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ARTICOLAZIONE DIDATTICA Cenni sullo Sviluppo Sostenibile Le politiche integrate di prodotto. Direttive, comunicazioni e strategie europee: quadro generale.

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1 ARTICOLAZIONE DIDATTICA Cenni sullo Sviluppo Sostenibile Le politiche integrate di prodotto. Direttive, comunicazioni e strategie europee: quadro generale LCA come strumento di base per le IPP. Introduzione alla metodologia: elementi concettuali di base, vantaggi intrinseci all'approccio La norma UNI EN ISO 14040:2006. LCA è l'unica metodologia di valutazione degli impatti ambientali di un sistema che è standardizzato a livello internazionale. Questo ne garantisce l'autorevolezza, la replicabilità e l'affidabilità Come si conduce uno studio per la valutazione del ciclo di vita di un prodotto. Descrizione qualitativa delle fasi di uno studio di LCA, per comprendere le competenze richieste, gli strumenti di supporto, ecc. Illustrazione di casi di successo. Attraverso alcuni casi di applicazioni dell'LCA, si mostrerà il valore aggiunto che questo strumento ha nei confronti dell'impresa che lo utilizza, in termini di conoscenza dei propri prodotti e processi.

2 LO SVILUPPO SOSTENIBILE E IL CAPITALE NATURALE LO SVILUPPO SOSTENIBILE: LO SVILUPPO SOSTENIBILE: È QUELLO CHE SODDISFA I BISOGNI DELLA POPOLAZIONE PRESENTE, SENZA COMPROMETTERE LA CAPACITÀ DELLE GENERAZIONI FUTURE DI SODDISFARE I PROPRI. È QUELLO CHE SODDISFA I BISOGNI DELLA POPOLAZIONE PRESENTE, SENZA COMPROMETTERE LA CAPACITÀ DELLE GENERAZIONI FUTURE DI SODDISFARE I PROPRI. IL “CAPITALE NATURALE”: IL “CAPITALE NATURALE”: L’INSIEME DEI SISTEMI NATURALI (TERRITORIO, MARI, FIUMI, LAGHI, FLORA, FAUNA, ETC.), MA ANCHE IL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE PRESENTE NEL TERRITORIO (RISORSE NON RINNOVABILI) L’INSIEME DEI SISTEMI NATURALI (TERRITORIO, MARI, FIUMI, LAGHI, FLORA, FAUNA, ETC.), MA ANCHE IL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE PRESENTE NEL TERRITORIO (RISORSE NON RINNOVABILI)

3 Bruntland,1987 Commissione Mondiale sull'Ambiente e lo Sviluppo SVILUPPO SOSTENIBILE sviluppo che risponde alle necessità del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie esigenze ONU (Rio De Janeiro) 1992 SVILUPPO SOSTENIBILE un miglioramento di qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi alla base ICLEI, 1994 International Council for Local Environmental Initiatives. SVILUPPO SOSTENIBILE sviluppo che offre servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità, senza minacciare l'operabilità dei sistemi naturale, edificato e sociale da cui dipende la fornitura di tali servizi Cronologia

4 4 2002 Conferenza di Johannesburg in sud Africa; riaffermazione dell’impegno dei popoli del mondo per lo sviluppo sostenibile iniziato a Rio de Janeiro 1972 Club di Roma viene coniato il termine Ecosviluppo (prime preoccupazioni sullo stato di salute del pianeta 1972 Conferenza di Stoccolma (ONU): “Sviluppo compatibile con l’Ambiente”. Per la prima volta vengono adottati a livello internazionale alcuni principi che saranno alla base del concetto di sviluppo sostenibile 1987 “Rapporto Bruntdland” (Our common future) nella Conferenza delle Nazioni Unite. Definizione di sviluppo sostenibile: “sviluppo in grado di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri” 1987 “Rapporto Bruntdland” (Our common future) nella Conferenza delle Nazioni Unite. Definizione di sviluppo sostenibile: “sviluppo in grado di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri” 1992 CONFERENZA DI RIO DE JANEIRO (Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo) Lo sviluppo sostenibile acquista valenza operativa. Frutto della conferenza sono: la dichiarazione di Rio sull’ambiente e sullo sviluppo, l’Agenda 21, la convenzione sulla diversità biologica, i principi sulle foreste e la convenzione sul cambiamento climatico ; 1992 CONFERENZA DI RIO DE JANEIRO (Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo) Lo sviluppo sostenibile acquista valenza operativa. Frutto della conferenza sono: la dichiarazione di Rio sull’ambiente e sullo sviluppo, l’Agenda 21, la convenzione sulla diversità biologica, i principi sulle foreste e la convenzione sul cambiamento climatico ; 1992 V° Programma dell’Unione Europea a favore dell’Ambiente sottotitolato “per uno sviluppo durevole e sostenibile” E’ la contestualizzazione in sede comunitaria dei principi introdotti dalla Conferenza di Rio, in particolare dall’Agenda 21 1992 V° Programma dell’Unione Europea a favore dell’Ambiente sottotitolato “per uno sviluppo durevole e sostenibile” E’ la contestualizzazione in sede comunitaria dei principi introdotti dalla Conferenza di Rio, in particolare dall’Agenda 21 1994 Carta di Aalborg E’ il primo passo dell’Agenda 21 Locale, firmata da oltre 300 autorità locali durante la “Conferenza Europea sulle città sostenibili”. Obiettivi: i principi base per uno sviluppo sostenibile delle città 1994 Carta di Aalborg E’ il primo passo dell’Agenda 21 Locale, firmata da oltre 300 autorità locali durante la “Conferenza Europea sulle città sostenibili”. Obiettivi: i principi base per uno sviluppo sostenibile delle città 1996 Conferenza Habitat II a Istambul organizzato dalle Nazioni Unite. Ha come obiettivi l’alloggio adeguato per tutti e lo sviluppo sostenibile degli insediamenti umani. 1996 Conferenza di Lisbona tenuta dai Comuni partecipanti alla Campagna per le citta europee sostenibili. Aggiornamento della Carta di Aalborg in senso più applicativo, promuove strumenti operativi (indicatori, gestione ambientale, VIA, EMAS ecc.) e socio-politici (partecipazione, consenso) 2001 VI° Programma d’Azione dell’Unione Europea a favore dell’Ambiente sottotitolato “Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta”. Ruota attorno a 4 aspetti fondamentali: cambiamento climatico; ambiente e salute; natura e biodiversità; gestione delle risorse naturali. Il percorso della sostenibilità

5 I DUE PRINCIPI DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Principio del rendimento sostenibile: Impiegare le risorse con un tasso di sfruttamento minore o uguale al tasso di rigenerazione. Principio della capacità di assorbimento sostenibile: La velocità di produzione dei rifiuti dovrebbe essere uguale alle capacità naturali di assorbimento da parte degli ecosistemi in cui i rifiuti vengono emessi.

6 CONSEGUENZE LE CAPACITÀ DI RIGENERAZIONE E DI ASSORBIMENTO DEBBONO ESSERE TRATTATE COME “CAPITALE NATURALE”, E IL FALLIMENTO NEL MANTENERE QUESTE CAPACITÀ DEVE ESSERE CONSIDERATO COME CONSUMO DEL CAPITALE E PERCIÒ NON SOSTENIBILE

7 GLI INDICATORI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE La valutazione della sostenibilità consiste nell’analisi di un sistema, più o meno complesso, in tutte le sue componenti e relazioni, prendendo in considerazione - le risorse che lo alimentano - i processi di trasformazione che avvengono all’interno del sistema - gli output. Tutto questo è necessario per l’elaborazione di dati utili a fornire parametri qualitativi e quantitativi di misura della sostenibilità del sistema in esame

8 Gli indicatori della sostenibilità devono necessariamente andare oltre i tradizionali indicatori ambientali, e non possono essere riferiti a singoli aspetti ambientali, economici e sociali l’uno separatamente dall’altro, senza rifletterne le reciproche connessioni GLI INDICATORI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

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10 Economia sostenibile Dove C = consumi; I = investimenti; E = esportazioni; M = importazioni PNL = C + I + E – M ricchezza totale di una nazione “I danni apportati all’ambiente, usando tale espressione, non decrementano il valore del PNL, ma paradossalmente lo incrementano, attraverso la stimolazione di attività finalizzate a riparare tali danni” (Giannantoni C., 1998)

11 Nella formula del PNL dovrebbe essere introdotto il “Capitale Naturale”  Kn definito come: la variazione netta delle riserve delle risorse naturali usate durante l’anno di riferimento PNL = C + I + E – M + DKn

12 Qualsiasi processo economico che produce merci materiali diminuisce la disponibilità di energia nel futuro e quindi la possibilità futura di produrre altre merci e cose materiali. Nicholas Georgescu-Roegen Bioeconomia Strumenti endosomatici Strumenti esosomatici 1970

13 The production of all instruments of war, not only of war itself, should be prohibited completely Nicholas Georgescu-Roegen

14 Mankind should gradually lower its population to a level that could be adequately fed only by organic agriculture.

15 The Malthusian theory Thomas Malthus (1766-1834) Essay on the Principle of Population English political economist famous for his Essay on the Principle of Population, published in 1798, Actual (checked) population growth is kept in line with food supply growth by -"positive checks" (starvation, disease, elevating the death rate) - - "preventive checks" (i.e., postponement of marriage, etc., that keep down the birthrate), “unchecked population growth always exceeds the growth of means of subsistence”

16 Nicholas Georgescu-Roegen Until either the direct use of solar energy becomes a general convenience or controlled fusion is achieved all waste of energy should be carefully avoided, and if necessary, strictly regulated.

17 Nicholas Georgescu-Roegen We must cure ourselves of the morbid desire for extravagant gadgetry Once we do so, manufacturers will have to stop manufacturing such "commodities."

18 Nicholas Georgescu-Roegen We must get rid of fashion "that disease of the human mind" It is a disease of the mind to throw away a coat or a piece of furniture while it can still perform its specific service. To get a "new" car every year and to refashion the house every other is a bio-economic crime. Consumers should re-educate themselves to despise fashion.

19 The necessity that durable goods be made still more durable by being designed so as to be repairable In many cases nowadays, we have to throw away a pair of shoes merely because one lace has broken Nicholas Georgescu-Roegen

20 We must realize that an important prerequisite for a good life is a substantial amount of leisure spent in an intelligent manner Nicholas Georgescu-Roegen

21 Antropocene: Impatto dell’ Homo sapiens sull’equilibrio del pianeta Paul Crutzen, premio Nobel Olocene è l'epoca geologica più recente, quella in cui ci troviamo oggi e che ha avuto il suo inizio convenzionalmente circa 11.700 anni Cambiamenti climatici causati dall’uomo

22 Esercitazione -Creare dei gruppi con un capofila -Discutere un tema -Riportare i risultati 1.Lo sviluppo sostenibile: un’utopia? 2.Suggerire degli interventi per uno sviluppo sostenibile 3.Come integrare gli aspetti ecologici con quelli sociali ed economici Temi

23 Libro verde sulla politica integrata dei prodotti del 7 febbraio 2001 La Commissione europea propone una strategia intesa a rafforzare e a ri-orientare le politiche ambientali concernenti i prodotti, per promuovere lo sviluppo di un mercato di prodotti più ecologici e suscitare il dibattito pubblico su tale tema.

24 (Integrated Product Policies, IPP). V Programma d’Azione dell’Unione Europea del 1992 VI Programma d’Azione principi direttivi fondamentali: il principio di precauzione: il principio chi inquina paga il principio di prevenzione il principio di integrazione: “Le necessità della protezione ambientale devono essere integrate nella definizione e implementazione delle politiche e delle attività comunitarie.”

25 I due concetti chiave delle IPP Life Cycle Thinking (approccio culturale del “ciclo di vita”) Co-responsabilizzazione e coinvolgimento di tutti gli attori Per attuare questa politica è necessario un forte coinvolgimento di tutte le parti interessate a tutti i possibili livelli di azione: consumatori, organizzazioni non governative, industria e rivenditori, associazioni di categoria, enti pubblici, etc.

26 La Politica Integrata di Prodotto Gli strumenti per attuare la IPP sono: Etichette ambientali o Ecolabel Dichiarazione Ambientale di Prodotto - (Environmental Product Declaration-EPD) Sistemi di gestione ambientale (EMAS o ISO 14001) Acquisti verdi per la pubblica amministrazione (Green Public Procurement) Ecodesign Turismo sostenibile Il metodo principale adottato per attuare una IPP a livello di produzione industriale, ma anche di gestione degli enti territoriali: Analisi del Ciclo di Vita (Life Cycle Analysis-LCA)

27 Il Life Cycle Assessment (LCA) rientra nella categoria degli strumenti di analisi che permettono più facilmente di caratterizzare, e valutare, il danno ambientale associato a prodotti, processi e servizi Analisi del Ciclo di vita Rappresenta lo strumento base per la diffusione delle IPP

28 Definizione proposta dalla SETAC nel 1993 “LCA è un processo che permette di valutare gli impatti ambientali associati ad un prodotto, processo o attività, attraverso l’identificazione e la quantificazione dei consumi di materia, energia ed emissioni nell’ambiente e l’identificazione e la valutazione delle opportunità per diminuire questi impatti. L’analisi riguarda l’intero ciclo di vita del prodotto (“dalla culla alla tomba”): dall’estrazione e trattamento delle materie prime, alla produzione, trasporto e distribuzione del prodotto, al suo uso, riuso e manutenzione, fino al riciclo e alla collocazione finale del prodotto dopo l’uso” Analisi del Ciclo di vita

29 Fasi di uno studio LCA (figura estratta da BS-EN-ISO 14040:1997)

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31 Short LCA history Waste debate and oil crisis strong incentives. 1969: First LCA Resource and Environmental Profile Analysis (REPA) of beverage packaging, commissioned by Coca Cola (Similar contemporary studies in UK, Germany, Sweden) 1980’s: Growing use of LCA, applied to packaging. Mostly know to researchers. 1991: The term ”LCA”was defined. 1996: First scientific LCA journal. 1997: First ISO standard. Today: LCA used in public policy, design, decision making, education, etc..

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33 LCA & l’ecolabel

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38 La corretta applicazione dell’LCA è regolamentata dalle Norme UNI EN ISO 14040(1997): Descrizione concettuale LCA 14041(1998): Obiettivo e campo di applicazione 14042(2000): Valutazione di Impatto 14043(2000): Analisi dei risultati

39 Fasi del sistema Secondo la normativa ISO 14140-44, uno Studio LCA si deve articolare nelle seguenti 4 fasi: 1. Definizione degli Obiettivi dello Studio e Confini del Sistema: fase preliminare in cui si definiscono gli obiettivi che l’analisi LCA deve raggiungere; 2. Analisi di Inventario (o Eco-Inventario, in inglese Life Cycle Inventory - LCI): in questa fase si quantificano i flussi di materia e di energia in ingresso e in uscita dalle varie fasi del ciclo di vita; 3. Valutazione dell’Impatto (LCIA): si ha una stima dei potenziali impatti ambientali associati ai flussi determinati nella fase precedente d’inventario; 4. Interpretazione dei Risultati: si esegue una valutazione degli output delle due fasi precedenti e se ne verifica la corrispondenza con gli obiettivi dello studio definiti nella prima fase

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44 Il software Sima Pro

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50 Schema di calcolo del metodo EcoIndicator ‘99

51 Categorie di danno per Ecoindicator 99 Impoverimento delle Risorse (Resources) » Risorse Minerali (Minerals) » Combustibili Fossili (Fossil Fuels) Le risorse minerali si misurano considerando la quantità Per i Combustibili Fossili (Petrolio, gas, carbone) si considera lo sforzo necessario all’estrazione della risorsa (MJ)

52 Qualità dell’Ecosistema (Ecosistem Quality) »Acidificazione/Eutrofizzazione NO x,SO x,NH 3 » Ecotossicita’ pesticidi, metalli pesanti » Uso del Territorio cambiamenti habitat naturali L’Ecotossicità si misura in PAF ( Potentially Affected Fraction) Acidificazione/Eutrofizzazione ed Uso del Territorio si misurano in PDF (Potantially Disappeared Fraction) Il Danno totale all’EQ si ottiene moltiplicando il PAF o PDF per un’area (mq) ed un tempo (year)

53 Salute Umana (Human Healt, HH) »sostanze cancerogene metalli pesanti » malattie respiratorie (sost. org.) » malattie respiratorie (sost. inorg.) » cambiamenti climatici CO 2 » riduzione strato ozono HCFC » radiazioni ionizzanti nuclidi Si misura in DALY (Disability Adjusted Life Years)

54 INVENTARIO emissioni materiali processi energie OBIETTIVO UNITÀ FUNZIONALE CONFINI VALUTAZIONE DEL DANNO AMBIENTALE METODO ECO-INDICATOR 99 ClassificazioneCaratterizzazioneNormalizzazioneValutazione Ingegneria, fisica, biologia, chimica, medicina, economia, politica, storia, scienze ambientali PROPOSTE PER LA RIDUZIONE DEL DANNO

55 rossi: Raccolta dati blu: Dati contenuti nel Database verde: Calcolo e valutazione

56 Unità funzionale Ogni prodotto presenta caratteristiche differenti: ha una massa, un volume, una superficie, una vita utile ecc. Tutte queste caratteristiche considerate assieme definiscono la funzione del prodotto. Per effettuare uno studio LCA occorre stabilire l’unità di questa funzione, chiamata unità funzionale. Esempio: Una bottiglia in PET presenta una massa, un volume, una durabilità ed altre caratteristiche tecniche, per garantire che l’acqua minerale (o altre bevande) sia imbottigliata e possa essere distribuita, venduta e consumata. Questa è la funzione. Come unità funzionale si può scegliere la funzione garantita da: - una bottiglia in PET - 6 bottiglie (impacchettate assieme) - tutte le bottiglie in PET prodotte da una determinata ditta in un anno oppure il consumo annuale di bottiglie per persona di acqua minerale in Italia

57 Confini del sistema

58 Diagramma di flusso -» rappresentazione delle componenti di un sistema che è composto da sequenze di processi (boxes) collegati da flussi di materiali (frecce) Raccolta dati -» Possono essere di due tipi: relativi ai flussi d’ingresso (input) o uscita (output); i primi si riferiscono a materiali, trasporti ed energia, gli altri ai prodotti e ai gas rilasciati nell’ambiente. Verranno quindi identificati e quantificati i consumi di risorse (materie prime, acqua, prodotti riciclati), di energia (termica ed elettrica) e le emissioni in aria, acqua e suolo, arrivando così al termine a strutturare un vero e proprio bilancio ambientale. Elaborazione dati -» In questa parte dell’inventario i dati raccolti relativi al ciclo produttivo sono trasformati in una tabella d’impatti ambientali causati dall’unità funzionale in studio. L’obiettivo è quello di determinare per ogni fase di produzione, o processo unitario, l’uso di energia, materiali ed emissioni associate. Il risultato di questa analisi è un lungo elenco di risorse utilizzate ed emissioni prodotte che viene chiamato “tabella dell’inventario”. Inventario

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60 VALUTAZIONE DELL’IMPATTO PER LE TRE CATEGORIE DI DANNO 60 I contributi delle sostanze relative alle diverse categorie d’impatto: HH EQ R Istogramma in MPt

61 Si considerano le emissioni in aria delle sostanze dovute ai tre processi classificate nelle HH ed i relativi contributi si moltiplicano per dei fattori peso che valutano in maniera differente gli impatti ottenendo i valori in “point”. Category Human Health

62 Category Ecosystem Quality

63 Category Resources

64 Damage Assessment (Valutazione del Danno) HH EQ R Istogramma del Single Score

65 Lo studio viene affrontato per le tre categorie di danno considerando la fase di dismissione in cui si suppone il ciclo di vita dell’alluminio senza e con riciclo. Istogramma del ciclo di vita “senza riciclo” Category Human Health Istogramma del ciclo di vita “con riciclo”

66 Single Score Istogramma del Single Score

67 Confronto tra ciclo di vita senza e con riciclo life cycle no recyclinglife cycle recycling Human Health1.987,6331.172,713 Ecosystem Quality217,700217,400 Resources3.558,0002.238,000 life cycle no recycling life cycle recycling Total Pt 5,77*10 6 Total Pt 3,63*10 6


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