscenze conseguite. Verifica raggiungimento e maturazione della/e competenza/e prefissate.

25 VALUTAZIONE DELL’ATTIVITA’ Tenendo conto degli Indicatori di Valutazione, alla fine di questa unità di apprendimento la classe sarà in grado di riconoscere, nell’ambiente circostante e sul territorio in generale, gli elementi che lo costituiscono, in modo particolare i vulcani in questo specifico caso, per comprendere al meglio l’interazione fra l’ambiente e l’uomo e orientare i propri comportamenti in vista di uno stile di vita improntato alla cooperazione e al rispetto della natura e dello stesso ambiente, per trarne vantaggi e benefici. Tutto questo sarà possibile se l’insegnante sarà in grado di fornire informazioni e contenuti esaustivi e dettagliati, dati precisi e verificabili, attraverso un’espressione chiara e coerente,e l’utilizzo di un linguaggio espressivo adeguato e di connettivi geografici pertinenti.


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