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Lavoro e relazioni industriali Il rapporto tra impresa e lavoro riguarda: – l’occupazione – il salario – l’organizzazione (comprese le relazioni industriali)

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Presentazione sul tema: "Lavoro e relazioni industriali Il rapporto tra impresa e lavoro riguarda: – l’occupazione – il salario – l’organizzazione (comprese le relazioni industriali)"— Transcript della presentazione:

1 Lavoro e relazioni industriali Il rapporto tra impresa e lavoro riguarda: – l’occupazione – il salario – l’organizzazione (comprese le relazioni industriali) storia dell'impresa 2015-161

2 Il lavoro: alcune definizioni Mercato del lavoro Un sistema di strumenti istituzionali e di infrastrutture che consentono ad acquirenti (imprese) e venditori (lavoratori) di entrare in contatto al fine di realizzare scambi Domanda di lavoro La quantità di lavoro che le imprese sono disposte ad acquistare per vari livelli di salario Offerta di lavoro La quantità di lavoro che i lavoratori sono disposti a vendere per vari livelli di salario Salario di equilibrio Salario al quale quantità di lavoro domandata dalle imprese è uguale alla quantità offerta dai lavoratori storia dell'impresa 2015-162

3 Domanda e offerta di lavoro storia dell'impresa 2015-163 20406080100120 1,0 2,0 3,0 140 2,5 1,5 3,5 0,5 DomandaOfferta Lavoro [ore, numero lavoratori] salario Eccesso di offerta Eccesso di domanda

4 Lavoro, salari e sviluppo economico Tutte le interpretazioni sulla crescita economica dell’Italia nel lungo periodo concordano sul ruolo prioritario svolto dal fattore produttivo lavoro (non specializzato) fino agli anni Cinquanta: – I bassi salari permettono l’accumulazione delle risorse necessarie alla nascita (età giolittiana) e allo sviluppo (golden age) dell’industria – L’abbondante offerta di lavoro (che determina bassi salari) permette di sfruttare i vantaggi comparati e beneficiare di economie di scala nei settori esportatori storia dell'impresa 2015-164

5 Lavoro, salari e sviluppo economico Tutte le interpretazioni sulla crescita economica dell’Italia nel lungo periodo concordano sul ruolo prioritario svolto dal fattore produttivo lavoro (non specializzato) fino agli anni Cinquanta : – I bassi salari permettono l’accumulazione delle risorse necessarie alla nascita (età giolittiana) e allo sviluppo (golden age) dell’industria – L’abbondante offerta di lavoro (che determina bassi salari) permette di sfruttare i vantaggi comparati e beneficiare di economie di scala nei settori esportatori storia dell'impresa 2015-165

6 Il ruolo dei salari nella crescita italiana 1/2 Salari come componente della domanda aggregata (DA) La domanda aggregata è la spesa totale in beni e servizi da parte di consumatori, imprese investitrici, pubblica amministrazione e settore internazionale La domanda aggregata è composta da: – Domanda di beni di consumo (C) – Domanda di beni di investimento (I) – Spesa pubblica (S) – Esportazioni al netto delle importazioni (NE) DA = C + I + S + EN La crescita dei salari ha un effetto diretto sui consumi ed un effetto indiretto sulla produttività aggregata attraverso la specializzazione della produzione e la diffusione dell’economie di scala, provocate dagli investimenti stimolati dalla domanda storia dell'impresa 2015-166

7 Il ruolo dei salari nella crescita italiana 2/2 Salari come componente della crescita fondata sui vantaggi comparati La teoria dei vantaggi comparati sostiene che il commercio di due beni tra due paesi avvantaggia entrambi fino a quando tra i due paesi esistono delle differenze nei costi di produzione – Ciascun paese si specializza nella produzione e nell’esportazione del bene la cui produzione richiede un uso intensivo del fattore relativamente abbondante e a basso costo – Importa invece il bene la cui produzione richiede un uso intensivo del fattore relativamente scarso e costoso – I bassi salari determinano la specializzazione dell’Italia nella produzione di beni ad elevata intensità di lavoro (esempio: industria della seta nella seconda metà dell’Ottocento o il tessile e il calzaturiero a partire dalla seconda metà degli anni Settanta) storia dell'impresa 2015-167

8 Andamento dei salari italiani rispetto a quelli della Gran Bretagna (1870-2010) storia dell'impresa 2015-168

9 I «mercati» del lavoro Specificità storiche e locali del mercato del lavoro – Dualismo grande e piccola impresa – Dualismo geografico Nord-Sud – Dualismo di genere Grandi imprese - giovani uomini Imprese tessili - giovani donne Sistema di reclutamento locale – Ad eccezione delle migrazioni da Sud verso Nord degli anni Sessanta – Ruolo chiave delle relazioni familiari storia dell'impresa 2015-169

10 Tecnologia, capitale umano, salari La dotazione di fattori dell’Italia è caratterizzata da: – Forza lavoro non qualificata (proveniente dall’agricoltura e con bassi livelli di istruzione) – Scarsa dotazione di capitale La dotazione di fattori si combina con i cambiamenti tecnologici delle 3 rivoluzioni industriali e dei 5 «regimi tecnologici» La presenza di forza lavoro non qualificata si presta meglio: – alle caratteristiche della Prima rivoluzione industriale – alle caratteristiche del 4° «regime tecnologico» del petrolio, dell’automobile e della produzione di massa La crescita italiana è più rapida proprio in queste fasi storia dell'impresa 2015-1610

11 Le relazioni industriali: definizioni Comprendono i negoziati tra datori di lavoro (associazioni imprenditoriali) e lavoratori (sindacati) e il quadro normativo e istituzionale in cui si dispiegano Nel lungo periodo si evidenziano due modelli: – Negoziazione anglosassone è incentrata su salari e condizioni lavorative e la rappresentanza è organizzata per mestieri e settori, prevale il livello decentrato – Negoziazione continentale è incentrata su temi più generali della politica economica e la rappresentanza è organizzata a livello generale, prevale il livello centralizzato Non esiste una relazione univoca fra le caratteristiche delle relazioni industriali e la performance economica di un paese storia dell'impresa 2015-1611

12 Le relazioni industriali: caratteristiche e fasi Le relazioni industriali in Italia sono contraddistinte da due caratteri strutturali: il costante prevalere dell’offerta sulla domanda l’elevata politicizzazione della rappresentanza sindacale e dei lavoratori Le relazioni industriali sono riconducibili a cinque fasi: la prima industrializzazione (1900-1915) prima guerra mondiale e fascismo (1915-1943) la diffusione del fordismo (1943-1969) il conflitto e la regolamentazione (1969-1980) la deregolamentazione e la flessibilità (1980-) storia dell'impresa 2015-1612

13 La prima industrializzazione (1900-1915) Costituzione delle Camere del lavoro (Milano 1891) – intermediazione tra domanda e offerta di lavoro – tutela dei lavoratori su base locale – sostegno alle istanze della II Internazionale Nascita federazioni dei mestieri (Fiom 1901) Nascita primo sindacato unitario (Cgdl 1906) Commistione tra lotta economica e politica – originata da debolezza della classe imprenditoriale o da eccesso di offerta? Costituzione di uffici pubblici misti (collaborazione delle due controparti con intervento dell’amministrazione locale) storia dell'impresa 2015-1613

14 Prima guerra mondiale, fascismo (1915-1943) La pianificazione dello sforzo bellico determinò il corporativismo pluralista; la mobilitazione «operaia»; la reazione padronale: – Accordo FIOM (1919), orario giornata di 8 ore – Consigli di fabbrica e occupazioni nei primi anni Venti Il fascismo – Patto Palazzo Vidoni (1925) con istituzione sindacato unico – Legge Rocco (1926), abolizione del diritto di sciopero – Fascistizzazione del sindacato: carta del lavoro (1927) – Concessioni degli anni Trenta (ferie pagate, indennità di licenziamento, assegni familiari) – Forte regime di regole o prevalenza meccanismi informali? storia dell'impresa 2015-1614

15 Golden age e fordismo (1943-1969 ) La ricostituzione dei sindacati democratici e la loro scissione (Cgil, Cisl e Uil) La legge 264/49 regolò le relazioni: impose il collocamento statale e vietò la mediazione privata Prevalenza di meccanismi informali, scarso rispetto delle regole, bassi livelli salariali Nei periodo 1958-1962 l’Intersind (associazione sindacale delle imprese pubbliche) tentò di costruire un clima di relazioni industriali meno conflittuale ma fallì storia dell'impresa 2015-1615

16 Conflitti di lavoro (1949-2009) storia dell'impresa 2015-1616

17 Tasso di disoccupazione in Italia (1959-2010) storia dell'impresa 2015-16 17

18 Conflitto e regolamentazione (1969-1980) Spostamento del baricentro a favore dei sindacati Statuto dei lavoratori (1970) che amplia i diritti dei lavoratori in modo consistente ed apre ad altre misure di tutela Due interpretazioni delle «occasioni mancate» – Sindacato come principale responsabile: più abile a nel conflitto che nel cercare l’accordo [Berta] – I datori di lavoro come principali responsabili perché alla ricerca del ripristino del pieno controllo sulla produzione La marcia dei quarantamila alla Fiat storia dell'impresa 2015-16 18

19 Deregolamentazione e flessibilità (1980-) Indebolimento del movimento sindacale (referendum sulla scala mobile, spostamento della contrattazione a livello aziendale, diffusione del lavoro «nero») anche a causa dell’introduzione delle tecnologie flessibili che danno luogo all’ascesa delle PMI Riconoscimento della mediazione privata (lavoro interinale) e, più in generale, deregolamentazione del mercato del lavoro – Pacchetto Treu (1997) – Legge Biagi (2003) – Legge Fornero (2012) – Jobs Act (2015) Visioni diverse sul mercato del lavoro italiano di inizio secolo – Riduzione delle rigidità e maggiore flessibilità (moltiplicazione forme contrattuali, individualizzazione contratto di lavoro) – Aumento della precarietà e della «malaoccupazione» – Liberalizzazione con la partecipazione del sindacato (concertazione) storia dell'impresa 2015-16 19


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